GAZZETTA DI MANTOVA - Venerdì 08 Novembre 2019
Petizione tra i primi cittadini: «Vogliamo vedere le carte»
Il comitato: «Fateci parlare coi saggi». Sos dal commercio
Un fronte comune in difesa della Bassa
«Non si mortifica così un territorio»
Il comitato: «Fateci parlare coi saggi». Sos dal commercio
Un fronte comune in difesa della Bassa
«Non si mortifica così un territorio»
SAN BENEDETTO PO. Dopo lo choc per l'annuncio della chiusura del ponte, ci sono le prime reazioni con la richiesta di valutare più a fondo le motivazioni addotte dalla Provincia. Sono richieste che vengono dall'amministrazione e dal Comitato "Vogliamo il ponte", ma anche da tanti cittadini che attraverso i social network fanno sentire tutta la loro frustrazione.
L'ALLEANZA DEI SINDACI
Il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna, si è subito preoccupato di intercettare la solidarietà dei colleghi, chiedendo la loro firma in calce ad una lettera che con la data di ieri ha inviato al presidente Morselli, a Fontana e a Cappellari e, per la prima volta, anche al prefetto Carolina Bellantoni. Con questo documento chiede di avere copia dello studio di fattibilità del bypass, delle valutazioni e approfondimenti tecnici condotti dagli esperti sui cui la Provincia fa leva per motivare la chiusura, come pure le motivazioni per non aver richiesto il parere dell'Aipo. «Non voglio essere compartecipe della mortificazione di un territorio - spiega il primo cittadino -. Come faccio ad andare a dire ai miei concittadini che dopo tre mesi di chiusura avremo un ponte nuovo, quando l'evidenza ci dice che non è vero? Perché allora non prendere in considerazione una diversa possibilità, approfondirla, mostrare almeno la volontà di averci provato?».Questo rifiuto, secondo il sindaco, si ripercuote negativamente sul morale dei cittadini, che percepiscono nella decisione della Provincia un colpo mortale sulle prospettive del paese. Lasagna lamenta pure la scarsa condivisione dell'iter progettuale, avendo la Provincia disatteso anche l'impegno di convocare tutti i sindaci del territorio, che non è ristretto a San Benedetto o a Bagnolo, ma comprende 30-40mila abitanti che hanno l'assoluta necessità di infrastrutture funzionanti.«L'unica forza che abbiamo - prosegue Lasagna - è di poter coinvolgere il maggior numero di rappresentati delle istituzioni civili, per questo mi preme molto raccogliere altre firme di sindaci, che potrò inviare in Provincia anche nei prossimi giorni».
«SERVE TRASPARENZA»
Pure il Comitato, che si è riunito ieri sera, rigetta con forza una decisione calata dall'alto con motivazioni inconsistenti. «Vorrei guardare in faccia e carte alla mano - afferma Paolo Lavagnini - quei tre tecnici che hanno firmato la perizia che nega la fattibilità del bypss. Asserire, come risulta dal loro documento, che l'ex cava Rondelli viene allagata una o due volte l'anno, è falso per la diretta esperienza di tutti noi che viviamo a contatto con il Po. L'ultima volta è stato nel 2000 e sono passati quasi vent'anni. Anche la Toto, che ha il cantiere aperto in quest'area, ha compiuto degli studi, giungendo alla conclusione che il pericolo può presentarsi ogni cinquanta o sessanta anni».Per Lavagnini la motivazione idraulica che è stata addotta per negare l'ipotesi del bypass non regge, per questo devono dire chiaramente qual è il pericolo rilevato, tenendo ben presente, questi signori e anche la Provincia, che sono stati pagati e utilizzano soldi pubblici, cioè dei cittadini.
COMMERCIO IN CRISI
Da parte sua Dino Barbi, presidente della sezione locale di Confcommercio, riportando gli umori della categoria, afferma che cittadini e imprese dell'intero Oltrepò sono esasperati da questa situazione. «L'infrastruttura - dice - serve un'area economica che conta quasi cinquemila imprese con un bacino d'utenza di 53mila persone, pari al 13% della popolazione della provincia di Mantova. Una fetta significativa di mondo imprenditoriale e popolazione da oltre 10 anni pesantemente penalizzata».Per Confcommercio ora va garantito, con strumenti giuridici ed economici di autotutela, il rispetto del cronoprogramma relativo alla realizzazione dell'opera. In particolare sui tempi previsti per la chiusura al traffico del manufatto.«Se sulla carta è scritto tre mesi di chiusura, tre mesi siano. A questo proposito - conclude Barbi - ci stiamo attivando con le altre associazioni di categoria e gli attori coinvolti per stabilire come procedere».
Oriana Caleffi
L'ALLEANZA DEI SINDACI
Il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna, si è subito preoccupato di intercettare la solidarietà dei colleghi, chiedendo la loro firma in calce ad una lettera che con la data di ieri ha inviato al presidente Morselli, a Fontana e a Cappellari e, per la prima volta, anche al prefetto Carolina Bellantoni. Con questo documento chiede di avere copia dello studio di fattibilità del bypass, delle valutazioni e approfondimenti tecnici condotti dagli esperti sui cui la Provincia fa leva per motivare la chiusura, come pure le motivazioni per non aver richiesto il parere dell'Aipo. «Non voglio essere compartecipe della mortificazione di un territorio - spiega il primo cittadino -. Come faccio ad andare a dire ai miei concittadini che dopo tre mesi di chiusura avremo un ponte nuovo, quando l'evidenza ci dice che non è vero? Perché allora non prendere in considerazione una diversa possibilità, approfondirla, mostrare almeno la volontà di averci provato?».Questo rifiuto, secondo il sindaco, si ripercuote negativamente sul morale dei cittadini, che percepiscono nella decisione della Provincia un colpo mortale sulle prospettive del paese. Lasagna lamenta pure la scarsa condivisione dell'iter progettuale, avendo la Provincia disatteso anche l'impegno di convocare tutti i sindaci del territorio, che non è ristretto a San Benedetto o a Bagnolo, ma comprende 30-40mila abitanti che hanno l'assoluta necessità di infrastrutture funzionanti.«L'unica forza che abbiamo - prosegue Lasagna - è di poter coinvolgere il maggior numero di rappresentati delle istituzioni civili, per questo mi preme molto raccogliere altre firme di sindaci, che potrò inviare in Provincia anche nei prossimi giorni».
«SERVE TRASPARENZA»
Pure il Comitato, che si è riunito ieri sera, rigetta con forza una decisione calata dall'alto con motivazioni inconsistenti. «Vorrei guardare in faccia e carte alla mano - afferma Paolo Lavagnini - quei tre tecnici che hanno firmato la perizia che nega la fattibilità del bypss. Asserire, come risulta dal loro documento, che l'ex cava Rondelli viene allagata una o due volte l'anno, è falso per la diretta esperienza di tutti noi che viviamo a contatto con il Po. L'ultima volta è stato nel 2000 e sono passati quasi vent'anni. Anche la Toto, che ha il cantiere aperto in quest'area, ha compiuto degli studi, giungendo alla conclusione che il pericolo può presentarsi ogni cinquanta o sessanta anni».Per Lavagnini la motivazione idraulica che è stata addotta per negare l'ipotesi del bypass non regge, per questo devono dire chiaramente qual è il pericolo rilevato, tenendo ben presente, questi signori e anche la Provincia, che sono stati pagati e utilizzano soldi pubblici, cioè dei cittadini.
COMMERCIO IN CRISI
Da parte sua Dino Barbi, presidente della sezione locale di Confcommercio, riportando gli umori della categoria, afferma che cittadini e imprese dell'intero Oltrepò sono esasperati da questa situazione. «L'infrastruttura - dice - serve un'area economica che conta quasi cinquemila imprese con un bacino d'utenza di 53mila persone, pari al 13% della popolazione della provincia di Mantova. Una fetta significativa di mondo imprenditoriale e popolazione da oltre 10 anni pesantemente penalizzata».Per Confcommercio ora va garantito, con strumenti giuridici ed economici di autotutela, il rispetto del cronoprogramma relativo alla realizzazione dell'opera. In particolare sui tempi previsti per la chiusura al traffico del manufatto.«Se sulla carta è scritto tre mesi di chiusura, tre mesi siano. A questo proposito - conclude Barbi - ci stiamo attivando con le altre associazioni di categoria e gli attori coinvolti per stabilire come procedere».
Oriana Caleffi
GAZZETTA DI MANTOVA - Venerdì 08 Novembre 2019
la cna
«Camionisti penalizzati nonostante i rimborsi»
SAN BENEDETTO PO. Anche la Cna, Confederazione Nazionale dell'artigianato, interviene sulla vicenda del ponte: « Prendiamo atto, con sofferenza, della decisione della Provincia. Tuttavia non nascondiamo le legittime preoccupazioni sul rispetto del cronoprogramma considerando i casi precedenti - dice il direttore, Elisa Rodighiero - le troppe vicissitudini che hanno accompagnato la struttura nel corso degli anni sono palesi se consideriamo i disagi che hanno dovuto sopportare i cittadini, i pendolari, gli studenti e il mondo dell'imprenditoria della zona. Riteniamo importante il rimborso del tragitto autostradale per gli artigiani. Ma rimane il fatto che gli autotrasportatori rimangono penalizzati e che il loro costo di esercizio non viene risarcito. Ora si rispetti il cronoprogramma».