Il COMITATO VOGLIAMO IL PONTE nasce a luglio 2019 nel momento di totale stallo dei lavori per la realizzazione del NUOVO PONTE di SAN BENEDETTO PO e minaccia di chiusura totale al traffico perché la Provincia era convinta che così facendo si potesse concludere l’opera in 5 mesi.
Oggi i lavori purtroppo sono ancora in essere non è chiara la data di ultimazione, inutile dire se non ci fosse stata la nostra forte contrapposizione che situazione drammatica vivrebbe il territorio.
La viabilità ridotta da oltre trent’anni sta causando innumerevoli danni, ritardi e/o ulteriori chiusure rischiamo di affossare definitivamente il basso mantovano.
Il ponte di San Benedetto Po sulla strada provinciale “Romana” costituisce uno dei manufatti più importanti dell’intero patrimonio della Provincia di Mantova, collocato in posizione strategica e interessato da un ingentissimo flusso veicolare. E’ un importante collegamento con le province confinanti emiliane e punto di passaggio praticamente obbligato per l’intera zona verso il casello autostradale di Mantova Sud dell’A22.
L’attuale ponte fu realizzato a metà degli anni 60 dall’ANAS in sostituzione del precedente ponte di barche in questo punto perchè il corso del fiume Po ha la larghezza minore e il fondale più profondo fino a 14 m
Purtroppo già nel 1987 sono iniziati i primi problemi strutturali, mentre a ottobre 1993 la prima chiusura totale al traffico, la grossa piena ne danneggia fortemente la stabilità, a dicembre dello stesso anno il ponte viene riaperto ma con barriere che bloccano il passaggio dei mezzi pensanti.
Dal 1993 al 2012 si susseguono diversi periodi di chiusura totale e limitazione al traffico che creano danni ingenti al territorio.
Gli interventi di manutenzione eseguiti negli anni hanno avuto il solo effetto di appesantire la struttura e causare l’abbassamento di alcune campate.
Nel 2010 Il Ponte passa da ANAS alla Provincia
Il sisma del 2012 ha indebolito irrimediabilmente un ponte già ammalorato, inevitabile il nuovo blocco del traffico pesante regolato tramite strettoie agli accessi, queste limitazioni sono tutt’ora presenti.
Il ponte ha una lunghezza totale di 615 mt divisi tra 330 mt di parte in alveo e 285 mt di parte in golena, la struttura è inserita nel catasto ponti della Provincia di Mantova e tenuta sotto monitoraggio tramite sensori.
Nel settembre 2013 la Provincia di Mantova inizia gli studi del progetto per il nuovo Ponte per soli 330 mt della parte in alveo, ad aprile 2017 avviene la consegna del cantiere all’appaltatore, fine lavori prevista per inizio 2019.
Oggi a causa di numerosi intoppi e controversie questa prima parte di lavori è ancora in corso e confidiamo che vengano ultimati entro febbraio 2022.
La parte in alveo non sarà comunque fruibile, perché verrà spostata in posizione definitiva solo a completamento totale dei lavori.
Purtroppo con il solo intervento sulla parte in alveo, l’opera risulta “zoppa” senza il rifacimento anche della parte golenale le strettoie che limitano il traffico rimangono come i disagi.
Quello che per noi è rimasto inspiegabile è che nonostante fosse chiaro già dal 2014 che anche la parte di golena era completamente da rifare solo a fine 2018 si inizia a pensare al progetto. Ad oggi per la golena non è ancora stata firmata il contratto d’appalto causando ulteriori ritardi alla conclusione dell’opera.
Il ponte si stima serva
53.000 abitanti pari al 13% della popolazione della Provincia di Mantova
un’area economica che conta quasi 5.000 imprese tra industrie, artigiani e attività commerciali
nell’attuale situazione di transito interdetto ai mezzi pesanti è usato da 9.000 mezzi circa al giorno
Confindustria dal 2012 ad oggi ha stimato, in situazione di circolazione limitata, danni all’economia pari a 30 milioni annui, ai cui vanno aggiunti ulteriori 1,3 milioni al mese in situazione di chiusura totali. Parliamo di oltre 360 milioni di Euro e non sono stati considerati i costi sostenuti dai privati cittadini e i danni dal 1987 al 2012.
Questa situazione di viabilità precaria ha indebolito il territorio della bassa mantovana, molteplici attività hanno chiuso, il turismo è diminuito e si è registrato un calo demografico per emigrazione.
Altro grave problema nei momenti di totale chiusura al traffico è che il territorio è letteralmente isolato non è né facile né veloce per i mezzi di soccorso provenienti dalla città raggiungerlo, i veicoli sono costretti ad utilizzare strade alternative, si allungano i percorsi, aumentano i costi e si intasano e congestiono altre arterie stradali.
Tutta questo ci fa pensare che le grandi opere andrebbero gestite tramite un commissario dotato di più ampi poteri, la burocrazia va snellita, e servirebbero commissioni ad hoc che possano risolvere eventuali controversie tra le parti in tempi brevi.
Più volte per il nostro ponte abbiamo chiesto la nomina di un commissario, ma purtroppo non è avvenuto e ad oggi dopo quasi 10 anni non vediamo ancora l’opera finita.
E’ necessario fare qualcosa per evitare gli errori del passato.
Il territorio ha bisogno di ponti sicuri e duraturi nel tempo, interventi continui, ma non risolutivi rappresentano solo una pezza costosa e non la soluzione al problema.