sabato 14 dicembre 2019

Dalla Gazzetta di Mantova del 14 dicembre 2019
Lasagna: «Slittato il vertice di lunedì. Ci sono solo ipotesi»
A22 gratis: poche certezze, ma di sicuro servirà il telepass
Cantiere per il ponte
Ancora niente certezze sui tempi di chiusura
Barbara Rodella
San Benedetto Po. «Siamo in alto mare. Non ci sono certezze». A parlare è il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna, dopo l'incontro di mercoledì con la Provincia, Camera di Commercio e i sindaci di Quistello, Pegognaga, Bagnolo San Vito e Borgo Mantovano. Perse le speranze di vedere realizzato il bypass che avrebbe allontanato la paura della chiusura del ponte, i cittadini che ogni giorno devono attraversare il Grande Fiume ora sperano nel rimborso dell'autostrada annunciato dalla Provincia. Ma, come sottolinea Lasagna, tutto è immerso nella nebbia.Non solo non ci sono certezze sugli accordi con l'A22, ma anche il progetto esecutivo per la riqualificazione del tratto di golena che doveva arrivare lunedì slitta a fine mese.«La piena del Po ha determinato un rallentamento dei lavori - continua Lasagna - Lunedì avremmo dovuto sapere la data di chiusura del manufatto e il tempo in cui sarebbe rimasto interdetto al traffico, ma così non sarà». «Non ci sono sicurezze anche sull'accordo tra Provincia e Autobrennero che permetterebbe di avere un pedaggio gratuito nella tratta Pegognaga- Mantova sud per tutti. Un'opportunità non limitata agli abitanti dei paesi limitrofi al ponte che costerebbe a Palazzo di Bagno almeno un milione di euro, secondo i primi calcoli» prosegue il sindaco.E se l'accordo sarà firmato, lo sconto del pedaggio sarà applicato solo a chi entrerà e uscirà nelle due stazioni indicate, ossia Pegognaga e Mantova sud. Chi entra o esce in altri caselli non dovrà quindi aspettarsi una riduzione del costo del biglietto. Ma per sfruttare la convenzione che l'A22 ha in passato già firmato con altri enti, servirà il telepass. Chi già lo possiede dovrà presentare domanda per usufruire del servizio. Chi ancora ne è sprovvisto, molto probabilmente dovrà correre ai ripari. Con i biglietti cartacei si creerebbero solo file ai caselli e tanta confusione per gli addetti ai lavori. E per aiutare le aziende? «La Camera di Commercio mette a disposizione 50mila euro per il 2019 e 50mila euro per il 2020 - continua Lasagna- Dalla Regione potrebbero arrivare poi 100mila euro, un gruzzoletto che aveva già messo a disposizione con la chiusura del ponte di Casalmaggiore. Ma sono risorse esigue». E dello stesso parere è il primo cittadino di Quistello, Luca Malavasi. «È un gesto importante e significativo ma se dividiamo il gruzzoletto per le aziende, i soldi sono pochi. Per le nostre strade non passeranno più 10mila auto al giorno. La misura compensativa non è sufficiente per recuperare il danno. Bisognerebbe poi puntare a nuove infrastrutture, al di là anche della questione ponte. Penso a una metropolitana leggera che sfrutta il percorso ferroviario».

venerdì 13 dicembre 2019

Noi non ci fermiamo, continueremo a seguire i lavori, continueremo a scrivere e non permetteremo che l'attenzione cali!!!
Vogliamo comunicarvi che stiamo organizzando per l'inizio di gennaio una conferenza pubblica in cui racconteremo "La Storia del Ponte".
Intanto ci teniamo a condividere con voi la presentazione che abbiamo portato al prefetto per spiegare perchè ritenevamo importante avere un ponte al 100% antisismico e perchè era ancora più importante avere il Bypass.


Ringraziamo il Prefetto Bellantoni per averci dato l'opportunità di esprimere la nostra posizione, purtroppo usciamo dalla riunione con un nulla di fatto e ovviamente dispiaciuti e amareggiati.

Il ponte chiuderà 3 mesi, ci garantisco i tempi, ultimati i lavori la riapertura sarà totale al traffico anche per i mezzi pesanti.

A breve ci impegniamo a organizzare una conferenza pubblica perchè è giusto raccontarvi questi mesi.


Per commentare questo articolo ripubblichiamo l'analisi dei rimborsi
Dalla Voce di Mantova del 12 dicembre 2019
Ponte, scatta la caccia ai fondi per pagare l’A22 ai pendolari
Ieri riunione tra Provincia e sindaci, il cda di Autobrennero dovrebbe dare il via libera al pedaggio gratis tra Pegognaga e Mantova Sud
SAN BENEDETTO PO - La questione chiusura per il ponte di San Benedetto sembra - perdonateci il bisticcio - “chiusa” da tempo (e la riunione in Prefettura di martedì è sembrato solo un ultimissimo tentativo per evitare una soluzione sgradita al territorio) e per questo motivo ora l’attenzione si sta spostando su quelle che saranno le cosiddette “azioni compensative” per ridurre al minimo i danni per coloro che non potranno usufruire del ponte per tutto il periodo della chiusura. Questo è stato dunque il tema della riunione avvenuta ieri a Palazzo di Bagno tra una delegazione della Provincia di Mantova e un gruppo di sindaci del territorio ovvero Roberto Lasagna (San Benedetto Po), Roberto Penna(Bagnolo), Alberto Borsari (Borgo Mantovano, anche presidente del Consorzio Oltrepò), Luca Malavasi (Quistello) e Matteo Zilocchi(Pegognaga); una riunione interlocutoria anche perchè al momento non si avrebbe ancora la certezza del flusso di traffico lungo la Autobrennero dal casello di Pegognaga a quello di Mantova Sud e viceversa e quindi sarebbe ancora prematuro definire con esattezza quante risorse mettere in campo (una prima stima, calcolata sul milione di euro, è al momento ancora ufficiosa e non supportata da dati certi). Doi sicuro c’è la disponibilità di 100mila euro da parte della Regione e, a quanto sembra, di altri 50mila dalla Camera di Commercio ma il nodo principale sta nell’approvazione di una convenzione ad hoc tra Provincia e Autobrennero che sarà deciso solo a breve nel prossimo cda della società che gestisce l’autostrada.
Nicola Antonietti
Il tavolo si aggiorna a gennaio 2020
MANTOVA La riunione di ieri si è chiusa con un aggiornamento del tavolo a gennaio 2020: tra circa un mese dunque si avranno dati e risposte certe sulle cosiddette “azioni compensative”. Auspicio importante e inevitabile anche per evitare che il clima, già decisamente rovente nel territorio, non vada a surriscaldarsi ulteriormente.



Dalla Voce di Mantova del 11 dicembre 2019
Ponte, pietra tombale sul bypass Ora la Bassa incrocia le dita
La Provincia chiude definitivamente: “Progetti ormai pronti” Sindaco e comitato: “Speriamo che siano tre mesi davvero”
SAN BENEDETTO PO - Pietra tombale sull’idea del bypass stradale per il ponte di San Benedetto. Nonostante il tavolo che si è svolto ieri in Prefettura, Palazzo di Bagno chiude a qualsiasi possibilità di realizzare l’opera provvisoria e anzi spiega come ormai i progetti di sistemazione della parte golenale del ponte siano pronti. Da parte loro, il comitato Vogliamo il ponte e il sindaco Roberto Lasagna depongono le armi e incrociano le dita, come anche il resto della Bassa, sperando che la prevista chiusura del viadotto per tre mesi non sfori allungando ulteriormente i tempi previsti. Insomma il bypass proprio non s’ha da fare. Al termine di una riunione fiume, durata poco meno di tre ore, le eventualità che il manufatto provvisorio venga realizzato sono ora ridotte a zero. Palazzo di Bagno infatti rimane fermo sulle proprie convinzioni, secondo cui i rischi connessi alla costruzione del bypass siano troppo elevati. Tra l’altro, durante la riunione, si registra anche un vivace scambio di battute tra uno dei referenti del comitato e un dirigente della Provincia. Secondo il primo infatti durante la recente piena del Po, la zona dove il bypass sarebbe stato realizzato, non sarebbe stata toccata dall’acqua. Di opinione opposta il dirigente della Provincia, secondo cui invece le acque del Po sarebbero andate ad invadere la zona che avrebbe potuto essere interessata dalla realizzazione del bypass. Anche da parre del prefetto
Carolina Bellantoni la richiesta di valutare l’eventualità di realizzare il percorso alternativo e provvisorio e di discuterne in un secondo incontro. Pure tale tentativo, però, a questo punto pare cadere nel vuoto. Per contro Palazzo di Bagno spiega che i nuovi progetti per il ponte sono ormai pronti e dovrebbero venire consegnati addirittura entro la fine dell’anno. Nel giro di una ventina di giorni, insomma: stato dell’arte a questo punto troppo avanzato per pensare, anche nell’ormai improbabile caso di un ok al bypass, di fermare tutto l’iter burocratico-progettuale per realizzare il percorso alternativo. La chiusura del ponte per tre mesi, quindi, salvo clamorosi colpi di scena, viene confermata. «A questo punto - spiegano dal comitato e dal Comune - se avremo un ponte nuovo e sicuro, dopo due anni di disagi, tre mesi dovrebbero passare velocemente. Però l’augurio è che la chiusura duri davvero tre mesi e non di più, perché il nostro territorio, e non solo San Benedetto ma un po’ tutta la zona, ne sta risentendo in modo pesante». Tra gli altri al tavolo di ieri nella sede della Prefettura, oltre a Provincia, Comune di San Benedetto e comitato, presenti anche Arpa, Aipo, la sede mantovana della Regione, la Soprintendenza.
Giovanni Bernardi



10 dicembre 2019 Mantovauno.it

Ponte di S.Benedetto, la Provincia spegne le speranze di Comitato e sindaci

MANTOVA –  Il Comitato “Vogliamo il Ponte” le ha provate tutte. Ogni strada purchè i lavori del nuovo ponte di San Benedetto Po, con le chiusure a questo collegate, si ripercuotano il meno possibile su una comunità che da troppi anni sta pagando un dazio pesantissimo a causa della precarietà delle condizioni del manufatto.
Hanno interpellato i Comuni, Provincia, Regione e anche la Prefettura dove infatti il prefetto Carolina Bellantoni ha convocato per il tardo pomeriggio di oggi un incontro a cui hanno preso parte tutti i soggetti della sezione “Territorio, ambiente e infrastrutture” della Conferenza Provinciale Permanente.
Alla base della richiesta del Comitato alcune ragioni ben specifiche, un ponte completamente antisismico anche nella parte in golena e, collegato a questo quindi, visti i tempi di chiusura che sarebbero lunghi, il bypass
E la Regione, presente stasera con i consiglieri regionali Cappellari, Fiasconaro e Mazzali e con il responsabile della struttura commissariale post sisma Roberto Cerretti, alla costruzione di un ponte completamente antisismico non aveva detto di no tanto che ha fatto propria la richiesta della Provincia di avere un contributo di 5 milioni e 900 mila euro per i danni da sisma e l’ha passata al Cts per le opportune valutazioni.
Ma è la stessa Provincia durante l’incontro a spegnere ogni speranza sia del Comitato che dei sindaci di San Benedetto Lasagna e di Bagnolo Penna evidenziando che uno studio di fattibilità per un ponte completamente antisismico è troppo tardivo rispetto allo stato dei lavori e il bypass non garantisce le condizioni minime di sicurezza. Dunque Palazzo di Bagno ribadisce il suo no ed essendo il no della stazione appaltante dei lavori nessuno può metterlo in discussione.
Nemmeno l’Aipo, la principale autorità sul fronte idraulico per il Po, che si è sempre detta ufficiosamente favorevole al bypass e che stasera, per bocca dell’ingegner Marcello Moretti, responsabile dell’Ufficio di Mantova, ha dichiarato di non essere mai stata coinvolta ufficialmente dalla Provincia sulla questione bypass.
L’incontro termina con la delusione dei sindaci e dei rappresentanti del Comitato che ora convocheranno un’assemblea per informare la cittadinanza delle azioni intraprese. “Speriamo almeno che i mesi di chiusura del ponte siano davvero solo tre” dicono dal Comitato ma lo scetticismo è ai massimi livelli visto che “Toto non ha mai rispettato il cronoprogramma”
Monica Bottura
Dalla Gazzetta di Mantova del 11 dicembre 2019
Fumata nera al tavolo con il prefetto: «Soluzione troppo insicura, ma la chiusura sarà limitata ai tre mesi»
Bypass ponte, la Provincia conferma il suo no
SAN BENEDETTO PO. Nuova fumata nera sul caso bypass, la strada che aggirando il cantiere di riqualificazione del ponte avrebbe consentito di non chiudere totalmente al traffico durante la fase finale dei lavori. Anche il tentativo voluto dal prefetto Carolina Bellantoni di mettere attorno a un tavolo tutti i protagonisti, si è scontrata contro la netta opposizione del settore Lavori Pubblici della Provincia. Che da subito ha giudicato troppo pericolosa sul piano del rischio idraulico e viabilistico la strada che dall'argine di San Benedetto avrebbe raggiunto il ponte in sede provvisoria passando attraverso il piazzale dell'ex cava Rondelli. Nutrito il tavolo che comprendeva oltre ai rappresentanti della Regione e dei Comuni di San Benedetto Po e Bagnolo, anche enti in qualche modo coinvolti come Vigili del fuoco, Aipo, Motorizzazione civile, Ats. L'incontro, chiesto dal Comitato "Vogliamo il ponte" ha fortemente deluso i promotori. «Si è visto da subito che la Provincia non ha voluto rivedere le proprie posizioni - ha spiegato al termine dell'incontro Paolo Lavagnini, per il Comitato -. Anche di fronte alla possibilità che il Comune o la stessa Regione procedessero con uno studio di fattibilità, sinora mancato, sul bypass hanno chiaramente detto che non avrebbero autorizzato alcun progetto. Una rigidità che si è sempre scontrata con le esigenze del territorio».La Provincia ha però ribadito che la chiusura totale al traffico sarà limitata ai tre mesi sinora indicati. Qualche certezza in più sui tempi, almeno sulla carta, si avrà solo con la presentazione del progetto esecutivo, il cui deposito slitta dal 17 a fine dicembre. Sempre la Provincia ha ribadito la necessità di dare l'affidamento della continuazione lavori (la parte golenale) alla Toto costruzioni, che sta eseguendo la parte in alveo, entro la fine dell'anno, il che richiede non vi sia allungamento dei tempi, come invece l'ipotesi di bypass richiederebbe.Infine la Provincia ha spiegato che solo una parte dei lavori al ponte golenale sarà eseguita a traffico chiuso, mentre il rafforzamento delle pile potrà essere fatto a ponte aperto. E che in ogni caso il risultato finale sarà un ponte percorribile da tutti i mezzi. Resta da capire che destino avranno i fondi per i danni da sisma (5,9 milioni) se la Regione darà il proprio ok.
Francesco Romani


Dalla Voce di Mantova del 10 dicembre 2019
Ponte di San Benedetto: oggi il Prefetto incontra il comitato “Territorio, ambiente e infrastrutture”
MANTOVA Il Prefetto incontra il comitato “Vogliamo il ponte. Carolina Bellantoni ha infatti convocato, una riunione della terza Sezione “Territorio, ambiente e infrastrutture” della Conferenza Provinciale Permanente, per il pomeriggio di oggi in relazione alla situazione del Ponte di S. Benedetto Po, per cui si prevedono chiusure per lavori di risanamento da eseguire. L’incontro viene convocato per agevolare le interlocuzioni tra tutte gli Enti e le amministrazioni interessati dalle problematiche concernenti i lavori di risanamento del ponte di cui sopra.

lunedì 9 dicembre 2019

9 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Nel presepe c'è il ponte
«Anche i re Magi ne avranno bisogno»
San Benedetto Po - Si è presentato ieri in veste natalizia con l'imponente abete illuminato, gli addobbi dei portici e le luminarie in via Ferri e piazza Marconi. In particolare, ad attirare l'attenzione di tanti è stato il grande presepe allestito sul prato a fianco della basilica a cura di un gruppo di volontari che hanno avuto come riferimento l'associazione "Amici della Basilica". La novità di quest'anno è stata l'inserimento, fra i tradizionali personaggi della natività, del modellino del ponte sul Po, ora in costruzione. Anche i Re Magi - spiega un manifesto appeso alla balaustra del sagrato - hanno avuto bisogno del ponte per arrivare fino alla capanna. E in effetti sono collocati per ora ai piedi della struttura, vegliata dall'alto dalle due statue di san Pietro e san Paolo, in attesa di presentarsi al Bambinello. Non certo un'idea peregrina, questa del ponte, viste le speranze e le delusioni degli ultimi anni e le prospettive incerte a fronte della necessità di avere al più presto una infrastruttura viaria essenziale per i sambenedettini e tutto il territorio circostante. La riprova è venuta dai tanti commenti che già in questi primi giorni hanno dimostrato apprezzamento per il richiamo costituito dalla sagoma del ponte. Durante la giornata varie proposte, curate da alcune associazioni locali, hanno animato il centro storico. In mattinata, la corsa amatoriale dei Babbi Natale, organizzata da Il sogno di Vasco lungo le vie del paese, ha visto la partecipazione del sindaco Roberto Lasagna e di intere famiglie. In piazza molte bancarelle con oggettistica natalizia, artigianato, ma anche prodotti enogastronomici, come polenta, cotechino, castagne, vin brulè e cioccolateria. Il pomeriggio è stato completato dal Concerto degli Auguri, della Pro loco. Applausi al coro polifonico Polironiano e ai Cantori del Mattino di Noceto, diretti da Davide Nigrelli, coi solisti Aurora Manfredi al liuto, Emanuel Tagliaferri al cromorno basso, Aldo Boccacci al flauto, Pier Paolo Buti all'organo.
Oriana Caleffi




5 dicembre 2019 da Voce di Mantova
Anche il prefetto apre al bypass Una speranza per i pendolari
Vertice il 10 dicembre con il comitato Vogliamo il ponte, Provincia e Toto Costruzioni. Bellantoni: valutare situazione e possibilità
SAN BENEDETTO PO - Anche il prefetto Carolina Bellantoni apre alla possibilità di realizzazione del bypass del ponte, che consentirebbe ai veicoli di attraversare il Po senza dover per forza imbarcarsi in lunghe deviazioni. La Prefettura ha infatti convocato per il prossimo 10 dicembre un vertice tra le parti, su richiesta del comitato “Vogliamo il ponte”, che da tempo si batte per la riapertura quanto più possibile rapida del manufatto e, oggi, anche per la realizzazione del bypass. All’incontro, oltre al prefetto e al comitato di San Benedetto, saranno presenti anche la Provincia, proprietaria del viadotto, e Toto Costruzioni, la società che sta costruendo il nuovo ponte. L’incontro è stato convocato per esaminare la situazione e favorire il dialogo tra le varie parti in causa. Nel frattempo, con la piena ormai passata, da più parti si ricomincia a pensare all’eventualità di realizzare il bypass. Oltre al vertice convocato dalla Prefettura per la prossima settimana, anche il Comune si sta muovendo. Se sull’eventualità di realizzazione del bypass la Provincia ha messo una pietra tombale, però, l’ente locale sta infatti lavorando per valutare se esista qualche possibilità alternativa. Il sindaco Roberto Lasagna ha infatti chiesto all’ufficio tecnico comunale di iniziare a lavorare per studiare l’eventuale fattibilità dell’opera. Le prossime settimane, in ogni caso, saranno decisive per le sorti del traffico in tutta la zona. Intanto il ponte tra Bagnolo San Vito e San Benedetto Po ha riaperto da meno di 48 ore e già tornano i “furbetti” che, sebbene a bordo di mezzi pesanti, tentano di percorrere il manufatto, nonostante la carreggiata sia stata ristretta con appositi guard-rail installati al centro della carreggiata. Il fatto è successo ieri poco prima delle 17, quando un camion stava tentando di immettersi sul ponte nella direzione da San Benedetto verso Mantova. Manovra, questa, impossibile proprio a causa dei guard-rail. L’autista, resosi conto che sarebbe andato a finire in un collo di bottiglia con conseguenze facilmente immaginabili, ha così inserito la retromarcia e avviato una serie di complicate manovre per compiere una inversione a U e tornare sui propri passi. Con, naturalmente, diversi disagi e difficoltà per gli altri mezzi in transito in quei frangenti. È infatti bene ricordare che il ponte ha sì riaperto al traffico dopo la piena del Po della scorsa settimana, ma in ogni caso le limitazioni ai mezzi pesanti istituite dopo il terremoto 2012 sono ancora in vigore e tali rimarranno fino al completamento dei lavori di realizzazione del nuovo manufatto sul Po.
6 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova

Tir cerca di passare tra le strettoie sul ponte
Traffico bloccato

Il camionista di origini croate non aveva letto la segnaletica e ha spostato i guard-rail
In entrambi i sensi di marcia si sono formate lunghe code

San Benedetto Po. Il ponte che attraversa il Po non smette di cerare disagi. L'ennesimo tir si è incastrato tra i guard-rail che delimitano il transito.Con la notizia della riapertura del ponte dopo lo stop dovuto alla piena, gli automobilisti che attraversano il manufatto hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma ieri, nel primo pomeriggio, a creare problemi sono state le strettoie che delimitano l'accesso al ponte che rimane interdetto ai mezzi pesanti. Un camion vuoto, che viaggiava in direzione Mantova guidato da un uomo di origini croate, è rimasto incastrato. Sul posto i carabinieri di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito.L'autista, negativo all'alcool test, ha spostato di qualche metro la strettoia ma è riuscito da solo a uscire dal passaggio nel quale era rimasto bloccato perché non aveva letto la segnaletica.Chi era pronto ad attraversare il Grande Fiume si è ritrovato però in colonna. Il traffico è rimasto in tilt in entrambe le corsie di marcia per almeno un'ora. Per chi percorre il manufatto sul Po abitualmente, scene del genere non sono una rarità. «Il solito furbo» ha commentato qualcuno su Facebook mentre altri puntano il dito sulla segnaletica poco chiara soprattutto per un autista straniero. Alza le mani anche il sindaco Roberto Lasagna: «C'è sempre qualcuno che prova a passare. I problemi legati al ponte ci sono e continueranno».
Barbara Rodella
6 dicembre 2019 da Voce di Mantova

“Tutto il territorio a rischio Speriamo nella Prefettura”
L’appello del sindaco Lasagna: “Gli enti e la Provincia ci mettano nelle condizioni di valutare il bypass del ponte. Siamo alla frutta”
SAN BENEDETTO PO - La convocazione del tavolo da parte della Prefettura per discutere delle questioni future e attuali legate al ponte sul Po, viene accolta in Comune con speranza e, anche, con un certo sollievo. Con la speranza, da parte del sindaco Roberto Lasagna, che la questione del bypass possa venire ripresa in mano e analizzata da parte di tutti gli attori coinvolti. Attori che saranno numerosi: oltre al Comune, anche la Provincia, la Regione, la Soprintendenza, Aipo e il comitato Vogliamo il ponte, che da tempo si batte perché gli interventi sul manufatto tra Bagnolo e San Benedetto si concludano quanto prima e, ultimamente, anche perché venga realizzato il bypass sostitutivo della chiusura del viadotto per tre mesi. Non sarà invece presente Toto Costruzioni, la società abruzzese che sta eseguendo i lavori di costruzione del nuovo ponte sul Po. «Speriamo davvero - afferma Lasagna - che il tavolo permanente convocato dalla Prefettura possa portare a qualche risultato. Vorrei che quello fosse il contesto giusto per cercare di spronare la Provincia ad aprire un dialogo sulla possibilità di realizzare il bypass. Dal canto nostro, come Comune, siamo disposti e disponibili ad attivarci in prima persona anche realizzando uno studio di fattibilità. Certo però la Provincia ci deve mettere nelle condizioni di poterlo fare e magari, in tal senso, sarebbe gradito un aiuto economico. Proprio sul versante economico - prosegue Lasagna - si potrebbe coinvolgere anche la Regione, che potrebbe dare concretamente una mano ad evitare che il nostro territorio diventi un deserto. Perché qui è di questo che stiamo parlando: è bastata la chiusura del ponte per otto giorni (in occasione della piena del Po della settimana scorsa, ndr), per trovarci nel bel mezzo di una situazione molto difficile. Per creare tale situazione sono bastati otto giorni. Figuriamoci con una chiusura di tre mesi consecutivi: rischiamo davvero la desertificazione del nostro territorio. E vorrei anche aggiungere - conclude Lasagna - che i tre mesi, per quanto ci riguarda, sono solo ipotetici. Perché finora tutti i cronoprogrammi sono stati disattesi e di conseguenza non possiamo di certo essere sicuri che alla fine si tratterà di realmente di tre mesi. Qui ne va di tutto il territorio: speriamo nella Prefettura». Nel frattempo ieri un camion è rimasto incastrato all’imbocco del ponte, ristretto dai guard rail dopo i danni del terremoto 2012. Disagi per il traffico e carabinieri sul posto per risolvere la situazione. L’ultimo caso di un camion in tali condizioni risale solo a l’altroieri: due volte in due giorni.
4 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Il Comune ora pronto a progettare il bypass, coinvolta anche la Regione
La Provincia replica al Comitato: «L'area del raccordo sommersa dalla piena»
Riaperto ieri sera il ponte
Già ripresi i lavori al cantiere
San Benedetto Po. Dopo otto giorni di stop, da ieri sera alle 20 il ponte sul Po è stato riaperto al traffico leggero, con le limitazioni già esistenti. La chiusura era stata disposta il 25 novembre scorso il coincidenza con l'approssimarsi dell'ondata di piena, la quinta in ordine di importanza degli ultimi cento anni. Un evento di carattere eccezionale che ha imposto cautelativamente una lunga chiusura ed una verifica delle strutture, danneggiate dal terremoto del 2012, prima di procedere a farvi ritornare il traffico. Sul cantiere della Toto costruzioni, la ditta che sta procedendo al lavoro di riqualificazione, ieri sono tornati gli operai per predisporre la riapertura.La chiusura, pur di una sola settimana, ha generato forti disagi per i cittadini dell'area tributaria del ponte, circa 50mila residenti, oltre a duemila aziende. Costi e tempi di percorrenza maggiori per raggiungere il capoluogo; crollo delle visite turistiche, stimata a San Benedetto in un meno 70%. Poiché il cronoprogramma dei lavori di riqualificazione prevede una chiusura totale al traffico nella parte finale del cantiere, stop che durerà almeno 3 mesi, la Toto costruzioni aveva proposto un bypass, strada di raccordo provvisoria che passando sul proprio cantiere rialzato avrebbe consentito di non stoppare il traffico, che avrebbe potuto utilizzare il nuovo ponte provvisorio. Una ipotesi che la Provincia ha bocciato «per motivi di rischio idraulico e viabilistico».Ma il Comune non demorde: «Se il problema è assumersi la responsabilità del tratto di bypass, noi non ci tiriamo indietro - spiega il sindaco Roberto Lasagna - . Prima di dare per scontato che non si può fare, vogliamo fare un ulteriore tentativo. Ho già dato incarico al mio ufficio tecnico di studiare il percorso. Vogliamo essere pronti con una soluzione che non penalizzi i cittadini nel caso si trovino i soldi per fare una sistemazione sismica al 100% del tratto in golena. In questa ipotesi il tempo di chiusura totale al traffico si allungherebbe, ma se c'è il bypass, la gente passerebbe lo stesso, aggirando il cantiere»."Apre" a questa ipotesi anche il consigliere regionale Antonella Forattini, che dice: «La Regione paghi uno studio di fattibilità in capo al Comune di San Benedetto Po . Poi si decida definitivamente». E il capogruppo M5S in Regione, il mantovano Andrea Fiasconaro spiega: «Credo sia sempre più urgente fare almeno uno studio di fattibilità del bypass. Al momento non c'è. Tra una settimana in consiglio discutiamo il bilancio di previsione 2020. Noi consiglieri ci siamo impegnati per chiedere fondi compensativi per attività produttive e cittadini a fronte della prossima prevista chiusura, ma possiamo anche impegnare Regione a cofinanziare studio di fattibilità bypass. Per avere una base di concretezza».Ma la Provincia, ieri ha ribadito di non ritenere fattibile il bypass, la cui prima ipotesi è stata già bocciata il 28 ottobre. Replicando al Comitato "Vogliamo il ponte" che attraverso una serie di foto durante la piena ha dichiarato che l'area è rimasta asciutta, ha risposto: «Si sottolinea anche che tutta l'area golenale, inclusi i piazzali di prefabbricazione del nuovo ponte che è in fase di realizzazione, sono stati sommersi dal fiume. Anche il sedime dell'ipotetico by-pass è stato invaso dall'acqua del Po: condizione questa già di per sé sufficiente per escludere qualsiasi ipotesi di una simile realizzazione peraltro già bocciata il 28 ottobre scorso definitivamente dalla Provincia di Mantova, ente che è unica stazione appaltante dell'opera».
Francesco Romani
4 dicembre 2019 da Voce di Mantova
La Bassa torna a respirare
Riaperto il ponte di San Benedetto
Conclusi i controlli della Provincia dopo la piena del Po: “Manufatto in ordine, le verifiche erano necessarie”
SAN BENEDETTO PO - Dopo otto giorni di passione, il ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo è di nuovo transitabile. La riapertura è infatti avvenuta ieri alle 20 a seguito delle verifiche e dei controlli eseguiti dalla Provincia di Mantova. Controlli che, come spiega Palazzo di Bagno, erano necessari a seguito dell’importante piena che ha interessato il Grande Fiume la scorsa settimana. Insomma, almeno per ora la viabilità verso la Bassa (o almeno una parte della Bassa) torna alla normalità dopo otto giorni di chiusura totale del traffico. Tra sabato e domenica scorsi, infatti, la piena del fiume è passata. E nelle giornate successive, fino alle 18 di ieri, sul manufatto sono state eseguite diverse verifiche tese ad accertare che l’enorme quantità di acqua passata nel corso degli ultimi giorni, non avesse provocato alcun danno al ponte. Come noto, infatti, il ponte di San Benedetto già prima del terremoto del 2012 aveva fatto registrare problemi. Poi il terremoto aveva peggiorato la situazione, fino alla decisione di realizzare un ponte nuovo di zecca. Durante i lavori attualmente in corso, il passaggio della piena e quindi la decisione di eseguire un check volto a scongiurare eventuali danni provocati proprio dall’imponente passaggio di acqua durato diversi giorni la scorsa settimana. Nella nota diffusa ieri dalla Provincia, un paio d’ore prima della riapertura, Palazzo di Bagno sottolinea che “la chiusura al traffico era doverosa e giustificata visto che la piena è stata di portata importante ed ha interessato una struttura già ammalorata in conseguenze del terremoto del 2012”. E, sempre Palazzo di Bagno, sottolinea un ulteriore dettaglio, riferito in questo caso all’idea, di recente maturata da più parti, di realizzare un bypass che evitasse di chiudere il ponte per tre mesi di fila, prossimamente, al fine di consentire la conclusione dei lavori. Specifica la nota della Provincia: “Si sottolinea anche che tutta l’area golenale, inclusi i piazzali di prefabbricazione del nuovo ponte che è in fase di realizzazione, sono stati sommersi dal fiume. Anche il sedime dell’ipotetico by-pass è stato invaso dall’acqua del Po: condizione questa già di per sé sufficiente per escludere qualsiasi ipotesi di una simile realizzazione peraltro già bocciata il 28 ottobre scorso definitivamente dalla Provincia di Mantova, ente che è unica stazione appaltante dell’opera”. Nel frattempo, nel corso degli ultimi giorni, tra San Benedetto e Bagnolo avevano iniziato a circolare nefaste previsioni, secondo cui il ponte sarebbe rimasto chiuso da ora - causa piena - fino alla fine dei lavori. Fortunatamente, invece, il ponte è stato riaperto ieri sera.
Giovanni Bernardi
3 dicembre 2019






A questo punto per fugare ogni incomprensione siamo nuovamente a chiedere alla Provincia di mostrare tutte le carte e la documentazione tecnica. Sicuramente abbiamo una certezza che il Giornalista della Gazzetta Sig. Romani potrà documentare la telefonata intercorsa col tecnico.

3 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
San Benedetto. E sul bypass si apre un altro spiraglio. Il consulente: «Con un progetto di gestione, si può valutare l'idea»
Ponte sul Po ancora chiuso, cresce l'attesa

San benedetto Po. Sono state eseguite ieri le prove tecniche sul ponte che scavalca il Po. Il viadotto, chiuso cautelativamente da lunedì 25 in concomitanza con l'arrivo dell'ondata di piena, è stato esaminato attraverso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena. Nella giornata di oggi la Provincia scioglierà i dubbi su quando riaprire.Torna poi d'attualità il bypass, la strada provvisoria che permetterebbe di aggirare il cantiere evitando i mesi di chiusura al traffico. Dal punto di vista idraulico, la zona dove sorgerebbe è allagabile, anche se è rimasta asciutta nella piena. Per questo è stata bocciata dalla Provincia, suscitando numerose proteste. Contattato telefonicamente, il professor Francesco Ballio, docente di idraulica al Politecnico di Milano, uno dei tre consulenti ai quali la Provincia ha chiesto un parere, spiega: «Se dimostriamo che quella zona fluviale ha bassissima possibilità di essere allagata e che, con determinati sistemi, possiamo gestire quello che tecnicamente si chiama un guado, si può fare. Ma bisogna ragionare bene su questa cosa oppure costruirlo in maniera diversa».Ma allora perché bocciare il progetto? «In realtà non mi è stato sottoposto un progetto - prosegue il docente - Fondamentalmente mi hanno detto che l'idea era costruire una strada a quota di alveo fluviale e la risposta è no. Dopodiché, se a questo progetto viene allegata una relazione di gestione, se siamo tutti d'accordo, se la protezione civile è d'accordo, se sappiamo come chiudere in caso di pericolo, allora va bene. Precisando chi ha la responsabilità di fare e cosa. Le cose si possono fare in tanti modi, basta ci sia la procedura giusta. Non si può fare uno svincolo dentro un alveo, anche se viene allagato raramente. Ma stiamo parlando di un'opera provvisoria, non definitiva».Per Ballio, dunque, se ne può parlare, aprendo un tavolo: «I pareri a noi chiesti sono stati gestiti in estrema urgenza. Forse nessuno ha avuto il tempo di presentare quello che doveva. E non so perché ci fosse questa urgenza. Non entro nel merito amministrativo della questione, ma sono del parere che la popolazione debba avere il massimo beneficio da tutte le strutture possibili. E la chiusura totale del ponte è un grosso problema. Dobbiamo evitarla capendo come fare. Se succede qualcosa, di chi è la responsabilità? Il progetto non lo precisava. Non possiamo creare un'opera che si allaga e nessuno viene avvisato». E la conclusione è chiara: «Io non ritengo il bypass impossibile. Quella è una zona in cui si può anche fare, ne abbiamo parlato con la Provincia. Ma per come è stato presentata l'idea, non c'erano le condizioni per poterla mettere in pratica». --Francesco Romani
3 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova

Bilancio a una settimana dallo stop alle auto
Economia colpita, odissee per i pendolari
San Benedetto conta i danni dell'isolamento
«In questi giorni addio al 70% di turisti»
il casoPer tutta la giornata, ieri, è rimasta viva e piena di ansia l'attesa della decisione della Provincia sulla riapertura del ponte, condizionata a un sopralluogo in loco. La settimana di chiusura a causa della piena del Po, se può essere considerata quasi una prova della futura interruzione per il completamento dei lavori, è servita, senza ombra di dubbio, a far emergere tutte le criticità connesse alla viabilità, al danno economico e alla sensazione psicologica di isolamento che alimenta diffidenza e paura. Lo dimostra il crollo del 70% delle presenze turistiche nello scorso weekend, che ha drasticamente interrotto un afflusso, registrato sempre in crescita dal 14 settembre, inizio della mostra su Giulio Romano. «Un dato davvero sconfortante - commenta l'assessore alla cultura Vanessa Morandi - che non lascia molti dubbi sulle cause di questa inversione di tendenza. L'unica speranza è la riapertura a breve per la ripresa del trend abituale». Il sindaco Roberto Lasagna sottolinea l'apprensione costante dei suoi concittadini, che si è manifestata con moltissime telefonate, specialmente nella giornata di ieri. «La situazione della viabilità è veramente critica - dice Lasagna- se, per la chiusura del ponte, alcuni hanno scelto l'argine del Po verso Portiolo e Motteggiana, hanno dovuto affrontare una strada in parte dissestata e in molte parti prospiciente il fiume senza la protezione del guard-rail, quindi molto pericolosa nel caso della piena dei giorni scorsi. Se altri, invece, hanno optato per l'autostrada, hanno dovuto mettere in conto code chilometriche sulla Romana per entrare al casello di Bagnolo e altre code per gli incidenti o per i lavori di asfaltatura in corso, che hanno allungato il viaggio all'inverosimile».Lo ha provato sulla sua pelle pure Doriana Zucchi, insegnante dell'Istituto Bonomi-Mazzolari. «Al mattino - dice - faccio l'argine per timore di arrivare a scuola in ritardo; al ritorno prendo l'autostrada con tutte le incognite del caso, senza contare l'aumento del costo del rifornimento, che in una settimana mi è costato 74 euro». Su quest'ultimo aspetto mette in luce i disagi sociali ed economici Alberto Bernardelli, che con il cugino gestisce l'unico distributore sulla Romana ancora con personale di servizio. «Viene l'amaro in bocca - spiega - a pensare che dopo un quarto di secolo non abbiamo ancora il ponte. Per questo non si può che far appello al senso di responsabilità della Provincia e della Toto, perché non lascino morire il paese. Chi ha un lavoro al di là del Po, magari cerca casa altrove, tuttavia con la chiusura soffrono tutte le attività, che vengono a mancare del riciclo dell'utenza. Anch'io ho visto diminuire la vendita di metano e gpl, mentre ha tenuto per ora quella della benzina perché i sambenedettini, costretti a percorrere più chilometri, hanno dovuto fare rifornimento più spesso. Ma questo va a incidere sui bilanci delle famiglie». Una situazione veramente difficile da gestire, soprattutto nella prospettiva di una chiusura per i lavori sul tratto in golena che dovesse durare per mesi. «Già in questi giorni - conclude il sindaco - l'attesa non era tanto rivolta alla decrescita del fiume quanto alla riapertura del ponte. Per questo lo sforzo maggiore è stato quello di dare una corretta informazione ai cittadini, rassicurandoli che l'interruzione della viabilità era solo perla piena».
Oriana Caleffi

domenica 8 dicembre 2019

Dalla Voce di Mantova del 3 dicembre 2019
Viadotto ancora chiuso: cresce la paura della riapertura solo dopo i lavori
La piena del Po è passata ma ancora nessuna notizia sulla revoca della chiusura. In corso i controlli per verificare lo stato della struttura
SAN BENEDETTO PO - Il ponte di San Benedetto resta chiuso: in questi giorni sono in corso delle verifiche alla struttura ma ancora non si sa quando potrà riaprire e tra i cittadini iniziano a girare voci su una sua possibile chiusura fino al termine dai lavori, quindi indicativamente in estate. Per ora sono solo dubbi e voci di popolo ma in assenza di riscontri ufficiali la preoccupazione resta una costante per chi utilizza - o vorrebbe utilizzare - il ponte per gli spostamenti. Di ieri la notizia, diramata dalla Provincia di Mantova, su una serie di controlli che sarebbero ora in corso per per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena del Po. Piena che, come noto, ha imposto la chiusura del ponte di San Benedetto così come di tante altre infrastrutture che negli ultimi giorni sono state via via riparte con l’abbassarsi del livello del Grande Fiume. Situazione diversa, però per il ponte di San Benedetto per il quale ancora una data di apertura - anche ipotetica - tarda ad arrivare con il solo annuncio di controlli in corso. Proprio questo ritardo in paese, ma anche tra i tanti automobilisti che ogni giorno attraversano il ponte, sta iniziando a preoccupare sulle sorti della struttura sul Po: diverse, infatti, le voci che si starebbero rincorrendo su una possibile chiusura del ponte fino alla conclusione dei lavori previsti dalla Provincia. Un’ipotesi che, ovviamente, sta destando preoccupazione tra la popolazione che, in caso di chiusura del ponte, dovrebbe destreggiarsi tra disagi, viabilità modificata e mesi di difficoltà negli spostamenti: problemi che si andrebbero a sommare a quelli, inevitabili, del periodo lavori al ponte che dovrebbero, secondo le previsioni, aprirsi in primavera per poi concludersi nell’arco di circa tre mesi. Paure che ora restano solo voci senza alcuna conferma ma che non farebbero altro che mettere in bilico una situazione già di per sè delicata. Non resta, dunque che attendere la conclusione delle verifiche dal parte della Provincia per conoscere il destino del ponte sul Po e della sua riapertura nella speranza che possa avvenire il prima possibile così da arrecare il minor danno possibile alla viabilità.



Il Bypass è fattibile.... si!
Dalla Gazzetta di Mantova del 3 dicembre 2019
San Benedetto. E sul bypass si apre un altro spiraglio. Il consulente: «Con un progetto di gestione, si può valutare l'idea»
Ponte sul Po ancora chiuso, cresce l'attesa
san benedetto Po. Sono state eseguite ieri le prove tecniche sul ponte che scavalca il Po. Il viadotto, chiuso cautelativamente da lunedì 25 in concomitanza con l'arrivo dell'ondata di piena, è stato esaminato attraverso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena. Nella giornata di oggi la Provincia scioglierà i dubbi su quando riaprire.Torna poi d'attualità il bypass, la strada provvisoria che permetterebbe di aggirare il cantiere evitando i mesi di chiusura al traffico. Dal punto di vista idraulico, la zona dove sorgerebbe è allagabile, anche se è rimasta asciutta nella piena. Per questo è stata bocciata dalla Provincia, suscitando numerose proteste. Contattato telefonicamente, il professor Francesco Ballio, docente di idraulica al Politecnico di Milano, uno dei tre consulenti ai quali la Provincia ha chiesto un parere, spiega: «Se dimostriamo che quella zona fluviale ha bassissima possibilità di essere allagata e che, con determinati sistemi, possiamo gestire quello che tecnicamente si chiama un guado, si può fare. Ma bisogna ragionare bene su questa cosa oppure costruirlo in maniera diversa».Ma allora perché bocciare il progetto? «In realtà non mi è stato sottoposto un progetto - prosegue il docente - Fondamentalmente mi hanno detto che l'idea era costruire una strada a quota di alveo fluviale e la risposta è no. Dopodiché, se a questo progetto viene allegata una relazione di gestione, se siamo tutti d'accordo, se la protezione civile è d'accordo, se sappiamo come chiudere in caso di pericolo, allora va bene. Precisando chi ha la responsabilità di fare e cosa. Le cose si possono fare in tanti modi, basta ci sia la procedura giusta. Non si può fare uno svincolo dentro un alveo, anche se viene allagato raramente. Ma stiamo parlando di un'opera provvisoria, non definitiva».Per Ballio, dunque, se ne può parlare, aprendo un tavolo: «I pareri a noi chiesti sono stati gestiti in estrema urgenza. Forse nessuno ha avuto il tempo di presentare quello che doveva. E non so perché ci fosse questa urgenza. Non entro nel merito amministrativo della questione, ma sono del parere che la popolazione debba avere il massimo beneficio da tutte le strutture possibili. E la chiusura totale del ponte è un grosso problema. Dobbiamo evitarla capendo come fare. Se succede qualcosa, di chi è la responsabilità? Il progetto non lo precisava. Non possiamo creare un'opera che si allaga e nessuno viene avvisato». E la conclusione è chiara: «Io non ritengo il bypass impossibile. Quella è una zona in cui si può anche fare, ne abbiamo parlato con la Provincia. Ma per come è stato presentata l'idea, non c'erano le condizioni per poterla mettere in pratica». --Francesco Romani

Dalla Gazzetta di Mantova del 3 dicembre 2019
Bilancio a una settimana dallo stop alle auto
Economia colpita, odissee per i pendolari
San Benedetto conta i danni dell'isolamento
«In questi giorni addio al 70% di turisti»
il casoPer tutta la giornata, ieri, è rimasta viva e piena di ansia l'attesa della decisione della Provincia sulla riapertura del ponte, condizionata a un sopralluogo in loco. La settimana di chiusura a causa della piena del Po, se può essere considerata quasi una prova della futura interruzione per il completamento dei lavori, è servita, senza ombra di dubbio, a far emergere tutte le criticità connesse alla viabilità, al danno economico e alla sensazione psicologica di isolamento che alimenta diffidenza e paura. Lo dimostra il crollo del 70% delle presenze turistiche nello scorso weekend, che ha drasticamente interrotto un afflusso, registrato sempre in crescita dal 14 settembre, inizio della mostra su Giulio Romano. «Un dato davvero sconfortante - commenta l'assessore alla cultura Vanessa Morandi - che non lascia molti dubbi sulle cause di questa inversione di tendenza. L'unica speranza è la riapertura a breve per la ripresa del trend abituale». Il sindaco Roberto Lasagna sottolinea l'apprensione costante dei suoi concittadini, che si è manifestata con moltissime telefonate, specialmente nella giornata di ieri. «La situazione della viabilità è veramente critica - dice Lasagna- se, per la chiusura del ponte, alcuni hanno scelto l'argine del Po verso Portiolo e Motteggiana, hanno dovuto affrontare una strada in parte dissestata e in molte parti prospiciente il fiume senza la protezione del guard-rail, quindi molto pericolosa nel caso della piena dei giorni scorsi. Se altri, invece, hanno optato per l'autostrada, hanno dovuto mettere in conto code chilometriche sulla Romana per entrare al casello di Bagnolo e altre code per gli incidenti o per i lavori di asfaltatura in corso, che hanno allungato il viaggio all'inverosimile».Lo ha provato sulla sua pelle pure Doriana Zucchi, insegnante dell'Istituto Bonomi-Mazzolari. «Al mattino - dice - faccio l'argine per timore di arrivare a scuola in ritardo; al ritorno prendo l'autostrada con tutte le incognite del caso, senza contare l'aumento del costo del rifornimento, che in una settimana mi è costato 74 euro». Su quest'ultimo aspetto mette in luce i disagi sociali ed economici Alberto Bernardelli, che con il cugino gestisce l'unico distributore sulla Romana ancora con personale di servizio. «Viene l'amaro in bocca - spiega - a pensare che dopo un quarto di secolo non abbiamo ancora il ponte. Per questo non si può che far appello al senso di responsabilità della Provincia e della Toto, perché non lascino morire il paese. Chi ha un lavoro al di là del Po, magari cerca casa altrove, tuttavia con la chiusura soffrono tutte le attività, che vengono a mancare del riciclo dell'utenza. Anch'io ho visto diminuire la vendita di metano e gpl, mentre ha tenuto per ora quella della benzina perché i sambenedettini, costretti a percorrere più chilometri, hanno dovuto fare rifornimento più spesso. Ma questo va a incidere sui bilanci delle famiglie». Una situazione veramente difficile da gestire, soprattutto nella prospettiva di una chiusura per i lavori sul tratto in golena che dovesse durare per mesi. «Già in questi giorni - conclude il sindaco - l'attesa non era tanto rivolta alla decrescita del fiume quanto alla riapertura del ponte. Per questo lo sforzo maggiore è stato quello di dare una corretta informazione ai cittadini, rassicurandoli che l'interruzione della viabilità era solo perla piena».
Oriana Caleffi


La piena riassunto


Torre d'Oglio, alle 18 riapre il ponte
chiuso per la piena

Per quanto riguarda il ponte di San Benedetto sono in corso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena del Po. Concluse le opportune verifiche, sarà programmata la riapertura TORRE D’OGLIO – Provincia di Mantova comunica che dalle ore 18 di lunedì 2 dicembre 2019, riapre alla circolazione il ponte di Torre d’Oglio lungo la Sp 57 tra Cesole e San Matteo delle Chiaviche. Per quanto riguarda il ponte di San Benedetto sono in corso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena del Po. Concluse le opportune verifiche, sarà programmata la riapertura.


Grazie alla Protezione Civile per tutto il lavoro fatto e che costantemente fanno per la nostra sicurezza, non finiremo mai di esservi riconoscenti.

Dalla Gazzetta di Mantova del 2 dicembre 2019

Dall'Oglio Po a Sermide, 160 persone al giorno hanno sorvegliato il Mantovano
Fontanazzi, evacuazioni e salvataggi: promossa l'organizzazione sul territorio
La piena è quasi un ricordo
Per la protezione civile giorni di sacrifici e gloria

La piena del Po e dei suoi affluenti sta lentamente lasciando il Mantovano. A mano a mano si torna alla normalità, dopo una settimana all'insegna dell'emergenza. Per gli abitanti del Basso Mantovano e dell'Oglio Po, prima di tutto, che hanno dovuto convivere con una viabilità rivoluzionata a causa dei vari ponti chiusi (San Benedetto e Torre d'Oglio gli ultimi a restare off limits), e anche dei disagi causati da allagamenti, o persino dall'ordine di evacuare (per chi vive in golena). Ma la settimana appena trascorsa è stata impegnativa soprattutto per gli uomini della protezione civile. Volontari chiamati a governare l'emergenza, a monitorare, informare, intervenire laddove ce ne fosse bisogno, per bloccare l'emorragia di un fontanazzo o liberare uno scantinato dall'acqua. Circa 160 al giorno, coordinati dalla Provincia e dalla sala operativa della prefettura dove si alternavano, "h 24", cinque persone tra cui Sandro Bellini, referente provinciale della Protezione civile. Protagoniste, dunque, le associazioni di protezione civile: la Oglio Po nel Viadanese, il gruppo comunale di Pomponesco, la Torre d'Oglio di Marcaria, la Sirio di Borgo Virgilio, la Padus per Serravalle, Sustinente e Ostiglia, il gruppo Città di Suzzara, la Vedetta di Motteggiana, il gruppo Polirone tra San Benedetto e Moglia, l'associazione Terre dei Gonzaga nel Destra Secchia.«Una piena lenta, che ha provato il territorio - dice Bellini - uno degli impegni maggiori è stato per i fontanazzi, poi per le evacuazioni». Giorni clou, da martedì a venerdì. «Ma tutto è andato bene - commenta Bellini - questa è stata la prima piena in cui è stata provata sul campo una nuova organizzazione dei volontari in base al territorio, frutto di un'intesa tra Provincia e Aipo. Ogni zona aveva un gruppo di volontari con un referente che segnalava a un funzionario idraulico dell'Aipo i problemi che si presentavano». Non è stato necessario chiedere l'intervento delle sei colonne mobili (gruppi di 19 persone, sempre reperibili in caso di emergenza). Bene anche la comunicazione in tempo reale con la popolazione: alcuni gruppi di volontari hanno usato la propria pagina Facebook (con boom di visualizzazioni), in altre zone sono entrati in funzione i sistemi d'allerta via cellulare».