Fonte Gazzetta di Mantova del 18 aprile 2021
Il ponte provvisorio aperto al traffico ridurrà al minimo i tempi di chiusura
L’ipotesi della Provincia entusiasma i sindaci della Bassa
Stop finale di un mese e inaugurazione nell’autunno 2022
SAN BENEDETTO PO - La Provincia trova la soluzione per limitare al minimo la chiusura totale del ponte di San Benedetto Po. E dopo le tensioni del passato, raccoglie il plauso unanime dei sindaci della zona riuniti ieri mattina in conferenza online alla presenza del direttore dei lavori, l’ingegner Antonio Covino. In sostanza il nuovo viadotto (che sarà interamente antisismico) non avrà interruzioni di cantiere. Quando la parte in alveo, oggi in costruzione, sarà spostata al centro del fiume, nell’ex cava Rondelli si inizierà subito la costruzione della parte golenale, da attaccare alle prime due. Da argine ad argine ci saranno quindi due ponti, quello attuale in cemento e pochi metri più a valle, quello nuovo interamente costruito in acciaio. Su quest’ultimo, una volta collaudato, sarà spostato il traffico per permettere di demolire gli impalcati usati oggi senza interrompere la circolazione. A quel punto, e si sarà presumibilmente fra primavera ed estate 2022, lo stop totale sarà limitato al minimo: il tempo sufficiente per far spostare il ponte provvisorio nella sua sede definitiva e, in autunno, inaugurarlo. Una soluzione che alla fine costerà 2,5 milioni in più, ma che la Provincia è disposta a tirar fuori dal proprio bilancio. E che necessita dell’adesione della ditta che dal 2016 sta seguendo l’attuale riqualificazione da quasi 34 milioni di euro, la Toto spa. Anche questo scoglio, da quanto spiegato dal presidente provinciale, Beniamino Morselli, è in via di soluzione, con la chiusura del contenzioso in atto e la successiva firma del contratto integrativo che assegnerà anche al colosso abruzzese il resto dei lavori.
«Come Trapattoni - ha detto Morselli con una battuta - non diciamo gatto sino a che non è nel sacco. Ma siamo fiduciosi e soddisfatti di questa soluzione condivisa con il territorio e i sindaci. Tecnicamente ci consente di ridurre al minimo i disagi, per questo, anche se più onerosa, l’abbiamo scelta rispetto alle altre, passerella
compresa». I costi aggiuntivi sarebbero i piloni per sorreggere la parte in golena durante la costruzione e le modifiche alle due rampe di accesso (lato Bagnolo e lato di San Benedetto), per salire sulla nuova struttura mentre è in posizione provvisoria. «Con la Toto ci sono stati momenti difficili - ha ammesso Morselli - ma è
una azienda dalle grandi potenzialità ed ora sta lavorando bene. C’è la disponibilità reciproca a superare i problemi del passato». La soluzione proposta ora dovrà completare tutto l’iter previsto (la progettazione definitivo-esecutiva, le autorizzazioni di Aipo, Soprintendenza ecc.), ma è quella auspicata dai sindaci
che avevano accettato di destinare al ponte lo stanziamento aggiuntivo dei 5,3 milioni di euro di risarcimento dai danni da sisma. Soddisfatti i sindaci, a partire da quello di San Benedetto Po. «Una vittoria del territorio e della Provincia - ha detto Roberto Lasagna -. Ma anche un modo nuovo di fare politica, guardando al territorio e non al campanile». «Il nostro Comune è il territorio - gli ha fatto eco Alberto Borsari, presidente del Consorzio Oltrepò - alla fine il lavoro di squadra fatto ha ripagato. E il ponte, una volta costruito, sarà il simbolo di questo territorio». «Partiti da posizioni distanti - ha infine commentato Luca Malavasi (Quistello) - la Provincia ha fatto sintesi delle richieste e il suo staff tecnico ha trovato il risultato migliore fra quelli possibili».
Francesco Romani_
I problemi iniziali
Il ponte è ammalorato a partire dalla sua costruzione tra il 1964 e il 1966. Neppure vent’anni dopo, nel 1987, manifesta i primi problemi strutturali, tanto che il 6 ottobre 1993 viene chiuso per i danni provocati da una grossa piena.
I primi lavori
Il progressivo indebolimento della struttura comportò tra il 1993 e il 2012 diversi periodi di chiusura totale o di limitazione al traffico, mentre gli interventi di manutenzione ebbero il solo effetto di appesantire la struttura e causare l’abbassamento di alcune campate.
Dal sisma a oggi
Nel 2012 il terremoto assesta un colpo mortale. Si limita il traffico e nel 2016 si assegnano i lavori di riqualificazione della parte in alveo che si dilungano fra ritardi e contenziosi. Per quella in golena si sta lavorando in questi mesi.