Fonte Gazzetta di Mantova del 24 maggio 2020
San Benedetto. Morselli: «Disponibili a trattare sulla sicurezza post-Covid. Ma sulla caserma era tutto chiaro nel bando»
La Provincia: pronti a resistere alla Toto
MANTOVA - Pronti a resistere. Non si farà intimidire l'amministrazione provinciale di Mantova, ma cercherà anche di non esasperare i toni nei confronti della Toto Costruzioni generali - la società che con la Vezzola, nel 2015, si è aggiudicata il rifacimento del ponte di San Benedetto - la quale ha citato in giudizio l'ente pubblico per inadempienza contrattuale.Due - lo ricordiamo - i punti contestati:il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi, che la Provincia ha messo nel contratto come pagamento in aggiunta ai 30 milioni della Regione, e la mancata trasmissione del Piano di sicurezza e coordinamento (PSC) post Covid nei termini di legge.Ribatte punto su punto il presidente dell'ente con sede a Palazzo Di Bagno, Beniamino Morselli: «La citazione in giudizio nei nostri confronti confermo che è vera ed è stata una sorpresa. Per quanto riguarda il primo punto contestato dalla Toto, non c'è fondamento giuridico: l'impresa ha firmato un bando in cui era espresso chiaramente il valore della caserma di via Chiassi, 3,8 milioni di euro. L'hanno accettato, quindi su questo non credo ci siano margini di trattativa. Sul piano di sicurezza post Covid, siamo disponibili a discutere. Il nostro obiettivo è chiudere l'opera, il prima possibile. Perché, anche se le ultime verifiche sulla tenuta del ponte sono state abbastanza confortanti, non possiamo restare con un'infrastruttura a metà carico e in condizioni precarie ancora per molto. Ricordo tra l'altro che i lavori dovevano essere terminati il 31 luglio 2019 e se sono ancora incompiuti non è certo per colpa nostra». «Di fronte, comunque, ad una citazione in giudizio - prosegue il presidente - dobbiamo difenderci. Non possiamo stare a guardare».L'ipotesi concreta, quindi, è che in attesa dell'udienza indicata al 9 novembre - a meno di un accordo intervenuto prima - tutto si fermi.«Di questo non ho ancora la certezza» chiude Morselli «mi consulterò con i nostri legali per sapere cosa succederà».Increduli e affranti all'ennesima ipotesi di rallentamento dei lavori, i due sindaci di San Benedetto e Bagnolo. «Un fulmine a ciel sereno - commenta Roberto Lasagna, primo cittadino del comune del Polirone - Anche perché non più di una settimana fa ho parlato col presidente della Provincia e mi aveva assicurato che era tutto a posto, la Toto avrebbe firmato l'accordo per la ripresa dei lavori, era questione di poco. La mia preoccupazione è che da qui a novembre si fermerà ancora tutto, proprio nei mesi in cui si poteva lavorare. E poi non si vede una fine, non è nemmeno esclusa la rescissione del contratto e un nuovo appalto. Serviranno anni. Questo significa che l'economia del nostro territorio non si riprenderà più. Abbiamo già perso due imprenditori che volevano investire da noi, ma sono fuggiti per colpa del ponte chiuso».«Anche a Bagnolo siamo attoniti - aggiunge il sindaco Roberto Penna - Avevamo sentito che i lavori dovevano riprendere, erano in arrivo venti operai che stavano cercando gli appartamenti, c'era un certo movimento».Interverrà anche la politica: «Lunedì (domani, ndr) siamo tutti convocati in videoconferenza dal presidente Morselli - annuncia Annalisa Baroni, deputata di Forza Italia nonché cittadina di Bagnolo - Avevo notizie recenti e confortanti sulla ripresa dei lavori, adesso sono veramente sorpresa. Ma voglio andarci a fondo, mi muoverò subito».
Daniela Marchi ©
Il cantiere
Lavori fermi dal 15 marzo
Come tutti gli altri cantieri, anche quello del ponte di San Benedetto è stato bloccato dall'emergenza coronavirus: stop ai lavori dal 15 marzo. La Provincia ha compiuto prove di carico a fine aprile. Ora si attendeva la ripresa della ricostruzione.
Capelli: «È una presa in giro. Conosciamo i tempi della giustizia».
Barbi: «Possiamo abbassare le saracinesche. Siamo tutti rovinati»
Il comitato e gli imprenditori:«Ormai siamo senza parole»
San Benedetto Po - «Siamo veramente senza parole». Nessuno si aspettava che la situazione del ponte prendesse una piega così complicata. Basiti i rappresentanti delle associazioni di categoria e i membri del comitato Vogliamo il Ponte. «Come faccio ad esprimermi? Non ci sono parole - dice Paolo Lavagnini del comitato - Quando ho letto la notizia sono rimasto a bocca aperta. Veniamo a conoscenza dei fatti dal giornale. La Provincia non ci ha nemmeno preso in considerazione. Toto e Provincia decidono tutto a porte chiuse. La settimana prossima noi del comitato ci incontreremo: vogliamo delle spiegazioni. Fanno bene quelli che scendono in piazza e fanno rivoluzioni. Non è nella nostra indole ma qualcosa faremo anche se le porte le avevamo già bussate tutte, compreso il prefetto».Discorsi simili arrivano dalle associazioni di categoria. «Le parole le abbiamo finite da tempo - commenta Lorenzo Capelli, presidente di Confartigianato - La faccenda è paradossale. È un ulteriore schiaffo dopo la crisi Covid. Abbiamo perso fiducia nelle istituzioni. È una presa in giro. Siamo veramente arrabbiati dopo questa svolta. La storia del ponte non avrà più fine se si va avanti così. Conosciamo i tempi della giustizia italiana. A Genova in un anno hanno fatto il ponte. Per il nostro ponte i soldi sono stati stanziati ma non riusciamo a spenderli per il territorio. Siamo arrabbiati». «Sono rimasto basito - gli fa eco Dino Barbi, referente locale di Confcommercio - Siamo tutti rovinati. Le attività, tra la crisi coronavirus e il ponte, possono abbassare le saracinesche e richiedere il reddito di cittadinanza. Se l'udienza sarà a novembre quando inizieranno i lavori? Speriamo che la cosa si sistemi prima di andare in tribunale per il bene di tutti. Avevo anche aiutato la Toto a trovare una sistemazione per gli operai. Mi sono sentito con loro un paio di volte in questo periodo. Non mi aspettavo questa notizia». «Ma quando finirà l'incubo della conclusione definitiva dei lavori? - si chiede preoccupata la Cna - Il manufatto risulta fondamentale per l'economia della zona caratterizzata da una rete di micro e piccole e medie imprese ».
B.R.©