sabato 13 giugno 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 14 giugno 2020
Ponte, parla la Regione: «Appalto della Provincia ma si valuta ogni ipotesi»
L'assessore Terzi preoccupata dallo stallo dei lavori
«Non vogliamo vadano persi i 30 milioni che abbiamo dato»
In campo anche i 5 Stelle
San Benedetto Po - Non è sicuramente il via libera al commissariamento dell'appalto, come ha chiesto il comitato Vogliamo il ponte di fronte all'impasse che da mesi sta bloccando il cantiere di riqualificazione del ponte sul Po a causa del contenzioso fra l'appaltatore Provincia e l'esecutore Toto Costruzioni. Ma la Regione si mostra per la prima volta ufficialmente preoccupata della situazione e del destino dei 30 milioni con i quali ha finanziato l'opera annunciando di essere aperta a valutare «ogni ipotesi» per sbloccare la situazione. A dirlo l'assessore lombardo alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi.«Lo stallo è preoccupante, c'è un territorio in sofferenza che attende delle risposte - attacca l'assessore -. La Regione ha finanziato l'opera con 30 milioni, ritenendola appunto assolutamente strategica. Stiamo monitorando la situazione da tempo anche attraverso il consigliere Alessandra Cappellari. La competenza, però, è della Provincia. Siamo a disposizione per valutare ogni ipotesi che possa contribuire a risolvere questa problematica particolarmente complessa. Anche perché non vorremmo che le somme messe a disposizione della Provincia per questa infrastruttura vadano perse. Bisogna uscire da un'impasse che sta determinando conseguenze gravi per la vita e l'economia della zona». Da parte sua la Cappellari, mantovana, ha annunciato l'intenzione di intenzione lanciare «una raccolta firme di tutti i cittadini dei Comuni interessati, per chiedere che la realizzazione le ponte venga data in consegna a Palazzo Lombardia e che la Provincia che ha collezionato solo disastri si faccia da parte. Solo così potremo finalmente mettere la parola fine ad una situazione surreale che si sta trascinando da troppo», conclude la Cappellari che ha fatto accesso agli atti in Provincia.Sul caso interviene anche il Movimento 5Stelle: «Ogni volta che si intravede la luce in fondo al tunnel, ecco che si ripiomba nel buio totale - dicono l'onorevole Alberto Zolezzi e il capogruppo regionale Andrea Fiasconaro - . Sicuramente, in questo momento, un intervento risoluto da parte del ministro delle Infrastrutture, De Micheli, sarebbe auspicabile, visti la strategicità dell'opera ai fini della coesione e il ruolo nella gestione di infrastrutture pubbliche di rilievo nazionale dell'impresa coinvolta. Da parte nostra, ci attiveremo per spingere sia in Regione sia al ministero delle Infrastrutture, sollecitando un intervento risolutivo. Il commissariamento è una strada che cercheremo di approfondire come ulteriore supporto ai cittadini, anche se non possiamo non rammentare la nostra segnalazione all'Anticorruzione dopo la gara di appalto».
Francesco Romani©


Fonte Gazzetta di Mantova del 13 giugno 2020
Gli organizzatori si rivolgono a sindaci e categorie: «Unitevi al nostro appello. Togliamo i lavori alla Provincia per terminare l'opera»
Il comitato Vogliamo il ponte: «Il cantiere al commissario»

SAN BENEDETTO PO Il Comitato "Vogliamo il ponte", dopo l'incontro che si è tenuto l'altra sera nel chiostro dei Secolari con sindaci e associazioni di categoria, ha elaborato una proposta per uscire dall'impasse che blocca la realizzazione dei lavori di rifacimento del ponte. La strada individuata: commissariare il cantiere, quindi sottrarlo alla Provincia, ente gestore, e assegnarlo alla Regione, che ha pagato l'opera coi fondi del sisma 2012. Il comitato propone che la Regione nomini commissario il soggetto attuatore regionale, Roberto Cerretti.«Il confronto - scrivono i responsabili del comitato al termine dell'incontro al Polirone nel verbale con le richieste, inviato a sindaci della provincia e associazioni produttive - è stato proposto dal Comitato a seguito delle ultime notizie apprese dalla stampa sui lavori per il rifacimento del ponte per studiare azioni comuni e coordinate nei confronti della Provincia di Mantova e Toto Costruzioni allo scopo di sbloccare la situazione che si è venuta a creare che sta creando danni ingenti al territorio ormai noti a tutti. Il Comitato ritiene, alla luce delle ultime vicende, la Provincia di Mantova non più idonea alla gestione dell'appalto e propone di inviare una richiesta congiunta a Regione Lombardia e al Ministero delle Infrastrutture perché la supervisione dei lavori del ponte passi ad altro ente. La Regione Lombardia, avendo finanziato l'opera con 30 milioni di euro potrebbe essere l'ente idoneo ipotizzando d'intervenire tramite il Commissario Straordinario per il sisma (il rifacimento del ponte si è reso necessario proprio a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto)». «Potrebbe essere utile consultare anche un avvocato - va avanti il comitato - per valutare eventuali azioni legali visti i danni che territorio, imprese e cittadini stanno subendo. E' inoltre per noi fondamentale chiedere che venga rivalutata la fattibilità del bypass che permetterebbe la circolazione anche qualora si presentassero degli imprevisti durante i lavori in golena. Confidiamo nella vostra adesione, attendiamo un cortese riscontro entro e non oltre il 19 giugno. Poi procederemo anche autonomamente».Sul tema è intervenuta anche Alessandra Cappellari, consigliere regionale leghista: «Confartigianato Mantova è pronta ad intervenire con un'azione legale? Offro il mio sostegno al presidente Capelli, che ringrazio; c'è bisogno che dal territorio partano azioni forti. E raccolgo anche l'appello dei sindaci e del Comitato Vogliamo il ponte, che chiedono a gran voce l'intervento della Regione. Ricordo però che la competenza dell'opera, in fase di stallo da anni, è della Provincia. Per risolvere quest'annosa questione che penalizza i cittadini del Mantovano è necessario che la Provincia ceda la gestione dell'opera alla Regione. Questo è il nodo giuridico da superare. Da parte mia, ho incontrato l'assessore Terzi, che sta valutando le strade per la soluzione del problema».

Fonte Voce di Mantova del 13 giugno 2020
Ponte, il Comitato conferma: chiediamo che sia la Regione a controllare i lavori
SAN BENEDETTO PO - Appalto non più in gestione alla Provincia di Mantova e richiesta inviata congiuntamente a Regione e Ministro delle Infrastrutture per affidare la supervisione dei lavori per il nuovo ponte di San Benedetto ad altro ente: all’indomani dell’incontro con i sindaci del territorio e con le associazioni di categoria il Comitato “Vogliamo il Ponte” conferma le sue posizioni e avanza anche la proposta che «Regione Lombardia, avendo finanziato l’opera con 30 milioni di euro, potrebbe essere l’ente idoneo a prendersi in carico la supervisione dei lavori, ipotizzando d’intervenire tramite il Commissario Straordinario per il sisma. (Il rifacimento del ponte si è reso necessario proprio a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto) Potrebbe essere utile consultare anche un avvocato per valutare eventuali azioni legali visti i danni che territorio, imprese e cittadini stanno subendo. Riteniamo infine fondamentale - concludono gli esponenti del Comitato - chiedere che venga rivalutata la fattibilità del bypass che permetterebbe la circolazione anche qualora si presentassero degli imprevisti durante i lavori in golena». Già giovedì la stessa Confartigianato Mantova aveva avanzato l’ipotesi di una azione legale per tutelare i propri associati.


giovedì 11 giugno 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 12 giugno 2020
I sindaci: sbloccare i cantieri. E le imprese valutano una battaglia legale. Confartigianato: azione di risarcimento collettiva
«Sul ponte intervengano Stato e Regione»
San Benedetto Po - L'appello lanciato dal Comitato Vogliamo il ponte e dal sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna non è caduto nel vuoto. Il territorio ha raccolto il pressante invito, scaturito dalla n uova impasse dei lavori di riqualificazione del ponte, fermi da mesi e con un contenzioso fra l'appaltatore Provincia e l'esecutore, Toto costruzioni, pendente come una spada di Damocle sul futuro del cantiere.Una trentina i partecipanti della serata che si è tenuta all'aperto nella eccezionale cornice del chiostro dei Secolari dell'abbazia benedettina, nel rispetto delle norme di distanziamento, ed è servito per rinsaldare fra cittadini, associazione, imprese e istituzioni, la convinzione che è il momento di fare squadra tutti uniti.«Non possiamo continuare a perdere imprese, cittadini, opportunità - hanno spiegato i membri del Comitato introducendo la serata - L'economia locale già messa a dura prova dal terremoto, dalla crisi economica e ora dall'emergenza sanitaria deve scontrarsi quotidianamente con le attuali limitazioni al traffico, questo ha comportato la "fuga" di molte aziende o peggio la chiusura. L'incertezza sul futuro del ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che rivolgono il loro interesse altrove. Il territorio si sta svuotando di attività e di persone, perché negli ultimi anni si è potuto osservare un lento e costante aumento dell'emigrazione verso altri Comuni». Per il Comitato va valutata la nomina di un commissario ad acta, che prenda in mano la situazione ingarbugliata e faccia procedere il cantiere. Netta la posizione di Confartigianato imprese Mantova che con il presidente Lorenzo Capellli sta studiando un mandato ai legali dell'associazione in modo da insinuarsi nel contenzioso Provincia-Toto per capire cosa non sta funzionando e sta provocando il blocco dei lavori «e, se del caso, di svolgere domanda risarcitoria nei confronti di chi risulterà essere inadempiente. Stiamo anche valutando un'azione legale collettiva, per gli artigiani che hanno subito e che stanno subendo danni dal protrarsi dei tempi di chiusura del ponte».Duro il sindaco sambenedettino per il quale questo protrarsi dei ritardi è scandaloso. «È un'opera attesa da trent'anni, i soldi ci sono. I lavori devono andare avanti. Siamo tutti d'accordo che serva un ente superiore, la Regione o il ministero delle Infrastrutture per far cessare i litigi. I cittadini si aspettano atti concreti». Un concetto ribadito anche dal Presidente dell'Oltrepò, Alberto Borsari: «Il ponte è fra le opere più importanti del Mantovano. Regione e ministero non possono accettare che si fermi tutto. Sarebbe una sconfitta per la politica». 
Francesco Romani©



Fonte Voce di Mantova del 12 giugno 2020
Ponte, Confartigianato pronta ad un’azione legale
Il presidente Capelli: “Solo se strettamente necessario, ma non lo escludiamo: situazione grottesca”
SAN BENEDETTO PO - Confartigianato Mantova è pronta anche a un’azione legale a tutela dei propri associati danneggiati dai ripetuti stalli al cantiere del nuovo ponte di San Benedetto: una soluzione che viene vista come “extrema ratio” - ha precisato il presidente Lorenzo Capelli - ma che, tuttavia, è ben lungi dall’essere solo un’ipotesi visto che, ha aggiunto lo stesso Capelli, «ci troviamo di fronte a una situazione che va avanti ormai da anni e che ha assunto coloriture quasi grottesche. Ripeto: non vorremmo ricorrere anche alla via legale ma, qualora fosse strettamente necessario siamo pronti ad andare anche in questa direzione». Ennesimo capitolo dunque della storia, senza pace, del ponte di San Benedetto: il cantiere inaugurato nel maggio 2017 - sotto una fitta pioggia, interpretata da qualcuno come di cattivo auspicio ma ovviamente lasciamo stare queste superstizioni - dopo essere partito con i migliori auspici è andato incontro a una situazione che, lungi dallo sbloccarsi, si è sempre più incancrenita. Così, tra un’irritazione della Provincia e l’altra di fronte all’atteggiamento della Toto e la minaccia di una causa da parte dell’azienda, il cantiere è di nuovo fermo con somma preoccupazione dei settore produttivi: «Dobbiamo tutelare i nostri iscritti - ci ha detto Capelli - per questo, come organizzazione sindacale, abbiamo dato mandato ai nostri legali di valutare la possibilità di intervenire nel procedimento giudiziario in corso tra Toto e Provincia di Mantova: vogliamo capire le posizioni entrambe le parti, renderle note ai nostri associati, non vederle limitate o nascoste all’opinione pubblica e comprendere se presentare domanda risarcitoria nei confronti di chi risulterà essere inadempiente. Non diamo colpe a nessuno - conclude il numero uno di Confartigianato Mantova - Vogliamo informazioni precise e stiamo valutando di farci promotori di un’azione legale collettiva, per gli artigiani che hanno subito e che stanno subendo danni dal protrarsi dei tempi di chiusura del ponte».
Nicola Antonietti



 Gentili
 Sindaci della Provincia di Mantova

    Associazioni di categoria delle attività produttive




San Benedetto Po, 12 giugno 2020

Oggetto: Il ponte sul Po tra i comuni di Bagnolo San Vito e di San Benedetto Po sulla S.P. ex S.S. n° 413 “Romana”

In data odierna a San Benedetto Po presso il Chiostro dei Secolari si è svolto un incontro tra il Comitato, i Sindaci e le Associazioni di categoria. Il confronto è stato proposto dal Comitato a seguito delle ultime notizie apprese dalla stampa sui lavori per il rifacimento del ponte per studiare azioni comuni e coordinate nei confronti della Provincia di Mantova e Toto Costruzioni allo scopo di sbloccare la situazione che si è venuta a creare che sta creando danni ingenti al territorio ormai noti a tutti
Il Comitato ritiene, alla luce delle ultime vicende, la Provincia di Mantova non più idonea alla gestione dell’appalto e propone di inviare una richiesta congiunta a Regione Lombardia e al Ministero delle Infrastrutture perché la supervisione dei lavori del ponte passi ad altro Ente. La Regione Lombardia avendo finanziato l’opera con 30 milioni di Euro potrebbe essere l’Ente idoneo ipotizzando d’intervenire tramite il Commissario Straordinario per il sisma. (Il rifacimento del ponte si è reso necessario proprio a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto)
Potrebbe essere utile consultare anche un avvocato per valutare eventuali azioni legali visti i danni che territorio, imprese e cittadini stanno subendo.
E’ inoltre per noi fondamentale chiedere che venga rivalutata la fattibilità del bypass che permetterebbe la circolazione anche qualora si presentassero degli imprevisti durante i lavori in golena.
Confidiamo nella vostra adesione, attendiamo un cortese riscontro entro e non oltre il 19 giugno 2020, trascorso detto termine noi procederemo anche autonomamente a portare avanti la richiesta.
Porgiamo cordiali saluti
                                                 
COMITATO VOGLIAMO IL PONTE

10 giugno 2020 Fonte Mantovauno.it


Sabato il ponte di San Benedetto Po. Danneggiati i sensori che monitorano i possibili spostamenti. Già informata la Procura

SAN BENEDETTO PO – Un episodio inquietante, per i tanti risvolti che a questo si accompagnano. Sabato scorso, 6 giugno, qualcuno ha appositamente manomesso e danneggiato il sistema di monitoraggio che rileva i possibili spostamenti del ponte di San Benedetto Po. 
Una strumentazione dunque importantissima, funzionante per mezzo di tazze livellometriche collegate tramite tubazioni, contenenti uno speciale liquido (miscela di acqua e glicerina) che la Provincia di Mantova fin dagli inizi del 2018 ha installato sulla vecchia struttura. Quanto accaduto è stato denunciato ai carabinieri di san Benedetto Po che hanno già trasmesso il tutto alla Procura della Repubblica.
Facile intuire quanto sia importante il sistema di monitoraggio dal momento che i lavori per la realizzazione del nuovo ponte, coordinati dall’Area Lavori Pubblici e Trasporti di Palazzo di Bagno, si sviluppano in contemporanea alla tenuta in esercizio del manufatto esistente di cui non è stata disposta la chiusura. 
Essendo il ponte rimasto aperto è fondamentale dunque, per ragioni di sicurezza, seguirne in tempo reale i possibili movimenti e le possibili deformazioni.
Il ponte in ogni caso è sempre risultato sicuro.
Ma cos’è accaduto a causa della manomissione del sistema di monitoraggio? Sabato scorso i sensori hanno cominciato a trasmettere delle misure “anomale” che non potevano corrispondere al vero, anche alla luce di un mancato riscontro oggettivo a seguito di un pronto sopralluogo effettuato dai tecnici della Provincia sul manufatto esistente.
Un’attenta ispezione sull’impianto ha permesso di comprendere che lo stesso era stato gravemente manomesso. Più nello specifico è stato possibile appurare che la tubazione del fluido interno al sistema, in corrispondenza del primo livellometro dell’impianto (lato Bagnolo), è stata estratta dalla propria sede, piegata e riposta all’interno dell’avvolgimento isolante impiegato come protezione termica della linea.
Un episodio grave dunque, e non stupisce infatti l’immediata trasmissione degli atti dei carabinieri in Procura, ma che lo diventa ancora di più se si pensa che mesi fa è avvenuto un analogo sabotaggio del sistema di monitoraggio.
Chi dunque può aver interesse a mettere fuori uso la strumentazione? E questo tra l’altro in un momento dove la tensione è tornata molto alta per via del nuovo stop ai lavori da parte di Toto.
Tra l’altro un danneggiamento simile ha ripercussioni economiche pesanti per l’intera collettività.
Sempre per quanto riguarda il ponte di San Benedetto Po, ieri intanto si è tenuto l’atteso incontro tra Provincia di Mantova e Toto per vedere se è possibile trovare un accordo e far ripartire il cantiere. Quello di ieri è stato definitivo un incontro interlocutorio ma pare sia servito almeno a riaprire il dialogo con l’azienda e la relativa trattative ferma da mesi. Sia a Palazzo di Bagno che in ambienti Toto si confida che i prossimi vertici possano servire a superare definitivamente lo stallo.

mercoledì 10 giugno 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 11 giugno 2020
Confcommercio: la Regione faccia da intermediario per sbloccare la situazione
E intanto parte la denuncia per i danni a un sensore sul manufatto: sabotaggio?
Impasse sui lavori del ponte:
le imprese chiamano Fontana
San benedetto Po - Continua a far discutere la situazione del ponte di San Benedetto Po, i cui lavori di riqualificazione sono fermi da mesi. E mentre i commercianti propongono una soluzione di mediazione, la Provincia scopre un danneggiamento volontario di un sensore di monitoraggio del manufatto, facendo partire una denuncia. L'ennesimo stop, la fumata nera dopo il vertice fra l'appaltatore, la Provincia, e l'esecutore, la Toto costruzioni, per la riqualificazione del ponte di San Benedetto Po, lascia senza parole e fortemente preoccupato il mondo imprenditoriale. Il faccia a faccia di martedì tra la Toto Costruzioni e l'amministrazione provinciale si è concluso, per l'ennesima volta, con un nulla di fatto. L'incontro avrebbe dovuto riappacificare i due protagonisti di una vicenda che sembra a tanti essere sfuggita di mano. Agli evidenti ritardi sul cronoprogramma la Provincia, dopo mesi di pazienza, ha reagito minacciando e poi emettendo sanzioni. La Toto ha replicato citando davanti al tribunale delle imprese di Brescia la Provincia per "inadempienza contrattuale".Un braccio di ferro irto di irrigidimenti e forse fraintendimenti al quale si è aggiunto sabato un episodio destinato a far discutere: il danneggiamento volontario di un sensore di monitoraggio dei movimenti del ponte, attivo dal 2018 sul lato Bagnolo, che è risultato tolto dalla sua sede e spostato. La Provincia ha sporto denuncia e gli atti sono sul tavolo della Procura. Una ragazzata o un ben più grave atto di sabotaggio? «Siamo tutti basiti. Imprenditori, cittadini, istituzioni - commenta con amarezza e rincrescimento Dino Barbi, presidente di Confcommercio a San Benedetto Po - un intero territorio e la sua economia, fatta di oltre 5mila imprese e 50mila cittadini, sono intrappolati in un tunnel senza via d'uscita. È necessario e urgente l'intervento di un terzo soggetto, di più alto livello istituzionale, che faccia da intermediario tra le parti e provveda a concordare con la stazione appaltante e Toto lo sblocco del cantiere e a seguire i lavori fino alla loro conclusione». La proposta del mondo del commercio si affianca a quella del comitato di cittadini "Vogliamo il ponte" che aveva suggerito l'invio di un "commissario ad acta", stante la presunta incapacità dell'appaltatore di far procedere i lavori. «La Regione - prosegue Barbi- è l'ente più indicato, e anche quello più direttamente interessato ad un epilogo positivo della vicenda, dato che ha finanziato l'opera con 30 milioni. Sono anni che assistiamo a cronoprogrammi e promesse puntualmente disattese, rallentamenti continui, e blocchi dei lavori del cantiere. Il nostro territorio, già provato dal sisma del 2012, dalla crisi economica, da un isolamento pluridecennale, e ora anche dall'emergenza Covid-19, a questo punto esige, al più presto e definitivamente, un'infrastruttura moderna e funzionale che possa servire degnamente tutto il territorio».Ma su cosa si è incagliata la trattativa? Pur nel riserbo dei protagonisti dettato dalla delicatezza e dall'importanza della posta in gioco, alcuni punti di scontro sono pubblicamente emersi. Il primo è la questione della caserma dei carabinieri di via Chiassi, che nel contratto firmato nel 2015 è messa come saldo finale dei lavori per un importo stimato di 3,8 milioni. Toto contesta che la Provincia sarebbe stata inadempiente, non procedendo a rinnovare il contratto con il ministero dell'Interno e rendendo quindi impossibile avviare trattative di compravendita. La Provincia replica che la Toto ha sottoscritto tutte le clausole del contratto e variarle ora potrebbe esporre l'ente ad una richiesta di danno erariale. A questo contenzioso economico si aggiunge quello sulla sistemazione del ponte golenale, un contratto aggiuntivo non ancora firmato. Non è un segreto che Toto puntasse ad una sistemazione sismica al 100% con chiusura totale al traffico più lunga, ma azzerata dalla costruzione di un bypass stradale mentre la Provincia ha optato per una sistemazione "ridotta". Nodi di uno stallo che sta prolungando i disagi della chiusura al traffico pesante, che dura dal 2012. 
Francesco Romani©



Fonte Voce di Mantova del 11 giugno 2020
Sabotaggio? Manomesso il sistema di monitoraggio del vecchio ponte
Ignoti hanno alterato il meccanismo portando a rilevare spostamenti inesistenti del manufatto
La Provincia denuncia
SAN BENEDETTO PO - In una situazione già così pesantemente tormentata, mancava solo il sabotaggio: eppure questo è quello che la Provincia di Mantova ha rilevato nella giornata di sabato scorso quando i tecnici di Palazzo di Bagno hanno rilevato che quanto segnalato dai sensori era purtroppo vero, e cioè che qualcuno aveva manomesso e danneggiato il sistema di monitoraggio che la Provincia aveva installato sul ponte di San Benedetto nel 2018 per rilevare eventuali spostamenti. Un episodio davvero sconcertante - che segue di pochi mesi un fatto analogo - e che rende ancora più tormentata una vicenda, quella legata a questo manufatto, che sembra non conoscere la parola “fine”. Dando una brevissima notazione tecnica, il sistema di monitoraggio consta di tazze livellometriche collegate tramite tubazioni, contenenti uno speciale liquido (miscela di acqua e glicerina) e che consentono di rilevare anche il minimo spostamento della struttura già esistente, la cui apertura in sicurezza deve sempre essere garantita: nella giornata di sabato i sensori avevano registrato una serie di misure non regolari ma che, al contempo, non erano affatto giustificabili con lo stato della struttura, prontamente verificato e risultante nella più assoluta normalità. Cos’era dunque accaduto? Secondo quanto osservato dagli stessi tecnici che, a fronte di una situazione di normalità avevano ovviamente rivolto le loro attenzioni all’impianto di monitoraggio qualcuno aveva manomesso la tubazione del fluido interno al sistema, in corrispondenza del primo livellometro dell’impianto (sul lato di Bagnolo San Vito), che è stata estratta dalla propria sede, piegata e riposta
all’interno dell’avvolgimento isolante impiegato come protezione termica della linea. Il fatto è stato prontamente segnalato ai carabinieri e gli atti sono già arrivati alla Procura di Mantova; ora resta da capire chi e perchè abbia messo in atto un sabotaggio di questo genere, per di più in un momento particolarmente delicato dato che il cantiere per il nuovo ponte, a causa delle frizioni tra Provincia e Toto, è ancora fermo dopo la pausa forzosa imposta dal lockdown.
Nicola Antonietti
Nel frattempo il comitato chiama a raccolta il mondo produttivo del territorio
SAN BENEDETTO PO - Mentre quest’ultimo episodio rende ancora più tormentata la vicenda del ponte di San Benedetto Po, nel territorio c’è ancora fibrillazione per
la situazione di stallo in cui si trova il cantiere: situazione di stallo che ha ovviamente allarmato gli esponenti di “Vogliamo il ponte” che hanno lanciato l’idea di un documento unico del territorio in cui esprimere tutte le perplessità legate a una situazione che sta causando, inevitabilmente, un danno alla stessa struttura economica di San Benedetto e dei territori limitrofi. Nella giornata di ieri vi sarebbe infatti stato un intenso scambio di telefonate tra gli esponenti del Comitato, il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna e i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo e non è escluso che nei prossimi giorni si arrivi anche alla stesura di un documento unico in cui si evidenzia il malessere del territorio per la situazione. Resta poi da interrogarsi su quanto durerà questo stallo dato che la “fumata nera” di martedì tra Provincia e Toto non avrebbe comunque azzerato i margini di una trattativa che potrebbe, a sorpresa, riprendere. 
(nico)


martedì 9 giugno 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 10 giugno 2020
Niente accordo tra Provincia e Toto all'incontro chiarificatore
Morselli: «Ci riproveremo». Il comitato insiste: commissario
Al vertice sul ponte è fumata nera
E senza un'intesa tutto rimane al palo
SAN BENEDETTO PO - È fumata nera. Nessun accordo è stato trovato ieri durante l'incontro tra Toto e Provincia. Un accordo che avrebbe riacceso le speranze di rivedere il cantiere sul ponte del Po ripartire e avere finalmente il nuovo manufatto che attraversa il Grande fiume.«Quello di ieri è stato un incontro interlocutorio - spiega il presidente della Provincia, Beniamino Morselli - Ogni parte ha posto sul tavolo le proprie proposte per uscire dalla situazione di stallo ed evitare l'azione legale della Toto. Non è arrivata una soluzione finale condivisa. Sul tavolo comunque ci sono proposte. Confido si trovi una via di uscita che vada bene per entrambe le parti. A breve ci ritroveremo per stringere su una soluzione. Ancora non abbiamo fissato la data, sia noi che la Toto ci siamo presi il tempo per valutare le proposte che ci sono». La questione è questa: da un lato c'è il cantiere di ristrutturazione appaltato 5 anni fa, e già fortemente in ritardo, desolatamente fermo a fronte della ripresa di tutte le altre opere pubbliche gestite dalla Provincia, dall'altro c'è il contenzioso fra Toto e amministrazione provinciale. Il colosso delle costruzioni, a fronte di continui richiami e sanzioni, ha tirato fuori dal cassetto atti considerati come inadempienze contrattuali da parte di Palazzo di Bagno. In particolare il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi a Mantova (3,8 milioni), immobile che la Provincia intende consegnare alla Toto a fine lavori come forma di saldo, e la ripartenza post Covid. In entrambi i casi per la Toto vi sarebbe stata violazione del contratto.«Parlano di tempi brevi, ma passeranno mesi prima di avere un secondo incontro - dice il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna - Vedremo cosa succede. Ormai siamo abituati a continui slittamenti. Non so più cosa dire. Abbiamo iniziato con un cronoprogramma mai rispettato. Viviamo nell'incertezza. Si continua a perdere tempo. Ora c'è anche un contenzioso in cui la ditta cita in giudizio la stazione appaltante. È una situazione incredibile». «Spero che il prossimo incontro tra Toto e Provincia non ci sia tra 4 mesi - gli fa eco il primo cittadino di Bagnolo san Vito, Roberto Penna - Facciamo il tifo che vada tutto bene. Se non si impegnano a trovare una soluzione il ponte non lo vedremo più». Intanto il Comitato Vogliamo il Ponte, sempre più appoggiato dai cittadini, non si ferma e prosegue la strada del commissariamento. «Non sappiamo se sia possibile - dicono - ma noi non ci fermiamo. Diventeremo sempre più antipatici. La Provincia dovrebbe ascoltare la voce del territorio, ma non lo fa. Non ci fidiamo più». E anche Giuliano Longfils, consigliere comunale di Mantova, chiede al sindaco Palazzi in qualità di consigliere provinciale con delega alla gestione delle strade, di intervenire sulla vicenda. 
Barbara Rodella©


Fonte Voce di Mantova del 10 giugno 2020
Ponte, altro buco nell’acqua ”È la nostra condanna a morte”
Senza esito l’incontro Provincia-Toto. A breve altro vertice
I sindaci: “Resta solo la speranza, ma ormai anche quella...”
SAN BENEDETTO PO - Cantiere, ancora fermo, nessun accordo. Tutto in stallo. Solo la promessa di rivedersi al più presto per sviscerare meglio la questione che, ormai da tempo immemore, sta attanagliando il ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo. L’incontro di ieri tra la Provincia e Toto non ha insomma sortito alcun effetto - almeno per ora - mentre il sindaco Roberto Lasagna rincara la dose: «Una nuova condanna a morte per tutto il nostro territorio». Insomma, chi sperava che le tensioni e il braccio di ferro tra Palazzo di Bagno e Toto Costruzioni potesse risolversi nel giro di un solo incontro, rimane a bocca asciutta. Perché l’incontro di ieri tra la Provincia, proprietaria del ponte e stazione appaltante, e Toto Costruzioni, la società che ha vinto l’appalto, si è concluso con un nulla di fatto. Non è escluso che al prossimo incontro - previsto a breve, anche se la data non sarebbe ancora stata fissata - si riesca a trovare una soluzione. Ma al momento per Palazzo di Bagno la strada appare tutta in salita, con l’ente che si trova, come recita l’adagio, tra l’incudine e il martello. Da una parte i sindaci di San Benedetto e Bagnolo insieme al comitato che chiedono a gran voce che i lavori possano riprendere una volta per tutte e finalmente venire portati a termine - e il comitato che addirittura chiede di commissariare i lavori. Dall’altra parte, invece, Toto che meno di un mese fa ha citato la Provincia in giudizio stoppando di fatto il cantiere del nuovo ponte. Stop che, tra l’altro, non si registra per la prima volta: ormai le interruzioni non si contano più. Ed ecco che, in questa situazione, ieri Provincia e Toto si sono incontrate per cercare di trovare un punto d’accordo. Obiettivo di Palazzo di Bagno è quello di far ripartire i lavori il prima possibile, considerati l’ormai enorme ritardo e lo spettro del cantiere fermo per fino al prossimo novembre, quando è atteso il pronunciamento dei giudici sulla citazione da parte di Toto costruzioni. Ma, almeno a conclusione dell’incontro di ieri pomeriggio, l’accordo non c’è e il cantiere rimane al palo. «Ormai la situazione è questa - tuona per l’ennesima volta il sindaco di San Benedetto Lasagna - e stiamo assistendo alla condanna a morte, non scritta, di tutto il nostro territorio. Noi aspettiamo pazientemente, con fiducia e sperando che le cose vadano per il meglio. Ma i lavori sono partiti a inizio maggio del 2017: sono passati ormai tre anni e qui proprio non se ne vede la fine. Servirebbe una presa di posizione seria e forte, in modo che i lavori possano effettivamente riprendere e finire ridando ossigeno a tutti».


lunedì 8 giugno 2020

Visto che molte volte ci viene chiesto se abbiamo chiamato gli organi di stampa nazionali e televisioni, sotto l'email ricevuta a seguito dell'invio già mesi fa del dossier e richiesta d'intervento a Striscia la Notizia, il medesimo dossier è stato spedito alle Iene, RAI, Mediaset, La7. Vista la situazione, stiamo inviando tutti gli aggiornamenti nella speranza che possano scendere quanto prima


Fonte Gazzetta di Mantova del 9 giugno 2020
Da Palazzo di Bagno una risposta alle preoccupazioni di cittadini e istituzioni
«Commissariamento? Ipotesi impraticabile». Oggi l'incontro con la Toto
La Provincia replica sul ponte
«Stiamo facendo il possibile»
San Benedetto Po - Una lunga nota nella quale, punto per punto, la Provincia spiega la propria posizione in merito alle polemiche sul nuovo ponte di San Benedetto Po. Da Palazzo di Bagno ieri è arrivata una risposta netta alle preoccupazioni delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini per lo stato di avanzamento dei lavori sull'infrastruttura. «Come più volte ribadito - si legge - la Provincia non è inadempiente su nessun fronte riguardante i lavori affidati con regolare gara d'appalto e l'atto di citazione in giudizio pervenuto alla Provincia ha per oggetto l'immobile caserma dei carabinieri: la ditta appaltatrice ha accettato e sottoscritto tutte le condizioni economiche stabilite dai termini contrattuali del contratto principale d'appalto. Variare tali condizioni significa esporre l'ente a istanze di danno erariale». Secondo Palazzo di Bagno, poi, «l'inadeguatezza del Psc non trova alcuna giustificazione dal momento che il piano di sicurezza e coordinamento è stato correttamente aggiornato e integrato rispetto ai protocolli condivisi al fine di contenere la diffusione del contagio del contagio da Covid-19». Non solo. Per quanto riguarda la mancata definizione dei costi-oneri della sicurezza nel Psc, «ad oggi non è ancora stato definito a livello nazionale, con specifiche direttive in merito, a chi debba spettare il pagamento degli importi relativi all'attuazione delle misure di sicurezza per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19». Quindi, nulla a che vedere con i ritardi accumulati dall'impresa appaltatrice.«La Provincia - si legge ancora - è sempre stata disponibile a cercare un punto di mediazione possibile, ma le istanze della ditta appaltatrice fino ad ora emerse non sono compatibili con la possibilità di trovare un comune accordo che metta al riparo la stazione appaltante da ulteriori inadempienze e ritardi».Poi i chiarimenti sul tema delle chiusure: «Stante le verifiche effettuate sul manufatto, non esistono ragioni di prevedere chiusure al transito agli stessi mezzi che percorrono il ponte dal 2010, tranne che per il periodo già discusso per l'eventuale contratto integrativo di lavori di adeguamento del ponte golenale, e per il periodo di chiusura previsto dall'aggiudicazione del bando per il ponte in alveo». E ancora, per quanto riguarda i rapporti con il Pirellone, «la Regione aveva già chiarito con propria lettera che la gestione dell'appalto può essere solo in capo alla stazione appaltante, e che la stessa Regione ha sempre ricevuto puntuali risposte ad ogni richiesta di informazione».Palazzo di Bagno, infine, esclude un intervento del Ministero: «Le procedure e il ricorso ad un Commissario da parte del Ministero delle Infrastrutture, mutuando la realizzazione del nuovo Ponte Morandi a Genova, non sono prevedibili ad appalto regolarmente affidato e, stante le attuali condizioni, più di una moral suasion sull'impresa appaltatrice non si vede come il Ministero possa intervenire».Oggi è previsto il tanto atteso incontro tra la Provincia e l'impresa appaltatrice, la Toto-Vezzola (unite nella società PontePo). 
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domenica 7 giugno 2020

7 giugno 2020 dalla pagina di Facebook del Sindaco del Comune di Quistello Luca Malavasi


Fonte La Cittadella Mantova - 7 giugno 2020


Fonte Voce di Mantova del 7 giugno 2020
Ponte, ultima settimana per un accordo Provincia-Toto?

Nonostante lo stallo tra le parti le possibilità ci sono. Il Comitato, nel frattempo, scrive al ministro

SAN BENEDETTO PO - Che settimana sarà quella in cui stiamo entrando per il Ponte di San Benedetto Po? Dal territorio l’auspicio fortissimo è che si arrivi a uno sblocco della situazione, in un senso o nell’altro: da quello più positivo di un accordo tra Provincia di Mantova e Toto che eviti il contenzioso aperto da quest’ultima a quello più complesso di una rottura tra le parti che potrebbe addirittura portare alla revoca dell’appalto. In ogni caso margini per arrivare a un accordo esistono e la volontà di entrambe le parti è quella di superare la fase di stallo e non entrare in un conflitto che nuocerebbe a entrambe ma anche alla conclusione stessa del progetto; non è tuttavia un mistero - anche se le bocche da Palazzo di Bagno sono sigillate - che la Provincia abbia reagito con molto fastidio all’atteggiamento di Toto e che siano state segnalate più e più volte le inadempienze che l’ente imputa all’azienda le quali, come del resto le cronache hanno riportato, si sono tradotte in notevoli frizioni. Spostandoci dalla querelle Provincia-Toto al territorio, nella giornata di ieri il Comitato ha comunicato di avere scritto anche - dopo la lettera al governatore lombardo Attilio Fontana - anche al ministro per le infrastrutture e trasporti Paola De Micheli.
(nico)

Fonte Gazzetta di Mantova del 7 giugno 2020

Toto in ritardo
Il comitato scrive anche al ministro

San Benedetto Po - Il comitato Vogliamo il ponte non si arrende e punta in alto. Dopo aver scritto a prefetto e Regione, chiedendo di intervenire per risolvere la tribolata questione del cantiere, ora si rivolge direttamente a Roma, al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli.«Vorremmo portare alla sua attenzione - scrive il comitato - la situazione in cui versa il ponte sul fiume Po tra i comuni di Bagnolo San Vito e di San Benedetto Po. È una vicenda che dura da oltre 30 anni, ora il manufatto presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e, per quanto sia monitorato, siamo preoccupati. Questo ponte è fondamentale per il Mantovano. Per la sua collocazione strategica rappresenta un punto di passaggio praticamente obbligato per l'intera zona sud est della provincia. A oggi questo nuovo ponte è lontano dall'essere ultimato, il contratto tra Provincia di Mantova e Toto (aggiudicataria dei lavori), dopo innumerevoli proroghe, è scaduto il 31/12/2019 ed è notizia recente che la Toto Costruzioni ha citato in giudizio la Provincia». Il Comitato mette poi in evidenza come «l'incertezza sul futuro del ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che spostano il loro interesse altrove. Nuove infrastrutture rischiano di diventare "cattedrali nel deserto" non potendo essere sfruttate a causa dalle viabilità ridotta del ponte. Non ultimi, i cittadini sono anch'essi provati economicamente e moralmente da questa continua situazione d'incertezza sul futuro. Il nuovo ponte è fondamentale per il rilancio socio-economico del Mantovano. È stato perso già troppo tempo, per questo chiediamo il suo intervento per sbloccare questa situazione. Crediamo che l'intervento di un commissario straordinario nell'appalto potrebbe snellire questa burocrazia che si trascina da decenni e che causa solo danni al territorio e ai cittadini».
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