martedì 4 agosto 2020

Fonte GAZZETTA DI MANTOVA - Mercoledì 05 Agosto 2020
Lettera
San Benedetto Po
Ponti, le differenze tra noi e Genova

Volgono al termine i lavori di ricostruzione del Ponte di Genova, un'opera costata 202 milioni di euro oltre i costi di demolizione e completata in tempi quasi record.Pensate, 1068 metri di ponte autostradale, largo quasi 31 metri ed alto 45 (per dare un'idea ai cittadini di San Benedetto Po, 10 metri in più del campanile di San Floriano).Confrontando il ponte di Genova con il Ponte Po, abbiamo un'incidenza di costo al metro quasi doppia del primo, ma stiamo parlando di un'opera di dimensioni ciclopiche rispetto al ponte proposto dalla Provincia di Mantova, se poi ci mettiamo che il progetto genovese è di Renzo Piano, quindi da conteggiare l'overdesign e, cosa che per noi sembrava scontata, sarà totalmente antisismico.Complimenti alla Provincia del 2016 che con un colpo di genio ha messo in piedi un appalto che la ditta aggiudicatrice Toto si è "mangiata a colazione", con una serie di punti oscuri davvero poco edificanti, tanto da scomodare l'onorevole Zolezzi a darne conto in Parlamento recentemente.E complimenti alla Provincia attuale. Sì perché, sempre tornando a Genova, la cordata vincitrice della ricostruzione pare abbia avanzato maggiori costi per circa il 10%, cosa assolutamente normale in un'opera di certe dimensioni - ma probabilmente qualcuno ha saputo o saprà mediare.A Mantova no, si progetta un ponte per metà, che per ottenere l'antisismicità ha bisogno di un nuovo progetto ed altri 10 milioni di euro e ci si trincera dietro l'apparente inattaccabilità dell'appalto. Ma da tutta questa rigidità, cosa se ne ricava? Un ponte sul Po ancora sulla carta, tutto in acciaio Cor-Ten, bellissimo design certo, ciclabili - ma non ancora realizzabile per i sopraggiunti problemi che tutti sappiamo e noi cittadini possiamo solo constatare l'ennesima opera incompiuta.Il tribunale (dove ora tutto è fermo) si esprimerà dopo ferragosto, poi ci saranno le elezioni provinciali e poi ne parlerà la storia.Quale tecnico o politico della Provincia di Mantova si prenderebbe delle responsabilità finalizzate alla mediazione, pur di far ripartire l'opera, sapendo di essere a scadenza? La domanda cadrà nel vuoto ma nel frattempo i cittadini dell'Oltrepò e non solo, stanno soffrendo una situazione di stallo senza precedenti.Naturalmente si spera in una gestione futura più illuminata della Provincia di Mantova, che sappia cogliere le opportunità da Regione Lombardia che recentemente la consigliera Cappellari e l'assessore Terzi hanno offerto.
Matteo Luppi


lunedì 3 agosto 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 3 agosto 2020
San Benedetto
Servono risposte sullo stallo del ponte
Alcune puntualizzazioni sono doverose dopo la replica dell'ufficio stampa della Provincia di Mantova alla mia nota del 30 luglio. In primis, una questione di metodo. Quando ci sono situazioni difficili è fondamentale fare squadra con tutti gli enti coinvolti e perseverare per trovare soluzioni. L'abbiamo visto nell'emergenza sisma, dove Regione, Provincia e Comuni si sono incontrati per anni, ogni settimana, per risolvere le questioni più spinose: discussioni, condivisioni di documenti e bozze di lavoro, confronto con legali ed esperti prima di prendere le decisioni erano all'ordine del giorno. Non è certamente la condivisione che dichiara di aver fatto la Provincia con gli Amministratori Locali, che potrei definire più simile ad una "conferenza stampa" riservata agli amministratori. Visto che le questioni aperte sembrano ancora molte, l'apertura di un Gruppo di Indirizzo, tecnico - politico, che a cadenza settimanale lavora sul tema, è il primo suggerimento che lascio agli amministratori della Provincia... ma se la volontà era davvero di condividere le decisioni, non serviva certo il mio aiuto.Poi, la comunicazione con i cittadini, coloro che ci hanno scelto per amministrare le risorse pubbliche. Esattamente un anno fa, il 1 agosto 2019, in piazza a San Benedetto Po, ci si lasciava con l'impegno a ritrovarsi nuovamente, per aggiornare le comunità circa l'evolversi dei lavori sul Ponte. A quell'incontro, in 365 giorni, non ne sono seguiti altri con la partecipazione della Provincia. Forse, "per non alimentare il malcontento popolare"? I cittadini vanno rispettati, occorre condividere i successi come le situazioni più difficili, occorre "metterci la faccia" e prendersi la responsabilità nell'amministrazione delle risorse pubbliche; il secondo suggerimento, è la convocazione di un incontro pubblico aperto alle comunità ove spiegare lo stato dei lavori, ma anche in questo caso, è sufficiente mantenere le promesse e non serve l'aiuto esterno.In merito all'opera, tutti noi ci poniamo domande, alle quali non abbiamo risposte: se hanno stanziato le risorse, perché non lavorano? I ritardi dell'impresa, sono tutti ingiustificati? Se è così, cerchiamo un'altra impresa. O invece, come sostiene la Toto costruzioni, il problema è la Caserma dei Carabinieri di via Chiassi, attualmente senza contratto di locazione, quando invece, in sede di gara, era stato comunicato un ricavo per canone annuo molto superiore a quello abitualmente incassato dalla Provincia? Capite bene, che dire che il sindaco di Quistello è sleale perché ha un pensiero non allineato, è molto facile. Giustificare il perché del ritardo, è decisamente complesso. Ma occorre farlo, per rispetto di chi paga le nostre indennità, per responsabilità verso gli Enti che amministriamo, per dignità verso le nostre comunità. Vorrei, come tutti, che il ponte si concretizzasse il prima possibile... ma vorrei anche poter capire di chi è la responsabilità di questa situazione per evitare che eventi simili possano ripetersi. Con lo stesso rispetto, per i cittadini e gli Enti che rappresentiamo, lasciamo ai cittadini giudicare il lavoro degli amministratori e non agli Uffici Stampa dei nostri Enti Pubblici, che hanno ben altre finalità.
Luca Malavasi
Sindaco di Quistello
Mi permetto un commento visto che siamo stati menzionati, preciso che parlo a titolo personale perchè sinceramente non capisco il senso di dover uscire con questa risposta.
Lo scorso 23 luglio 2020 dopo l'incontro tra Regione, Provincia e Toto, abbiamo scritto al Presidente della Provincia chiedendo di essere aggiornati su quanto deciso nell'incontro, questo per non doverci basare come sempre sulle sole notizie dei giornali, a oggi non abbiamo avuto riscontro.
Il problema della Caserma c'è da sempre, sicuramente è diventato "più caldo" nell'ultimo anno, a loro dire la Provincia ci sta "lavorando".... con calma e per piacere potremmo commentare... tanto sono solo trent'anni che c'è questa situazione, e ricordo che finito l'alveo... abbiamo solo metà ponte con le restrizioni... manca sempre la golena per sarà oggetto di altro bando.
Di soluzioni attuali non ci risulta che Provincia ne abbia portate se non attendere che un giudice il 18 agosto decida se obbligare gli operai della Toto a tornare in cantiere, per la Caserma probabilmente dovremmo attendere l'esito della causa di Novembre...
La Provincia si è sempre dichiarata l'unica titolata a decidere sull'appalto in quanto stazione appaltante, questo dichiarato in nostra presenza davanti al Prefetto, a esempio il bypass è stato bocciato senza interpellare AIPO o altri tecnici che si erano proposti per altri studi...
Penso che il resto si commenti da solo...

Fonte Gazzetta di Mantova del 1 agosto 2020
Lettera
Quistello
Il sindaco sleale sul nuovo ponte
È necessario rispondere alla lettera pubblicata giovedì 30 luglio del sindaco di Quistello Luca Malavasi. Dispiace riscontrare per l'ennesima volta la slealtà del primo cittadino di Quistello che ha partecipato più volte, insieme ai suoi colleghi sindaci, a riunioni sulla situazione del ponte di San Benedetto Po, compreso l'ultimo, aperto ai sindaci e al Comitato Vogliamo il Ponte convocato dall'assessore regionale Claudia Terzi. Non ci risultano proposte e soluzioni avanzate dal sindaco Malavasi, né ci risulta che le sue competenze ed esperienze in tema di appalti pubblici, comprendente dirette responsabilità civili e penali, siano tali da nemmeno rispettare il lavoro altrui. Con la Regione Lombardia, la Provincia di Mantova sta procedendo ulteriormente a cercare soluzioni senza nulla escludere, ma certamente nel rispetto della legge. Si tiene inoltre a precisare che la Provincia di Mantova non evita, né ha evitato alcun incontro. Se il sindaco Malavasi ha soluzioni e proposte le renda pure pubbliche, ma non tenti di fare il pesce in barile, perché la situazione è ben conosciuta e il territorio e le comunità che rappresenta non sono di Luca Malavasi, ma fanno parte a pieno titolo della Provincia di Mantova. Non ci sono i buoni e i cattivi: ci sono amministratori che lavorano seriamente, senza parlare a vanvera solo per speculare su un grande problema e che in questi anni mai hanno trascurato una vicenda molto difficile, ma che certo non dovrebbe vedere la Provincia di Mantova sul banco degli imputati, tranne a quelli a cui fa comodo, senza responsabilità, far credere che sia così.
Ufficio stampa della Provincia di Mantova


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