Il COMITATO VOGLIAMO IL PONTE è nato con lo scopo di vedere ultimato il NUOVO PONTE tra SAN BENEDETTO PO e BAGNOLO SAN VITO, principale arteria della viabilità Mantovana.
La viabilità ridotta da quasi trent’anni sta già causando innumerevoli danni al territorio e ai cittadini.
Un’ulteriore chiusura definitiva troppo prolungata per ultimare il nuovo ponte metterebbe definitivamente in ginocchio il territorio.
link https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/la-fagioli-solleva-il-nuovo-maxi-ponte-1.6972111
La Fagioli solleva il nuovo maxi ponte
Intervento a San Benedetto Po per la prima parte del manufatto realizzato dalla Toto Spa: un’arcata del peso di 2800 tonnellate
C’è la società reggiana Fagioli di Sant’Ilario tra gli operatori protagonisti dell’intervento in corso al ponte di San Benedetto Po, nel Mantovano, dove è in fase di realizzazione l’opera di traslazione delle due arcate del grande manufatto. La Fagioli è una società nota nel mondo, un’impresa leader per la movimentazione di strutture di enormi dimensioni: ha operato in interventi come il recupero della Costa Concordia all’Isola del Giglio, oltre che nel rifacimento del ponte di Genova. Un’azienda di ingegneria certificata, specializzata in attività di trasporti e sollevamenti eccezionali, impiantistica e spedizioni, eseguite su scala mondiale.
Nei giorni scorsi a San Benedetto Po è giunta la grande piattaforma della Fagioli, che ora è in piena azione per la traslazione delle arcate. L’altra mattina le operazioni di sollevamento sono iniziate, interessando l’arco di 180 metri del nuovo ponte, che da domani verrà traslato nel fiume. Per ora l’intervento interessa l’arco sul lato della sponda di San Benedetto, del peso di 2800 tonnellate, mentre la stessa procedura prevista a Bagnolo San Vito sarà eseguita nelle prossime settimane.
Ma come funziona questa operazione? Il ponte viene sollevato molto lentamente, per poi posizionare il manufatto sui giganteschi carrelli in dotazione alla società Fagioli, che provvedono allo spostamento dal cantiere. Ieri questa operazione è proseguita, con tutte le cautele del caso. Per oggi era previsto il posizionamento in alveo delle pile di sostegno provvisorie, con l’ausilio di una grossa chiatta che è arrivata nei giorni scorsi a San Benedetto, ma il basso livello del Po ha fatto rinviare le operazioni di 24 ore.
A seguire in modo costante tutte le operazioni ci sono le autorità locali, con in testa il sindaco Roberto Lasagna, i rappresentanti delle associazioni di categoria, ma anche i responsabili del comitato "Vogliamo il ponte", che da tempo sollecita la realizzazione del nuovo passaggio sul fiume, che significa la fine di anni di disagi provocati dalle limitazioni al traffico e perfino a lunghi periodi di chiusura del vecchio ponte, che sta per "andare in pensione".
Oggi il ponte vecchio resterà aperto, mentre il varo del primo arco del ponte di San Benedetto (per l’abbassamento del livello del Po, che richiede di dragare il fondo), è stato rinviato e dovrebbe avvenire domani. Per comprensibili motivi di sicurezza verrà limitata anche la navigazione sul fiume, nel tratto compreso tra 200 metri a monte e 500 metri a valle del vecchio ponte.
a.le.
Fonte Mantovauno.it del 28 ottobre 2021
link https://mantovauno.it/cronaca/il-livello-del-po-e-troppo-basso-slitta-di-un-giorno-il-varo-del-primo-arco-del-ponte/?fbclid=IwAR3xjmVH6-09prYzHFropGMaZtLp3qADgGIei7VAib5L54vDuDea7iANeEM
Il livello del Po è troppo basso: slitta di un giorno il varo del primo arco del ponte
Fonte L'Altra Mantova del 28 ottobre 2021
link https://www.altramantova.it/it/news/cronaca/provincia/31847-eccessivo-abbassamento-del-fiume-slitta-di-24-ore-il-varo-del-ponte-di-san-benedetto-po.html
Eccessivo abbassamento del fiume, slitta di 24 ore il varo del ponte di San Benedetto Po
SAN BENEDETTO PO, 28 ott. - Slitta di 24 ore il varo del nuovo ponte di San Benedetto Po inizialmente previsto per la giornata di domani, venerdì 29 ottobre, alle ore 8 con la previsione di terminare nel tardo pomeriggio di sabato 30 ottobre.
Lo spostamento si è reso necessario per "esigenze tecniche" spiegano dalla Provincia di Mantova. Esigenze che, nella fattispecie, sono riconducibili a un eccessivo abbassamento del livello del fiume che, a sua volta, ha reso necessario il dragaggio del fiume in alcuni punti in corrispondenza del posizionamento della barges. Per questo le operazioni di varo sono state spostate avanti di 24 ore poiché serve che inizino alle prime luci del mattino.
Nel frattempo, però, la Toto Costruzioni ha la fase di montaggio dei due impalcati in acciaio corten, ben visibili nei cantieri Toto Costruzioni Generali sulle due rive opposte del Po dei comuni di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito. E' stato così possibile nella giornata di ieri procedere al sollevamento del primo impalcato del nuovo ponte a quota di varo - un progetto della Provincia di Mantova con il cofinanziamento della Regione Lombardia - propedeutico al varo vero e proprio, per mezzo di speciali torri oleodinamiche fornite dalla Fagioli S.p.A, leader mondiale nell'ingegneria delle grandi movimentazioni. La Toto Costruzioni Generali ha individuato in Fagioli spa il partner industriale per rendere attuabile un progetto esecutivo della stessa TCG che contemplava questo tipo di movimentazioni.
Il primo impalcato della lunghezza di 180 metri e del peso di circa 2.800 tonnellate, che sostiene due archi tubolari di 35 metri di altezza, verrà movimentato e varato con mezzi Fagioli tecnologicamente avanzati,sotto la regia e supervisione della direzione tecnica della Toto.
I mezzi speciali impiegati (carrelli semoventi, sistemi modulari idraulici di sollevamento, chiatta), hanno una capacità pressoché illimitata di sollevamento e movimentazione di manufatti con peso di diverse migliaia di tonnellate e sfruttano una tecnologia costruttiva avanzata, a totale controllo computerizzato.
L'impalcato verrà movimentato, in fasi consecutive, per mezzo di carrelli semoventi provvisti di torri (SPMT) e di un pontone galleggiante, fino al suo posizionamento finale sulle pile in precedenza realizzate dalla Toto C.G. Analoga operazione verrà eseguita nelle prossime settimane per la movimentazione e il varo della seconda sezione da 149 metri e del peso di circa 2.200 tonnellate, che si trova in attesa dei mezzi speciali nel cantiere Toto sulla riva di Bagnolo San Vito.
I PASSAGGI PER ARRIVARE AL NUOVO PONTE. Il progetto del Ponte di San Benedetto rappresenta un lavoro di sostanziale ristrutturazione in corrispondenza dell'attraversamento al fiume Po tra i comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po, in provincia di Mantova. La struttura attuale fu interessata da eventi di piena eccezionale negli anni 1994 e 2000 e con il sisma del 2012 ha subito una serie di danni che hanno costretto ad introdurre limitazioni alla circolazione. La provincia di Mantova ha così indetto una procedura di appalto nel 2015 aggiudicata da Toto Costruzioni Generali in Associazione Temporanea d'Impresa (ATI) con Vezzola Spa.
Per poter operare in piena sicurezza e per la pubblica incolumità, la Provincia di Mantova ha predisposto la chiusura temporanea al traffico della SP ex SS n. 413 "Romana" dal Km 12+480 al Km 14+060, tratto comprensivo del ponte sul fiume Po, nei territori dei Comuni di Bagnolo S. Vito e di S. Benedetto Po, dalle ore 08:00 di venerdì 29 Ottobre 2021 sino alla fine delle operazioni prevista entro la giornata di Sabato 30 Ottobre 2021.
Il progetto di ristrutturazione del ponte sul fiume Po
Il rinnovamento dell’attuale ponte della ex S.S. 413 “Romana”, in corrispondenza dell’attraversamento al fiume Po, tra gli abitati di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po in provincia di Mantova
Il ponte attuale fu realizzato tra gli anni 1964 e 1966 dall’ANAS in sostituzione del precedente ponte di barche posizionato alcune decine di metri più a monte, in corrispondenza dell’ancora esistente tracciato golenale della ex S.S .413 e dei fabbricati ivi posti in prossimità dell’alveo inciso di Po, una volta sede operativa del corpo di gestione del ponte di barche.
È da considerare che è questo il punto in cui il corso del fiume Po ha la larghezza minore – 550 m – e anche l’alveo più inciso – fondali fino a 14 m – dell’intero percorso fluviale, per cui nel corso degli anni questa zona è stata prediletta per l’esecuzione di attraversamenti del corso d’acqua.
Ancora nel secondo conflitto mondiale, prima l’esercito tedesco e successivamente quello americano avevano costituito in questa zona la testa di ponte tra le due rive.
1. Vista dell’attuale ponte della ex S.S. 413 “Romana”
La struttura attuale, visibile in Figura 1 subito dopo la fine della sua costruzione e in vicinanza del citato ponte di barche, negli anni 1993-1994 e 2000 fu interessata da due eventi di piena eccezionali e dagli eventi sismici del 20 e 29 Maggio 2012, che hanno indotto un accentuato stato deformativo sul manufatto con una progressione negativa delle deformazioni subite dalle membrature.
Conseguentemente, con Ordinanza n° 5/2012 e n° 24/2012 del 5 Giugno 2012, fu istituita la limitazione di divieto di transito “ai veicoli aventi larghezza superiore ai 2,30 m”; tale grave limitazione ai flussi di traffico in transito sulla ex S.S. 413 è l’ultima di una lunga serie di ordinanze che, a partire dagli interventi negli anni 1993 (7 Ottobre 1993, prima chiusura del ponte) ad oggi, a fasi alterne, hanno disposto per lunghi periodi o la totale interruzione dei flussi di traffico o la loro grave limitazione, alle portate (limitate a solo 7,5 t) o ai soli mezzi leggeri (con larghezza inferiore a 2,30 m) e comunque entro la velocità di 50 km/ora.
Il protrarsi della situazione a partire dal 1996 con l’aggravamento causato dagli eventi sismici del Maggio 2012 ha indotto e induce evidentemente uno stato di sofferenza e disagio sociale, economico e infrastrutturale a un ampio territorio denominato “Destra Secchia” che utilizza la ex S.S. 413 “Romana” quale asse primario avente O/D il Capoluogo – Mantova -, le aree limitrofe e il casello di Mantova Sud sulla Autobrennero.
2. Il rendering del nuovo ponte sul fiume Po
Un intervento di sostanziale ristrutturazione
In conseguenza di tali eventi, nell’anno 2013 la Provincia di Mantova – proprietaria dell’arteria stradale – con il fondamentale cofinanziamento della Regione Lombardia ha programmato un intervento di sostanziale ristrutturazione del ponte in questione mettendo a punto un progetto che prevedeva:
sostituzione della struttura esistente in calcestruzzo armato posta tra la spalla S1 in sinistra idraulica e la pila P5 fino alla trave tampone della campata 6, per uno sviluppo complessivo di 344,73 m mediante una struttura in acciaio Cor-Ten, costituita da due archi rispettivamente di 180 e 149 m, con impalcato a piastra ortotropa, oltre a una “piastra tampone” di connessione con la struttura esistente di circa 15 m in destra fiume. La struttura ha una larghezza complessiva di impalcato pari a circa 22,00 m e prevede il potenziamento della spalla SP1 posta in sinistra idraulica, la realizzazione di una sola pila centrale in alveo inciso e una pila in golena posta a circa 43 m dalla pila P6 esistente;
demolizione integrale del tratto di ponte che scavalca l’alveo inciso del fiume, incluse le fondazioni fino alla quota del fondo attuale dell’alveo inciso;
ripristino nel più breve tempo possibile del flusso ordinario veicolare sulla S.P. ex S.S. 413 “Romana” nel tratto del ponte sul Po, togliendo le vigenti limitazioni disposte dalle ordinanze attuali;
miglioramento della sicurezza stradale mediante la ottimizzazione dei requisiti dimensionali di visibilità, di fluidità del traffico e di incidentalità;
minimizzazione dei costi di manutenzione e gestione dell’opera, mediante l’utilizzo di acciaio Cor-Ten;
3. Le fasi di realizzazione delle palificate di fondazione delle spalle
massimizzazione della fruizione paesistico e percettiva del manufatto con l’inserimento di due spazi laterali assai ampi (4,25 m) aventi funzione di percorso turistico-ciclopedonale, spazi fruitivi, spazi manutentivi flessibili dotati di specifici elementi di sicurezza e protezione;
segnalazione dei percorsi, sia stradali che ciclopedonali, senza l’inserimento di illuminazione diffusa bensì di sola segnaletica stradale e delle piste ciclabili luminosa con effetti benefici in termini di inquinamento luminoso;
segnaletica e segnavia specifici oltre che per la già richiamata sezione stradale e ciclopedonale per la via di navigazione fluviale e aerea;
spazi laterali ampi per portatori di handicap con opportune vie di fuga e inserimento di un elemento di collegamento, con rampe e gradinate di salita/discesa, in corrispondenza della sponda lato Bagnolo San Vito, quale completamento e interconnessione della viabilità ciclopedonale;
minimizzazione e riduzione degli impatti ambientali, sia in fase di realizzazione che di esercizio;
minimizzazione delle interferenze sulle opere esistenti durante la fase esecutiva, con particolare riguardo agli effetti dovuti alle lavorazioni sull’opera già in precarie condizioni e in esercizio.
4. Le fasi di esecuzione pali della pila in alveo inciso
L’obiettivo finale che il progetto si proponeva è l’ottenimento della struttura riportata in Figura 2 sopra, simulata in un rendering dello stato finale.
Con procedura di gara con la formula dell’appalto integrato la Provincia di Mantova ha messo in gara lo studio preliminare e di fattibilità elaborato nel corso del 2015 e nel 2016 è risultata vincitrice dei lavori l’ATI formata dalla Toto SpA Costruzioni Generali di Chieti (Mandataria) e dalla Vezzola SpA di Lonato (BS) (Mandante).
I lavori sono stati avviati alla fine del 2017 e sono partiti con la realizzazione delle palificate di fondazione delle due spalle in sinistra e destra idraulica e della pila principale nell’alveo inciso del fiume Po.
I pali realizzati sotto le due spalle di riva sono del diametro di 1.500 mm e lunghezza 35 m, mentre particolare impegno ha richiesto l’esecuzione dei pali della pila in alveo inciso; anche questi di diametro di 1.500 mm sono della lunghezza complessiva di 70 m, di cui 58 m intestati nel fondale sabbioso.
Come accennato, il ponte è composto da due impalcati a piastra ortotropa in acciaio Cor-Ten S355JW, della lunghezza rispettivamente di 180 e 149 m e peso complessivo di 5.000 t; gli impalcati sono sospesi e collegati ad archi tubolari della sezione circolare di diametro 1,80 m, attraverso dei pendini composti da trefoli in acciaio armonico viplato.
Il progetto prevede la continuità delle travi principali catena di bordo oltre che della lamiera ortotropa, in corrispondenza dell’appoggio centrale in alveo inciso.
5. La fase di assemblaggio degli archi del nuovo ponte sulle rive del fiume Po
I due impalcati, al momento della redazione della presente nota, sono in corso di assemblaggio su ognuna delle due rive del fiume Po; quello di luce 180 m è in corso di montaggio sull’area di golena destra fiume, su di un piazzale adeguatamente formato per sopportare i carichi pesanti che ad esso vengono trasferiti prima dai mezzi in accesso al cantiere nel corso del montaggio, e successivamente, nella fase di varo, dalle torri gommate semoventi chiamate SPMT; quello di luce 149 m è in corso di montaggio su di un piazzale in sinistra fiume.
Al fine di garantire la tenuta strutturale del complesso impalcato-arco-pendini durante la fase di varo, e quindi ridurre al minimo la deformabilità del sistema, sono stati previsti dal Progettista dei puntoni metallici provvisori che hanno il compito di “congelare” la struttura fino al posizionamento nella sede definitiva a scavalco del corso d’acqua.
Una volta effettuato il varo, in sede definitiva tali irrigidimenti provvisori verranno rimossi al fine di permetterne il comportamento statico ipotizzato nel calcolo e dimensionamento originario (Figure 6 e 7 sotto).
Una volta conclusa la fase di montaggio degli impalcati sulle due rive, questi verranno sollevati con torri oleodinamiche fino a quota varo e prese in carico da torri gommate semoventi (dette SPMT – Self-Propelled Modular Transporter) e, attraverso l’utilizzo di standard barge (pontoni galleggianti) in attesa sul fiume, verranno traslati nella posizione di varo sul fiume, immediatamente a valle del vecchio ponte esistente.
6. La fase di montaggio dei puntoni metallici provvisori
Questa ultima è una posizione provvisoria dei due impalcati componenti il ponte, in quanto il progetto prevede che, in questa fase, il traffico veicolare venga messo, attraverso l’utilizzo di due by-pass viari, uno per riva del fiume, sul ponte in posizione provvisoria, al fine di garantire l’utilizzo dell’attraversamento al fiume, durante le fasi di demolizione del vecchio ponte.
Una volta che si è provveduto alla demolizione del ponte esistente e alla continuità dei pulvini della pila in fiume e delle spalle sulle rive, in completa interruzione di traffico, la nuova struttura verrà “traslata” attraverso l’uso di jack up orizzontali nella posizione definitiva, lì dove oggi sorge il vecchio ponte.
Alcune notizie di carattere contrattuale
L’andamento dei lavori ha subito un rallentamento a causa degli effetti della pandemia da Covid-19 occorsi nel corso del 2020, oltre che in precedenza a causa della crisi generale del settore delle infrastrutture che ha visto lo stato di crisi delle Aziende fornitrici della carpenteria metallica individuate preliminarmente dall’Appaltatore Toto SpA C.G..
Allo stato della redazione del presente articolo, tutte le parti strutturali componenti il nuovo ponte sono presenti in cantiere e la fine del montaggio è avvenuta a Luglio 2021; è ritenuto che il sollevamento e la traslazione degli impalcati sul fiume Po avvenga nella prima quindicina del mese di Ottobre 2021.
7. Un dettaglio dei puntoni metallici provvisori
Dati tecnici
Stazione Appaltante: Provincia di Mantova
Contraente Generale: ATI composta da Toto SpA Costruzioni Generali (Mandataria) e Vezzola SpA (Mandante)
Project Manager e Direzione di Cantiere: Ing. Nicola Ieva
Progetto preliminare: Ing. Antonio Covino della Provincia di Mantova
Progetto definitivo ed esecutivo: ATI composta da SGAI Srl, Hydrodata e Infraengineering
Collaudo: Ing. Antonio Mazzeo
Dirigente Area Lavori pubblici e Trasporti e Direzione dei Lavori: Ing. Antonio Covino
RUP: Ing. Luca Bondesani
Responsabile Sicurezza: Ing. Marco Meneguzzer della S.E.P.I. Srl
Esecutori dei Lavori: Ponte Po Scarl (Consortile composta da Toto SpA e Vezzola SpA)
Subappaltatori: ATI composta da MBM e SIMI per fornitura e montaggio carpenterie metalliche; Palitalia Srl per esecuzione delle fondazioni speciali
Importo dei lavori: 24.773.016,14 Euro
Importo oneri della sicurezza: 600.000,00 Euro; l’importo contrattuale è di 24.773.016,14 Euro complessivi così suddivisi: 615.233,67 Euro per la progettazione definitiva, 475.375,51 per la progettazione esecutiva, 23.082.406,96 per lavori e 600.000 per oneri della sicurezza
Durata dei lavori: 690 giorni
Data di consegna: 30 Ottobre 2017
Data di ultimazione: 30 Settembre 2021
Fonte TeleMantova del 27/10/2021
27 ottobre 2021 Fonte Mantovauno.it
link https://mantovauno.it/cronaca/san-benedetto-iniziato-il-sollevamento-del-primo-arco-del-nuovo-ponte-venerdi-il-varo-in-alveo/?fbclid=IwAR0aQT4dCX1NM1aAYZkroeXc-2mnIYVYspoY0aybWP8dnqTiirNuaGxmVco
San Benedetto, iniziato il sollevamento del primo arco del nuovo ponte. Venerdì il varo in alveo
Fonte Voce di Mantova del 26 ottobre 2021
Fonte ULTIMISSIME Mantova.it del 26 ottobre 2021
LINK https://www.ultimissimemantova.it/Cronaca/15808_nuovo-ponte-di-san-benedetto-operazioni-varo-e-posizionamento-primo-arco-venerd-e-sabato.html
Nuovo ponte di San Benedetto. Operazioni varo e posizionamento primo arco venerdì e sabato
Da venerdì 29 ottobre a sabato 30 ottobre 2021 sono previste le operazioni di varo e posizionamento del primo arco di 180 metri del nuovo ponte di San Benedetto che verrà spostato dal piazzale lato sponda San Benedetto alle pile di sostegno provvisorie in alveo.
Contestualmente sarà interrotta la circolazione sul ponte presumibilmente dalle ore 8 di venerdì e sino alla fine delle operazioni di varo, previste nella giornata di sabato 30 ottobre 2021.
Interrotta anche la navigazione come disposto nell'ordinanza allegata
Fonte Gazzetta di Mantova del 26 ottobre 2021
Fonte TeleMantova del 25 ottobre 2021
Fonte Gazzetta di Mantova del 24 ottobre 2021
22 otobre 2021
La lettera pubblicata oggi dalla Gazzetta di Mantova sempre in risposta alla prima del 18 ottobre
20 ottobre 2021
Riportiamo tre lettere pubblicate sui quotidiani oggi e nei giorni scorsi.
Come Comitato crediamo che se i primi frutti iniziano a vedersi il merito è del lavoro collettivo di tutte le parti che hanno operato con unico scopo, realizzare il ponte.
Provincia di Mantova a Determina 803/2021 del 18/10/2021
link https://www.altramantova.it/it/news/cronaca/provincia/31684-ponte-di-san-benedetto-accordo-raggiunto-per-la-realizzazione-del-tratto-golenale-antisismico-obiettivo-fine-2022-per-l-apertura-al-traffico.html
Ponte di San Benedetto, accordo raggiunto per la realizzazione del tratto golenale antisismico. Obiettivo fine 2022 per l’apertura al traffico
MANTOVA, 12 ott. – Il contenzioso e i conseguenti ritardi nella costruzione del nuovo ponte sul Po, tra i comuni di Bagnolo e San Benedetto, sono risolti e, quindi, finalmente si può entrare nella fase totalmente condivisa del completamento del progetto definitivo della struttura totalmente antisismica.
È questa la prima buona notizia comunicata dal presidente della Provincia di Mantova, Beniamino Morselli, nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo di Bagno a cui hanno preso parte anche Alfonso Toto, della Toto spa Costruzioni Generali, Antonio Covino Dirigente Area lavori pubblici e trasporti Provincia di Mantova, Roberto Lasagna, sindaco di San Benedetto Po, Roberto Penna, sindaco di Bagnolo San Vito e Gloriana Dall'Oglio, sindaco di Quistello.
Entro fine mese la costruzione del ponte prevede il varo del primo tratto (lato San Benedetto) della struttura in acciaio tubolare a sezione variabile lunga 180 metri col posizionamento provvisorio sulle pile già realizzate nell'alveo del fiume. Identica operazione, come sempre condizionata dal livello e dalla portata idrica del Po, verrà eseguita 15/20 giorni dopo per il secondo tratto (lato Bagnolo).
L'altra notizia positiva annunciata da Morselli, riguarda l'accordo, raggiunto dopo il pronunciamento del Collegio arbitrale, che consente di concludere l'iter burocratico per la realizzazione del tratto di ponte in golena. Grazie a quanto disposto dai cinque componenti del Collegio tecnico consultivo appositamente costituito, infatti, si è risolto il contenzioso riguardante il pagamento del saldo da parte della Provincia alla ditta Toto (3,8 milioni di euro) che verrà effettuato in denaro e non tramite la cessione della proprietà della caserma dei Carabinieri di via Chiassi, come precedentemente concordato.
In base alle norme del Decreto Semplificazione, inoltre, alla stessa ditta Toto, con un contratto che verrà siglato nei prossimi giorni, viene affidata la costruzione della parte di ponte prevista in golena che ha un valore di 14.250.000 euro, finanziati per circa 9 milioni dalla Provincia grazie al Decreto ponti e per 5.2 milioni da Regione Lombardia e dalla struttura Commissariale per l'emergenza terremoto che destinerà al ponte le risorse rimanenti per la ricostruzione dopo il sisma del 2012.
"Con la buona volontà di tutti, la risoluzione dei problemi – ha affermato il presidente Morselli - rappresenta una vittoria per tutto il territorio che vedrà realizzato un ponte dalle caratteristiche tecnologiche e di sicurezza all'avanguardia, unico totalmente antisismico sul corso del Po. Un fiore all'occhiello per tutto il territorio".
Parere condiviso dai presenti ricordando i meriti dei sindaci del cosiddetto cratere del terremoto che a favore del completamento della struttura antisismica hanno accettato di dirottare parte dei fondi destinati al sisma, evitando con la soluzione del tratto in golena, oltretutto, l'ipotizzata chiusura al traffico del ponte per diversi mesi.
Ricapitolando: dopo le due operazioni di varo delle arcate, inizieranno i lavori per il tratto golenale del ponte che, a opera finita, verrà allineato con la parte in alveo e, finalmente, reso il tutto percorribile verosimilmente entro la fine del 2022.
Successivamente si procederà alla demolizione del vecchioponte – che, monitorato continuamente, si sta confermando solido e adatto all'attuale utilizzo – dopodiché l'intera struttura del nuovo ponte verrà spostata definitivamente sulle apposite pile già posizionate nell'alveo del fiume. Operazione che comporterà la chiusura al traffico per circa un mese.
Il costototale ponte sul Po totalmente riqualificato e antisismico diventa di circa 48 milioni di euro per avere il. Da notare che con la soluzione del tratto golenale antisismico viene recuperata una parte dei costi di lavori precedentemente previsti che non saranno più necessari (erano stati stanziati 900 mila euro per la sua semplice riqualificazione).
La conclusione ultima dei lavori di completamenti accessori in zona golenale, che non inciderà ulteriormente sulla circolazione veicolare, è prevista per l'autunno 2023.
Ponte di San Benedetto, trovato l'accordo per la parte in golena
Una vittoria del territorio. Così si sono espressi amministratori locali e impresa a proposito dell'imminente varo dei due archi che saranno gli elementi distintivi del nuovo ponte di San Benedetto e dei recenti pronunciamenti del Collegio consultivo tecnico. Alla fine di ottobre (livello del Po permettendo) è previsto il posizionamento del primo arco di 180 metri, che verrà spostato dal piazzale lato sponda San Benedetto alle pile di sostengo provvisorie in alveo e un paio di settimane dopo, stessa operazione con l'altro arco ma sul lato Bagnolo San Vito.
"Abbiamo organizzato questo momento per aggiornare amministratori e cittadini sull'avanzamento dei lavori- ha spiegato questa mattina in conferenza stampa il presidente della Provincia Beniamino Morselli -. Dopo momenti di stallo adesso il tutto sta procedendo più speditamente. Ha prevalso la volontà di superare le diversità di vedute e trovare una soluzione per portare avanti un'infrastruttura attesa da tanto tempo". Grazie alle più recenti disposizioni in materia di contratti pubblici e al decreto semplificazioni, si è potuto costituire un Collegio tecnico consultivo composto da due esperti nominati dalla Provincia e da altrettanti individuati invece dall'impresa che sta realizzando i lavori, la Toto spa Costruzioni generali e presieduto dal professor Gino Scaccia scelto congiuntamente dalle due parti.
E proprio il collegio ha permesso di dirimere gli aspetti contrattuali rimasti in sospeso o sui quali non vi era convergenza. A partire dal pagamento del quinto Stato avanzamento lavori (Sal) sotto forma di cessione della Caserma dei carabinieri di via Chiassi a Mantova. "Il collegio - ha spiegato il numero uno di Palazzo di Bagno - ha stabilito che per il quinto Sal dovremo versare 3.800.000 euro e non potremo saldarlo con la cessione dell'immobile. Quindi la caserma resterà alla Provincia".
E mentre il pool di esperti ha lavorato per superare queste criticità, è andato avanti l'iter per realizzare il viadotto in golena, anche questo antisismico: inizialmente la parte di ponte non in alveo non doveva avere simili caratteristiche (e infatti erano stati stanziati 900 mila euro per la sua riqualificazione). Poi è prevalsa la volontà di avere un nuovo ponte interamente antisismico e così i costi per la parte in golena sono saliti a 14.250.000 euro che assommati ai 33.800.000 euro portano a un investimento complessivo di oltre 48 milioni di euro per avere il ponte di San Benedetto totalmente riqualificato. I costi della parte in golena saranno coperti con fondi della Provincia (9 milioni di euro arrivati nella casse di Palazzo di Bagno grazie al Decreto ponti) e il resto sarà stanziato da Regione Lombardia e dalla struttura Commissariale per l'emergenza terremoto che destinerà al ponte le risorse rimanenti per la ricostruzione dopo il sisma del 2012. I lavori, come pure la progettazione esecutiva del ponte in golena, saranno affidati alla Toto spa (si sta definendo proprio in questi giorni il contratto e la firma è attesa a breve).
"Per noi è un motivo di orgoglio aver superato le frizioni - ha concluso Morselli -. Consegneremo ai mantovani un'opera che sarà un fiore all'occhiello per il nostro territorio".
Soddisfazione è stata espressa anche dal manager di Toto Costruzione e responsabile del cantiere di San Benedetto Nicola Ieva: "E' stata adottata una soluzione che è in linea con le leggi e che consente a noi di proseguire con i lavori e alla Provincia di consegnare alla cittadinanza un collegamento strategico".
Ha parlato invece di "Sforzo encomiabile della Provincia nel reperire le risorse necessarie e a non prolungare le interruzioni" il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna. "Con la firma dell'accordo concluderemo un lungo iter: avremo un ponte che darà grandi soddisfazioni" ha aggiunto il primo cittadino di Bagnolo San Vito Roberto Penna.
"E' un bene per tutti che questa opera venga alla luce e non posso che essere soddisfatta - ha rimarcato Gloriana Dall'Oglio neo sindaco di Quistello che ha ringraziato il suo predecessore Luca Malavasi per l'attenzione e l'impegno sempre rivolti per la realizzazione di questa opera".
"Dopo il varo delle due strutture ad arco - ha spiegato l'ingegner Antonio Covino dirigente dell'Area Lavori pubblici e trasporti della Provincia - ci si concentrerà sulla realizzazione del ponte in golena. Quando vi sarà la nuova struttura verrà demolito il vecchio ponte e il nuovo sarà poi spostato nella posizione definitiva. Tutto l'impegno degli ultimi mesi per trovare una soluzione tecnico amministrativa soddisfacente, aveva come obiettivo interrompere il meno possibile il transito sul ponte".
Nei prossimi mesi avremo quindi una sorta di città galleggiante per portare le diverse parti del ponte nella corretta e definitiva posizione. L' aspetto di maggiore difficoltà è che si dovrà operare su un fiume caratterizzato da momenti con forti correnti e ondate di piena.
A fine 2022 vi sarà dunque la prevista interruzione di un mese per il posizionamento del ponte in alveo mentre si dovrà aspettare il 2023 per la conclusione dei lavori della parte in golena
Fonte Voce di Mantova del 12 ottobre 2021
Provincia di Mantova a Determina 783/2021 del 07/10/2021
link https://mantovauno.it/cronaca/s-benedetto-comitato-vogliamo-il-ponte-il-12-ottobre-traslazione-in-alveo-possibile-chiusura-al-traffico/?fbclid=IwAR3MSXTv6KsgPrcFqyex_JRVJ_JbX7Y8eJMcF6oQUkoXV9_nBpjvT0AE4Gw
S.Benedetto, Comitato “Vogliamo il ponte”: “il 12 ottobre traslazione in alveo, possibile chiusura al traffico”
SAN BENEDETTO PO – Nuovo sopralluogo oggi dei rappresentanti del Comitato “Vogliamo il Ponte” al cantiere dove si sta costruendo il nuovo ponte di San Benedetto Po. Stando a quanto dichiarato dal Comitato, il 12 ottobre sarà il giorno della traslazione del nuovo ponte in alveo, dalla parte di San Benedetto. “Un’operazione che potrebbe richiedere anche un giorno o due di chiusura dell’attuale manufatto, così da permettere lo svolgimento di tutte le operazioni in sicurezza” dicono dal Comitato.
Entro la fine di ottobre si dovrebbe poi compiere la stessa operazione ma dal lato di Bagnolo. A quel punto le due parti del ponte saranno collegate sulla sede provvisoria.
Fonte Voce di Mantova del 01 ottobre 2021
Provincia di Mantova a Determina 755 e 752/2021 del 28/09/2021
Per il completamento di tutto il ponte di San Benedetto Po si arriverà alla primavera del 2023: al momento la notizia è ancora ufficiosa ma i riscontri vanno in questa direzione e quindi proprio in corrispondenza di quel periodo sia il nuovo tratto in alveo, ormai prossimo al varo provvisorio, e il nuovo tratto golenale saranno traslati nella loro collocazione definitiva.
Nella giornata di ieri, come riportato anche dal Comitato “Vogliamo il Ponte” che segue giorno dopo giorno l’evolversi del cantiere raccontando il tutto attraverso la propria pagina Facebook, è arrivata la notizia che domani probabilmente ci sarà il varo del capitello principale della pila in fiume. La prima arcata - lato San Benedetto - sarà varata tra il 7 e il 12 di ottobre mentre quella lato Bagnolo sarà varata poco dopo.
A quel punto il cantiere andrà in stand-by per alcuni mesi, necessari al trasferimento di attrezzature, e con il ponte il alveo messo in posizione provvisoria si provvederà a realizzare in continuo, e quindi ancora in posizione provvisoria, il tratto golenale. Su quest’ultimo passaggio va detto che sarebbe a buon punto l’accordo tra Provincia e Toto per l’assegnazione a quest’ultima di questa parte del cantiere (finanziata con 14 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 31 per il ponte in alveo). Una volta che i due tratti messi in posa provvisoria, saranno pronti - e qui si potrebbe arrivare a inizio 2023 - essi diventeranno percorribili durante le operazioni di demolizione del vecchio ponte. Solo completato questo, ed ecco perchè si andrà alla primavera 2023, si procederà alla traslazione con conseguente chiusura al traffico, probabilmente in un numero di giorni inferiore ai 50 prima ipotizzati.
Provincia di Mantova a Decreto Presidenziale 111/2021 del 23/09/2021
Ponte di San Benedetto Po: arriva la speciale chiatta
Ponte di San Benedetto: si alza il livello del fiume. La speciale chiatta per le operazioni di varo dei nuovi impalcati arriva presso il cantiere Toto Costruzioni Generali
San Benedetto Po, 21 settembre 2021 – Toto Costruzioni Generali annuncia l’arrivo presso il cantiere del Ponte di San Benedetto della speciale chiatta, fornita da Fagioli Spa, leader mondiale nell’ingegneria e grandi movimentazioni, che servirà per le operazioni utili al varo dei nuovi impalcati componenti il nuovo ponte. Si tratta di un importante passo verso il completamento di quest’opera, progettata per il rinnovamento dell’attuale ponte della ex S.S. 413 Romana. Il basso livello del Po delle ultime settimane infatti non consentiva la navigazione verso il cantiere Toto. Con le ultime piogge e con l’innalzarsi del livello, l’imbarcazione ha potuto lasciare la località Polesella e raggiungere pertanto la destinazione del cantiere, con la fondamentale collaborazione del personale AIPO che ha guidato la rotta della chiatta.
Il progetto
Il nuovo progetto rappresenta un lavoro di sostanziale ristrutturazione in corrispondenza dell’attraversamento al fiume Po tra i comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po, in provincia di Mantova. La struttura attuale fu interessata da eventi di piena eccezionale negli anni 1994 e 2000 e con il sisma del 2012 ha subito una serie di danni che hanno portato all’istituzione di limitazioni alla circolazione. La provincia di Mantova, con il coofinanziamento della Regione Lombardia, ha così indetto una procedura di appalto aggiudicata da Toto Costruzione Generali in Associazione Temporanea d’Impresa (ATI) con Vezzola Spa.
Il varo del nuovo ponte
Le due campate di cui è composto il ponte, della lunghezza di 180m e 149m e del peso di 2800t e 2200t, verranno varate in sequenza e saranno movimentate con mezzi Fagioli tecnologicamente avanzati grazie a uno studio progettuale messo a punto dalla Toto Costruzioni Generali ad alto contenuto ingegneristico. In questo caso le due sezioni verranno sollevate, con 2 gruppi di sistemi modulari idraulici di sollevamento, a ca. 8 metri da terra e trasportate su chiatta con i carrelli semoventi denominati SPMT.
Fonte Gazzetta di Mantova del 22 settembre 2021
Fonte Voce di Mantova del 22 settembre 2021
Fonte TeleMantova del 21 settembre 2021
Fonte Mantovauno.it del 21 settembre 2021
link https://mantovauno.it/cronaca/a-s-benedetto-arrivata-la-piattaforma-per-la-traslazione-in-alveo-delle-due-arcate-del-nuovo-ponte/?fbclid=IwAR2lUIc-Wp01KOTZGrQlGAwtbRQURq8AS6nxzTLXprIW5PLMwrivuZGuq4g
A S. Benedetto arrivata la piattaforma per la traslazione in alveo delle due arcate del nuovo ponte
SAN BENEDETTO PO – E’ un momento atteso quanto di grande significato.
A San Benedetto Po è arrivata la grande piattaforma della ditta di movimentazione Fagioli che nei prossimi giorni provvederà a traslare le due arcate giù realizzate del nuovo ponte.
Puntuali, ancora una volta, a seguire l’operazione c’erano i rappresentanti del Comitato “Vogliamo il Ponte” che hanno immortalato l’arrivo della piattaforma e ora attendono il via delle operazioni di traslazione.
Come le attende il sindaco Roberto Lasagna che tra l’altro proprio questa mattina è stato informato dalla Provincia che il collegio arbitrale si è espresso favorevolmente per assegnare a Toto anche la parte del cantiere relativo alla costruzione della parte di ponte in golena completamente antisismica.
Nel video servizio si può vedere l’arrivo della piattaforma con le interviste ai rappresentanti del Comitato “Vogliamo il Ponte” Paolo Lavagnini e Manuela Braghiroli.
Fonte Voce di Mantova del 21 settembre 2021
Fonte Voce di Mantova del 15 settembre 2021
Fonte Gazzetta di Mantova del 3 settembre 2021
Fonte La Voce di Mantova del 3 settembre 2021
Fonte Gazzetta di Mantova del 28 agosto 2021
Fonte La Voce di Mantova del 28 agosto 2021
Fonte Mantovauno.it del 27.08.2021 Getto pila nuovo ponte di S.Benedetto: lunedì stop alla circolazione SAN BENEDETTO PO – Chiusura temporanea al traffico del ponte di San Benedetto lungo la SP ex SS n. 413 “Romana” dalle ore 8 alle ore 20 di lunedì 30 agosto 2021. Il divieto di transito sarà necessario per consentire il getto del plinto di fondazione della pila P1 lato monte. Un passaggio importante verso la completa realizzazione del nuovo ponte. Se infatti la prima pila era già stata ultimata tempo fa e sottoposta alle prove di carico con esito soddisfacente, ora i lavori si concentrano sulla seconda. Fatte le prove di carico sui pali, lunedì si procederà con il getto intermedio per uscire dalla quota di fiume. Per motivi di sicurezza, la Provincia ha ritenuto opportuno che durante le diverse fasi di lavorazione, il ponte sia libero da altri mezzi. Se non vi saranno particolari problemi, la circolazione sul ponte potrebbe essere possibile anche prima delle 20.
Fonte Gazzetta di Mantova del 27.08.2021 Lunedì ponte di San Benedetto chiuso per lavoriLo stop al traffico dalle 8 alle 20 per consentire il getto del plinto di fondazione della pila P1
SAN BENEDETTO PO. Chiusura temporanea al traffico del ponte di San Benedetto lungo la provinciale ex statale “Romana” dalle 8 alle 20 di lunedì 30 agosto 2021. Il divieto di transito sarà necessario per consentire il getto del plinto di fondazione della pila P1 lato monte.
Un passaggio importante verso la completa realizzazione del nuovo ponte. Se infatti la prima pila era già stata ultimata tempo fa e sottoposta alle prove di carico con esito soddisfacente, ora i lavori si concentrano sulla seconda. Fatte le prove di carico sui pali, lunedì si procederà con il getto intermedio per uscire dalla quota di fiume.
Per motivi di sicurezza, la Provincia ha ritenuto opportuno che durante le diverse fasi di lavorazione, il ponte sia libero da altri mezzi. Se non vi saranno particolari problemi, la circolazione sul ponte potrebbe essere possibile anche prima delle 20. Fonte La Voce di Mantova del 27.08.2021 Lunedì chiusura temporanea del ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO PO Chiusura temporanea al traffico del ponte di San Benedetto lungo la SP ex SS n. 413 “Romana” dalle ore 8 alle ore 20 di lunedì 30 agosto 2021. Il divieto di transito sarà necessario per consentire il getto del plinto di fondazione della pila P1 lato monte.
Un passaggio importante verso la completa realizzazione del nuovo ponte. Se infatti la prima pila era già stata ultimata tempo fa e sottoposta alle prove di carico con esito soddisfacente, ora i lavori si concentrano sulla seconda. Fatte le prove di carico sui pali, lunedì si procederà con il getto intermedio per uscire dalla quota di fiume.
Per motivi di sicurezza, la Provincia ha ritenuto opportuno che durante le diverse fasi di lavorazione, il ponte sia libero da altri mezzi. Se non vi saranno particolari problemi, la circolazione sul ponte potrebbe essere possibile anche prima delle 20.
Fonte Voce di Mantova del 5 agosto 2021 Ponte di San Benedetto, approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica del tratto in golena
SAN BENEDETTO PO Approvazione in linea tecnica del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica per la ristrutturazione antisismica del tratto golenale del ponte di San Benedetto lungo la “S.P. ex S.S. n°413 “Romana“. Il ponte si estende per una lunghezza di circa 613 m lungo collegando la sponda in sinistra idraulica (lato Bagnolo San Vito) con la sponda in destra idraulica (lato San Benedetto Po). L’opera realizzata tra la prima e la seconda metà degli anni sessanta, ha manifestato, a partire dalla sua costruzione e negli anni successivi, cedimenti delle fondazioni delle pile in alveo amplificati ulteriormente dal successivo intervento di “rettifica” del piano viario che ha visto l’utilizzo di materiali di riempimento costituiti da inerti e/o cementati. Tali condizioni critiche furono successivamente amplificate dalle scosse del terremoto del maggio 2012. Di qui la necessità improrogabile di procedere con la sostituzione della struttura esistente con un nuovo manufatto in acciaio, come sta tutt’oggi avvenendo (i lavori sono attualmente in corso), per il “tratto in alveo” maggiormente ammalorato, compreso tra la spalla SP1 lato Bagnolo e la pila in alveo P5, in prossimità della sponda golenale lato San Benedetto. Per il tratto in golena, compreso tra la pila in alveo P6 in prossimità della sponda golenale lato San Benedetto e la spalla SP2, sempre lato San Benedetto, non si rilevano particolari criticità dal punto di vista fondazionale; tuttavia la parte in elevazione (pile e impalcato) non risulta essere esente da un grave ammaloramento materico, sia a livello di calcestruzzo che di acciaio. Per questo vi è la necessità di importanti interventi di manutenzione per arrestare non solo i fenomeni di decadimento materico, ma anche di rinforzare la struttura nelle parti più critiche, sostanzialmente identificabili nelle selle “Gerber” tra le travi tampone e le estremità delle mensole, e di aumentare la precompressione di queste ultime con l’integrazione di cavi post-tesi affinché tale porzione di manufatto possa essere in grado di resistere alle maggiori sollecitazioni, secondo quanto previsto dalla nuova Normativa Tecnica sulle Costruzioni. La Provincia, quindi, ha optato per la ristrutturazione antisismica del “tratto golenale” del ponte invece del solo risanamento conservativo con miglioramento strutturale, in modo tale da garantire non solo continuità ed omogeneità col “tratto in alveo”, attualmente in fase di realizzazione, ma anche di migliorare la sicurezza per gli utenti della strada e la durabilità dell’opera nel corso degli anni. Il costo finale sarà di 14.250.00o euro così finanziati: – 900.000 euro da Regione Lombardia D.lgs.112/98 – 1.310.593 euro finanziamento provinciale depauperato delle somme già spese – 5.251.000 euro contributo Struttura commissariale terremoto 2012 – 3.142.308 euro MIT Decreto ponti annualità 2021 – 2.196.999 risparmi da contratto ponte in alveo – 1.449.098 MIT Decreto ponti annualità 2022
link https://vocedimantova.it/provincia/ponte-di-san-benedetto-approvato-il-progetto-di-fattibilita-tecnica-ed-economica-del-tratto-in-golena/?fbclid=IwAR2DR6LIUMO6wVJ5D5pwwi2Uu7Bh7WZEVgcnwBlcR0II-HsycPhf1o1pJvs
TeleMantova puntata del 05.08.2021
Fonte Mantovauno,it del 5 agosto 2021
link https://mantovauno.it/cronaca/ponte-di-san-benedetto-approvato-il-progetto-di-fattibilita-tecnica-ed-economica-del-tratto-in-golena/?fbclid=IwAR2uVmS-nlAOrdAPeV25LizBYMn7IPOKOspsxe8OatQMbx4P-UFDH4he7oY
Ponte di San Benedetto, approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica del tratto in golena
SAN BENEDETTO – Approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica del tratto in golena del Ponte di San Benedetto. Il manufatto si estende per una lunghezza di circa 613 m lungo collegando la sponda in sinistra idraulica (lato Bagnolo San Vito) con la sponda in destra idraulica (lato San Benedetto Po).
L’opera realizzata tra la prima e la seconda metà degli anni sessanta, ha manifestato, a partire dalla sua costruzione e negli anni successivi, cedimenti delle fondazioni delle pile in alveo amplificati ulteriormente dal successivo intervento di “rettifica” del piano viario che ha visto l’utilizzo di materiali di riempimento costituiti da inerti e/o cementati. Tali condizioni critiche furono successivamente amplificate dalle scosse del terremoto del maggio 2012. Di qui la necessità improrogabile di procedere con la sostituzione della struttura esistente con un nuovo manufatto in acciaio, come sta tutt’oggi avvenendo (i lavori sono attualmente in corso), per il “tratto in alveo” maggiormente ammalorato, compreso tra la spalla SP1 lato Bagnolo e la pila in alveo P5, in prossimità della sponda golenale lato San Benedetto.
Per il tratto in golena, compreso tra la pila in alveo P6 in prossimità della sponda golenale lato San Benedetto e la spalla SP2, sempre lato San Benedetto, non si rilevano particolari criticità dal punto di vista fondazionale; tuttavia la parte in elevazione (pile e impalcato) non risulta essere esente da un grave ammaloramento materico, sia a livello di calcestruzzo che di acciaio. Per questo vi è la necessità di importanti interventi di manutenzione per arrestare non solo i fenomeni di decadimento materico, ma anche di rinforzare la struttura nelle parti più critiche, sostanzialmente identificabili nelle selle “Gerber” tra le travi tampone e le estremità delle mensole, e di aumentare la precompressione di queste ultime con l’integrazione di cavi post-tesi affinché tale porzione di manufatto possa essere in grado di resistere alle maggiori sollecitazioni, secondo quanto previsto dalla nuova Normativa Tecnica sulle Costruzioni.
La Provincia, quindi, ha optato per la ristrutturazione antisismica del “tratto golenale” del ponte invece del solo risanamento conservativo con miglioramento strutturale, in modo tale da garantire non solo continuità ed omogeneità col “tratto in alveo”, attualmente in fase di realizzazione, ma anche di migliorare la sicurezza per gli utenti della strada e la durabilità dell’opera nel corso degli anni.
Il costo finale sarà di 14.250.000 euro così finanziati:
– 900.000 euro da Regione Lombardia D.lgs.112/98
– 1.310.593 euro finanziamento provinciale depauperato delle somme già spese
– 5.251.000 euro contributo Struttura commissariale terremoto 2012
Ponte di San Benedetto, approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica del tratto in golena
Approvazione in linea tecnica del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica per la ristrutturazione antisismica del tratto golenale del ponte di San Benedetto lungo la "S.P. ex S.S. n°413 "Romana".
Il ponte si estende per una lunghezza di circa 613 m lungo collegando la sponda in sinistra idraulica (lato Bagnolo San Vito) con la sponda in destra idraulica (lato San Benedetto Po).
L'opera realizzata tra la prima e la seconda metà degli anni sessanta, ha manifestato, a partire dalla sua costruzione e negli anni successivi, cedimenti delle fondazioni delle pile in alveo amplificati ulteriormente dal successivo intervento di "rettifica" del piano viario che ha visto l'utilizzo di materiali di riempimento costituiti da inerti e/o cementati. Tali condizioni critiche furono successivamente amplificate dalle scosse del terremoto del maggio 2012. Di qui la necessità improrogabile di procedere con la sostituzione della struttura esistente con un nuovo manufatto in acciaio, come sta tutt'oggi avvenendo (i lavori sono attualmente in corso), per il "tratto in alveo" maggiormente ammalorato, compreso tra la spalla SP1 lato Bagnolo e la pila in alveo P5, in prossimità della sponda golenale lato San Benedetto.
Per il tratto in golena, compreso tra la pila in alveo P6 in prossimità della sponda golenale lato San Benedetto e la spalla SP2, sempre lato San Benedetto, non si rilevano particolari criticità dal punto di vista fondazionale; tuttavia la parte in elevazione (pile e impalcato) non risulta essere esente da un grave ammaloramento materico, sia a livello di calcestruzzo che di acciaio. Per questo vi è la necessità di importanti interventi di manutenzione per arrestare non solo i fenomeni di decadimento materico, ma anche di rinforzare la struttura nelle parti più critiche, sostanzialmente identificabili nelle selle "Gerber" tra le travi tampone e le estremità delle mensole, e di aumentare la precompressione di queste ultime con l'integrazione di cavi post-tesi affinché tale porzione di manufatto possa essere in grado di resistere alle maggiori sollecitazioni, secondo quanto previsto dalla nuova Normativa Tecnica sulle Costruzioni.
La Provincia, quindi, ha optato per la ristrutturazione antisismica del "tratto golenale" del ponte invece del solo risanamento conservativo con miglioramento strutturale, in modo tale da garantire non solo continuità ed omogeneità col "tratto in alveo", attualmente in fase di realizzazione, ma anche di migliorare la sicurezza per gli utenti della strada e la durabilità dell'opera nel corso degli anni.
Il costo finale sarà di 14.250.00o euro così finanziati:
- 900.000 euro da Regione Lombardia D.lgs.112/98
- 1.310.593 euro finanziamento provinciale depauperato delle somme già spese
- 5.251.000 euro contributo Struttura commissariale terremoto 2012
Variano i costi per il tratto in golena del Ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO PO – Nella seduta odierna del Consiglio Provinciale c’è stato l’ok unanime per la quarta variazione del Documento Unico di programmazione 2021/2023. Per quanto riguarda il triennale delle opere pubbliche, per il 2021, le principali novità riguardano:
l’aumento dell’importo e delle fonti di finanziamento per l’intervento di ristrutturazione antisismica del tratto golenale del ponte sul Po a San Benedetto lungo la ex statale 413 Romana che da 12.838.069 euro passa a 14.250.000 euro per modifiche al quadro economico derivanti dal progetto. L’opera quindi sarà finanziato per 900 mila euro da Regione Lombardia, per 310.593 con risorse proprie della Provincia (fondi A22), per 1 milione di euro con avanzo 2019 dell’ente di via Principe Amedeo, per 5.251.000 euro con fondi della struttura commissariale per il terremoto, per 3.142.308 con fondi del Decreto Ponti del Mit per l’anno 2021, per 2.196.999 mediante risparmio sui fondi regionali per intervento sul ponte in alveo e per 1.449.098 con parte dei fondi del decreto ponti del Mit per il 2022.
la riduzione da 700 mila a 415 mila euro dello stanziamento per la realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale su vari tratti della rete stradale provinciale (la copertura è interamente garantita da risorse proprie della Provincia).Per il 2022, cambiano le fonti di finanziamento per la ristrutturazione del ponte sull’Oglio lungo la provinciale 78 a Marcaria: l’opera del costo complessivo di 1.564.000 euro sarà finanziata per 782 euro con risorse di cui alla L.R 24/2019 Decreto ponti e 782 mila euro con fondi del Decreto ponti del Mit per l’anno 2023 (quest’ultima quota sostituisce le risorse proprie dell’ente derivanti da avanzo e alienazioni. Novità nelle fonti di finanziamento anche per la ristrutturazione del ponte sul canale Fissero – Tartaro lungo la sp 33 a Roncoferraro del costo di 686 mila euro: l’intervento sarà coperto con 343 mila euro con risorse di cui alla L.R. 24/2019 Decreto Ponti e per 343 mila con Decreto Ponti MIT per il 2023 (quest’ultima quota sostituisce le risorse proprie dell’ente derivanti da avanzo).Entra nel Programma biennale degli acquisti di beni e servizi 2021 – 2022 il servizio di ritiro e smaltimento carcasse di nutrie del costo di 170 mila euro finanziato con fondi regionali. Nel piano triennale del fabbisogno di personale viene prevista l’assunzione di 2 figure a tempo determinato per la revisione delle AIA zootecniche.
Tra i nuovi inserimenti invece la ristrutturazione del ponte sul fiume Mincio lungo la Sp 33 a Governolo del costo di 1.100.000 euro (finanziato interamente con fondi del Decreto Ponti MIT per il 2023). Altra novità la ristrutturazione del ponte lungo la Sp. 28 sul canale Diversivo in località Virgiliana a Mantova: il costo sarà coperto per 917.308 euro con fondi del decreto Ponti del MIT per il 2023 e per 71.945 euro con fondi propri di bilancio della Provincia.
Nel 2023 modifica delle fonti di finanziamento per il secondo lotto della variante di Marmirolo (tratto dal Gombetto a Bosco Fontana) del costo di 4 milioni di euro che sarà finanziata per 2.857.000 euro mediante candidatura a contributo di Regione Lombardia in riduzione rispetto a quanto previsto con la terza variazione del Dup 2021/2023 e con 1.143.000 euro frutto di alienazioni da parte della Provincia in aumento rispetto a quanto previsto sempre dalla terza variazione del Dup.
link https://mantovauno.it/cronaca/variano-i-costi-per-il-tratto-in-golena-del-ponte-di-san-benedetto/?fbclid=IwAR1r1a9SCFiriTJSDPgNdlpbji_6u2HDzb1RTRunMvOOrDNcIzyhBgM6cw4
TeleMantova puntata del 29.07.2021
29.07.2021 17:54 Pagina Provincia di Mantova
Ponte di San Benedetto, variano i costi per il tratto in golena
Quarta variazione al Dup
Ok all'unanimità oggi nella seduta di oggi del parlamentino di via Principe Amedeo alla quarta variazione del Documento Unico di programmazione 2021/2023.
Per quanto riguarda il triennale delle opere pubbliche, per il 2021, le principali novità riguardano:
- l'aumento dell'importo e delle fonti di finanziamento per l'intervento di ristrutturazione antisismica del tratto golenale del ponte sul Po a San Benedetto lungo la ex statale 413 Romana che da 12.838.069 euro passa a 14.250.000 euro per modifiche al quadro economico derivanti dal progetto. L'opera quindi sarà finanziato per 900 mila euro da Regione Lombardia, per 310.593 con risorse proprie della Provincia (fondi A22), per 1 milione di euro con avanzo 2019 dell'ente di via Principe Amedeo, per 5.251.000 euro con fondi della struttura commissariale per il terremoto, per 3.142.308 con fondi del Decreto Ponti del Mit per l'anno 2021, per 2.196.999 mediante risparmio sui fondi regionali per intervento sul ponte in alveo e per 1.449.098 con parte dei fondi del decreto ponti del Mit per il 2022.
- la riduzione da 700 mila a 415 mila euro dello stanziamento per la realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale su vari tratti della rete stradale provinciale (la copertura è interamente garantita da risorse proprie della Provincia).
Per il 2022, cambiano le fonti di finanziamento per la ristrutturazione del ponte sull'Oglio lungo la provinciale 78 a Marcaria: l'opera del costo complessivo di 1.564.000 euro sarà finanziata per 782 euro con risorse di cui alla L.R 24/2019 Decreto ponti e 782 mila euro con fondi del Decreto ponti del Mit per l'anno 2023 (quest'ultima quota sostituisce le risorse proprie dell'ente derivanti da avanzo e alienazioni.
Nel 2023 modifica delle fonti di finanziamento per il secondo lotto della variante di Marmirolo (tratto dal Gombetto a Bosco Fontana) del costo di 4 milioni di euro che sarà finanziata per 2.857.000 euro mediante candidatura a contributo di Regione Lombardia in riduzione rispetto a quanto previsto con la terza variazione del Dup 2021/2023 e con 1.143.000 euro frutto di alienazioni da parte della Provincia in aumento rispetto a quanto previsto sempre dalla terza variazione del Dup.
Novità nelle fonti di finanziamento anche per la ristrutturazione del ponte sul canale Fissero - Tartaro lungo la sp 33 a Roncoferraro del costo di 686 mila euro: l'intervento sarà coperto con 343 mila euro con risorse di cui alla L.R. 24/2019 Decreto Ponti e per 343 mila con Decreto Ponti MIT per il 2023 (quest'ultima quota sostituisce le risorse proprie dell'ente derivanti da avanzo).
Tra i nuovi inserimenti invece la ristrutturazione del ponte sul fiume Mincio lungo la Sp 33 a Governolo del costo di 1.100.000 euro (finanziato interamente con fondi del Decreto Ponti MIT per il 2023). Altra novità la ristrutturazione del ponte lungo la Sp. 28 sul canale Diversivo in località Virgiliana a Mantova: il costo sarà coperto per 917.308 euro con fondi del decreto Ponti del MIT per il 2023 e per 71.945 euro con fondi propri di bilancio della Provincia.
Entra nel Programma biennale degli acquisti di beni e servizi 2021 - 2022 il servizio di ritiro e smaltimento carcasse di nutrie del costo di 170 mila euro finanziato con fondi regionali. Nel piano triennale del fabbisogno di personale viene prevista l'assunzione di 2 figure a tempo determinato per la revisione delle AIA zootecniche.
link http://www.provincia.mantova.it/cs_context.jsp?ID_LINK=41&area=37&id_context=20701&COL0003=1&COL0003=2
Provincia di Mantova Determina 621/2021 del 28.07.2021
Per il varo del ponte sul fiume occhi puntati sul livello del Po
Dalla prossima settimana prime operazioni, si punta alla seconda metà di agosto
Il trasferimento con una chiatta da 91 metri e super carrelli da 284 assi motrici
SAN BENEDETTO PO - Riqualificazione del ponte di San Benedetto. Gli occhi sono puntati sul livello del Po ora che i due grandi archi metallici del nuovo manufatto sono pressoché ultimati grazie anche al subappalto per le saldature dalla Toto alla Simi. Solo con una quota adeguata di acqua, infatti, si potrà procedere a posizionare l’enorme chiatta che sosterrà i conci metallici e si potrà posizionare il costruendo ponte sul pilone già costruito in alveo. Un passaggio che si prevede di eseguire nella seconda metà di agosto e che consentirà di passare alla terza fase, la costruzione della parte in golena. Il meteo, al momento, sta remando contro. Il livello del fiume è circa il 20% in meno della media storica del periodo. E le piogge, come conferma Aipo (L’Agenzia interregionale per il Po), sinora hanno sanato la siccità solo nelle zone del Piemonte mentre man mano che si scende verso valle, la situazione permane di forte crisi idrica. All’appello mancano gli emissari emiliani, ormai ridotti a rigagnoli. Nonostante questo, la Fagioli, fra i leader mondiali dei trasporti eccezionali, sta predisponendo il necessario. Dalla prossima settimana, sulla sponda di San Benedetto si inizierà a posizionare le prime attrezzature. L’arco sambenedettino, più grande, pesa 2.800 tonnellate, quello di Bagnolo 2.200. Il trasferimento in alveo sarà garantito da un “pontone”, una chiatta da 91 metri di lunghezza, 27 di larghezza e 6,10 d’altezza che oggi è in Adriatico e che sarà trasferita, livello del Po permettendo, prima con rimorchiatori e poi con due spingitori fluviali. Attualmente l’arco di San Benedetto è posizionato a 1,8 metri da terra. Sotto saranno posti 8 sollevatori idraulici che a step di mezzo metro, solleveranno il tutto a circa 7 metri d’altezza. Questo per stare più alti del pilone sul lato sambenedettino. Il pontone sarà posto trasversalmente rispetto alla corrente. Il trasferimento dell’immenso arco, 35 metri d’altezza, e che sarà portato alla quota del ponte esistente, sarà eseguito con carrelli semoventi e telecomandanti, composti da 284 assi da 4 ruote ciascuna. Sul pontone saranno posizionate torri per mantenere l’altezza e altri carrelli per lo spostamento. Una volta che il ponte poggerà sui piloni già costruiti, il pontone si sposterà sul lato di Bagnolo dove sarà posto invece longitudinalmente alla corrente. Qui l’ostacolo è costituito dall’argine che sarà superato alzando sempre il ponte di sei, sette metri, per depositarlo poi sull’appoggio in alveo e sulla riva. Una operazione ingegneristica eccezionale, che sarà svolta nell’arco di una sola giornata.
Francesco Romani_
Provincia di Mantova Determina 600 e 602/2021 del 21.07.2021
Tangenziale Guidizzolo apre al traffico. Opera da 44 milioni, 41 da Regione Lombardia Terzi: avanzano lavori ponte di San Benedetto Po
(Come riportato in una nota dell’Ufficio Stampa di Regione Lombardia)
È stata aperta al traffico la Tangenziale di Guidizzolo (Mantova), opera strategica da 44,3 milioni di euro di cui 41,2 milioni finanziati da Regione Lombardia e la parte restante dalla Provincia di Mantova. Nella mattinata del 1° giugno si è tenuta l’inaugurazione, alla presenza dell’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, del presidente della Provincia di Mantova, Beniamino Morselli.
Apertura al traffico della Tangenziale di Guidizzolo. Parliamo di un’infrastruttura strategica non solo perché variante alla SP ex SS 236 ‘Goitese’, ovvero una strada di interesse regionale di primo livello, ma soprattutto perché migliorerà oltre che la qualità della vita dei cittadini di Guidizzolo, il cui centro abitato sarà sgravato dal traffico di attraversamento, per il trenta per cento di tipo pesante, anche la viabilità generale nel Nord Ovest della provincia”. La Tangenziale di Guidizzolo è un’infrastruttura che ha una lunghezza complessiva di 6 chilometri prevalentemente realizzati in trincea. Le opere d’arte principali sono i sovrappassi di via Tomasina e via San Cassiano, il sottopasso della SP 14, il ponte sul Canale Virgilio e le gallerie artificiali di San Cassiano e dello svincolo di connessione con la SP 15.
Per ponte San Benedetto Po ingenti risorse regionali – L’avanzamento dei lavori per la costruzione del nuovo Ponte tra San Benedetto Po e Bagnolo San Vito proseguono. Finanziato con importanti risorse regionali pari a 30 milioni di euro rispetto ad un costo complessivo dell’opera di 33,8 milioni. Procede anche il progetto del viadotto in golena, per cui sono previsti ulteriori costi pari a 7,6 milioni di euro. Sul vecchio ponte sono in vigore delle limitazioni di velocità e di transito per i mezzi pesanti. La costruzione del nuovo ponte ha raggiunto oggi circa il 60% d’avanzamento e sono in corso le lavorazioni di assemblaggio dell’impalcato e degli archi nonché la realizzazione delle pile provvisorie e definitive in alveo. La fine lavori è prevista per dicembre 2021.
Dopo una prima ipotesi di intervento sul viadotto golenale che puntava al solo miglioramento strutturale e al risanamento conservativo del manufatto esistente senza consentire al viadotto di raggiungere le stesse prestazioni sismiche e statiche del nuovo ponte in alveo, con conseguente permanenza di limitazioni al transito anche sul nuovo ponte in alveo, grazie ai circa 5,2 milioni di euro ricevuti dal Commissario Delegato per il terremoto del 2012, la Provincia ha deciso di elaborare una nuova ipotesi di progetto che consentirà di transitare sulla parte golenale senza limitazioni come sulla parte in alveo.
Morselli (Provincia): Tangenziale tassello per sicurezza – “La Tangenziale di Guidizzolo – commenta il presidente Morselli – è l’opera finanziariamente più impattante sul territorio provinciale dal dopoguerra. Ma è ancor più importante l’ulteriore tassello di una serie di opere che ha visto la Provincia di Mantova impegnata nel creare condizioni di sicurezza e miglioramento del traffico dalla Tangenziale Nord di Mantova a Marmirolo, Guidizzolo, oggi, e Castiglione delle Stiviere in una delle arterie stradali più trafficate del territorio provinciale”.
Fonte Gazzetta di Mantova del 04 luglio 2021
Lettera
Provincia di Mantova Determina 562/2021 del 02.07.2021
link https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2021/06/20/news/ponte-sul-po-il-secondo-arco-e-quasi-completato-e-a-settembre-c-e-il-varo-1.40411335?fbclid=IwAR3jyYn7gweldD_8nxrNZ1N7C7MTp1vVrndoGmQn2mlafINCHpYnYhxVm5c
Ponte sul Po, il secondo arco è quasi completato e a settembre c’è il varo
Le due strutture saranno spostate al centro del fiume. Una delle più grandi opere d’ingegneria lungo il Po
SAN BENEDETTO PO. Il cambio di passo della Toto costruzioni, il colosso abruzzese che per conto della Provincia sta riqualificando il ponte sul Po, supera anche le aspettative dei cittadini della zona. Abituati a ritardi e fermi del cantiere, ora osservano la gigantesca costruzione che ogni giorno avanza. Un rushche, dopo il completamento del grande arco sulla sponda di Bagnolo, in pochi giorni sta arrivando anche alla conclusione del secondo arco, sul lato sambenedettino.
Un arco alto 35 metri che svetta a pochi passi dal ponte attuale costituendo già un motivo di forte richiamo per tanti, che in auto rallentano e scattano foto nel vedere per la prima volta la maestosità dell’opera. Con una lunghezza di 180 metri per 35 d’altezza sulla sponda destra, e 150 metri per 30 d’altezza su quella sinistra, i due archi che come un enorme meccano sono stati montati pesano 5mila tonnellate. Dovranno essere spostati e congiunti al centro del Po con una operazione ingegneristica che si preannuncia fra le maggiori degli ultimi decenni sull’asta del maggior fiume italiano.
«Il varo - informa l’area Lavori pubblici della Provincia - avverrà a settembre. In sostanza si movimenteranno in senso longitudinale i due archi che, pur avendo diverse dimensioni, saranno spostati con uguale tecnica. Lo spostamento terminerà con l’appoggio delle due parti, che saranno congiunte, sulle pile già costruite a valle del ponte attuale. Si tratta di un pilone definitivo ed uno, più esterno, provvisorio».
In questa fase il ponte rimarrà sino a che non sarà pronta anche la terza campata, quella golenale, che nel frattempo sarà costruita sul piazzale dell’ex cava Rondelli. Ma come avverrà lo spostamento dei due archi? «Intanto devono essere tenuti in saldo da tiranti, cosa che a Bagnolo è già finita - spiegano ancora dalla Provincia - . Poi dei maxi carrelli per trasporti speciali su terra li sposteranno sino ai pontoni, enormi chiatte che a loro volta li porteranno sulle pile. Dal lato Bagnolo l’operazione sarà complicata dalla presenza dell’argine. L’arco sarà quindi alzato e poi abbassato».
Infine è stato messo in opera il cassero per costruire il pilone definitivo a monte dell’esistente.
FRANCESCO ROMANI
Fonte Voce di Mantova del 15 giugno 2021
Fonte Gazzetta di Mantova del 12 giugno 2021
Nuovo ponte sul Po: il cantiere accelera
Iniziata la costruzione del secondo arco
I lavori saranno completati entro l’estate, poi il varo a fiume
In arrivo le maxi-chiatte. Aumenta anche il personale
Francesco Romani
SAN BENEDETTO PO - Quello che a lungo per i cittadini che vivono in zona è stato un sogno (e anche un incubo) oggi si sta trasformando in realtà. L’accelerazione del cantiere di riqualificazione del ponte sul Po impressa negli ultimi mesi è sotto gli occhi di tutti, anche in senso fisico. Dopo il completamento del primo arco, quello più piccolo, sulla sponda di Bagnolo San Vito, in questi giorni è iniziata la saldatura degli enormi “conci” di metallo, tubi costituiti da acciaio spesso sei centimetri che costituiscono il secondo arco. Il montaggio sta avvenendo sulla sponda di San Benedetto Po, nell’area di cantiere dell’ex cava Rondelli. Molto vicino al ponte attuale dal quale si ha una visione ravvicinata delle operazioni, a differenza dell’area sulla sponda di Bagnolo dove il cantiere è disallineato e più lontano rispetto alla attuale sede stradale. Le enormi gru hanno messo in posizione i primi due “tubi” dell’arco che svetterà a 35 metri dal piano stradale. A sostenere il tutto, nella fase di montaggio, le tre torri-traliccio sul quale sono posati i tronchi di tubo in fase di saldatura. Completata questa fase, analogamente a quanto già fatto per la sponda di Bagnolo, si rafforzerà questa struttura a semicerchio costituita dall’impalcato alla base e dall’arco, per poterla spostare. L’operazione di “controventatura” viene fatta con barre e tiranti d’acciaio per dare stabilità nel momento della movimentazione. I due archi, quello di Bagnolo e quello di San Benedetto, saranno spinti verso il centro del fiume sino ad appoggiarsi, congiungendosi, sul pilastro provvisorio già costruito a valle del ponte attuale. In quella posizione resteranno sino al prossimo anno. Per il lato di Bagnolo, lo spostamento verso il fiume del pezzo da 150 metri sarà fatto utilizzando dei martinetti. La sponda a fiume dell’argine è già stata attrezzata con una platea di cemento sulla quale poggeranno i sostegni. Quella di San Benedetto, più distante dal punto finale d’appoggio, richiederà per lo spostamento una operazione più complessa. Si dovrà appoggiare la enorme struttura lunga 180 metri su enormi pontoni galleggianti. Il peso complessivo dell’acciaio è di 5mila tonnellate. Le chiatte sono in fase di ordinazione perché il timore è che non possano risalire il fiume, provenendo da Porto Marghera, se il livello si abbasserà troppo, come accade nei mesi estivi. La corsa contro il tempo sarà anche nel completamento delle operazioni a terra. Ai 17 saldatori e ai 10 operatori della Toto si aggiungeranno probabilmente altre 4-5 persone. Non è poi escluso che possa scattare una corsa finale lavorando 24 ore su 24 per completare in tempo utile, in modo da liberare l’area di cantiere per iniziare a costruire la terza parte, il ponte in golena, e inaugurare il tutto entro settembre 2022.
Provincia di Mantova Determina 496/2021 del 08.06.2021
link https://mantovauno.it/cronaca/s-benedetto-a-settembre-pronto-il-ponte-in-alveo-dopo-un-anno-quello-in-golena-ma-il-nuovo-contratto-con-toto-ancora-non-ce/?fbclid=IwAR0cf72tcdRnWsBqR9G1Mr9NkaC8CpYZaNcPfsqiaxZNyWXiD_kqQJuY-0c
S. Benedetto: “a settembre pronto il ponte in alveo, dopo un anno quello in golena”. Ma il nuovo contratto con Toto ancora non c’è
SAN BENEDETTO PO – Il nuovo ponte di San Benedetto Po in alveo sarà concluso a settembre.
E’ quanto confermato oggi pomeriggio durante il sopralluogo dell’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi affiancata dal consigliere regionale delegato alla ricostruzione post sisma Alessandra Cappellari, dal presidente della Provincia Beniamino Morselli, dai sindaci di San Benedetto Roberto Lasagna, di Bagnolo San Vito Roberto Penna e da altri primi cittadini dell’Oltrepò. Con loro anche i tecnici della Toto e quelli della Provincia capeggiati dal dirigente del Settore Lavori Pubblici Antonio Covino che ha fatto il punto dei lavori.
Vedi tutti i dettagli sulla costruzione del ponte e sui tempi di realizzazione nel video servizio (immagini di Gino Giacomini)
Fonte Gazzetta di Mantova del 02 giugno 2021
Fonte Voce di Mantova del 02 giugno 2021 Ponte, il 60% è fatto ed entro dicembre opera terminata
SAN BENEDETTO PO - Dopo l’inaugurazione della tangenziale di Guidizzolo, l’assessore regionale Claudia Maria Terziha fatto tappa a San Benedetto dove ha visitato il cantiere del ponte sul Po. «Ho voluto verificare personalmente - afferma l’assessore Terzi - l’avanzamento dei lavori per la costruzione del nuovo Ponte tra San Benedetto Po e Bagnolo San Vito, finanziato anche in questo caso con importanti risorse regionali pari a 30 milioni di euro rispetto ad un costo complessivo dell’opera di 33,8 milioni di euro, anche perché nei mesi scorsi come sapete abbiamo condotto un complesso lavoro di mediazione tra i soggetti coinvolti nel contenzioso affinché si arrivasse alla pronta ripresa del cantiere. Non dimentichiamoci che procede anche il progetto del viadotto in golena per cui sono previsti ulteriori costi pari a 7,6 milioni di euro finanziati per circa 9mila euro direttamente da Regione Lombardia, per altri 5,2 milioni di euro indirettamente da Regione Lombardia tramite il commissario delegato per il terremoto del 2012, mentre il restante milione e mezzo di euro è garantito dalla Provincia di Mantova». La costruzione del nuovo ponte ha raggiunto oggi circa il 60% d’avanzamento e sono in corso le lavorazioni di assemblaggio dell'impalcato e degli archi nonché la realizzazione delle pile provvisorie e definitive in alveo. La fine lavori è prevista per dicembre 2021. Dopo una prima ipotesi di intervento sul viadotto golenale che puntava al solo miglioramento strutturale e al risanamento conservativo del manufatto esistente senza consentire al viadotto di raggiungere le stesse prestazioni sismiche e statiche del nuovo ponte in alveo, con conseguente permanenza di limitazioni al transito anche sul nuovo ponte in alveo, grazie ai circa 5,2 milioni di euro ricevuti dal commissario delegato per il terremoto del 2012, la Provincia ha deciso di elaborare una nuova ipotesi di progetto che consentirà di transitare sulla parte golenale senza limitazioni come sulla parte in alveo.
Fontana a S. Benedetto si complimenta per il recupero post sisma. “Ora serve la proroga dello stato di emergenza”
SAN BENEDETTO PO – Ecco la foto di gruppo con tutti i sindaci dei Comuni mantovani colpiti dal sisma scattata oggi pomeriggio a San Benedetto Po in attesa dell’arrivo del governatore lombardo Attilio Fontana cha a nove anni dal terremoto il Governatore ha voluto portare la propria solidarietà al nostro territorio ma ha anche voluto rendersi conto di persona del proseguo dei lavori di ricostruzione. Fontana, accompagnato dal primo cittadino di San Benedetto Roberto Lasagna, e insieme agli altri sindaci ai consiglieri regionali e ad alcuni rappresentanti delle istituzioni locali, ha visitato il cantiere del chiostro dei secolari e altri spazi del complesso polironiano. Lasagna ha spiegato che il recupero post sisma a San Benedetto è ormai all’80% e Fontana si è complimentato per il lavoro svolto e per la capacità degli amministratori di saper recuperare le risorse ma anche spenderle bene. San Benedetto vuol dire però ovviamente anche il ponte finanziato per la quasi totalità con fondi regionali. Lasagna ha spiegato che la parte in alveo dovrebbe essere pronta per la fine dell’estate, poi inizieranno i lavori per la parte in golena. Quindi ha ricordato l’importanza dell’azione congiunta dei sindaci che hanno dato il loro assenso affinchè i rimborsi dovuto ad ognuno dei Comuni per i danni del terremoto 2012, in tutto 5 milioni e 400 mila euro, fossero devoluti integralmente alla Provincia per la riqualificazione proprio del ponte sul Po fra Bagnolo e San Benedetto. Lo stesso di quanto ribadito dal consigliere regionale Alessandra Cappellari che ha ricevuto i complimenti di Fontana per l’impegno profuso per il ponte ma anche per gli interventi al complesso polironiano. Alessandra Cappellari, che è il consigliere regionale con delega alla ricostruzione post sisma ha poi evidenziato la necessità di avere la proroga da parte del Governo della fine dello stato di emergenza dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2022. La visita di Fontana è proseguita a Correggio di Bagnolo San Vito agli ospiti di Corte Margonara, una realtà socio sanitaria innovativa che offre una risposta assistenziale importante e risponde ai bisogni dei ragazzi affetti da disabilità. Ultima tappa Guidizzolo dove l’Amministrazione comunale ha presentato alcuni progetti rivolti ai giovani come quello della torre di cui una parte sarà adibita a consulta per i giovani e dove, in un secondo step il primo piano sarà trasformato in sala consiliare.
27 maggio 2021
Il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana in visita a San Benedetto Po, con il Sindaco Roberto Lasagna e il Consigliere Regionale Alessandra Cappellari un'attenzione sempre necessaria al Ponte infrastruttura indispensabile per il territorio.
Fonte Gazzetta di Mantova del 27 maggio 2021
Contesa con il viminale Affitti non pagati per la caserma: la Provincia vince il primo round Via Chiassi, il ministero degli Interni condannato a risarcire Già presentato l’appello con la richiesta di coinvolgere il Tar
Continua il braccio di ferro tra il ministero dell’Interno e la Provincia sulla caserma dei carabinieri di via Chiassi. Il Viminale, a sette mesi dal deposito, ha impugnato la sentenza di primo grado con cui il tribunale di Brescia lo ha condannato per il mancato pagamento dell’affitto dell’immobile che ospita la caserma, fissando anche il nuovo canone annuo a 211.225 euro, più del doppio di quanto abbia versato finora. Ma il ministero non ci sta a pagare anche gli affitti arretrati per 631.464 euro oltre a 47.124 euro di risarcimento danni a Palazzo di Bagno fino al 31 marzo di quest’anno (oltre ad altri 12mila euro più Iva). Ce n’è quindi abbastanza per presentare ricorso alla corte d’appello di Brescia, notificato alla Provincia una decina di giorni fa, accompagnato dalla richiesta che la controversia sia assegnata dal giudice ordinario a quello amministrativo del Tar di Brescia. La vicenda risale a un paio di anni fa e si interseca con quella del ponte di San Benedetto Po. La gara per l’aggiudicazione dei lavori per la nuova infrastruttura sul fiume Po prevedeva la cessione all’impresa vincitrice, come parte del compenso, della caserma (valutata 3,8 milioni di euro) con annesso il contratto d’affitto con il Viminale. Solo che dopo la gara si è scoperto che il ministero dal primo aprile 2015, il giorno dopo la scadenza del contratto risalente al 2009 e mai rinnovato, pagava ancora il vecchio affitto, 98.127 euro all’anno, invece dei 211.225 che sarebbero andati alla Provincia come stabilito dall’Agenzia del demanio. Nella lettera inviata alle imprese per invitarle a partecipare all’appalto per il ponte c’era scritto, infatti, che la Provincia stava negoziando con il ministero dell’Interno il contratto scaduto il 31 marzo 2015 sulla base di un nuovo canone portato a 320mila euro all’anno. Successivamente, in base a norme contenute nelle varie leggi di bilancio, aveva ridotto la pigione prima a 248.500 euro e poi, definitivamente, a 211.225 euro. A quel punto la Provincia aveva deciso di citare in giudizio il ministero dell’Interno affidandosi al tribunale civile di Brescia per avere gli arretrati e per costringerlo a sottoscrivere il nuovo contratto d’affitto con un canone di 211.225 euro all’anno. Il 15 ottobre 2020 i giudici bresciani hanno depositato la sentenza che dà ragione alla Provincia riconoscendole quasi 700mila euro tra arretrati, risarcimenti e spese legali e fissando un canone d’affitto annuo per la caserma di via Chiassi di 211.225 euro anziché 98.127 euro fino a quando il Viminale non libererà l’immobile. Ora l’appello. La Provincia si è già costituita in giudizio e attende fiduciosa anche il secondo round, ritenendo infondati i motivi del ricorso del ministero. Sandro Mortari
Provincia di Mantova Determina 466/2021 del 27/05/2021
Provincia e Toto al lavoro per la quadra anche sulla caserma
Morselli: “Volontà di tutti di trovare un accordo condiviso”
SAN BENEDETTO PO - Stanno facendo passi avanti la Provincia di Mantova e la società Toto Costruzioni in vista dell’accordo per la realizzazione della parte golenale del ponte, che come previsto sarà antisismica. E nel frattempo emerge come i lavori di demolizione dell’attuale ponte potrebbero avvenire entro la fine della prossima estate. Le questioni su cui Palazzo di Bagno e il gruppo abruzzese sono varie e diversificate. Tra queste rientra anche la questione riguardante la caserma di via Chiassi, sede provinciale dei carabinieri. Al momento le interlocuzioni tra le due parti sono ancora in corso, ma la speranza è di riuscire ad arrivare a trovare la quadratura del cerchio entro fine giugno. I segnali positivi non mancano, stando a quanto riferisce il presidente della Provincia Beniamino Morselli: «Stiamo lavorando bene e credo che entro qualche settimana arriveremo alla fine del percorso. Sia da parte della Provincia che da parte di Toto c’è la volontà di trovare un accordo che soddisfi entrambi le parti. I segnali sono molto buoni e del dialogo che si è instaurato siamo tutti soddisfatti». Nel frattempo emerge anche come la demolizione dell’attuale ponte sul Po sia prevista sempre entro la fine della prossima estate. Certo anche da questo punto di vista le variabili sono diverse. Tutto dipende infatti dall’accordo che Provincia e Toto troveranno per la parte golenale del ponte: se un’integrazione dell’attuale contratto con affidamento alla Toto, o se invece per mezzo di una gara d’appalto. In base alla soluzione che verrà trovata, anche i tempi di conseguenza cambieranno. Speranza di Palazzo di Bagno è comunque che i tempi siano quanto più brevi possibile e che di conseguenza l’attuale viadotto sul Po possa venire demolito entro la fine dell’estate. Demolizione che, in ogni caso, comporterà anche la necessità che il nuovo ponte “provvisorio” sia pronto per essere usato. E intanto i lavori vanno avanti senza intoppi, come conferma anche il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna. «Vediamo che Toto sta lavorando bene e senza intoppi ormai da tempo. Quando è necessario lavorano anche il sabato e la domenica e la cosa ci lascia ben sperare per il futuro. Significa che sta andando tutto bene e contiamo che la partita prosegua senza troppe difficoltà su questo binario». Nel giro di alcune settimane dunque - ipoteticamente entro la fine del mese di giugno - anche per la parte golenale del ponte potrebbero arrivare novità decisive e probabilmente positive, come del resto auspicato da tutte le parti in causa nei lavori per il nuovo ponte sul Po.
Provincia di Mantova Determina 445/2021 del 24/05/2021
Trattativa Provincia-Toto Passi avanti per l’intesa
Per i nuovi lavori al ponte le parti sono d’accordo sul minimizzare i disagi e sul rendere il tratto golenale sicuro come quello in alveo
SAN BENEDETTO PO - Non si può ancora parlare di accordo, perché non ci sono le firme a siglare la fine della trattativa, ma il dialogo fra la Provincia, committente dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po danneggiato dalle scosse sismiche del 2012 e da allora a traffico limitato, e la Toto costruzioni, il colosso che sta eseguendo l’opera, sta procedendo a grandi passi verso un’intesa. I punti fermi ci sono e la sintonia ritrovata dopo mesi di incomprensioni e tensioni, sfociate anche in reciproche chiamate di responsabilità, sembra ormai assodata. Si lavora fianco a fianco per trovare un accordo complessivo, ma già ora si intravedono le linee portanti del futuro documento, un aggiunta all’attuale incarico che dovrà consentire alla Toto di proseguire nel cantiere anche nella parte golenale, esclusa dal primo contratto. Sia Provincia che Toto concordano nella necessità di minimizzare i disagi per gli utenti, compattando la chiusura totale al traffico allo stretto necessario, nemmeno un giorno di più. Intesa anche sulla sicurezza delle strutture che Toto andrà a realizzare nella parte che sarà coperta dal futuro contratto integrativo. Interamente antisismico e dalle caratteristiche tali da consentire la completa percorribilità. Su questi due pilastri si sta lavorando per risolvere le questioni rimaste sul tappeto. E se le due parti si chiudono nel riserbo, trapela comunque ottimismo sul finale della complessa trattativa, che una volta terminata, spianerà la strada alla conclusione dei lavori ed all’inaugurazione per la quale qualcuno sta già pensando a una grande festa. FR.R.
Provincia di Mantova Determina 430 e 431/2021 del 20/05/2021
Per non dimenticare Accadde oggi 19 maggio 2017....
Ponte di S. Benedetto, l’inizio di un incubo Il governatore della Regione Roberto Maroni ha dato la picconata d’avvio ai lavori A chi pensava che la pioggia portasse fortuna si sbagliava di grosso..
MANTOVA Una giornata tutta mantovana quella del governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni: prima in città per una lunga ed esclusiva intervista alla Voce nel salotto buono di Palazzo Castiglioni, poi a San Benedetto per l’inaugurazione dei lavori al ponte di San Benedetto. Un’inaugurazione accompagnata da una pioggia battente che i più spiritosi hanno accolto con la classica battuta del ponte bagnato, ponte fortunato. Alla faccia. La pioggia, comunque, ha solo disturbato la cerimonia ma non ha certo attenuato la soddisfazione, sia degli amministratori locali che di quelli della Regione, in testa il Governatore Roberto Maroni per vedere finalmente avviato il cantiere di un’opera lungamente attesa, per risolvere le problematiche di un ponte che - ha sottolineato il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna - «è molto amato da questo territorio ma che ci sta facendo soffrire da oltre vent’anni». Non potendo posare tecnicamente una “prima pietra” dato che il ponte nuovo sarà realizzato in vari tronconi nella zona golenale per essere poi assemblato una volta smontato quello vecchio, a suggellare l’inizio dei lavori dopo il rituale taglio del nastro tricolore, è stata una martellata vibrata dal governatore lombardo a uno dei piloni di sostegno del ponte stesso. Nel corso dell’inaugurazione si sono succeduti gli interventi, oltre che del sindaco sambenedettino Lasagna, che ha lodato in particolare grande qualità del lavoro messo in piedi dalla Regione, anche del sindaco di Bagnolo S.Vito Manuela Badalotti («Per me che sono di Bagnolo ma ho parte della famiglia originaria di San Benedetto la soddisfazione è doppia»), del presidente della Provincia Beniamino Morselli, del consigliere regionale Anna Lisa Baroni, dell’assessore Gianni Fava nonché di Alfonso Toto della Toto Costruzioni, l’azienda che in partnership con la Vezzola realizzerà fattivamente l’opera. Da parte sua il numero uno della Regione ha ribadito come il ponte sia «una promessa mantenuta: l’esborso dell’ente regionale è stato consistente, questo va ricordato ma è anche un nostro motivo di orgoglio, ma aggiungo anche che per noi è di grande soddisfazione avere investito importanti risorse e al contempo avere lasciato la gestione del cantiere agli enti locali. Questa - ha sottolineato Maroni - è una scelta pienamente e chiaramente federalista, ma anche noi faremo la nostra parte per controllare che l’opera venga realizzata nei tempi e nei modi previsti perché è essenziale per questo territorio.». Un’ultima battuta vede Maroni guardare già anche al referendum per l’autonomia della Regione Lombardia: «Il lavoro da noi svolto dimostra che la Regione sostituisce spesso e volentieri il lavoro dello Stato e non mi riferisco solo al Ponte di San Benedetto ma anche, tanto per toccare un argomento affrontato oggi più volte, la gestione del post-sisma - ha concluso il Governatore -. Per noi una giornata come questa non è solo un momento di orgoglio e di soddisfazione personale, ma è un motivo in più per fare capire ai cittadini che una Lombardia più autonoma è senz’altro una Lombardia che funzionerà meglio»
Ponte di S. Benedetto, Capelli: “bene l’accelerazione ma che il 2022 sia l’anno certo della fine dei lavori”
SAN BENEDETTO PO – I lavori al ponte di San Benedetto Po finalmente procedono spediti e anche il mondo dell’economia locale, che tanto ha sofferto per i ritardi accumulatisi negli anni nella realizzazione delle opere, può guardare ora con un po’ più di fiducia al futuro. Ma ovviamente le preoccupazioni non sono svanite come spiega bene nel video servizio allegato il presidente di Confartigianato Mantova Lorenzo Capelliche chiede tempi sicuri per la conclusione delle opere. “Che il 2022 sia la data certa della conclusione del cantiere” dichiara Capelli.
Terminate le prove strutturali, riaperto il Ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO – Da qualche minuto ha riaperto il Ponte di San Benedetto. Dalla Provincia la notizia del termine dei lavori per le prove di tipo statico della struttura. Controlli, fanno sapere da via Principe Amedeo, che non hanno riscontrato criticità rispetto agli ultimi controlli. Quindi la circolazione può riprendere seppure con le limitazioni tutt’ora in vigore.
Provincia di Mantova Determina 367/2021 del 03/05/2021
LA PROVINCIA DEFINISCE COSTI E FONTI DI FINANZIAMENTO
Ponte di San Benedetto, 12,8 milioni per il tratto golenale
MANTOVA - Quasi tredici milioni - 12,8 per la precisione - per l’intervento sul tratto golenale del ponte di San Benedetto: nella giornata di ieri il presidente della Provincia Beniamino Morselli ha approvato il documento di fattibilità che definisce il costo complessivo dell’intervento e le fonti di finanziamento. 900mila
euro arrivano da Regione Lombardia, 1 milione e 475mila dalla Provincia (di cui 475mila quali risorse proprie dell'Ente e un milione dall’avanzo di amministrazione. Queste somme previste inizialmente per l’intervento di risanamento conservativo e miglioramento strutturale del tratto di ponte sul fiume Po in area golenale, sono ora investite per la ristrutturazione antisismica del viadotto), 5 milioni e 251mila arrivano dalla Struttura Commissariale di Regione Lombardia per l’emergenza sisma a ristoro dei danni al ponte causati dal terremoto del 2012, 4 milioni da un mutuo contratto da parte della Provincia e un altro milione e 200mila euro da risorse dell’ente nell’avanzo 2020. Andando più sull’aspetto tecnico della questione, se le condizioni del ponte in alveo hanno portato alla decisione - come sta avvenendo - di realizzare una nuova struttura, per il viadotto golenale non sono state evidenziate criticità simili a quelle in alveo. Tuttavia, anche in ragione di un ammaloramento sia delle componenti in calcestruzzo che di quelle in acciaio - oltre che di altre problematiche evidenziate nelle selle tra le travi tampone e le estremità delle mensole - la Provincia ha deciso, come ricordato anche nei giorni scorsi, di procedere con la ristrutturazione antisismica del “tratto golenale”, invece che con il solo risanamento conservativo e miglioramento strutturale. Questo per garantire non solo continuità ed omogeneità col “tratto in alveo”, attualmente in fase di realizzazione, ma anche per migliorare la sicurezza per gli utenti della strada e la durabilità dell’opera nel corso degli anni.
Nicola Antonietti
Fonte Gazzetta di Mantova del 1 maggio 2021
Una precisazione dell'articolo 613 mt è la lunghezza totale del ponte, il tratto di golena è di 270 mt.
Fonte Voce di Mantova del 30 aprile 2021
Fonte Gazzetta di Mantova del 30 aprile 2021
Per il ponte progetto ok
Resta da risolvere il nodo della caserma
L’incontro Provincia-Toto lascia sul piatto il tema pagamenti
Entro metà maggio possibile sblocco e firma del contratto
SAN BENEDETTO PO - Il lungo faccia a faccia fra il direttore generale della Toto spa Alfonso Toto e i referenti della Provincia secondo indiscrezioni che trapelano avrebbe risolto solo in parte i problemi sul tappeto. Da un lato, non vi sarebbero ostacoli alla progettazione del nuovo tratto, quello in golena, dall’altro
rimarrebbe pendente la questione finanziaria irrisolta ovvero del pagamento a saldo dei lavori attraverso la cessione della proprietà della caserma provinciale dei carabinieri di via Chiassi, a Mantova. Soluzione inserita nel contratto d’appalto degli attuali lavori dal committente, la Provincia, ma osteggiata dall'esecutore
della riqualificazione del ponte, la Toto che per questo ha citato in giudizio la stessa Provincia per presunte “inadempienze contrattuali”. La sostanza è questa. Nell’appalto di riqualificazione del ponte predisposto dalla Provincia nel 2015 e firmato dalla vincitrice Toto nel 2016 (i lavori sono poi iniziati nel 2017) è previsto che ai 30 milioni di euro concessi dalla Regione si aggiunga a saldo l’edificio della caserma, per un valore di 3,8 milioni. La Toto contesta la cifra ritenendo che il valore effettivo sia inferiore a causa di mancanze sui rinnovi dei contratti d’affitto da imputare alla Provincia. Un braccio di ferro che già una prima volta, lo scorso anno era sul punto di essere risolto, salvo poi tornare al muro contro muro. Ora ci si riprova in un clima più disteso da entrambe le parti, favorito dall’avanzamento spedito del cantiere. La Provincia si è riservata qualche settimana per valutare una nuova proposta della Toto. E sbloccando la partita “caserma”, si arriverà in breve alla firma del contratto integrativo. —
FRANCESCO ROMANI_
30 aprile 2021 sito della Provincia di Mantova
link http://www.provincia.mantova.it/cs_context.jsp?ID_LINK=41&area=37&id_context=20523&COL0003=1&COL0003=2
Tratto in golena del nuovo ponte di San Benedetto, definiti costi e fonti di finanziamento
30.04.2021 13:44
Con il Documento di fattibilità delle alternative progettuali approvato dal Presidente
Ristrutturazione anti sismica del tratto golenale del ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo: ora è arrivata l'approvazione da parte del Presidente della Provincia del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali con la definizione del costo complessivo dell'intervento e delle relative fonti di finanziamento.
Il manufatto lungo complessivamente circa 613 metri e realizzato tra la prima e la seconda metà degli anni sessanta, ha manifestato, a partire dalla sua costruzione e negli anni successivi, cedimenti differenziali delle fondazioni delle pile in alveo amplificati ulteriormente dal successivo intervento di "rettifica" del piano viario che ha visto l'utilizzo di materiali di riempimento costituiti da inerti e/o cementati.
Tali condizioni critiche furono successivamente peggiorate dal sisma del 2012: da qui la necessità improrogabile di procedere con la sostituzione della struttura esistente con un nuovo manufatto in acciaio, come sta avvenendo per il "tratto in alveo" più ammalorato.
Per il "tratto in golena" non si rilevano particolari criticità dal punto di vista fondazionale; tuttavia la parte in elevazione (pile e impalcato) non risulta essere esente da un grave ammaloramento materico sia a livello di calcestruzzo che di acciaio. Ciò comporta l'effettuazione di importanti interventi di manutenzione per arrestare non solo i fenomeni di decadimento materico ma anche di rinforzare la struttura nelle parti più critiche sostanzialmente identificabili nelle selle "Gerber" tra le travi tampone e le estremità delle mensole e di aumentare la precompressione di queste ultime con l'integrazione di cavi post-tesi affinché tale porzione di manufatto possa essere in grado di resistere alle maggiori sollecitazioni previste dalla nuova Normativa Tecnica sulle Costruzioni.
Di qui la decisione della Provincia di procedere con la ristrutturazione antisismica del "tratto golenale", invece che con il solo risanamento conservativo e miglioramento strutturale. Questo per garantire non solo continuità ed omogeneità col "tratto in alveo", attualmente in fase di realizzazione, ma anche per migliorare la sicurezza per gli utenti della strada e la durabilità dell'opera nel corso degli anni.
L'intervento avrà un costo complessivo di 12.838.069 euro così finanziati:
- 900.000 euro da Regione Lombardia
- 1.475.000 euro dalla Provincia (di cui 475.000 quali risorse proprie dell'Ente e 1.000.000 fondi avanzo di amministrazione). Queste somme previste inizialmente per l'intervento di risanamento conservativo e miglioramento strutturale del tratto di ponte sul fiume Po in area golenale, sono ora investite per la ristrutturazione antisismica del viadotto
- 5.251.000 contributo da parte della Struttura Commissariale di Regione Lombardia per l'emergenza sisma a ristoro dei danni al ponte causati dal terremoto del 2012
- 4.000.000 con contrazione mutuo da parte della Provincia di Mantova
- 1.212.069,98 quali risorse proprie dell'Ente (avanzo 2020)
Fonte Gazzetta di Mantova del 29 aprile 2021
Fonte La Voce di Mantova del 29 aprile 2021
29 aprile 2021 sito della Provincia di Mantova
link http://www.provincia.mantova.it/cs_context.jsp?ID_LINK=41&area=37&id_context=20514&COL0003=1&COL0003=2
Rendiconto 2020, approvato all'unanimità
29.04.2021 17:50
Nella variazione del Dup entra la ristrutturazione antisismica del ponte di San Benedetto in area golenale
Via libera all'unanimità dal Consiglio Provinciale al rendiconto per l'esercizio 2020.
La gestione si chiude per la Provincia di Mantova nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica. L'ente presenta infatti una situazione di pareggio di bilancio e un risultato positivo di amministrazione. Inoltre l'ente non è strutturalmente deficitario, rispetta i limiti relativi alla spesa del personale e il parametro dei tempi di pagamento. La Provincia ha inoltre azzerato i costi relativi alle spese di rappresentanza.
Il bilancio si chiude in equilibrio con un risultato di amministrazione positivo di 28.981.779 euro, un fondo di cassa di 51.730,169 euro. Il conto economico evidenzia un risultato positivo pari a 8.440.651 euro e un conto patrimoniale che evidenzia un patrimonio netto al 31 dicembre dello scorso anno di 90.189.301 euro.
Si riduce lo stock del debito che alla fine del 2020 era di 34.262.774 euro.
Il Consiglio nella seduta di oggi pomeriggio ha anche approvato all'unanimità la seconda variazione dal Documento Unico di Programmazione 2021 -2023. Ecco i principali cambiamenti per quanto riguarda il triennale delle opere pubbliche:
eliminato l'intervento di risanamento conservativo del tratto di ponte sul fiume Po in area golenale a San Benedetto per variazioni sostanziali del progetto che cambia in ristrutturazione antisismica per un costo complessivo di 12.838.069 euro finanziato con 900 mila euro da Regione Lombardia e per 2.687.069 euro dalla Provincia con risorse proprie. Altri 5.251.000 euro arriveranno dalla struttura commissariale per il terremoto e 4 milione con la stipula di un mutuo da parte dell'ente di Palazzo di Bagno.
Nel triennale entrano anche i lavori di manutenzione straordinaria all'armamento del binario base del raccordo ferroviario di Frassine - Porto di Valdaro del costo complessivo di 230 mila euro finanziati dalla Provincia con risorse proprie.
Aumentano poi gli stanziamenti per la ristrutturazione delle strutture portanti del cavalcaferrovia di Motteggiana che da 294.504 euro passano a 349.504 per modifiche al quadro economico dell'opera. A finanziare l'intervento saranno 294.504 euro provenienti dal fondo Patto per la Lombardia e altri 55 mila messi dall'ente.
Più risorse anche per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali nel 2021 che da mezzo milione di euro passano a 769.028 (finanziati con introiti delle sanzioni da autovelox 2020 dei Comuni).
Più risorse anche per l'adeguamento sismico del lotto B secondo stralcio (corpo di fabbrica) del liceo Gonzaga di Castiglione delle Stiviere: da 874.995 euro si passa a 1.200.000 euro (allo stanziamento iniziale del ministero si aggiungono 325 mila euro provenienti dalle casse della Provincia.
Nel programma dei lavori pubblici del 2022 entra l'ampliamento degli sportelli front office al piano rialzato del CPI di Mantova (costo 650 mila euro coperto da contributo regionale).
Più fondi anche per il secondo stralcio del secondo lotto della Gronda nord: per il collegamento tra località Fenilrosso e la sp,51 Viadanese si passa da 7.100.000 euro a 7.280.000 così ripartiti: 7.100.000 dalla Regione, 172.000 euro dal ministero dell'interno e 8 mila dalla Provincia.
Nel 2023 le risorse per la manutenzione straordinaria al ponte sul canale Navarolo scendono a 900 mila euro dal 1.150.000 iniziale mentre per analogo intervento al ponte sul canale Sabbioncello a Sabbioneta si scende a 850.000 euro dagli iniziali 1.050.000.
Cambiano le fonti di finanziamento per la ristrutturazione con adeguamento sismico e riqualificazione energetica del liceo Belfiore di Mantova del costo di 6.711.700 euro (Ministero dell'Istruzione e risorse delle Provincia).
Nel programma biennale 2021 - 2022 di acquisti di servizi e forniture entrano la concessione del servizio di ripristino delle
Condizioni di sicurezza stradale e reintegrazione delle matrici ambientali compromesse da incidenti stradali mediante bonifica ed eventuale manutenzione della piattaforma stradale e delle sue pertinenze (costo 337 mila euro finanziato dalle compagnie assicurative dei privati che arrecano i danni sulle strade) e il servizio di vigilanza e custodia del ponte di barche di Torre d'Oglio (257 mila euro coperti con stanziamento proprio della Provincia).
Provincia di Mantova Determina 354/2021 del 28/04/2021
link https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/2021/04/28/news/ponte-di-san-benedetto-chiuso-al-traffico-dal-3-al-7-maggio-1.40209581
Ponte di San Benedetto chiuso al traffico dal 5 al 7 maggio
Lo stop è motivato dalle prove statiche sulla struttura
SAN BENEDETTO. Ponte chiusto al traffico dal 5 al 7 maggio per prove di staticità. L'amministrazione provinciale comunica che scatterà la «chiusura temporanea al traffico della strada provinciale Romana nel tratto del ponte sul fiume Po, nei territori di Bagnolo S. Vito e di S. Benedetto Po, per effettuare prove di tipo statico sulla struttura».
«Lo stop al transito - prosegue la nota - scatterà alle 9 di mercoledì 5 maggio 2021 e si protrarrà sino alle 18.30 di venerdì 7 maggio».
*ore 19.10: il titolo è stato corretto dopo che la versione iniziale riportava erroneamente 3 maggio anziché 5.
Fonte Mantovauno.it del 28 aprile 2021
link https://mantovauno.it/cronaca/prove-statiche-dal-5-al-7-maggio-chiuso-il-ponte-di-san-benedetto/?fbclid=IwAR3Wepuzc-Jo2Uh3t7vSkK1eS_DCS2J8N21zGDODrguVX_rCOHl-uKWrkHA
Prove statiche, dal 5 al 7 maggio chiuso il ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO PO – Chiuderà temporaneamente al traffico la Sp ex SS n. 413 “Romana” nel tratto comprensivo del ponte sul fiume Po, nei territori di Bagnolo S. Vito e di S. Benedetto Po. Lo stop alla circolazione è necessario per effettuare prove di tipo statico sulla struttura del ponte.
Le modifiche alla viabilità scatteranno alle ore 9 di mercoledì 5 maggio 2021 e si protrarranno fino alle ore 18.30 di venerdì 7 maggio 2021. Per effettuare le verifiche, di routine e previste nel programma Catasto Sicurezza Ponti attuato dalla provincia di Mantova a partire dall’anno 2016 come ulteriore verifica sullo stato dei manufatti in gestione all’ente, è necessario chiudere al traffico il ponte sul fiume Po per la durata ininterrotta di tre giorni: vi sarà infatti la presenza continua sul manufatto di strumentazione utilizzate per eseguire le prove.
https://www.facebook.com/watch/?v=456812717653727
Fonte Sito Provincia di Mantova
link http://www.provincia.mantova.it/cs_context.jsp?ID_LINK=41&area=37&id_context=20491&COL0003=1&COL0003=2&COL0003=3
Provincia di Mantova Determina 329/2021 del 19/04/2021
link https://www.ilgiornaledelpo.it/novita-sul-nuovo-ponte-di-san-benedetto-po/
Un mese di chiusura al traffico, verosimilmente nell’estate del 2022 e poi entro l’autunno conclusione di tutti i lavori per il nuovo ponte di San Benedetto, sia per la parte in alveo che per quella in golena.
Sono le importanti e attese novità comunicate oggi dal Presidente della Provincia di Mantova Beniamino Morselli, affiancato dal dirigente dell’Area Lavori Pubblici e Trasporti Antonio Covino, nel corso di una conferenza stampa in video collegamento a cui hanno partecipato anche i sindaci di San Benedetto Po, Bagnolo San Vito e Quistello e il presidente del Consorzio Oltrepo Alberto Borsari.
Ora l’impegno del numero uno dell’ente di Palazzo di Bagno e della struttura tecnica della Provincia, è volto al superamento degli ultimi cavilli per chiudere l’accordo con la Toto e affidare alla stessa società che sta realizzando il ponte in alveo, anche il rifacimento di quello in golena. Un contratto integrativo, che se diverrà realtà, permetterà di velocizzare i tempi di ultimazione del manufatto nella sua completezza rispetto a quelli di un nuovo affidamento ad altra realtà.
Senza contare le economie nei costi che si potrebbero avere se gli esecutori di entrambe le due parti di ponte fossero gli stessi. Tramontata l’idea di una passerella per evitare lo stop al passaggio sul ponte per periodi prolungati, sostanzialmente, il nuovo ponte, nelle sue due parti, verrà costruito nei piazzali sui lati delle due sponde del fiume a Bagnolo e San Benedetto e poi “spostato” nella posizione definitiva. Di fatto sarà affiancato a quello attuale che sarà demolito.
Fonte Voce di Mantova del 18 aprile 2021
SAN BENEDETTO CHIUSURA AL TRAFFICO TRA UN ANNO PER NON PIÙ DI 30 GIORNI
Ponte nuovo (e completo) nell’autunno 2022
Il nuovo ponte in alveo e il viadotto golenale, in posizione provvisoria, fungeranno da bypass durante la demolizione delle vecchie strutture
SAN BENEDETTO PO - I sindaci presenti l’hanno definita una “giornata storica”: e per certi versi era tanto l’ottimismo che si respirava ieri durante la conferenza stampa online di presentazione della prosecuzione dei lavori per il nuovo ponte di San Benedetto Po. Con il nuovo cronoprogramma si arriverà all’autunno del 2022 con il ponte finito, ma completo sia di una nuova parte in alveo, che di una nuova parte golenale, antisismico e prevedendo un periodo di chiusura al traffico, nell’estate sempre del 2022, di non più di un mese. Le novità sono state illustrate dal presidente della Provincia Beniamino Morselli e dal responsabile dell’area trasporti e
lavori pubblici Antonio Covino alla presenza dei sindaci Roberto Lasagna (San Benedetto), Roberto Penna (Bagnolo), Luca Malavasi (Quistello) e Alberto Borsari (Borgo Mantovano, anche presidente del Consorzio Oltrepò). La soluzione progettuale che sarà adottata esclude la realizzazione di una passerella bypass per il traffico durante la chiusura: una volta realizzato il ponte in alveo esso verrà affiancato a quello già presente; successivamente si costruirà un nuovo viadotto golenale con le stesse caratteristiche di quello in alveo, anch’esso affiancato a quello vecchio. Quando si procederà alla demolizione delle vecchie strutture quelle nuove, in posizione provvisoria, fungeranno da bypass per poi essere successivamente traslate (e qui si avrà la chiusura al traffico per un periodo che va da 18 a 30 giorni) nella loro posizione definitiva. Il presidente Morselli ha spiegato che ora si accelererà per arrivare a un contratto integrativo per affidare sempre a Toto la realizzazione del viadotto golenale, ricordando l’impegno dei sindaci che nei mesi scorsi diedero il via libera all’utilizzo di 5,3 milioni messi a disposizione dalla Regione e inizialmente stanziati per il post sisma: per i costi aggiuntivi sarà la Provincia a mettere risorse ma con una variazione di bilancio non dovrebbe essere necessario accendere dei mutui. Il passo progettuale è fatto, ora si attendono le mosse successive.
I sindaci: sarà un modello per il territorio
SAN BENEDETTO PO - I sindaci presenti non hanno mancato di sottolineare la loro soddisfazione: il primo cittadino di San Benedetto Po Roberto Lasagna ha esordito dicendo che «si è visto un nuovo modo di fare politica per il territorio, che potrebbe essere da esempio anche per iniziative future. Importante avere preso una decisione di questo genere, importante sia dal punto di vista socioeconomico che da quello “psicologico”: dopo una pandemia una chiusura prolungata sarebbe stata l’ennesima mazzata per l’Oltrepò». Il sindaco di Bagnolo Roberto Penna ha sottolineato «l’impegno congiunto e notevole da parte di comuni e Provincia», mentre il sindaco di Quistello Luca Malavasi ha invece sottolineato «l’importanza storica di questa decisione che è stata presa con la massima concordia e al di là di ogni possibile divergenza politica. Per dirla con il collega Lasagna “questa è la politica che ci piace”». Concetti ribaditi dal presidente del Consorzio Oltrepò Mantovano (e sindaco di Borgo Mantovano) Alberto Borsari che ha ricordato come «il concetto di “lavoro di squadra”, spesso destinato a restare nella teoria, è pratica consolidata nell’Oltrepò: con la Provincia abbiamo dato vita a un modus operandi che ci porterà, se tutte le tessere del puzzle andranno al loro posto, un ponte che sarà simbolo di un territorio».
(nico)
Fonte Gazzetta di Mantova del 18 aprile 2021
Il ponte provvisorio aperto al traffico ridurrà al minimo i tempi di chiusura
L’ipotesi della Provincia entusiasma i sindaci della Bassa
Stop finale di un mese e inaugurazione nell’autunno 2022
SAN BENEDETTO PO - La Provincia trova la soluzione per limitare al minimo la chiusura totale del ponte di San Benedetto Po. E dopo le tensioni del passato, raccoglie il plauso unanime dei sindaci della zona riuniti ieri mattina in conferenza online alla presenza del direttore dei lavori, l’ingegner Antonio Covino. In sostanza il nuovo viadotto (che sarà interamente antisismico) non avrà interruzioni di cantiere. Quando la parte in alveo, oggi in costruzione, sarà spostata al centro del fiume, nell’ex cava Rondelli si inizierà subito la costruzione della parte golenale, da attaccare alle prime due. Da argine ad argine ci saranno quindi due ponti, quello attuale in cemento e pochi metri più a valle, quello nuovo interamente costruito in acciaio. Su quest’ultimo, una volta collaudato, sarà spostato il traffico per permettere di demolire gli impalcati usati oggi senza interrompere la circolazione. A quel punto, e si sarà presumibilmente fra primavera ed estate 2022, lo stop totale sarà limitato al minimo: il tempo sufficiente per far spostare il ponte provvisorio nella sua sede definitiva e, in autunno, inaugurarlo. Una soluzione che alla fine costerà 2,5 milioni in più, ma che la Provincia è disposta a tirar fuori dal proprio bilancio. E che necessita dell’adesione della ditta che dal 2016 sta seguendo l’attuale riqualificazione da quasi 34 milioni di euro, la Toto spa. Anche questo scoglio, da quanto spiegato dal presidente provinciale, Beniamino Morselli, è in via di soluzione, con la chiusura del contenzioso in atto e la successiva firma del contratto integrativo che assegnerà anche al colosso abruzzese il resto dei lavori.
«Come Trapattoni - ha detto Morselli con una battuta - non diciamo gatto sino a che non è nel sacco. Ma siamo fiduciosi e soddisfatti di questa soluzione condivisa con il territorio e i sindaci. Tecnicamente ci consente di ridurre al minimo i disagi, per questo, anche se più onerosa, l’abbiamo scelta rispetto alle altre, passerella
compresa». I costi aggiuntivi sarebbero i piloni per sorreggere la parte in golena durante la costruzione e le modifiche alle due rampe di accesso (lato Bagnolo e lato di San Benedetto), per salire sulla nuova struttura mentre è in posizione provvisoria. «Con la Toto ci sono stati momenti difficili - ha ammesso Morselli - ma è
una azienda dalle grandi potenzialità ed ora sta lavorando bene. C’è la disponibilità reciproca a superare i problemi del passato». La soluzione proposta ora dovrà completare tutto l’iter previsto (la progettazione definitivo-esecutiva, le autorizzazioni di Aipo, Soprintendenza ecc.), ma è quella auspicata dai sindaci
che avevano accettato di destinare al ponte lo stanziamento aggiuntivo dei 5,3 milioni di euro di risarcimento dai danni da sisma. Soddisfatti i sindaci, a partire da quello di San Benedetto Po. «Una vittoria del territorio e della Provincia - ha detto Roberto Lasagna -. Ma anche un modo nuovo di fare politica, guardando al territorio e non al campanile». «Il nostro Comune è il territorio - gli ha fatto eco Alberto Borsari, presidente del Consorzio Oltrepò - alla fine il lavoro di squadra fatto ha ripagato. E il ponte, una volta costruito, sarà il simbolo di questo territorio». «Partiti da posizioni distanti - ha infine commentato Luca Malavasi (Quistello) - la Provincia ha fatto sintesi delle richieste e il suo staff tecnico ha trovato il risultato migliore fra quelli possibili».
Francesco Romani_
UNA LUNGA VICENDA
I problemi iniziali
Il ponte è ammalorato a partire dalla sua costruzione tra il 1964 e il 1966. Neppure vent’anni dopo, nel 1987, manifesta i primi problemi strutturali, tanto che il 6 ottobre 1993 viene chiuso per i danni provocati da una grossa piena.
I primi lavori
Il progressivo indebolimento della struttura comportò tra il 1993 e il 2012 diversi periodi di chiusura totale o di limitazione al traffico, mentre gli interventi di manutenzione ebbero il solo effetto di appesantire la struttura e causare l’abbassamento di alcune campate.
Dal sisma a oggi
Nel 2012 il terremoto assesta un colpo mortale. Si limita il traffico e nel 2016 si assegnano i lavori di riqualificazione della parte in alveo che si dilungano fra ritardi e contenziosi. Per quella in golena si sta lavorando in questi mesi.
TeleMantova puntata del 17.04.2021 - spiegazioni lavori in golena
San Benedetto, un ponte provvisorio per ridurre al minimo la chiusura del traffico
MANTOVA – Il ponte di San Benedetto sarà interamente nuovo e antisismico da argine a argine: lo ha annunciato la Provincia di Mantova questa mattina, in una conferenza online con i sindaci del territorio e con l’ingegner Antonio Covino, dirigente dell’area lavori pubblici e trasporti. Sostanzialmente il nuovo ponte (parte in golena e parte in alveo) sarà costruito di fianco alla posizione definitiva, e verrà traslato al posto di quello attuale, una volta completata la demolizione. Questa soluzione permetterà di ridurre al minimo i disagi dovuti alla chiusura, che andranno da 18 giorni fino ad un massimo di un mese (presumibilmente nell’estate 2022). La soluzione proposta, che ora dovrà completare tutto l’iter previsto, è quella auspicata dai sindaci e dalla struttura commissariale, grazie allo stanziamento aggiuntivo dei 5,3 milioni di euro di risarcimento dai danni da sisma subiti dal ponte. La Provincia di Mantova ha poi provveduto ad individuare risorse necessarie a completare l’intervento, compresi 2,5 milioni di euro per evitare una chiusura che si sarebbe protratta più a lungo. La somma restante, dei 10 milioni di costi non previsti, sarà assicurata dalla provincia. La fine dei lavori sarebbe prevista per l’autunno del 2022.
“C’erano tre soluzioni per risolvere una volta per tutte il tema della viabilità sul ponte – ha detto il presidente della Provincia Beniamino Morselli -. Anche grazie al confronto con i sindaci, abbiamo scelto quella che coniuga risoluzione dei problemi e riduzione al minimo dei disagi. Altre soluzioni
avrebbero richiesto una chiusura di almeno tre mesi. Una delle condizioni che ci consentono di andare il più veloce possibile e ottenere qualche risparmio sui lavori, passa con un accordo con Toto: qualora dessimo l’affidamento alla stessa, con un contratto integrativo, potremmo dare presto forma all’esecuzione del ponte in golena. Come sapete, con Toto ora ci sono in essere alcuni contenziosi: dobbiamo arrivare ad un accordo soddisfacente per le parti. Bisogna superare queste problematiche ancora sul tavolo: da parte nostra ci stiamo mettendo buona volontà, credo di poter dire che dall’azienda c’è la massima disponibilità”.
“Si tratta della vittoria del territorio – dice il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna -, ringrazio tutti. Abbiamo lavorato per trovare le giuste soluzioni e anche tra la gente c’è una certa contentezza. Risolvere il problema in un momento molto particolare come quello che stiamo vivendo, visto che stiamo attraversando un’emergenza non solo sanitaria ma anche psicologica e sociale, è molto importante. Una soluzione di questo tipo mette al riparo anche psicologicamente comunità fortemente provate. Ora speriamo che non ci siano problematiche burocratiche a rallentare la situazione, perché la strada intrapresa è quella vincente. Tutto ciò è stato permesso grazie all’accordo tra i sindaci dei comuni colpiti dal terremoto: tutti hanno perso un pezzettino delle somme dovute alla ricostruzione, per destinarli ad un’opera importante per il territorio. E’ stato un cambio di passo per tutto l’Oltrepò mantovano. L’unione ha fatto la forza”.
“Grazie alla Provincia, al presidente e al suo staff – sottolinea Luca Malavasi, primo cittadino di Quistello -, siamo partiti a volte da posizioni distanti, ma abbiamo fatto sintesi per arrivare all’obiettivo. La parte politica e la parte tecnica hanno fatto un grande lavoro: si tratta del miglior risultato raggiungibile, per noi è una giornata storica. Ci siamo arrivati grazie all’unità e alla compattezza: il ponte darà sicuramente uno stimolo positivo a tutti i nostri territori”.
“Quando abbiamo dovuto fare squadra, rinunciando tutti a qualcosa – ha osservato Alberto Borsari (sindaco di Borgo Mantovano e a capo del Consorzio Oltrepò) -, non abbiamo indugiato. Il nostro comune è il territorio. Questo ponte sarà un’infrastruttura importante che darà benefici a tutti. Dall’altra parte abbiamo trovato una sponda positiva della Provincia da parte del presidente Morselli e dall’ingegner Covino. Sono stati anni molto intensi, ma tutti abbiamo ragionato per il bene del territorio mantovano”.
Fonte Voce di Mantova del 14 aprile 2021
Nuovo ponte sul Po
“Soddisfatti, grandi passi avanti”
SAN BENEDETTO PO - Parla di incontro molto proficuo del quale è rimasto molto soddisfatto, il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna. Ieri pomeriggio infatti nella sede della Provincia si è tenuto un incontro incentrato sulla realizzazione del nuovo ponte sul Po, al quale oltre a Lasagna hanno preso parte anche il sindaco di Bagnolo Roberto Penna, il sindaco di Quistello Luca Malavasi e il sindaco di Borgo Mantovano e presidente dell’Oltrepò Alberto Borsari. Nel corso dell’incontro infatti c’erano vari temi da affrontare, tra i quali la realizzazione del by-pass e in generale lo stato di avanzamento dei lavori che, come noto, lo scorso anno hanno visto un lunghissimo stop che ora è stato superato.
Fonte Gazzetta di Mantova del 14 aprile 2021
Ponte di San Benedetto Po
Il piano della Provincia: contratto bis con la Toto e niente lunghe chiusure
SAN BENEDETTO PO - Una luce in fondo al tunnel. Così i sindaci hanno definito l’incontro avuto ieri con la Provincia in merito allo stato di avanzamento dei lavori e al prossimo futuro del cantiere del ponte sul Po. Il completamento del ponte comincia finalmente a prospettarsi e quanto chiesto dalle amministrazioni della zona all’ente appaltante sembra stia prendendo forma. E sembra pure che il peggior incubo del territorio - la chiusura al traffico per un lungo periodo - possa essere scongiurata. Parliamo al condizionale perché ieri la Provincia - nelle persone del presidente Beniamino Morselli, del capo di gabinetto e portavoce Nicola Siliprandi e del dirigente dell’area tecnica Antonio Covino - dopo aver proposto ai sindaci alcune soluzioni tecniche per il futuro, si è anche riservata di renderle pubbliche nei prossimi giorni perché ci sono da mettere a punto gli ultimi dettagli. «Piena soddisfazione da parte nostra - hanno detto in coro i sindaci di San Benedetto Roberto Lasagna, di Bagnolo Roberto Penna, di Quistello Luca Malavasi e dell’Oltrepò mantovano Alberto Borsari - Abbiamo preso atto del grande lavoro portato avanti dalla Provincia in questi mesi; ieri abbiano raggiunto un accordo sulle opzioni tecniche che ci sono state prospettate. Per quanto ci riguarda si sta facendo il bene del territorio». I lavori in alveo - ha confermato la Provincia - se non ci saranno intoppi si concluderanno con la posa del ponte a luglio. Poi potranno cominciare i lavori in golena. Nelle intenzioni della Provincia ci sarebbe quella di proseguire il cantiere affidando alla stessa ditta Toto anche la realizzazione del ponte golenale (per cui non è ancora stato siglato il contratto), con un contratto integrativo, quindi senza gara, «per risparmiare tempo e denaro di tutti». —
DM
Fonte Gazzetta di Mantova del 14 aprile 2021 Sei milioni a disposizione per ponte, strade e scuole Bilancio consuntivo, la spesa più ingente destinata al viadotto sul Po Il resto dell’avanzo servirà per la manutenzione delle superiori e gli asfalti
Per l’emergenza Covid l’anno scorso la Provincia ha ricevuto dallo Stato, in tre tranche, 6 milioni 337mila 238 euro. Lo si evince dal conto consuntivo annuale licenziato nei giorni scorsi dal presidente Beniamino Morselli e ora pronto per il consiglio provinciale. L’anno scorso l’emergenza sanitaria ha causato a Palazzo di Bagno una diminuzione di entrate e un aumento delle spese per far fronte alla dotazione di dispositivi di protezione individuale da assegnare al personale e nelle scuole superiori, alla sanificazione degli ambienti, agli interventi strutturali per evitare i contagi. Per esempio, è diminuito di quasi 11% il gettito derivante dalle tre principali imposte provinciali e cioè l’imposta provinciale di trascrizione, l’imposta sulle assicurazioni Rca e il tributo ambientale. Nel dettaglio, il gettito dell’Ipt è stato di 14.040.936 euro, il 3,3% in meno rispetto al 2019; la Rca ha dato 11.588.252 euro, il 19,25% in meno, mentre dal tributo ambientale sono arrivati 2.237.600 euro, appena lo 0,74% in meno rispetto all’anno prima. Sono state deficitarie anche le entrate extratributarie: la Cosap ha dato 515.532 euro, il 12,8% in meno. Le minori entrate, in totale, per Palazzo di Bagno sono state di 4 milioni 603mila euro, a fronte di minore spese da Covid per 468.240 euro e maggiori spese per altri 544.900 euro. Alla fine, lo sbilancio è stato di 4 milioni 680mila euro, coperto abbondantemente dallo Stato. Il presidente Morselli spiega così i due milioni in più che l’ente si è ritrovato a gestire: «Il consuntivo ha dimostrato che, alla fine, abbiamo avuto più entrate di quelle che avevamo preventivato e, quindi, lo Stato ci ha dato 2 milioni in più. Sicuramente, quando rendiconteremo le spese per quest’anno lo Stato ce li decurterà. Non dovremo, dunque, restituirli, ma ce li scorporeranno dagli aiuti 2021». In effetti, dal consuntivo emerge che per le entrate tributarie la Provincia aveva messo in preventivo un incasso di 27,51 milioni di euro che a fine anno sono diventati 29,45, quasi 2 in più del tutto inattesi. In una situazione grave come quella in cui si è vissuto per buona parte del 2020, la Provincia è riuscita ugualmente a spendere per investimenti 21 milioni 355mila euro, 17 dei quali arrivati dallo Stato e dalla Regione. Alla fine l’avanzo di competenza maturato nel 2002 è stato di quasi 29 milioni di euro. Di questi, però, l’avanzo libero da spendere non appena il consuntivo sarà approvato dall’aula sarà di 5.916.140 euro, più altri 747.943 destinati agli investimenti. Per il loro impiego la Provincia dimostra già di avere le idee chiare. Dice, infatti, Morselli: «Una parte consistente di quei sei milioni sarà utilizzata per l’intervento sul ponte di San Benedetto: al di là della soluzione che presto individueremo per la parte in golena, quei soldi servono là. Un’altra parte – aggiunge – sarà destinata a interventi sulle scuole. Poi non sarà trascurata la manutenzione stradale, a cui sarà destinata la cifra che rimarrà dopo ponte e scuole». Tutto il resto è già vincolato oppure accantonato nei vari fondi come quello per i crediti di dubbia esigibilità (7 milioni) e per il fondo contenziosi legali, quest’anno incrementato di 990mila euro per far fronte soprattutto al contenzioso Canzian, per il quale ne sono stati messi da parte 800mila. — Sandro Mortari
Provincia di Mantova Determina 314/2021 del 13/04/2021
La Toto accelera, ma la passerella non è pronta. La Provincia: «Novità a breve»
Il sindaco: «Unica soluzione il bypass, non si può mortificare un territorio»
SAN BENEDETTO PO - Sembra un paradosso. Prima la Toto costruzioni continuava a ritardare i lavori di riqualificazione del ponte, scontrandosi per questo con l’appaltatore, la Provincia, che voleva velocizzare le opere, e i cittadini lamentavano l’allungamento dei tempi. Ora che il colosso delle costruzioni ha innestato la quarta e sta velocizzando l’esecuzione dell’appalto da oltre 33 milioni, c’è il timore che arrivi troppo presto a completare l’impalcato e che non sia ancora pronta la passerella che, collegandosi al ponte provvisorio, eviterà la lunga chiusura totale al traffico. In altre parole, se entro l’estate i lavori di costruzione saranno terminati e la passerella non sarà ancora pronta, che si farà? Si fermerà il cantiere in attesa del bypass oppure, come da cronoprogramma, si inizierà a demolire il ponte esistente e il traffico sarà fermato per mesi? «I timori sono forti - spiega il sindaco sanbenedettino Roberto Lasagna -. Al momento per la passerella c’è solo l’incarico di studio dato dalla Provincia, nulla di più. Si dovrà fare il progetto, indire la gara, assegnare i lavori. Siamo preoccupati che i tempi non collimino con quelli della Toto. Pare che fra qualche mese termineranno la costruzione delle arcate metalliche del ponte. Ho chiesto alla Provincia di aggiornarmi sui tempi di costruzione della passarella. Ma mi ha risposto che dopo Pasqua saremo convocati noi sindaci per aggiornamenti e novità. Io mi aspetto che siano relative al bypass, perché è l’unica soluzione. Senza di quello, con tutte le attività che pian piano riapriranno per l’allentamento delle restrizioni della pandemia, noi rimarremmo bloccati per almeno 8 mesi, forse un a no. Sarebbe mortificante per il territorio e vanificherebbe il lavoro fatto sin qui per prepararci alla riapertura». Il mondo produttivo da tempo sollecita ad evitare la chiusura totale al traffico. «Sarebbe una beffa, mentre gli altri riaprono dopo il Covid, avere il ponte chiuso» è il tam tam che circola anche fra i cittadini. Delle preoccupazioni diffuse si sono fatti portavoce Confcommercio Mantova, con il presidente locale Dino Barbi, Confartigianato Imprese, con il presidente Lorenzo Capelli, e il Comitato civico “Vogliamo il ponte”. «La gente è sempre più preoccupata - dice Barbi - vede andare avanti i lavori del ponte velocemente, ma non sa ancora nulla dei tempi necessari per costruire la passerella. Ci aspettiamo che la Provincia chiarisca positivamente questi aspetti». Ed a conferma del nuovo ritmo di esecuzione delle opere da parte della Toto, in questi giorni si sono completate le operazioni di smontaggio delle torri-traliccio che sorreggevano l’arco, ormai costruito dal lato di Bagnolo. L’operazione di montaggio avverrà ora sulla sponda di San Benedetto, dopodiché i due archi saranno pronti per essere spinti in alveo e congiunti provvisoriamente.
Francesco Romani
Fonte Gazzetta di Mantova del 25 marzo 2021
Ponte, ora si accelera
Iniziata la costruzione del pilone centrale
Traffico a senso alternato per consentire le lavorazioni
Il tamburo posato in acqua darà la forma al pilastro
SAN BENEDETTO PO - Proseguono a ritmo sostenuto le operazioni di costruzione del nuovo ponte in metallo destinato a sostituire l’attuale manufatto in cemento che dagli anni ’60 scavalca il Po. Mentre sulle due rive ferve l’opera di saldatura dei “conci” , cioè le parti in acciaio corten del peso complessivo di 5mila tonnellate che costituiranno l’impalcato, nell’alveo del fiume è iniziata in questi giorni la costruzione dell’enorme pilone unico destinato a sorreggere la struttura. L’attuale ponte si regge su 5 pile, due in golena e tre in alveo. Saranno demolite e sostituite da un’unica grande pila di sostegno, composta da due enormi “piedi. I pali in cemento di sostegno, infissi sino alla profondità di settanta metri, più del doppio rispetto ai 30 attuali che hanno mostrato chiari segni di instabilità, sono già stati posati. Si tratta di 14 aste in cemento armato, sette per ciascuno dei due “piedi”. Altre cinque servono all’appoggio provvisorio del ponte. Attualmente , sui setti pali in cemento a valle del ponte attuale è stato posato il tamburo che servirà da cassero per contenere la colata in cemento. Ieri, dopo avere svuotato il fondo del tamburo, si è provveduto a fare una prima colata a perdere che costituirà il fondo in modo da creare una specie di ”pentola” rotonda. Questa sarà armata e riempita di cemento che, consolidandosi, sarà il primo dei due “zoccoli” sul quale poggerà il futuro ponte. L’altro, a monte del ponte attuale, sarà gettato con le stesse modalità del primo nel mese di aprile. Con gli appoggi definitivo e provvisorio pronti, quando i due enormi archi (180 metri di lunghezza per 35 di altezza sul lato di San benedetto e 150 metri per 30 di altezza su quello di Bagnolo) saranno pronti, verranno spinti uno contro l’altro sino a congiungersi sull’appoggio provvisorio a valle del ponte attuale. L’operazione sarà svolta con slitte idrauliche su pontoni galleggianti. Inizierà quindi la costruzione del nuovo tratto in metallo che sostituirà il ponte in golena. Il traffico sarà quindi deviato tramite una passerella sul ponte in sede provvisoria per consentire la demolizione di quello vecchio e infine il posizionamento di quello nuovo, nell'estate del 2023.
Francesco Romani
Fonte Gazzetta di Mantova del 20 marzo 2021
Il progetto del tratto in golena affidato a un luminare dei ponti
L’ingegner Pierangelo Pistoletti studierà il completo adeguamento antisismico
La passerella prevista sarà transitabile ai 40 orari per mezzi sino a 7,5 tonnellate
SAN BENEDETTO PO - La Provincia ha pubblicato i due affidamenti per avviare la conclusione dei lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto Po. In particolare i progetti del tratto in golena, rimasto escluso per mancanza di fondi dall’appalto del 2016 affidato alla Toto Costruzioni e della passerella che consentirà provvisoriamente di attraversare il fiume anche a ponte chiuso. Per il primo lavoro, si tratta, e questa volta è scritto nero su bianco, del “risanamento conservativo e miglioramento strutturale” in modo da ottenere il “completo adeguamento sismico”, condizione che lo renderà di fatto uguale al nuovo ponte in alveo creando un unico manufatto da sponda a sponda e non due di diversa risposta sismica come era il progetto iniziale. Il costo, lieviterà dai circa 3 milioni ai circa 10, ma il costo reale emergerà dal progetto affidato per un costo di 63mila euro ad un luminare dell’ingegneria dei ponti sospesi, Pierangelo Pistoletti. Il titolare della società Seteco ingegneria di Genova era già stato coinvolto nelle fasi di progettazione del tratto in alveo e quindi «è profondo conoscitore della genesi progettuale dell’opera» spiega la delibera di affidamento della Provincia. Pistoletto è unanimemente riconosciuto come uno dei principali esperti al livello internazionale di strutture metalliche, professore di “Costruzione di ponti” all’Università di Genova con 62 pagine di curriculum professionale. Per quanto riguarda la passerella, sarà posizionata nella porzione di ex cava Rondelli dove nel frattempo, da pochi giorni è iniziata la costruzione del grande arco ormai concluso sul lato di Bagnolo. L’affidamento dell’incarico fiduciario, su proposta del dirigente dell’Area lavori pubblici della provincia, l’ingegner Antonio Covino, è andato alla Iacomussi Porrone engeneering (Ipe) di Torino per circa 10mila euro. La passerella si rende necessaria per evitare l’interruzione del traffico durante la fase di «demolizione dell’intero ponte esistente», quindi anche del tratto in golena. Operazione che richiederà diversi mesi.Francesco Romani
Fonte Voce di Mantova del 16 marzo 2021
Ponte S. Benedetto: serata informativa con il Rotary Mantova Sud
OLTREPÒ - Si svolgerà in streaming, attraverso la piattaforma Zoom, una serata informativa sull’avanzamento dei lavori per il ponte di San Benedetto Po, organizzata dal Rotary Club Mantova Sud. Relatore della serata - che sarà riservata per i soli soci del Club ma il cui resoconto sarà divulgato nei prossimi giorni - sarà l’ingegnere Alberto Cecchini, Amministratore Unico e Direttore Tecnico di Idroesse Engineering, responsabile del collaudo sulla ristrutturazione del ponte sul Po, oggetto della serata. Cecchini è anche un esponente di spicco del Rotary, cui è iscritto dal 1994 nel Club Roma Nord Est: ha avuto molti e rilevanti incarichi Distrettuali, è stato Governatore del Distretto 2080; da 5 anni ricopre il ruolo di Rappresentante Rotary per International Fao, l’Ifad ed il World Food
Program; dal 2020 è anche rappresentante del Rotary International presso la Santa Sede.
Fonte Gazzetta di Mantova12 marzo 2021
Tir forza il portale dell’ingresso al ponte
Ha sfondato le barriere e si è dato alla fuga: inseguito e multato
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SAN BENEDETTO PO. Ha sfondato le barriere del ponte di San Benedetto sia d'ingresso che d'uscita e si è dato alla fuga verso il casello A22 di Pegognaga. Ma non è andata bene al camionista tunisino, dipendente di una ditta di trasporti di Ravenna, il quale ha forzato l'ingresso sul ponte, nonostante la segnaletica orizzontale e verticale e la strettoia di ferro per impedire il transito dei mezzi pesanti. La fuga, dopo un inseguimento a sirene spiegate, è stata bloccata dalla Polizia locale di San Benedetto, che ha costretto il camionista ad accostare. Al trasgressore, oltre agli ingenti danni al ponte, sono stati contestati transito abusivo e fuga. Il verbale è stato trasmesso alla Prefettura per la probabile sospensione della patente
Ecco l'atto di AFFIDAMENTO DIRETTO SERVIZIO FINALIZZATO ALLA REDAZIONE DEL PFTE DELL’INTERVENTO DENOMINATO “EX S.S. N. 413 “ROMANA” – INTERVENTO DI RISANAMENTO CONSERVATIVO E MIGLIORAMENTO STRUTTURALE DEL TRATTO DI PONTE SUL PO IN AREA GOLENALE SITO NEL COMUNE DI SAN BENEDETTO PO”, AI FINI DEL COMPLETO ADEGUAMENTO SISMICO
CUP G17H15000650002 CIG 864970498A
Fonte Gazzetta di Mantova del 5 marzo 2021
San Benedetto Po, la Provincia punta a garantire il transito per tutto il cantiere
Passerella e golena, affidati gli incarichi
Il ponte in alveo pronto a metà luglio
IL PROGETTO
SAN BENEDETTO PO - Sta ora procedendo speditamente la riqualificazione del ponte di San Benedetto Po, che sconta un ritardo di circa due anni sulla tabella di marcia. Secondo l’ultimo cronoprogramma di lavoro trasmesso dall’impresa che sta eseguendo le opere, la Toto costruzioni, il ponte in alveo sarà completato il 16 luglio prossimo. Ma poiché sarà da sistemare anche il tratto in golena, i tempi si dilateranno sino alla prossima estate. Il timore da sempre espresso da imprese e cittadini della zona era di dover scontare una prolungata chiusura totale, necessaria quando si tratterà di demolire i due tratti dell’attuale ponte, quello in alveo e quello in golena e quindi trasferire sui nuovi piloni le due parti nel frattempo costruite. A questo ci ha pensato la Provincia, che mantenendo fede alla promessa di cercare di minimizzare i disagi per la popolazione, ha dato nei giorni scorsi incarico di progettazione tanto del tratto in alveo del ponte, quanto di una “passerella” che consentirà alle auto di attraversare il fiume utilizzando provvisoriamente e il nuovo viadotto. Il progetto prevede di collegare la strada arginale di San Benedetto con l’impalcato metallico del ponte in alveo che sarà posizionato a valle dell’esistente e da qui all’argine di Bagnolo. Le passerelle saranno anch’esse metalliche e su piloni, per garantire la sicurezza. Il costo aggiuntivo sarà in parte compensato dalle quote di rimborso dei biglietti autostradali, calcolate in oltre un milione di euro, che non saranno spese dalla Provincia se ci sarà la passerella. Un secondo risparmio ci sarà se ad accollarsi l’onore del tratto in golena sarà la stessa Toto, che oggi ha il cantiere aperto in alveo. «È l’opzione che auspichiamo - dicono dalla Provincia -. Ma dipenderà dall’intesa che si raggiungerà nell’arbitrato». L’altro punto interrogativo sono gli ostacoli logistici. Nell’area dell’ex cava Rondelli, sarà infatti costruito il ponte in golena. «Pensiamo che possano coesistere assieme - dicono ancora dalla Provincia - ma la verifica finale la faremo dopo avere visto i progetti». Intanto lo stato d’avanzamento degli attuali lavori di riqualificazione da quasi 34 milioni è questa. Dal lato di Bagnolo (la parte più piccola da 150 metri) i due archi che reggono l’impalcato sono stati quasi completati. A sostenerle, tre torri-traliccio provvisorie in acciaio. Quando la base e le due arcate saranno collegate rigidamente fra loro con i cavi di sostegno (i cosiddetti stralli) e saranno posati gli irrigidimenti provvisori, le torri saranno smontate e trasferite sulla sponda di San Benedetto dove è già stato completato l’intero impalcato da 180 metri. Sull’impalcato saranno rimontate le tre torri provenienti da Bagnolo, alzate di 5 metri per raggiungere i 35 totali. A quel punto si monteranno gli archi, i cui pezzi sono già presenti in cantiere. Per quanto riguarda le opere in alveo, al centro del fiume, nel novembre scorso è stata gettata la pila provvisoria e sono in atto le operazioni preliminari per il getto della pila definitiva. Complessivamente, considerando che i lavori sono iniziati a ottobre 2017, si è superato il 50% delle opere eseguite.
Francesco Romani—
Fonte Gazzetta di Mantova del 1 marzo 2021
Il Comitato: i lavori al ponte vanno avanti
SAN BENEDETTO PO - Per il Comitato Vogliamo il ponte quella di ieri è stata la giornata dedicata al sopralluogo al ponte sul Po in costruzione. Visita e fotografie per aggiornarsi sull’andamento dei lavori e, al termine, grande soddisfazione per il cantiere che procede come da programma. «Ringrazio la Provincia che con i nuovi fondi ha dato una nuova ventata all’avanzamento dei lavori» ha detto la portavoce Manuela Braghiroli. Che ha ringraziato anche la Regione, che «ha finalmente stanziato soldi per la golene e la passerella. Avremo le opere antisismiche che avevamo sempre sperato» e tutti sindaci, «in testa Lasagna di San Benedetto», per aver destinato «i fondi che erano di tutto l’Oltrepò per il nostro ponte che porterà una ventata alla nostra economia». Un ringraziamento anche alla Toto, l’impresa che sta eseguendo i lavori: «Sta rispettando il cronoprogramma – ha detto la portavoce – e l’opera avanza. Siamo contenti». Braghiroli ha annunciato per venerdì la visita dell’assessore regionale Terzi al cantiere «di un’opera molto importante per il territorio
28 febbraio 2021 TeleMantova TG Sera
28 febbraio 2021 Mantovauno.it
Ponte di San Benedetto, Comitato soddisfatto: “Lavori finalmente via spediti”
SAN BENEDETTO – Soddisfazione da parte del comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto, che questa mattina ha fatto un sopralluogo per verificare l’avanzamento dei lavori. “Cogliamo l’occasione per ringraziare la Provincia – dice Manuela Braghiroli – perché ha dato impulso all’avanzamento dei lavori. Vogliamo ringraziare la Regione perché ha stanziato i fondi per la golena e per la passerella. Quindi avremo tutta l’opera antisismica che abbiamo chiesto e sperato. Grazie anche a tutti i sindaci. Il ponte avrà effetti positivi anche sull’economia, quando i mezzi pesanti potranno passare. Ringraziamo la Toto, perché adesso sta rispettando il cronoprogramma. Siamo molto contenti di come, finalmente, le cose hanno preso la giusta via”. Il 5 marzo la visita al cantiere dell’assessore regionale Terzi.
Fonte Voce di Mantova del 26 febbraio 2021
Il ponte va avanti, in attesa della visita dell’assessore
Lavori a buon punto in alveo, il 5 il passaggio di Claudia Terzi. Si aspettano notizie sulla futura passerella
SAN BENEDETTO PO - Uno degli archi inizia a prendere forma, ma soprattutto, il cantiere va avanti senza incontrare soste o intoppi di alcun tipo: la partita del nuovo ponte di San Benedetto è ancora pienamente in corso ma, da qualche tempo a questa parte, i segnali incoraggianti ci sono, soprattutto per quanto concerne la parte in alveo che sta procedendo speditamente lasciandosi alle spalle i mesi difficili che erano stati caratterizzati da rallentamenti di ogni tipo e da frizioni tra la ditta esecutrice dei lavori e la Provincia. Dove la partita resta ancora aperta è sulla parte golenale del ponte e soprattutto sulla futura passerella: da parte del Comune di San Benedetto, ma anche degli altri comuni interessati a una conclusione positiva dei lavori, è continua l’interlocuzione con Palazzo di Bagno per la realizzazione di questi due interventi. Per la parte golenale del ponte - altrimenti detta “viadotto” - i soldi ci sono mentre per la passerella si attendono risposte positive dato che la sua realizzazione scongiurerebbe qualsivoglia ipotesi di chiusura del traffico per un tempo ritenuto decisamente lungo. Nel frattempo si attende il passaggio, previsto per il 5 marzo, dell’assessore regionale Claudia Terzi, attesa per quel giorno in visita al cantiere.
Fonte Voce di Mantova del 20 febbraio 2021
IERI VISITA DELL'ASSESSORE GALLI IN ABBAZIA
Ponte San Benedetto: il prossimo 5 marzo l’assessore Terzi sarà al cantiere
SAN BENEDETTO PO - L’assessore regionale Claudia Maria Terzi sarà in visita, il prossimo 5 marzo, al cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto: lo ha comunicato ieri al sindaco Roberto Lasagna, il consigliere regionale della Lega Alessandra Cappellari. Una visita importante per verificare da vicino lo stato dell’arte di uno dei cantieri pià importanti messi in atto, negli ultimi anni, con il finanziamento di Regione Lombardia e che, dopo numerosi intoppi, sta procedendo abbastanza speditamente anche se sono attese conferme sulla passerella e sull’intervento relativo alla parte in golena del ponte. Il consigliere Cappellari ha comunicato la notizia al sindaco ieri nel corso di una visita ufficiale, nell’abbazia sambenedettina, dell’assessore regionale alla cultura Stefano Bruno Galli che ha voluto conoscere da vicino la realtà del complesso museale di San Benedetto ribadendo il sostegno della Regione alla valorizzazione del patrimonio culturale polironiano. (nico)
19 febbraio 2021
Fonte Gazzetta di Mantova del 17 febbraio 2021
Raffica di ordinanze post-sisma della Regione: sono in arrivo quasi otto milioni
Già versati nelle casse della Provincia i 5,2 milioni per il ponte di San Benedetto. Finanziamenti anche a Poggio, Borgocarbonara, Bagnolo e consorzi di bonifica
MANTOVA. Una raffica di ordinanze. Sette interventi che la Regione ha finanziato nel giro degli ultimi giorni stanziando una cifra che si avvicina agli otto milioni. Fondi che serviranno per il ripristino dei danni del terremoto di maggio-giugno del 2012, quasi nove anni fa.
L’importo maggiore va al ponte di San Benedetto Po. Come anticipato, la Regione ha stanziato 5 milioni e 251mila euro dopo una perizia asseverata che riscontrava la presenza di danni aggiuntivi causati dalle scosse sismiche e non evidenziati in prima battuta. L’assegno è stato firmato venerdì scorso e l’indennizzo previsto è già stato versato nelle casse provinciali. L’ordinanza firmata dal presidente Attilio Fontana vincola l’utilizzo dei nuovi fondi aggiuntivi «al completamento degli interventi di ricostruzione antisismica in atto sul ponte stesso». Si tratta della riqualificazione da 33,8 milioni di euro che la Provincia ha affidato alla Toto costruzioni nel 2006 e che mira al rifacimento della parte in alveo. Per il rifacimento antisismico della parte in golena, del costo iniziale di 10mila euro, se l’appalto sarà affidato alla Toto vi sarà uno sgravio di 2 milioni mentre altri 2,4 sono già stati reperiti dalla Provincia. Con il finanziamento di 5,2 milioni regionali, si tratterà di reperire circa 400mila euro. Va ricordato che i sindaci del cratere sismico hanno già dichiarato prioritari i lavori per il ponte, autorizzando a stralciare eventuali ricostruzioni pubbliche, se mancheranno i fondi.
Per quanto riguarda le altre sei ordinanze, un milione e 47mila euro andrà per il completamento della trasformazione della casa-magazzino di San Benedetto Po a sede comunale della Protezione civile; 730mila saranno invece il cofinanziamento al 70% dei danni ad acquedotto e fogne di via Alighieri, Trento Trieste e piazzale Gramsci a Poggio Rusco.
A Borgocarbonara andranno 235mila euro per la riparazione del cimitero di Borgofranco sul Po ed altri 153.500 per il complesso cimiteriale di Bonizzo. Quasi 57mila euro saranno aggiunti per una la messa in sicurezza dell’oratorio Santa Margherita a Campione di Bagnolo, come emerso da una perizia di variante sulle travi di copertura del tetto.
Infine 193mila euro saranno messi a disposizione del consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga per il consolidamento statico del ponte Malpasso, fra Schivenoglia e Quingentole.
FRANCESCO ROMANI
TeleMantova puntata del 16 febbraio 2021
Fonte Voce di Mantova del 10 febbraio 2021
Ponte, si lavora anche al sabato
Prosegue il progetto passerella
Realizzazione necessaria per ovviare alla chiusura del manufatto durante la collocazione della struttura in alveo
SAN BENEDETTO PO - Il cantiere procede bene - e questa, di per sè, è già un’ottima notizia pensando ai tanti problemi che si sono succeduti per diversi mesi - ma il focus per il nuovo ponte di San Benedetto Po è ovviamente puntato sul momento in cui si dovrà procedere alla traslazione della struttura in alveo e alla messa in atto degli interventi necessari anche sul cosiddetto viadotto golenale. Per questo motivo diventa sempre più prioritaria la realizzazione della passerella che consentirà di svolgere questa fase di cantiere senza impattare sulla viabilità e dando così sollievo al territorio. L’attenzione su questo aspetto è massima sia da parte del Comune di San Benedetto (nonchè di tutti quelli che, comunque, hanno un interesse territoriale su tale struttura) sia da parte del Comitato Vogliamo il Ponte, sia dalle numerose associazioni di categoria che, come noto, hanno sempre sostenuto la necessità di ridurre al minimo se non del tutto i tempi di chiusura al traffico del ponte. Va detto che ora vi è anche la certezza degli stanziamenti da parte della struttura commissariale per il completamento di tutto il ponte comprendendo anche il tratto in alveo e quindi la progettazione della passerella sta andando avanti, con l’obiettivo di completarla in tempo per quei mesi estivi quando, il cantiere del ponte - che per non disperdere altro tempo prezioso - sta proseguendo con i lavori anche nelle giornate di sabato.
Nicola Antonietti_
TeleMantova puntata del 2 febbraio 2021
Fonte L'Altra Mantova del 10 gennaio 2020
San Benedetto Po, in attesa del nuovo ponte il Pd chiede la passerella per le auto negli 8 mesi in cui si lavorerà in golena: 'Altrimenti si isolano 50mila persone'
SAN BENEDETTO PO, 10 gen. - "Bene i fondi per la golena antisismica, dirottati dai sindaci delle zone colpite dal sisma del 2012 nel mantovano al progetto del ponte di San Benedetto nelle scorse settimane, ma ora si deve prevedere una passerella che permetta il transito dei mezzi leggeri durante gli 8 mesi previsti per i lavori relativi alla golena, senza dimenticare un ampliamento della provinciale".
In sintesi è questo quanto chiede la Federazione Provinciale del Partito Democratico di Mantova.
I Dem mantovani evidenziano come la decisione dei sindaci del Basso Mantovano denoti visione politica e generosità"questi sindaci - scrive il Pd mantovano in una nota - hanno deciso di destinare i circa 5 milioni e mezzo di euro ora disponibili e stanziati al tempo dai governi di centrosinistra alla completa realizzazione e messa in sicurezza del ponte sul Po di San Benedetto rendendo antisismica anche la parte in golena, oltre a quella già prevista in alveo: il risultato sarà quindi quello di vare un ponte antisismico al 100%".
Ora sembra che i lavori del manufatto stiano procedendo bene dopo i numerosi stop dei mesi scorsi e dopo le vicende legali che hanno rallentato tutto. Secondo il nuovo cronoprogramma, il termine dei lavori del primo cantiere è previsto nel maggio di quest'anno, poi toccherà ai lavori in golena. Ora, però, secondo il Pd perché l'opera sia completa servono altre cose. In primis è "fondamentale - scrivono - prevedere la messa in posa di una "passerella" che consenta il transito di mezzi leggeri durante gli otto mesi preventivati per i lavori relativi appunto alla parte in golena". Non si tratterà certo di un intervento facile e a costo zero, ma è asolutamente necessario per non"isolare - si legge - per diversi mesi un territorio di più di 50 mila persone".
Ma altrettanto necessario per i Dem mantovani è "iniziare a pensare e a progettare un "rafforzamento e un ampliamento della strada provinciale tra San Benedetto Po e Bagnolo, prevedendo un aumento esponenziale del passaggio di mezzi pesanti una volta ultimato il ponte", chiude il Pd mantovano.
Il Pd: “Bene il ponte antisismico, ora si pensi alla provinciale”
SAN BENEDETTO PO - Il Pd plaude ai lavori antisismici in golena e punta ora all’ampliamento della provinciale. “Riteniamo opportuno evidenziare l’importante iniziativa assunta di recente dai sindaci delle zone del Basso Mantovano che hanno deciso di destinare i circa 5 milioni e mezzo di euro ora disponibili e stanziati al tempo
dai governi di centrosinistra alla completa realizzazione e messa in sicurezza del ponte sul Po. Sarà ora necessario accelerare i tempi per completare la progettazione della parte antisismica in golena. A questo proposito, come richiesto da più parti, riteniamo sia fondamentale prevedere la messa in posa di una “passerella” che
consenta il transito di mezzi leggeri durante gli otto mesi preventivati per i lavori relativi appunto alla parte in golena. “Non da ultimo - prosegue il Pd - sarà necessario iniziare a pensare e a progettare un “rafforzamento” e un ampliamento della strada provinciale tra San Benedetto e Bagnolo, prevedendo un aumento esponenziale del passaggio di mezzi pesanti una volta ultimato il ponte. A questo proposito ci faremo promotori con i sindaci affinché anche questo intervento venga progettato e realizzato. Il buon risultato raggiunto è stato sicuramente frutto di un importante gioco di squadra tra i sindaci, la Provincia e la struttura tecnica commissariale. Risulta inoltre doveroso sottolineare come i governi di centrosinistra al tempo abbiano garantito le risorse per la ricostruzione post sisma del 2012, risorse che tutt’oggi vengono utilizzate come nel caso del ponte di San Benedetto. Purtroppo a seguito di altri importanti terremoti in Italia - concludono i dem -, non sempre si ha avuto la lungimiranza come in questo caso di assicurare le risorse opportune”.
Fonte Gazzetta di Mantova del 10 gennaio 2021
Il Pd sulla vicenda ponte
«Bene la passerella ma si pensi alle strade»
SAN BENEDETTO PO
La Federazione provinciale Pd plaude ai sindaci della zona che hanno deciso di destinare i circa 5 milioni e mezzo ora disponibili «e stanziati al tempo dai governi di centrosinistra» alla completa realizzazione e messa in sicurezza del ponte sul Po rendendo antisismica anche la parte in golena, oltre a quella in alveo: il risultato sarà quindi quello di varare un ponte antisismico al 100%. Il cantiere del ponte sta procedendo spedito dopo i ritardi dettati da varie vicissitudini «e dopo le sentenze del tribunale che hanno dato ragione del buon operato della Provincia; il cronoprogramma aggiornato prevede il termine dei lavori del primo cantiere per maggio 2021, poi seguiranno i lavori della parte in golena – spiega il Pd –. Di questo siamo molto felici perché aldilà dei vari problemi e interruzioni, la cosa più importante è che l’opera venga finalmente terminata e che il territorio possa iniziare a progettare una nuova rinascita». Per questo, spiega la Federazione provinciale guidata da Marco Marcheselli, «sarà ora necessario accelerare i tempi per completare la progettazione della parte antisismica in golena. Riteniamo sia fondamentale prevedere la messa in posa di una passerella che consenta il transito di mezzi leggeri durante gli otto mesi preventivati per i lavori relativi alla parte in golena. Crediamo sia un intervento necessario e non rimandabile per non isolare per diversi mesi un territorio di più di 50mila. Non da ultimo – conclude il Pd –, sarà necessario iniziare a pensare e a progettare un “rafforzamento” e un ampliamento della strada provinciale tra San Benedetto Po e Bagnolo, prevedendo un aumento esponenziale del passaggio di mezzi pesanti una volta ultimato il ponte». Per il Pd, infine «il buon risultato raggiunto è stato sicuramente frutto di un importante gioco di squadra tra i sindaci, la Provincia e la struttura tecnica commissariale. Risulta inoltre doveroso sottolineare come i governi di centrosinistra al tempo abbiano garantito le risorse per la ricostruzione post sisma del 2012, risorse che tutt’oggi vengono utilizzate come nel caso del ponte di San Benedetto». –
Fonte Gazzetta di Mantova del 6 gennaio 2021
Artigiani e commercianti
«Ponte, grazie agli enti»
SAN BENEDETTO PO
Confartigianato Imprese Mantova con il suo presidente Lorenzo Capelli, plaude agli enti locali, in accordo con la locale sezione di Confcommercio presieduta da Dino Barbi, per la positiva svolta assunta dai lavori di riqualificazione del ponte sul Po. «Avevamo incontrato il presidente della Provincia Beniamino Morselli - dice Capelli - che ci aveva illustrato la volontà di realizzare una passerella per mezzi leggeri che eviti lo stop totale al traffico durante la fase finale dei lavori. Ora grazie ai sindaci del territorio, al consigliere regionale Cappellari alla Regione e alla Provincia abbiamo anche la conferma dei finanziamenti necessari. Il 2021 sarà anno decisivo e occorre pensare a Zona logistica speciale e zona franca doganale».
FR.R
Voce di Mantova dle 28 dicembre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 24 dicembre 2020
Finanziamenti per il ponte: ok da sindaco e comitato
Soddisfazione di Lasagna per la decisione unanime dei Comuni dell’Oltrepò sulla destinazione dei 5,4 milioni di euro
SAN BENEDETTO PO
«Un risultato storico per San Benedetto e per tutti i comuni dell’Oltrepò; il più bel regalo di Natale fatto ad una popolazione di 53.000 unità». Queste le parole del primo cittadino Roberto Lasagna a commento della unanime decisione dei sindaci del cratere di destinare tutti i finanziamenti di Regione Lombardia al completamento del ponte sul Po nelle modalità antisismiche al 100%. Si tratta di 5,4 milioni di euro, che la Regione passerà alla Provincia per terminare con coerenza la struttura. «C’è stata la piena solidarietà di tutti i sindaci - spiega Lasagna - poiché è stata capita l’importanza nevralgica per il territorio di questo impianto viario. Non serve, infatti, cercare di abbellire i nostri paesi portando a casa qualche contributo post terremoto, se non ci viene consegnata un’infrastruttura che può assicurare benessere, scambi commerciali, frequentazioni turistiche a favore di tutti». Lasagna riconosce che il buon risultato è stato frutto di un gioco di squadra, di una giusta visione di territorio, che ha portato ad una sinergia tra sindaci, Regione e Provincia. A suo giudizio è positivo che la stessa Provincia sia anche disponibile a creare una passerella provvisoria per consentire il traffico leggero in quegli otto/dieci mesi che serviranno per l’intervento sul ponte in golena. Pure i
rappresentanti del Comitato “Vogliamo il ponte” esprimono soddisfazione per gli ultimi sviluppi. «Siamo contentissimi - afferma Sandro Cavazzoli - che le decisioni siano state prese con buon senso. Fa piacere sapere che c’è stata unanimità tra i sindaci e che la Provincia sia disponibile alla realizzazione della passerella. Non ci formalizziamo sui termini, perché l’importante è che sia consentito il passaggio nei mesi in cui il cantiere si sposterà sulla struttura in golena. È quello che volevamo per non essere isolati». Cavazzoli aggiunge che il Comitato avrà uno sguardo attento, consapevole che un’opera tanto importante crea sempre qualche problematica. Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Lavagnini. «Grazie alla presa di posizione dei sindaci, siamo quasi tranquilli che la cosa sia ormai volta al traguardo. Ci rassicura anche il fatto che i lavori stiano procedendo bene su lato Bagnolo e lato San Benedetto, per cui il cronoprogramma stavolta dovrebbe essere rispettato». —
ORIANA CALEFFI
La Voce di Mantova 23 dicembre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 23 dicembre 2020
I sindaci danno il via libera: arrivano 5,4 milioni per il ponte
Assieme ai 2,4 della Provincia consentiranno di sistemare la struttura al 100% antisismica
Ora la palla passa alla Toto che dovrà accettare il lavoro
Francesco Romani
SAN BENEDETTO PO
La strenna natalizia che gli oltre 50mila cittadini e le migliaia di aziende dell’Oltrepò aspettavano ora è realtà. I sindaci del sisma, convocati dalla struttura commissariale regionale, ieri pomeriggio hanno dato il proprio benestare affinché i rimborsi per i danni del terremoto 2012 siano devoluti integralmente alla Provincia
per la riqualificazione del ponte sul Po fra Bagnolo e San Benedetto. Si tratta di 5,4 milioni di euro, derivanti da un accertamento tardivo dei danni. Nell’ordine di arrivo i danni al ponte, pur se reali, erano ultimi. Prima di loro una serie di importanti opere pubbliche che aspettano i rimborsi. C’era quindi da decidere una inversione delle priorità. Facendo passare avanti il ponte rispetto alle altre opere, che quindi corrono il rischio di non ricevere sufficienti finanziamenti. Ma l’esito della riunione, alla quale ha partecipato il consigliere regionale Alessandra Cappellari, commissario regionale al sisma. che dalla sua elezione si è spesa per trovare una soluzione alla mancanza di fondi per completare l’appalto del ponte. «I sindaci - ha spiegato il consigliere - , ricevuta la conferma della disponibilità di Regione Lombardia allo stanziamento di 5,4 milioni di euro per la ricostruzione del ponte di San Benedetto, all’unanimità si sono espressi in favore dell’anticipo immediato delle risorse alla Provincia perché possa avere certezza degli importi e scelga la strada migliore per portare a termine l’opera che il territorio ritiene prioritaria e della quale da ormai troppo tempo è atteso il completamento. La struttura commissariale provvederà quindi al finanziamento: adesso c'è la certezza che la Provincia possa contare su queste risorse. A quest'ultima chiediamo però di fare rapidamente la propria parte, dopo che Regione Lombardia ha messo una pezza anche alle altrui mancanze. Ringrazio pubblicamente i sindaci per questo gesto di responsabilità», ha concluso la Cappellari. Come si ricorda, oltre ai 30 milioni di euro dati dalla Regione e integrati con circa 4 milioni dalla Provincia per la parte in alveo appaltata nel 2006, resta da completare la parte in golena. La Provincia ha elaborato un piano “minimo”, ovvero la sistemazione antisismica al 60%, recuperando le risorse necessari (2, 375 milioni). L’azienda che sta eseguendo l’appalto della parte in alveo, la Toto però, non è disponibile a compiere questo lavoro, ritenendolo inadeguato alla parte in alveo (antisismica al 100%). Con le nuove risorse ora sarà possibile procedere con la sistemazione antisismica al 100% che, se affidata alla Toto come prosecuzione del cantiere, avrebbe un notevole risparmio di costi. Il passaggio successivo è quindi questo, affiancato dal progetto che la Provincia sta elaborando di passerella che permetterebbe il transito anche durante la fase di lavori al ponte in golena (circa 8 mesi).
TeleMantova Tg Sera 22 dicembre 2020
Mantovauno.it del 22 dicembre 2020
Si unanime dei sindaci per i 5,4 mln sul ponte di S. Benedetto. Cappellari: “ora la Provincia faccia la sua parte”, Lasagna: “Il più bel regalo di Natale”
SAN BENEDETTO PO – Il ponte di San Benedetto Po sarà realizzato con anche tutta la parte in golena completamente antisismica. E’ stato deciso oggi con il parere unanime di tutti i sindaci. E sono stati proprio i quindici primi cittadini del “cratere” (l’area più colpita dal terremoto) a concordare che i 5 milioni e 400 mila euro, corrispondenti al massimo danno riconosciuto al ponte per il sisma, e che la Regione si è detta disponibile a mettere (soldi dunque del post sisma) siano convogliati tutti per la costruzione del ponte.
Il si unanime è arrivato durante l‘incontro a distanza tra i sindaci, il consigliere regionale Alessandra Cappellari, commissario per la ricostruzione post sisma, il dirigente di Regione Lombardia per il post sisma Roberto Cerretti, e la Provincia.
«Per la ricostruzione del ponte di San Benedetto la Regione ancora una volta è al fianco del territorio e concretamente fa sentire la propria vicinanza. Ora tocca alla Provincia” così ha dichiarato la Cappellari che spiega: ” I sindaci, ricevuta la conferma della disponibilità di Regione Lombardia allo stanziamento di 5,4 milioni di euro per la ricostruzione del ponte di San Benedetto, all’unanimità si sono espressi in favore dell’anticipo immediato delle risorse alla Provincia perchè possa avere certezza degli importi e scelga la strada migliore per portare a termine l’opera che il territorio ritiene prioritaria e della quale da ormai troppo tempo è atteso il completamento”.
“Voglio ricordare – spiega il consigliere leghista – che l’anno scorso la Provincia di Mantova ci ha sottoposto una perizia danni ed ha presentato una richiesta di finanziamento, anche se fuori bando. La nostra struttura commissariale l’ha valutata e l’ha sottoposta al vaglio del comitato tecnico scientifico, che l’ha ritenuta adeguata. Adesso si è reso necessario valutare se vi fosse disponibilità immediata per stanziare questi soldi o se occorresse attendere il vaglio definitivo dei progetti della ricostruzione relativa alla parte pubblica”.
“Prima di decidere, abbiamo ritenuto necessario e basilare un passaggio con tutti i sindaci del territorio. E a tutti i primi cittadini convocati abbiamo ribadito che Regione Lombardia si è detta disponibile ad incrementare lo stanziamento di risorse per la ricostruzione del ponte della somma richiesta. Tutti i sindaci convocati hanno concordato su quest’urgenza, dichiarandosi d’accordo che tali fondi vengano utilizzati unicamente per il ponte e contestualmente accettando il rischio, seppur remoto, di dover rinunciare alla realizzazione di qualche intervento pur di contribuire alla ricostruzione del ponte”, aggiunge Cappellari “la struttura commissariale provvederà quindi al finanziamento: adesso c’è la certezza che la Provincia possa contare su queste risorse. A quest’ultima chiediamo però di fare rapidamente la propria parte, dopo che Regione Lombardia ha messo una pezza anche alle altrui mancanze”.
“IL PIU’ BEL REGALO DI NATALE CHE POTESSERO FARCI”
“E’ il più bel regalo di Natale che potessero farci“. Così il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna commenta l’accordo unanime di tutti i sindaci a convogliare subito tutti i 5,4 milioni sul ponte. “Tutti hanno capito che potremo si rimettere a posto i nostri palazzi, i nostri centri storici, ma conta poco farlo se poi non li possiamo raggiungere”.
Particolare soddisfazione poi di Lasagna perchè la Provincia sta realizzando lo studio sulla passerella (nei mesi scorsi chiamato bypass) che consentirebbe il passaggio dei mezzi anche nei mesi in cui il ponte dovrebbe rimanere obbligatoriamente chiuso per i lavori, “Dal momento che si farà completamente antisismica anche la parte in golena (per questo intervento i 5,4 milioni aggiuntivi della Regione si somma agli oltre 2,3 della Provincia) i tempi di chiusura aumenteranno anche a 8-10 mesi, è fondamentale avere questa passerella” – commenta Lasagna che stasera ha poi annunciato la notizia positiva in Consiglio Comunale.
Molto soddisfatto per l’esito dell’incontro anche il sindaco di Quistello Luca Malavasi che sottolinea l’importanza del “si” unanime dei sindaci. “Tutti hanno capito che è il ponte la vera priorità. Molto importante poi vedere finalmente un lavoro di squadra tra sindaci, Regione e Provincia. Questo ci fa capire che il passo è veramente cambiato”.
Dunque clima positivo tra istituzioni, ora però si aprirà il capitolo vero e proprio dei lavori che saranno affidati a Toto, già all’opera sulla parte del ponte in alveo e da sempre contraria alla realizzazione della parte in golena non completamente antisismica.
E’ necessario non perdere altro tempo: l’Oltrepò con i suoi circa 53 mila cittadina aspetta ormai da troppo.
link https://mantovauno.it/cronaca/si-unanime-dei-sindaci-per-i-54-mln-sul-ponte-di-s-benedetto-cappellari-ora-la-provincia-faccia-la-sua-parte-lasagna-il-piu-bel-regalo-di-natale/?fbclid=IwAR0SMerI-XZawlzsHbjZJOU-CavXtxe8gdRY--AQu0oC_F0cwvZoSDagDHY
Fonte Voce di Mantova del 22 dicembre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 20 dicembre 2020
Il futuro del ponte di San Benedetto è nelle mani dei sindaci del sisma
Martedì dovranno decidere se destinare al viadotto l’intero rimborso da 5,4 milioni della Regione
Più concreta l’ipotesi della passerella anti-chiusura, dalla sommità arginale alla parte già costruita
Non solo i 2,375 milioni già svincolati venerdì dalla Regione. Al futuro cantiere del tratto golenale del ponte di San Benedetto potrebbe essere destinata l’intera cifra di 5,4 milioni, rimborso dei danni da terremoto accertati sulla struttura. La decisione sarà presa martedì dai sindaci del sisma convocati dalla struttura commissariale. E intanto si fa sempre più concreta l’ipotesi di una passerella per evitare il lungo periodo di chiusura totale al traffico derivante dal prosieguo dei lavori di riqualificazione del manufatto. La soluzione sarebbe stata trovata dalla Provincia e consisterebbe in un passaggio provvisorio “in quota” (senza cioè scendere di altezza) per collegare la sommità arginale al troncone del nuovo ponte, una volta che sarà costruito e posato al centro del fiume a valle dell’esistente. Le due novità stanno viaggiando parallele e, se andranno entrambe a buon fine, rappresenterebbero il lieto fine di una vicenda, quella del cantiere di riqualificazione del ponte da quasi 34 milioni, gestito dalla Provincia e affidato alla ditta Toto, che in questi anni ha visto qualche luce e tante ombre. La più importante delle ombre è quella economica, che aveva fermato sinora i progetti di riqualificazione del tratto in golena, naturale prosecuzione di quello in alveo, per il quale la ditta Toto, dopo i tanti ritardi, ora sta accelerando. Il completamento dovrebbe essere in estate. Mancherà a quel punto il rifacimento del tratto fra l’alveo e l’argine di San Benedetto. Opera necessaria, ma non compresa nell’appalto del 2006. La Provincia ha individuato nel proprio bilancio 2,375 milioni e fatto redigere un progetto minimo che prevede la sistemazione sismica al 60%, trovando però l’opposizione dei sindaci della zona e della stessa Toto, che l’ha ritenuto inadeguato. La chiusura totale al traffico per questa ipotesi è stimata in tre mesi, ma occorre bandire una gara per trovare un nuovo esecutore. Per aumentare la risposta sismica al 100%, cantiere che la Toto è disposta a prendersi in carico, servono però 8 milioni circa. La pressione di enti locali, Comitato civico Vogliamo il ponte, Associazioni di categoria e l’azione intrapresa dal consigliere regionale Alessandra Cappellari ha sortito una soluzione: l’accertamento degli ulteriori danni subiti dal ponte dal sisma del 2012. Di questa cifra, 5,4 milioni, la Regione ne ha già svincolati 2,375, a copertura delle spese per l’eventuale sistemazione sismica minima. Ora i sindaci del sisma, martedì dovranno decidere se destinare al ponte anche il rimanente. Una decisione politico amministrativa importante per il territorio che, nel caso
dello svincolo totale, potrà alla fine beneficiare del ponte interamente antisismico. In questo caso, il prolungamento del cantiere a otto mesi di durata potrebbe non rappresentare un disagio. La Provincia è alle battute finali dell’ipotesi “passerella” per la quale è stata contattata la ditta emiliana specializzata Fagioli. Se così sarà, il Natale 2020 sarà un po’ più gioioso per i 50mila residenti della zona.
Francesco Romani_
Fonte Gazzetta di Mantova del 19 dicembre 2020
Per il ponte arrivano i soldi dalla Regione
Quasi 2,4 milioni per la parte in golena. E dalla Provincia potrebbe aggiungersi l’ok a una passerella per evitare la chiusura
SAN BENEDETTO PO - Una strenna natalizia per il ponte di San Benedetto Po che migliaia di cittadini, studenti, imprenditori attendevano dopo anni di vicissitudini non positive. La Regione ha dato il proprio ok all’utilizzo di 2,375 milioni dei fondi post-sisma per sistemare il tratto in golena della struttura. Dal canto suo la Provincia sembra intenzionata a dare il proprio benestare a una passerella che eviterebbe la chiusura totale al traffico. Notizie estremamente positive, circolate dapprima in forma ufficiosa, ma che ieri hanno avuto prime conferme. «Se è vero tutto questo? Io parlo per la Regione. E so che l’assessore Claudia Maria Terzi ha risposto positivamente alle nostre sollecitazioni come struttura commissariale per il sisma» dice il consigliere regionale mantovano Alessandra Cappellari (Lega Salvini). La Cappellari si era fatta promotrice già dallo scorso anno di un tentativo di superare l’impasse finanziaria legata alla riqualificazione del ponte, appalto gestito dalla Provincia e condotto dalla Toto. Dopo aver finanziato con 30 milioni i lavori per la parte in alveo, e con 900mila euro il progetto della prosecuzione in golena della riqualificazione, la Regione aveva assistito al contenzioso economico fra Toto e Provincia che rischiava di fermare tutto. «Abbiamo avviato una ricognizione sui danni del terremoto - spiega la Cappellari - e la struttura commissariale regionale, dopo la propria istruttoria, ha riconosciuto in effetti danni per 5,5 milioni. Su nostra sollecitazione, la Terzi ora ha specificato che quella cifra può essere utilizzata subito partendo dalla priorità di questo momento, ovvero reperire i soldi per continuare il cantiere sulla parte golenale. E la Provincia ha stimato in 2,375 milioni le necessità». Per la Regione, però, questi soldi devono essere spesi per rendere il ponte transitabile ai mezzi pesanti senza limitazioni. I sindaci sono stati convocati in Provincia martedì per decidere se utilizzare questi fondi per il ponte, sapendo che qualche altro capitolo della ricostruzione potrebbe essere a questo punto ridotto. Ma dal vertice potrebbe uscire anche un altro regalo: la costruzione di una passerella che, congiungendo il sistema viario esistente al futuro ponte in posizione provvisoria, consenta di non chiudere totalmente al traffico durante le fasi di abbattimento del vecchio ponte e ricostruzione golenale. Uno stop che potrebbe durare dai tre agli otto mesi a seconda delle opzioni.
Francesco Romani
Fonte Gazzetta di Mantova del 12 dicembre 2020
San Benedetto Po
Appello unanime dalle imprese
«Il ponte non deve chiudere»
I lavori della Toto ora procedono velocemente, ma spaventa il programma 2021
«Prima che sia tardi, si trovi una soluzione per evitare lo stop di mesi al traffico»
Francesco Romani
SAN BENEDETTO PO
Un appello unanime dal mondo produttivo affinché la Provincia trovi una soluzione che eviti la chiusura totale al traffico del ponte di San Benedetto Po. È questa la richiesta presentata nel corso del vertice online che ha riunito il mondo produttivo mantovano, dai rappresentanti delle categorie, ai sindacati, alla Camera di Commercio. L’appello è stato presentato da Confcommercio, presente Dino Barbi in rappresentanza di Nicola Dal Dosso, Confartigianato, dalle associazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia, e dal Comitato Vogliamo il ponte. All’incontro hanno partecipato i consiglieri regionali mantovani Alessandra Cappellari, Barbara Mazzali, Antonella Forattini ed Andrea Fiasconaro, nonché i rappresentanti sindacali provinciali di Cgil Cisl e Uil, del mondo artigianale (Cna) e produttivo in genere. Punto di partenza dell’appello, la considerazione che i lavori appaltati dalla Provincia alla Toto stanno procedendo celermente e si presume una fine dei lavori in alveo attorno all’estate. La continuazione, i lavori al viadotto in golena, richiederanno uno stop totale al traffico di tre mesi, oppure di almeno otto mesi per una sistemazione antisismica al 100%, se si troveranno i fondi necessari. Da qui la richiesta di trovare una soluzione alternativa allo stop totale. «Se la soluzione del bypass in golena è già stata scartata per motivi di sicurezza – affermano le associazioni di categoria – siamo convinti che la Provincia abbia competenze e know how sufficiente per individuare una alternativa che eviti una chiusura che per la gente e soprattutto il tessuto imprenditoriale sarebbe disastrosa. Rivolgiamo, dunque, il nostro appello al presidente Morselli, che saprà rispondere adeguatamente alle nostre richieste». «Ormai da quasi un anno siamo in uno stato di emergenza – concludono le associazioni –, le perdite di fatturato delle nostre imprese sono ingenti, non possiamo aggiungere un altro macigno sulle spalle già piegate delle nostre aziende che, ricordiamo, creano ricchezza e occupazione preziosa per il nostro territorio». Oltre agli evidenti vantaggi per i cittadini e le imprese, nel caso la Provincia individui una possibile alternativa viabilistica praticabile, si potrebbero risparmiare anche i fondi destinati al rimborso dei biglietti dell’A22, previsti in caso di chiusura totale. La Provincia ha preso atto della richiesta, ricordando il proprio impegno per il reperimento delle necessarie risorse aggiuntive, che potrebbero arrivare da una possibile variazione di bilancio della Regione.
Nel corso del vertice con la Provincia è stato presentato l’ultimo aggiornamento sulla composizione del collegio consultivo tecnico, l’organismo incaricato di dirimere il contenzioso sorto fra Toto e appaltatore. È stato proposta all’unanimità la carica di presidente dell’organismo al professor Gino Scaccia, docente di Istituzioni di diritto pubblico e di Diritto costituzionale.
Fonte La Voce di Mantova del 27 novembre 2020
di Nicola Antonietti
Il Comitato “Vogliamo il Ponte” chiede chiarezza sul viadotto golenale
San Benedetto Il cantiere per il nuovo ponte in alveo a San Benedetto Po procede bene ma, accanto alla soddisfazione per un prosieguo senza intoppi, per il comitato “Vogliamo il Ponte” c’è anche la richiesta di una maggiore chiarezza sulla tipologia di intervento prevista per il viadotto golenale.
Una richiesta che non è certo di secondaria importanza, perchè solo la sistemazione del viadotto consentirà di togliere quel divieto di transito ai veicoli pesanti che rischierebbe di restare con un ponte in alveo nuovo ma con un viadotto ancora nelle condizioni attuali: «Sul ponte in alveo possiamo dirci soddisfatti - spiegano i referenti del Comitato - Ma chiediamo maggiore chiarezza sulla tipologia di intervento per la parte golenale su cui, al momento, non abbiamo ancora certezze. Al di là di questo aspetto che resta comunque fondamentale, per noi resta prioritaria anche un’azione che scongiuri la chiusura prolungata del ponte: per questo motivo invitiamo la Provincia a riconsiderare l’ipotesi di un by-pass o comunque l’attuazione di tutti gli accorgimenti necessari per evitare la chiusura prolungata del ponte stesso, il territorio non potrebbe sopportare una situazione di questo genere».
A suffragare le preoccupazioni del Comitato anche le stime fatte da Confindustria che ha calcolato un “salasso” per il sistema produttivo del territorio - nelle condizioni attuali del ponte, dal 2012 a oggi - di circa 30 milioni di euro l’anno. E un’eventuale chiusura “brucerebbe” altri 1,2 milioni di euro al mese: «Per questo motivo restiamo sempre dell’idea che una concertazione continua con il territorio sia fondamentale - concludono dal Comitato - Indipendentemente da chi sarà il nuovo presidente della Provincia, auspichiamo che riprenda con maggior forza il dialogo con sindaci, associazioni di categoria, comitati e territorio in genere. Concludendo: siamo soddisfatti dello stato di avanzamento dei lavori ma continueremo a vigilare»
Fonte Gazzetta di Mantova del 25 novembre 2020
Soddisfazione per l'avanzamento del cantiere, ma riemerge la vecchia questione
«Puntiamo a una struttura il più possibile sicura, ma senza una chiusura lunga»
Ponte antisismico e bypass
Il comitato torna alla carica
SAN BENEDETTO PO - Il comitato Vogliamo il Ponte segue con attenzione l'avanzamento dei lavori per il nuovo ponte sul Po. «Siamo molto soddisfatti - fanno sapere - di come proseguono i lavori sul ponte. Li stiamo monitorando costantemente e ne teniamo informata la cittadinanza pubblicando sui social le fotografie del cantiere e i relativi articoli di giornale. Tuttavia, in attesa della nuova governance provinciale (le elezioni per Palazzo di Bagno sono slittate causa Covid alla prossima primavera, ndr), vogliamo richiamare l'attenzione su due aspetti: l'intervento sul tratto di ponte in golena e l'eventuale ripensamento sul bypass». Il Comitato fa presente un'esigenza largamente condivisa dal territorio: che il progetto per il viadotto sia antisismico nella misura più elevata, in modo da avere un'opera finita del tutto sicura e in grado di sopportare il traffico pesante, senza più limitazioni. Ma a questo punto sorgerebbe un problema: «Se, come tutti si augurano - spiega Sandro Cavazzoli - si sceglierà questa opzione, è evidente che i tempi dell'intervento si allungheranno, comportando una chiusura alla circolazione per parecchi mesi, con un impatto decisamente pesante sull'economia. Lo dico perché sono un artigiano già penalizzato dalla lunga vicenda del ponte e ora anche dal Covid. Per questo penso che sia necessario riprendere in considerazione la possibilità di utilizzare il bypass». Questa eventualità era stata scartata dalla Provincia per la mancanza di sicurezza del percorso prospettato, che avrebbe utilizzato una rampa di collegamento con il ponte nuovo collocato provvisoriamente in alveo. Tale soluzione avrebbe consentito di ridurre la chiusura a quella ventina di giorni necessari per il definitivo trasferimento in sede del nuovo manufatto, permettendo nel frattempo di lavorare sul viadotto in golena che ha una lunghezza di più di 200 metri. Il comitato, con questa proposta, prova a rilanciare la palla al centro, in attesa della nuova giunta provinciale. C'è la fiducia che l'accelerazione avuta dal cantiere favorisca nuove valutazioni con riguardo alle esigenze dei cittadini e all'economia di tutto un territorio.
Autoarticolato ignora i divieti e si incastra fra le barriere Prima la multa dalla Polstrada, poi il rimborso dei danni Camion blocca il ponte Ma ora pagherà il guardrail e gli operai
La Provincia ancora vincente: rigettato il reclamo della Toto
Il presidente Morselli: «I due giudizi favorevoli confermano la nostra correttezza»
La speranza: «Ora si vada verso un accordo con l'azienda a favore del territorio»
SAN BENEDETTO PO - La richiesta della Provincia di far ritornare la Toto nel cantiere di riqualificazione del ponte di San Benedetto Po è legittima. Dopo avere ordinato all'azienda lo scorso agosto la ripresa delle attività, il Tribunale delle Imprese di Brescia ha ora respinto anche il reclamo con il quale la Toto si era opposta al provvedimento, pur eseguendolo alla lettera. Due pronunciamenti, entrambi favorevoli all'ente di Palazzo di Bagno che, uniti alla sostanziale riattivazione del cantiere, confermano la sensazione di cauto ottimismo che ieri anche il sindaco di San Benedetto, Roberto Lasagna, dopo mesi di sfiducia, non nascondeva. E non cela la propria soddisfazione anche il presidente della Provincia, Beniamino Morselli, partendo da una puntualizzazione: «Certo stiamo vincendo due a zero, per dirla in termini calcistici, ma è una partita che non abbiamo voluto giocare noi. Siamo stati costretti a rispondere per ripristinare la realtà delle cose». Ma nel clima di oggi questo sembra già acqua passata, come conferma il presidente: «L'azienda a settembre ha rispettato l'ordine del tribunale, sta lavorando alacremente e questa è la cosa più importante e positiva». Sul tavolo resta ancora aperta la questione sollevata dalla Toto, colosso delle costruzioni che, dopo avere accumulato mesi di ritardo, aveva sospeso ogni attività nel cantiere e citato per inadempienza contrattuale Palazzo di Bagno adducendo come motivazioni i contrasti sul valore reale della caserma dei carabinieri di via Chiassi (che costituisce la parte finale del pagamento dell'appalto da 33,8 milioni) e l'intempestività del piano di sicurezza e coordinamento (PSC) redatto dalla committente successivamente alla sospensione dei lavori dovuta all'emergenza sanitaria da Covid 19.Sui contrasti aperti negli appalti in atto, il recente Decreto Semplificazioni ha imposto la creazione di un collegio arbitrale per disinnescare il contenzioso prima che arrivi all'aula di giustizia. «I due giudizi positivi del tribunale danno pienamente ragione alla nostra condotta nei confronti della Toto - conclude Morselli - Ora mi auguro che attraverso il collegio arbitrale si trovi quella mediazione, quell'accordo vero che ho sempre auspicato per far concludere questa importante opera. Non certo per dire che avevamo ragione, ma a vantaggio di tutta la comunità e del territorio».
Il Tribunale rigetta il reclamo di Toto spa. Corretta la ripresa dei lavori al ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO PO – Il Tribunale ha rigettato il reclamo e confermato l’ordinanza che aveva imposto a Toto spa Costruzioni Generali la ripresa dei lavori nel cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto Po. Questo quanto contenuto nell’ordinanza del Tribunale Ordinario di Brescia – Sezione specializzata tribunale delle imprese, che si è espresso sul reclamo dell’azienda evidenziando l’illegittimità della condotta di Toto s.p.a. Costruzioni Generali.
La società, come noto, aveva intentato un procedimento di reclamo contro l’ordinanza del 21 agosto scorso. Documento che ordinava a Toto la riapertura del cantiere e la ripresa dei lavori, in adempimento del contratto di appalto stipulato con la Provincia, entro la data del 14 settembre 2020, fissando a 5mila euro la penale per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento. Questo dopo che la Tota aveva sospeso nei mesi precedenti ogni attività nel cantiere adducendo come motivazione “la mancata conclusione, da parte della Provincia, di un contratto di locazione per l’immobile di Via Chiassi a Mantova (attuale sede del Comando Provinciale dei Carabinieri) costituente parte del corrispettivo per i lavori al nuovo ponte e per l’inidoneità e l’intempestività del piano di sicurezza e coordinamento (PSC)
link https://mantovauno.it/cronaca/il-tribunale-rigetta-il-reclamo-di-toto-spa-corretta-la-ripresa-dei-lavori-al-ponte-di-san-benedetto/?fbclid=IwAR3iR1IVNFW7iOIU70d616mmoC0XVmZb827ZuXpETprBS3P4hqpAYHW_rHw
Fonte Gazzetta di Mantova del 3 novembre 2020
Sul ponte cantiere in fermento
E ora preoccupa la chiusura
Saldatori all'opera sulle due sponde per terminare i montaggi entro aprile
Cauto ottimismo del sindaco: «Ma serve avere vie alternative per il futuro stop»
San Benedetto Po - "Eppur si muove...". Dopo mesi di cantieri altalenanti, fermi e ripartenze, i lavori di riqualificazione del ponte sul Po fra San Benedetto e Bagnolo sembrano avere imboccato la via giusta. Da un mese gli operai sono alacremente all'opera per montare le parti che costituiranno il manufatto metallico che sostituirà in alveo l'attuale passaggio in cemento armato. Sulla sponda di Bagnolo lavori sono in una fase più avanzata. Dopo avere completato la soletta metallica, ora gli operai, una quindicina fra personale diretto della Toto costruzioni, la Spa incaricata dalla Provincia della riqualificazione, e ditte esterne stanno procedendo al montaggio del grande arco che sovrasterà questa metà del ponte. Sul piazzale opposto, in sponda destra, si sta invece completando la parte dell'impalcato. Le due metà, una volta montati gli archi, saranno provvisoriamente appoggiate sulla enorme pila che è in costruzione al centro del fiume, a valle del ponte attuale. L'ipotesi prevede di svolgere l'operazione dopo aprile ed entro la prossima estate quando sarà necessario chiudere totalmente al traffico il ponte attuale, oggi limitato al traffico leggero, per procedere alla demolizione delle campate in cemento armato. Da qui la preoccupazione del sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna, "scottato" da precedenti esperienze, che per tempo lancia l'appello. «Registriamo che il cantiere finalmente procede con buoni ritmi - dice -. Al lavoro ci sono oltre una decina di operai e le operazioni di saldatura stanno andando avanti come m ai sinora avevamo visto. Sono cautamente ottimista che si arrivi finalmente alla conclusione del lavoro e si possa vedere completata quella riqualificazione che da tanto attendiamo. Ovviamente bisognerà misurarsi con le piene del Po, che stanno rallentando la messa in opera del pilone in alveo, con possibili lockdown pesanti, ma intanto non nascondiamo la soddisfazione per il procedere dei lavori». Proprio l'accelerazione, però riporta in primo piano il tema della viabilità alternativa quando sarà necessaria la chiusura totale al traffico. L'ipotesi di un "bypass" che dall'argine, passando per il cantiere, arrivasse direttamente al ponte provvisorio è già stata scartata una prima volta dalla Provincia. «Le alternati ve sono l'A22 e la strada arginale di Portiolo, che è messa in condizioni disastrose - prosegue il primo cittadino -. Per questo ho chiesto che l'ente gestore, la Provincia, garantisca in ogni modo l'incolumità degli utenti che saranno costretti a compiere tragitti alternativi e soluzioni di buon senso». Il nuovo clima di fiducia instauratosi con la ripartenza dei lavori sembra avere messo per ora in secondo piano le frizioni fra Toto costruzioni e Provincia sull'appalto da 33,4 milioni di euro sfociate in denunce reciproche. Il collegio arbitrale per risolvere le dispute fra stazione appaltante ed esecutrice previsto dal Decreto Semplificazioni è stato istituito con la nomina di due esperti per parte della Provincia ed altrettanti per conto della Toto. Ma non è stato ancora convocato per la scelta del quinto membro, il presidente e quindi non è al momento operativa. Questo mentre nel frattempo, dopo la prematura scomparsa del dirigente Giovanni Urbani, il compito di seguire l'area Lavori pubblici e Trasporti della Provincia è passato all'ingegner Antonio Covino.
Cantiere in piena attività da entrambe le sponde del fiume. Il sindaco: “Passi avanti importanti, ora rimaniamo in attesa”
SAN BENEDETTO PO - Dopo lunghissimi mesi di totale stop al cantiere di realizzazione del nuovo ponte sul Po, finalmente ora si vedono quelli che anche il sindaco Roberto Lasagna ritiene importanti passi avanti. All’ingresso del cantiere si vedono manufatti che verranno utilizzati per la campate del nuovo ponte, mentre dall’alveo del fiume spunta da alcuni giorni una pila provvisoria che verrà utilizzata per il montaggio del nuovo manufatto che sta realizzando la società Toto Costruzioni. Insomma, quelli che si vedono oggi sul cantiere dalla sponda di San Benedetto Po e dalla sponda di Bagnolo San Vito, appaiono come decisi passi avanti rispetto solamente ad alcune settimane fa, quando non si sapeva nemmeno se e quando il cantiere sarebbe ripartito. Ora, come detto, in entrambi i cantieri appaiono grandi strutture in ferro che verranno probabilmente utilizzate nelle realizzazione delle campate, mentre nel fiume è stata posata una pila la cui sommità spunta per alcune decine di centimetri oltre il livello dell’acqua del Po. Si tratta, quanto pare, di un pilone che verrà usato temporaneamente durante la posa delle nuove campate». «Sembra che finalmente stiamo facendo importanti passi avanti - afferma il sindaco Lasagna - e devo dire che ne sono contento. La pila e le forme per le campate sono sotto gli occhi di tutti, e anche sul cantiere ci sono almeno una quindicina di operatori: bene così. Andiamo avanti».
Giovanni Bernardi_
Fonte Gazzetta di Mantova del 9 ottobre 2020
La piena è un ricordo, riaprono i ponti
Ieri San Benedetto, oggi Torre d'Oglio
Terminata l'allerta e le limitazioni al traffico legate ai timori per la sicurezza. Il colmo adesso è già nel delta del Po
MANTOVA - La piena è passata, e la viabilità in provincia di Mantova sta tornando lentamente alla normalità. Lo stop alla circolazione sui ponti di San Benedetto Po e di Torre d'Oglio (tra Viadana e Marcaria), scattato lunedì con l'arrivo dell'ondata massima sul Po, viene revocato dalla Provincia. Ieri mattina, già nelle prime ore del giorno, è toccato al ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo San Vito, oggi identica decisione dovrebbe arrivare per il celebre ponte in chiatte di Torre d'Oglio.Nel caso di San Benedetto, a far decidere per la riapertura è stato il definitivo ritorno ai livelli non critici del Po, dopo che mercoledì la piena, rallentando il proprio passo, aveva costretto gli enti competenti a rinviare il ripristino della viabilità. Lo stop alla circolazione a San Benedetto era scattato dalle 16 di lunedì per il timore che il legname trasportato dalla corrente, finendo contro i piloni del ponte e lì fermandosi in una specie di diga, potessero esercitare una pericolosa pressione sulla struttura, già provata nella stabilità dagli anni e dalle scosse del terremoto del 2012. Proprio per questi problemi è in corso la costruzione del nuovo viadotto: il cantiere sta proseguendo a spron battuto dopo lunghi mesi di inattività.Quanto a Torre d'Oglio, cioè il ponte su barche lungo la provinciale 57 tra Cesole e Viadana, il problema è legato all'altezza del fiume su cui galleggiano le chiatte, vale a dire l'Oglio. Il livello già lunedì era troppo alto, a causa del rigonfiamento del Po e a catena dell'Oglio, per questo si era deciso per lo stop alle auto e ai mezzi pesanti già dalla prima mattina. Ora la situazione è in corso di risoluzione: «Il livello del fiume si sta abbassando in conseguenza del calo del Po dopo il passaggio dell'ondata di piena» informava ieri Palazzo di Bagno. Eppure era presto ieri per riaprire: «La strada all'imbocco del manufatto su chiatte rimane ancora allagata. Restano inoltre grossi ammassi di legna e detriti vari trasportati dalla corrente contro le barche e sulle rampe di accesso». Oggi anche questi problemi dovrebbero risolversi.Quanto alla piena del Po, il suo colmo ha già da tempo lasciato il Mantovano. Nella notte tra mercoledì e ieri era a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, con 1. 25 metri sullo zero idrometrico, raggiungendo già i rami del delta, come informa l'Autorità del Po, «con livelli di moderata criticità sia all'idrometro di Ariano che di Cavanella». «Lungo il Po di Goro - riferisce l'Aipo - si sono riattivati alcuni fontanazzi che sono stati subito ripresi e gestiti dal personale». Ieri pomeriggio solo nel tratto tra Sermide, Pontelagoscuro e Polesella permanevano ancora «livelli di criticità ordinaria ma con un graduale decremento in atto». Il personale dell'Aipo «rimane attivo per il monitoraggio dei livelli e delle opere idrauliche di competenza, in particolare nei tratti ancora interessati al passaggio della piena, in stretto coordinamento con tutti gli enti facenti parte dei sistemi di protezione civile regionali e locali». Ma ormai la mini-piena è un ricordo.
Riaperto il ponte di San Benedetto. Domani sarà la volta di quello di Torre d’Oglio
SAN BENEDETTO – Dopo il passaggio dell’ondata di piena, come già preannunciato dalla Provincia di Mantova, nella mattinata di oggi è stato riaperto al traffico il ponte di San Benedetto. Il manufatto era stato precauzionalmente chiuso al traffico per l’innalzamento del livello del fiume, e lo scorrere lento dell’ondata di piena aveva suggerito ai tecnici di posticipare la riapertura fino ad oggi.
Riaprirà alla circolazione con ogni probabilità domani mattina venerdì 9 ottobre 2020 il ponte su barche di Torre d’Oglio lungo la provinciale 57 tra Cesole e Viadana. Il livello del fiume si sta abbassando in conseguenza del calo del Po, dopo il passaggio dell’ondata di piena ma la strada all’imbocco del manufatto su chiatte rimane ancora allagata. Restano inoltre grossi ammassi di legna e detriti vari trasportati dalla corrente contro le barche e sulle rampe di accesso.
link https://mantovauno.it/cronaca/riaperto-il-ponte-di-san-benedetto/
Fonte La Voce di Mantova del 8 ottobre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 8 ottobre 2020
La piena rallenta ma i due ponti rimangono chiusi «Resta il pericolo» Oggi altro summit per riaprire Torre d'Oglio e San Benedetto E il cantiere della Toto avanza spedito: montati gli impalcati
Fonte La Voce di Mantova del 7 ottobre 2020 Ondata di piena lenta, ponti di San Benedetto e Torre d’Oglio ancora chiusi
MANTOVA Il livello del Po scende ma in modo molto lieve e l’ondata di piena è ancora in transito tra Borgoforte e San Benedetto. Per questo il ponte sul Po tra Bagnolo San Vito e il comune Polironiano resterà ancora chiuso almeno sino a domani mattina, giovedì 8 ottobre 2020.
La decisione è stata presa dai tecnici della Provincia dopo un accurato sopralluogo nel primo pomeriggio di oggi. Una nuova valutazione verrà fatta nelle prime ore della giornata di domani.
Non calando il livello del Grande Fiume, anche l’Oglio, per il fenomeno dell’acqua di “rigurgito” resta troppo alto per consentire un transito in sicurezza sul ponte su chiatte di Torre d’Oglio. Anche in questo caso tutto rinviato alla giornata di giovedì.
Il problema è che contro le previsioni il mare non sta “accogliendo” l’acqua del fiume.
Fonte Mantovauno.it 7 ottobre 2020
Piena lenta, ponti di San Benedetto e Torre d’Oglio ancora chiusi
MANTOVA – Il livello del Po scende, ma in modo molto lieve e l’ondata di piena è ancora in transito tra Borgoforte e San Benedetto. Per questo il ponte sul Po tra Bagnolo San Vito e il comune Polironiano resterà ancora chiuso almeno sino a domani mattina, giovedì 8 ottobre 2020.
La decisione è stata presa dai tecnici della Provincia dopo un accurato sopralluogo nel primo pomeriggio di oggi. Una nuova valutazione verrà fatta nelle prime ore della giornata di domani.
Non calando il livello del Grande Fiume, anche l’Oglio, per il fenomeno dell’acqua di “rigurgito” resta troppo alto per consentire un transito in sicurezza sul ponte su chiatte di Torre d’Oglio. Anche in questo caso tutto rinviato alla giornata di giovedì.
Contrariamente alle previsioni, il mare non sta “accogliendo” l’acqua del fiume.
link https://mantovauno.it/cronaca/piena-lenta-ponti-di-san-benedetto-e-torre-doglio-ancora-chiusi/?fbclid=IwAR0tCvyeTFKRTX1VaOLL_gBg9tKdRfFEakaqKHFJ9OXdFcZmDevnL2K7lY
7 ottobre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 7 ottobre 2020
La rabbia degli ambulanti: «Noi allunghiamo la strada ma i clienti no. Se continua sarà molto difficile proseguire a lavorare» Mercato con meno gente: «In 20 anni problema irrisolto»
Borgoforte attorno ai 6 metri sopra lo zero idrometrico, golene allagate e ordinanze di sgombero. L'Aipo attiva il monitoraggio
LA SITUAZIONE - San Benedetto Po - Uno sguardo all'alveo, l'altro alle previsioni meteo. Questa prima piena dell'autunno è giunta in anticipo. Portata dalle precipitazioni eccezionali che hanno devastato l'arco alpino e i versanti appenninici. Acqua che ha fatto salire velocemente le quote nell'alveo del collettore finale, il Po, che ha quasi decuplicato la portata arrivando a 5,500 metri cubi al secondo. Quanto basta per creare un'onda di piena il cui colmo ieri è transitato nel tratto centrale della nostra provincia (quasi 6 metri a Borgoforte) e oggi passerà in quella a valle (Sermide). Tutto sommato contenuti i problemi creati dal livello. Numerose le golene aperte allagate con qualche Comune, come Viadana, che per precauzione ha ordinato lo sgombero e vietato il transito. E con la selvaggina in fuga dalle zone inondate, cinghiali compresi, che si è riversata di là dagli argini provocando anche qualche incidente d'auto.L'Agenzia interregionale per il Po ha attivato il servizio di monitoraggio delle quote, ma senza prevedere la vigilanza notturna visto che le quote dovrebbero assestarsi attorno o sotto il secondo livello di guardia (6 metri a Borgoforte).Il maggiore disagio è stato costituito dalla chiusura da lunedì pomeriggio del ponte in chiatte sull'Oglio, il cui livello è risalito per il rigurgito da valle del Po e soprattutto di quello fra San Benedetto Po e Bagnolo che ha di fatto tagliato in due una buona parte della provincia. I disagi hanno riguardato il traffico privato, giacché il transito di quello pesante (camion e autobus) è già interdetto dal 2012. Alla ricerca di un ponte alternativo, le auto si sono riversate sull'argine per Motteggiana o verso l'Autobrennero sulla quale, però, sono in atto cantieri dell'A22 proprio sul tratto Mantova Sud-Pegognaga.Se la chiusura del ponte di Torre d'Oglio è stata dovuta alle quote dell'acqua (il ponte in chiatte è fluttuante), quello di San Benedetto è stato interrotto per il timore rappresentato dalle cataste di legname e rami che le violente piogge sui versanti montani hanno trascinato a valle. Il legno galleggiante si è fermato contro le pile del ponte, creando una sorta di barriera potenzialmente in grado di provocare un "effetto diga", innalzando la quota d'acqua a monte e creando una forte spinta sulle pile di un ponte già ammalorato e sottoposto a lavori. Per questo la Provincia ha decretato lo stop da lunedì pomeriggio. Oggi si deciderà la possibile riapertura.I lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto, affidato dalla Provincia alla Toto costruzioni, con la piena sono stati interrotti in alveo, ma regolarmente proseguiti nella golena di San Benedetto Po dove si sta montando la metà impalcato in sponda destra. Passata questa piena il timore si sposta sul meteo. Gli alvei già pieni potrebbero dover ospitare altri volumi di acqua delle prossime precipitazioni. Con le prime piogge attese già dalla prossima settimana.
Ondata d’acqua e… legno: chiuso il ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO PO Il titolo, volendo essere precisi, non è corretto: più giusto sarebbe stato scrivere “ondata d’acqua e soprattutto di detriti” perchè è proprio a causa dell’accumulo di materiale legnoso trascinato a valle dal Po in piena – dopo le ondate di maltempo che hanno flagellato, restando solo nel suo bacino, il Piemonte – che si è deciso, nella giornata di ieri, di chiudere il ponte di San Benedetto Po. Dalle 16 di ieri dunque stop alla circolazione di qualsivoglia mezzo, fino a data da destinarsi anche se, vista la criticità evidenziata, la chiusura dovrebbe protrarsi solo per qualche giorno. Nel comunicato che la Provincia di Mantova ha diramato ieri accompagnando l’ordinanza di chiusura, si legge che «in particolare, in prossimità della pila n. 2, stante la copiosa discesa di materiale solido flottante (tronchi di grosse dimensioni, rami ed altro materiale voluminoso indifferenziato) si è formato un esteso accumulo di materiale che provoca una pressione anomala contro la pila stessa. Da qui la decisione di sospendere il passaggio sul manufatto fino a quando non saranno ripristinate le condizioni per un transito in sicurezza. Il Servizio gestione e manutenzione strade provinciali dell’Area Lavori Pubblici e Trasporti della Provincia provvederà all’installazione e manutenzione della necessaria segnaletica». Se da un lato ci saranno le operazioni di rimozione dei detriti, dall’altro lato si attende il passaggio di una piena che non dovrebbe creare ulteriori preoccupazioni: a Borgoforte il colmo transiterà tra oggi pomeriggio e questa sera, con livelli previsti di criticità ordinaria. Non dovrebbero verificarsi inoltre invasi d’acqua eccessivi nelle zone delle golene aperte quindi, al momento, la criticità più significativa è concentrata sul solo ponte di San Benedetto.
TeleMantova TG Sera del 6 ottobre 2020
6 ottobre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 6 ottobre 2020
Tre ponti ko e provincia divisa a metà
Dapprima chiude Torre d'Oglio, poi tocca a San Benedetto, infine le code tra Revere e Ostiglia: pomeriggio da dimenticare
Arriva la piena e la viabilità va in tilt
MANTOVA - Arrivano l'autunno, le piogge e le piene. E la già compromessa situazione dei ponti mantovani rischia di paralizzare completamente la provincia. Anche se non si tratta di una piena di particolare gravità (livello di criticità 1) per il Po e i suoi affluenti l'incremento di livello è stato comunque rapido. Ieri mattina presto, quindi, la Provincia ha disposto la chiusura del ponte in chiatte di Torre d'Oglio; nel pomeriggio invece, alle 16, è toccato al ponte di San Benedetto-Bagnolo, in cui sono i n corso i lavori di ricostruzione. In questo caso, a preoccupare, è un abbondante deposito di detriti e legname in corrispondenza della pila 2, che potrebbe compromettere la già discutibile stabilità del manufatto.Come se non bastasse, ieri pomeriggio è andato in tilt anche il traffico di attraversamento del ponte sul Po tra Revere e Ostiglia per un mezzo pesante che si era bloccato.Ma torniamo al dettaglio: l'ondata di piena del Po è transitata nel Viadanese a partire dalla serata di ieri. In mattinata era a Cremona. L'incremento repentino delle acque del fiume è dovuto alle intense precipitazioni registrate nei giorni scorsi nel Nord Italia (pari, in alcune zone montuose del Piemonte, a metà della pioggia di un anno in sole 24 ore).Nonostante un innalzamento del livello di alcuni metri in poche ore, nella Bassa la situazione non è apparsa tuttavia particolarmente preoccupante, in quanto nei giorni scorsi il livello del fiume era fermo ancora a 2-3 metri sotto lo zero idrometrico. A seconda delle zone di riferimento, la Protezione civile ha fatto scattare allerte gialle o arancioni (moderata criticità). Ieri in tarda mattinata l'idrometro di Viadana segnava poco più di tre metri (la sommità arginale è a circa 9 metri sopra lo zero). Il Comune di Viadana ha comunque valutato sino all'ultimo la possibilità di chiudere precauzionalmente gli accessi alla golena. I volontari dell'associazione di protezione civile Oglio-Po sono rimasti costantemente in contatto con le istituzioni preposte, al fine di attivare se necessario un servizio di sorveglianza. «Qualora se ne ravvisi l'esigenza - assicurava già in mattinata il presidente Ettore Bergamaschi - siamo pronti a mettere a disposizione volontari e attrezzature». Al fine di prevenire eventuali danni a strutture e oggetti, il sindaco di Dosolo Pietro Bortolotti ha invece ordinato il divieto di accesso alle aree golenali dal mezzogiorno di ieri sino al rientro dell'emergenza. Il primo cittadino ha contestualmente disposto il divieto di attività venatoria nelle golene aperte e chiuse e il divieto di accesso con natanti, ordinando al contempo lo sgombero dai fabbricati di animali e oggetti asportabili. I rigurgiti dell'ondata di piena del Po hanno provocato un innalzamento anomalo anche dell'Oglio. La Provincia ha pertanto chiuso al traffico, dalle 6.40 di ieri mattina, il ponte in chiatte di Torre d'Oglio (strada provinciale n.57, al confine tra i Comuni di Viadana e Marcaria).«A causa del fenomeno, che era previsto - spiegano da Palazzo Di Bagno - non è stato più possibile garantire il transito in sicurezza del traffico veicolare, in quanto cominciavano ad allagarsi tanto l'accesso al ponte quanto parte della strada golenale che da San Matteo delle Chiaviche conduce al ponte stesso». Anche in questo caso, il divieto di transito verrà revocato non appena si saranno ristabilite le condizioni minime di sicurezza. Il repentino innalzamento di livello del Po ha provocato la formazione di cumuli di schiuma bianca sul pelo dell'acqua. Non si tratta di sostanze inquinanti, bensì di "sospensioni tufacee": argille dilavate dalle rive e compattate dalla corrente. --
Legname e detriti premono sulle strutture di cemento
La Provincia: stop al traffico fino a data da destinarsi
SAN BENEDETTO PO - Il transito sul ponte di San Benedetto Po è stato sospeso dalle 16 di ieri, su decisione della Provincia, sino a quando non saranno ripristinate le condizioni per un passaggio in sicurezza.A destare preoccupazione è la quantità di legna e di materiale vario che galleggia nel fiume e che, in balia della corrente, potrebbe mettere a serio rischio le chiatte e le imbarcazioni ormeggiate sulle rive oltre a sbattere ed ammassarsi tra i piloni del ponte.Succede sempre: l'onda di piena, inevitabilmente porta con sé tronchi, legname e detriti. A valle, nel Delta, sono già scattate le misure precauzionali. Dunque, stop alla circolazione e chiusura del ponte sulla ex statale 413 Romana che passa sul Po tra i Comuni di Bagnolo S. Vito e di San Benedetto Po e precisamente dall'intersezione con la Sp 33 "Roncoferraro-Ponte S. Benedetto", nel territorio del Comune di Bagnolo San Vito, all'incrocio con il raccordo di collegamento della ex statale 413 con la strada comunale Argine Po Nord, nel territorio del Comune di San Benedetto Po.Il transito verrà ripristinato a data da destinarsi in relazione all'andamento di piena e alle condizioni ritenute necessarie per garantire la sicurezza.È attualmente in corso un importante evento di piena del fiume Po, come risulta dai dati forniti da Aipo. In particolare in prossimità della pila n. 2, vista la copiosa discesa di detriti, tronchi e rami, si è formato un esteso accumulo di materiale che provoca una pressione anomala contro la pila stessa. Da qui la decisione di sospendere il passaggio sul manufatto fino a quando non saranno ripristinate le condizioni per un transito in sicurezza.Il servizio gestione e manutenzione strade provinciali dell'Area Lavori Pubblici e Trasporti della Provincia provvederà all'installazione e manutenzione della necessaria segnaletica.Nonostante i cartelli ben visibili, ieri nel tardo pomeriggio automobilisti e camionisti sono arrivati fin davanti alle barriere d'ingresso al ponte per convincersi a tornare indietro.
OSTIGLIA - Il ponte di Ostiglia è rimasto bloccato per un Tir in avaria e la fila sulla statale 12 è arrivata fino all'ospedale di Pieve di Coriano. Il traffico è rimasto letteralmente bloccato dall'abitato di Revere fino a Pieve di Coriano, sulla carreggiata che corre in direzione nord verso Ostiglia. Dopo le quattro del pomeriggio, sul ponte, il mezzo pesante che trasportava prodotti alimentari e viaggiava in direzione Ostiglia si è fermato per un guasto. La statale è andata al collasso. Quel ponte, pur essendo perfettamente sicuro, presenta delle gravi carenze in tutti gli altri aspetti di efficienza. Il problema, infatti, è che la carreggiata è molto stretta, i Tir quasi si sfiorano quando si incrociano. Anche intervenire in caso di incidente diventa problematico e l'episodio di ieri ha messo in evidenza come non mai questa problematica. Il traffico su quella strada è molto intenso, vi passano moltissimi camion. Va precisato anche che ieri il ponte di San Benedetto era chiuso e verosimilmente buone parte delle auto si sono dirottate sull'Ostigliese. La fila si è formata in un attimo e in poco tempo le auto arrivavano a diversi chilometri dal ponte, all'altezza dell'ospedale di Pieve. Nel frattempo i carabinieri e un mezzo adeguato per rimorchiare il camion sono arrivati sul ponte e hanno agganciato il Tir.Pochi minuti dopo le 17 la carreggiata è stata liberata, con il mezzo pesante che veniva trainato via. Da quel momento il traffico ha ricominciato a scorrere regolarmente. L'episodio ha evidenziato la precarietà infrastrutturale del Destra Secchia, che ha nell'Abetone Brennero la sua principale direttrice. E il ponte tra Revere e Ostiglia costituisce un nodo da sciogliere ormai da anni, ma senza una prospettiva di chiudere la vicenda a breve. «Questo territorio è in una situazione drammatica a livello infrastrutturale - dice il sindaco di Borgo Mantovano, Alberto Borsari - episodi come questo che possono succedere ordinariamente senza grosse conseguenze, nelle condizioni precarie in cui si trovano le nostre infrastrutture hanno effetti disastrosi».
Arriva la piena: chiuso il ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo San Vito
Dalle ore 16 di lunedì 5 ottobre per motivi di sicurezza idraulica legata a una forte quantità di legname in discesa lungo il corso del fiume
SAN BENEDETTO PO. Il Comune di San Benedetto Po, con un avviso apparso sul sito internet, comunica che dalle ore 16 di oggi lunedì 5 ottobre 2020, fino a data da destinarsi, il ponte sul fiume Po nel tratto tra San Benedetto Po e Bagnolo San Vito sarà chiuso al traffico per motivi di sicurezza idraulica legata a una forte quantità di legname in discesa lungo il corso del fiume.
TeleMantova TG Sera del 5 ottobre 2020
Fonte 5 ottobre 2020 La Voce di Mantova
Dalle 16 chiusura ad oltranza del ponte di San Benedetto Po
SAN BENEDETTO Dalle 16 di oggi e fino a data da destinarsi, causa transito di forte quantità di legname lungo il corso del fiume Po, il ponte verrà chiuso al traffico per motivi di sicurezza.
Fonte 5 ottobre 2020 Mantovauno.it Passaggio piena del Po: chiude il ponte di San Benedetto
VIADANA – Stop alla circolazione sul ponte di San Benedetto dalle ore 16 di oggi per l’ondata di piena del Po. Con un’apposita ordinanza Provincia di Mantova ha disposto la chiusura del ponte sulla SP ex SS 413 “Romana” sovrappassante il fiume Po tra i Comuni di Bagnolo S. Vito e di S. Benedetto Po e precisamente dall’intersezione con la SP ex SS 33 “Roncoferraro-Ponte S. Benedetto”, nel territorio del Comune di Bagnolo S. Vito, all’incrocio con il raccordo di collegamento della SP ex SS n. 413 con la Strada Comunale Argine Po Nord, nel territorio del Comune di S. Benedetto Po dalle ore 16 di lunedì 5 ottobre 2020 a data da destinarsi in relazione all’andamento di piena ed al conseguente ripristino delle condizioni ritenute necessarie per garantire la sicurezza del transito veicolare. E’ attualmente in corso un importante evento di piena del fiume Po, come risulta dai dati forniti da Aipo. In particolare in prossimità della pila n. 2, stante la copiosa discesa di materiale solido flottante (trochi di grosse dimensioni, rami ed altro materiale voluminoso indifferenziato) si è formato un esteso accumulo di materiale che provoca una pressione anomala contro la pila stessa.
Da qui la decisione di sospendere il passaggio sul manufatto fino a quando non saranno ripristinate le condizioni per un transito in sicurezza.
Il Servizio gestione e manutenzione strade provinciali dell’Area Lavori Pubblici e Trasporti della Provincia provvederà all’installazione e manutenzione della necessaria segnaletica.
Ponte, entro il mese il collegio arbitrale battistrada in Italia
Tempi rapidi per il nuovo istituto varato dal Dl semplificazioni
Dopo l'esito si potrebbe riaprire l'opzione dei lavori golenali
San Benedetto Po - Ad appena pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Semplificazioni convertito in legge, il Collegio consultivo tecnico che nascerà per affrontare il contenzioso sull'appalto del ponte di San Benedetto potrebbe essere fra i primi arbitrati in Italia a partire con il nuovo sistema del "dispute board". Un istituto mutuato per la prima volta nel nostro sistema giuridico da quello internazionale. I tempi fissati per la costituzione obbligatoria del collegio sono rapidi: un mese a partire dal 14 di settembre, data di pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale. Il collegio sarà formato da 5 membri, vista la complessità della procedura, invece dei tre consentiti come minimo. Si tratterà, vista la tipologia dell'opera ed i problemi sorti, di persone esperte tratte dal campo dell'ingegneria e dell'architettura, giuristi ed economisti. Dovranno essere competenti nel campo degli appalti pubblici e delle infrastrutture. Per scelta delle due controparti, la stazione appaltante Provincia e l'esecutore Toto spa, i componenti non saranno individuati congiuntamente, ma ciascuno nominerà la propria coppia di esperti. Saranno questi quattro, poi, ad individuare la quinta figura, cioè il presidente. Se non si raggiungerà una intesa entro il 14 di ottobre, sarà la Regione, entro i 5 giorni successivi, a provvedere ad individuare il nome. Essendo questi i tempi, la Commissione sarà dunque pienamente operativa entro fine ottobre. Che funzioni avrà? Intanto opererà avendo a disposizione tutta la documentazione che sarà fornita dalla stazione appaltante e dall'esecutore. Potrà poi sentire in audizione le parti per consentire l'esposizione in contraddittorio. Alla fine, al massimo 20 giorni dopo aver inviato i quesiti a Provincia e Toto, prenderà una decisione (all'unanimità o anche a maggioranza) che le due parti sono tenute a rispettare, equivalendo, in campo civile, ad un "lodo arbitrale". L'inosservanza delle determinazioni equivarrà ad un "grave inadempimento contrattuale", mentre al contrario l'osservanza cancellerà l'eventuale "danno erariale". Nel frattempo, però, parallelamente proseguirà la vertenza istruita al Tribunale delle imprese di Brescia dalla Toto, che ha citato in giudizio la Provincia per farla dichiarare "inadempiente" agli obblighi assunti con il contratto di appalto. Anche se il Collegio riuscirà a trovare una soluzione ben accolta da entrambe le parti, è possibile che la Toto non rinunci a procedere nella causa avviata. In ogni caso, indicativamente entro i primi mesi del 2021 visto che il cantiere sta ora procedendo, si sarà nelle condizioni di andare verso la chiusura della parte in alveo. Non escludendo in via teorica che, con il nuovo anno, si possa riaprire la possibilità di rendere totalmente antisismico anche il tratto in golena.
San Benedetto Po - Sono ripresi da parte della Toto spa i lavori in alveo nell'ambito del cantiere di riqualificazione del ponte sul Po appaltati dalla Provincia. Dopo la ripartenza nelle scorse settimane delle aree sulla terraferma, nei giorni scorsi è stato posizionato un motopontone, ovvero un natante dotato di macchina escavatrice e spazi per le attrezzature di cantiere. Costituirà la base operativa dalla quale la squadra di otto operai e sei tecnici lavorerà per il completamento del pilone in alveo destinato a sorreggere provvisoriamente i due impalcati del ponte completandolo in modo transitorio in attesa della demolizione di quello attuale. Prima dell'interruzione, già lo scorso anno erano state infisse le palificazioni della pila sul fondo del fiume. Una base sulla quale ora gli operai costruiranno la fondazione del pilone e successivamente la testa. Lavoro che, essendo svolto in alveo, necessità del fiume in condizioni di magra, come è ancora attualmente. Si tratterà, insomma, di una corsa contro il tempo prima dell'arrivo delle piene autunnali, statisticamente associate alle piogge fra metà ottobre e metà novembre. I lavori che non saranno terminati, riprenderanno a gennaio, altro periodo generalmente di magra. La ripresa dell'attività a fiume appare come la prova dell'impegno della Toto a completare l'opera. Ai sei saldatori già oggi in cantiere se ne aggiungeranno una decina a breve per completare gli archi dal lato di Bagnolo San Vito.
San Benedetto Po - Sono ripresi da parte della Toto spa i lavori in alveo nell'ambito del cantiere di riqualificazione del ponte sul Po appaltati dalla Provincia. Dopo la ripartenza nelle scorse settimane delle aree sulla terraferma, nei giorni scorsi è stato posizionato un motopontone, ovvero un natante dotato di macchina escavatrice e spazi per le attrezzature di cantiere. Costituirà la base operativa dalla quale la squadra di otto operai e sei tecnici lavorerà per il completamento del pilone in alveo destinato a sorreggere provvisoriamente i due impalcati del ponte completandolo in modo transitorio in attesa della demolizione di quello attuale. Prima dell'interruzione, già lo scorso anno erano state infisse le palificazioni della pila sul fondo del fiume. Una base sulla quale ora gli operai costruiranno la fondazione del pilone e successivamente la testa. Lavoro che, essendo svolto in alveo, necessità del fiume in condizioni di magra, come è ancora attualmente. Si tratterà, insomma, di una corsa contro il tempo prima dell'arrivo delle piene autunnali, statisticamente associate alle piogge fra metà ottobre e metà novembre. I lavori che non saranno terminati, riprenderanno a gennaio, altro periodo generalmente di magra. La ripresa dell'attività a fiume appare come la prova dell'impegno della Toto a completare l'opera. Ai sei saldatori già oggi in cantiere se ne aggiungeranno una decina a breve per completare gli archi dal lato di Bagnolo San Vito.
Visita del sindaco Lasagna al nuovo ponte: “Forse questa volta ci siamo”
SAN BENEDETTO PO - Il cantiere per la costruzione del nuovo ponte sul Po è pronto a ripartire. O, per lo meno, ora ha tutte le carte in regola per ripartire. Sì perché, come conferma il sindaco Roberto Lasagna, sul posto sono arrivati alcuni saldatori che, a rigor di logica, dovrebbero iniziare ad lavorare ai nuovi
“pezzi” del nuovo ponte giunti in loco nel corso degli ultimi dieci giorni circa. Proprio nel pomeriggio di ieri infatti il sindaco ha fatto una breve visita al cantiere proprio per verificare quale fosse la situazione. Fino ad alcuni giorni fa sul posto erano arrivate porzioni del nuovo ponte da saldare, oltre ad operai ed ingegneri. Ma non erano ancora arrivati - questo nemmeno l’altroieri, per la verità - i saldatori che saranno chiamati ad unire tra di loro le porzioni del nuovo ponte. Con la giornata di ieri invece sono arrivati anche i saldatori e quindi, ora, tutto lascia presagire che finalmente il cantiere sia pronto per ripartire a pieno ritmo. Un passaggio molto importante dopo che l’area di lavoro, a causa degli attriti e delle vicende legali, è rimasta completamente ferma addirittura dallo scorso gennaio.
Fonte Gazzetta di Mantova del 11 settembre 2020
IL PONTE DI SAN BENEDETTO PO
I pezzi ci sono, i saldatori no
Il cantiere ancora non decolla
SAN BENEDETTO PO - I pezzi ci sono, chi dovrà saldarli ancora no. Al ponte di San Benedetto la fase è ancora quella del riscaldamento dei motori. Gli operai della Toto sono già sul cantiere, gli ingegneri pure, e sono arrivati sei bilici con i pezzi del manufatto che andranno saldati. Ma per vedere all'opera i saldatori bisognerà attendere la settimana prossima. Queste sono le notizie arrivate al sindaco Roberto Lasagna, fiducioso nella ripresa dei lavori dopo la soluzione della vertenza tra l'azienda titolare dell'appalto e la Provincia.«Qualcosa si è mosso - ammette, con le dita incrociaste - gli operai stanno facendo manutenzione, puliscono il cantiere, che è fermo da febbraio, e contiamo che davvero la settimana prossima si possa ripartire a pieno ritmo con i lavori di carpenteria». Salvo altre complicazioni, per Natale i tecnici stimano un avanzamento di un altro 30% dell'opera, ovvero solo il ponte sul fiume, rispetto all'attuale 40% raggiunto. Sul lato di San Benedetto ci sarà il completamento dell'impalcato, mentre da Bagnolo si dovrebbero vedere i primi archi.
Rai TGR Lombardia servizio di Stefano Lorelli del 7 settembre 2020
Fonte La Voce di Mantova del 6 settembre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 6 settembre 2020
San Benedetto Po
Traversi (M5s): un tavolo per sbloccare il ponte
«A questo punto è necessario che ognuno, dagli enti locali alla ditta appaltante, si assuma le propria responsabilità e faccia quanto necessario per sbloccare questa empasse e velocizzare i tempi per il completamento del ponte. Il mio impegno è quello di lavorare alla creazione di un tavolo di concertazione che riunisca le parti per una soluzione rapida che restituisca alla cittadinanza l'utilizzo di una infrastruttura vitale per il traffico e l'economia della zona». A dirlo il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi (M5s) in visita al ponte.
Fonte Mantovauno.it del 5 settembre 2020
Traversi (MIT): “Tavolo di lavoro per sbloccare i lavori del ponte di San Benedetto”
SAN BENEDETTO PO – Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi ieri, assieme al deputato del Movimento 5 Stelle Alberto Zolezzi e al sindaco Roberto Lasagna ha eseguito un sopralluogo per verificare la situazione dello stato dei lavori per la costruzione del ponte di San Benedetto Po.
“Sono mesi che si protrae questa situazione di stallo che sta causando disagi alla cittadinanza e danni incalcolabili alle aziende locali – ha commentato Traversi –. Purtroppo è una storia già vista per centinaia di altre opere pubbliche finanziate ma bloccate da contenziosi e difficoltà amministrative. Adesso però occorre dare una risposta immediata, è arrivato il momento di sedersi ad un tavolo e risolvere una situazione della quale i cittadini sono vittime incolpevoli. Ogni protagonista di questa vicenda, dagli enti locali alla ditta appaltante, si assuma le propria responsabilità e faccia quanto necessario per sbloccare questo empasse e velocizzare i tempi per il completamento del ponte. Il mio impegno è quello di lavorare alla creazione di un tavolo di concertazione che riunisca le parti coinvolte al fine di lavorare ad una soluzione rapida che restituisca alla cittadinanza l’utilizzo di una infrastruttura vitale per il traffico e l’economia della zona“.
link https://mantovauno.it/cronaca/traversi-mit-tavolo-di-lavoro-per-sbloccare-i-lavori-del-ponte-di-san-benedetto/?fbclid=IwAR1MuCMRa88siIpHdLD-6fEcyEi5DVB-DmOTMdv462-3fuvspruFSspKrew
Fonte Gazzetta di Mantova del 5 settembre 2020
San Benedetto Po
La delegazione va in visita al cantiere del ponte
«Ringraziamo il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi, l'onorevole Alberto Zolezzi e il consigliere regionale Andrea Fiasconaro per la visita oggi (ier, ndr) al ponte di San Benedetto Po. Sono stati accompagnati dal sindaco Lasagna con Cavazzoli e Tralli del Comitato». A parlare sono i rappresentanti del Comitato "Vogliamo il Ponte" costituito per monitorare lo stato avanzamento dei lavori, sia in alveo che in golena, con l'obiettivo di far rispettare le scadenze per arrivare ad avere l'opera ultimata e di limitare al minimo la chiusura del tratto di strada che causa grandi disagi al territorio di San Benedetto e dei paesi limitrofi.
Fonte La Voce di Mantova del 3 settembre 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 3 settembre 2020
L'impresa del ponte sul Po: «Da lunedì lavori in corso A Natale il 70% dell'opera»
SAN BENEDETTO PO - Dalla prossima settimana i lavori per la costruzione del nuovo ponte sul Po rientreranno nel vivo, riprendendo ritmo. Parola dei tecnici della Toto, l'azienda titolare dell'appalto.Una promessa che segue e dà sostanza agli avvistamenti delle prime maestranze tornate nell'area dei lavori. Solo che in questi giorni si tratta di interventi preliminari alla ripresa, necessari a rimettere in moto un cantiere rimasto fermo dalla fine di febbraio. «È come quando devi far ripartire un'auto dopo tanto tempo - spiegano - prima di avviare ogni attività lavorativa dobbiamo eseguire controlli sulla sicurezza, sulle norme anti-Covid. Lubrificare le gru e testare i compressori prima di poterli usare». Ma dal prossimo lunedì la musica cambia: «Ricominceranno ad arrivare le forniture di carpenteria, gli elementi metallici che servono per il ponte, e di conseguenza chiameremo un numero maggiore di maestranze». «Comunque, ci siamo» è la frase che sintetizza il tutto, e dà l'unica risposta che il territorio attende. Per ora nel Mantovano ci sono quattro tecnici e tre operai: dalla prossima settimana le persone raddoppieranno e «a mano a mano faremo rientrare tutti gli altri». A pieno regime operava una trentina di persone: 18 nella carpenteria (operai Simi) e 12 come tecnici Toto. Presto saranno di nuovo trenta, ma in occasione dei picchi di lavoro si arriverà anche a 60. E i tempi? Salvo complicazioni, per Natale i tecnici stimano un avanzamento di un altro 30% dell'opera, ovvero solo il ponte sul fiume, rispetto all'attuale 40% raggiunto: «Sul lato di San Benedetto ci sarà il completamento dell'impalcato, mentre da Bagnolo si vedranno i primi archi».
Il comitato e il sindaco riferiscono di movimenti nell'area dei lavori e in paese
Ma Palazzo di Bagno: «In cantiere non c'è nessuno»
SAN BENEDETTO PO - Li hanno visti, finalmente. Hanno notato segni della loro presenza. Una gru spostata, il cancello aperto. Voci di alloggi di nuovo riempiti in quel di Roncoferraro. E ancora: all'Ara Ricambi avrebbero chiesto attrezzature e dispositivi di protezione. San Benedetto, insomma, al risveglio ieri ha trovato la novità che tanto attendeva: gli operai della Toto, che stavano costruendo il nuovo ponte sul Po prima di uno improvviso stop, sono tornati. Non ancora operativi, certo, «anche perché dopo otto mesi con il cantiere fermo ci vorranno due settimane per ripartire» riflettono dal comitato Vogliamo il ponte. Ma la buona notizia c'è. Se lunedì, giorno in cui la Toto aveva promesso la sua ricomparsa nel Mantovano, non si era visto nessuno, ieri insomma è stato diverso. Certifica il tutto il sindaco di San Benedetto, Roberto Lasagna: «Mi hanno informato della presenza degli operai in qualche negozio. Anche se non sono ancora operativi, è finalmente una buona notizia. Certo, ora bisogna rimettersi all'opera per cercare di recuperare per quanto possibile il tempo perduto».E la Provincia, ovvero la committente dell'opera da oltre trenta milioni, che dice? In via informale, anche a palazzo di Bagno sono arrivate voci di movimenti attorno al cantiere. Una novità che si nota, dopo mesi di stallo che hanno trasformato l'area dei lavori in un giardino pieno di vegetazione spontanea. Ma in via ufficiale,ovvero dal report dell'ispezione nell'area del cantiere eseguita ieri mattina dagli uomini della Provincia dalle nove alle undici e mezza, risulta che al lavoro non ci fosse nessuno.Insomma, la diretta interessata rispetto all'opera, quella che ha selezionato l'azienda abruzzese per la realizzazione della nuova struttura - dopo i danni arrecati alla vecchia dal terremoto del 2012 - attende ancora di poter accertare lo sblocco dei lavori. Prima di cantare vittoria. Vuole vederci chiaro e ha bisogno di certezze.La Provincia è anche la controparte della Toto. L'ente finito ai ferri corti con l'impresa dopo l'infinita serie di ritardi e di problemi sorti a cantiere aperto. Vale la pena ricordare che la battaglia legale tra Toto e Provincia non è affatto terminata. L'impresa ha citato l'ente per inadempienza contrattuale, legata al pagamento di parte dell'appalto con un edificio, la caserma provinciale dei carabinieri, che non avrebbe il valore dichiarato. La Provincia ha fatto ricorso chiedendo la ripresa dei lavori per questioni di interesse e di sicurezza pubblici. Il giudice, in via d'urgenza, ha ordinato la ripresa di lavori entro il 14 settembre. Ciò che sembra si stia realizzando. Ma nel merito la decisione deve ancora arrivare.
A San Benedetto Po si intravede qualcuno in cantiere ma per oggi lavori ancora fermi
SAN BENEDETTO PO – Toto Costruzioni aveva annunciato nei giorni scorsi che oggi sarebbero ripresi i lavori per il nuovo ponte di San Benedetto Po.
In verità i lavori non sono ricominciati ma oggi pomeriggio qualcuno sul cantiere si è visto e questo al momento lascia sperare che nei prossimi giorni i lavori ripartano sul serio.
L’impresa, dopo la sentenza del giudice che ha accolto integralmente il ricorso della Provincia di Mantova, ha tempo fino al 14 di settembre per riprendere le opere.
La scorsa settimana da parte di Toto l’annuncio che il cantiere sarebbe già ripartito oggi, con due settimane di anticipo dunque rispetto al tempo limite indicato dal giudice.
Tra gli abitanti del paese, come di quelli vicini, l‘auspicio è che la presenza in cantiere nel pomeriggio di alcuni uomini di Toto possa essere solo il primissimo step di una concreta ripresa della realizzazione del nuovo manufatto.
Cancelli sigillati con i lucchetti, zero personale in servizio
La Toto ha tempo fino al 14. «Speriamo non ci deluda»
SAN BENEDETTO PO - Le speranze si erano accese un po' in tutti quanti. L'idea di ricominciare a vedere del movimento sul vecchio ponte, in attesa di ripristino da anni, aveva aperto il cuore a pendolari, amministratori, cittadini della zona tagliata a metà dal ponte sul fiume Po. L'annuncio quindi che ieri, dopo uno stop che dura da febbraio - e dopo una causa in corso, un duro braccio di ferro tra azienda appaltatrice e Provincia gestore e minacce di interruzione dei lavori sine die - avrebbe riaperto il cantiere della Toto, era sembrata una bellissima favola. Appunto, una favola. Infatti il cantiere è ancora chiuso. O almeno, ieri alle 13, tracce di operai non ce n'erano. C'è da dire che la giornata di pioggia magari non era indicata per dare il via ai lavori. E poi la Toto Costruzioni Generali spa, che ha ricevuto la richiesta del Tribunale delle Imprese di Brescia, di riprendere i lavori di riqualificazione del ponte sul Po a San Benedetto, ha tempo fino al 14. Lei stessa aveva annunciato che avrebbe anticipato il via. Ma così non è stato. Oggi le previsioni meteo sembrano clementi, magari sarà il giorno buono.Non nascondono un po' di sconforto i sindaci della zona, Roberto Lasagna di San Benedetto, Luca Malavasi di Quistello o il portavoce del comitato Vogliamo il ponte Sandro Cavazzoli. «Non siamo andati a controllare - dice quest' ultimo - non spetta a noi cittadini questo compito. Certo, mi auguro non sia un'altra boutade, spero davvero che se non oggi sia domani, ma i tempi per riprendere i lavori vengano finalmente rispettati. Dobbiamo arrivare in fondo a quest'opera prima o poi». -
DM BY NC ND
Fonte Gazzetta di Mantova del 31 agosto 2020
San Benedetto Po
Il tribunale ordina il via
Gli operai della Toto oggi al lavoro sul ponte
Su richiesta del Tribunale delle Imprese di Brescia, la Toto costruzioni riprenderà i lavori di riqualificazione del ponte sul Po a San Benedetto Po. E lo farà in anticipo rispetto al termine indicato dallo stesso ente giudiziario, il 14 settembre. Se tutto andrà come annunciato alcuni giorni fa, già da oggi una squadra del colosso abruzzese delle costruzioni riprenderà possesso delle aree lasciate nel periodo dell'emergenza Covid. A fine febbraio, inizi marzo, la costruzione del nuovo ponte in acciaio destinato a sostituire la parte ammalorata in alveo, cioè nel letto del fiume, era stata completata attorno al 33%, già fortemente in ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale che prevedeva la riconsegna del ponte finito nell'autunno dello scorso anno. Ora l'indicazione del termine lavori è quello della prossima primavera/estate. Ma si tratterà di un lavoro "a metà". Come noto, la Toto sta operando su un appalto, quello del 2016, che prevedeva solo il rifacimento del tratto in alveo attraverso la costruzione di due archi autoreggenti poggianti su un'unica pila in alveo. Ma mentre dal lato di Bagnolo il nuovo ponte poggia sulla terraferma (l'argine) dal lato di San Benedetto si congiunge con un tratto di ponte golenale del quale, al momento, è stato approvato solo un progetto che prevede la sistemazione sismica non al 100% (come invece il tratto rifatto ex novo). Una situazione promiscua che la Toto ha sempre criticato (come critiche sono state espresse al valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi data a saldo lavori dalla Provincia, ritenendo tecnicamente più consono il rifacimento anche del tratto golenale alle stesse condizioni di sicurezza di quello in alveo. Se ora la Toto non costruirà questo secondo tratto (come inizialmente si prevedeva approfittando del primo appalto) per migliorare sismicamente e strutturalmente il tratto golenale si dovrà fare una seconda gara e quindi chiudere il ponte totalmente al traffico fra qualche anno . Intanto si attendono oggi gli operai in cantiere.
BY NC ND
Fonte Mantovauno.it del 27 agosto 2020
I lavori del ponte di S.Benedetto Po riprenderanno lunedì prossimo
SAN BENEDETTO PO – Toto Costruzioni riprenderà i lavori di realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto Po già da lunedì prossimo, in anticipo quindi rispetto al termine del 14 settembre indicato dal giudice nella sentenza con cui ha accolto integralmente il ricorso della Provincia contro l’impresa, obbligando quest’ultima alla riapertura del cantiere fermo dai tempi del lock down. Il nuovo termine delle opere è fissato per primavera/estate del 2021, data che se dovesse essere rispettata farebbe registrare comunque un ritardo di circa due anni alla costruzione del ponte. I lavori al momento riguarderanno solo il ponte in alveo in attesa di capire cosa accadrà dell’appalto relativo alla costruzione di quello in golena.
Ritorno all'opera per ordine del Tribunale di Brescia
Resta il rebus del tratto in golena: quando sarà fatto?
San Benedetto Po - Come preannunciato dal comunicato di qualche giorno fa ("Le sentenze non si discutono, si eseguono"), la Toto costruzioni riprenderà i lavori di riqualificazione del ponte sul Po a San Benedetto Po. In anticipo rispetto alla data limite stabilita dal Tribunale delle Imprese di Brescia che, ordinando la ripartenza delle opere su richiesta dell'appaltatore Provincia, aveva stabilito come termine il 14 di settembre. Già da lunedì una squadra del colosso abruzzese delle costruzioni riprenderà possesso delle aree lasciate nel periodo dell'emergenza Covid. A quel punto, la costruzione del nuovo ponte in acciaio destinato a sostituire la parte ammalorata in alveo, cioè nel letto del fiume, era stata completata attorno al 33%. Accumulando un forte ritardo sul cronoprogramma iniziale che prevedeva la riconsegna del ponte finito nell'autunno dello scorso anno. Ora l'indicazione del termine lavori è quello della prossima primavera/estate. Ma si tratterà di un lavoro "a metà". Come noto, la Toto sta operando su un appalto, quello del 2016, che prevedeva solo il rifacimento del tratto in alveo attraverso la costruzione di due archi autoreggenti poggianti su un'unica pila in alveo. Ma mentre dal lato di Bagnolo il nuovo ponte poggia sulla terraferma (l'argine) dal lato di San Benedetto si congiunge con un tratto di ponte golenale del quale, al momento, è stato approvato solo un progetto che prevede la sistemazione sismica non al 100% (come invece il tratto rifatto ex novo). Una situazione promiscua che la Toto ha sempre criticato (come critiche sono state espresse al valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi data a saldo lavori dalla Provincia , ritenendo tecnicamente più consono il rifacimento anche del tratto golenale alle stesse condizioni di sicurezza di quello in alveo. Se ora la Toto non costruirà questo secondo tratto (come inizialmente si prevedeva approfittando del primo appalto) per migliorare sismicamente e strutturalmente il tratto golenale si dovrà fare una seconda gara e quindi chiudere il ponte totalmente al traffico fra qualche anno .
Francesco Romani
Fonte La Voce di Mantova del 23 agosto 2020
San Benedetto – Ponte, il comitato resta critico: “Fiducia pari a zero”
SAN BENEDETTO PO Ordinanza arrivata, con la decisione del giudice del Tribunale delle Imprese di Brescia di far riprendere i lavori di realizzazione del nuovo ponte sul Po. Ma il comitato Vogliamo il ponte, come del resto anche il sindaco Roberto Lasagna, si dimostra scettico, spiegando che ci sarà pure l’ordinanza del giudice ma i problemi di fondo tra Provincia e Toto non sono di certo risolti. Insomma secondo il gruppo di cittadini sambenedettini che chiede da tempo il completamento dei lavori e il sindaco, la situazione non è così rosea come potrebbe apparire. «Che il giudice si sia espresso ordinando la ripresa dei lavori è certamente un punto a favore del ponte – fanno sapere dal comitato -, ma resta il fatto che tra Provincia e Toto ci sono problemi e scogli che di certo l’ordinanza del giudice non va a risolvere. Anzi, sono problemi che potrebbero tornare a farsi sentire in qualsiasi momento facendo precipitare di nuovo tutta la situazione. Una situazione che ci sembra a questo punto abbastanza compromessa e che ci spinge a usare tutte le cautele del caso. Anche perché in effetti – prosegue il comitato – sarebbe sufficiente che Toto mandasse uno o due operai ad aprire il cancello del cantiere: l’area di lavoro sarebbe riaperta, ma di certo le operazioni non potrebbero andare avanti. Vorremmo specificare – conclude il gruppo di cittadini di San Benedetto – che non ce l’abbiamo con la Provincia o con qualche persona in particolare. Però vorremmo che l’ente facesse un passo indietro e risolvesse la questione legata alla caserma dei carabinieri in modo da sbloccare la situazione. Del resto si tratta di circa 3 milioni di euro, ovvero il 10% dell’importo totale dei lavori e Toto di certo non è un’associazione di beneficenza ma un’azienda». Nel frattempo ieri la Provincia ha diffuso una nota in risposta a Toto. La società abruzzese infatti sostiene di aver inviato ufficialmente a Palazzo di Bagno una proposta transattiva che potrebbe portare la vicenda fuori dalle secche. Ma, specifica la società, “a distanza di due mesi non abbiamo ancora avuto alcun cenno di riscontro”. Dal canto suo la Provincia spiega di aver “inviato regolare Pec sia all’impresa che all’avvocato che la rappresenta. Spiace dover ribadire ancora, dopo il pronunciamento del giudice, che, al momento e fino a prova contraria, non esistono ragioni che impediscano all’impresa di lavorare alla realizzazione di quanto previsto in contratto. Sostenere che questo sia ‘un passaggio che purtroppo non avvicina i tempi della realizzazione del ponte’, assume perciò i contorni di una dichiarazione surreale e mistificante delle questioni di merito”.
link https://vocedimantova.it/provincia/san-benedetto-ponte-il-comitato-resta-critico-fiducia-pari-a-zero/
Fonte Gazzetta di Mantova del 23 agosto 2020
La sentenza sulla ripresa dei lavori accolta con cautela
«La stanno tirando per le lunghe. Qui il paese muore»
Il paese vuole verità
«Sul nuovo ponte serve un'assemblea»
SAN BENEDETTO PO - Le diatribe e i contenziosi tra la Provincia e la Toto, esecutrice del nuovo ponte, hanno confuso, stancato e sfiduciato i cittadini che chiedono chiarezza e fatti concreti. Così, il giorno dopo la sentenza che impone alla Toto la ripresa dei lavori entro il 14 settembre, si sollecita un'assemblea pubblica. Sono quasi 30 anni che a San Benedetto sentono parlare del ponte e a poco interessano tatticismi e tecnicismi. L'unica cosa certa è che l'attuale situazione sta distruggendo l'economia di un paese che non attrae più investimenti e i cui giovani non vogliono più frequentare le scuole a Mantova. I turisti, poi, sono passati dai 13mila annui a poco più di mille nel 2020, tra Covid-19 e ponte vietato ai bus.Agnese Minelli, titolare della storica Libreria Daniele Bernardelli, sintetizza: «Qualcosa si è ottenuto ma il problema del ponte ci attanaglia da anni. Molti studenti hanno scelto altre scuole, le signore da Bagnolo non vengono più al mercato del martedì. Forse le penali dovrebbero darle per ogni giorno di ritardo rispetto alla data di fine lavori». Gilda Ferrari dell'oreficeria-gioielleria Malavasi sbotta: «La stanno tirando troppo per le lunghe e ho forti dubbi sulla ripresa dei lavori a settembre. E se il ponte, per qualche motivo, dovesse essere chiuso, il paese muore». Franca Nizzoli del negozio abbigliamento "Il Monello" parla di «situazione delicata e complicata»: «Mi auguro che tutti gli attori coinvolti superino gli ostacoli». Claudio Veneri è perentorio: «Il fatto è che non si sa di chi è la colpa e che tipo di problemi sono emersi dopo la gara d'appalto. È una situazione di disagio che impatta gravemente sull'economia del paese. Non si sa a chi credere. Ci sono dubbi anche di sincerità. Ci troveremo un ponte senza rampe? E per farle dovranno passare altri 10 anni? La bretella passerà per la golena?». Infine Benito Benatti, direttore esecutivo degli "Amici della Basilica", traccia un drammatico bilancio: «Con una parte dei proventi dei biglietti facciamo manutenzione alla basilica, ma il numero dei turisti è crollato. Venire qui col bus costa di più. Speriamo si risolva questo contenzioso di cui abbiamo capito poco».
La Provincia replica alla Toto: «In merito alla presunta mancata risposta e riscontro alla proposta transattiva, ci corre l'obbligo di smentire tali dichiarazioni, avendo inviato regolare Pec sia all'impresa che al suo avvocato. Spiace dover ribadire, dopo il pronunciamento del giudice, che al momento, e fino a prova contraria, non esistono ragioni che impediscano all'impresa di lavorare alla realizzazione di quanto previsto in contratto. Sostenere che questo sia "un passaggio che purtroppo non avvicina i tempi della realizzazione del ponte", come fa la Toto, è surreale e mistificante».
TeleMantova TG Sera puntata del 22 agosto 2020
Fonte Mantovauno.it del 22 agosto 2020
Lasagna: “prudenza, i lavori per il ponte di San Benedetto non si possono fare in tribunale”
SAN BENEDETTO PO – “Auspichiamo che finalmente sia la volta buona ma l’abbiamo detto mille volte e sono troppe le incognite e le incertezze che gravitano ancora sul ponte di San Benedetto Po, quindi in questa fase preferisco essere prudente”. A parlare è il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna alla notizia che il giudice, accogliendo integralmente il ricorso della Provincia contro Toto, ha ordinato all’impresa di riprendere i lavori entro il 14 settembre. “Cosa succede se ora Toto si appella contro la decisione del giudice? – dichiara Lasagna – e comunque ricordo bene Toto, durante l’ultimo incontro convocato dalla Regione, dire che lui non avrebbe ripreso i lavori nemmeno se i giudici glielo avessero imposto. Può essere a questo punto che li riprenda con un paio di operai che è come non riprenderli o che la cosa continui il suo iter nei tribunali. Ecco la cosa che mi spaventa: che la realizzazione del ponte non si faccia in cantiere ma nei tribunali. Per scongiurarlo sono convinto che l’unica possibilità sia trovare un accordo istituzionale tra la Provincia e la Toto, altrimenti temo che i tempi per il ponte possano essere ancora molto lunghi.”
Vittoria legale della Provincia. Riconosciuta l'urgenza di ripristinare l'opera. L'azienda: «Rispettiamo la decisione»
Nuovo ponte, il giudice sblocca lo stallo
Ordinata alla Toto la ripresa del cantiere
San Benedetto Po - Il Tribunale delle imprese di Brescia ha ordinato alla Toto la ripresa del cantiere al ponte di San Benedetto Po, i cui lavori sono di fatto interrotti da mesi. Il termine imposto per ricominciare le opere di riqualificazione è quello del 14 settembre, scaduto il quale la ditta sarà costretta a pagare una penale di 5mila euro al giorno. La Toto, in un comunicato, ha fatto sapere di voler adempiere al provvedimento del giudice.È questa la svolta nella tribolata vicenda della riqualificazione del ponte a scavalco del Po fra Bagnolo e San benedetto. Un manufatto nato già con problemi strutturali, aggravatisi per il terremoto del 2012, quando è stato declassato al transito dei soli mezzi leggeri. Nel 2016, grazie a 30 milioni di fondi sisma girati dalla Regione, la Provincia ha predisposto un progetto di rifacimento della parte in alveo. L'appalto è stato vinto dalla Toto costruzioni di Pescara con la bresciana Vezzola. Il cantiere ha vissuto alterne vicende e ha accumulato un forte ritardo sul cronoprogramma che inizialmente prevedeva la riapertura nell'autunno scorso. Fra l'appaltatore Provincia e l'esecutore Toto sono sorti alcuni contenziosi che si sono acuiti nel tempo sino alla citazione in giudizio che l'azienda ha fatto nei confronti della Provincia la primavera scorsa, contestando principalmente il fatto che il valore della parte finale del pagamento, costituito dalla cessione dell'immobile che ospita la caserma provinciale dei carabinieri, valutato in 3,8 milioni, non corrispondeva alla reale stima economica. Da qui la richiesta al Tribunale delle Imprese di Brescia di accertare il presunto inadempimento contrattuale della Provincia.L'amministrazione di Palazzo di Bagno, costituendosi in questo procedimento, ha chiesto invece di condannare la Toto a riprendere i lavori, ritenendo non giustificata l'interruzione del cantiere. L'udienza di merito si terrà il 12 novembre.Ritenendo, però, urgente far riprendere i lavori per i disagi arrecati alla popolazione, i danni economici derivanti dalle restrizioni al traffico, il pericolo di chiusure al traffico in caso di piene eccezionali o altro, la Provincia ha anche avviato un ricorso d'urgenza al tribunale.L'ordinanza depositata ieri dà sostanziale ragione alla Provincia spiegando che l'urgenza è meritevole di tutela, trattandosi di un'opera di interesse pubblico e, motivando le ragioni sostenute dalla Provincia, ordina alla Toto di riprendere i lavori in attesa della sentenza di merito di novembre.«Le sentenze e le decisioni della magistratura non si commentano. Non ne conosciamo ancora i contenuti e le motivazioni ma rispettiamo la decisione presa dal giudice - è la nota emessa in serata dalla Toto -. Si tratta tuttavia di un provvedimento d'urgenza, attenderemo con fiducia il giudizio di merito. Infatti, le questioni di sostanza e di diritto da noi sollevate in altri procedimenti restano in piedi. Un passaggio che, purtroppo, non avvicina i tempi della realizzazione del ponte. Proprio per cercare di trovare una strada negoziale, abbiamo avanzato da tempo alla Provincia una proposta transattiva, che puntava a superare lo stallo in cui la vicenda del nuovo ponte si è incagliata. A distanza di due mesi non abbiamo ancora avuto alcun cenno di riscontro alla nostra proposta ufficialmente inviata alla Provincia, positivo o negativo che dir si voglia».
Opere ferme da mesi: piazzali invasi dalle erbacce
Le strutture già costruite del futuro ponte rappresentano circa il 33% delle opere. Oltre ai piloni di appoggio in alveo, sui piazzali giacciono le parti metalliche saldate del manufatto. Ma le erbacce hanno ormai invaso le aree di lavoro.
Il Sindaco invita alla cautela: «Non cantiamo vittoria ora»
San Benedetto Po - Commenti improntati alla cautela quelli dei protagonisti locali. Per il sindaco Roberto Lasagna non si può al momento ancora cantare vittoria: «Serve cautela. Un atteggiamento che in questi anni ci ha salvaguardato dai facili ottimismi. Tante promesse sono state disattese e sinceramente non me la sento di cantare vittoria, anche se è evidente che il pronunciamento del tribunale è importante. Ma il timore è che se i nodi da sciogliere restano immutati, è evidente che un ponte non lo può costruire un tribunale». Forte cautela anche da parte del Comitato Vogliamo il ponte, gruppo apolitico di cittadini che da mesi preme per il prosieguo dei lavori. «L'intervento del tribunale è comunque una sconfitta - dice Paolo Lavagnini - perché la vera vittoria è la risoluzione dei problemi intercorsi fra appaltante ed esecutore. Sino a che non ci sarà questo atto che sancisce un ritrovato accordo, ma è un ente terzo a intervenire, non possiamo dirci tranquilli perché i problemi irrisolti prima o poi si ripresenteranno».
Ponte di San Benedetto: il giudice ordina a Toto Spa di riprendere i lavori entro il 14 settembre
SAN BENEDETTO PO La sospensione dei lavori da parte di Toto s.p.a. Costruzioni Generali non può ritenersi giustificata. Per questo il giudice del Tribunale di Brescia ha ordinato a Toto s.p.a. Costruzioni Generali la riapertura del cantiere per il nuovo ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo San Vito e la ripresa dei lavori in adempimento del contratto di appalto stipulato con la Provincia di Mantova. Nell’ordinanza, emessa oggi dopo l’udienza di martedì scorso, il Tribunale di Brescia stabilisce anche la data per la ripresa delle attività: entro il 14 settembre 2020 e fissa in 5.000 euro la somma che Toto Costruzioni Generali dovrà corrispondere alla Provincia di Mantova per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del presente provvedimento. E’ stato quindi di fatto accolto integralmente il ricorso dell’amministrazione di Palazzo di Bagno e sostenuto dall’Area Lavori Pubblici e Trasporti dell’ente ed in primis dal il presidente Beniamino Morselli e dal dirigente Giovanni Urbani affinché fosse ordinato a Toto s.p.a. Costruzioni generali l’immediata e incondizionata riapertura del cantiere e la ripresa dei lavori oggetto dell’appalto.
link https://vocedimantova.it/provincia/ponte-di-san-benedetto-il-giudice-ordina-a-toto-spa-di-riprendere-i-lavori-entro-il-14-settembre/
Fonte Mantovauno.it del 21 agosto 2020
San Benedetto Po, Toto deve riprendere i lavori entro il 14 settembre. Il giudice accoglie integralmente il ricorso della Provincia
SAN BENEDETTO PO – I lavori del nuovo ponte di San Benedetto Po dovranno riprendere entro il 14 settembre.Il giudice ha infatti accolto integralmente il ricorso della Provincia contro Toto e quindi il cantiere dovrà al più presto riaprire. Una vittoria dunque a trecentosessanta gradi quella di Palazzo di Bagno che nelle scorse settimane si era costituito nel giudizio promosso da Toto Costruzioni per l’accertamento della legittimità della sospensione dei lavori ex art 1460 c.c., chiedendo il rigetto della domanda e chiedendo, in via riconvenzionale, la condanna dell‘impresa all’adempimento del contratto e quindi alla ripresa dei lavori. Per anticipare gli effetti della domanda ricordiamo era stato depositato dalla Provincia un ricorso cautelare urgente ex art. 700 c.p.c. in corso di causa per ottenere l’ordine immediato di riapertura incondizionata del cantiere e di ripresa immediata dei lavori per la prosecuzione sino al completamento senza interruzioni. Dunque Toto dovrà riprendere i lavori che erano stati sospesi con tanto di ricorso giudiziario dell’impresa nei confronti dell’Amministrazione Provinciale. A quest’ultima veniva contestata innanzitutto la valutazione della caserma dei carabinieri di via Chiassi. Il bando per la gara d’appalto prevedeva infatti che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andavano ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione. Toto contestava che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile oggi ha perso parte del suo valore. L’azienda, di cui non sono nuovi i problemi di liquidità, reclamava quindi i 3 milioni e 800 mila euro in denaro.
Dall’altra parte la Provincia aveva invece sempre sostenuto che non si poteva cambiare un contratto frutto di una regolare gara d’appalto che Toto aveva regolarmente firmato. Questo avrebbe voluto dire modificare a posteriori un bando di gara, a cui avevano anche partecipato altri soggetti, e ciò è ovviamente vietato per legge. Questa tesi è sempre stata sostenuta tanto dal presidente Beniamino Morselli, che l’ha anche ribadita nell’ultimo incontro convocato dalla Regione, quanto dal dirigente dell’Area Infrastrutture e trasporti della Provincia Giovanni Urbani, che in questi anni non ha mai mollato il pressing su Toto affinchè venisse completato il ponte e il territorio mantovano potesse finalmente avere un’opera fondamentale per le imprese come per l’intera comunità di tutto l’oltrepò.
Ponte di San Benedetto Po, il Tar ordina alla Toto di riprendere i lavori entro 14 settembre
SAN BENEDETTO PO, 21 ago. - Il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia ha ordinato alla ditta Toto Spa costruzioni di riprendere i lavori per la realizzazione del nuovo ponte sul Po fra San Benedetto e Bagnolo san Vito.
Secondo i giudici, infatti, la sospensione dei lavori non può ritenersi giustificata e hanno accolto integralmente il ricorso presentato dall'amministrazione provinciale sostenuto dall'Area Lavori Pubblici e Trasporti dell'ente e in primis dal presidente Beniamino Morselli e dal dirigente Giovanni Urbani.
Il Tar di fatto impone alla Toto la riapertura del cantiere, fermo da mesi, e la ripresa dei lavori "in adempimento - si legge in una nota inviata dalla Provincia di Mantova - del contratto di appalto stipulato con la Provincia di Mantova".
Il Tar dice anche di più stabilendo, nell'ordinanza emessa oggi dopo l'udienza di martedì scorso, anche la data di ripresa dei lavori che dovrà essere entro il 14 settembre 2020 e fissa in 5mila euro la somma che Toto Costruzioni Generali dovrà corrispondere alla Provincia di Mantova per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione del presente provvedimento.
La Provincia al comitato «Il ponte sul Po è sicuro»
«Le prove di carico hanno dato esiti relativamente rassicuranti e saranno ripetute in aprile
Attendiamo l'esito dell'udienza per capire come procedere»
San Benedetto Po - Il comitato "Vogliamo il ponte" è preoccupato per le voci relative a problemi di sicurezza sul ponte a scavalco del Po, i cui lavori di riqualificazione sono fermi da mesi. Ma la Provincia, attraverso il portavoce della presidenza, Nicola Siliprandi, risponde ricordando che il manufatto, «pur nel contesto di un ponte vecchio e decisamente ammalorato», è costantemente monitorato da sensori che registrano movimenti e scostamenti. In più in aprile la Provincia «per garantire il massimo livello di tutela della sicurezza» nell'aprile scorso ha intrapreso un test di carico, «prova non più empirica, ma fisica, che ha dato esiti relativamente rassicuranti» e che «analoga prova sarà ripetuta nell'aprile del 2021».Nella lettera, la Provincia approfitta dello scambio comunicativo per fare il punto della situazione. Il contratto con la Toto costruzioni, la società che sta eseguendo il lavoro, «è figlio di una gara d'appalto bandita nel 2016, confermata nella sua validità dal Tar dopo il ricorso del secondo partecipante alla gara, e che nel corso degli anni ha portato a innumerevoli ritardi per esclusiva responsabilità dell'impresa appaltatrice». La Provincia, spiega la nota, ha dovuto più volte «supportare l'impresa nelle sue difficoltà». Dall'intervento, sfociato in azioni parlamentari nel 2018, per sbloccare i fondi ministeriali dovuti alla Toto, al farsi carico di «saldare direttamente i subappaltatori» rivalendosi poi sulla ditta per un rientro economico «ad oggi non ancora completato». «Malgrado ben 13 ordini di servizio, di cui 11 per mancato rispetto dei cronoprogrammi presentati, la Provincia ha ritenuto di supportare l'impresa nelle sue difficoltà riammettendo sempre nei termini l'impresa, per non dover applicare penali che avrebbero compromesso il proseguimento dei lavori ed il ricorso alle vie legali. Scelta condivisa con gli amministratori del territorio, nella speranza che l'impresa si facesse carico di quanto promesso».A quel punto la Provincia ha intravisto una soluzione, condivisa dall'azienda: «La possibilità di riallineare la fine dei lavori, comunque gravemente compromessi, attraverso il contratto integrativo relativo ai lavori di riqualificazione del viadotto golenale, fino alla lettera formale dell'impresa che si diceva pronta ad accettare il progetto del viadotto, impegno poi disatteso». Dunque? Sempre per la Provincia, la ditta ha fermato i lavori «ben prima dell'emergenza Covid e senza alcun motivo»; ha quindi fatto la prima mossa legale, la citazione in giudizio per inadempienza, costringendo l'amministrazione provinciale «a dover intraprendere un'azione legale» «per obbligare l'impresa a riprendere il lavoro. Visto che «l'impresa appaltatrice è formalmente già in penale ed ha superato i 100 giorni dall'ordine di servizio di riprendere i lavori». E visto che sul punto del contendere, il valore della caserma dei carabinieri «riguarda l'ultima parte dei lavori e ci sarebbe stato tutto il tempo per valutare soluzioni possibili».
San Benedetto: ieri in Tribunale l’udienza per la ripresa del cantiere
Ma il giudice si prende alcuni giorni e in paese l’apprensione cresce
SAN BENEDETTO PO - Non si è ancora conclusa, né in un senso né in un altro, l’agonia del nuovo ponte di San Benedetto. Ieri il Tribunale di Mantova era chiamato a decidere, su ricorso proposto dalla Provincia di Mantova, se imporre a Toto Costuzioni la ripresa dei i lavori di realizzazione del manufatto. Ma al termine dell'udienza dibattimentale, il giudice si è preso alcuni giorni per decidere il da fare. Si spera entro la fine settimana, quindi, dovrebbe venire emessa la sentenza, mentre a San Benedetto sindaco e cittadini fremono in attesa di conoscere il prossimo passo dell'annosa vicenda legata al nuovo manufatto sul Po. Insomma la giornata di ieri, nell’ambito dell’annosa e complicata vicenda, avrebbe potuto segnare una svolta. In realtà la svolta potrebbe arrivare solamente tra qualche giorno - sempre che il giudice opti per la ripresa dei lavori. Nel frattempo in paese sia il sindaco Roberto Lasagna sia i cittadini fremono in attesa di conoscere quello che sarà il prossimo passo nell’ambito della vicenda. «Speravamo di vedere il ponte aperto e funzionante il prima possibile - spiega il primo cittadino -. Invece ci tocca vederlo solo nelle aule di Tribunale insieme a polemiche e prese di posizione».
Fonte Gazzetta di Mantova del 19 agosto 2020
Nuovo ponte in stallo
Il Tar pronto a decidere
San benedetto po - Se il contenzioso tra l'amministrazione provinciale e la Toto costruzioni non sembra destinato a risolversi a breve, potrebbe esserlo invece la ripartenza dei lavori di ristrutturazione del ponte sul Po, bloccati da mesi. Ieri al Tribunale amministrativo regionale si è svolta la prima udienza relativa al ricorso d'urgenza avanzato dalla Provincia contro il colosso abruzzese delle costruzioni perché il giudice imponga la ripresa immediata dei lavori, motivata dalle condizioni precarie del ponte, vecchio e privo delle necessarie caratteristiche di sicurezza. Il giudice, sentite le parti, si è preso qualche giorno di tempo per ragionare sulla complessa questione e quindi decidere. Come avvicinare le posizioni della Provincia, ente appaltatore, e dell'esecutore dei lavori di riqualificazione del ponte, la Toto costruzioni? L'impresa ha sempre affermato di essere disponibile a completare l'opera, interrotta a un terzo della sua realizzazione, se si risolve il nodo della caserma dei carabinieri di via Chiassi, immobile che da contratto verrebbe concesso a saldo delle opere aggiungendosi ai 30 milioni di finanziamento regionale. Ma il valore effettivo, secondo la Toto, sarebbe diverso dai 3,8 milioni stipulati a contratto. Di qui l'istanza di citazione a giudizio che l'impresa appaltante ha presentato nei confronti della Provincia, la quale ha risposto al fuoco rivolgendosi al Tar per costringere la Toto a rimettere in moto il cantiere.L'azienda abruzzese, in forte ritardo sul cronoprogramma dei lavori, ha contestato alla Provincia una presunta violazione del contratto firmato nel 2016. Questo perché parte del pagamento (3,8 milioni su 34) non sarebbe certo: riguarda la cessione del palazzo sede della caserma provinciale dei carabinieri, il cui valore non sarebbe più quello scritto sul contratto quattro anni fa.
Fonte GAZZETTA DI MANTOVA - Mercoledì 05 Agosto 2020
Lettera
San Benedetto Po
Ponti, le differenze tra noi e Genova
Volgono al termine i lavori di ricostruzione del Ponte di Genova, un'opera costata 202 milioni di euro oltre i costi di demolizione e completata in tempi quasi record.Pensate, 1068 metri di ponte autostradale, largo quasi 31 metri ed alto 45 (per dare un'idea ai cittadini di San Benedetto Po, 10 metri in più del campanile di San Floriano).Confrontando il ponte di Genova con il Ponte Po, abbiamo un'incidenza di costo al metro quasi doppia del primo, ma stiamo parlando di un'opera di dimensioni ciclopiche rispetto al ponte proposto dalla Provincia di Mantova, se poi ci mettiamo che il progetto genovese è di Renzo Piano, quindi da conteggiare l'overdesign e, cosa che per noi sembrava scontata, sarà totalmente antisismico.Complimenti alla Provincia del 2016 che con un colpo di genio ha messo in piedi un appalto che la ditta aggiudicatrice Toto si è "mangiata a colazione", con una serie di punti oscuri davvero poco edificanti, tanto da scomodare l'onorevole Zolezzi a darne conto in Parlamento recentemente.E complimenti alla Provincia attuale. Sì perché, sempre tornando a Genova, la cordata vincitrice della ricostruzione pare abbia avanzato maggiori costi per circa il 10%, cosa assolutamente normale in un'opera di certe dimensioni - ma probabilmente qualcuno ha saputo o saprà mediare.A Mantova no, si progetta un ponte per metà, che per ottenere l'antisismicità ha bisogno di un nuovo progetto ed altri 10 milioni di euro e ci si trincera dietro l'apparente inattaccabilità dell'appalto. Ma da tutta questa rigidità, cosa se ne ricava? Un ponte sul Po ancora sulla carta, tutto in acciaio Cor-Ten, bellissimo design certo, ciclabili - ma non ancora realizzabile per i sopraggiunti problemi che tutti sappiamo e noi cittadini possiamo solo constatare l'ennesima opera incompiuta.Il tribunale (dove ora tutto è fermo) si esprimerà dopo ferragosto, poi ci saranno le elezioni provinciali e poi ne parlerà la storia.Quale tecnico o politico della Provincia di Mantova si prenderebbe delle responsabilità finalizzate alla mediazione, pur di far ripartire l'opera, sapendo di essere a scadenza? La domanda cadrà nel vuoto ma nel frattempo i cittadini dell'Oltrepò e non solo, stanno soffrendo una situazione di stallo senza precedenti.Naturalmente si spera in una gestione futura più illuminata della Provincia di Mantova, che sappia cogliere le opportunità da Regione Lombardia che recentemente la consigliera Cappellari e l'assessore Terzi hanno offerto.
Matteo Luppi
Fonte Gazzetta di Mantova del 3 agosto 2020 San Benedetto Servono risposte sullo stallo del ponte Alcune puntualizzazioni sono doverose dopo la replica dell'ufficio stampa della Provincia di Mantova alla mia nota del 30 luglio. In primis, una questione di metodo. Quando ci sono situazioni difficili è fondamentale fare squadra con tutti gli enti coinvolti e perseverare per trovare soluzioni. L'abbiamo visto nell'emergenza sisma, dove Regione, Provincia e Comuni si sono incontrati per anni, ogni settimana, per risolvere le questioni più spinose: discussioni, condivisioni di documenti e bozze di lavoro, confronto con legali ed esperti prima di prendere le decisioni erano all'ordine del giorno. Non è certamente la condivisione che dichiara di aver fatto la Provincia con gli Amministratori Locali, che potrei definire più simile ad una "conferenza stampa" riservata agli amministratori. Visto che le questioni aperte sembrano ancora molte, l'apertura di un Gruppo di Indirizzo, tecnico - politico, che a cadenza settimanale lavora sul tema, è il primo suggerimento che lascio agli amministratori della Provincia... ma se la volontà era davvero di condividere le decisioni, non serviva certo il mio aiuto.Poi, la comunicazione con i cittadini, coloro che ci hanno scelto per amministrare le risorse pubbliche. Esattamente un anno fa, il 1 agosto 2019, in piazza a San Benedetto Po, ci si lasciava con l'impegno a ritrovarsi nuovamente, per aggiornare le comunità circa l'evolversi dei lavori sul Ponte. A quell'incontro, in 365 giorni, non ne sono seguiti altri con la partecipazione della Provincia. Forse, "per non alimentare il malcontento popolare"? I cittadini vanno rispettati, occorre condividere i successi come le situazioni più difficili, occorre "metterci la faccia" e prendersi la responsabilità nell'amministrazione delle risorse pubbliche; il secondo suggerimento, è la convocazione di un incontro pubblico aperto alle comunità ove spiegare lo stato dei lavori, ma anche in questo caso, è sufficiente mantenere le promesse e non serve l'aiuto esterno.In merito all'opera, tutti noi ci poniamo domande, alle quali non abbiamo risposte: se hanno stanziato le risorse, perché non lavorano? I ritardi dell'impresa, sono tutti ingiustificati? Se è così, cerchiamo un'altra impresa. O invece, come sostiene la Toto costruzioni, il problema è la Caserma dei Carabinieri di via Chiassi, attualmente senza contratto di locazione, quando invece, in sede di gara, era stato comunicato un ricavo per canone annuo molto superiore a quello abitualmente incassato dalla Provincia? Capite bene, che dire che il sindaco di Quistello è sleale perché ha un pensiero non allineato, è molto facile. Giustificare il perché del ritardo, è decisamente complesso. Ma occorre farlo, per rispetto di chi paga le nostre indennità, per responsabilità verso gli Enti che amministriamo, per dignità verso le nostre comunità. Vorrei, come tutti, che il ponte si concretizzasse il prima possibile... ma vorrei anche poter capire di chi è la responsabilità di questa situazione per evitare che eventi simili possano ripetersi. Con lo stesso rispetto, per i cittadini e gli Enti che rappresentiamo, lasciamo ai cittadini giudicare il lavoro degli amministratori e non agli Uffici Stampa dei nostri Enti Pubblici, che hanno ben altre finalità. Luca Malavasi Sindaco di Quistello
Fonte Gazzetta di Mantova del 1 agosto 2020
Lettera
Quistello
Il sindaco sleale sul nuovo ponte
È necessario rispondere alla lettera pubblicata giovedì 30 luglio del sindaco di Quistello Luca Malavasi. Dispiace riscontrare per l'ennesima volta la slealtà del primo cittadino di Quistello che ha partecipato più volte, insieme ai suoi colleghi sindaci, a riunioni sulla situazione del ponte di San Benedetto Po, compreso l'ultimo, aperto ai sindaci e al Comitato Vogliamo il Ponte convocato dall'assessore regionale Claudia Terzi. Non ci risultano proposte e soluzioni avanzate dal sindaco Malavasi, né ci risulta che le sue competenze ed esperienze in tema di appalti pubblici, comprendente dirette responsabilità civili e penali, siano tali da nemmeno rispettare il lavoro altrui. Con la Regione Lombardia, la Provincia di Mantova sta procedendo ulteriormente a cercare soluzioni senza nulla escludere, ma certamente nel rispetto della legge. Si tiene inoltre a precisare che la Provincia di Mantova non evita, né ha evitato alcun incontro. Se il sindaco Malavasi ha soluzioni e proposte le renda pure pubbliche, ma non tenti di fare il pesce in barile, perché la situazione è ben conosciuta e il territorio e le comunità che rappresenta non sono di Luca Malavasi, ma fanno parte a pieno titolo della Provincia di Mantova. Non ci sono i buoni e i cattivi: ci sono amministratori che lavorano seriamente, senza parlare a vanvera solo per speculare su un grande problema e che in questi anni mai hanno trascurato una vicenda molto difficile, ma che certo non dovrebbe vedere la Provincia di Mantova sul banco degli imputati, tranne a quelli a cui fa comodo, senza responsabilità, far credere che sia così.
Ufficio stampa della Provincia di Mantova
31 luglio 2020
link https://www.facebook.com/watch/?v=778473172694090
Fonte Voce di Mantova del 1 agosto 2020
“Uno stato di emergenza per i ponti mantovani”, dal M5S
MANTOVA – Il Ministero per le Infastrutture e i Trasporti conferma il suo impegno anche sulla questione ponti ma, se da un lato abbiamo un impegno su cui non vogliamo dubitare, dall’altra troviamo un territorio con alcune gravissime criticità – declinate in modi diversi e di responsabilità di enti competenti diversi – che, al momento, sembrano senza soluzione: ieri, in audizione alla Camera, il sottosegretario al MIT Roberto Traversi ha risposto all’interpellanza urgente del deputato M5S Alberto Zolezzi , in merito alle criticità dei ponti sul fiume Po. Il ministero conferma il suo impegno e la sua attenzione ma, secondo Zolezzi, è necessario un passo in più: «Ho chiesto esplicitamente uno stato di emergenza per queste infrastrutture chiuse a singhiozzo o limitate nel passaggio dei mezzi pesanti (il ponte di San Benedetto Po dal 2012) – ha dichiarato il deputato pentastellato – ho chiesto di accelerare il passaggio ad Anas e un commissariamento unitario della ricostruzione di tutti i ponti». Sul tavolo sono finite tutte le principali criticità mantovane: dal ponte di San Benedetto a quello di Viadana, passando per quello di Ostiglia e per il Marino a Villa Poma di Borgo Mantovano. Se per Ostiglia e Villa Poma rimandiamo all’articolo sottostante, per San Benedetto Zolezzi ha affermato, alla fine dell’intervento di Traversi, che occorre rivedere «una gestione che ha prodotto due anni di ritardi e il rischio di un contenzioso in tribunale». Su Viadana Zolezzi invece aggiunge «anche per questo ponte è previsto il passaggio ad ANAS appunto che si spera avvenga al più presto. Proseguirà l’interlocuzione con la direzione competente del MIT per sollecitare ulteriori interventi finanziari e normativi»
link https://vocedimantova.it/provincia/uno-stato-di-emergenza-per-i-ponti-mantovani-dal-m5s/
Fonte Voce di Mantova del 31 luglio 2020
L’Oltrepo non può attendere oltre
Servono risposte sul ponte sul Po
Malavasi: “Dopo 7 anni siamo nella stessa incertezza ma con 30mln di denaro pubblico stanziati e nessuno che se ne prende la responsabilità”
QUISTELLO - -Un ponte, quello di San Benedetto Po, che sta ormai cambiando e ridefinendo stili di vita delle persone e del territorio in cui vivono. Un’infrastruttura per cui ormai sempre più si fatica a vedere un lieto fine con la sola certezza che ciò che sembra, per ora, non destinata a cambiare è la difficoltà con cui le persone, ormai da anni, si trovano a dover fare i conti. « L’Oltrepo Mantovano non può attendere oltre una risposta in merito al ponte di San Benedetto Po - esordisce
il sindaco di Quistello Luca Malavasi -. I cittadini non possono essere ostaggio di un’infrastruttura di cui non si conosce il destino e la cui chiusura completa al traffico può avvenire in concomitanza di una normale piena del fiume Po. L’incertezza circa la fruibilità del Ponte ha cambiato abitudini, scuole superiori di destinazione, località di residenza, la possibilità di vedere insediamenti commerciali e produttivi, non solo a San Benedetto, ma in un territorio molto più vasto». Una situazione, che causa ponte danneggiato, si protrae ormai da anni come ricorda Malavasi riportando alla mente un reportage del Corriere della Sera, datato 2013, che raccontava l’odissea degli studenti costretti a recarsi a Mantova in autostrada: «oggi, dopo 7 anni, siamo nella stessa situazione di incertezza, con la differenza che le risorse sono state stanziate, 33milioni di denaro pubblico, ma non si riesce a fare proseguire i lavori, con un rimpallo di responsabilità - apprendiamo dai giornali - tra la stazione appaltante, Provincia di Mantova, e la ditta assegnataria dei lavori, Toto costruzioni». Tentennamenti, attese e rimpallo di responsabilità a cui Malavasi chiede di mettere la parola “fine”, nonchè «chiarezza ed una soluzione per costruire il ponte. Le comunità, rappresentate dai sindaci,
l’hanno detto a gran voce, in tutte le sedi possibili. Ed invece, la Provincia evita gli incontri, dà una mezza versione sulla stampa, dall’azienda ne arriva un’altra. Gli amministratori locali non sono informati. Questo atteggiamento è irrispettoso, non nei riguardi dei sindaci, ma di tutti noi cittadini, che con il nostro lavoro abbiamo contribuito a mettere da parte quei 30milioni di euro che oggi il sistema pubblico non riesce ad investire». Una situazione già di per sè grave ed ora aggravata dal fatto che «nessuno avrà la responsabilità di quanto sta accadendo, perché tutti possono nascondersi dietro al rispetto delle regole; intanto, mentre la politica che conta si volta dall’altra parte, un territorio muore. I suoi abitanti se ne vanno. Stiamo ricostruendo - conclude Malavasi - case e palazzi dal sisma, spendendo altri milioni di soldi pubblici, costruendo strutture che resteranno per sempre vuote».
Fonte Gazzetta di Mantova del 26 luglio 2020
Attesa per i funerali
Sul web ponte nel mirino
Moglia - Restano ancora da fissare le esequie per Walter Maimone, 43 anni, residente a Moglia ma domiciliato da qualche tempo a Roncoferraro, morto sull'ambulanza mentre medici e infermieri stavano cercando di rianimarlo. L'incidente è avvenuto mercoledì sera, poco dopo le ventidue. È a quell'ora che Maimone alla guida della sua Fiat Bravo percorre la provinciale Romana proveniente da Bagnolo San Vito con direzione San Benedetto Po. Finisce contro i varchi d'accesso del ponte. Varchi che sono nel mirino dei social. «La zona è poco illuminata» segnalano in molti. Dal lato di San Benedetto a tre anni dalla richiesta di cittadini, amministrazione comunale, Confesercenti e Confartigianato, due lampioni sono stati messi proprio il giorno dopo lo schianto mortale. Cosa che ha fatto pensare a molti qualcosa di più di una coincidenza. Ma le critiche si sono comunque concentrate sulla necessità di finire i lavori del ponte, sospesi da mesi per il contenzioso fra appaltante Provincia e appaltatore Toto
Fonte Gazzetta di Mantova del 25 luglio 2020
Morto sul ponte, è polemica
«Solamente ora messe le luci»
Accusa del presidente di Confcommercio, Barbi, che ha visto i lampioni a led attesi per anni sul lato di San Benedetto
San Benedetto Po - La salma di Walter Maimone, il macellaio 43enne morto dopo essere finito con la sua auto contro le strettoie del ponte di San Benedetto Po, è ancora sotto procura. Il magistrato non ha ancora concesso il nulla osta per la sepoltura. Nel frattempo la polizia stradale, intervenuta sull'incidente, sta ultimando i rilievi che chiariranno la dinamica del letale sinistro. E intanto scoppia la polemica. Il presidente della Confcommercio di San Benedetto Po, Dino Barbi, osserva come soltanto giovedì pomeriggio, attorno alle 18, a poche ore dall'incidente mortale avvenuto mercoledì sera poco dopo le 22, gli operai della Provincia abbiano installato, sulla strettoia del ponte dalla parte di San Benedetto, due lampioni a led. «Una coincidenza? - commenta Barbi -. Sono anni che come Confcommercio, ma anche a nome di Confesercenti e dei cittadini, chiediamo che l'ingresso al ponte venga illuminato a dovere». Il presidente della Provincia, Beniamino Morselli, ribadisce invece che i lampioni sono lì da tempo.L'incidente, è bene precisarlo, è avvenuto sul lato di Bagnolo del ponte. Maimone, 43 anni, residente a Moglia ma domiciliato da qualche tempo a Roncoferraro, è morto sull'ambulanza mentre medici e infermieri stavano cercando di rianimarlo. Era alla guida della sua Fiat Bravo e percorreva la Romana proveniente da Bagnolo verso San Benedetto Po. Difficile stabilire che cosa possa essere accaduto in quella manciata di minuti che lo hanno portato alla morte. Forse un colpo di sonno che potrebbe averlo indotto a schiacciare inavvertitamente l'acceleratore aumentando in modo letale la velocità. Di certo il 43enne stava andando forte. E quando è andato a sbattere contro lo spartitraffico, l'auto si è aperta. Pezzi di lamiera ovunque e lui già agonizzante all'interno dell'abitacolo accartocciato. La vettura, dopo il primo urto, è andata a sbattere contro un guard rail alla sua destra, danneggiandolo e facendo schizzare altri pezzi di lamiera. Forse l'uomo non aveva le cinture.
Il mogliese Walter Maimone ha perso la vita all’imbocco del ponte
SAN BENEDETTO PO - L’asfalto reso viscido dalla abbondante pioggia che stava cadendo in quel momento, o forse un colpo di sonno se non addirittura un
malore: queste le ipotesi più probabili dell’incidente che, nella tarda serata di mercoledì, ha stroncato la vita di Walter Maimone, un 43enne mogliese. Fatale l’impatto della sua auto contro il guardrail che, all’imbocco del ponte di San Benedetto, serve a impedire l’accesso ai mezzi pesanti cui è interdetto il transito.
L’incidente si è verificato poco prima delle 22.30 di mercoledì lungo la Romana, dal lato del ponte che porta verso Bagnolo San Vito: Maimone, secondo una prima ricostruzione degli agenti della Polstrada che sono intervenuti sul luogo dell’incidente, stava procedendo in direzione del ponte proprio da Bagnolo quando ha perso il controllo del mezzo che in piena velocità è andato ad impattare violentemente contro il guardarail divisorio con conseguenze facilmente immaginabili. La lamina del guardrail ha sfondato l’avantreno e letteralmente devastato l’abitacolo. I soccorsi sono stati praticamente immediati ma durante la corsa verso l’ospedale di Mantova il cuore dello sfortunato automobilista ha cessato di battere: troppo gravi le ferite riportate nell’impatto. Laboriose le operazioni di recupero dell’auto curate da Europ Assitance di San Benedetto Po
Articolo tratto da la Cronaca di Mantova, numero 27 del 2020
Fonte Gazzetta di Mantova del 24 luglio 2020
L'incidente di sera all'imbocco da Bagnolo. Indagini in corso sulle cause. Dopo anni a Moglia, l'uomo viveva a Roncoferraro Schianto contro le strettoie del ponte Macellaio di 43 anni perde la vita in auto
Provincia e Toto distanti: a rischio il viadotto golenale
SAN BENEDETTO PO - Ancora una fumata nera sul ponte di San Benedetto, ma che lascia aperta un’ipotesi che creerà non poche discussioni: nel corso dell’incontro di ieri in Regione tra le parti interessate al progetto del nuovo ponte (riunione avvenuta con alcuni soggetti collegati in videoconferenza) la Toto avrebbe proposto di concludere semplicemente i lavori secondo quello che era l’appalto iniziale - ovvero la realizzazione di un nuovo ponte in alveo - senza eseguire ulteriori interventi relativamente a quello golenale. Tradotto in termini più semplici ciò vorrebbe dire il mantenimento del viadotto golenale allo status quo e quindi con il rischio che permanga la limitazione di transito per i mezzi pesanti. Si tratta ovviamente solo di una proposta e, da quello che sarebbe trapelato dalla riunione, la Toto - che, come noto, ha avviato anche un contenzioso con Palazzo di Bagno - attende ora una risposta dall’ente provinciale dando come nuovo termine la data del 18 agosto. Resta da vedere quale sarà la risposta della Provincia dato che la stessa aveva già bocciato la proposta avanzata dalla Toto di un pagamento in contanti per i lavori del ponte golenale. Il braccio di ferro dunque va avanti e, al momento, non si intravvedono margini di avvicinamento tra le parti: un cantiere decisamente tormentato quello del nuovo ponte di San Benedetto e innumerevoli le frizioni tra la stazione appaltante e la ditta esecutrice fino a questa prima metà del 2020 quando l’avanzamento ha subito un brusco
Fonte Mantovauno.it del 23 luglio 2020
Si schianta contro la strettoia del ponte di San Benedetto. Muore un 43enne
SAN BENEDETTO PO – Incidente mortale ieri sera, pochi minuti dopo le 22.30, a San Benedetto Po, sulla strada Romana proprio all’altezza della strettoia all’imbocco del ponte sul Po. Stando a quanto emerso l’uomo, Walter Maimone. 43enne di Moglia, che viaggiava sulla sua Fiat Bravo in direzione Bagnolo-San Benedetto, si sarebbe schiantato autonomamente contro il guardrail centrale della strettoia all’inizio del ponte. Ancora da chiarire le cause all’origine dell’incidente: se sia stata quindi una distrazione o anche un malore. Il 43enne è deceduto durante il trasporto in ospedale. Sul posto sono intervenuti, oltre al 118, la Polstrada ed i vigili del fuoco di Mantova. link https://mantovauno.it/cronaca/si-schianta-contro-la-strettoia-del-ponte-di-san-benedetto-muore-un-43enne/?fbclid=IwAR35qKb2x9KE9rXCGq2NMAalZ8J9PZ2jxQT8tE3sQIZaKbd1lRBeBOjA9cA
Fonte Gazzetta di Mantova del 23 luglio 2020
Ponte, ancora fumata nera nel vertice in Regione
San Benedetto Po - Nuova fumata nera dal vertice in Regione, il secondo, convocato per cercare di avvicinare le posizioni dell'appaltatore Provincia e dell'esecutore dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po, la Toto costruzioni. Il colosso abruzzese da tempo ribadisce di essere disponibile a completare l'opera, interrotta quando si è al 33% della realizzazione, se si risolve il nodo della caserma di via Chiassi, immobile che da contratto verrà concesso a saldo delle opere aggiungendosi ai 30 milioni concessi dalla Regione. Il valore effettivo, per la Toto, sarebbe diverso dai 3,8 milione scritti sul contratto. Da qui una istanza di citazione in giudizio presentata nei confronti della Provincia. Che dal canto suo ha presentato una richiesta al Tribunale (ex articolo 700) per obbligare la Toto a tornare sul cantiere. L'udienza è stata fissata il 18 di agosto. Inoltre, sempre la Provincia ritiene che modificare le condizioni del contratto possa significare il rischi odi ricorsi da parte delle ditte che inizialmente avevano partecipato alla gara, ritirandosi poi viste le condizioni.Per cercare di trovare spazi di mediazione in questo braccio di ferro, la Regione, sollecitata da più parti, è scesa in campo con un tentativo di mediazione. Per cercare di trovare una via d'uscita che tuteli i diritti di entrambe le parti in conflitto. Compito arduo, che ieri ha visto nuovamente un faccia a faccia, anche attraverso partecipazioni in videoconferenza. Dal poco che filtra al termine della riunione, non sarebbero emerse sostanziali novità. La Provincia si sarebbe comunque dimostrata interessata a bandire una gara per la riqualificazione del ponte in golena, invece di affidare alla Toto stessa. Ma solo nelle prossime settimane si saprà forse qualcosa in più. Questo, mentre si avvicina la scadenza del 18 agosto, data che potrebbe essere letto come un primo round assegnato da un ente terzo ad uno dei contendenti.
Si spengono le speranze per il ponte di San Benedetto. La Provincia dice no alle richieste di Toto
SAN BENEDETTO PO – Niente da fare per il ponte di San Benedetto Po. L’incontro odierno, il secondo convocato dalla Regione per tentare di risolvere l’impasse dello stop del cantiere, ha visto il no netto della Provincia all’accoglimento delle motivazioni addotte da Toto la quale chiede che i 3 milioni e 800 mila euro della Provincia vengano consegnati in denaro e non più attraverso la cessione della caserma dei carabinieri di via Chiassi alla ditta così come prevedeva la gara d’appalto.
Palazzo di Bagno, presente a Milano con il presidente Beniamino Morselli e il segretario generale Maurizio Sacchi, ha spiegato che l’avvocatura dell’ente ha rigettato la richiesta di Toto in quanto un suo accoglimento avrebbe significato stravolgere un bando di gara e quindi aperto la strada a ricorsi praticamente certi.
Il bando per la gara d’appalto infatti prevedeva che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato appunto 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andava ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione.
Toto contesta oggi questo passaggio perchè sostiene che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile ha perso parte del suo valore. L’azienda ha tentato quindi di avere i 3 milioni e 800 mila euro in denaro come condizione per risolvere il contenzioso legale con la Provincia e far ripartire i lavori ma dall’ente di via Principe Amedeo è arrivato un rifiuto.
A questo punto il cantiere rimane bloccato. Fino a quando? Di certo fino al 18 agosto, giorno in cui è stata fissata l’udienza in tribunale in cui si discuterà ll ricorso ex art. 700 c.p.c che la Provincia ha depositato per ottenere l’ordine immediato di riapertura incondizionata del cantiere e di ripresa immediata dei lavori per la prosecuzione sino al completamento senza interruzioni. Toto Costruzioni invece precedentemente aveva avviato a sua volta un’azione legale con cui evidenzierebbe la legittimità della sospensione dei lavori.
In teoria fino al 18 agosto potrebbe esserci la possibilità di trovare una soluzione che risolva i contenziosi ma, dopo la discussione di oggi, a cui hanno preso parte anche l’assessore regionale Terzi, il consigliere regionale Cappellari,l’imprenditore Toto e collegati in videoconferenza i sindaci di san Benedetto Po Lasagna e Bagnolo San Vito Penna, pare proprio non ci siano i margini perchè ciò possa accadere.
Toto ha anche accennato alla possibilità che il cantiere riprenda per terminare quelle opere coperte con i 30 milioni di euro della Regione. Da quanto si è appreso potrebbe venir terminata la costruzione del ponte in alveo ma non si procederebbe al suo spostamento. Rimarrebbe montato a fianco di quello esistente. Anche qualora si riuscisse a collegare i due manufatti, cosa tutt’altro che scontata, rimarrebbe comunque il divieto di transito ai mezzi pesanti.
Insomma il blocco dei lavori rimane a discapito di un territorio che sta scontando da troppi anni una situazione diventata sempre più insostenibile. Nel maggio del 2016 , al momento dell’aggiudicazione dell’appalto, i media locali scrivevano facendo riferimento al bando di:gara “meno di due anni la durata prevista del cantiere con chiusura temporanea del ponte solo per 19 giorni”.
Decisamente quella che è andata in scena è una storia diversa … una brutta storia che continua a tenere in ginocchio le comunità che gravitano intorno al ponte e l’economia dell’intero oltrepò mantovano.
«Cambiare il contratto del 2016 apre la strada a possibili contenziosi»
L'azienda ha mandato la sua proposta. Oggi forse il secondo faccia a faccia
La Provincia avverte la Toto: no ad accordi a rischio cause
San Benedetto Po - La consegna è quella del silenzio, perché la posta in gioco è altissima. Ma mentre la Regione sta difficilmente cercando una mediazione (il secondo faccia a faccia potrebbe essere già oggi), filtrano le posizioni di Toto e Provincia in merito all'interruzione del cantiere di riqualificazione del ponte e alla strada per far ripartire i lavori. La fotografia dello stallo è questa. L'azienda abruzzese, in forte ritardo sul cronoprogramma dei lavori, ha recentemente contestato all'appaltatore del lavoro, la Provincia, una presunta violazione del contratto firmato nel 2016. Questo perché parte del pagamento (3,8 milioni su circa 34) non sarebbe certo, essendo costituito dalla cessione dell'immobile sede della caserma provinciale dei carabinieri di via Chiassi a Mantova, il cui valore reale non sarebbe oggi quello scritto sul contratto quattro anni fa.Per uscire dall'impasse, la Toto ha presentato una proposta transattiva. Ovvero un accordo «con il quale - dicono ambienti della Provincia - si mette una pietra sopra al passato, si ritirano le denunce e si riparte. I nostri legali sono al lavoro per valutare cosa è concedibile e cosa no dal punto di vista tecnico e giuridico. Tenendo presente che siamo tuttora nell'ambito di un contratto regolarmente stipulato nel 2016 e che le contestazioni della Toto emergono solo nel 2020». Quattro anni dopo, dunque «quando - sottolineano dalla Provincia - è stato raggiunto appena il 33% dei lavori e le contestazioni si potevano fare senza sospendere il cantiere. Eppure abbiamo dimostrato con i fatti la nostra volontà di raggiungere comunque l'obiettivo di realizzare il ponte. Supportando l'azienda nelle sue difficoltà, malgrado 13 ordini di servizio dei quali 11 sul mancato rispetto del cronoprogramma. Reperendo in proprio e grazie ai fondi del sisma le risorse per ristrutturare il viadotto in golena sino al 60% dell'adeguamento sismico; aiutando la Toto ad avere i fondi che le doveva il ministero delle Infrastrutture». A fronte di tutto questo, Toto chiede, in sostanza, di risolvere la questione caserma. Ma questo significherebbe probabilmente cambiare le condizioni che furono scritte nel bando del 2015. Aprendo la strada a possibili contenziosi delle ditte (sette) che hanno rinunciato a presentare la propria offerta una volta visto cosa conteneva. «Nessun tentativo è e sarà mai trascurato da noi per trovare la soluzione possibile per i cittadini - filtra ancora dagli ambienti della Provincia - ma è bene ricordare che l'interesse pubblico deve comprendere la certezza giuridica delle opere e il rispetto e la garanzia degli interessi tanto dei cittadini, quanto delle società che operano negli appalti pubblici».Come dire, sì a una transazione, ma senza che questa si trasformi in un boomerang giuridico aprendo il fronte di nuovi contenziosi.
Ponte di S.Benedetto, Azione: “si superi lo stallo e si terminino i lavori”
SAN BENEDETTO PO – Anche Azione, il partito dell’ex ministro Carlo Calenda, prende posizione sulla vicenda del ponte di San Benedetto Po e lo fa attraverso il Consigliere regionale Niccolò Carretta e il Coordinatore provinciale Vanni Mantovanelli che dichiarano: “Come Azione seguiamo con apprensione le evoluzioni dell’annosa vicenda del Ponte di San Benedetto Po. Non ci interessa prendere le parti politiche di nessuno, se non quelle di un territorio che da otto anni attende questa importante infrastruttura. Con buon senso e con coraggio si superi questo stallo e si terminino i lavori, che è l’unica priorità che tutti dovrebbero avere.”
L’assessore Terzi mette allo stesso tavolo Provincia e Toto
Lasagna fiducioso: “Speriamo questa sia la volta buona”
SAN BENEDETTO PO - Dopo mesi di agonia si apre uno spiraglio per il ponte sul Po. Dal tanto atteso incontro che si è svolto ieri in Regione, emerge come l’assessore alle infrastrutture Claudia Maria Terzi abbia messo allo stesso tavolo Provincia e Toto alla ricerca di un’intesa. Proprio in merito il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna si dice fiducioso che l’attuale situazione possa portare ad un esito positivo. «Sono contento - afferma Lasagna - perché l’intervento dell’assessore regionale Terzi è stato decisamente convincente sia nei confronti di Toto che della Provincia di Mantova. Mi pare che fino a questo momento la Regione sia stata in grado di intavolare una trattativa tra le due parti e la speranza è che la cosa possa chiudersi in modo positivo in tempi brevi. Non c’è ancora nulla di definitivo e questo deve essere chiaro. Speriamo solo che la trattativa possa andare in porto in modo definitivo.» . Insomma quella che era la speranza di sindaci, comitato e associazioni di categoria, pare si stia concretizzando: la Regione insomma pare stia assumendo il ruolo di ente super partes che potrebbe mettere d’accordo i due contendenti, ovvero Provincia di Mantova e Toto Costruzioni. A seguito dell’incontro che si è tenuto ieri, la Regione ha già comunicato che a breve ne verrà convocato un altro, sempre nella sede regionale a Milano. Ieri, oltre al sindaco Lasagna e all’assessore regionale Terzi, erano presenti anche il sindaco di Bagnolo San Vito Roberto Penna, il commissario per il sisma Roberto Cerretti, la vicecomissarria e consigliere regionale Claudia Cappellari, il presidente della Provincia di Mantova Beniamino Morselli in videoconferenza insieme a funzionari e personale sia della Provincia che della Regione. Ciò su cui la trattativa si starebbe maggiormente concentrando sono i termini dell’accordo tra le due parti, tra i quali anche la caserma dei carabinieri di via Chiassi alla quale la società abruzzese, alla fine, si sarebbe detta non interessata. Ovvio che nella trattativa rientrerebbe anche la citazione a giudizio avanzata da Toto nei confronti della Provincia - citazione che, dopo un periodo di screzi, il Covid e i primi giorni della ripresa, ha definitivamente - almeno fino ad ora - fermato i lavori. Il cantiere quindi per adesso resta al palo, come del resto lo è ancora da gennaio. Ma nonostante tutta la situazione, decisamente intricata, qualche speranza ora c’è. Non solo per San Benedetto ma per tutto il territorio. Come affermava ieri un sindaco della zona, anche se non direttamente interessato, «speriamo che con la Regione si risolva qualcosa, in caso contrario davvero non riusciamo più a venirne a capo»
Fonte Gazzetta di Mantova del 15 luglio 2020
Ponte, ora si tratta con la mediazione dell'assessore Terzi
Faccia a faccia Toto e Provincia. Il tavolo proseguirà
I sindaci plaudono all'iniziativa: «Ma aspettiamo»
San Benedetto Po - Un incontro durato due ore nel quale Toto e Provincia si sono confrontati apertamente davanti all'assessore lombardo alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi. Una mediazione chiesta a gran voce dal territorio nel tentativo di superare l'impasse che sta tenendo bloccata la ripartenza del cantiere di riqualificazione del ponte. Un lavoro da 33,8 milioni bandito dall'amministrazione provinciale nel 2015 ed affidato al colosso abruzzese delle costruzioni che doveva restituirlo costruito a gennaio 2019. Ma i ritardi accumulati, i contenziosi, le accuse reciproche e da ultimo le denunce incrociate, hanno portato l'opera sull'orlo dello stop definitivo. Cosa che comporterebbe il ritornare ad una gara per trovare chi volesse completare un cantiere completato al 33%.Ieri, al termine dell'incontro, le bocche sono rimaste cucite. I partecipanti, dal consigliere Alessandra Cappellari, ai sindaci si sono astenuti dal rilasciare dichiarazioni nel merito, segno evidente dell'importanza della trattativa che sul piatto ha il completamento di un'opera decisiva per le sorti di un'area con 50mila residenti, 2mila aziende.Trapela qualche timido sprazzo di ottimismo. «Bisogna plaudire all'azione magistrale della Terzi» si limitano a dire Roberto Lasagna, primo cittadino di San Benedetto Po ed il collega Roberto Penna di Bagnolo. L'opera di mediazione avrebbe cercato di smussare le asperità fra azienda e Provincia, che hanno accettato di far proseguire la trattativa.Ma da qui a dire se riuscirà la mediazione della Regione a far trovare un punto d'intesa, ne passa. Da quanto emerso nelle scorse settimane, uno degli scogli più ardui da affrontare è il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi, edificio che da contratto servirà al saldo finale e il cui valore di 3,8 milioni è stato stimato con una perizia (accettata dalla Toto). Ma non tutte le clausole, lamenta l'azienda, sarebbero state rispettate da Palazzo di Bagno ed ora il valore dell'immobile sarebbe di molto inferiore. Da qui un contenzioso per uscire dal quale stata chiesta la mediazione regionale. Da ambienti della Provincia filtra cautela. La trattativa sarebbe ancora al punto già fatto un anno fa in Regione, con la ditta che non è ancora rientrata al lavoro. E nemmeno la Regione avrebbe accettato di fornire soluzioni legali all'inghippo. L'intenzione del presidente Beniamino Morselli è quello di cercare fino all'ultimo una soluzione. Si capirà più avanti se emergerà, oppure no.
Ponte di S.Benedetto: ottimismo dopo il vertice in Regione. Si confida in uno sblocco dei lavori già nel prossimo incontro
SAN BENEDETTO PO – C’è ottimismo dopo l’incontro in Regione sul ponte di San Benedetto Po al punto che c’è chi azzarda ad ipotizzare il raggiungimento di un accordo tra Provincia e Toto per il ritiro dei contenziosi legali e la conseguente ripresa dei lavori già nel prossimo vertice che dovrebbe essere fissato la prossima settimana.
L’incontro odierno è stato organizzato a Milano, dunque in presenza al contrario di quello della scorsa settimana, e ha visto la partecipazione di Provincia, Toto, l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi, i sindaci di san Benedetto Po Roberto Lasagna e Bagnolo San Vito Roberto Penna, nonchè il consigliere regionale Alessandra Cappellari e il dirigente Roberto Cerretti, entrambi in rappresentanza della Struttura commissariale per il post sisma.
Pare che l’assessore Terzi abbia incalzato più volte i due contendenti, dunque Provincia e Toto, per far si che questi arrivino il prima possibile un accordo. Sul tavolo sono state messe tutte le criticità che hanno causato lo stop dei lavori, comprese le ragioni che hanno portato Toto a citare in tribunale la Provincia e viceversa. Tra queste la questione della caserma dei carabinieri di via Chiassi in città.
Il bando per la gara d’appalto infatti prevedeva che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andava ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione.
Toto contesta oggi questo passaggio perchè sostiene che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile ha perso parte del suo valore. L’azienda vuole quindi i 3 milioni e 800 mila euro in denaro.
Dall’altra parte la Provincia sostiene che non si può cambiare un contratto frutto di una regolare gara d’appalto che Toto ha altrettanto regolarmente firmato.
Come se ne esce? Sembra che interverranno anche dei giuristi per sbrogliare la complicata situazione ma il tutto lascia pensare che si procederà con una transazione.
Sul tavolo è stata messa anche la questione dei tempi di chiusura del cantiere ma su questo nessuno dei partecipanti, nè da parte dell’azienda nè delle istituzioni, vuole dire approfondire l’argomento. Si dice sia stato imposto un “no comment della Regione” sul vertice e chissà per quale motivo visto che i cittadini hanno tutto il diritto di sapere cosa succederà, sia perchè i 33,8 milioni di euro per la costruzione del ponte sono loro essendo fondi pubblici e sia per i pesantissimi danni che hanno subito e stanno subendo a causa dei ritardi nella realizzazione del manufatto. Ma appunto, ormai i ritardi accumulati fanno venire meno qualsiasi certezza riguardo ogni possibile data di fine lavori. L’esperienza purtroppo è la migliore maestra
Ponte San Benedetto Po/Mn, Terzi: Regione in campo per aiutare territorio
Photo credit: Lombardia Notizie Online
Si è svolto a Palazzo Lombardia il vertice convocato dalla in merito allo stallo dei lavori del ponte di San Benedetto Po (Mantova).
Presenti, tra gli altri, l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, il presidente della Provincia
di Mantova, Beniamino Morselli, e i sindaci della zona.
Obiettivo uscire dall’impasse
“Regione è in campo – ha spiegato l’assessore Terzi – per aiutare il territorio a superare il preoccupante impasse che sta caratterizzando il cantiere del ponte. Abbiamo convocato l’incontro odierno su richiesta degli enti locali mantovani.
Come Regione abbiamo finanziato l’opera con 30 milioni di euro, perché strategica. Ma la competenza è della Provincia di Mantova. Le risorse dunque ci sono: quello che manca è l’accordo tra le parti, ovvero tra la Provincia e l’azienda che ha vinto l’appalto”.
Settimana prossima un Tavolo tra le parti
“Non intendiamo puntare il dito contro qualcuno – ha concluso Terzi – né prenderci delle competenze che non sono nostre. Vogliamo, piuttosto, dare il nostro contributo per risolvere una situazione che sta determinando gravi conseguenze per l’economia della zona.
Per settimana prossima, su richiesta del Tavolo odierno e, in particolare, dei sindaci, convocheremo dunque un incontro tra Provincia e azienda. Sarà un modo per valutare insieme se ci sono le condizioni per superare le criticità e fare riprendere i lavori senza ulteriori strascichi, che allungherebbero ancora di più i tempi per realizzare l’opera”.
13 luglio 2020 Fonte Mantovauno.it
Ponte di San Benedetto, domani il tavolo di confronto per far ripartire il cantiere
MILANO – Si terrà domani martedì 14 luglio, alle ore 16, presso l’assessorato ai lavori pubblici di Regione Lombardia, il tavolo di confronto sbloccare la situazione riguardante il ponte di San Benedetto. Al summit i due sindaci di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito, rispettivamente Roberto Lasagna e Roberto Penna, che si siederanno al tavolo con la Provincia di Mantova, la ditta incaricata dei lavori (la Toto) e la Regione, l’Assessore ai lavori pubblici Claudia Maria Terzi che cercherà di mediare. “Da anni abbiamo assistito a continui rinvii e promesse: il cantiere è partito a singhiozzo tra mille intoppi – dice il sindaco Lasagna -. Ora, grazie al forte interessamento della Regione Lombardia, principale ente finanziatore, che ha già versato un terzo dei 30 milioni, cerchiamo di trovare una soluzione, anche grazie alla mediazione dell’Assessore regionale. Non era mai stata fatta una riunione con la ditta in questione, sentiremo anche la loro versione, vedremo quali proposte verranno fatte. L’importante è completare l’opera, che è vitale per la nostra economia, perché questa situazione di stallo mortifica il territorio. Speriamo di giungere ad un accordo che permetta di avere il ponte, così come era stato stabilito: darebbe una ventata di ottimismo a tutta la nostra zona, e di questi tempi ce n’è proprio bisogno”. Com’è noto, il nodo della faccenda riguarda la caserma dei carabinieri di via Chiassi. Il bando per la gara d’appalto prevedeva che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andava ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione. Toto contesta oggi questo passaggio perchè sostiene che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile ha perso parte del suo valore. L’azienda vuole quindi i 3 milioni e 800 mila euro in denaro. Dall’altra parte la Provincia ha sempre sostenuto che non si può cambiare un contratto frutto di una regolare gara d’appalto che Toto ha regolarmente firmato. Vorrebbe dire modificare a posteriori un bando di gara, a cui hanno anche partecipato altri soggetti, e ciò è ovviamente vietato per legge.
La Regione convoca un incontro ristretto sul ponte di S.Benedetto. Martedì il vertice per tentare di far ripartire i lavori
SAN BENEDETTO PO – E’ fissata per martedì prossimo 14 luglio la convocazione da parte di Regione Lombardia del tavolo di confronto sui lavori del ponte di San Benedetto Po in cui ci sarà il richiesto incontro tra Provincia e Toto.
E’ un incontro per la verità molto ristretto perchè sono stati convocati solo l’Amministrazione Provinciale, Toto Costruzioni e i due sindaci di San Benedetto Po Roberto Lasagna e quello di Bagnolo San Vito Roberto Penna. Esclusi gli altri sindaci del territorio che avevano preso parte invece al precedente incontro ma esclusi anche i Consiglieri regionali mantovani, cosa che lascia non solo molto amaro in bocca ma pure qualche perplessità.
Perchè un incontro ristretto solo a quattro soggetti quando le conseguenze dello stop del cantiere si stanno riflettendo su un’area molto ampia e perchè non coinvolgere i diretti referenti del politici del territorio mantovano? Si dava abbastanza per certo che non sarebbero stati convocati i referenti del Comitato Vogliamo il Ponte ma perchè escludere le altre istituzioni?
L’incontro deve assolutamente servire a trovare una soluzione per superare le questioni che hanno portato allo stop dei lavori e a dare il via alle citazioni giudiziarie sia da parte di Toto nei confronti della Provincia che il vice versa.
Il bandolo della matassa pare che sia ancora il problema della caserma dei carabinieri di via Chiassi. Il bando per la gara d’appalto prevedeva che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andavano ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione.
Toto contesta oggi questo passaggio perchè sostiene che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile ha perso parte del suo valore. L’azienda vuole quindi i 3 milioni e 800 mila euro in denaro.
Dall’altra parte la Provincia ha sempre sostenuto che non si può cambiare un contratto frutto di una regolare gara d’appalto che Toto ha regolarmente firmato. Vorrebbe dire modificare a posteriori un bando di gara, a cui hanno anche partecipato altri soggetti, e ciò è ovviamente vietato per legge.
Toto rilancia: pronti a ripartire se si risolve il nodo caserma
La proposta alla Provincia: finiamo il ponte e accettiamo super penali per i ritardi
Il comitato: una soluzione ragionevole. La Regione convoca le parti per martedì
SAN BENEDETTO PO - L'intenzione, messa nero su bianco, dalla Toto è quella di completare la riqualificazione del ponte di San Benedetto Po. Sul piatto della trattativa, oggi bloccata con i lavori fermi da mesi, il colosso abruzzese delle costruzioni, vincitore dell'appalto, è disposto a mettere il ritiro della citazione in giudizio contro Palazzo di Bagno (che a sua volta ha chiesto al tribunale di far tornare la Toto sul cantiere), una garanzia fidejussoria di 2 milioni e l'accettazione di una superpenale di 37.500 euro al giorno se sforerà il nuovo termine di fine lavori. Elementi a supporto della dichiarata volontà di finire il tribolato cantiere. In cambio, la richiesta è quella di risolvere consensualmente il contestato contratto preliminare di compravendita con il quale la Provincia si era impegnata a cedere alla Toto l'edificio della caserma provinciale dei carabinieri di via Chiassi come parte del pagamento dell'appalto in aggiunta ai 30 milioni dati dalla Regione. Un immobile il cui valore, sulla carta, è stato stimato in 3,8 milioni, ma che per Toto oggi è molto meno poiché la Provincia non ha rinnovato il contratto di locazione con il ministero dell'Interno. Mancanza che per la Toto significa inadempienza contrattuale. Al posto della caserma, Toto chiede il corrispettivo in soldi. È questa la sostanza della proposta transattiva con la quale Toto ha formalizzato alla Provincia la disponibilità a ritornare sul cantiere e terminare le opere con la fissazione di un nuovo termine dei lavori e la rinuncia da parte della Provincia a irrogare le penali maturate. Proposta che è stata resa nota ieri anche ai sindaci, alla Regione e al Comitato Vogliamo il ponte. Che dice: «Chiudere intanto i lavori sembra una soluzione ragionevole». Toto ha rilanciato, ritenendo impraticabile la proposta della Provincia che prevedeva, invece, a fronte del ritiro della citazione in giudizio e del ritorno sul cantiere della Toto, la stipula di un "patto di retrovendita" della caserma. Toto avrebbe dovuto comunque accettare come pagamento l'immobile, e rivenderlo poi alla Provincia in cambio dei soldi spettanti per i lavori. Una complessa procedura che per i legali della Toto si presta facilmente a nullità. Se proposta e controproposta riguardano il ponte in alveo, resta il dubbio su quello in golena, non ancora appaltato. La Provincia non sembra intenzionata ad affidarlo a Toto, che ha sempre posto seri dubbi sulla scelta di sviluppare solo operazioni di rinforzo (meno costose) senza far raggiungere a quella parte di ponte gli stessi coefficienti di sicurezza sismica del tratto in alveo, con il risultato di avere due distinte sezioni di un unico ponte con risposte sismiche diverse. Intanto la Regione ha convocato, come promesso dall'assessore alla Mobilità Claudia Maria Terzi, Provincia e Toto per la prossima settimana, già martedì, per cercare di appianare i contrasti e far ripartire il cantiere fermo ormai da cinque mesi.
«Una delle nostre richieste, un soggetto terzo in grado di mediatore e trovare un accordo tra le parti sbloccando finalmente il cantiere del nuovo ponte sul Po, è stata accolta». A dichiararlo il presidente di Confcommercio Mantova, Ercole Montanari, e il suo rappresentante a San Benedetto Dino Barbi. «L'incontro Toto, Provincia e Regione avverrà già la prossima settimana. Questo ci conforta».
Ponte di San Benedetto Po, Terzi: "Regione in campo per aiutare il territorio"
Ieri a Palazzo Lombardia il vertice convocato dalla Regione in merito allo stallo sui lavori.
Ultimissime Mantova.it del 10 luglio 2020
Ponte sul Po, vertice in Regione
Si è svolto oggi a Palazzo Lombardia il vertice convocato dalla Regione in merito allo stallo dei lavori del Ponte di San Benedetto Po (Mantova). Presenti tra gli altri l'assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, il presidente della Provincia di Mantova, Beniamino Morselli, e i sindaci della zona.
OBIETTIVO USCIRE DALL'IMPASSE - "Regione è in campo - ha spiegato l'assessore Terzi - per aiutare il territorio a superare il preoccupante impasse che sta caratterizzando il cantiere del Ponte. Abbiamo convocato l'incontro odierno su richiesta degli enti locali mantovani. Come Regione abbiamo finanziato l'opera con 30 milioni di euro, perché strategica. Ma la competenza è della Provincia di Mantova. Le risorse dunque ci sono: quello che manca è l'accordo tra le parti, ovvero tra la Provincia e l'azienda che ha vinto l'appalto".
SETTIMANA PROSSIMA UN TAVOLO TRA LE PARTI - "Non intendiamo puntare il dito contro qualcuno - ha concluso Terzi - né prenderci delle competenze che non sono nostre. Vogliamo piuttosto dare il nostro contributo per risolvere una situazione che sta determinando gravi conseguenze per l'economia della zona. Per settimana prossima, su richiesta del tavolo odierno e in particolare dei sindaci, convocheremo dunque un incontro tra Provincia e azienda. Sarà un modo per valutare insieme se ci sono le condizioni per superare le criticità e fare riprendere i lavori senza ulteriori strascichi, che allungherebbero ancora di più i tempi per realizzare l'opera". (LNews)
Ponte di San Benedetto: Regione convoca la Provincia e la Toto
SAN BENEDETTO PO Più o meno un anno fa sempre a Palazzo Lombardia fu organizzato un incontro chiarificatore sull’andamento dei lavori per la costruzione del nuovo ponte di San Benedetto. Allora fu detto che occorreva trovare una soluzione allo stallo dell’intervento e in qualche modo obbligare la ditta a proseguire l’intervento ma nulla fu fatto. Adesso la situazione è uguale ad un anno fa con la differenza che il 31 luglio del 2020 il ritardo del cantiere supererà i 110 giorni stabiliti nell’ultimo accordo tra Provincia e impresa e scatterebbero così le condizioni per la rescissione del contratto. Recessione che nessuno dei coinvolti, sindaci e provincia, vogliono e ieri mattina, in videoconferenza con l’assessore regionale Claudia Terzi , la richiesta è stata di nuovo fatta. All’incontro virtuale erano presenti i sindaci Aporti (Borgo Viriglio), Penna (Bagnolo) e Lasagna (S.Benedetto), il presidente della Provincia Morselli , il dirigente della Provincia, Urbani e i rappresentanti del Comitato Cavazzoli, Braghiroli e Lavagnini e i consiglieri regionali Cappellari , Forattini e Fiasconaro . «Regione è in campo per aiutare il territorio a superare il preoccupante impasse che sta caratterizzando il cantiere del Ponte – ha detto l’assessore -. Come Regione abbiamo finanziato l’opera con 30 milioni di euro, perché strategica. Ma la competenza è della Provincia di Mantova. Le risorse dunque ci sono: quello che manca è l’accordo tra le parti, ovvero tra la Provincia e l’azienda che ha vinto l’appalto. Non intendiamo puntare il dito contro qualcuno – ha concluso Terzi – né prenderci delle competenze che non sono nostre. Vogliamo piuttosto dare il nostro contributo per risolvere una situazione che sta determinando gravi conseguenze per l’economia della zona. Per settimana prossima, su richiesta del tavolo odierno e in particolare dei sindaci, convocheremo dunque un incontro tra Provincia e azienda. Sarà un modo per valutare insieme se ci sono le condizioni per superare le criticità e fare riprendere i lavori senza ulteriori strascichi, che allungherebbero ancora di più i tempi per realizzare l’opera. Non intendiamo puntare il dito contro qualcuno – ha concluso Terzi – né prenderci delle competenze che non sono nostre. Vogliamo piuttosto dare il nostro contributo per risolvere una situazione che sta determinando gravi conseguenze per l’economia della zona. Per settimana prossima, su richiesta del tavolo odierno e in particolare dei sindaci, convocheremo dunque un incontro tra Provincia e azienda. Sarà un modo per valutare insieme se ci sono le condizioni per superare le criticità e fare riprendere i lavori senza ulteriori strascichi, che allungherebbero ancora di più i tempi per realizzare l’opera». La Provincia intanto si è mossa per vie legali annunciando anche un’azione che dovrebbe far si che Toto riprende al più presto i lavoro.
link https://vocedimantova.it/provincia/ponte-di-san-benedetto-regione-convoca-la-provincia-e-la-toto/
Fonte Gazzetta di Mantova del 10 luglio 2020
La regione si offre per mediare
Ma Morselli guarda al tribunale
SAN BENEDETTO PO - Portare la Toto costruzioni generali a un tavolo con la Provincia. È quanto si è ripromessa l'assessore regionale alle Infrastrutture, Claudia Maria Terzi, nell'incontro che si è tenuto ieri, richiesto da sindaci del Basso Mantovano, Comitato Vogliamo il ponte e da tutte le categorie imprenditoriali e sindacali. Oltre alla Provincia, con il presidente Morselli e i funzionari, erano presenti i consiglieri regionali Alessandra Cappellari (Lega), Andrea Fiasconaro (M5S), Antonella Forattini (Pd), rappresentanti di prefettura, Camera di commercio, categorie economiche, oltre ai sindaci di San Benedetto, Quistello, Bagnolo, Borgo Virgilio. La Regione - per voce di Terzi - si è proposta come soggetto terzo, mediatore per riuscire a far ripartire il cantiere fermo da 90 giorni. «La Regione è in campo - ha spiegato l'assessore - per aiutare il territorio in relazione alla preoccupante impasse che sta caratterizzando il cantiere del ponte di San Benedetto. Per questo, su richiesta degli enti locali mantovani, abbiamo convocato l'incontro odierno. Come Regione abbiamo finanziato l'opera con 30 milioni, ritenendola strategica. La competenza però è della Provincia di Mantova. Dunque le risorse ci sono: quello che manca è l'accordo tra le parti». «Non intendiamo puntare il dito contro qualcuno - ha proseguito Terzi - né prenderci competenze che non sono nostre, vogliamo però dare un contributo per risolvere una situazione che sta determinando gravi conseguenze per l'economia della zona. Per la settimana prossima convocheremo un incontro tra Provincia e azienda. Sarà un modo per valutare insieme se ci sono le condizioni per riprendere i lavori». Tutti d'accordo sulla proposta, peraltro richiesta dal territorio almeno un anno fa. Il clima non si preannuncia però dei più sereni: Morselli ha annunciato che la Provincia, a fronte della citazione della Toto per irregolarità contrattuali, ha risposto con il ricorso d'urgenza ex art. 700, affinché il tribunale imponga la ripresa dei lavori. Mentre la Toto ha di recente inviato alla Provincia una proposta transattiva, cioè soluzioni per arrivare a realizzare il ponte almeno in alveo e quindi chiudere l'opera come da progetto iniziale.
DM_
Fonte TeleMantova puntata del 9 luglio 2020
Fonte Mantovauno.it del 9 luglio 2020
Ponte S.Benedetto: la Regione convoca un tavolo con Provincia e Toto. Depositato un ricorso urgente per costringere l’impresa a riprendere i lavori
SAN BENEDETTO PO –Regione Lombardia convocherà la prossima settimana un tavolo sulla questione ponte di san Benedetto Po a cui sarà chiamata anche Toto.Bisogna fare in fretta, perchè il 31 luglio il ritardo del cantiere supererà i 110 giorni stabiliti nell’ultimo accordo tra Provincia e impresae scatterebbero così le condizioni per la rescissione del contratto (il provvedimento in ogni caso è sempre a discrezione della stazione appaltante).
Praticamente tutti i soggetti hanno sollecitato l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi a convocare un tavolo dove possano confrontarsi Provincia e Toto, dai sindaci al consigliere regionale Alessandra Cappellari che ha ricordato come da un anno a questa parte lei stessa continui a chiedere un tavolo, coordinato da un soggetto terzo, in cui siano presenti sia la Provincia che l’impresa.
Alla luce delle molteplici sollecitazioni (al vertice in videoconferenza hanno preso parte i sindaci Lasagna, Malavasi, Penna e Aporti, i tre consiglieri regionali Cappellari, Forattini e Fiasconaro, il presidente della Provinciale Morselli e il dirigente dell’Area Infrastrutture e Trasporti di Palazzo di Bagno Giovanni Urbani e i rappresentanti del Comitato Vogliamo il Ponte Cavazzoli, Braghiroli e Lavagnini) l’assessore Terzi ha evidenziato come la Regione, nonostante non sia stazione appaltante (è la Provincia ndr) ha il dovere di convocare al più presto il vertice per salvaguardare i 30 milioni di euro stanziati dalla stessa Regione.
“Bene che l’abbia dichiarato – dicono a più voci i sindaci – peccato che avessimo giù coinvolto l’assessorato regionale anche un anno fa e da allora non è successo nulla”.
Ma adesso appunto il tempo stringe visto che aleggia lo spettro di rescissione di un contratto che costringerebbe a un nuovo appalto dove, vista la situazione di partenza, non sarebbe nemmeno scontata la partecipazione di qualche soggetto. Nessuno tra l’altro vuole pensare ai tempi a cui si andrebbe incontro con un nuovo appalto.
La Provincia intanto si è mossa per vie legali annunciando anche un’azione che “dovrebbe far si che Toto riprende al più presto i lavoro.”
Palazzo Di Bagno si è infatti costituito nel giudizio promosso da Toto Costruzioni per l’accertamento della legittimità della sospensione dei lavori ex art 1460 c.c., chiedendo il rigetto della domanda e chiedendo, in via riconvenzionale, la condanna dell‘impresa all’adempimento del contratto e quindi alla ripresa dei lavori. Per anticipare gli effetti di questa domanda di condanna, questa mattina è già stato depositato un ricorso cautelare urgente ex art. 700 c.p.c. in corso di causa per ottenere l’ordine immediato di riapertura incondizionata del cantiere e di ripresa immediata dei lavori per la prosecuzione sino al completamento senza interruzioni. “Attendiamo quindi – dicono dalla Provincia – che il Tribunale fissi subito, come richiesto nel più breve tempo possibile per l’urgenza, la data dell’udienza di discussione del ricorso ex art. 700 c.p.c”.
Fonte Gazzetta di Mantova del 8 luglio 2020 Ponte ancora in stallo Imprenditori sfiniti: «Ora tocca al ministro» Ieri nuovo incontro della Provincia con le categorie: proposta la riduzione del progetto e confronto tra tecnici
SAN BENEDETTO PO - Secondo round di incontri sulla questione ponte. Dopo quello di lunedì con i sindaci dell'Oltrepò, ieri il presidente della Provincia Beniamino Morselli ha incontrato (in videoconferenza) i rappresentanti delle categorie imprenditoriali e sindacali per fare il punto della situazione lavori, fermi ormai da 85 giorni. Un confronto per fare e ricevere proposte su come far ripartire i lavori, dopo che la ditta Toto Costruzioni generali, che ha l'appalto per l'opera, ha citato in giudizio la Provincia per presunte irregolarità contrattuali e per l'inadeguatezza delle risorse a disposizione e presentato una proposta transattiva per concludere i lavori. Delusione e stanchezza da parte dei rappresentanti del commercio, industria e agricoltura per uno stallo che dura ormai da anni e tiene in ostaggio 50mila abitanti e l'economia di tutto il Basso Mantovano. Dino Barbi, imprenditore di San Benedetto Po, nonché presidente locale e consigliere di Confcommercio ha proposto di riunire ad uno stesso tavolo i tecnici della Provincia e quelli della Toto: «E' semplice buon senso, se la Toto che deve realizzare l'opera non è convinta del progetto della Provincia, perché Palazzo di Bagno non ha messo attorno a un tavolo i propri tecnici con quelli dell'azienda? L'ho chiesto a Morselli e lui mi ha risposto che a questo punto il problema è politico. E allora non perdiamo altro tempo, se il problema è diventato politico e non più solo tecnico: si faccia intervenire il ministro alle Infrastrutture, l'unico che abbia l'autorità di smuovere la Toto in un modo o nell'altro». Tra le altre proposte, c'è quella di Confartigianato che, per voce del presidente Lorenzo Capelli, ha invitato la Provincia a confrontarsi con la Toto solo sul progetto in alveo: «Se il progetto del ponte in golena non convinceva la Toto, lasciamo perdere e facciamole finire quello in alveo. Cerchiamo di ottenere il più possibile, perché se comincia l'iter giudiziario voluto dall'azienda, non avremo mai più il ponte. Così pure se azzeriamo l'appalto e ne facciamo un altro». L'ipotesi di un nuovo appalto invece comincia ad essere presa in considerazione, ma gli imprenditori ritengono sarebbe «un suicidio». «Piuttosto siamo disposti noi di Confcommercio ad andare a Roma a parlare con il ministro» conclude Barbi. Daniela Marchi_
Fonte Gazzetta di Mantova del 7 luglio 2020 Tra Provincia e Toto resta il nulla di fatto Delusione dei sindaci Morselli rinvia tutto all'incontro di giovedì con la Regione Lasagna: solito copione, adesso sperano nel ministero
SAN BENEDETTO PO A ieri, lunedì 6 luglio – e con un cantiere che, de facto, è rimasto fermo o ha proceduto a singhiozzo da inizio anno – non si intravede nessuno spiraglio di accordo tra Toto e Provincia di Mantova per arrivare a una ripresa definitiva del cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto tanto che non è esclusa nemmeno l’ipotesi che vi possa essere una vera e propria rottura con tanto di rescissione del contratto; anche se, almeno fino a fine luglio, si lavorerà per scongiurare tale esito. Questo, in sostanza, è stato l’esito della riunione, in conference call, che è avvenuta ieri tra il presidente della Provincia di Mantova Beniamino Morselli, molti sindaci del territorio (tra cui, ovviamente, il primo cittadino polironiano Roberto Lasagna), e altri rappresentanti istituzionali come, ad esempio, i consiglieri regionali Alessandra Cappellari e Antonella Forattini. Le bocche restano cucite, e ciò – per certi versi – è comprensibile vista la delicatezza della situazione e l’importanza del cantiere, ma è indubbio che la questione resti ancora estremamente tesa anche in ragione del fatto che non si sarebbero viste indicazioni per un riavvicinamento di Toto e Provincia: da un lato – come noto – l’azienda ha minacciato più volte di aprire un contenzioso con l’ente provinciale, e dall’altro Palazzo di Bagno ha replicato di avere sempre cercato di venire incontro alle esigenze dell’azienda per salvaguardare la progressione dei lavori. Rottura in vista? Forse sì, forse no, ma la sensazione che entro un paio di settimane (ma forse già giovedì, giorno della riunione in Regione Lo mbardia, si potrebbe avere qualche indicazione in più) qualcosa possa accadere sembra più di un’ipotesi.
link Ponte: verso la rottura Toto-Provincia
Fonte Gazzetta di Mantova del 6 luglio 2020
Lettere
Provincia
Il nostro impegno per tutti i ponti
Gentile direttore,ritengo necessario replicare in disaccordo con il suo fondo di venerdì 3 luglio. Ha ragione nel dire che i ponti ci fanno dannare, ma non nel senso da lei inteso. La mia amministrazione non ha una giunta, ma ha sempre cercato di ben amministrare un ente pubblico che una sciagurata riforma ha messo in condizioni molto difficili nell'erogare i servizi e nell'adempiere alle competenze che è stata chiamata comunque ad assolvere. Lo ha fatto con grande spirito di sacrificio dei suoi dipendenti facendo in modo che la situazione non precipitasse. Così è stato: abbiamo fatto gioco di squadra e sono orgoglioso dei risultati ottenuti. Si poteva fare di più? Certamente. Ma non per i ponti. La segnaletica della strada provinciale da Governolo a Roncoferraro è stata danneggiata per l'ennesima volta prima delle fotografie da voi pubblicate, oppure è credibile pensare che maestranze del servizio viabilità della Provincia le abbia messe così, peraltro nello stesso modo e con lo stesso materiale di decine di altri cantieri? Avremmo dovuto mettere sentinelle 24 ore su 24? Nel mentre ci scusiamo per i disagi con i cittadini e con l'amico Candido Roveda: venerdì sera stessa è stata ripristinata la segnaletica, dopo che hanno rubato anche i segnali luminosi. Sul ponte della ciclabile non mi soffermo: credo solo che il disagio di una deviazione di qualche centinaio di metri sia sopportabile dato che, essendo una situazione imprevista (non si tratta, purtroppo, di una banale asse da sostituire), con il Covid abbiamo dovuto rincorrere i tempi, tra soluzioni temporanee entro pochi giorni, e soluzioni permanenti, ma costose e non previste, per cui si rende necessario trovare le risorse. Mi permetta di puntualizzare sul ponte di San Benedetto. Oggi sarà chiarito ai sindaci del territorio, martedì alle categorie economiche e ai sindacati e quindi a tutta l'opinione pubblica quali sono le motivazioni che stanno alla base del contendere, dividendo le questioni legali da quelle politiche. Politicamente non c'è stato alcun processo nel Pd come dalla Gazzetta pubblicato senza firma; il giorno successivo è stato smentito da tutti i partecipanti, compreso Marco Carra che sui social ha condiviso la nota del segretario provinciale Marco Marcheselli. Non c'è alcun dubbio che la situazione sia inaccettabile, ma nel nostro Paese casi come quello di San Benedetto non sono purtroppo isolati e se ne sono registrati anche quando la stazione appaltante è stata Anas, diretta emanazione del Ministero competente. Con gli incontri in programma mi consulterò con tutti i soggetti istituzionali ed economici, come ho sempre fatto prima di ogni decisione e così sarà anche questa volta ritenendo che il tempo di ulteriori tentativi di mediazione siano terminati. Al termine delle consultazioni spero si potrà valutare i problemi con maggiore cognizione di causa.
Beniamino Morselli
presidente della Provincia
La situazione del ponte di San Benedetto è sotto gli occhi di tutti. Non discuto l'impegno, ma gli amministratori si misurano sui risultati. Quanto alla ciclabile Mantova-Peschiera, dopo un mese è stata sostituita l'asse rotta sul ponticello, ma la manutenzione di tutto il tratto lascia parecchio a desiderare. La sciagurata riforma, infine, se non ricordo male porta la firma del ministro Delrio, Pd come lei. Il problema l'avete in casa. (p.b.)
Fonte Gazzetta di Mantova del 3 luglio 2020 UNA PROVINCIA CHE INCIAMPA SU TUTTI I PONTI Paolo Boldrini
Non invidio i candidati del centrosinistra a San Benedetto e Bagnolo San Vito. La gestione del cantiere del nuovo ponte sul Po da parte della Provincia è finita nell’occhio del ciclone, vedi la strigliata alla giunta Morselli (pure Pd) per mano dell’ex parlamentare Carra che ha chiesto un cambio di passo. La battaglia legale con la Toto costruzioni è in un vicolo cieco, o meglio su un binario morto. L’euforia che aveva salutato la presentazione del progetto all’abbazia del Polirone, tra filmati e squilli di tromba, ha lasciato il passo alla rabbia e alla delusione per i ritardi inaccettabili. Gli abitanti dei due comuni sono inferociti e alle prossime elezioni si faranno sentire. Ma non è l’unico guaio. Da qualche giorno si è aperto il fronte di Roncoferraro, con i disagi causati dall’interruzione (da cinque mesi) della strada di Nosedole. Anche in questo caso le frecce non sono scagliate dai guerrieri di Salvini o della Meloni, bensì dall’ex sindaco Pd Candido Roveda, ora consigliere di minoranza. La segnaletica a ridosso del ponte danneggiato lascia a desiderare, per usare un eufemismo, come dimostra il servizio che pubblichiamo a pagina 21. Non è finita qui. È di ieri il comunicato della Provincia sulla ciclabile Mantova-Peschiera, ancora chiusa tra la Canottieri e Gambarara per “criticità strutturali al ponte sul canale Parcarello”. Di cosa si tratta? Si è spezzata un’asse di legno, subito rimossa ma non ancora sostituita. È passato quasi un mese, siamo in luglio e i cicloturisti sulla Mantova-Peschiera sono costretti a fare lo slalom tra via Verona e via Brescia a Cittadella. Forse più di certi dirigenti in Provincia servirebbero uno stradino, un falegname, oltre a un manager specializzato nella gestione dei ponti, grandi e piccini. Diventati ormai una dannazione per i contribuenti al volante e a pedali.
Fonte Gazzetta di Mantova del 1 luglio 2020
Il Pd ora serra i ranghi
«Stiamo con Morselli: i ritardi colpa della Toto»
La questione del cantiere del nuovo ponte di San Benedetto Po
Bellesia: «Crediamo sia arrivato il momento di contattare il governo»
il retroscena Stando alle dichiarazioni ufficiali, l'incontro avvenuto a San Benedetto Po sul tema ponte tra amministratori e dirigenti iscritti al Pd si è svolto in uno spirito di collaborazione. Il presidente della Provincia, Beniamino Morselli, preferisce non parlare: «Lascio ad altri dire come sono andate le cose, è stata una riunione come le altre. Non c'è stato un processo e non mi sono sentito processato». «Ci tengo a sottolineare che il partito provinciale è e resterà con massimo impegno al fianco dell'amministrazione provinciale per supportarla al fine di trovare una soluzione relativa al contenzioso fra l'amministrazione appaltante e la ditta Toto per la realizzazione del ponte di San Benedetto - dice Marco Marcheselli, segretario provinciale del Pd - Tutti i dirigenti di questo partito, con l'eccezione forse di qualche disinformato che parla senza conoscere i fatti, hanno chiare le responsabilità e le inadempienze di una ditta che non ha certo fra le sue priorità il completamento dell'opera in tempi ragionevoli per il bene del territorio. Il partito, tramite i suoi dirigenti, rinnova all'amministrazione provinciale il suo aiuto per cercare collaborazione da tutti gli enti sovra-provinciali disponibili, quali la Regione o il ministero». «Un partito serio difende i suoi amministratori, soprattutto quando non hanno responsabilità! - scrive sulla sua pagina Facebook, il consigliere regionale Antonella Forattini - Nessun processo, dunque. Abbiamo condiviso le difficoltà del momento particolarmente delicato. Quando ci sono trattative occorre la massima attenzione. Non siamo arrivati a nessuna decisione particolare, ma ci saranno altri incontri». Se ci spostiamo nel territorio, interviene anche Sara Bellesia, segretario circolo Pd di San Benedetto Po. «Come Pd locale siamo in prima linea - sottolinea Bellesia - Abbiamo sempre parlato con Morselli per rimanere aggiornati, e Morselli ha sempre dimostrato disponibilità ad aggiornarci. Siamo dalla parte dei cittadini. Non c'è stato alcun processo contro la Provincia, ci siamo solo trovati per fare il punto sulla situazione e capire come risolvere il problema. L'impresa in 5 anni ha svolto il 33% dell'opera. La colpa è della Toto e non della Provincia. Come Pd crediamo che sia arrivato il momento di contattare il ministero per trovare una soluzione e continuare il lavoro. L'obiettivo della Provincia e del Pd: lavorare affinché il ponte venga finito in tempi rapidi».Toni meno accomodanti arrivano da Nicola Siliprandi, capo di Gabinetto e portavoce della Provincia. «È veramente tristissimo vedere ex parlamentari strumentalizzare le questioni in cerca di visibilità, perché di lavorare come tutti gli altri non se ne parla». Un riferimento a Marco Carra?
Fonte Gazzetta di Mantova del 30 giugno 2020 Processo Pd a Morselli: la Provincia accetta di rivolgersi al ministero Il presidente contestato per la comunicazione carente con gli amministratori locali sugli affanni con la Toto Passa la linea di Carra
Ponte, lo stallo permane: il 9 luglio incontro in Regione
In ogni caso, come confermato dalla stessa Toto, sarebbero ancora in corso i contatti tra l’azienda e Palazzo di Bagno
SAN BENEDETTO PO - Che la situazione sia delicata ormai non è più un segreto per nessuno, tranne che per i più inguaribili ottimisti, ma - a quanto sembra - la volontà di provare a mettere un punto è comunque diffusa: la situazione delicata è quella relativa al nuovo ponte di San Benedetto. i cui lavori, che sarebbero dovuti ripartire in fase 2, sono invece ancora clamorosamente fermi. Per cercare di chiarire la situazione la Regione ha convocato, nel primo pomeriggio di giovedì 9 luglio, alle 14, una riunione in cui sono stati invitati, accanto all’assessore regionale alle infrastutture, Claudia Maria Terzi, il prefetto di Mantova Carolina Bellantoni, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna e i suoi colleghi di Bagnolo (Roberto Penna), Quistello (Luca Malavasi), Borgo Virgilio (Francesco Aporti), i consiglieri regionali Alessandra Cappellari (Lega), Antonella Forattini (Pd), Barbara Mazzali (Fd’I) e Andrea Fiasconaro (M5S), più le delegazioni di Camera di Commercio e del Comitato Vogliamo il Ponte. La possibilità di potersi collegare in videoconferenza permetterà ai soggetti invitati di interagire anche se impossibilitati a recarsi fisicamente a Milano. Un momento di confronto su una situazione che permane di stallo anche se, come confermato dalla stessa Toto Costruzioni ai rappresentanti del Comitato, il dialogo tra la stessa azienda e la Provincia starebbe «proseguendo in modo costruttivo».
Fonte Voce di Mantova del 28 giugno 2020
Toto al comitato: “Volontà di tutti finire il ponte”
San Benedetto Po - “C’è la volontà da parte di tutti di completare la costruzione del nuovo ponte sul Po”. Questo quanto emerge dall’incontro, che si è svolto venerdì, tra l’amministratore delegato di Toto Costruzioni, la società che sta realizzando il ponte, e la Provincia di Mantova. Non solo. Il gruppo abruzzese nel pomeriggio di venerdì ha incontrato, sempre a San Benedetto, anche i rappresentanti del comitato Vogliamo il ponte. Emerge quindi come da parte di tutti
ci sia la volontà di proseguire e, anche, di chiudere il contenzioso aperto dalla società nei confronti di Palazzo di Bagno. «Tra l’altro - spiega Paolo Lavagnini del comitato - da alcuni giorni si vede qualche operaio sul cantiere. Riteniamo sia un buon segno».
Fonte Gazzetta di Mantova del 28 giugno 2020
Ponte di San Benedetto Po
La Toto va dal comitato: dialogo con la Provincia
San Benedetto Po - Alfonso Toto, amministratore delegato di Toto Spa, nella serata di venerdì ha incontrato privatamente il comitato civico Vogliamo il ponte, creato per tenere alta l'attenzione sui lavori al manufatto e fare in modo che ci sia una tempestiva ripresa del cantiere, fermo da prima del lockdown. Toto ha informato dell'esito della riunione che poche ore prime si era svolta in Provincia, l'ente che nel 2015 ha appaltato per 33, 8 milioni l'opera al raggruppamento di imprese Toto-Vezzola spa. Dopo numerose vicissitudini e frizioni, l'esito dell'incontro non sarebbe stato negativo, preludendo ad una possibile ripresa dei lavori. Da parte sua la Provincia ha fissato per la prossima settimana incontri con gli amministratori del territorio e con le imprese produttive per aggiornare della situazione. Nel frattempo la ditta, colosso delle costruzioni con sede in Abruzzo, ha inviato a San Benedetto una squadra per la messa in sicurezza del cantiere fermo, mentre sono stato stipulati contratti d'affitto per ospitare le maestranze in arrivo nel caso la vertenza con la Provincia vada a buon fine. Tutto, insomma, si starebbe preparando per la riapertura del cantiere.
Il Comitato “Vogliamo il ponte” incontra Toto. C’è fiducia in un accordo con la Provincia per la ripresa dei lavori
SAN BENEDETTO PO – Il Comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto Po ha incontrato ieri nel tardo pomeriggio l’Amministratore delegato della Toto Costruzioni Alfonso Toto.
Le sensazioni dei rappresentanti del Comitato sono positive. “Ci ha informato che è in corso un dialogo costruttivo con la Provincia di Mantova” si legge in un comunicato del Comitato dal quale riferiscono che, secondo quanto dichiarato da Toto, l’accordo con la Provincia, condizione preliminare per l’abbandono delle vie legali e la ripresa dei lavori, sarebbe molto vicino. Potrebbe essere questione di una settimana o poco più.
“L’ultimazione dei lavori del ponte in alveo è interesse comune di tutte le parti” – si legge sempre nel comunicato.
Oggi tra l’altro sul cantiere del ponte si sono visti degli operai. Non è chiaro cosa stessero facendo ma già la loro presenza ha ulteriormente rassicurato gli animi su una possibile ripresa dei lavori.
SAN BENEDETTO PO - Incontro ieri fra rappresentanti della Toto costruzioni, la ditta che sta eseguendo la riqualificazione del ponte di San Benedetto e la Provincia, Sul tavolo, l'impasse del cantiere, non ancora ripreso dopo la fine del lockdown e i numerosi punti di frizione fra le due parti. Tensioni culminate nell'istanza di citazione al tribunale di Brescia presentata dalla Toto contro la Provincia ritenendo quest'ultima inadempiente sul piano contrattuale. Il vertice ha nuovamente posto sul avolo le questioni irrisolte, fra le quali il valore della Caserma dei carabinieri, data dalla Provincia come saldo da 3,8 milioni in aggiunta ai 30 milioni forniti dalla Regione e la sistemazione dei 270 metri del tratto golenale del ponte, non ancora coperto da appalto mentre per la parte principale, quello in alveo, appaltato nel 2015, il completamento è giunto solo al 33% del valore. «Sono state analizzate tutte le condizioni - spiegano dalla Provincia - cosa che era già stata fatta a gennaio scorso nella speranza di poter giungere ad una intesa entro febbraio». Anche allora, di fronte all'acuirsi delle tensioni e al braccio di ferro fra appaltatore e ditta, la Provincia aveva convocato sindaci e parti economiche. «Lunedì partiranno le convocazioni - proseguono dalla Provincia - per i sindaci del territorio e i consiglieri provinciali. Quindi per le categorie economiche. Vogliamo rendere tutti partecipi della situazione prima di prendere ulteriori decisioni». Intanto prosegue il confronto a distanza fra il consigliere regionale Antonella Forattini e il Comitato civico "Vogliamo il ponte" sull'opportunità di contattare direttamente la Toto. Vertice che però ieri non è stato fatto.
“Inopportuni noi? Fieri di esserlo se serve”: il comitato risponde alla Forattini
SAN BENEDETTO PO - «Siamo lusingati di essere inopportuni, perché da quando siamo “inopportuni” improvvisamente sembra esserci interesse sulla vicenda»: non si è fatta attendere la risposta del Comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto al consigliere regionale del Partito Democratico Antonella Forattini. «Ognuno ha il proprio punto di vista - proseguono gli esponenti del Comitato - per noi sarebbe più corretto definire “inopportuni”, termine anche troppo buono: i danni all’economia e ai cittadini; il calo demografico della zona; le aziende che chiudono; gli studenti costretti ad alzarsi alle 5.30 del mattino per andare a scuola; il ritardo dei lavori; non avere un ponte completamente antisismico; non studiare un bypass che avrebbe permesso di non chiudere al traffico una arteria stradale fondamentale». Il Comitato solleva inoltre un’ulteriore questione: «Nessuno - dicono - ha pensato che se questo problema si fosse presentato a ponte chiuso per i lavori in golena, il territorio si sarebbe trovato isolato “a tempo indeterminato”? Gli aggiornamenti sul cantiere arrivano dai giornali, si parla di uno stato avanzamento del 33%, mentre sulla pagina ufficiale della Provincia il dato è indicato è del 25%, ma soprattutto abbiamo una data di fine lavori, aprile 2021, che non ci dà alcuna sicurezza visto quello che è accaduto in passato. Anche se, e questo lo precisiamo a scanso di equivoci, siamo i primi a desiderare, in quanto cittadini, che questo ponte venga finito e il più rapidamente possibile. Abbiamo scritto a Toto perché già da tempo avremmo voluto incontrarli - concludono gli esponenti del Comitato - noi siamo sempre in attesa del tavolo, proposto ancora il 19 luglio 2019 dal Presidente della Regione Fontana durante la visita a Quistello, dove tutte le parti coinvolte (Regione, Provincia, Toto, Sindaci, Associazioni di Categoria, Comitato) avrebbero dovuto trattare tutti i problemi dell’appalto».
Provincia di Mantova Determina 390/2020 del 25/06/2020
Nuovo ponte, il Comitato : “Inopportuni non siamo noi ma i disagi creati dai ritardi ingiustificati”
SAN BENEDETTO – “Ci rivolgiamo a voi perché siamo preoccupati per l’andamento dei lavori relativi alla realizzazione del nuovo ponte, Vorremmo capire quali siano gli impedimenti che portano ai ritardi dell’opera e all’attuale blocco dei lavori, ci piacerebbe sentire anche il vostro punto di vista”. E’ questo uno stralcio della lettera inviata dal Comitato “Vogliamo il ponte” alla Toto, l’azienda alla quale è stato affidato il cantiere della nuova opera. Una richiesta, questa, che è stata definitainopportuna da una consigliere regionale e nello specifico dall’esponente Pd, Antonella Forattini.
“Siamo lusingati di essere inopportuni, perché da quando siamo “inopportuni” improvvisamente sembra esserci interesse sulla vicenda – risponde il Comitato all’attacco mosso dal consigliere Pd -. Ognuno ha il proprio punto di vista, per noi sarebbe più corretto definire “inopportuni”, termine anche troppo buono: i danni all’economia e ai cittadini, il calo demografico della zona, le aziende che chiudono, gli studenti costretti ad alzarsi alle 5.30 del mattino per andare a scuola, il ritardo dei lavori, non avere un ponte completamente antisismico; non studiare un bypass che avrebbe permesso di non chiudere al traffico una arteria stradale fondamentale. Domanda nessuno ha pensato che se questo problema si fosse presentato a ponte chiuso per i lavori in golena, il territorio si troverebbe isolato “a tempo indeterminato”? Abbiamo scritto a Toto perché già da tempo avremmo voluto incontrarli, noi siamo sempre in attesa del tavolo, proposto ancora il 19 luglio 2019 dal Presidente della Regione Fontana durante la visita a Quistello, dove tutte le parti coinvolte (Regione, Provincia, Toto, Sindaci, Associazioni di Categoria, Comitato) avrebbero dovuto trattare tutti i problemi dell’appalto. E comunque noi non ci fermiamo e continueremo a essere “inopportuni” fino a quando l’opera non sarà ultimata. Noi non ci fermiamo e continueremo a essere “inopportuni” fino a quando l’opera non sarà ultimata”.
I progettI e l’adeguamento sismisco
Il 17 dicembre 2018 Viene approvata la procedura e relativi allegati ed affidamento diretto del servizio finalizzato alla redazione del Progetto Definitivo e del Progetto Esecutivo, unitamente al Piano di Sicurezza e Coordinamento, nell’ambito dei lavori della S.P. EX S.S. n.413 “Romana” – Interventi di risanamento conservativo e miglioramento strutturale del tratto di ponte sul Po in area golenale nel Comune di San Benedetto. Alla ditta Polaris CUP G17H15000650002 – CIG Z5E25D8CC7. (allegato 1)
A) Come mai se già nella Conferenza dei Servizi del 2014 si parla di dover intervenire con dei lavori nella parte in golena e la Giunta Provinciale con delibera n° 78 del 31.07.2015 approva un progetto preliminare e a maggio 2017 quando La Regione comunica l’inizio lavori e parla di Ulteriori finanziamenti regionali già destinati agli interventi di risanamento conservativo del tratto di ponte in area golenale nel comune di San Benedetto Po per altri 270 metri, il cui inizio è fissato per maggio 2018 si attende solo dicembre 2018 per affidare lo studio del progetto? Se il lavori in alveo non avessero avuto ritardi sarebbero stati in fase di ultimazione.
B) Perché si sceglie un adeguamento sismico al 60% e non al 100% secondo la normativa del D.M. 2018, visto che lo studio del progetto in golena inizia il 17.12.2018.
C) Perché il 06.12.2019 Viene approvata una nuova procedura e affidamento diretto del servizio di ingegneria finalizzato alla redazione del Progetto Esecutivo – incluso il Piano di Sicurezza e Coordinamento – nell’ambito dei lavori relativi al risanamento conservativo e miglioramento strutturale del tratto di ponte sul Po in area golenale nel Comune di San Benedetto lungo la S.P. EX S.S. n.413 “Romana”. CUP G17H15000650002 – CIG ZB32AD75A3 ING. RAFFAELE POLUZZI, perché al progetto di Polaris non viene dato seguito.
Bocciatura del Bypass
Sulla Bocciatura del Bypass l’Ing. Ballio rilascia alla Gazzetta di Mantova le seguenti dichiarazioni Contattato telefonicamente, il professor Francesco Ballio, docente di idraulica al Politecnico di Milano, uno dei tre consulenti ai quali la Provincia ha chiesto un parere, spiega: «Se dimostriamo che quella zona fluviale ha bassissima possibilità di essere allagata e che, con determinati sistemi, possiamo gestire quello che tecnicamente si chiama un guado, si può fare. Ma bisogna ragionare bene su questa cosa oppure costruirlo in maniera diversa». Ma allora perché bocciare il progetto? «In realtà non mi è stato sottoposto un progetto – prosegue il docente – Fondamentalmente mi hanno detto che l’idea era costruire una strada a quota di alveo fluviale e la risposta è no. Dopodiché, se a questo progetto viene allegata una relazione di gestione, se siamo tutti d’accordo, se la protezione civile è d’accordo, se sappiamo come chiudere in caso di pericolo, allora va bene. Precisando chi ha la responsabilità di fare e cosa. Le cose si possono fare in tanti modi, basta ci sia la procedura giusta. Non si può fare uno svincolo dentro un alveo, anche se viene allagato raramente. Ma stiamo parlando di un’opera provvisoria, non definitiva». Per Ballio, dunque, se ne può parlare, aprendo un tavolo: «I pareri a noi chiesti sono stati gestiti in estrema urgenza. Forse nessuno ha avuto il tempo di presentare quello che doveva. E non so perché ci fosse questa urgenza. Non entro nel merito amministrativo della questione, ma sono del parere che la popolazione debba avere il massimo beneficio da tutte le strutture possibili. E la chiu sura totale del ponte è un g rosso problema. Dobbiamo evitarla capendo come fare. Se succede qualcosa, di chi è la responsabilità? Il progetto non lo precisava. Non possiamo creare un’opera che si allaga e nessuno viene avvisato». E la conclusione è chiara: «Io non ritengo il bypass impossibile. Quella è una zona in cui si può anche fare, ne abbiamo parlato con la Provincia. Ma per come è stato presentata l’idea, non c’erano le condizioni per poterla mettere in pratica». Il Prof. Ballio avrebbe contestato l’articolo con una lettera inviata alla Provincia, la lettera è stata pubblicata solo per poche ore sulla pagina Facebook della Provincia e poi è stata rimossa. Non sono arrivate smentite e mezzo stampa. Sembra che il bypass si stato bocciato senza la visione di documenti, abbiamo chiesto con un accesso agli atti copia dei documenti serviti per la valutazione, ma non ci sono stati trasmessi. Perché non è stato chiesto un parere sulla fattibilità del Bypass all’Ing. Corradini della Polaris a cui è stato affidato lo studio della parte in golena, che fa parte della commissione di monitoraggio incaricata in data 11.06.2019 e che ha partecipato al progetto in alveo e perché Non è stato chiesto neanche il parere ad AIPO che era presente in tutti i tavoli tecnici anche nella commissione di aggiudicazione del bando per la parte in alveo a Toto?
Il Comitato "Vogliamo il ponte", che sollecita la ripresa dei lavori sul manufatto visto lo stallo fra committente Provincia ed esecutore Toto, ha chiesto un incontro all'azienda. «Capisco le ragioni del comitato e di tutti i cittadini, rispetto ad una situazione che se protratta nel tempo, rischia di isolare un territorio - dice però il consigliere regionale Pd Antonella Forattini - . Ho dei dubbi sull'opportunità che un comitato di cittadini incontri l'azienda che fino ad oggi non ha rispettato più volte le clausole contrattuali. C'è in atto una trattativa delicata tra Provincia e impresa, la settimana prossima incontreremo l'assessore Terzi per fare in punto della situazione, come abbiamo già informato il ministro. Stiamo facendo tutto il possibile e non va data all'impresa l'idea che si legittimino le loro mancanze. Capisco la preoccupazione che è anche la mia, ma lasciamo lavorare chi è deputato a portare avanti una trattativa molto delicata e complicata».Ad oggi, nonostante 13 ordini di servizio di sollecito, è stato eseguito dalla Toto solo il 33% dell'appalto assegnato (riqualificazione ponte in alveo). Il termine lavori è previsto per la primavera 2021, se si troverà l'accordo complessivo, cioè anche con la parte in golena, non ancora assegnata e che prevede il solo rinforzo statico e necessita di un ulteriore finanziamento di un milione per raggiungere l'adeguamento sismico del 65%.
SAN BENEDETTO POIl Comitato civico "Vogliamo il ponte", che si batte perché vengano ripresi i lavori di riqualificazione del manufatto sul Po appaltati dalla Provincia e interrotti mesi fa, ha scritto alla Toto spa, la ditta che si sta occupando della riqualificazione chiedendo un incontro. «Stiamo bussando a tutte le porte - spiegano dal comitato -. La Provincia ci aveva detto a fine maggio che tutto andava bene e che i lavori sarebbero ripresi a inizi giugno con la fine del lockdown, salvo scoprire di un contenzioso che invece blocca tutto. Abbiamo scritto al Prefetto, alla Regione e al Ministero. Ora anche alla ditta perché i cittadini devono sapere cosa sta succedendo e di chi sono le responsabilità di questo stallo».
SAN BENEDETTO PO - CHIESTO UN INCONTRO CON L'AZIENDA
Ponte: il Comitato scrive alla Toto
SAN BENEDETTO PO - Non si può certo dire che il comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto stia con le mani in mano: se da un lato l’aggregazione di cittadini sta lavorando alacremente per una richiesta di commissariamento - non sappiamo se rivolta alla Provincia nel suo complesso o se solo all’appalto del costruendo ponte - dall’altro il comitato ha scritto in questi giorni alla stessa Toto Costruzioni, con una missiva indirizzata all’amministratore delegato Alfonso Toto: «Ci rivolgiamo a voi - si legge nella lettera pervenuta all’azienda titolare dell’appalto - perché siamo preoccupati per l’andamento dei lavori relativi alla ristrutturazione/rifacimento del ponte in alveo e golena sul fiume Po. Per il territorio del Basso Mantovano capirete sicuramente quanto questa struttura sia fondamentale per la viabilità e il rilancio economico della zona. Con la presente siamo a chiedervi un incontro in quanto a oggi non c’è stata ancora l’occasione per un confronto, vorremmo capire quali siano per Voi gli impedimenti che portano ai ritardi dell’opera e all’attuale blocco dei lavori, e ci piacerebbe sentire anche il vostro punto di vista.
Fonte Mantovauno.it del 20 giugno 2020
S.Benedetto, il Comitato per il ponte scrive a Toto. Quasi ultimate le pratiche legali per il commissariamento
SAN BENEDETTO – Il Comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto scrive a Toto SpA, l’impresa alla quale è stato affidato il cantiere della nuova opera. “Abbiamo deciso di bussare anche alla porta di Toto – spiegano -, visto che da altre parti informazioni non ne riceviamo“. Inoltre il Comitato fa sapere che è in fase di ultimazione il dossier preparato, di concerto con i legali, per la richiesta di commissariamento del cantiere.
“Ci rivolgiamo a Voi – si legge nella missiva – perché siamo preoccupati per l’andamento dei lavori relativi alla ristrutturazione/rifacimento del ponte in alveo e golena sul fiume Po, per il territorio del Basso Mantovano questa struttura sicuramente capirete quanto sia fondamentale per la viabilità e il rilancio economico della zona. Con la presente siamo a chiedervi un incontro in quanto a oggi non c’è stata ancora l’occasione per un confronto, vorremmo capire quali siano per Voi gli impedimenti che portano ai ritardi dell’opera e all’attuale blocco dei lavori, ci piacerebbe sentire anche il Vostro punto di vista. Ringraziando anticipatamente per l’attenzione che vorrete dedicarci, porgiamo distinti saluti”.
Fonte Gazzetta di Mantova del 19 giugno 2020 Ponte San Benedetto Il ministro a Carra: «Mi chiamino gli enti competenti» «Premettendo che il Ministero delle Infrastrutture non ha alcuna competenza sul ponte di San Benedetto - dice l'ex onorevole Marco Carra - , alla luce delle grandi difficoltà che sono rispuntate e che lasciano presagire un destino assai incerto circa la realizzazione dell'opera mi sono fatto parte attiva per verificare se potesse esercitare una funzione di mediazione tra Toto e Provincia. La risposta è che se si vuole che il Ministero eserciti un ruolo di mediazione è indispensabile che le istituzioni che si stanno occupando dell'intervento lo richiedano formalmente. Mi riferisco alla Provincia, quale stazione appaltante, e alla Regione, quale soggetto che ha erogato la maggior parte delle risorse finanziarie»
Fonte Gazzetta di Mantova del 17 giugno 2020
Ponte, Fiasconaro: intervenga il ministro
SAN BENEDETTO PO - Il Comitato Vogliamo il ponte prosegue nella sua battaglia per la ripresa dei lavori a San Benedetto Po. E ha scritto a tutti i consiglieri regionali mantovani Alessandra Cappellari, Andrea Fiasconaro, Antonella Forattini, Barbara Mazzali, affinché portino avanti le proprie istanze in Regione. Risponde alla richiesta, Andrea Fiasconaro (m5s): «Sulla gestione della trattativa mi rimetto a chi è più addentro. Serve una maggiore nuova presenza della Regione e sul piano politico anche del ministro (visto l'interlocutore Toto e quello che avvenne con Toninelli). Sul resto mi attengo alle valutazioni tecniche che sta facendo la Regione da una settimana: mi rendo conto sia tutt'altro che semplice valutare tecnicamente e giuridicamente la fattibilità di tali ipotesi e credo che un nodo sostanziale sia garantire la certezza, con un cambiamento nell'appalto, dello sblocco definitivo della situazione».
Fonte Gazzetta di Mantova del 16 giugno 2020 Morselli replica alle accuse: «Si attacca solo la Provincia»
SAN BENEDETTO PO - Il comitato Vogliamo il ponte ha scritto ai consiglieri regionali mantovani e alla stessa Provincia auspicando lo sblocco dell'impasse che impedisce il proseguimento dei lavori al ponte di San Benedetto. Ha chiesto in particolare che l'appalto in gestione alla Provincia - in contenzioso con l'impresa di costruzioni Toto - passi alla Regione che ha investito trenta milioni per la struttura.Sul caso è intervenuta anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi che si è detta preoccupata del persistere dello stallo. Oggi la consigliera regionale in quota Lega, Alessandra Cappellari, incontrerà di nuovo la Terzi per sollecitare lo sblocco della questione «anche se non è un problema facile - spiega Cappellari - perché l'appalto è della Provincia, ci sono vincoli giuridici, dovrebbe essere lo stesso Palazzo Di Bagno a rinunciare alla gestione. La Regione comunque sta lavorando alle varie ipotesi».E anche il consigliere provinciale leghista Meneghelli sta preparando una mozione da presentare in consiglio per sollecitare la Provincia a cedere la gestione dell'appalto a Milano.Nel frattempo, sul caso interviene il presidente della Provincia Beniamino Morselli, replicando alle precedenti dichiarazioni di Alessandra Cappellari: «E' davvero sorprendente - attacca Morselli - che la stessa arrivi a dichiarare che, a proposito del ponte di San Benedetto, la Provincia di Mantova "...ha collezionato solo disastri....". La consigliera Cappellari dovrebbe essere perfettamente al corrente dei problemi relativi all'appalto dei lavori per il Ponte di San Benedetto Po, avendo partecipato a diversi incontri sull'argomento. Da parte sua non ho mai sentito una proposta risolutiva. Addirittura, mesi fa, sempre sullo stesso tema, Cappellari organizzò un incontro in Regione a Milano, proprio con l'assessore Claudia Terzi che in quell'occasione dichiarò formalmente, attraverso i suoi uffici, che nulla aveva intenzione di fare. Non solo: ricordò ai presenti, come in Italia, e anche in Lombardia, causa legislazione, inadempienze o difficoltà delle imprese, casi come quelli di San Benedetto Po sono piuttosto frequenti. Viste le difficoltà, non posso essere soddisfatto della situazione, e comprendo benissimo il rammarico di cittadini e imprese del territorio, che è anche il mio, ma sorprendentemente, rilevo un comune tentativo di screditare la Provincia di Mantova, e nessuno che richiami alle sue responsabilità l'impresa appaltatrice. Un caso o campagna elettorale permanente e preventiva?» chiede in chiusura il presidente della Provincia.
Fonte Voce di Mantova del 16 giugno 2020
Ponte: anche l’opposizione provinciale pronta a chiedere il passaggio alla Regione
SAN BENEDETTO PO - La questione ponte approderà anche in consiglio provinciale? Difficile dirlo in questo momento ma è chiaro che dopo le ultime esternazioni da Palazzo Lombardia in cui si lascia comunque aperta l’ipotesi di una gestione diversa dell’appalto, ora vari “rumors” affermano che i consiglieri di minoranza in provincia stiano lavorando a una sorta di mozione in cui chiedere alla Provincia di passare la gestione dell’appalto in capo alla Regione. La questione è infatti estremamente delicata dato che la Provincia, in quanto stazione appaltante, non può essere “rimossa” a meno che non decida lei stessa di passare questo ruolo; ma è anche delicata perchè - al di là delle scaramucce politiche - nessun vuole cercare uno scontro frontale che sarebbe ancora più deleterio per il cantiere e la buona realizzazione dell’opera in programma. Ecco perchè, per ora, non ci sono conferme che i consiglieri di centrodestra di Cambiare Insieme (Andrea Gorgati, Alessandro Sarasini, Francesco Aporti, Matteo Guardini e il capogruppo Stefano Meneghelli) e di La Provincia dei Comuni (Renata Riva) stiano predisponendo un’azione comune anche se i confronti ci sono stati e soprattutto sarebbe emersa la necessità di non crcare uno scontro diretto bensì arrivare a un documento che possa essere condiviso dal consiglio provinciale nel suo complesso. Una situazione che resta complessa e difficilissima anche perchè l’inatteso stop ai lavori ha inasprito una situazione già di per sè abbastanza accidentata; al punto da fare intervenire l’assessore regionale Claudia Maria Terzi che, fino a quel momento, era stata abbastanza abbottonata. Tra le soluzioni che sono state avanzate da chi chiede un decisivo cambio di passo nel quartiere non è stata contemplata l’idea di una sostituzione della Toto nella realizzazione del manufatto, forse anche in considerazione che il ponte in alveo sarebbe a buon punto.
Nicola Antonietti
Fonte Mantovauno.it del 15 giugno 2020
Ponte di S.Benedetto Po, il Comitato scrive ai Consiglieri regionali: “vi chiediamo fatti concreti”
SAN BENEDETTO PO – Il Comitato “Vogliamo il ponte” scrive ai Consiglieri regionali mantovani affinchè intevengano con atti concreti per sbloccare la situazione di stallo del nuovo ponte di San Benedetto Po. Come già evidenziato nel recente incontro tenutosi con i Comuni e i rappresentanti delle categorie economiche, il Comitato torna a puntare il dito accusatore contro la Provincia di Mantova ma mette sul banco degli imputati anche la Regione rea di “aver finanziato l’opera con 30 milioni di Euro ma non aver “sorvegliato” dando l’impressione di disinteresse”. Ecco il testo della lettera inviata ai Consiglieri regionali Alessandra Cappellari (Lega), Antonella Forattini (Pd), Andrea Fiasconaro (M5S) e Barbara Mazzali (FDI):
Gentilissimi, ci rivolgiamo a Voi perché siamo preoccupati per l’attuale situazione di stallo dell’appalto per il rifacimento del Ponte, la Provincia di Mantova, purtroppo, sta dando quotidiana prova di incapacità a gestire l’opera con la conseguenza che la ditta esecutrice dei lavori è libera di fare il “bello e cattivo tempo”. E’ incomprensibile come, davanti a una evidente mal gestione, non sia possibile intervenire cambiando la regia, tra i cittadini si sta diffondendo la sensazione che chi governa non riesca a controllare, ancora peggio se dovesse intervenire la Magistratura per derimere pratiche ammnistrative che un Ente non sa portare a termine. Il Ponte serve al territorio, è un’infrastruttura primaria e non vorremmo diventi un’arma politica, perché nell’attuale stato di cose la brutta figura è di tutti, tutti hanno colpe, anche la Regione, che pur avendo finanziato l’opera con 30 milioni di Euro non ha “sorvegliato” dando l’impressione di disinteresse.
Il territorio, le imprese e i cittadini non possono più attendere, i danni economici sono ormai noti ed è risaputo che senza il Ponte è difficile vedere un rilancio della zona, nelle persone sta crescendo sempre più il malcontento e la sensazione di abbandono. Per queste ragioni siamo a chiedervi, in qualità di rappresentanti del territorio mantovano, fatti concreti, le parole ormai non bastano, che portino a sbloccare il contratto in alveo e a definire i lavori per il tratto in golena riprendendo in considerazione la realizzazione del bypass (se questo intoppo si fosse verificato col ponte chiuso la zona sarebbe isolata a “tempo indeterminato”). Non c’è più tempo, questa vicenda dura da oltre 30 anni, il Ponte presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e per quanto sia monitorato, temiamo che la mancanza di manutenzione sospesa per la realizzazione della nuova struttura o un qualsiasi nuovo evento lo possa danneggiare irrimediabilmente.
Certi che vorrete accogliere la nostra richiesta, porgiamo distinti saluti.
Ponte, parla la Regione: «Appalto della Provincia ma si valuta ogni ipotesi»
L'assessore Terzi preoccupata dallo stallo dei lavori
«Non vogliamo vadano persi i 30 milioni che abbiamo dato»
In campo anche i 5 Stelle
San Benedetto Po - Non è sicuramente il via libera al commissariamento dell'appalto, come ha chiesto il comitato Vogliamo il ponte di fronte all'impasse che da mesi sta bloccando il cantiere di riqualificazione del ponte sul Po a causa del contenzioso fra l'appaltatore Provincia e l'esecutore Toto Costruzioni. Ma la Regione si mostra per la prima volta ufficialmente preoccupata della situazione e del destino dei 30 milioni con i quali ha finanziato l'opera annunciando di essere aperta a valutare «ogni ipotesi» per sbloccare la situazione. A dirlo l'assessore lombardo alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi.«Lo stallo è preoccupante, c'è un territorio in sofferenza che attende delle risposte - attacca l'assessore -. La Regione ha finanziato l'opera con 30 milioni, ritenendola appunto assolutamente strategica. Stiamo monitorando la situazione da tempo anche attraverso il consigliere Alessandra Cappellari. La competenza, però, è della Provincia. Siamo a disposizione per valutare ogni ipotesi che possa contribuire a risolvere questa problematica particolarmente complessa. Anche perché non vorremmo che le somme messe a disposizione della Provincia per questa infrastruttura vadano perse. Bisogna uscire da un'impasse che sta determinando conseguenze gravi per la vita e l'economia della zona». Da parte sua la Cappellari, mantovana, ha annunciato l'intenzione di intenzione lanciare «una raccolta firme di tutti i cittadini dei Comuni interessati, per chiedere che la realizzazione le ponte venga data in consegna a Palazzo Lombardia e che la Provincia che ha collezionato solo disastri si faccia da parte. Solo così potremo finalmente mettere la parola fine ad una situazione surreale che si sta trascinando da troppo», conclude la Cappellari che ha fatto accesso agli atti in Provincia.Sul caso interviene anche il Movimento 5Stelle: «Ogni volta che si intravede la luce in fondo al tunnel, ecco che si ripiomba nel buio totale - dicono l'onorevole Alberto Zolezzi e il capogruppo regionale Andrea Fiasconaro - . Sicuramente, in questo momento, un intervento risoluto da parte del ministro delle Infrastrutture, De Micheli, sarebbe auspicabile, visti la strategicità dell'opera ai fini della coesione e il ruolo nella gestione di infrastrutture pubbliche di rilievo nazionale dell'impresa coinvolta. Da parte nostra, ci attiveremo per spingere sia in Regione sia al ministero delle Infrastrutture, sollecitando un intervento risolutivo. Il commissariamento è una strada che cercheremo di approfondire come ulteriore supporto ai cittadini, anche se non possiamo non rammentare la nostra segnalazione all'Anticorruzione dopo la gara di appalto».
Gli organizzatori si rivolgono a sindaci e categorie: «Unitevi al nostro appello. Togliamo i lavori alla Provincia per terminare l'opera»
Il comitato Vogliamo il ponte: «Il cantiere al commissario»
SAN BENEDETTO PO Il Comitato "Vogliamo il ponte", dopo l'incontro che si è tenuto l'altra sera nel chiostro dei Secolari con sindaci e associazioni di categoria, ha elaborato una proposta per uscire dall'impasse che blocca la realizzazione dei lavori di rifacimento del ponte. La strada individuata: commissariare il cantiere, quindi sottrarlo alla Provincia, ente gestore, e assegnarlo alla Regione, che ha pagato l'opera coi fondi del sisma 2012. Il comitato propone che la Regione nomini commissario il soggetto attuatore regionale, Roberto Cerretti.«Il confronto - scrivono i responsabili del comitato al termine dell'incontro al Polirone nel verbale con le richieste, inviato a sindaci della provincia e associazioni produttive - è stato proposto dal Comitato a seguito delle ultime notizie apprese dalla stampa sui lavori per il rifacimento del ponte per studiare azioni comuni e coordinate nei confronti della Provincia di Mantova e Toto Costruzioni allo scopo di sbloccare la situazione che si è venuta a creare che sta creando danni ingenti al territorio ormai noti a tutti. Il Comitato ritiene, alla luce delle ultime vicende, la Provincia di Mantova non più idonea alla gestione dell'appalto e propone di inviare una richiesta congiunta a Regione Lombardia e al Ministero delle Infrastrutture perché la supervisione dei lavori del ponte passi ad altro ente. La Regione Lombardia, avendo finanziato l'opera con 30 milioni di euro potrebbe essere l'ente idoneo ipotizzando d'intervenire tramite il Commissario Straordinario per il sisma (il rifacimento del ponte si è reso necessario proprio a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto)». «Potrebbe essere utile consultare anche un avvocato - va avanti il comitato - per valutare eventuali azioni legali visti i danni che territorio, imprese e cittadini stanno subendo. E' inoltre per noi fondamentale chiedere che venga rivalutata la fattibilità del bypass che permetterebbe la circolazione anche qualora si presentassero degli imprevisti durante i lavori in golena. Confidiamo nella vostra adesione, attendiamo un cortese riscontro entro e non oltre il 19 giugno. Poi procederemo anche autonomamente».Sul tema è intervenuta anche Alessandra Cappellari, consigliere regionale leghista: «Confartigianato Mantova è pronta ad intervenire con un'azione legale? Offro il mio sostegno al presidente Capelli, che ringrazio; c'è bisogno che dal territorio partano azioni forti. E raccolgo anche l'appello dei sindaci e del Comitato Vogliamo il ponte, che chiedono a gran voce l'intervento della Regione. Ricordo però che la competenza dell'opera, in fase di stallo da anni, è della Provincia. Per risolvere quest'annosa questione che penalizza i cittadini del Mantovano è necessario che la Provincia ceda la gestione dell'opera alla Regione. Questo è il nodo giuridico da superare. Da parte mia, ho incontrato l'assessore Terzi, che sta valutando le strade per la soluzione del problema».
13 giugno 2020 dalla Voce di Mantova Ponte, il Comitato conferma: chiediamo che sia la Regione a controllare i lavori
SAN BENEDETTO PO - Appalto non più in gestione alla Provincia di Mantova e richiesta inviata congiuntamente a Regione e Ministro delle Infrastrutture per affidare la supervisione dei lavori per il nuovo ponte di San Benedetto ad altro ente: all’indomani dell’incontro con i sindaci del territorio e con le associazioni di categoria il Comitato “Vogliamo il Ponte” conferma le sue posizioni e avanza anche la proposta che «Regione Lombardia, avendo finanziato l’opera con 30 milioni di euro, potrebbe essere l’ente idoneo a prendersi in carico la supervisione dei lavori, ipotizzando d’intervenire tramite il Commissario Straordinario per il sisma. (Il rifacimento del ponte si è reso necessario proprio a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto) Potrebbe essere utile consultare anche un avvocato per valutare eventuali azioni legali visti i danni che territorio, imprese e cittadini stanno subendo. Riteniamo infine fondamentale - concludono gli esponenti del Comitato - chiedere che venga rivalutata la fattibilità del bypass che permetterebbe la circolazione anche qualora si presentassero degli imprevisti durante i lavori in golena». Già giovedì la stessa Confartigianato Mantova aveva avanzato l’ipotesi di una azione legale per tutelare i propri associati.
Fonte Gazzetta di Mantova del 12 giugno 2020
I sindaci: sbloccare i cantieri. E le imprese valutano una battaglia legale. Confartigianato: azione di risarcimento collettiva
«Sul ponte intervengano Stato e Regione»
San Benedetto Po - L'appello lanciato dal Comitato Vogliamo il ponte e dal sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna non è caduto nel vuoto. Il territorio ha raccolto il pressante invito, scaturito dalla n uova impasse dei lavori di riqualificazione del ponte, fermi da mesi e con un contenzioso fra l'appaltatore Provincia e l'esecutore, Toto costruzioni, pendente come una spada di Damocle sul futuro del cantiere.Una trentina i partecipanti della serata che si è tenuta all'aperto nella eccezionale cornice del chiostro dei Secolari dell'abbazia benedettina, nel rispetto delle norme di distanziamento, ed è servito per rinsaldare fra cittadini, associazione, imprese e istituzioni, la convinzione che è il momento di fare squadra tutti uniti.«Non possiamo continuare a perdere imprese, cittadini, opportunità - hanno spiegato i membri del Comitato introducendo la serata - L'economia locale già messa a dura prova dal terremoto, dalla crisi economica e ora dall'emergenza sanitaria deve scontrarsi quotidianamente con le attuali limitazioni al traffico, questo ha comportato la "fuga" di molte aziende o peggio la chiusura. L'incertezza sul futuro del ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che rivolgono il loro interesse altrove. Il territorio si sta svuotando di attività e di persone, perché negli ultimi anni si è potuto osservare un lento e costante aumento dell'emigrazione verso altri Comuni». Per il Comitato va valutata la nomina di un commissario ad acta, che prenda in mano la situazione ingarbugliata e faccia procedere il cantiere. Netta la posizione di Confartigianato imprese Mantova che con il presidente Lorenzo Capellli sta studiando un mandato ai legali dell'associazione in modo da insinuarsi nel contenzioso Provincia-Toto per capire cosa non sta funzionando e sta provocando il blocco dei lavori «e, se del caso, di svolgere domanda risarcitoria nei confronti di chi risulterà essere inadempiente. Stiamo anche valutando un'azione legale collettiva, per gli artigiani che hanno subito e che stanno subendo danni dal protrarsi dei tempi di chiusura del ponte».Duro il sindaco sambenedettino per il quale questo protrarsi dei ritardi è scandaloso. «È un'opera attesa da trent'anni, i soldi ci sono. I lavori devono andare avanti. Siamo tutti d'accordo che serva un ente superiore, la Regione o il ministero delle Infrastrutture per far cessare i litigi. I cittadini si aspettano atti concreti». Un concetto ribadito anche dal Presidente dell'Oltrepò, Alberto Borsari: «Il ponte è fra le opere più importanti del Mantovano. Regione e ministero non possono accettare che si fermi tutto. Sarebbe una sconfitta per la politica».
Ponte di San Benedetto: spunta l’idea di commissariare il cantiere
SAN BENEDETTO PO – E’ durato un paio d’ore l’incontro di questa sera nel Chiostro dei Secolari di San Benedetto Po per fare il punto sulla situazione del nuovo ponte di San Benedetto: ospiti del sindaco sambenedettino Roberto Lasagna, il primo cittadino di Bagnolo Roberto Penna, quello di Borgo Mantovano Alberto Borsari (e presidente di Consorzio Oltrepò), di Pegognaga Matteo Zilocchi, di Magnacavallo Arnaldo Marchetti, di Quistello Luca Malavasi, di Sustinente Michele Bertolini e, in rappresentanza dei comuni di San Giacomo delle Segnate e Gonzaga rispettivamente il vicesindaco Codifava e la consigliera Antonella Bernardelli. Assieme a loro, il Comitato “Vogliamo il ponte”, categorie economiche e sindacati: erano presenti Lorenzo Capelli presidente di Confartigianato Imprese Mantova, Dino Barbi per Confcommercio e i rappresentanti di CNA. “Tutti i presenti hanno concordato – ha detto il sindaco Lasagna – su un punto: visto chenon abbiamo risposte convincentiné dalla ditta appaltatrice, né dalla Provincia, appaltante del ponte, occorrechiedere l’aiuto della politica sovraordinata, come il governo o il ministero. Anche se ad oggi non avrebbero le competenze per farlo. Servirebbe la loro capacità di mediazione, per provare a raddrizzare questa situazione. Stiamo parlando di soldi pubblici: di colpe ce ne sono state tante e non ci interessa accusare nessuno:a noi interessa avere l’infrastruttura. Chiederemo un confronto con la Regione e il ministero perché provino a convocare un tavolo alla presenza della ditta. E non scartiamo nemmenol’ipotesi di un commissiariamento dell’opera. Ne valuteremo la fattibilità”. “Siamopronti ad un’azione legale– dice Lorenzo Capellidi Confartigianato Imprese Mantova – in primis per chiarire questa vicenda sempre più intricata e che si sta prolungando con disagio e danni per tutti. In subordine siamopronti ad una class action,raccogliendo adesioni tra le aziende”. L’azione legale trova il plauso delcomitato “Vogliamo il ponte”che fa sapere: “Appoggiamo l’idea di Confartigianato, questa iniziativa ha il nostro sostegno perché la situazione è inaccettabile”.
Ponte di S. Benedetto Po: Confartigianato pronta all’azione legale
SAN BENEDETTO PO – “Di fronte a una situazione che si protrae ormai da troppi anni, divenuta quasi grottesca, non escludiamo, solo se sarà strettamente necessario, di intraprendere anche la via legale”.
A parlare è il presidente di Confartigianato Mantova Lorenzo Capelli che aggiunge: “Confartigianato Imprese Mantova, quale organizzazione sindacale di categoria e a tutela dei propri iscritti, ha conferito mandato ai propri legali di valutare la possibilità di intervenire nel procedimento giudiziario in corso tra l’appaltatore e la Provincia di Mantova, al fine di comprendere le ragioni dell’una e dell’altra posizione, di renderle note alle imprese nostre associate (affinché le informazioni non restino come al solito limitate ad una alcuna stanze e non possano essere nascoste all’opinione pubblica) e, se del caso, di svolgere domanda risarcitoria nei confronti di chi risulterà essere inadempiente”.“A noi non interessa colpevolizzare l’una o l’altra parte – continua Capelli – non è questo il punto, ma avere notizie e informazioni ufficiali, far luce sulle responsabilità e chiederne ragione. Confartigianato sta valutando inoltre di farsi promotore di un’azione legale collettiva, per gli artigiani che hanno subito e che stanno subendo danni dal protrarsi dei tempi di chiusura del ponte. A tal fine, per chi volesse farne richiesta, saranno programmati incontri al fine di verificare l’effettiva problematica del singolo associato e la possibilità di convertirla in richiesta risarcitoria. In sintesi – conclude il presidente” sulla questione del ponte di San Benedetto Confartigianato intende essere a fianco delle PMI in modo attivo e costruttivo, non limitandosi a meri proclami politici che non portano soluzioni concrete”.
Il presidente Capelli: “Solo se strettamente necessario, ma non lo escludiamo: situazione grottesca”
SAN BENEDETTO PO - Confartigianato Mantova è pronta anche a un’azione legale a tutela dei propri associati danneggiati dai ripetuti stalli al cantiere del nuovo ponte di San Benedetto: una soluzione che viene vista come “extrema ratio” - ha precisato il presidente Lorenzo Capelli - ma che, tuttavia, è ben lungi dall’essere solo un’ipotesi visto che, ha aggiunto lo stesso Capelli, «ci troviamo di fronte a una situazione che va avanti ormai da anni e che ha assunto coloriture quasi grottesche. Ripeto: non vorremmo ricorrere anche alla via legale ma, qualora fosse strettamente necessario siamo pronti ad andare anche in questa direzione». Ennesimo capitolo dunque della storia, senza pace, del ponte di San Benedetto: il cantiere inaugurato nel maggio 2017 - sotto una fitta pioggia, interpretata da qualcuno come di cattivo auspicio ma ovviamente lasciamo stare queste superstizioni - dopo essere partito con i migliori auspici è andato incontro a una situazione che, lungi dallo sbloccarsi, si è sempre più incancrenita. Così, tra un’irritazione della Provincia e l’altra di fronte all’atteggiamento della Toto e la minaccia di una causa da parte dell’azienda, il cantiere è di nuovo fermo con somma preoccupazione dei settore produttivi: «Dobbiamo tutelare i nostri iscritti - ci ha detto Capelli - per questo, come organizzazione sindacale, abbiamo dato mandato ai nostri legali di valutare la possibilità di intervenire nel procedimento giudiziario in corso tra Toto e Provincia di Mantova: vogliamo capire le posizioni entrambe le parti, renderle note ai nostri associati, non vederle limitate o nascoste all’opinione pubblica e comprendere se presentare domanda risarcitoria nei confronti di chi risulterà essere inadempiente. Non diamo colpe a nessuno - conclude il numero uno di Confartigianato Mantova - Vogliamo informazioni precise e stiamo valutando di farci promotori di un’azione legale collettiva, per gli artigiani che hanno subito e che stanno subendo danni dal protrarsi dei tempi di chiusura del ponte».
Nicola Antonietti
Fonte Voce di Mantova del 11 giugno 2020
Sabotaggio? Manomesso il sistema di monitoraggio del vecchio ponte
Ignoti hanno alterato il meccanismo portando a rilevare spostamenti inesistenti del manufatto
La Provincia denuncia
SAN BENEDETTO PO - In una situazione già così pesantemente tormentata, mancava solo il sabotaggio: eppure questo è quello che la Provincia di Mantova ha rilevato nella giornata di sabato scorso quando i tecnici di Palazzo di Bagno hanno rilevato che quanto segnalato dai sensori era purtroppo vero, e cioè che qualcuno aveva manomesso e danneggiato il sistema di monitoraggio che la Provincia aveva installato sul ponte di San Benedetto nel 2018 per rilevare eventuali spostamenti. Un episodio davvero sconcertante - che segue di pochi mesi un fatto analogo - e che rende ancora più tormentata una vicenda, quella legata a questo manufatto, che sembra non conoscere la parola “fine”. Dando una brevissima notazione tecnica, il sistema di monitoraggio consta di tazze livellometriche collegate tramite tubazioni, contenenti uno speciale liquido (miscela di acqua e glicerina) e che consentono di rilevare anche il minimo spostamento della struttura già esistente, la cui apertura in sicurezza deve sempre essere garantita: nella giornata di sabato i sensori avevano registrato una serie di misure non regolari ma che, al contempo, non erano affatto giustificabili con lo stato della struttura, prontamente verificato e risultante nella più assoluta normalità. Cos’era dunque accaduto? Secondo quanto osservato dagli stessi tecnici che, a fronte di una situazione di normalità avevano ovviamente rivolto le loro attenzioni all’impianto di monitoraggio qualcuno aveva manomesso la tubazione del fluido interno al sistema, in corrispondenza del primo livellometro dell’impianto (sul lato di Bagnolo San Vito), che è stata estratta dalla propria sede, piegata e riposta
all’interno dell’avvolgimento isolante impiegato come protezione termica della linea. Il fatto è stato prontamente segnalato ai carabinieri e gli atti sono già arrivati alla Procura di Mantova; ora resta da capire chi e perchè abbia messo in atto un sabotaggio di questo genere, per di più in un momento particolarmente delicato dato che il cantiere per il nuovo ponte, a causa delle frizioni tra Provincia e Toto, è ancora fermo dopo la pausa forzosa imposta dal lockdown.
Nicola Antonietti
Nel frattempo il comitato chiama a raccolta il mondo produttivo del territorio
SAN BENEDETTO PO - Mentre quest’ultimo episodio rende ancora più tormentata la vicenda del ponte di San Benedetto Po, nel territorio c’è ancora fibrillazione per
la situazione di stallo in cui si trova il cantiere: situazione di stallo che ha ovviamente allarmato gli esponenti di “Vogliamo il ponte” che hanno lanciato l’idea di un documento unico del territorio in cui esprimere tutte le perplessità legate a una situazione che sta causando, inevitabilmente, un danno alla stessa struttura economica di San Benedetto e dei territori limitrofi. Nella giornata di ieri vi sarebbe infatti stato un intenso scambio di telefonate tra gli esponenti del Comitato, il sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna e i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo e non è escluso che nei prossimi giorni si arrivi anche alla stesura di un documento unico in cui si evidenzia il malessere del territorio per la situazione. Resta poi da interrogarsi su quanto durerà questo stallo dato che la “fumata nera” di martedì tra Provincia e Toto non avrebbe comunque azzerato i margini di una trattativa che potrebbe, a sorpresa, riprendere.
(nico)
Fonte Gazzetta di Mantova del 11 giugno 2020
Confcommercio: la Regione faccia da intermediario per sbloccare la situazione
E intanto parte la denuncia per i danni a un sensore sul manufatto: sabotaggio?
Impasse sui lavori del ponte:
le imprese chiamano Fontana
San benedetto Po - Continua a far discutere la situazione del ponte di San Benedetto Po, i cui lavori di riqualificazione sono fermi da mesi. E mentre i commercianti propongono una soluzione di mediazione, la Provincia scopre un danneggiamento volontario di un sensore di monitoraggio del manufatto, facendo partire una denuncia. L'ennesimo stop, la fumata nera dopo il vertice fra l'appaltatore, la Provincia, e l'esecutore, la Toto costruzioni, per la riqualificazione del ponte di San Benedetto Po, lascia senza parole e fortemente preoccupato il mondo imprenditoriale. Il faccia a faccia di martedì tra la Toto Costruzioni e l'amministrazione provinciale si è concluso, per l'ennesima volta, con un nulla di fatto. L'incontro avrebbe dovuto riappacificare i due protagonisti di una vicenda che sembra a tanti essere sfuggita di mano. Agli evidenti ritardi sul cronoprogramma la Provincia, dopo mesi di pazienza, ha reagito minacciando e poi emettendo sanzioni. La Toto ha replicato citando davanti al tribunale delle imprese di Brescia la Provincia per "inadempienza contrattuale".Un braccio di ferro irto di irrigidimenti e forse fraintendimenti al quale si è aggiunto sabato un episodio destinato a far discutere: il danneggiamento volontario di un sensore di monitoraggio dei movimenti del ponte, attivo dal 2018 sul lato Bagnolo, che è risultato tolto dalla sua sede e spostato. La Provincia ha sporto denuncia e gli atti sono sul tavolo della Procura. Una ragazzata o un ben più grave atto di sabotaggio? «Siamo tutti basiti. Imprenditori, cittadini, istituzioni - commenta con amarezza e rincrescimento Dino Barbi, presidente di Confcommercio a San Benedetto Po - un intero territorio e la sua economia, fatta di oltre 5mila imprese e 50mila cittadini, sono intrappolati in un tunnel senza via d'uscita. È necessario e urgente l'intervento di un terzo soggetto, di più alto livello istituzionale, che faccia da intermediario tra le parti e provveda a concordare con la stazione appaltante e Toto lo sblocco del cantiere e a seguire i lavori fino alla loro conclusione». La proposta del mondo del commercio si affianca a quella del comitato di cittadini "Vogliamo il ponte" che aveva suggerito l'invio di un "commissario ad acta", stante la presunta incapacità dell'appaltatore di far procedere i lavori. «La Regione - prosegue Barbi- è l'ente più indicato, e anche quello più direttamente interessato ad un epilogo positivo della vicenda, dato che ha finanziato l'opera con 30 milioni. Sono anni che assistiamo a cronoprogrammi e promesse puntualmente disattese, rallentamenti continui, e blocchi dei lavori del cantiere. Il nostro territorio, già provato dal sisma del 2012, dalla crisi economica, da un isolamento pluridecennale, e ora anche dall'emergenza Covid-19, a questo punto esige, al più presto e definitivamente, un'infrastruttura moderna e funzionale che possa servire degnamente tutto il territorio».Ma su cosa si è incagliata la trattativa? Pur nel riserbo dei protagonisti dettato dalla delicatezza e dall'importanza della posta in gioco, alcuni punti di scontro sono pubblicamente emersi. Il primo è la questione della caserma dei carabinieri di via Chiassi, che nel contratto firmato nel 2015 è messa come saldo finale dei lavori per un importo stimato di 3,8 milioni. Toto contesta che la Provincia sarebbe stata inadempiente, non procedendo a rinnovare il contratto con il ministero dell'Interno e rendendo quindi impossibile avviare trattative di compravendita. La Provincia replica che la Toto ha sottoscritto tutte le clausole del contratto e variarle ora potrebbe esporre l'ente ad una richiesta di danno erariale. A questo contenzioso economico si aggiunge quello sulla sistemazione del ponte golenale, un contratto aggiuntivo non ancora firmato. Non è un segreto che Toto puntasse ad una sistemazione sismica al 100% con chiusura totale al traffico più lunga, ma azzerata dalla costruzione di un bypass stradale mentre la Provincia ha optato per una sistemazione "ridotta". Nodi di uno stallo che sta prolungando i disagi della chiusura al traffico pesante, che dura dal 2012.
Ponte, altro buco nell’acqua ”È la nostra condanna a morte”
Senza esito l’incontro Provincia-Toto. A breve altro vertice
I sindaci: “Resta solo la speranza, ma ormai anche quella...”
SAN BENEDETTO PO - Cantiere, ancora fermo, nessun accordo. Tutto in stallo. Solo la promessa di rivedersi al più presto per sviscerare meglio la questione che, ormai da tempo immemore, sta attanagliando il ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo. L’incontro di ieri tra la Provincia e Toto non ha insomma sortito alcun effetto - almeno per ora - mentre il sindaco Roberto Lasagna rincara la dose: «Una nuova condanna a morte per tutto il nostro territorio». Insomma, chi sperava che le tensioni e il braccio di ferro tra Palazzo di Bagno e Toto Costruzioni potesse risolversi nel giro di un solo incontro, rimane a bocca asciutta. Perché l’incontro di ieri tra la Provincia, proprietaria del ponte e stazione appaltante, e Toto Costruzioni, la società che ha vinto l’appalto, si è concluso con un nulla di fatto. Non è escluso che al prossimo incontro - previsto a breve, anche se la data non sarebbe ancora stata fissata - si riesca a trovare una soluzione. Ma al momento per Palazzo di Bagno la strada appare tutta in salita, con l’ente che si trova, come recita l’adagio, tra l’incudine e il martello. Da una parte i sindaci di San Benedetto e Bagnolo insieme al comitato che chiedono a gran voce che i lavori possano riprendere una volta per tutte e finalmente venire portati a termine - e il comitato che addirittura chiede di commissariare i lavori. Dall’altra parte, invece, Toto che meno di un mese fa ha citato la Provincia in giudizio stoppando di fatto il cantiere del nuovo ponte. Stop che, tra l’altro, non si registra per la prima volta: ormai le interruzioni non si contano più. Ed ecco che, in questa situazione, ieri Provincia e Toto si sono incontrate per cercare di trovare un punto d’accordo. Obiettivo di Palazzo di Bagno è quello di far ripartire i lavori il prima possibile, considerati l’ormai enorme ritardo e lo spettro del cantiere fermo per fino al prossimo novembre, quando è atteso il pronunciamento dei giudici sulla citazione da parte di Toto costruzioni. Ma, almeno a conclusione dell’incontro di ieri pomeriggio, l’accordo non c’è e il cantiere rimane al palo. «Ormai la situazione è questa - tuona per l’ennesima volta il sindaco di San Benedetto Lasagna - e stiamo assistendo alla condanna a morte, non scritta, di tutto il nostro territorio. Noi aspettiamo pazientemente, con fiducia e sperando che le cose vadano per il meglio. Ma i lavori sono partiti a inizio maggio del 2017: sono passati ormai tre anni e qui proprio non se ne vede la fine. Servirebbe una presa di posizione seria e forte, in modo che i lavori possano effettivamente riprendere e finire ridando ossigeno a tutti».
Fonte Mantovauno.it del 10 giugno 2020
Sabotato il ponte di San Benedetto Po. Danneggiati i sensori che monitorano i possibili spostamenti. Già informata la Procura
SAN BENEDETTO PO – Un episodio inquietante, per i tanti risvolti che a questo si accompagnano. Sabato scorso, 6 giugno, qualcuno ha appositamente manomesso e danneggiato il sistema di monitoraggio che rileva i possibili spostamenti del ponte di San Benedetto Po.
Una strumentazione dunque importantissima, funzionante per mezzo di tazze livellometriche collegate tramite tubazioni, contenenti uno speciale liquido (miscela di acqua e glicerina) che la Provincia di Mantova fin dagli inizi del 2018 ha installato sulla vecchia struttura. Quanto accaduto è stato denunciato ai carabinieri di san Benedetto Po che hanno già trasmesso il tutto alla Procura della Repubblica. Facile intuire quanto sia importante il sistema di monitoraggio dal momento che i lavori per la realizzazione del nuovo ponte, coordinati dall’Area Lavori Pubblici e Trasporti di Palazzo di Bagno, si sviluppano in contemporanea alla tenuta in esercizio del manufatto esistente di cui non è stata disposta la chiusura.
Essendo il ponte rimasto aperto è fondamentale dunque, per ragioni di sicurezza, seguirne in tempo reale i possibili movimenti e le possibili deformazioni.
Il ponte in ogni caso è sempre risultato sicuro.
Ma cos’è accaduto a causa della manomissione del sistema di monitoraggio? Sabato scorso i sensori hanno cominciato a trasmettere delle misure “anomale” che non potevano corrispondere al vero, anche alla luce di un mancato riscontro oggettivo a seguito di un pronto sopralluogo effettuato dai tecnici della Provincia sul manufatto esistente.
Un’attenta ispezione sull’impianto ha permesso di comprendere che lo stesso era stato gravemente manomesso. Più nello specifico è stato possibile appurare che la tubazione del fluido interno al sistema, in corrispondenza del primo livellometro dell’impianto (lato Bagnolo), è stata estratta dalla propria sede, piegata e riposta all’interno dell’avvolgimento isolante impiegato come protezione termica della linea.
Un episodio grave dunque, e non stupisce infatti l’immediata trasmissione degli atti dei carabinieri in Procura, ma che lo diventa ancora di più se si pensa che mesi fa è avvenuto un analogo sabotaggio del sistema di monitoraggio.
Chi dunque può aver interesse a mettere fuori uso la strumentazione? E questo tra l’altro in un momento dove la tensione è tornata molto alta per via del nuovo stop ai lavori da parte di Toto.
Tra l’altro un danneggiamento simile ha ripercussioni economiche pesanti per l’intera collettività.
Sempre per quanto riguarda il ponte di San Benedetto Po, ieri intanto si è tenuto l’atteso incontro tra Provincia di Mantova e Toto per vedere se è possibile trovare un accordo e far ripartire il cantiere. Quello di ieri è stato definitivo un incontro interlocutorio ma pare sia servito almeno a riaprire il dialogo con l’azienda e la relativa trattative ferma da mesi. Sia a Palazzo di Bagno che in ambienti Toto si confida che i prossimi vertici possano servire a superare definitivamente lo stallo.
Fonte Gazzetta di Mantova del 9 giugno 2020
Da Palazzo di Bagno una risposta alle preoccupazioni di cittadini e istituzioni
«Commissariamento? Ipotesi impraticabile». Oggi l'incontro con la Toto
La Provincia replica sul ponte
«Stiamo facendo il possibile»
San Benedetto Po - Una lunga nota nella quale, punto per punto, la Provincia spiega la propria posizione in merito alle polemiche sul nuovo ponte di San Benedetto Po. Da Palazzo di Bagno ieri è arrivata una risposta netta alle preoccupazioni delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini per lo stato di avanzamento dei lavori sull'infrastruttura. «Come più volte ribadito - si legge - la Provincia non è inadempiente su nessun fronte riguardante i lavori affidati con regolare gara d'appalto e l'atto di citazione in giudizio pervenuto alla Provincia ha per oggetto l'immobile caserma dei carabinieri: la ditta appaltatrice ha accettato e sottoscritto tutte le condizioni economiche stabilite dai termini contrattuali del contratto principale d'appalto. Variare tali condizioni significa esporre l'ente a istanze di danno erariale». Secondo Palazzo di Bagno, poi, «l'inadeguatezza del Psc non trova alcuna giustificazione dal momento che il piano di sicurezza e coordinamento è stato correttamente aggiornato e integrato rispetto ai protocolli condivisi al fine di contenere la diffusione del contagio del contagio da Covid-19». Non solo. Per quanto riguarda la mancata definizione dei costi-oneri della sicurezza nel Psc, «ad oggi non è ancora stato definito a livello nazionale, con specifiche direttive in merito, a chi debba spettare il pagamento degli importi relativi all'attuazione delle misure di sicurezza per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19». Quindi, nulla a che vedere con i ritardi accumulati dall'impresa appaltatrice.«La Provincia - si legge ancora - è sempre stata disponibile a cercare un punto di mediazione possibile, ma le istanze della ditta appaltatrice fino ad ora emerse non sono compatibili con la possibilità di trovare un comune accordo che metta al riparo la stazione appaltante da ulteriori inadempienze e ritardi».Poi i chiarimenti sul tema delle chiusure: «Stante le verifiche effettuate sul manufatto, non esistono ragioni di prevedere chiusure al transito agli stessi mezzi che percorrono il ponte dal 2010, tranne che per il periodo già discusso per l'eventuale contratto integrativo di lavori di adeguamento del ponte golenale, e per il periodo di chiusura previsto dall'aggiudicazione del bando per il ponte in alveo». E ancora, per quanto riguarda i rapporti con il Pirellone, «la Regione aveva già chiarito con propria lettera che la gestione dell'appalto può essere solo in capo alla stazione appaltante, e che la stessa Regione ha sempre ricevuto puntuali risposte ad ogni richiesta di informazione».Palazzo di Bagno, infine, esclude un intervento del Ministero: «Le procedure e il ricorso ad un Commissario da parte del Ministero delle Infrastrutture, mutuando la realizzazione del nuovo Ponte Morandi a Genova, non sono prevedibili ad appalto regolarmente affidato e, stante le attuali condizioni, più di una moral suasion sull'impresa appaltatrice non si vede come il Ministero possa intervenire».Oggi è previsto il tanto atteso incontro tra la Provincia e l'impresa appaltatrice, la Toto-Vezzola (unite nella società PontePo).
Ponte, ultima settimana per un accordo Provincia-Toto?
Nonostante lo stallo tra le parti le possibilità ci sono. Il Comitato, nel frattempo, scrive al ministro
SAN BENEDETTO PO - Che settimana sarà quella in cui stiamo entrando per il Ponte di San Benedetto Po? Dal territorio l’auspicio fortissimo è che si arrivi a uno sblocco della situazione, in un senso o nell’altro: da quello più positivo di un accordo tra Provincia di Mantova e Toto che eviti il contenzioso aperto da quest’ultima a quello più complesso di una rottura tra le parti che potrebbe addirittura portare alla revoca dell’appalto. In ogni caso margini per arrivare a un accordo esistono e la volontà di entrambe le parti è quella di superare la fase di stallo e non entrare in un conflitto che nuocerebbe a entrambe ma anche alla conclusione stessa del progetto; non è tuttavia un mistero - anche se le bocche da Palazzo di Bagno sono sigillate - che la Provincia abbia reagito con molto fastidio all’atteggiamento di Toto e che siano state segnalate più e più volte le inadempienze che l’ente imputa all’azienda le quali, come del resto le cronache hanno riportato, si sono tradotte in notevoli frizioni. Spostandoci dalla querelle Provincia-Toto al territorio, nella giornata di ieri il Comitato ha comunicato di avere scritto anche - dopo la lettera al governatore lombardo Attilio Fontana - anche al ministro per le infrastrutture e trasporti Paola De Micheli.
(nico)
Fonte Gazzetta di Mantova del 7 giugno 2020
Toto in ritardo
Il comitato scrive anche al ministro
San Benedetto Po - Il comitato Vogliamo il ponte non si arrende e punta in alto. Dopo aver scritto a prefetto e Regione, chiedendo di intervenire per risolvere la tribolata questione del cantiere, ora si rivolge direttamente a Roma, al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli.«Vorremmo portare alla sua attenzione - scrive il comitato - la situazione in cui versa il ponte sul fiume Po tra i comuni di Bagnolo San Vito e di San Benedetto Po. È una vicenda che dura da oltre 30 anni, ora il manufatto presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e, per quanto sia monitorato, siamo preoccupati. Questo ponte è fondamentale per il Mantovano. Per la sua collocazione strategica rappresenta un punto di passaggio praticamente obbligato per l'intera zona sud est della provincia. A oggi questo nuovo ponte è lontano dall'essere ultimato, il contratto tra Provincia di Mantova e Toto (aggiudicataria dei lavori), dopo innumerevoli proroghe, è scaduto il 31/12/2019 ed è notizia recente che la Toto Costruzioni ha citato in giudizio la Provincia». Il Comitato mette poi in evidenza come «l'incertezza sul futuro del ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che spostano il loro interesse altrove. Nuove infrastrutture rischiano di diventare "cattedrali nel deserto" non potendo essere sfruttate a causa dalle viabilità ridotta del ponte. Non ultimi, i cittadini sono anch'essi provati economicamente e moralmente da questa continua situazione d'incertezza sul futuro. Il nuovo ponte è fondamentale per il rilancio socio-economico del Mantovano. È stato perso già troppo tempo, per questo chiediamo il suo intervento per sbloccare questa situazione. Crediamo che l'intervento di un commissario straordinario nell'appalto potrebbe snellire questa burocrazia che si trascina da decenni e che causa solo danni al territorio e ai cittadini».
Ponte S.Benedetto Po: il Comitato scrive alla ministra De Micheli
PONTE S.BENEDETTO – Non si ferma l’azione del Comitato “Vogliamo il Ponte”. Lo scorso sabato davanti ai giornalisti è stato fatto il punto dopo il lungo stop, dovuto alle normative della Regione e del Governo per contrastare la diffusione del Covid 19. E bene, il Comitato, ha deciso di scrivere alla ministra dei trasporti Paola De Micheli.
«Condivisibili i timori del comitato. Cittadini e territorio vanno tutelati»
Martedì vertice con l'assessore Terzi per concordare un incontro allargato
Ponte, il caso arriva in Regione
La Cappellari scrive a Fontana
San Benedetto Po - Le forti preoccupazioni del comitato "Vogliamo il ponte", delle amministrazioni locali, del mondo delle imprese sul prosieguo dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po non sono rimaste lettera morta. A fronte della richiesta di intervento, la Regione si è mossa. Il consigliere mantovano di maggioranza, Alessandra Cappellari, ha preso carta e penna ed ha scritto al governatore Attilio Fontana ed all'assessore alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi. «Ho informato della situazione che si sta vivendo - spiega la stessa consigliera leghista - aggiungendo di condividere personalmente le preoccupazioni in merito ai rapporti tesi fra la stazione appaltante Provincia e l'esecutore del cantiere, la Toto costruzioni, che rischiano di avere ricadute fortemente negative per il territorio, i cittadini, le imprese. E aggiungendo che la Regione ha in più interesse a tutelare questo cantiere, avendolo finanziato con 30 milioni». La Cappellari incontrerà martedì l'assessore Terzi. Dal vertice dovrebbe uscire la proposta concreta di un tavolo con istituzioni e parti economiche del territorio per fare il punto sulla situazione, che vede da un lato il cantiere di ristrutturazione appaltato 5 anni fa, e già fortemente in ritardo, desolatamente fermo a fronte della ripresa di tutte le altre opere pubbliche gestite dalla Provincia, e dall'altro il contenzioso fra Toto e amministrazione provinciale giunto al punto di svolta. Il colosso delle costruzioni, a fronte di continui richiami e sanzioni, ha tirato fuori dal cassetto atti considerati come inadempienze contrattuali da parte di Palazzo di Bagno. In particolare il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi a Mantova (3,8 milioni), immobile che la Provincia intende consegnare alla Toto a fine lavori come forma di saldo e la ripartenza post Covid. In entrambe i casi per la Toto vi sarebbe stata violazione del contratto. L'azienda ha chiesto in sostanza di trovare un'intesa e ripartire con i lavori prima che sia invece un giudice a dover dirimere il contenzioso.
Gentile direttore,da cittadino italiano e mantovano noto spesso nelle nostre istituzioni un totale disinteresse per la vita della gente di questo paese. Riferendomi al ponte di San Benedetto e a tutte quelle infrastrutture pericolanti presenti sul nostro territorio, mi chiedo se i nostri dirigenti pubblici non aspettino il morto (o i morti) per intervenire sul serio e metterci una pezza che tanto piace ai nostri politici. Meglio prevenire che curare si dice da altre parti! Mi rendo conto che sia un'affermazione forte, ma il ping pong che si gioca su questo ponte da decine di anni ormai è un insulto ai cittadini e lavoratori di tutta la zona quotidianamente vessati dalla spudoratezza di questi amministratori incompetenti. Quando attraverso il nostro ponte mi chiedo con grande dolore se la lezione di Genova sia stata imparata dai nostri dirigenti, altrimenti proporrei, ministro Azzolina permettendo, di fargli fare gli esami di riparazione. Perché vede, direttore, sulla vita della gente non si scherza e consiglierei ai responsabili pubblici dei lavori di risolvere celermente i vari contenziosi che sono avulsi alla nostra comunità: i nostri compaesani, la nostra gente, non schede elettorali. O peggio, vittime sacrificali. Federico Zangrossi
Gentile lettore,ha tutta la mia comprensione. La storia del ponte sul Po è diventata una via crucis.
(p.b.)
Fonte Voce di Mantova del 5 giugno 2020
PERMANE LO STALLO PROVINCIA - TOTO
Nuovo ponte di S. Benedetto,il comitato scrive alla Regione
“Le aziende scappano, troppe le limitazioni per la difficile viabilità”
SAN BENEDETTO PO - Come prevedibile, dopo le esternazioni di sabato scorso, il Comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto ha scritto alla Regione: in una missiva inviata al Governatore Attilio Fontana (e, tra gli altri, agli assessori Claudia Terzi e Fabio Rolfi) chiedendo con urgenza un incontro al quale auspicano la partecipazione di tutti i sindaci della zona e dei presidenti o rappresentanti delle associazioni di categoria presenti sul territorio: «Vorremmo - si legge nella lettera - che emergessero i problemi riscontrati dai settori produttivi, e riteniamo assolutamente prioritario decidere una linea comune per risolvere il problema e far ripartire immediatamente i lavori; crediamo fortemente che non si possa aspettare oltre visto il danno economico subito dal territorio e data la situazione strutturale del vecchio manufatto». Tra i problemi evidenziati dal comitato anche le ripercussioni sull’economia locale: «Questa - spiegano - già messa a dura prova dal terremoto, dalla crisi economica e ora dall’emergenza sanitaria Covid19 deve scontrarsi quotidianamente con le attuali limitazioni al traffico, questo ha comportato la “fuga” di molte aziende o peggio la chiusura di alcune di esse. L’incertezza sul futuro del Ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che il loro interesse altrove. Il territorio si sta svuotando di attività e di persone, perché negli ultimi si è potuto osservare anche un lento e costante aumento dell’emigrazione verso altri Comuni. Nel frattempo la situazione di stallo tra la Toto e la Provincia, e il conseguente malumore di quest’ultima, prosegue; sperando che la prossima settimana qualcosa si sblocchi. In un senso o nell’altro.
Nicola Antonietti
4 giugno 2020 fonte Mantovauno.it
Ritardo lavori sul ponte di San Benedetto. Il Comitato chiede incontro urgente alla Regione
SAN BENEDETTO PO – I lavori del ponte sul Po devono ripartire immediatamente: è questa richiesta che ha spinto il Comitato “Vogliamo il Ponte” a chiedere un nuovo incontro alla Regione Lombardia.
In una lettera indirizzata al Presidente Attilio Fontana, ma anche all’assessore Claudia Terzi
e alla consigliere regionale Cappellari Alessandra e all’assessore Fabio Rolfi, il Comitato chiede un incontroper discutere dei problemi riscontrati dai settori produttivi, in quanto – si legge nella lettera – “riteniamo assolutamente prioritario decidere una linea comune per risolvere il problema e far ripartire immediatamente i lavori, crediamo fortemente che non si possa aspettare oltre visto il danno economico subito dal territorio e data la situazione strutturale del vecchio manufatto”.
La richiesta è partita dagli ultimi avvenimenti riguardo ai rapporti tra Provincia di Mantova e Toto Costruzioni. All’incontro si chiede la partecipazione di tutti i sindaci della zona e dei presidenti o rappresentanti delle associazioni di categoria presenti sul territorio (Artigiani, Commercianti ,Agricoltura, Industria, ecc..).
“Il Ponte – prosegue la lettera – presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e per quanto sia monitorato, siamo preoccupati perché temiamo che la mancanza di manutenzione sospesa per la realizzazione della nuova struttura o un qualsiasi nuovo evento lo possa danneggiare irrimediabilmente comportando l’inevitabile chiusura ed isolamento totale del territorio del basso mantovano”.
Già lo scorso novembre si era resa necessaria la chiusura temporanea del tratto, i mezzi si sono riversati sulle altre arterie stradali causando numerosi incidenti, code e disagi in tutta la Provincia di Mantova. La chiusura inoltre comporta l’inevitabile isolamento anche per i mezzi di soccorso provenienti da Mantova.
Per l’economia locale è già in forte difficoltà e alla crisi economica, terremoto, e ora il covid 19 si aggiungono le attuali limitazioni al traffico,che portano alla fuga di molte aziende, alle chiusure senza prospettive di investimenti futuri.
“Nuove infrastrutture – prosegue la lettera – rischiano di diventare “cattedrali nel deserto” non potendo essere sfruttate a causa dalle viabilità ridotta del ponte, un esempio su tutte il Porto Fluviale di San Benedetto Po che giace ormai abbandonato da decenni.
Il nuovo Ponte è fondamentale per il rilancio socio-economico del Mantovano per la sua collocazione strategica rappresenta un punto di passaggio praticamente obbligato per l’intera zona sud est della Provincia perchè collegamento con le province confinanti di Modena e Ferrara, è stato perso già troppo tempo, riteniamo sia arrivato il momento di lavorare uniti per il bene del territorio, dei suoi cittadini e delle attività economiche”.
Toto e Provincia distanti, a breve accordo o rottura totale
Potrebbe voler dire che l’azienda è intenzionata a proseguire nell’azione legale ma anche che Palazzo di Bagno potrebbe pensare alla recessione del contratto di appalto
SAN BENEDETTO PO - Sono (ancora) giorni di passione per il ponte di San Benedetto: la questione è ben lontana, per ora, dal ricomporsi e tra i soggetti coinvolti vi è il massimo riserbo sulle mosse future. Se, da un lato, il territorio è in fibrillazione - e la protesta del Comitato “Vogliamo il Ponte”, ma i prima di quel momento così dura e polemica, è un termometro preciso del malessere che si respira a San Benedetto e dintorni - dall’altro lato, ma andiamo per supposizioni, anche la Provincia non risulterebbe affatto soddisfatta (eufemismo) dell’atteggiamento della Toto che, come ormai noto, ha deciso di presentare un’azione legale contro Palazzo di Bagno. Dall’amministrazione provinciale bocche cucitissime, segno che l’ipotesi di un incontro, a breve - tra sette giorni, o comunque nel corso della prossima settimana - potrebbe avere un fondamento; ma il riserbo potrebbe anche stare a significare che margini per procrastinare non ve ne sarebbero e quindi o si trova un accordo o con Toto si va verso la rottura. Che potrebbe significare certamente una Toto ben intenzionata a proseguire nell’azione legale ma anche una Provincia che potrebbe pensare, per la prima volta, anche a un recesso del contratto di appalto. Sono ovviamente ipotesi perchè solo un incontro ufficiale tra Toto e Provincia e una comunicazione successiva potrebbe diradare la nebbia che si è venuta a creare sulla tormentata storia di questo appalto: sono del resto mesi che la Provincia è in pressing sulla Toto per i più svariati motivi ma, come un “cliffhanger” di una serie televisiva, ogni volta che una difficoltà veniva messa alle spalle - una su tutti la mancanza di liquidità della ditta che comportò anche un intervento diretto del Ministero - subito se ne presentava un’altra apparentemente ancora più insormontabile; i malumori di Palazzo di Bagno ne sarebbero dunque la logica conseguenza. (nico)
TeleMantova puntata del 03 giugno 2020
TG3 RAI Lombardia Servizio di Stefano Lorelli 2 giugno 2020
Fonte Voce di Mantova del 2 giugno 2020
Ponte: incertezza nel territorio e silenzio dai soggetti coinvolti
Settimana decisiva per capire se il braccio di ferro tra Toto e Provincia andrà ancora avanti, ma resta alta la preoccupazione
LA TELENOVELA DI SAN BENEDETTO
SAN BENEDETTO PO - Mentre il territorio si interroga sull’ennesima puntata di una telenovela dal copione peggiore possibile, la settimana entrante potrebbe essere decisiva per il futuro del cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto. Tuttavia se c’è un elemento che caratterizza tale situazione quello è sicuramente il silenzio; silenzio di cui si sono lamentati molto i rappresentanti territoriali più vicini ai cittadini come i sindaci e che è stato stigmatizzato a più riprese dal Comitato “Vogliamo il Ponte” che sabato scorso ha lanciato un duro “j’accuse” nei confronti di Toto, Provincia e anche Regione Lombardia. Tutto resta dunque appeso alla possibilità che tra Palazzo di Bagno e Toto possa aprirsi uno spiraglio di trattativa dopo la decisione di quest’ultima di portare in tribunale l’ente provinciale; ma anche se l’ottimismo è stato palesato da ambienti vicini alla Provincia, nei territori c’è invece fortissima preoccupazione che questa situazione di stallo rimanga tale anche per molte altre settimane. Come del resto aveva ricordato domenica il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna, «come si può avere ottimismo alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi?». Il malcontento sta montando sempre di più non solo a San Benedetto ma anche nei paesi limitrofi tanto che pure a Bagnolo San Vito si sta valutando se creare un comitato sulla falsariga di quello attivo nella cittadina polironiana. Si attende, ma se questa settimana dovesse passare senza risposte il rischio dello stallo è concreto.
TeleMantova 30 maggio 2020
Fonte Mantovauno.it del 30 maggio 2020
Spiraglio per il ponte di S.Benedetto: a giorni un incontro tra Provincia e Toto per un possibile accordo
SAN BENEDETTO PO – Oggi la denuncia del Comitato “Vogliamo il ponte” di San Benedetto Po per il silenzio che attornia l’ennesimo stop dei lavori per la realizzazione del nuovo manufatto. I rappresentanti del Comitato lamentano di aver saputo solo dai giornali che la Toto ha messo in cassa integrazione i propri operai e nel frattempo ha citato in tribunale la Provincia su presunte mancanze, e chiedono a Palazzo di Bagno come alla Regione di avere dei ragguagli su quanto sta accadendo.
Annunciano anche la costituzione di un tavolo tecnico con i Comuni di San Benedetto Po e di Bagnolo.
Ma intanto proprio tra il personale della stessa Toto ha iniziato a rimbalzare la notizia, data praticamente per certa, su un incontro in programma tra l’azienda e l’Amministrazione provinciale fissato già per i prossimi giorni. E, insieme a questa, arrivano le voci anche di un possibile accordo tra Toto e Palazzo di Bagno che potrebbe essere chiuso a breve.
Dunque Toto, dopo gli atti legali, mette in agenda un confronto con la Provincia che potrebbe avere risvolti importanti per sbloccare i lavori.
Certo i tempi di ripresa del cantiere sarebbero in ogni caso lunghi: Toto ha messo in cassa integrazione gli operai fino al 31 luglio, poi ad agosto l’azienda farà quasi certamente ferie, quindi la ripartenza dei lavori potrebbe avvenire indicativamente non prima di settembre.
“Vogliamo il ponte”: dito puntato contro Toto, Provincia e Regione
Segnalata ieri anche un’inclinazione a sinistra del ponte
SAN BENEDETTO PO - A quanto pare la pazienza è completamente finita: e del resto era prevedibile che dopo le ultime notizie sul ponte di San Benedetto Po, con la Toto intenzionata a portare in tribunale la Provincia di Mantova, si scatenasse la reazione del territorio. Ieri i rappresentanti del comitato “Vogliamo il Ponte” si sono ritrovati nei pressi del manufatto per lanciare un duro “j’accuse” a tutti i soggetti coinvolti, dalla stessa ditta alla Provincia di Mantova, per concludere con la Regione Lombardia. Il tutto caratterizzato dalla considerazione di fondo che «il territorio - ci hanno detto - non è mai stato ascoltato» e dal timore di ritrovarsi addirittura, un ponte nuovo ma con ancora le limitazioni per la mancata sistemazione del tratto golenale. Con la preoccupazione, evidenziata ieri, anche su una inclinazione a sinistra del ponte attuale. I rappresentanti del comitato - Paolo Lavagnini, Manuela Braghiroli, Sandro Cavazzoli e Renzo Traldi - hanno scelto ieri, come luogo della loro conferenza stampa, il punto in cui sarebbe dovuto passare il famoso by-pass proposto dal comitato stesso come soluzione per completare i lavori senza eccessivi tempi di chiusura: «Proposta bocciata, e per carità ogni ente fa le sue scelte e si assume le sue responsabilità - ci hanno detto - ma anche in quell’occasione l’atteggiamento da parte della Provincia è stato sempre quello di non ascoltare per davvero il territorio, nemmeno le rimostranze e le preoccupazioni dei sindaci». Il comitato ritiene dunque il Comune di San Benedetto totalmente incolpevole di una situazione di cui è sostanzialmente vittima, e oltre a puntare l’indice contro l’atteggiamento della Toto e della Provincia, dirige i suoi strali anche contro la Regione, «totalmente disinteressata nonostante abbia investito ben 30 milioni sull’opera, e questo anche prima che scoppiasse l’emergenza Covid». I timori per il tessuto commerciale sono tanti, anche perché non si vede la fine di questo ulteriore stallo ai lavori che, invece, avrebbero dovuto riprendere con la Fase 2: «Temiamo fortemente che si possa arrivare a concludere il ponte in alveo ma senza intervenire sul tratto golenale - ci hanno detto - e questo significherebbe un ponte in parte nuovo ma con le stesse limitazioni e disagi di prima. Siamo stanchi, il territorio è stanco: chi di dovere intervenga e saremo ben felici di dire di esserci sbagliati a essere pessimisti».
Fonte Gazzetta di Mantova del 31 maggio 2020
San Benedetto. Il comitato: «Basta ritardi e scarsa trasparenza: prefetto e Regione vigilino, i cittadini sono esasperati»
«Ponte, va commissariata la Provincia»
Il comitato esterna le sue preoccupazioni: dalle ripercussioni sull’economia locale alla tenuta stessa dell’attuale manufatto
San Benedetto Po - Il Comitato perde la pazienza. Di fronte alle ultime vicende che riguardano il tribolato cantiere di riqualificazione del ponte sul Po e le nuove incertezze sulla prosecuzione dei lavori, i rappresentanti dei cittadini esasperati dai ritardi chiedono a prefetto e Regione di intervenire. «La Provincia si è dimostrata incapace di gestire il cantiere - attaccano - chiediamo un Commissario straordinario che sappia portare a termine l'opera come si conviene. Il forte appello è stato illustrato ieri nel corso di una conferenza stampa che il Comitato ha voluto tenere all'aperto, proprio accanto al manufatto che dal 2015 doveva essere riqualificato dopo i danni subiti dal tempo, da lavori non a regola d'arte e, in ultimo dagli eventi sismici del 2012. La chiusura al traffico pesante da quell'anno ha prodotto perdite stimate fra l'1,3 ed il 2% del valore aggiunto prodotto nell'area interessata (53mila abitanti con oltre mille aziende). Il calcolo è fra 20 e 30 milioni di danno l'anno, cioè attorno ai 200 milioni di perdita complessiva. Il ponte doveva essere rimesso a nuovo entro la fine del 2018. Termine poi posticipato più volte. Al momento i lavori sono sospesi e non si sa con certezza quando ripartiranno poiché vi è un contenzioso fra la stazione appaltante, la Provincia di Mantova, citata in giudizio per presunte inadempienze contrattuali dalla ditta esecutrice dei lavori, la Toto costruzioni generali.«Siamo veramente stanchi - attacca Paolo Lavagnini - non più tardi di qualche settimane fa, all'ultimo dei nostri solleciti, la Provincia ci aveva risposto che i lavori sarebbero ripartiti ai primi di giugno. Invece scopriamo che c'è un contenzioso. Che tutto rischia di rimanere bloccato. È l'ennesima prova di scarsa trasparenza della Provincia, di mancanza di collegamento con i territori. Dov'è la guida politica della Provincia? Esiste ancora? Abbiamo portato le foto delle proteste del 1993. Dopo quasi trent'anni siamo ancora qui e sono ancora i cittadini che devono sollecitare le istituzioni che si mostrano sorde. La volontà del Comitato è quella di smuovere ancora l'opinione pubblica perché di fronte all'ennesima difficoltà non abbassi la guardia, ma reagisca facendo squadra.«I fatti dicono che la Provincia non si è mostrata capace di gestire in modo adeguato questo cantiere - prosegue Sandro Cavazzoli - Ì ritardi sono sotto gli occhi di tutti, i disagi e i danni pure. Per questo chiediamo che la Regione, che ha pagato la gran parte del cantiere e il prefetto, che ha un ruolo importantissimo per noi cittadini, vigilino su quello che sta succedendo. E se necessario si proceda a nominare un Commissario straordinario che sappia portare a termine i lavori».Una richiesta forte, che si abbina alla valutazione di una azione legale collettiva. «Le istituzioni le abbiamo incontrate - aggiunge Manuela Braghiroli -. Nel luglio scorso il governatore lombardo Attilio Fontana ci aveva promesso un tavolo di confronto con istituzioni, forze economiche e sociali. Stiamo ancora aspettando. Intanto il nostro Comune ha perso mille abitanti, le iniziative imprenditoriali si spegnono o vanno altrove. Il Comune partecipa a bandi per attrarre le imprese, ma senza la certezza di una viabilità adeguata , quale imprenditore vorrà investire»?Nel frattempo le spese per consulenze, tecnici, avvocati aumentano mentre l'opera resta al palo. «Il ponte è strategico per una vasta area - conclude Lavagnini -. Lo scriveva la Provincia proprio nel bando d'appalto del 2015. Allora perché tutti i cantieri provinciali sono ripartiti salvo questo? Perché proprio qui, se è vero quanto lamenta l'azienda Toto, non inviare la documentazione corretta per ripartire dopo la fase di sospensione Covid»? Per il Comitato sono domande che lasciano l'amaro in bocca e la sgradevole sensazione che su questo ponte si siano giocate partite che hanno poco a che fare con l'interesse dei cittadini.
Nell'accordo nazionale indicati 5 impiegati e 6 operai nel Mantovano
La misura per far fronte agli stop sui cantieri a causa dell'emergenza Covid
Nove settimane di cassa per i dipendenti della Toto
Bagnolo-san benedetto Po - Nove settimane di cassa integrazione a causa dell'emergenza Covid. È il contenuto dell'accordo che è stato siglato dalla Toto spa Costruzioni generali e le organizzazioni sindacali nazionali del settore costruzioni. L'intesa segue le indicazioni contenute nel decreto legge del 18 marzo scorso relativo alle aziende che sono state obbligate a sospendere le attività di cantiere per comunicazione delle diverse stazioni appaltanti. Evenienza che si è manifestata anche a Mantova dove la Provincia ha dato indicazione di stoppare le attività alle ditte occupate nell'esecuzione di appalti di opere pubbliche.L'accordo ha riguardato complessivamente 623 lavoratori, dei quali 104 a livello impiegatizio. Sei i cantieri interessati: il raddoppio della linea ferroviaria Palermo Messina (89 lavoratori interessati); l'adeguamento delle Autostrade dei Parchi (382 addetti); lavori all'autostrada Messina-Palermo (38); alla statale Amatrice-L'Aquila (21); i lavori "Ex statale 413 Romana - Ristrutturazione del Ponte sul fiume Po nei Comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po" (5 impiegati e 6 operai) e infine la variante Aurelia alla Spezia (lavoro fermo, 2 dipendenti) olre a 71 dipendenti nella sede principale di Chieti ed in quella operativa.La cassa ha avuto una durata di nove settimane a partire dal 10 marzo scorso e l'intesa sindacale è giunta a fine mese, «ritenendo che alla fine dell'emergenza l'Azienda sarà in grado di riprendere l'attività con tutti i lavoratori sospesi». Ripresa che al momento non è avvenuta.«La Toto sta ancora facendo cassa, ma richiamando gradualmente i lavoratori - spiega Silvio Amicucci, segretario regionale della Fillea Cgil dell'Abruzzo, regione dove ha sede l'azienda - . Non riteniamo vi siamo particolari motivi di preoccupazione. La Holding Toto è sana, il segmento costruzioni risente ovviamente della crisi generale dell'edilizia. Poi non so se a Mantova vi siano particolari problemi con l'appalto che inducano ad un ulteriore stop».Al momento le bocce sono ferme. Toto ha citato in giudizio la Provincia di Mantova giustificando i propri ritardi con mancato rispetto del contratto da parte della stazione appaltante. La palla è al centro e non è escluso che questo forzi la ricerca di una soluzione per uscire dallo stallo evitando il braccio di ferro che caratterizzava da mesi alcuni passaggi del confronto fra l'azienda e l'ente.Intanto una novità viene da Bagnolo San Vito. L'altra sera in consiglio comunale si è ribadita la volontà di creare una commissione che cerchi di capire in modo indipendente la situazione e faccia pressing sui protagonisti della vicenda perché il cantiere del ponte, che oggi ha accumulato un forte ritardo, sia portato a termine nel migliore dei modi. La commissione che vedrà la luce è stata proposta dal consigliere d'opposizione Cristian Landini. «Ci sono tante domande dei cittadini alle quali cercare di dare una risposta - spiega Landini -. Proveremo a farlo chiedendo ufficialmente gli atti, e da quelli capire cosa non sta funzionando». Se a San Benedetto, insomma, è nato un Comitato spontaneo di cittadini, ora anche le istituzioni bagnolesi si muovono per fare chiarezza.
30 maggio 2020 Fonte Mantovauno.it Ponte S.Benedetto, il Comitato a Provincia e Regione: “Ci spieghino perchè il cantiere è fermo”
SAN BENEDETTO PO – Si è radunato questa mattina il Comitato “Vogliamo il ponte”, gruppo spontaneo di cittadini che sta seguendo da vicino la vicenda legata al Ponte di San Benedetto. Il cantiere, dato in gestione all’azienda abruzzese Toto, al momento è fermo da fine febbraio a causa dello stop forzato per la pandemia da Coronavirus. L’azienda ha messo in cassa integrazione i propri operai e nel frattempo ha citato in tribunale la Provincia su presunte mancanze: il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi, e la mancata trasmissione del Piano di sicurezza e coordinamento post Covid. Una situazione totale di stallo che potrebbe protrarsi ancora a lungo.
“Tutto questo l’abbiamo appreso dai giornali – commenta il portavoce del Comitato Paolo Lavagnini –. Abbiamo mandato una mail a metà aprile alla Provincia, chiedendo lumi sulle prospettive future, dopo le recenti prove di carico. Ci hanno risposto picche, ovvero che i primi di giugno il cantiere avrebbe ripreso la propria attività, Ma con il contenzioso in ballo, chissà quando ripartiranno i lavori. A meno che la Toto ritiri la denuncia”.
Dall’azione singola si passerà ad un’azione comune per sollecitare la Provincia e Regione a dare spiegazioni su questo stop e sul futuro dei lavori. “Dalla prossima settimana ci rincontreremo insieme ai Comuni di San Benedetto e Bagnolo, costituendo un tavolo tecnico, coinvolgendo anche le attività produttive. Speriamo di smuovere qualcosa”. A tal proposito si è mosso anche il Comune di Bagnolo: “E’ stato costituito un Comitato per capire com’è la situazione. Noi siamo aperti a tutti”.
Nel frattempo sorgono punti interrogativi sulla tenuta del ponte: “Sotto il ponte, verso l’attracco fluviale – spiega – c’è una visibile inclinazione del ponte verso sinistra. Una brutta pendenza (vedi foto sopra), secondo noi pericolosa. Dicono che le prove di carico sono andate bene. Non voglio pensare che non sia sicuro, ma visti i recenti fatti di cronaca, la cosa non è delle migliori”.
A farne le spese il tessuto economico del territorio: “La zona industriale è morta, investimenti sul Monastero, sulla chiesa, sul campo sportivo per 2 mln di euro. Ma perchè investire se il ponte rimane chiuso? E poi c’è una cattedrale nel deserto, che è il porto fluviale. Se ci fosse il ponte finito, potrebbe avere una sua funzionalità per le aziende. In questa situazione siamo completamente fermi”.
San Benedetto. Morselli: «Disponibili a trattare sulla sicurezza post-Covid. Ma sulla caserma era tutto chiaro nel bando»
La Provincia: pronti a resistere alla Toto
MANTOVA - Pronti a resistere. Non si farà intimidire l'amministrazione provinciale di Mantova, ma cercherà anche di non esasperare i toni nei confronti della Toto Costruzioni generali - la società che con la Vezzola, nel 2015, si è aggiudicata il rifacimento del ponte di San Benedetto - la quale ha citato in giudizio l'ente pubblico per inadempienza contrattuale.Due - lo ricordiamo - i punti contestati:il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi, che la Provincia ha messo nel contratto come pagamento in aggiunta ai 30 milioni della Regione, e la mancata trasmissione del Piano di sicurezza e coordinamento (PSC) post Covid nei termini di legge.Ribatte punto su punto il presidente dell'ente con sede a Palazzo Di Bagno, Beniamino Morselli: «La citazione in giudizio nei nostri confronti confermo che è vera ed è stata una sorpresa. Per quanto riguarda il primo punto contestato dalla Toto, non c'è fondamento giuridico: l'impresa ha firmato un bando in cui era espresso chiaramente il valore della caserma di via Chiassi, 3,8 milioni di euro. L'hanno accettato, quindi su questo non credo ci siano margini di trattativa. Sul piano di sicurezza post Covid, siamo disponibili a discutere. Il nostro obiettivo è chiudere l'opera, il prima possibile. Perché, anche se le ultime verifiche sulla tenuta del ponte sono state abbastanza confortanti, non possiamo restare con un'infrastruttura a metà carico e in condizioni precarie ancora per molto. Ricordo tra l'altro che i lavori dovevano essere terminati il 31 luglio 2019 e se sono ancora incompiuti non è certo per colpa nostra». «Di fronte, comunque, ad una citazione in giudizio - prosegue il presidente - dobbiamo difenderci. Non possiamo stare a guardare».L'ipotesi concreta, quindi, è che in attesa dell'udienza indicata al 9 novembre - a meno di un accordo intervenuto prima - tutto si fermi.«Di questo non ho ancora la certezza» chiude Morselli «mi consulterò con i nostri legali per sapere cosa succederà».Increduli e affranti all'ennesima ipotesi di rallentamento dei lavori, i due sindaci di San Benedetto e Bagnolo. «Un fulmine a ciel sereno - commenta Roberto Lasagna, primo cittadino del comune del Polirone - Anche perché non più di una settimana fa ho parlato col presidente della Provincia e mi aveva assicurato che era tutto a posto, la Toto avrebbe firmato l'accordo per la ripresa dei lavori, era questione di poco. La mia preoccupazione è che da qui a novembre si fermerà ancora tutto, proprio nei mesi in cui si poteva lavorare. E poi non si vede una fine, non è nemmeno esclusa la rescissione del contratto e un nuovo appalto. Serviranno anni. Questo significa che l'economia del nostro territorio non si riprenderà più. Abbiamo già perso due imprenditori che volevano investire da noi, ma sono fuggiti per colpa del ponte chiuso».«Anche a Bagnolo siamo attoniti - aggiunge il sindaco Roberto Penna - Avevamo sentito che i lavori dovevano riprendere, erano in arrivo venti operai che stavano cercando gli appartamenti, c'era un certo movimento».Interverrà anche la politica: «Lunedì (domani, ndr) siamo tutti convocati in videoconferenza dal presidente Morselli - annuncia Annalisa Baroni, deputata di Forza Italia nonché cittadina di Bagnolo - Avevo notizie recenti e confortanti sulla ripresa dei lavori, adesso sono veramente sorpresa. Ma voglio andarci a fondo, mi muoverò subito».
Come tutti gli altri cantieri, anche quello del ponte di San Benedetto è stato bloccato dall'emergenza coronavirus: stop ai lavori dal 15 marzo. La Provincia ha compiuto prove di carico a fine aprile. Ora si attendeva la ripresa della ricostruzione.
Capelli: «È una presa in giro. Conosciamo i tempi della giustizia».
Barbi: «Possiamo abbassare le saracinesche. Siamo tutti rovinati»
Il comitato e gli imprenditori:«Ormai siamo senza parole»
San Benedetto Po - «Siamo veramente senza parole». Nessuno si aspettava che la situazione del ponte prendesse una piega così complicata. Basiti i rappresentanti delle associazioni di categoria e i membri del comitato Vogliamo il Ponte. «Come faccio ad esprimermi? Non ci sono parole - dice Paolo Lavagnini del comitato - Quando ho letto la notizia sono rimasto a bocca aperta. Veniamo a conoscenza dei fatti dal giornale. La Provincia non ci ha nemmeno preso in considerazione. Toto e Provincia decidono tutto a porte chiuse. La settimana prossima noi del comitato ci incontreremo: vogliamo delle spiegazioni. Fanno bene quelli che scendono in piazza e fanno rivoluzioni. Non è nella nostra indole ma qualcosa faremo anche se le porte le avevamo già bussate tutte, compreso il prefetto».Discorsi simili arrivano dalle associazioni di categoria. «Le parole le abbiamo finite da tempo - commenta Lorenzo Capelli, presidente di Confartigianato - La faccenda è paradossale. È un ulteriore schiaffo dopo la crisi Covid. Abbiamo perso fiducia nelle istituzioni. È una presa in giro. Siamo veramente arrabbiati dopo questa svolta. La storia del ponte non avrà più fine se si va avanti così. Conosciamo i tempi della giustizia italiana. A Genova in un anno hanno fatto il ponte. Per il nostro ponte i soldi sono stati stanziati ma non riusciamo a spenderli per il territorio. Siamo arrabbiati». «Sono rimasto basito - gli fa eco Dino Barbi, referente locale di Confcommercio - Siamo tutti rovinati. Le attività, tra la crisi coronavirus e il ponte, possono abbassare le saracinesche e richiedere il reddito di cittadinanza. Se l'udienza sarà a novembre quando inizieranno i lavori? Speriamo che la cosa si sistemi prima di andare in tribunale per il bene di tutti. Avevo anche aiutato la Toto a trovare una sistemazione per gli operai. Mi sono sentito con loro un paio di volte in questo periodo. Non mi aspettavo questa notizia». «Ma quando finirà l'incubo della conclusione definitiva dei lavori? - si chiede preoccupata la Cna - Il manufatto risulta fondamentale per l'economia della zona caratterizzata da una rete di micro e piccole e medie imprese ».
Svolta per il ponte di S. Benedetto. Il rischio: cantiere fermo sino al 9 novembre
Le frizioni: il prezzo della caserma di via Chiassi e la ripresa lavori post Covid
Dopo le tensioni, la causa
La Toto adesso porta la Provincia in tribunale
San Benedetto Po - La Toto Costruzioni generali, la società che con la Vezzola si è aggiudicata nel 2015 l'appalto della Provincia per la sistemazione del ponte di San Benedetto Po, ha presentato al tribunale di Brescia una citazione per far dichiarare la stazione appaltante "inadempiente" agli obblighi assunti con il contratto di appalto. Nel mirino della Toto, due presunte mancanze: il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi, che la Provincia ha messo nel contratto come pagamento in aggiunta ai 30 milioni della Regione, e la mancata trasmissione del Piano di sicurezza e coordinamento (PSC) post Covid nei termini di legge. In attesa dell'udienza indicata al 9 novembre, o di un accordo, tutto si ferma. L'eccezione di inadempimento
Toto ha chiesto l'applicazione dell'articolo 1460 del Codice civile ( "eccezione di inadempimento"). Una formula giuridica usata «quando una parte giustifica la mancata esecuzione della propria prestazione con l'inadempimento dell'altra». Toto, quindi, non ha eseguito tutto quanto imposto dalla Provincia, ma per l'azienda ciò è stato per colpa di Palazzo di Bagno. Trattativa o stop al contratto? La prima lettura del fatto è la volontà di Toto di mantenere il rapporto contrattuale rimettendo, però, le cose in parità. Chiedendo, insomma, al giudice che ponga equilibrio nei rapporti Provincia-Toto, che da tempo si erano trasformati in una sorta di braccio di ferro. Questo per poter ripartire senza più litigi e contenziosi. Ma sullo sfondo si profila anche una seconda possibilità, scenario che risulterebbe ben più pesante: la risoluzione del contratto per inadempimento della Provincia, causato dagli addebiti mossi dalla Toto. Il che comporterebbe la necessità di una nuova gara d'appalto, circa 3 anni di attesa, e una nuova ditta, sempre che accetti, disposta a riprendere il lavoro interrotto a metà.
Il nodo della caserma
Per capire perché la Toto imputa alla Provincia di non avere adempiuto agli impegni contrattuali, occorre fare un piccolo passo indietro. Il bando di gara per il ponte prevedeva la cessione di un immobile (la caserma di via Chiassi) per 3,8 milioni. Il prezzo era stato stimato considerando un valore di rinnovo del contratto d'affitto (preventivamente disdetto dalla Provincia) in linea con quanto indicato dalle Entrate (320mila euro annui), poi ulteriormente revisionato dall'ufficio del Demanio della Provincia (248mila euro) poco prima della presentazione delle offerte. In realtà il contratto di affitto con il ministero dell'Interno non è stato rinnovato, il vecchio canone era 83mila euro, c'è un contenzioso in corso e il massimo che si potrà ottenere, ammesso che la diatriba si concluda a favore della Provincia, è già stato fissato: 211mila euro. Toto eccepisce, quindi, che in mancanza del rinnovo del contratto «l'appalto sarebbe privo della necessaria copertura finanziaria». In più il bene non ha contratto di locazione, perché disdettato e quindi Toto, che intende vendere l'immobile, non può avviare trattative con possibili acquirenti. L'emergenza Covid
La Provincia aveva sospeso il cantiere di riqualificazione del ponte per l'emergenza coronavirus ordinandone poi la ripresa per il 4 maggio. Ma, eccepisce la Toto, il Piano di sicurezza e coordinamento (Psc), il documento in base al quale la ditta deve riorganizzare il cantiere con le nuove regole anti Covid, non è mai stato trasmesso in forma definitiva a norma di legge. E ne sono solo state anticipate alcune bozze ad appena quattro giorni lavorativi dalla intimata ripresa del cantiere, rendendo impossibile l'effettivo riavvio dei lavori.
Udienza in novembre
La goccia dell'intimazione della ripresa cantiere ha fatto traboccare il vaso dei rapporti già tesi fra Toto e Provincia. L'azienda ha dato mandato allo studio legale dell'avvocato Arturo Cancrini, uno dei massimi esperti in Italia di appalti pubblici, di citare in giudizio la Provincia all'udienza del 9 novembre «per garantire l'eguaglianza delle posizioni delle parti nell'esecuzione del contratto». Ritenendo vi sia chiara «evidenza dell'inadempimento alle obbligazioni assunte dalla Provincia di Mantova in sede di gara e di sottoscrizione del contratto di appalto». Il cantiere, dunque, resta fermo.
Tutto pronto per l'arrivo degli operai, resta il nodo contratto
In paese cresce l'attesa. Il Comitato: «Serve chiarezza»
Toto muove la logistica
Ma il via al cantiere non ha ancora una data
San Benedetto Po Ore d'attesa in paese per l'annunciato arrivo delle squadre incaricate di riprendere la riqualificazione del ponte sul Po entro la fine del mese. Il cantiere, fermo per l'emergenza Coronavirus, dal 4 di maggio avrebbe potuto ripartire, secondo le norme nazionali che hanno disciplinato gli appalti pubblici. In realtà tutto è rimasto fermo. Si è mosso solo nei giorni scorsi quando referenti della Toto Costruzioni, la società abruzzese che sta eseguendo l'opera da 33,4 milioni di euro commissionata dalla Provincia, hanno ripreso contatti con i fornitori di servizi della zona per riagganciare i rapporti logistici, dall'alloggio alla ristorazione. Movimenti che non sono sfuggiti a diversi cittadini. Il tam tam ha fatto velocemente il giro del paese anche se al momento non è stata indicata una data certa perla ripartenza che dovrebbe avvenire entro questo mese. A frenare il ritorno delle maestranze, l'incertezza sulla firma del contratto aggiuntivo da oltre 2 milioni di euro destinato alla sistemazione della parte in golena. L'appalto iniziale riguardava infatti solo il tratto in alveo del viadotto ed aveva posto in secondo piano il tratto che sovrappassa la golena dal lato di San benedetto. Un segmento del viadotto la cui sistemazione richiederà la chiusura totale al traffico per alcuni mesi (tre indicativamente) dovendo necessariamente togliere le solette di cemento armato che costituiscono l'impalcato, sostituendole in modo da rafforzarle. Il recente test di carico al quale è stato sottoposto il tratto non avrebbe evidenziato peggioramenti. Ma non è chiaro se bisognerà mettere mano al progetto già approvato prima di siglare il contratto Provincia-Toto, oppure no. L'incertezza dilata i tempi, quindi, mentre in paese cresce l'attesa. «I nodi da sciogliere sono tanti - spiegano al Comitato Vogliamo il Ponte -. Altri cantieri provinciali sono ripartiti, qui no. Abbiamo interpellato la Provincia, ma ci ha risposto che la data della ripartenza sarà comunicata a tempo debito. Siamo preoccupati come tutti che i problemi e ritardi accumulati sino a qui rendano sempre più difficile ripartire. Siamo stati fermi e zitti durante il periodo del lockdown. Ma ora torneremo a chiedere sempre più forte chiarezza».
Fonte Gazzetta di Mantova del 29 aprile 2020
Ponte, tutto pronto per la riapertura del maxi cantiere
E le prove di stabilità danno esiti positivi
Morselli: «Attendiamo la relazione, ma per i test non c’è peggioramento»
Lo sblocco dei cantieri, rimasti fermi per l’emergenza coronavirus, riguarda anche le opere di riqualificazione del ponte di San Benedetto. Il manufatto a scavalco del Po, opera viaria strategica per il territorio dell’Oltrepò è sottoposto a lavori da quasi 34 milioni di euro dopo i danni subiti dal sisma del 2012. IL cantiere al momento è chiuso, ma prima dello stop imposto dai decreti nazionali, si stava lavorando. «Abbiamo interloquito con la ditta che sta procedendo al cantiere, la Toto costruzioni per concordare le modalità di riapertura in sicurezza - spiega il presidente della Provincia Beniamino Morselli. Le misure del protocollo anti-covid da rispettare sono diverse e su più fronti. Per questo abbiamo per tempo coinvolto la ditta». Recentemente il ponte è stato chiuso, approfittando del MPDLEPXO e quindi della minor circolazione veicolare, per poter consentire delle prove di carico . L’esito del test non è ancora noto nella sua interezza, ma dalla Provincia giungono segnali incoraggianti. «Le prove di carico sono state effettuate - conclude il presidente della Provincia -. Al momento si stanno analizzando i dati e non c’è ancora la relazione tecnica finale della commissione incaricata. Posso però anticipare che dai dati già esaminati, la situazione è sostanzialmente positiva. Nel senso che i difetti che erano stati riscontrati nel tempo ed i danni causati alla struttura dal terremoto del 2012 sono ovviamente ben presenti. Ma si può dire che non si è riscontrato un peggioramento. E questo è già un dato positivo». La struttura, come si ricorda, è comunque monitorata 24 ore al giorno da sensori che registrano eventuali variazioni delle strutture.
FRANCESCO ROMANI
24 aprile pagina Facebook Provincia di Mantova
Provincia di Mantova Determina 248 e 249/2020 del 20/04/2020
Qualche azienda avrebbe anche avanzato l’ipotesi di azioni
legali più forti per vedere soddisfatti i propri crediti
SAN BENEDETTO PO - L’emergenza per il Covid-19 ha fermato diverse attività e diversi cantieri ammantando la quotidianità di queste giornate di una atmosfera per certi versi inquietante ma, nel frattempo, altri fuochi covano sotto la cenere: uno di essi riguarda il cantiere più osservato e chiacchierato della nostra provincia, ovvero quello per il ponte di San Benedetto Po e in particolare i rapporti tra la Toto Costruzioni srl, titolare dell’appalto, e le aziende fornitrici. Una situazione che non sembra trovare sbocco, per ora, con le aziende che potrebbero valutare anche azioni legali più decise. Già nei mesi scorsi avevamo raccontato di due casi, ovvero quello di un’azienda che vantava un credito nei confronti di Toto di circa mezzo milione e quello di un’altra che invece avrebbe avuto un credito ben superiore al milione: ma, al di là delle cifre che non sono mai state esplicitate in modo ufficiale (il riserbo è massimo sull’argomento), la tensione di diverse ditte fornitrici sta salendo in modo significativo. Una di esse si sarebbe vista corrispondere una parte, comunque consistente, del dovuto, ma altri crediti dovranno essere soddisfatti e, di contro, altre aziende invece starebbero ancora attendendo. Tanto che, alcune di esse starebbero valutando anche azioni legali più forti per vedere soddisfatto il proprio credito; pur considerando tale passo solo come ultima spiaggia in quanto l’esigenza principale delle aziende è comunque quella di vedersi pagato il materiale fornito e non certo impegnarsi in un’azione contro la ditta che ha l’appalto.
Nel frattempo il cantiere è comunque fermo per l’emergenza sanitaria
SAN BENEDETTO PO - Nel frattempo, da alcuni giorni, il cantiere per il nuovo ponte è fermo ancora una volta: ma, in questa occasione, la chiusura non ha scatenato alcuna polemica in quanto ampiamente messa in conto visti il periodo di serrata generale per l’emergenza Covid-19. Tale chiusura - ovviamente permanente fino a nuovo ordine - è solo però l’ennesima in un cantiere che è stato caratterizzato da numerose chiusure e ritardi, molte volte giustificati dalla stessa Toto con una mancanza di liquidità. La cosa non ha mancato di suscitare pesanti frizioni tra la stessa ditta e l’amministrazione provinciale che, per quanto concerne gli ultimi episodi appena citati, non ha voluto commentare. Resta però fuori discussione che i rapporti tesi tra Toto e fornitori non possono certo far piacere dalle parti di Palazzo di Bagno.
(nico)
Provincia di Mantova Determina 202/2020 del 27/03/2020
A Guidizzolo e S. Benedetto i lavori riprenderanno il 6 aprile
Per i due cantieri previsto un investimento di 80 milioni
Le imprese: stop a tangenziale e ponte
Ok della Provincia
Sandro Mortari / Mantova
L'epidemia di coronavirus che sta imperversando in Lombardia e anche nel Mantovano influisce negativamente anche sulle opere pubbliche.A farne le spese sono i due più importanti cantieri in corso, e cioè quelli per la realizzazione del ponte di San Benedetto Po e della tangenziale di Guidizzolo, che ora devono sospendere la loro attività. I due cantieri, dove si stanno realizzando due opere infrastrutturali complesse dal punto di vista tecnico e finanziario, hanno sospeso i lavori da ieri e fino a venerdì 3 aprile. La Provincia di Mantova ha, infatti, concesso la sospensione dei lavori, accogliendo le richieste delle imprese Carron di Treviso, impegnata sulla tangenziale guidizzolese, e Toto Costruzioni generali, che sta realizzando il nuovo ponte di San Benedetto Po, di interrompere momentaneamente i cantieri viste le limitazioni imposte dai decreti governativi dell'8 e 9 marzo e dalle ordinanze regionali, oltre che dalle misure urgenti adottate per la gestione dell'emergenza coronavirus. Siccome il 3 è un venerdì, i lavori dovrebbero riprendere lunedì 6, la settimana di Pasqua. Non è detto, però, che il 3 l'emergenza sanitaria rientri...Tangenziale La tangenziale di Goito è un'opera di cui si parla da 25 anni. Nel luglio 2017, finalmente, sono partiti i lavori che per contratto dovevano durare quattro anni. La Provincia, però, ha premuto e ha ottenuto l'impegno dell'impresa ad anticipare la fine all'autunno di quest'anno. Per costruire quei sei chilometri di strada, l'80% nuova e il 20% riqualificazione della ex statale Goitese, serviranno 45,338 milioni di euro, di cui 38,734 della Regione, 2,5 della Provincia e 4,104 derivanti dalla vendita della ghiaia recuperata durante l'escavazione.PontePiù complicata la storia del ponte di San Benedetto Po. I lavori sono in proroga ormai da tempo (dovevano terminare in febbraio) a causa delle piene del fiume e di contenziosi tra la Provincia e l'impresa. Il costo dell'opera è di 33,800 milioni di euro (solo la parte in alveo, resta esclusa quella in golena), di cui 30 della Regione e 3,800 della Provincia.
Provincia di Mantova 16 marzo 2020
Tangenziale di Guidizzolo e nuovo ponte di San Benedetto, sospese le attività nei due cantieri
SAN BENEDETTO PO. Nella giornata di oggi o al più tardi di domani, la Toto presenterà la propria risposta all'offerta presentata dalla Provincia sulla prosecuzione dei lavori al ponte di San Benedetto. Come si ricorda, il colosso abruzzese delle costruzioni sta già lavorando all'appalto principale, il ponte in alveo, lavoro da 33,8 milioni di euro il cui cantiere è in forte ritardo. Da questa settimana, per legge la Provincia, dopo avere allungato i termini già due volte, potrebbe applicare le penali per la mancata ultimazione. Intanto però c'è da affidare i lavori di riqualificazione del tratto in golena (2,75 milioni di euro) che comporteranno la chiusura totale al traffico. La soluzione intravista che da un lato eviterebbe le sanzioni alla ditta e dall'altro velocizzerebbe di molto l'affidamento, trattandosi di una continuazione e non di un nuovo appalto, è quella di assegnare alla Toto anche questi ultimi lavori. La trattativa fra Provincia e Toto si è però prolungata per trovare una intesa condivisa e che soddisfi entrambi i contraenti. Il punto più conteso era la data di ultimazione complessiva. Su questo vi è stato un braccio di ferro nelle scorse settimane. La Provincia ha, alla fine, presentato una propria proposta alla quale oggi o nei prossimi giorni la Toto risponderà. Le bocche in Amministrazione provinciale, sono cucite sull'esito, anche se prevale un cauto ottimismo. Considerato che la ditta ha ripreso i lavori sulla sponda di San Benedetto e che nei giorni scorsi in paese erano girate voci della ricerca di appartamenti in vista di un rafforzamento del personale. Segnali che indirizzerebbero ad una soluzione positiva. Sulla quale si incrociano le dita.
Scaduto il termine del 29 febbraio ma Provincia e Toto ancora
alle prese con il contratto. Il presidente Morselli rassicura
SAN BENEDETTO PO - Il termine previsto dalla Provincia era quello del 29 febbraio, ovvero sabato. Scaduto anche tale termine, però, l’accordo definitivo sui lavori di realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto Po non è ancora stato trovato. Provincia e Toto infatti sono ancora al tavolo delle trattative, ma il presidente Beniamino Morselli assicura che ormai è questione di giorni e l’accordo dovrebbe arrivare entro la settimana che sta iniziando - forse anche già per metà della settimana. Insomma, alla fine della questione è ancora fumata nera. Ma i lavori, bene o male, sono ripresi già da qualche tempo e tale dettaglio - non da poco - fa pensare che anche Toto Costruzioni spa voglia portare a termine l’intervento. «È vero - afferma Morselli - non abbiamo ancora chiuso la trattativa, ma la cosa dovrebbe andare a buon fine nel giro di qualche giorno. Penso che già entro metà della settimana dovremmo essere in grado di chiudere la partita. Sia noi sia la società vogliamo portare a termine la cosa senza indugiare oltre. E del resto Toto nel corso degli ultimi giorni ha portato in cantiere materiale per le lavorazioni e ha ricominciato ad operare: sarebbe assurdo che proprio ora saltasse il tavolo delle trattative. Non c’è questa intenzione né da parte nostra né da parte della ditta». La questione gira tutta intorno ai tempi di realizzazione dei lavori, con Toto che chiede a Palazzo di Bagno un uguale lasso di tempo per concludere la parte in alveo e in golena, procedendo in modo parallelo sui due fronti. «Bisogna però rendersi conto - conclude Morselli - che stiamo parlando di un cantiere di dimensioni molto
ragguardevoli e di un contratto delle stesse dimensioni. Ci sono alcuni dettagli ancora da limare e da sistemare, ma sono appunto piccoli dettagli che in tre quattro giorni dovrebbero venire sistemati».
Dalla Gazzetta di Mantova del 29 febbraio 2020
La Provincia attende la risposta sul contratto per il ponte in golena. Ma da lunedì dovrà far scattare le penali per i ritardi
Ultima offerta alla Toto, corsa contro il tempo
SAN BENEDETTO PO. Dopo mesi di discussioni, lo spazio negoziale sembra ormai esaurirsi velocemente. Da lunedì la Provincia dovrà far scattare, per legge, le penali alla Toto, l'azienda che sta riqualificando il ponte di San Benedetto e che ha accumulato forti ritardi sul cantiere. La soluzione intravista per salvaguardare l'importante opera ed evitare il peggio è l'aggiunta del nuovo lavoro, la sistemazione anche del tratto in golena (2,75 milioni), che collegandosi a quello principale, il ponte in alveo (33,8 milioni), garantirebbe alla Toto di far slittare il termine di riconsegna più avanti, evitando quindi di far scattare le multe per i ritardi. Una soluzione alla quale tecnici e legali delle due parti hanno lavorato per mesi, senza raggiungere sino ad oggi una intesa formale. La Provincia ha formulato una offerta, l'ultima possibile, che viene incontro a molte delle richieste presentate dal colosso abruzzese delle costruzioni. Su questa Toto si è riservata di decidere. A questo punto gli scenari restano due. Se Toto accetterà la proposta, il cantiere del ponte in alveo proseguirà e verrà affiancato progressivamente da quello in golena. La chiusura totale al traffico sarà limitata a tre mesi, così come espressamente chiesto dalla Provincia e dal territorio. I lavori saranno completati entro quest'anno e non daranno origine a penali. Se invece Toto risponderà negativamente, potrebbe riaprirsi una fase negoziale, ma nel frattempo scatteranno le penali. Un evento che potrebbe scatenare reazioni al momento non prevedibili, ma che potrebbero giungere sino alla rescissione del contratto. Ipotesi che al momento la Provincia non tiene in considerazione, ma che è riecheggiata in più fasi del negoziato.
Il presidente Morselli non arretra: “Ancora trattative, ma chiudere entro la settimana”
SAN BENEDETTO PO. Il tempo è quasi scaduto, la trattativa prosegue ma l’intenzione sia della Provincia sia di Toto Costruzioni è quella di arrivare all’accordo e alla
firma dei contratti entro la fine della settimana in corso, che coincide anche con la fine del mese di febbraio. Non arretra di un millimetro il presidente della Provincia Beniamino Morselli sulla questione del ponte di San Benedetto Po. Durante una conferenza stampa che si svolse una quindicina di giorni fa, il numero uno di Palazzo di Bagno aveva spiegato che tra Provincia e Toto è in corso una trattativa - che a questo punto prosegue ormai da un paio di mesi - sui tempi di realizzazione dei lavori come anche sui tempi di pagamento per le opere che vengono realizzate. Ma, aveva sentenziato allora Morselli, la trattativa si sarebbe dovuta chiudere entro la fine di febbraio o al massimo i primissimi giorni di marzo. Ed effettivamente, come Morselli stesso conferma, la trattativa è ancora in corso ma si dovrebbe chiudere entro fine mese: «Da parte sia nostra che di Toto c’è la volontà di chiudere la partita nei tempi che erano stati previsti - spiega Morselli -. Certo ci
stiamo ancora confrontando su alcuni dettagli, ma mi pare che ci sia lo spazio per arrivare ad una conclusione positiva entro una manciata di giorni. Certo, se la cosa non dovesse andare a buon fine, saremo costretti ad adottare altre soluzioni e fare altre valutazioni. Del resto il tempo passa e, in un modo o nell’altro, bisogna arrivare ad una soluzione definitiva».
Dalla Gazzetta di Mantova del 26 febbraio 2020
San benedetto po
Già ripartiti i lavori sul cantiere del ponte
Attesa per il contratto
Completato il troncone dal lato di Bagnolo San Vito
Sull’altra sponda arrivati i sei pezzi per creare l’impalcato
SAN BENEDETTO PO. Sono giunti nei giorni scorsi le grandi forme metalliche con le quali sarà assemblata la metà del nuovo ponte da costruire sul lato di San Benedetto. Quello sulla sponda opposta, di Bagnolo, è invece di fatto terminata. Se le trattative in corso fra Provincia e Toto costruzioni andranno a buon fine, entro la metà di marzo si inizierà la fase finale che entro l’anno condurrà al varo del nuovo manufatto, interamente costruito sia nella parte in alveo, oggetto dell’appalto della Provincia affidato nel 2016 (33,4 milioni di euro di importo), sia di quella in golena, sul cui contratto di sta ancora discutendo. I grandi impalcati d’acciaio sono stati portati con dei camion a San Benedetto, pesati e quindi portati sui piazzali di assemblaggio, nell’area dell’ex cava Rondelli. Le squadre della Toto costruzioni le salderanno per creare l’enorme impalcato lungo 180 metri. Sulla sponda di Bagnolo, invece, il segmento da 150 metri è già stato completato in tutta la sua lunghezza e si attende il montaggio della grande arcata (alta 35 metri) che sorreggerà l’impalcato. Solo le arcate richiederanno 800 metri di tubo d’acciaio. Complessivamente le due parti peseranno circa 5mila tonnellate e saranno provvisoriamente posate sul pilastro centrale costruito a valle dell’attuale ponte. Per quanto riguarda il tratto in golena (2 milioni e 375mila euro di importo) se sarà raggiunta l’intesa fra Toto e Provincia, i lavori partiranno a metà marzo, quando è previsto un consistente
aumento del personale presente attualmente in cantiere.
Francesco Romani
Dalla Gazzetta di Mantova del 15 febbraio 2020
Ponte di san benedetto
Un camion blocca il traffico
Ancora disagi sul ponte che attraversa il Po. Ieri pomeriggio un tir si è incastrato tra i guard-rail che delimitano il transito bloccando la circolazione per circa un'ora. Sul posto la polizia locale di Bagnolo.
Provincia di Mantova Determina 103/2020 del 13.02.2020
Ponte di San Benedetto, si cerca un'intesa per superare lo stallo attuale
"Trovare un'intesa con la Toto entro gli inizi di marzo per concludere quanto prima i lavori in alveo e in golena avendo sempre ben presenti le esigenze e le aspettative del territorio. E' questo l'obiettivo primario a cui stiamo lavorando come Provincia per risolvere e superare la fase di stallo in cui si trova il cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto. Credo ci possano essere le condizioni per un compromesso tra le richieste avanzate dall'impresa e le esigenze dell'Amministrazione Provinciale". Questo quanto affermato oggi dal presidente dell'ente di Palazzo di Bagno Beniamino Morselli in una conferenza stampa convocata per fare il punto sull'avanzamento dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo San Vito.
Il dato evidente è il forte ritardo accumulato rispetto agli originari tempi di conclusione dell'opera: luglio 2019. Toto Costruzioni generali dapprima aveva chiesto una proroga di 300 giorni: la direzione lavori ne concesse 150. "Speravamo in un ritmo di lavoro più sostenuto e celere vista la regolarità dei nostri pagamenti ma così non è stato - ha ricordato il Presidente -. Ma non solo volevamo, e vorremmo ancora, affidare i lavori del viadotto in golena alla stessa impresa perché la riteniamo la soluzione più logica e funzionale per tutta una serie di motivi. Per questo a fine dicembre abbiamo presentato un progetto esecutivo chiedendo alla ditta l'accettazione dello stesso. Da quel momento è iniziato un confronto tra l'ente e l'azienda".
Quello che dagli uffici di via Principe Amedeo si auspica, è che si possa trovare un accordo con i vertici della Toto per concludere i lavori del ponte in alveo (già affidati all'impresa di Chieti con una procedura di gara europea) in contemporanea con quelli del viadotto in area golenale. "Questo percorso che stiamo cercando di seguire - ha sottolineato Morselli - è stato condiviso con tutti i Sindaci dell'area del Basso Mantovano e Destra Secchia nonché con i rappresentanti delle categorie economiche. Certo, tra le opzioni che potrebbero presentarsi vi è anche quella del fallimento delle trattative, sino ad arrivare alla rescissione del contratto che sarebbe per la Provincia una sorta di ultima spiaggia a cui non si vorrebbe arrivare perché produrrebbe effetti negativi per tutti". Se si dovesse bandire una nuova gara, si arriverebbe ad assegnare i lavori nell'estate del 2021. Il tutto senza mai dimenticare lo stato dell'attuale ponte: "una struttura costantemente monitorata e che anche dopo le sollecitazioni della piena del Po de novembre scorso è stabile ma pur sempre un ponte che porta i segni del tempo e che ha subito i danni del terremoto" sottolinea Morselli.
“Ora che ci sono le condizioni atmosferiche per lavorare, non ci sono operai
Dalla Provincia non ci danno risposte. Non sappiamo più cosa pensare”
SAN BENEDETTO PO - « L’acqua del Po è bassa e quindi le condizioni per lavorare alla realizzazione del nuovo ponte sono ottimali. Peccato che, a ieri, il cantiere era praticamente semi deserto”. Il commento è del portavoce del “Comitato vogliamo il ponte”, Paolo Lavagnini che aggiunge: «Mi chiedo solo dove sia la Provincia e cosa soprattutto conti di fare. Nei giorni scorsi ho visto ben due operai al lavoro. Tutta la faccenda oramai sta diventato una vera e propria presa in giro nei confronti dei cittadini che non sanno più cosa pensare. Sappiamo che il contratto con la Toto Spa è scaduto il 31 dicembre, non conosciamo però se la Provincia ha rinnovato l’appalto. Quello che è certo che nessuno sta lavorando tanto che veramente sembra un cantiere abbandonato. Noi del comitato abbiamo più volte cercato di saperne di più ma chi dovrebbe dirci qualcosa e chiarire la situazione non parla. Attendiamo, e a questo punto invano, che qualcosa si muova. Ci chiediamo, tra l’altro, dove sia Regione Lombardia visto che dovrebbe, quanto meno visto i 30 milioni che ha elargito per la costruzione del viadotto, verificare che tutto stia procedendo nei tempi e nei modi giusti». Alcuni cittadini, addirittura, propongono di occupare e manifestare, unico modo, forse, per farsi ascoltare.
Dalla Gazzetta di Mantova del 24 gennaio 2020
Divergenze tra Provincia e azienda sul termine per la consegna dell'opera finita
La Toto punta all'autunno e propone la chiusura estiva. La Provincia accelera
Braccio di ferro sui tempi
Rinviato l'accordo sul ponte
Faccia a faccia interlocutorio, ieri, nel vertice che ha visto uno di fronte all'altro i tecnici del settore Lavori pubblici della Provincia e i responsabili locali della Toto costruzioni, l'azienda che sta eseguendo i lavori di riqualificazione del ponte sul Po fra Bagnolo e San Benedetto.Sia da fonte vicina alla Toto, sia da fonti della Provincia trapela che il vertice non è stato risolutivo e serviranno altri incontri per limare le differenze che oggi creano una distanza fra ente pubblico e società che ha vinto l'appalto.Il punto del contendere, a quanto è dato di sapere, verte sui tempi di riconsegna dell'opera finita nella sua interezza. Per la Provincia, che lo ha già scritto nero su bianco nel proprio progetto definitivo, tutta l'opera, composta da parte in alveo ed in golena, deve essere riconsegnata completata entro fine giugno. Per la ditta, serve invece qualche mese in più perché, calendario alla mano, per evadere l'ordine di materiale necessario per la parte in golena, cioè le travate in acciaio che reggeranno l'impalcato oggi totalmente in cemento, servono diversi mesi. Per poter venire incontro a quanto ha sempre detto la Provincia, ovvero che la chiusura totale al traffico deve essere limitata al massimo a tre mesi, serve il ponte in alveo (quello attualmente in fase di montaggio) completamente pronto e i materiali per sostituire quello in golena direttamente consegnati sul posto. Condizioni che dovrebbero verificarsi, a conti fatti, attorno ad aprile-maggio. Se è così, i tre mesi di chiusura (proposta Toto) cadrebbero in estate ed il ponte finito sarebbe riconsegnato e inaugurato in autunno. Per il comitato "Vogliamo il ponte", che interpreta il sentire comune dei cittadini «l'importante è limitare i tempi di chiusura totale al traffico» più che sapere quanto termineranno i lavori. Il maggiore disagio, naturalmente, è infatti dovuto allo stop alla circolazione (oggi il traffico è consentito ai mezzi leggeri) e fra inaugurazione in estate o in autunno non c'è sostanziale differenza. L'attesa dei cittadini dunque si prolunga. Gli scenari possibili restano quelli della firma della Toto sulla prosecuzione del cantiere (il tratto golenale) previo accordo con la Provincia sulla data di riconsegna. In questo caso il cantiere attuale in alveo proseguirà sino al montaggio delle due parti del ponte ed al loro posizionamento sulla pila provvisoria in alveo a valle del ponte esistente. In tre mesi si procederà quindi alla demolizione del ponte esistente, alla riqualificazione di quello golenale e al montaggio in sede delle diverse parti. Se invece l'accordo non ci sarà, si apre lo scenario inedito di un nuovo appalto sulla parte golenale, con incertezza sui tempi di chiusura.
Ritardi nei pagamenti, ora è tensione tra Provincia e Toto
SAN BENEDETTO PO - I mancati pagamenti ai fornitori da parte della Toto Costruzioni srl, l’azienda impegnata nella realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto lasciano dietro di sè pesanti strascichi e non poteva essere altrimenti. Da una parte il malumore del territorio ma dall’altra quello, ancora più marcato, della Provincia: da Palazzo di Bagno non c’è voglia di fare polemiche e quindi le bocche sono cucitissime ma il disappunto dell’amministrazione provinciale sembra essere davvero importante, anche perchè questa carenza di liquidità da parte dell’azienda si è già verificata in passato. A questo punto dunque la Provincia avrebbe deciso di mantenere una sorta di linea di fermezza, ribadendo che non sono previste dilazioni del tempo previsto di 180 giorni per concludere il ponte e la ristrutturazione del viadotto e che, a fronte di consistenti anticipi in denaro fatti da Palazzo di Bagno per ovviare alle mancanze di liquidità, si potrebbe anche palesare l’ipotesi di affidare l’incarico per la ristrutturazione del viadotto golenale non direttamente a Toto ma tramite un appalto pubblico. I rumors devono ancora trovare conferma ma è chiaro che tutto è legato al pagamento dei fornitori (un’azienda lamenta crediti per circa 500mila euro, un’altra - ma qui le informazioni sono meno precise - addirittura per milioni): qualora non ci fosse uno sblocco della situazione la Provincia potrebbe quindi scegliere la via della gara d’appalto.
Nei giorni scorsi le lamentele delle aziende, cantiere a rischio stop?
SAN BENEDETTO PO - Già in passato la Toto Costruzioni srl aveva avuto a che fare con problemi di liquidità che avevano causato non poche frizioni con la Provincia di Mantova: poco più di un anno fa l’ente di Palazzo di Bagno era dovuto intervenire per fare fronte al pagamento di alcuni ordinativi di cemento e la questione era arrivata fin sul tavolo del ministero per le infrastrutture e trasporti. Nei giorni scorsi invece si era segnalata la protesta di un’azienda fornitrice che aveva lamentato il mancato pagamento di alcune fatture scadute a novembre, per un valore complessivo di circa 500mila euro; a seguire la notizia, meno ricca di elementi ma ugualmente attendibile, di un’altra azienda che vanta, nei confronti di Toto un credito di milioni di euro. Al momento non si sono segnalati ritardi nel cantiere ma la tensione con i fornitori potrebbe portare a uno stop dei lavori.
Le reazioni
Ora il Comitato vuole incontrare ancora la Regione
SAN BENEDETTO PO La situazione attuale del nuovo ponte di San Benedetto preoccupa anche gli esponenti del Comitato “Vogliamo il Ponte” che hanno fatto sapere la loro intenzione di chiedere un incontro a Regione Lombardia. Dal canto suo la stessa Regione ha manifestato le sue perplessità attraverso l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi, presente ieri a Gonzaga per l’ultima giornata di Bovimac (che trattiamo in altra parte del giornale ndr) : «Si tratta di un’opera su cui la Regione ha investito importanti risorse - ha dichiarato - Da parte nostra massima disponibilità a collaborare con la Provincia per un’opera che è fondamentale non solo per la rete viabilistica ma anche per le implicazioni fortissime in un territorio vocato per l’agricoltura e che, anche per il suo reggersi sull’export, necessita di una rete infrastrutturale di prim’ordine. Massima disponibilità dunque a metter in campo tutto quanto possa essere necessario per dare la decisiva accelerazione a quest’opera».
(nico)
Dalla Voce di Mantova del 19 gennaio 2020
Ponte: senza tempistiche esatte nessuno investe e il territorio agonizza
Il sindaco Lasagna: “La chiusura programmata tra marzo e aprile presumibilmente salta, come anche la posa del viadotto a terra”
SAN BENEDETTO PO - San Benedetto e cronoprogramma sui lavori per la realizzazione della stessa infrastruttura. Argomenti che, ovviamente, stanno a cuore al
sindaco di San Benedetto Roberto Lasagna soprattutto dopo la notizia, pubblicata da “La Voce” nell’edizione di sabato, riguardante la Toto Costruzioni srl, l’azienda incaricata di realizzare il manufatto. Questa non avrebbe pagato ad alcuni fornitori delle fatture per un valore di diverse migliaia di euro fino ed un totale, pare, di un milione. Sarebbe questo, se la morosità risultasse vera, solo l’ultimo problema, in ordine di tempo che andrebbe a rallentare ulteriormente l’intervento.
«Ormai nessuna notizia ci agita - afferma il primo cittadino di San Benedetto -. Se i problemi di liquidità della Toto Costruzioni fossero confermati (tra l’altro non si tratterebbe nemmeno della prima novità n.d.r), non sarei per nulla sorpreso, tanto ormai gli intoppi rispetto alla realizzazione del ponte sono quasi all’ordine del giorno. Il fatto più incredibile di tutto ciò è che nessuno conosce le vere tempistiche dell’intervento perchè ogni aspettativa è stata disattesa. Non mi stupisco quindi se, alla luce di questa sorta di silenzio, nessuno voglia investire sul nostro territorio. Non sapere quando e quanto il ponte rimarrà chiuso, quando sarà effettivamente terminato o quali possano essere i cambi di transito, fanno passare la voglia a chiunque di fare dei progetti. Come ad esempio il Consorzio agrario
che ha acquistato, in tempi non sospetti, una vasta area inutilizzata proprio vicina al ponte e che avrebbe voluto sfruttarla insediando una nuova e grande agenzia. Ebbene mi è stato detto che ora, prima di programmare qualsiasi investimento, il Consorzio aspetta il nuovo ponte. Nuovo ponte per il quale nulla è più certo. Con il progetto approvato pochi mesi fa, l’infrastruttura sarebbe dovuta essere chiusa nei mesi di marzo e aprile e il viadotto nuovo consegnato a giugno del 2020. Cronoprogramma, questo, che in maniera più assoluta, non sarà rispettato. Mi domando come si possa pensare di non avere tempistiche più o meno certe trattandosi di un intervento così grande e soprattutto così importante. Sono molti i cittadini che mi chiedono cosa sta accadendo ma soprattutto i tempi dei vari step. La mia risposta è sempre la stessa: “sinceramente non so cosa dirvi”. Per capire quanto sia importante il ponte, basta vedere quello che è accaduto a novembre con la piena del Po e la conseguente chiusura per una settimana del viadotto: ebbene il paese era deserto». Il sindaco Lasagna conclude rimproverando la Provincia - che è l’ente responsabile del progetto e della realizzazione - di essere poco chiara e non presente. (s.c.)
18 gennaio 2020 da Mantovauno.it
Toto con problemi di liquidità. Fermi i pagamenti dei fornitori. La Provincia potrebbe stoppare l’affidamento del ponte in golena
SAN BENEDETTO PO – Ponte di San Benedetto senza pace. E ancora una volta a far soffiare i venti di guerra è la Toto Costruzioni che, come accaduto più volte in passato, pare abbia ancora problemi di liquidità.
La cifra che rimbalza nelle ultime ore è notevole: l’azienda non avrebbe pagato le fatture dei fornitori per un importo di circa 3 milioni di euro. E quest’ultimi terrebbero quindi giustamente ferme le forniture in attesa di essere pagati.
Le fatture non pagate sarebbero ampiamente scadute come tempistiche ma dalla Toto nessun segnale, dopo una comunicazione di novembre in cui era stato comunicato che nel giro di poco sarebbero avvenuti i pagamenti. Siamo oltre metà gennaio ma di soldi invece nessuna traccia.
La situazione è molto preoccupante perchè i ritardi nella consegna delle forniture si traducono in ritardi dei lavori di realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto Po, e questo in un quadro dove la ditta è già abbondantemente in ritardo rispetto al termine dell’opera così come era stato fissato nel cronoprogramma del cantiere.
La Provincia, stazione appaltante dei lavori, avrebbe dovuto affidare alla Toto anche la realizzazione del tratto di ponte in golena in quanto trattasi di progetto complementare, ma è plausibile che Palazzo Di Bagno non incarichi la società fino a quando quest’ultima non avrà saldato i debiti con i fornitori. Ciò per evitare altri ritardi della ditta abruzzese che ormai non sarebbero più sopportabili.
La stessa Provincia ricordiamo poco più di un anno fa intervenne direttamente per ovviare ai problemi di liquidità della Toto anticipando i soldi per il pagamento di un fornitore.
La prossima settimana sarà dunque molto importante per capire i possibili sviluppi per un cantiere che fin dal suo inizio è stato caratterizzato da problemi e ritardi, con il conseguente diffondersi del malcontento e dei timori delle comunità per le quali il ponte tra San Benedetto e Bagnolo è fondamentale e che da vent’anni a questa parte si sono trovate invece ad essere fortemente penalizzate a causa delle precarie condizioni del manufatto con le relative limitazioni della circolazione, dei lavori tampone che negli anni si sono susseguiti e da ultimo del cantiere per il nuovo ponte i cui tempi potrebbero quindi allungarsi ulteriormente.
Ponte di San Benedetto senza pace: altri debiti coi fornitori per la Toto
Possibili fatture non pagate per milioni di euro; nei giorni scorsi un’altra azienda fornitrice si era lamentata per i ritardi
SAN BENEDETTO PO - Nella lunga (e, ormai possiamo dirlo senza timore di sembrare eccessivi, annosa) vicenda del nuovo ponte di San Benedetto si aggiunge un’ulteriore tegola che, anche se finora non si sono registrate conseguenze, potrebbe avere ripercussioni sul cantiere attualmente in corso: nei giorni scorsi avevamo dati conto della questione relative ad alcune fatture non pagate per un cifra stimata attorno ai 500mila euro - ad un’azienda fornitrice della Toto Costruzioni srl, l’azienda incaricata di realizzare l’importante manufatto. A seguire è arrivata la notizia di altre fatture non pagate ad un’altra azienda fornitrice e in questo caso la cifra sarebbe ben più consistente dato che si parla di milioni di euro. Ovviamente le bocche sono cucite sulla questione e anche dalla Provincia di Mantova - che, lo ricordiamo, rappresenta la stazione appaltante su un progetto da 31 milioni di euro quasi totalmente pagato da Regione Lombardia - non arrivano commenti di alcun genere, ma è indubbio che la questione, per di più su un cantiere che è stato oggetto di feroci polemiche sia per i ritardi accumulati finora sia per la questione delle eventuali chiusure del vecchio ponte, è destinata ad alimentare polemiche a non finire. Per ora altro non trapela, e quindi non è dato sapere nè quale sia il materiale fornito dall’azienda che avrebbe lamentato le fatture non pagate dalla Toto nè se ci sia, tra le parti, una possibilità di incontro per vedere di sbloccare la questione. Leggermente più chiara invece la vicenda dell’azienda che lamenta il credito meno consistente che avrebbe confermato di avere rispettato le tempistiche degli ordinativi ma che ora attende un segnale dalla stessa Toto. Possibile un intervento della Provincia? Allo stato attuale della situazione non vi sono elementi ma occorre ricordare, per dovere di cronaca, che poco più di un anno fa Palazzo di Bagno intervenne direttamente per far fronte ad una carenza di liquidità della Toto versando di tasca propria i soldi necessari al pagamento di un ordinativo di cemento. Ulteriori elementi potrebbero essere resi noti nei prossimi giorni.
Nicola Antonietti
Dalla Gazzetta di Mantova del 17 gennaio 2020
Proseguiti i montaggi dal lato di Bagnolo San Vito
Resta il contenzioso sulla data di chiusura del cantiere
Ripresi i lavori al ponte
Ma l'intesa con la Toto slitta ancora in avanti
San Benedetto Po. Operai di nuovo al lavoro sul cantiere di riqualificazione del ponte sul Po fra San Benedetto e Bagnolo. Tecnici ed addetti della Toto costruzioni, la spa che si è aggiudicata i lavori da 34 milioni di euro (30 dei quali finanziati dalla Regione) per rifare tutta la parte in alveo del manufatto ammalorato dalla piena del 2000 e poi dal terremoto del 2012 hanno proseguito il montaggio dell'impalcato interamente in acciaio che andrà a sostituire le attuali travi in cemento. Il lavoro viene svolto sulla sponda di Bagnolo, dove il segmento da 150 metri è già stato completato in tutta la sua lunghezza e si è iniziato il montaggio della grande arcata (altra 35 metri) che sorreggerà l'impalcato. Dalla sponda opposta, quella di San Benedetto Po il montaggio delle piastre che costituiscono l'impalcato più lungo, 180 metri ha ormai superato la metà dell'opera. Su entrambe le sponde stanno arrivando gli enormi tubolari, 800 pezzi che saranno montati a creare i due grandi archi. Le due campate, quella in costruzione a Bagnolo e quella a San Benedetto, saranno poi spinte al centro del fiume per congiungersi sulla grande pila centrale che costituirà l'appoggio provvisorio delle parti in alveo.A questo punto inizierà l'opera di demolizione del vecchio manufatto in cemento sia per quanto riguarda la parte in alveo, che quella in golena oggetto di un secondo progetto esecutivo da 2 milioni e 375mila euro, dei quali 900mila forniti dalla Regione. Il lavoro di demolizione sarà unico per minimizzare i tempi di chiusura totale al traffico, stimati attorno ai 3 mesi. Durante in quali si procederà ad abbattere l'intero manufatto in cemento sostituendolo con travi d'acciaio in golena e con l'impalcato nel frattempo costruito per il tratto in alveo Per il cronoprogramma ipotizzato dalla Provincia, il tutto dovrà avere termine entro fine giugno. La Toto ha chiesto di posticipare in autunno per avere il tempo di ricevere le nuove travi. Il braccio di ferro sui tempi ha fermato la firma del contratto fra Provincia di Mantova e Toto che è attesa entro la fine del mese.
La Provincia batte cassa in Regione «Servono aiuti per le imprese»
Il presidente della Provincia Beniamino Morselli ieri è andato in Regione a chiedere fondi per aiutare le imprese del territorio che subiranno un negativo contraccolpo durante il periodo di chiusura totale del manufatto. «Nel progetto che abbiamo approvato - spiega Morselli - abbiamo ribadito la chiusura per tre mesi, concentrando in quel lasso di tempo tutte le fasi che comportano la chiusura al traffico. Nondimeno siamo consapevoli dei disagi anche economici che deriveranno da questa necessità. Ho chiesto direttamente all’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli di collaborare con le altre istituzioni, come la camera di Commercio per creare un fondo per aiutare le imprese. Mattinzoli si è riservato una risposta, che confidiamo sia positiva per il nostro territorio».
Dalla Voce di Mantova del 15 gennaio 2020
Ancora un camion incastrato sul ponte di San Benedetto: rabbia tra i cittadini
SAN BENEDETTO PO - Ancora un camion incastrato sul ponte di San Benedetto Po: a nulla sembrano, infatti, servire le strettoie poste all’imbocco dell’infrastruttura - sia sul lato di San Benedetto che di Bagnolo - periodicamente danneggiate da qualche mezzo pesante che tentando di passare resta incastrato. L’ennesimo episodio nel tardo pomeriggio di lunedì - erano circa le 18.40 - quando un camion che viaggiava in direzione di Bagnolo San Vito è rimasto incastrato all’ingresso del ponte. Diversi i disagi causati, non solo per la struttura ma anche per la viabilità in un’orario di punta e quindi già di per sè più trafficato. Danni, però anche per le sbarre della strettoia ancora una volta danneggiata. Un episodio che ha ovviamente creato rabbia tra residenti ed automobilisti, stanchi dei continui “incidenti”. Proprio qualche mese fa, inoltre, un pezzo penzolante probabilmente dopo l’ennesimo passaggio di qualche mezzo pesante - aveva provocato danni a diverse vetture.
Dalla Voce di Mantova del 14 gennaio 2020 Ponte, ritardi nei pagamenti: frizioni Toto-fornitori
Un’azienda in particolare avrebbe sollecitato il saldo di fatture per complessivi 500mila euro
SAN BENEDETTO PO Non c’è pace davvero per il cantiere del ponte di San Benedetto Po: è di questi giorni la notizia che un’azienda avrebbe lamentato il mancato pagamento di diverse fatture da parte della Toto Costruzioni srl, la ditta che - come noto - ha in appalto la realizzazione del ponte e che già
in passato, per questioni legate a mancanza di liquidità, era andata in frizione sia con i fornitori che con la stessa Provincia, preoccupata che tali situazioni possano generare ulteriori ritardi nel completamento del manufatto (che, lo ricordiamo, rappresenta una delle opere più onerose finanziate dalla Regione, per complessivi 31 milioni di euro). Nel caso specifico, anche se sulla vicenda le bocche sono decisamente cucite, un’azienda fornitrice di componenti avrebbe lamentato il mancato pagamento di fatture fin dallo scorso novembre e tale situazione avrebbe portato ad accumulare un credito che si aggirerebbe sul mezzo milione di euro. L’azienda avrebbe comunque mantenuto, per tutto il tempo, un atteggiamento non ostile alla Toto, continuando a fornire il materiale ma dopo l’ultimo ritardo senza risposta si sarebbe decisa a contattare anche la stessa Provincia. (nico)
Dalla Voce di Mantova del 11 gennaio 2020
“Sul ponte tanta delusione ma ora attenzione ai lavori”
Assemblea pubblica del Comitato che chiede ora ulteriori certezze sulle tempistiche del cantiere
SAN BENEDETTO PO Nulla di nuovo sul fronte occidentale: si potrebbe commentare così l’esito della serata promossa dal comitato Vogliamo il Ponte giovedì sera nella Biblioteca Monastica di San Benedetto. Una serata interessante sotto vari aspetti, ma che non ha potuto rendere ai presenti notizie in merito al futuro del ponte sul fiume Po, poiché la situazione è quella dell’attesa, attesa di buone nuove da parte di Palazzo di Bagno su avanzamento dei lavori, tempistiche e, soprattutto, chiusure. «C’è delusione per tutta questa situazione – ha sottolineato il presidente del comitato Sandro Cavazzoli – ma continuiamo a stare attenti, a stare sul pezzo. Tutti noi abbiamo bisogno del ponte e i lavori devono terminare al più presto». Un’infrastruttura, per usare le parole del sindaco Roberto Lasagna, che è nel dna del territorio sambenedettino e mantovano, raccontato con dovizia di particolari dai relatori Manuela Braghiroli e Paolo Lavagnini, ma che ha sempre dovuto fare i conti con una serie di avversità. Dalla prima chiusura nel 1993, con tanto di adunata oceanica di protesta, a quella del 2000 per l’eccezionale piena del Po, fino ai danni del sisma del 2012. Quest’ultimo, un tema ben noto a Carlo Maccari, assessore regionale all’epoca dei fatti, uomo di riferimento al Pirellone per il terremoto, e presente in sala per parlare dell’emergenza sisma dal punto di vista del ponte. Dal passato al presente, ovvero i ritardi, le proroghe, il tema bypass fino all’esposizione della stima realizzata da Manuela Braghiroli dei danni subiti dal tessuto economico dal 2012 ad oggi con i problemi legati al ponte: 249 milioni e 500mila euro, una cifra monstre. Considerazioni del pubblico, opinioni, domande e, in mezzo a tutto ciò, la speranza che tutto questo possa diventare un giorno un ricordo, magari da far riaffiorare mentre si passerà sul ponte, completato definitivamente.
TeleMantova 10 gennaio 2020
10 gennaio 2020 Da Oltrepòmantovanonews.it e Mantovauno.it
San Benedetto Po, il Comitato “Vogliamo il ponte” fa il punto sui lavori. Assente la Provincia
SAN BENEDETTO PO – Un incontro per tracciare la storia del ponte di San Benedetto Po dalle origini ad oggi, senza critiche, senza polemiche, ma esclusivamente con l’intento di fare il punto su un’infrastruttura che, come ha avuto modo di ribadire il Sindaco Roberto Lasagna, è prima di tutto “un collegamento fondamentale tra due regioni” ed un simbolo della gente che vive ogni giorno a contatto con il grande fiume.
A raccontare questa sera, all’interno della biblioteca monastica, le alterne vicende del collegamento sul Po è stato il Comitato “Vogliamo il Ponte”, organizzatore dell’incontro aperto alla cittadinanza, che sta seguendo da vicino i lavori sull’infrastruttura interfacciandosi di volta in volta con l’impresa costruttrice e la Provincia. E grande assente di questa sera è stato proprio l’ente di Palazzo di Bagno: «Gli interlocutori sono stati invitati – puntualizza il Comitato – ma ci hanno risposto che è mancato il coordinamento».
Presenti, invece, oltre ai membri del Comitato (guidato dal Presidente Sandro Cavazzoli con Paolo Lavagnini e Manuela Braghiroli, tra i relatori dell’incontro di stasera), anche lo stesso Lasagna, che ha evidenziato come la questione del ponte si sia svolta in maniera sostanzialmente diversa da quella del sisma: «A differenza della gestione del post-terremoto, dove è stato creato e portato avanti un buon lavoro di squadra, sul ponte siamo stati abbandonati. Il mio auspicio – ha proseguito il primo cittadino – è che d’ora in poi ci siano tempi certi, anche se servono maggiori incentivi». Carlo Maccari (FdI), tra i primi sostenitori del Comitato, ha sostenuto la creazione di un tavolo comune tra Provincia, Protezione civile, Sindaci, cittadini e Regione, mentre Marco Carra (PD) dal canto suo ha lanciato la proposta di defiscalizzare il territorio. A prendere parte alla serata sono stati anche, tra gli altri, il Sindaco di Quistello Luca Malavasi e il Presidente di Confartigianato Mantova, Lorenzo Capelli
PONTE SAN BENEDETTO,LA PROVINCIA DECIDE DI NON PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA DEL COMITATO
SAN BENEDETTO PO - Un’ulteriore strascico polemico sulla questione del ponte di San Benedetto Po: al momento di andare in stampa è ancora in corso l’assemblea pubblica organizzata dal comitato “Vogliamo il Ponte”e in cui sarà esposto un lungo excursus sulla storia del ponte e sulle ultime vicende che hanno portato le polemiche a inasprirsi decisamente. All’assemblea era stata invitata, a quanto sembra, la Provincia di Mantova, nella persona del presidente Beniamino Morselli ma anche del responsabile dell’area lavori pubblici e trasporti Giovanni Urbani oltre al Responsabile Unico del Procedimento e al Direttore dei lavori. La Provincia avrebbe però deciso di non presentarsi e - anche se da Palazzo di Bagno le bocche sono cucite - questo trarrebbe origine dal fatto che la convocazione dell’assemblea sarebbe avvenuta senza prima condividere data e contenuti della stessa con gli invitati. Assente, per motivi familiari, anche il consigliere regionale Andrea Fiasconaro che ha però confermato il proprio pressing sulla Regione per il sostegno alle attività produttive.
Dalla Gazzetta di Mantova del 10 gennaio 2020
Il comitato per il ponte: «Attenzione continua a che farà la Provincia»
Biblioteca affollata per l’assemblea pubblica sull’opera «Dai ritardi di questi anni perdite per 249 milioni»
SAN BENEDETTO PO. Biblioteca affollata per la cronistoria del ponte presentata dal Comitato “Vogliamo il ponte” nella sua prima uscita pubblica. Un appuntamento con la cittadinanza per il quale Paolo Lavagnini, Sandro Cavazzoli e Manuela Braghiroli hanno raccolto una serie di dati veramente impressionanti, tutti verificati sui siti istituzionali della Provincia e della Regione. «Non si vuole scendere in polemica, né affibbiare colpe – ha esordito Lavagnini – ma semplicemente fare il punto della situazione. In un memorandum, l’abbiamo già presentato lo scorso 26 novembre in Regione e qualche giorno dopo in Prefettura al prefetto Carolina Bellantoni. Va detto subito che non ne abbiamo ricavato niente». Cavazzoli spiega che il Comitato ha programmato l’assemblea in questa data poiché si sperava di poter già conoscere gli sviluppi del nuovo progetto relativo al ponte in golena, visto che il 30 dicembre scorso la Toto ha presentato una controproposta. A tutt’oggi non è stato comunicato nulla. «Noi, comunque – afferma Cavazzoli – continueremo a fare la nostra parte, monitorando le promesse della Provincia». Attraverso numerose slide è stata ricostruita la storia del ponte ammalorato a partire dalla sua costruzione tra il 1964 e il 1966. Neppure vent’anni dopo, nel 1987, il ponte aveva manifestato i primi problemi strutturali, tanto che il 6 ottobre 1993 il ponte venne chiuso per i danni provocati da una grossa piena. I danni si aggravarono con l’eccezionale piena del 2000 e peggiorarono ulteriormente con il sisma 2012. Questo progressivo indebolimento della struttura comportò tra il 1993 e il 2012 diversi periodi di chiusura totale o di limitazione al traffico, mentre gli interventi di manutenzione ebbero il solo effetto di appesantire la struttura e causare l’abbassamento di alcune campate. Sul ponte il Comitato ha raccolto le dichiarazioni dell’ex sindaco Franco Bertellini e di Carlo Maccari, a cui la Regione affidò l’incarico di Commissario delegato al sisma. Nel video Maccari ha rimarcato la priorità dell’intervento, per il quale si era impegnato per lo stanziamento dei fondi. Il comitato ha sottolineato che i ritardi di questi anni hanno comportato pesantissimi danni economici perché, a fronte di una spesa totale di 45 milioni, ha calcolato che dal 2012 al 2020, le perdite per il territorio siano state di 249milioni e 400mila euro. — Oriana Caleffi
Dalla Voce di Mantova del 9 gennaio 2020
STASERA A SAN BENEDETTO
Vogliamo il Ponte: il Comitato fa il punto della situazione
Il ponte che attraversa il fiume Po: delizia e, visto l’ultimo periodo, soprattutto croce per gli abitanti di San Benedetto, così come per tutti coloro che lo attraversano ogni giorno per recarsi al lavoro e che guardano con preoccupazione alle, ormai quasi certe, chiusure per lavori. Sarà proprio questa imponente struttura la protagonista principale dell’incontro in programma questa sera, alle 20.30, nella Biblioteca Monastica. “Il ponte sul Po, passato, presente e futuro”, questo il titolo dell’iniziativa organizzata dal comitato Vogliamo il Ponte, non sarà solo una conferenza pubblica per conoscere in maniera più approfondita la storia di uno dei simboli del territorio sambenedettino, ma anche l’occasione per il comitato e per i relatori di fare il punto della situazione con la cittadinanza per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione del ponte e per ciò che avverrà nei prossimi mesi. La serata è ad ingresso libero. ( f. b.)
Dalla Gazzetta di Mantova del 9 gennaio 2020
san benedetto po
Oggi incontro sul ponte
Ancora nessuna novità sui tempi di chiusura
San Benedetto Po. Stasera alle 20. 30 nella biblioteca monastica, il comitato "Vogliamo il ponte" organizza un'assemblea pubblica dal titolo "Il Ponte sul Po, passato, presente e futuro". Con questa iniziativa, che gode del patrocinio e collaborazione del Comune, i promotori intendono mantenere viva l'attenzione sull'attuale fase dei lavori per il ponte, proponendo anche una cronistoria delle vicende relative ai problemi della viabilità, già evidenziatisi a partire dagli anni Novanta. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. «Non vuole essere un incontro per fare polemica o dare colpe - dice Paolo Lavagnini del Comitato "Vogliamo il ponte" - È un'occasione per raccontare tutta la storia del manufatto nato già male nel'67. C'era un problema col pilone centrale. L'infrastruttura non è mai stata inaugurata». Intanto dalla Provincia non ci sono novità sui tempi di chiusura. «Viviamo nell'incertezza - commenta il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna - Il cronoprogramma fino a ora è sempre stato disatteso. Vedremo i risvolti. Bisognerebbe sapere la data precisa della chiusura: i cittadini si devono organizzare. Il ponte doveva essere terminato a fine giugno, ma credo che bisognerà aspettare almeno la fine dell'estate».
In Biblioteca monastica serata sui lavori al ponte
SAN BENEDETTO PO. Il Comitato "Vogliamo il ponte", per la cui costituzione nell'estate scorsa sono state raccolte più di tremila firme, organizza per giovedì 9 alle 20.30 una conferenza dal titolo: "Il Ponte sul Po, Passato, Presente e Futuro". L'iniziativa, che si tiene nella Biblioteca Monastica all'interno Museo Civico Polironiano, si avvale del patrocinio e collaborazione del Comune di San Benedetto Po. I promotori intendono mantenere viva l'attenzione sulla attuale fase dei lavori per il ponte, proponendo anche una cronistoria delle vicende relative ai problemi della viabilità, già evidenziatisi a partire dagli anni Novanta. Come noto, la riqualificazione del ponte ammalorato dalle scosse sismiche del 2012 è iniziata oltre un anno fa. Attualmente si sta lavorando al tratto in alveo mentre per quello in golena è atteso l'affidamento alla stessa ditta dei lavori principali, la Toto costruzioni. La chiusura totale al traffico dovrebbe essere di tre mesi entro l'autunno.
Situazione del ponte: il 9 gennaio incontro pubblico
SAN BENEDETTO - Il ponte sul Po, passato, presente e futuro”. E’ questo il titolo dell’incontro che si terrà giovedì 9 gennaio a partire dalle 20.30 nella biblioteca monastica a San Benedetto. Organizzatori dell’evento, messo in piedi in collaborazione con l’amministrazione comunale, sono i sostenitore del “Comitato vogliamo il ponte”. Si tratta dell’ennesimo evento fatto per sensibilizzare ma anche per mettere al corrente i cittadini rispetto a quello che sta accadendo ai lavori riferiti all’attraversamento fluviale che, come è stato del resto già detto, erano stati fermati a causa dell’arrivo della piena del fiume. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Dalla Gazzetta di Mantova del 24 dicembre 2019
La Provincia approva gli elaborati. Tempo sino a fine 2020 per il collaudo
Il costo è di 2 milioni e 375mila euro. La firma con la Toto slitta a gennaio
Per il ponte da rifare in golena c'è l'ok al progetto esecutivo
SAN BENEDETTO PO. La Provincia ha approvato mercoledì scorso l'atteso progetto esecutivo per i lavori da eseguire sul tratto in golena del ponte sul Po fra Bagnolo e San Benedetto. L'importo delle opere è rimasto di due milioni e 375mila euro: 900mila forniti dalla Regione ed il rimanente dall'ente provinciale. Secondo il cronoprogramma di massima, l'affidamento avverrà entro gennaio mentre l'esecuzione materiale delle opere è prevista nell'arco di tempo da gennaio a fine giugno. Sei mesi, infine, è il lasso di tempo concesso per il collaudo finale dell'opera che quindi potrebbe essere pronta fra estate e autunno del prossimo anno. Il cantiere non dovrebbe essere assegnato attraverso un bando di gara, ma con affidamento diretto all'esecutore materiale della riqualificazione del tratto in alveo, la società Ponte Po la cui maggioranza è in capo alla Toto costruzioni spa di Chieti. Al momento la firma del contratto non è ancora avvenuta e potrebbe slittare di qualche giorno. Teoricamente la Toto potrebbe non sottoscrivere e quindi i lavori dovrebbero andare in a gara d'appalto. Ma l'affidamento delle nuove opere come continuazione del cantiere consentirebbe alla Toto di evitare le penali per i ritardi nella costruzione del tratto in alveo (che avrebbe dovuto essere consegnato finito nella giornata di ieri). Il termine di fine giugno fissato per la parte in alveo, a questo punto, potrebbe corrispondere anche a quello per il ponte in golena. Ma vi potrebbero essere anche diversità di alcuni mesi (ponte in alveo finito a giugno, quello in golena a settembre) in base alla tempistica delle forniture dei materiali. La scelta della Provincia, che si è affidata al progettista Raffaele Poluzzi di Bologna, è stata quella di sostituire le pesanti travi dell'impalcato in cemento con travi metalliche in acciaio, più leggere, risanando comunque gli appoggi. Proprio la sostituzione delle travi è il lavoro che dovrà avvenire a ponte chiuso, con la deviazione totale del traffico. La Provincia ha ribadito più volte che la durata della chiusura sarà di tre mesi.Già nel 2015 era stato redatto un primo progetto di risanamento del tratto in golena per limitare la disparità prestazionale del vecchio viadotto (costruito 55 anni fa) con la parte costruita ex novo in alveo. Il costo stimato era di 900mila euro, lievitato poi a un milione e 375mila euro nel 2018.Il costante monitoraggio delle travi ha poi fatto propendere per la sostituzione con l'acciaio ed a fine 2018 ha fatto approvare il progetto esecutivo da 2,375 milioni la cui versione definitiva (il progetto esecutivo) è stato approvato lo scorso mercoledì.
Il Pirellone pronto a chiedere aiuti per il ponte chiuso
Sgravi fiscali per i cittadini del comune di San Benedetto Po, seriamente penalizzati dalle difficoltà viabilistiche legate alla costruzione del nuovo ponte sul Po. Lo ha chiesto con un ordine del giorno in Regione Barbara Mazzali, consigliera di Fratelli d'Italia. E la Regione si farà portavoce di questa richiesta al governo. «Il ponte di San Benedetto Po - dice Mazzali - ha subito un indebolimento strutturale che ha obbligato l'amministrazione a chiuderlo al traffico di mezzi pesanti e con lunghezza superiore a 2,3 metri, creando gravi disagi a tutta la zona. Il cantiere per la costruzione del nuovo ponte è andato avanti a singhiozzo e con continui rinvii causati anche dalla Provincia. È ora di aiutare i cittadini a risollevarsi».
Dalla Gazzetta di Mantova del 14 dicembre 2019
Lasagna: «Slittato il vertice di lunedì. Ci sono solo ipotesi»
A22 gratis: poche certezze, ma di sicuro servirà il telepass
Cantiere per il ponte
Ancora niente certezze sui tempi di chiusura
Barbara Rodella
San Benedetto Po. «Siamo in alto mare. Non ci sono certezze». A parlare è il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna, dopo l'incontro di mercoledì con la Provincia, Camera di Commercio e i sindaci di Quistello, Pegognaga, Bagnolo San Vito e Borgo Mantovano. Perse le speranze di vedere realizzato il bypass che avrebbe allontanato la paura della chiusura del ponte, i cittadini che ogni giorno devono attraversare il Grande Fiume ora sperano nel rimborso dell'autostrada annunciato dalla Provincia. Ma, come sottolinea Lasagna, tutto è immerso nella nebbia.Non solo non ci sono certezze sugli accordi con l'A22, ma anche il progetto esecutivo per la riqualificazione del tratto di golena che doveva arrivare lunedì slitta a fine mese.«La piena del Po ha determinato un rallentamento dei lavori - continua Lasagna - Lunedì avremmo dovuto sapere la data di chiusura del manufatto e il tempo in cui sarebbe rimasto interdetto al traffico, ma così non sarà». «Non ci sono sicurezze anche sull'accordo tra Provincia e Autobrennero che permetterebbe di avere un pedaggio gratuito nella tratta Pegognaga- Mantova sud per tutti. Un'opportunità non limitata agli abitanti dei paesi limitrofi al ponte che costerebbe a Palazzo di Bagno almeno un milione di euro, secondo i primi calcoli» prosegue il sindaco.E se l'accordo sarà firmato, lo sconto del pedaggio sarà applicato solo a chi entrerà e uscirà nelle due stazioni indicate, ossia Pegognaga e Mantova sud. Chi entra o esce in altri caselli non dovrà quindi aspettarsi una riduzione del costo del biglietto. Ma per sfruttare la convenzione che l'A22 ha in passato già firmato con altri enti, servirà il telepass. Chi già lo possiede dovrà presentare domanda per usufruire del servizio. Chi ancora ne è sprovvisto, molto probabilmente dovrà correre ai ripari. Con i biglietti cartacei si creerebbero solo file ai caselli e tanta confusione per gli addetti ai lavori. E per aiutare le aziende? «La Camera di Commercio mette a disposizione 50mila euro per il 2019 e 50mila euro per il 2020 - continua Lasagna- Dalla Regione potrebbero arrivare poi 100mila euro, un gruzzoletto che aveva già messo a disposizione con la chiusura del ponte di Casalmaggiore. Ma sono risorse esigue». E dello stesso parere è il primo cittadino di Quistello, Luca Malavasi. «È un gesto importante e significativo ma se dividiamo il gruzzoletto per le aziende, i soldi sono pochi. Per le nostre strade non passeranno più 10mila auto al giorno. La misura compensativa non è sufficiente per recuperare il danno. Bisognerebbe poi puntare a nuove infrastrutture, al di là anche della questione ponte. Penso a una metropolitana leggera che sfrutta il percorso ferroviario».
Dalla Voce di Mantova del 12 dicembre 2019
Ponte, scatta la caccia ai fondi per pagare l’A22 ai pendolari
Ieri riunione tra Provincia e sindaci, il cda di Autobrennero dovrebbe dare il via libera al pedaggio gratis tra Pegognaga e Mantova Sud
SAN BENEDETTO PO - La questione chiusura per il ponte di San Benedetto sembra - perdonateci il bisticcio - “chiusa” da tempo (e la riunione in Prefettura di martedì è sembrato solo un ultimissimo tentativo per evitare una soluzione sgradita al territorio) e per questo motivo ora l’attenzione si sta spostando su quelle che saranno le cosiddette “azioni compensative” per ridurre al minimo i danni per coloro che non potranno usufruire del ponte per tutto il periodo della chiusura. Questo è stato dunque il tema della riunione avvenuta ieri a Palazzo di Bagno tra una delegazione della Provincia di Mantova e un gruppo di sindaci del territorio ovvero Roberto Lasagna (San Benedetto Po), Roberto Penna(Bagnolo), Alberto Borsari (Borgo Mantovano, anche presidente del Consorzio Oltrepò), Luca Malavasi (Quistello) e Matteo Zilocchi(Pegognaga); una riunione interlocutoria anche perchè al momento non si avrebbe ancora la certezza del flusso di traffico lungo la Autobrennero dal casello di Pegognaga a quello di Mantova Sud e viceversa e quindi sarebbe ancora prematuro definire con esattezza quante risorse mettere in campo (una prima stima, calcolata sul milione di euro, è al momento ancora ufficiosa e non supportata da dati certi). Doi sicuro c’è la disponibilità di 100mila euro da parte della Regione e, a quanto sembra, di altri 50mila dalla Camera di Commercio ma il nodo principale sta nell’approvazione di una convenzione ad hoc tra Provincia e Autobrennero che sarà deciso solo a breve nel prossimo cda della società che gestisce l’autostrada.
Nicola Antonietti
Il tavolo si aggiorna a gennaio 2020
MANTOVA La riunione di ieri si è chiusa con un aggiornamento del tavolo a gennaio 2020: tra circa un mese dunque si avranno dati e risposte certe sulle cosiddette “azioni compensative”. Auspicio importante e inevitabile anche per evitare che il clima, già decisamente rovente nel territorio, non vada a surriscaldarsi ulteriormente.
Nonostante il tavolo che si è svolto ieri in Prefettura, la Provincia di Mantova chiude a qualsiasi possibilità di realizzare l’opera provvisoria e anzi spiega come ormai i progetti di sistemazione della parte golenale del ponte siano pronti.
Da parte loro, il comitato Vogliamo il ponte e il sindaco Roberto Lasagna depongono le armi e incrociano le dita, come anche il resto della Bassa, sperando che la prevista chiusura del viadotto per tre mesi non sfori allungando ulteriormente i tempi previsti.
Insomma il bypass proprio non s’ha da fare. Al termine di una riunione fiume, durata poco meno di tre ore, le eventualità che il manufatto provvisorio venga realizzato sono ora ridotte a zero.
Palazzo di Bagno infatti rimane fermo sulle proprie convinzioni, secondo cui i rischi connessi alla costruzione del bypass siano troppo elevati. Tra l’altro, durante la riunione, si registra anche un vivace scambio di battute tra uno dei referenti del comitato e un dirigente della Provincia.
Secondo il primo infatti durante la recente piena del Po, la zona dove il bypass sarebbe stato realizzato, non sarebbe stata toccata dall’acqua. Di opinione opposta il dirigente della Provincia, secondo cui invece le acque del Po sarebbero andate ad invadere la zona che avrebbe potuto essere interessata dalla realizzazione del bypass.
Anche da parre del prefetto Carolina Bellantoni la richiesta di valutare l’eventualità di realizzare il percorso alternativo e provvisorio e di discuterne in un secondo incontro. Pure tale tentativo, però, a questo punto pare cadere nel vuoto. Per contro Palazzo di Bagno spiega che i nuovi progetti per il ponte sono ormai pronti e dovrebbero venire consegnati addirittura entro la fine dell’anno.
Nel giro di una ventina di giorni, insomma: stato dell’arte a questo punto troppo avanzato per pensare, anche nell’ormai improbabile caso di un ok al bypass, di fermare tutto l’iter burocratico-progettuale per realizzare il percorso alternativo.
La chiusura del ponte per tre mesi, quindi, salvo clamorosi colpi di scena, viene confermata. «A questo punto – spiegano dal comitato e dal Comune – se avremo un ponte nuovo e sicuro, dopo due anni di disagi, tre mesi dovrebbero passare velocemente. Però l’augurio è che la chiusura duri davvero tre mesi e non di più, perché il nostro territorio, e non solo San Benedetto ma un po’ tutta la zona, ne sta risentendo in modo pesante».
Tra gli altri al tavolo di ieri nella sede della Prefettura, oltre a Provincia, Comune di San Benedetto e comitato, presenti anche Arpa, Aipo, la sede mantovana della Regione e la Soprintendenza.
Ponte di San Benedetto, niente bypass
Dalla Voce di Mantova del 11 dicembre 2019
Ponte, pietra tombale sul bypass Ora la Bassa incrocia le dita
La Provincia chiude definitivamente: “Progetti ormai pronti” Sindaco e comitato: “Speriamo che siano tre mesi davvero”
SAN BENEDETTO PO - Pietra tombale sull’idea del bypass stradale per il ponte di San Benedetto. Nonostante il tavolo che si è svolto ieri in Prefettura, Palazzo di Bagno chiude a qualsiasi possibilità di realizzare l’opera provvisoria e anzi spiega come ormai i progetti di sistemazione della parte golenale del ponte siano pronti. Da parte loro, il comitato Vogliamo il ponte e il sindaco Roberto Lasagna depongono le armi e incrociano le dita, come anche il resto della Bassa, sperando che la prevista chiusura del viadotto per tre mesi non sfori allungando ulteriormente i tempi previsti. Insomma il bypass proprio non s’ha da fare. Al termine di una riunione fiume, durata poco meno di tre ore, le eventualità che il manufatto provvisorio venga realizzato sono ora ridotte a zero. Palazzo di Bagno infatti rimane fermo sulle proprie convinzioni, secondo cui i rischi connessi alla costruzione del bypass siano troppo elevati. Tra l’altro, durante la riunione, si registra anche un vivace scambio di battute tra uno dei referenti del comitato e un dirigente della Provincia. Secondo il primo infatti durante la recente piena del Po, la zona dove il bypass sarebbe stato realizzato, non sarebbe stata toccata dall’acqua. Di opinione opposta il dirigente della Provincia, secondo cui invece le acque del Po sarebbero andate ad invadere la zona che avrebbe potuto essere interessata dalla realizzazione del bypass. Anche da parre del prefetto
Carolina Bellantoni la richiesta di valutare l’eventualità di realizzare il percorso alternativo e provvisorio e di discuterne in un secondo incontro. Pure tale tentativo, però, a questo punto pare cadere nel vuoto. Per contro Palazzo di Bagno spiega che i nuovi progetti per il ponte sono ormai pronti e dovrebbero venire consegnati addirittura entro la fine dell’anno. Nel giro di una ventina di giorni, insomma: stato dell’arte a questo punto troppo avanzato per pensare, anche nell’ormai improbabile caso di un ok al bypass, di fermare tutto l’iter burocratico-progettuale per realizzare il percorso alternativo. La chiusura del ponte per tre mesi, quindi, salvo clamorosi colpi di scena, viene confermata. «A questo punto - spiegano dal comitato e dal Comune - se avremo un ponte nuovo e sicuro, dopo due anni di disagi, tre mesi dovrebbero passare velocemente. Però l’augurio è che la chiusura duri davvero tre mesi e non di più, perché il nostro territorio, e non solo San Benedetto ma un po’ tutta la zona, ne sta risentendo in modo pesante». Tra gli altri al tavolo di ieri nella sede della Prefettura, oltre a Provincia, Comune di San Benedetto e comitato, presenti anche Arpa, Aipo, la sede mantovana della Regione, la Soprintendenza.
Giovanni Bernardi
10 dicembre 2019 Mantovauno.it
Ponte di S.Benedetto, la Provincia spegne le speranze di Comitato e sindaci
MANTOVA – Il Comitato “Vogliamo il Ponte” le ha provate tutte. Ogni strada purchè i lavori del nuovo ponte di San Benedetto Po, con le chiusure a questo collegate, si ripercuotano il meno possibile su una comunità che da troppi anni sta pagando un dazio pesantissimo a causa della precarietà delle condizioni del manufatto.
Hanno interpellato i Comuni, Provincia, Regione e anche la Prefettura dove infatti il prefetto Carolina Bellantoni ha convocato per il tardo pomeriggio di oggi un incontro a cui hanno preso parte tutti i soggetti della sezione “Territorio, ambiente e infrastrutture” della Conferenza Provinciale Permanente.
Alla base della richiesta del Comitato alcune ragioni ben specifiche, un ponte completamente antisismico anche nella parte in golena e, collegato a questo quindi, visti i tempi di chiusura che sarebbero lunghi, il bypass
E la Regione, presente stasera con i consiglieri regionali Cappellari, Fiasconaro e Mazzali e con il responsabile della struttura commissariale post sisma Roberto Cerretti, alla costruzione di un ponte completamente antisismico non aveva detto di no tanto che ha fatto propria la richiesta della Provincia di avere un contributo di 5 milioni e 900 mila euro per i danni da sisma e l’ha passata al Cts per le opportune valutazioni.
Ma è la stessa Provincia durante l’incontro a spegnere ogni speranza sia del Comitato che dei sindaci di San Benedetto Lasagna e di Bagnolo Penna evidenziando che uno studio di fattibilità per un ponte completamente antisismico è troppo tardivo rispetto allo stato dei lavori e il bypass non garantisce le condizioni minime di sicurezza. Dunque Palazzo di Bagno ribadisce il suo no ed essendo il no della stazione appaltante dei lavori nessuno può metterlo in discussione.
Nemmeno l’Aipo, la principale autorità sul fronte idraulico per il Po, che si è sempre detta ufficiosamente favorevole al bypass e che stasera, per bocca dell’ingegner Marcello Moretti, responsabile dell’Ufficio di Mantova, ha dichiarato di non essere mai stata coinvolta ufficialmente dalla Provincia sulla questione bypass.
L’incontro termina con la delusione dei sindaci e dei rappresentanti del Comitato che ora convocheranno un’assemblea per informare la cittadinanza delle azioni intraprese. “Speriamo almeno che i mesi di chiusura del ponte siano davvero solo tre” dicono dal Comitato ma lo scetticismo è ai massimi livelli visto che “Toto non ha mai rispettato il cronoprogramma”
Fumata nera al tavolo con il prefetto: «Soluzione troppo insicura, ma la chiusura sarà limitata ai tre mesi»
Bypass ponte, la Provincia conferma il suo no
SAN BENEDETTO PO. Nuova fumata nera sul caso bypass, la strada che aggirando il cantiere di riqualificazione del ponte avrebbe consentito di non chiudere totalmente al traffico durante la fase finale dei lavori. Anche il tentativo voluto dal prefetto Carolina Bellantoni di mettere attorno a un tavolo tutti i protagonisti, si è scontrata contro la netta opposizione del settore Lavori Pubblici della Provincia. Che da subito ha giudicato troppo pericolosa sul piano del rischio idraulico e viabilistico la strada che dall'argine di San Benedetto avrebbe raggiunto il ponte in sede provvisoria passando attraverso il piazzale dell'ex cava Rondelli. Nutrito il tavolo che comprendeva oltre ai rappresentanti della Regione e dei Comuni di San Benedetto Po e Bagnolo, anche enti in qualche modo coinvolti come Vigili del fuoco, Aipo, Motorizzazione civile, Ats. L'incontro, chiesto dal Comitato "Vogliamo il ponte" ha fortemente deluso i promotori. «Si è visto da subito che la Provincia non ha voluto rivedere le proprie posizioni - ha spiegato al termine dell'incontro Paolo Lavagnini, per il Comitato -. Anche di fronte alla possibilità che il Comune o la stessa Regione procedessero con uno studio di fattibilità, sinora mancato, sul bypass hanno chiaramente detto che non avrebbero autorizzato alcun progetto. Una rigidità che si è sempre scontrata con le esigenze del territorio».La Provincia ha però ribadito che la chiusura totale al traffico sarà limitata ai tre mesi sinora indicati. Qualche certezza in più sui tempi, almeno sulla carta, si avrà solo con la presentazione del progetto esecutivo, il cui deposito slitta dal 17 a fine dicembre. Sempre la Provincia ha ribadito la necessità di dare l'affidamento della continuazione lavori (la parte golenale) alla Toto costruzioni, che sta eseguendo la parte in alveo, entro la fine dell'anno, il che richiede non vi sia allungamento dei tempi, come invece l'ipotesi di bypass richiederebbe.Infine la Provincia ha spiegato che solo una parte dei lavori al ponte golenale sarà eseguita a traffico chiuso, mentre il rafforzamento delle pile potrà essere fatto a ponte aperto. E che in ogni caso il risultato finale sarà un ponte percorribile da tutti i mezzi. Resta da capire che destino avranno i fondi per i danni da sisma (5,9 milioni) se la Regione darà il proprio ok.
Francesco Romani
Dalla Voce di Mantova del 10 dicembre 2019
Ponte di San Benedetto: oggi il Prefetto incontra il comitato “Territorio, ambiente e infrastrutture”
MANTOVA Il Prefetto incontra il comitato “Vogliamo il ponte. Carolina Bellantoni ha infatti convocato, una riunione della terza Sezione “Territorio, ambiente e infrastrutture” della Conferenza Provinciale Permanente, per il pomeriggio di oggi in relazione alla situazione del Ponte di S. Benedetto Po, per cui si prevedono chiusure per lavori di risanamento da eseguire. L’incontro viene convocato per agevolare le interlocuzioni tra tutte gli Enti e le amministrazioni interessati dalle problematiche concernenti i lavori di risanamento del ponte di cui sopra.
9 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Nel presepe c'è il ponte «Anche i re Magi ne avranno bisogno»
San Benedetto Po - Si è presentato ieri in veste natalizia con l'imponente abete illuminato, gli addobbi dei portici e le luminarie in via Ferri e piazza Marconi. In particolare, ad attirare l'attenzione di tanti è stato il grande presepe allestito sul prato a fianco della basilica a cura di un gruppo di volontari che hanno avuto come riferimento l'associazione "Amici della Basilica". La novità di quest'anno è stata l'inserimento, fra i tradizionali personaggi della natività, del modellino del ponte sul Po, ora in costruzione. Anche i Re Magi - spiega un manifesto appeso alla balaustra del sagrato - hanno avuto bisogno del ponte per arrivare fino alla capanna. E in effetti sono collocati per ora ai piedi della struttura, vegliata dall'alto dalle due statue di san Pietro e san Paolo, in attesa di presentarsi al Bambinello. Non certo un'idea peregrina, questa del ponte, viste le speranze e le delusioni degli ultimi anni e le prospettive incerte a fronte della necessità di avere al più presto una infrastruttura viaria essenziale per i sambenedettini e tutto il territorio circostante. La riprova è venuta dai tanti commenti che già in questi primi giorni hanno dimostrato apprezzamento per il richiamo costituito dalla sagoma del ponte. Durante la giornata varie proposte, curate da alcune associazioni locali, hanno animato il centro storico. In mattinata, la corsa amatoriale dei Babbi Natale, organizzata da Il sogno di Vasco lungo le vie del paese, ha visto la partecipazione del sindaco Roberto Lasagna e di intere famiglie. In piazza molte bancarelle con oggettistica natalizia, artigianato, ma anche prodotti enogastronomici, come polenta, cotechino, castagne, vin brulè e cioccolateria. Il pomeriggio è stato completato dal Concerto degli Auguri, della Pro loco. Applausi al coro polifonico Polironiano e ai Cantori del Mattino di Noceto, diretti da Davide Nigrelli, coi solisti Aurora Manfredi al liuto, Emanuel Tagliaferri al cromorno basso, Aldo Boccacci al flauto, Pier Paolo Buti all'organo. Oriana Caleffi
6 dicembre 2019 da Voce di Mantova
“Tutto il territorio a rischio Speriamo nella Prefettura”
L’appello del sindaco Lasagna: “Gli enti e la Provincia ci mettano nelle condizioni di valutare il bypass del ponte. Siamo alla frutta”
SAN BENEDETTO PO - La convocazione del tavolo da parte della Prefettura per discutere delle questioni future e attuali legate al ponte sul Po, viene accolta in Comune con speranza e, anche, con un certo sollievo. Con la speranza, da parte del sindaco Roberto Lasagna, che la questione del bypass possa venire ripresa in mano e analizzata da parte di tutti gli attori coinvolti. Attori che saranno numerosi: oltre al Comune, anche la Provincia, la Regione, la Soprintendenza, Aipo e il comitato Vogliamo il ponte, che da tempo si batte perché gli interventi sul manufatto tra Bagnolo e San Benedetto si concludano quanto prima e, ultimamente, anche perché venga realizzato il bypass sostitutivo della chiusura del viadotto per tre mesi. Non sarà invece presente Toto Costruzioni, la società abruzzese che sta eseguendo i lavori di costruzione del nuovo ponte sul Po. «Speriamo davvero - afferma Lasagna - che il tavolo permanente convocato dalla Prefettura possa portare a qualche risultato. Vorrei che quello fosse il contesto giusto per cercare di spronare la Provincia ad aprire un dialogo sulla possibilità di realizzare il bypass. Dal canto nostro, come Comune, siamo disposti e disponibili ad attivarci in prima persona anche realizzando uno studio di fattibilità. Certo però la Provincia ci deve mettere nelle condizioni di poterlo fare e magari, in tal senso, sarebbe gradito un aiuto economico. Proprio sul versante economico - prosegue Lasagna - si potrebbe coinvolgere anche la Regione, che potrebbe dare concretamente una mano ad evitare che il nostro territorio diventi un deserto. Perché qui è di questo che stiamo parlando: è bastata la chiusura del ponte per otto giorni (in occasione della piena del Po della settimana scorsa, ndr), per trovarci nel bel mezzo di una situazione molto difficile. Per creare tale situazione sono bastati otto giorni. Figuriamoci con una chiusura di tre mesi consecutivi: rischiamo davvero la desertificazione del nostro territorio. E vorrei anche aggiungere - conclude Lasagna - che i tre mesi, per quanto ci riguarda, sono solo ipotetici. Perché finora tutti i cronoprogrammi sono stati disattesi e di conseguenza non possiamo di certo essere sicuri che alla fine si tratterà di realmente di tre mesi. Qui ne va di tutto il territorio: speriamo nella Prefettura». Nel frattempo ieri un camion è rimasto incastrato all’imbocco del ponte, ristretto dai guard rail dopo i danni del terremoto 2012. Disagi per il traffico e carabinieri sul posto per risolvere la situazione. L’ultimo caso di un camion in tali condizioni risale solo a l’altroieri: due volte in due giorni.
6 dicembre 2019
6 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Tir cerca di passare tra le strettoie sul ponte
Traffico bloccato
Il camionista di origini croate non aveva letto la segnaletica e ha spostato i guard-rail
In entrambi i sensi di marcia si sono formate lunghe code
San Benedetto Po. Il ponte che attraversa il Po non smette di cerare disagi. L'ennesimo tir si è incastrato tra i guard-rail che delimitano il transito.Con la notizia della riapertura del ponte dopo lo stop dovuto alla piena, gli automobilisti che attraversano il manufatto hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma ieri, nel primo pomeriggio, a creare problemi sono state le strettoie che delimitano l'accesso al ponte che rimane interdetto ai mezzi pesanti. Un camion vuoto, che viaggiava in direzione Mantova guidato da un uomo di origini croate, è rimasto incastrato. Sul posto i carabinieri di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito.L'autista, negativo all'alcool test, ha spostato di qualche metro la strettoia ma è riuscito da solo a uscire dal passaggio nel quale era rimasto bloccato perché non aveva letto la segnaletica.Chi era pronto ad attraversare il Grande Fiume si è ritrovato però in colonna. Il traffico è rimasto in tilt in entrambe le corsie di marcia per almeno un'ora. Per chi percorre il manufatto sul Po abitualmente, scene del genere non sono una rarità. «Il solito furbo» ha commentato qualcuno su Facebook mentre altri puntano il dito sulla segnaletica poco chiara soprattutto per un autista straniero. Alza le mani anche il sindaco Roberto Lasagna: «C'è sempre qualcuno che prova a passare. I problemi legati al ponte ci sono e continueranno».
Barbara Rodella
5 dicembre 2019 da Voce di Mantova
Anche il prefetto apre al bypass Una speranza per i pendolari Vertice il 10 dicembre con il comitato Vogliamo il ponte, Provincia e Toto Costruzioni. Bellantoni: valutare situazione e possibilità
SAN BENEDETTO PO - Anche il prefetto Carolina Bellantoni apre alla possibilità di realizzazione del bypass del ponte, che consentirebbe ai veicoli di attraversare il Po senza dover per forza imbarcarsi in lunghe deviazioni. La Prefettura ha infatti convocato per il prossimo 10 dicembre un vertice tra le parti, su richiesta del comitato “Vogliamo il ponte”, che da tempo si batte per la riapertura quanto più possibile rapida del manufatto e, oggi, anche per la realizzazione del bypass. All’incontro, oltre al prefetto e al comitato di San Benedetto, saranno presenti anche la Provincia, proprietaria del viadotto, e Toto Costruzioni, la società che sta costruendo il nuovo ponte. L’incontro è stato convocato per esaminare la situazione e favorire il dialogo tra le varie parti in causa. Nel frattempo, con la piena ormai passata, da più parti si ricomincia a pensare all’eventualità di realizzare il bypass. Oltre al vertice convocato dalla Prefettura per la prossima settimana, anche il Comune si sta muovendo. Se sull’eventualità di realizzazione del bypass la Provincia ha messo una pietra tombale, però, l’ente locale sta infatti lavorando per valutare se esista qualche possibilità alternativa. Il sindaco Roberto Lasagna ha infatti chiesto all’ufficio tecnico comunale di iniziare a lavorare per studiare l’eventuale fattibilità dell’opera. Le prossime settimane, in ogni caso, saranno decisive per le sorti del traffico in tutta la zona. Intanto il ponte tra Bagnolo San Vito e San Benedetto Po ha riaperto da meno di 48 ore e già tornano i “furbetti” che, sebbene a bordo di mezzi pesanti, tentano di percorrere il manufatto, nonostante la carreggiata sia stata ristretta con appositi guard-rail installati al centro della carreggiata. Il fatto è successo ieri poco prima delle 17, quando un camion stava tentando di immettersi sul ponte nella direzione da San Benedetto verso Mantova. Manovra, questa, impossibile proprio a causa dei guard-rail. L’autista, resosi conto che sarebbe andato a finire in un collo di bottiglia con conseguenze facilmente immaginabili, ha così inserito la retromarcia e avviato una serie di complicate manovre per compiere una inversione a U e tornare sui propri passi. Con, naturalmente, diversi disagi e difficoltà per gli altri mezzi in transito in quei frangenti. È infatti bene ricordare che il ponte ha sì riaperto al traffico dopo la piena del Po della scorsa settimana, ma in ogni caso le limitazioni ai mezzi pesanti istituite dopo il terremoto 2012 sono ancora in vigore e tali rimarranno fino al completamento dei lavori di realizzazione del nuovo manufatto sul Po.
Provincia di Mantova Determina 968/2019 del 06.12.2019
Conclusi i controlli della Provincia dopo la piena del Po: “Manufatto in ordine, le verifiche erano necessarie”
SAN BENEDETTO PO - Dopo otto giorni di passione, il ponte sul Po tra San Benedetto e Bagnolo è di nuovo transitabile. La riapertura è infatti avvenuta ieri alle 20 a seguito delle verifiche e dei controlli eseguiti dalla Provincia di Mantova. Controlli che, come spiega Palazzo di Bagno, erano necessari a seguito dell’importante piena che ha interessato il Grande Fiume la scorsa settimana. Insomma, almeno per ora la viabilità verso la Bassa (o almeno una parte della Bassa) torna alla normalità dopo otto giorni di chiusura totale del traffico. Tra sabato e domenica scorsi, infatti, la piena del fiume è passata. E nelle giornate successive, fino alle 18 di ieri, sul manufatto sono state eseguite diverse verifiche tese ad accertare che l’enorme quantità di acqua passata nel corso degli ultimi giorni, non avesse provocato alcun danno al ponte. Come noto, infatti, il ponte di San Benedetto già prima del terremoto del 2012 aveva fatto registrare problemi. Poi il terremoto aveva peggiorato la situazione, fino alla decisione di realizzare un ponte nuovo di zecca. Durante i lavori attualmente in corso, il passaggio della piena e quindi la decisione di eseguire un check volto a scongiurare eventuali danni provocati proprio dall’imponente passaggio di acqua durato diversi giorni la scorsa settimana. Nella nota diffusa ieri dalla Provincia, un paio d’ore prima della riapertura, Palazzo di Bagno sottolinea che “la chiusura al traffico era doverosa e giustificata visto che la piena è stata di portata importante ed ha interessato una struttura già ammalorata in conseguenze del terremoto del 2012”. E, sempre Palazzo di Bagno, sottolinea un ulteriore dettaglio, riferito in questo caso all’idea, di recente maturata da più parti, di realizzare un bypass che evitasse di chiudere il ponte per tre mesi di fila, prossimamente, al fine di consentire la conclusione dei lavori. Specifica la nota della Provincia: “Si sottolinea anche che tutta l’area golenale, inclusi i piazzali di prefabbricazione del nuovo ponte che è in fase di realizzazione, sono stati sommersi dal fiume. Anche il sedime dell’ipotetico by-pass è stato invaso dall’acqua del Po: condizione questa già di per sé sufficiente per escludere qualsiasi ipotesi di una simile realizzazione peraltro già bocciata il 28 ottobre scorso definitivamente dalla Provincia di Mantova, ente che è unica stazione appaltante dell’opera”. Nel frattempo, nel corso degli ultimi giorni, tra San Benedetto e Bagnolo avevano iniziato a circolare nefaste previsioni, secondo cui il ponte sarebbe rimasto chiuso da ora - causa piena - fino alla fine dei lavori. Fortunatamente, invece, il ponte è stato riaperto ieri sera.
Giovanni Bernardi
4 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Il Comune ora pronto a progettare il bypass, coinvolta anche la Regione
La Provincia replica al Comitato: «L'area del raccordo sommersa dalla piena»
Riaperto ieri sera il ponte
Già ripresi i lavori al cantiere
San Benedetto Po. Dopo otto giorni di stop, da ieri sera alle 20 il ponte sul Po è stato riaperto al traffico leggero, con le limitazioni già esistenti. La chiusura era stata disposta il 25 novembre scorso il coincidenza con l'approssimarsi dell'ondata di piena, la quinta in ordine di importanza degli ultimi cento anni. Un evento di carattere eccezionale che ha imposto cautelativamente una lunga chiusura ed una verifica delle strutture, danneggiate dal terremoto del 2012, prima di procedere a farvi ritornare il traffico. Sul cantiere della Toto costruzioni, la ditta che sta procedendo al lavoro di riqualificazione, ieri sono tornati gli operai per predisporre la riapertura.La chiusura, pur di una sola settimana, ha generato forti disagi per i cittadini dell'area tributaria del ponte, circa 50mila residenti, oltre a duemila aziende. Costi e tempi di percorrenza maggiori per raggiungere il capoluogo; crollo delle visite turistiche, stimata a San Benedetto in un meno 70%. Poiché il cronoprogramma dei lavori di riqualificazione prevede una chiusura totale al traffico nella parte finale del cantiere, stop che durerà almeno 3 mesi, la Toto costruzioni aveva proposto un bypass, strada di raccordo provvisoria che passando sul proprio cantiere rialzato avrebbe consentito di non stoppare il traffico, che avrebbe potuto utilizzare il nuovo ponte provvisorio. Una ipotesi che la Provincia ha bocciato «per motivi di rischio idraulico e viabilistico».Ma il Comune non demorde: «Se il problema è assumersi la responsabilità del tratto di bypass, noi non ci tiriamo indietro - spiega il sindaco Roberto Lasagna - . Prima di dare per scontato che non si può fare, vogliamo fare un ulteriore tentativo. Ho già dato incarico al mio ufficio tecnico di studiare il percorso. Vogliamo essere pronti con una soluzione che non penalizzi i cittadini nel caso si trovino i soldi per fare una sistemazione sismica al 100% del tratto in golena. In questa ipotesi il tempo di chiusura totale al traffico si allungherebbe, ma se c'è il bypass, la gente passerebbe lo stesso, aggirando il cantiere»."Apre" a questa ipotesi anche il consigliere regionale Antonella Forattini, che dice: «La Regione paghi uno studio di fattibilità in capo al Comune di San Benedetto Po . Poi si decida definitivamente». E il capogruppo M5S in Regione, il mantovano Andrea Fiasconaro spiega: «Credo sia sempre più urgente fare almeno uno studio di fattibilità del bypass. Al momento non c'è. Tra una settimana in consiglio discutiamo il bilancio di previsione 2020. Noi consiglieri ci siamo impegnati per chiedere fondi compensativi per attività produttive e cittadini a fronte della prossima prevista chiusura, ma possiamo anche impegnare Regione a cofinanziare studio di fattibilità bypass. Per avere una base di concretezza».Ma la Provincia, ieri ha ribadito di non ritenere fattibile il bypass, la cui prima ipotesi è stata già bocciata il 28 ottobre. Replicando al Comitato "Vogliamo il ponte" che attraverso una serie di foto durante la piena ha dichiarato che l'area è rimasta asciutta, ha risposto: «Si sottolinea anche che tutta l'area golenale, inclusi i piazzali di prefabbricazione del nuovo ponte che è in fase di realizzazione, sono stati sommersi dal fiume. Anche il sedime dell'ipotetico by-pass è stato invaso dall'acqua del Po: condizione questa già di per sé sufficiente per escludere qualsiasi ipotesi di una simile realizzazione peraltro già bocciata il 28 ottobre scorso definitivamente dalla Provincia di Mantova, ente che è unica stazione appaltante dell'opera».
Il ponte, chiuso il 25 novembre, è stato riaperto nella prima serata di ieri.
3 dicembre 2019 Pagina Facebook Provincia di Mantova
A questo punto per fugare ogni incomprensione siamo nuovamente a chiedere alla Provincia di mostrare tutte le carte e la documentazione tecnica. Sicuramente abbiamo una certezza che il Giornalista della Gazzetta Sig. Romani potrà documentare la telefonata intercorsa col tecnico.
3 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
San Benedetto. E sul bypass si apre un altro spiraglio. Il consulente: «Con un progetto di gestione, si può valutare l'idea» Ponte sul Po ancora chiuso, cresce l'attesa
san benedetto Po. Sono state eseguite ieri le prove tecniche sul ponte che scavalca il Po. Il viadotto, chiuso cautelativamente da lunedì 25 in concomitanza con l'arrivo dell'ondata di piena, è stato esaminato attraverso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena. Nella giornata di oggi la Provincia scioglierà i dubbi su quando riaprire.Torna poi d'attualità il bypass, la strada provvisoria che permetterebbe di aggirare il cantiere evitando i mesi di chiusura al traffico. Dal punto di vista idraulico, la zona dove sorgerebbe è allagabile, anche se è rimasta asciutta nella piena. Per questo è stata bocciata dalla Provincia, suscitando numerose proteste. Contattato telefonicamente, il professor Francesco Ballio, docente di idraulica al Politecnico di Milano, uno dei tre consulenti ai quali la Provincia ha chiesto un parere, spiega: «Se dimostriamo che quella zona fluviale ha bassissima possibilità di essere allagata e che, con determinati sistemi, possiamo gestire quello che tecnicamente si chiama un guado, si può fare. Ma bisogna ragionare bene su questa cosa oppure costruirlo in maniera diversa».Ma allora perché bocciare il progetto? «In realtà non mi è stato sottoposto un progetto - prosegue il docente - Fondamentalmente mi hanno detto che l'idea era costruire una strada a quota di alveo fluviale e la risposta è no. Dopodiché, se a questo progetto viene allegata una relazione di gestione, se siamo tutti d'accordo, se la protezione civile è d'accordo, se sappiamo come chiudere in caso di pericolo, allora va bene. Precisando chi ha la responsabilità di fare e cosa. Le cose si possono fare in tanti modi, basta ci sia la procedura giusta. Non si può fare uno svincolo dentro un alveo, anche se viene allagato raramente. Ma stiamo parlando di un'opera provvisoria, non definitiva».Per Ballio, dunque, se ne può parlare, aprendo un tavolo: «I pareri a noi chiesti sono stati gestiti in estrema urgenza. Forse nessuno ha avuto il tempo di presentare quello che doveva. E non so perché ci fosse questa urgenza. Non entro nel merito amministrativo della questione, ma sono del parere che la popolazione debba avere il massimo beneficio da tutte le strutture possibili. E la chiusura totale del ponte è un grosso problema. Dobbiamo evitarla capendo come fare. Se succede qualcosa, di chi è la responsabilità? Il progetto non lo precisava. Non possiamo creare un'opera che si allaga e nessuno viene avvisato». E la conclusione è chiara: «Io non ritengo il bypass impossibile. Quella è una zona in cui si può anche fare, ne abbiamo parlato con la Provincia. Ma per come è stato presentata l'idea, non c'erano le condizioni per poterla mettere in pratica». --Francesco Romani
3 dicembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Bilancio a una settimana dallo stop alle auto
Economia colpita, odissee per i pendolari
San Benedetto conta i danni dell'isolamento
«In questi giorni addio al 70% di turisti»
il casoPer tutta la giornata, ieri, è rimasta viva e piena di ansia l'attesa della decisione della Provincia sulla riapertura del ponte, condizionata a un sopralluogo in loco. La settimana di chiusura a causa della piena del Po, se può essere considerata quasi una prova della futura interruzione per il completamento dei lavori, è servita, senza ombra di dubbio, a far emergere tutte le criticità connesse alla viabilità, al danno economico e alla sensazione psicologica di isolamento che alimenta diffidenza e paura. Lo dimostra il crollo del 70% delle presenze turistiche nello scorso weekend, che ha drasticamente interrotto un afflusso, registrato sempre in crescita dal 14 settembre, inizio della mostra su Giulio Romano. «Un dato davvero sconfortante - commenta l'assessore alla cultura Vanessa Morandi - che non lascia molti dubbi sulle cause di questa inversione di tendenza. L'unica speranza è la riapertura a breve per la ripresa del trend abituale». Il sindaco Roberto Lasagna sottolinea l'apprensione costante dei suoi concittadini, che si è manifestata con moltissime telefonate, specialmente nella giornata di ieri. «La situazione della viabilità è veramente critica - dice Lasagna- se, per la chiusura del ponte, alcuni hanno scelto l'argine del Po verso Portiolo e Motteggiana, hanno dovuto affrontare una strada in parte dissestata e in molte parti prospiciente il fiume senza la protezione del guard-rail, quindi molto pericolosa nel caso della piena dei giorni scorsi. Se altri, invece, hanno optato per l'autostrada, hanno dovuto mettere in conto code chilometriche sulla Romana per entrare al casello di Bagnolo e altre code per gli incidenti o per i lavori di asfaltatura in corso, che hanno allungato il viaggio all'inverosimile».Lo ha provato sulla sua pelle pure Doriana Zucchi, insegnante dell'Istituto Bonomi-Mazzolari. «Al mattino - dice - faccio l'argine per timore di arrivare a scuola in ritardo; al ritorno prendo l'autostrada con tutte le incognite del caso, senza contare l'aumento del costo del rifornimento, che in una settimana mi è costato 74 euro». Su quest'ultimo aspetto mette in luce i disagi sociali ed economici Alberto Bernardelli, che con il cugino gestisce l'unico distributore sulla Romana ancora con personale di servizio. «Viene l'amaro in bocca - spiega - a pensare che dopo un quarto di secolo non abbiamo ancora il ponte. Per questo non si può che far appello al senso di responsabilità della Provincia e della Toto, perché non lascino morire il paese. Chi ha un lavoro al di là del Po, magari cerca casa altrove, tuttavia con la chiusura soffrono tutte le attività, che vengono a mancare del riciclo dell'utenza. Anch'io ho visto diminuire la vendita di metano e gpl, mentre ha tenuto per ora quella della benzina perché i sambenedettini, costretti a percorrere più chilometri, hanno dovuto fare rifornimento più spesso. Ma questo va a incidere sui bilanci delle famiglie». Una situazione veramente difficile da gestire, soprattutto nella prospettiva di una chiusura per i lavori sul tratto in golena che dovesse durare per mesi. «Già in questi giorni - conclude il sindaco - l'attesa non era tanto rivolta alla decrescita del fiume quanto alla riapertura del ponte. Per questo lo sforzo maggiore è stato quello di dare una corretta informazione ai cittadini, rassicurandoli che l'interruzione della viabilità era solo perla piena».
Oriana Caleffi
Dalla Voce di Mantova del 3 dicembre 2019
Viadotto ancora chiuso: cresce la paura della riapertura solo dopo i lavori
La piena del Po è passata ma ancora nessuna notizia sulla revoca della chiusura. In corso i controlli per verificare lo stato della struttura
SAN BENEDETTO PO - Il ponte di San Benedetto resta chiuso: in questi giorni sono in corso delle verifiche alla struttura ma ancora non si sa quando potrà riaprire e tra i cittadini iniziano a girare voci su una sua possibile chiusura fino al termine dai lavori, quindi indicativamente in estate. Per ora sono solo dubbi e voci di popolo ma in assenza di riscontri ufficiali la preoccupazione resta una costante per chi utilizza - o vorrebbe utilizzare - il ponte per gli spostamenti. Di ieri la notizia, diramata dalla Provincia di Mantova, su una serie di controlli che sarebbero ora in corso per per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena del Po. Piena che, come noto, ha imposto la chiusura del ponte di San Benedetto così come di tante altre infrastrutture che negli ultimi giorni sono state via via riparte con l’abbassarsi del livello del Grande Fiume. Situazione diversa, però per il ponte di San Benedetto per il quale ancora una data di apertura - anche ipotetica - tarda ad arrivare con il solo annuncio di controlli in corso. Proprio questo ritardo in paese, ma anche tra i tanti automobilisti che ogni giorno attraversano il ponte, sta iniziando a preoccupare sulle sorti della struttura sul Po: diverse, infatti, le voci che si starebbero rincorrendo su una possibile chiusura del ponte fino alla conclusione dei lavori previsti dalla Provincia. Un’ipotesi che, ovviamente, sta destando preoccupazione tra la popolazione che, in caso di chiusura del ponte, dovrebbe destreggiarsi tra disagi, viabilità modificata e mesi di difficoltà negli spostamenti: problemi che si andrebbero a sommare a quelli, inevitabili, del periodo lavori al ponte che dovrebbero, secondo le previsioni, aprirsi in primavera per poi concludersi nell’arco di circa tre mesi. Paure che ora restano solo voci senza alcuna conferma ma che non farebbero altro che mettere in bilico una situazione già di per sè delicata. Non resta, dunque che attendere la conclusione delle verifiche dal parte della Provincia per conoscere il destino del ponte sul Po e della sua riapertura nella speranza che possa avvenire il prima possibile così da arrecare il minor danno possibile alla viabilità.
3 dicembre 2019 Pagina Facebook Provincia di Mantova
Dalla Gazzetta di Mantova del 3 dicembre 2019
San Benedetto. E sul bypass si apre un altro spiraglio. Il consulente: «Con un progetto di gestione, si può valutare l'idea» Ponte sul Po ancora chiuso, cresce l'attesa
san benedetto Po. Sono state eseguite ieri le prove tecniche sul ponte che scavalca il Po. Il viadotto, chiuso cautelativamente da lunedì 25 in concomitanza con l'arrivo dell'ondata di piena, è stato esaminato attraverso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena. Nella giornata di oggi la Provincia scioglierà i dubbi su quando riaprire.Torna poi d'attualità il bypass, la strada provvisoria che permetterebbe di aggirare il cantiere evitando i mesi di chiusura al traffico. Dal punto di vista idraulico, la zona dove sorgerebbe è allagabile, anche se è rimasta asciutta nella piena. Per questo è stata bocciata dalla Provincia, suscitando numerose proteste. Contattato telefonicamente, il professor Francesco Ballio, docente di idraulica al Politecnico di Milano, uno dei tre consulenti ai quali la Provincia ha chiesto un parere, spiega: «Se dimostriamo che quella zona fluviale ha bassissima possibilità di essere allagata e che, con determinati sistemi, possiamo gestire quello che tecnicamente si chiama un guado, si può fare. Ma bisogna ragionare bene su questa cosa oppure costruirlo in maniera diversa».Ma allora perché bocciare il progetto? «In realtà non mi è stato sottoposto un progetto - prosegue il docente - Fondamentalmente mi hanno detto che l'idea era costruire una strada a quota di alveo fluviale e la risposta è no. Dopodiché, se a questo progetto viene allegata una relazione di gestione, se siamo tutti d'accordo, se la protezione civile è d'accordo, se sappiamo come chiudere in caso di pericolo, allora va bene. Precisando chi ha la responsabilità di fare e cosa. Le cose si possono fare in tanti modi, basta ci sia la procedura giusta. Non si può fare uno svincolo dentro un alveo, anche se viene allagato raramente. Ma stiamo parlando di un'opera provvisoria, non definitiva».Per Ballio, dunque, se ne può parlare, aprendo un tavolo: «I pareri a noi chiesti sono stati gestiti in estrema urgenza. Forse nessuno ha avuto il tempo di presentare quello che doveva. E non so perché ci fosse questa urgenza. Non entro nel merito amministrativo della questione, ma sono del parere che la popolazione debba avere il massimo beneficio da tutte le strutture possibili. E la chiusura totale del ponte è un grosso problema. Dobbiamo evitarla capendo come fare. Se succede qualcosa, di chi è la responsabilità? Il progetto non lo precisava. Non possiamo creare un'opera che si allaga e nessuno viene avvisato». E la conclusione è chiara: «Io non ritengo il bypass impossibile. Quella è una zona in cui si può anche fare, ne abbiamo parlato con la Provincia. Ma per come è stato presentata l'idea, non c'erano le condizioni per poterla mettere in pratica». --Francesco Romani
Dalla Gazzetta di Mantova del 3 dicembre 2019
Bilancio a una settimana dallo stop alle auto
Economia colpita, odissee per i pendolari
San Benedetto conta i danni dell'isolamento
«In questi giorni addio al 70% di turisti»
il casoPer tutta la giornata, ieri, è rimasta viva e piena di ansia l'attesa della decisione della Provincia sulla riapertura del ponte, condizionata a un sopralluogo in loco. La settimana di chiusura a causa della piena del Po, se può essere considerata quasi una prova della futura interruzione per il completamento dei lavori, è servita, senza ombra di dubbio, a far emergere tutte le criticità connesse alla viabilità, al danno economico e alla sensazione psicologica di isolamento che alimenta diffidenza e paura. Lo dimostra il crollo del 70% delle presenze turistiche nello scorso weekend, che ha drasticamente interrotto un afflusso, registrato sempre in crescita dal 14 settembre, inizio della mostra su Giulio Romano. «Un dato davvero sconfortante - commenta l'assessore alla cultura Vanessa Morandi - che non lascia molti dubbi sulle cause di questa inversione di tendenza. L'unica speranza è la riapertura a breve per la ripresa del trend abituale». Il sindaco Roberto Lasagna sottolinea l'apprensione costante dei suoi concittadini, che si è manifestata con moltissime telefonate, specialmente nella giornata di ieri. «La situazione della viabilità è veramente critica - dice Lasagna- se, per la chiusura del ponte, alcuni hanno scelto l'argine del Po verso Portiolo e Motteggiana, hanno dovuto affrontare una strada in parte dissestata e in molte parti prospiciente il fiume senza la protezione del guard-rail, quindi molto pericolosa nel caso della piena dei giorni scorsi. Se altri, invece, hanno optato per l'autostrada, hanno dovuto mettere in conto code chilometriche sulla Romana per entrare al casello di Bagnolo e altre code per gli incidenti o per i lavori di asfaltatura in corso, che hanno allungato il viaggio all'inverosimile».Lo ha provato sulla sua pelle pure Doriana Zucchi, insegnante dell'Istituto Bonomi-Mazzolari. «Al mattino - dice - faccio l'argine per timore di arrivare a scuola in ritardo; al ritorno prendo l'autostrada con tutte le incognite del caso, senza contare l'aumento del costo del rifornimento, che in una settimana mi è costato 74 euro». Su quest'ultimo aspetto mette in luce i disagi sociali ed economici Alberto Bernardelli, che con il cugino gestisce l'unico distributore sulla Romana ancora con personale di servizio. «Viene l'amaro in bocca - spiega - a pensare che dopo un quarto di secolo non abbiamo ancora il ponte. Per questo non si può che far appello al senso di responsabilità della Provincia e della Toto, perché non lascino morire il paese. Chi ha un lavoro al di là del Po, magari cerca casa altrove, tuttavia con la chiusura soffrono tutte le attività, che vengono a mancare del riciclo dell'utenza. Anch'io ho visto diminuire la vendita di metano e gpl, mentre ha tenuto per ora quella della benzina perché i sambenedettini, costretti a percorrere più chilometri, hanno dovuto fare rifornimento più spesso. Ma questo va a incidere sui bilanci delle famiglie». Una situazione veramente difficile da gestire, soprattutto nella prospettiva di una chiusura per i lavori sul tratto in golena che dovesse durare per mesi. «Già in questi giorni - conclude il sindaco - l'attesa non era tanto rivolta alla decrescita del fiume quanto alla riapertura del ponte. Per questo lo sforzo maggiore è stato quello di dare una corretta informazione ai cittadini, rassicurandoli che l'interruzione della viabilità era solo perla piena».
Oriana Caleffi
2 dicembre 2019 OglioPoNews.it
Torre d'Oglio, alle 18
riapre il ponte chiuso per la piena Per quanto riguarda il ponte di San Benedetto sono in corso una serie di
controlli per verificare che la struttura sia integra e nelle stesse condizioni
di prima del passaggio della piena del Po. Concluse le opportune verifiche,
sarà programmata la riapertura
TORRE D’OGLIO –
Provincia di Mantova comunica che dalle ore 18 di lunedì 2 dicembre 2019,
riapre alla circolazione il ponte di Torre d’Oglio lungo la Sp 57 tra Cesole e
San Matteo delle Chiaviche. Per quanto riguarda il ponte di San Benedetto sono
in corso una serie di controlli per verificare che la struttura sia integra e
nelle stesse condizioni di prima del passaggio della piena del Po. Concluse le
opportune verifiche, sarà programmata la riapertura.
Dalla Gazzetta di Mantova del 2 dicembre 2019
Dall'Oglio Po a Sermide, 160 persone al giorno hanno sorvegliato il Mantovano
Fontanazzi, evacuazioni e salvataggi: promossa l'organizzazione sul territorio
La piena è quasi un ricordo
Per la protezione civile giorni di sacrifici e gloria
La piena del Po e dei suoi affluenti sta lentamente lasciando il Mantovano. A mano a mano si torna alla normalità, dopo una settimana all'insegna dell'emergenza. Per gli abitanti del Basso Mantovano e dell'Oglio Po, prima di tutto, che hanno dovuto convivere con una viabilità rivoluzionata a causa dei vari ponti chiusi (San Benedetto e Torre d'Oglio gli ultimi a restare off limits), e anche dei disagi causati da allagamenti, o persino dall'ordine di evacuare (per chi vive in golena). Ma la settimana appena trascorsa è stata impegnativa soprattutto per gli uomini della protezione civile. Volontari chiamati a governare l'emergenza, a monitorare, informare, intervenire laddove ce ne fosse bisogno, per bloccare l'emorragia di un fontanazzo o liberare uno scantinato dall'acqua. Circa 160 al giorno, coordinati dalla Provincia e dalla sala operativa della prefettura dove si alternavano, "h 24", cinque persone tra cui Sandro Bellini, referente provinciale della Protezione civile. Protagoniste, dunque, le associazioni di protezione civile: la Oglio Po nel Viadanese, il gruppo comunale di Pomponesco, la Torre d'Oglio di Marcaria, la Sirio di Borgo Virgilio, la Padus per Serravalle, Sustinente e Ostiglia, il gruppo Città di Suzzara, la Vedetta di Motteggiana, il gruppo Polirone tra San Benedetto e Moglia, l'associazione Terre dei Gonzaga nel Destra Secchia.«Una piena lenta, che ha provato il territorio - dice Bellini - uno degli impegni maggiori è stato per i fontanazzi, poi per le evacuazioni». Giorni clou, da martedì a venerdì. «Ma tutto è andato bene - commenta Bellini - questa è stata la prima piena in cui è stata provata sul campo una nuova organizzazione dei volontari in base al territorio, frutto di un'intesa tra Provincia e Aipo. Ogni zona aveva un gruppo di volontari con un referente che segnalava a un funzionario idraulico dell'Aipo i problemi che si presentavano». Non è stato necessario chiedere l'intervento delle sei colonne mobili (gruppi di 19 persone, sempre reperibili in caso di emergenza). Bene anche la comunicazione in tempo reale con la popolazione: alcuni gruppi di volontari hanno usato la propria pagina Facebook (con boom di visualizzazioni), in altre zone sono entrati in funzione i sistemi d'allerta via cellulare».
Dalla Gazzetta di Mantova del 1 dicembre 2019
Decine di foto del comitato dimostrano che l'area non è stata invasa dall'acqua
«Lì un'inondazione solo nel Duemila. Il no al progetto è stato una forzatura»
Superato il test della piena
Si riaccende l'ipotesi bypass
SAN BENEDETTO PO. La quinta piena in ordine di importanza dell'ultimo secolo lascia all'asciutto l'area golenale dove era stato studiato il bypass, un raccordo stradale per aggirare il cantiere. Un jolly che i sostenitori dei pochi metri d'asfalto che avrebbe consentito di evitare l'isolamento della Bassa durante i lavori finali al ponte (almeno tre mesi di chiusura totale con disagi e danni notevoli), si giocano subito. Convinti da sempre, come anche molti sindaci e cittadini della Bassa, che la bocciatura di questa soluzione da parte della Provincia sia stata una mossa strumentale, scarsamente giustificata dalla reale situazione. La situazione è nota. Il cantiere conclusivo dei lavori di riqualificazione del ponte, oltre 36 milioni di euro, prevede la demolizione e ricostruzione del tratto in golena e lo spostamento nella sede definitiva delle due arcate del nuovo ponte metallico che sostituirà quello in alveo. Una fase che prevede la chiusura totale al traffico di almeno tre mesi. La nuova struttura sarà, però, posizionata su piloni provvisori a valle del ponte attuale. L'ipotesi della Toto costruzioni per minimizzare i disagi ai residenti era di creare sul lato di San Benedetto una strada di raccordo fra la viabilità ordinaria (strada Romana) ed il ponte in sede provvisoria. Il cosiddetto bypass sarebbe passato sotto il ponte attuale, per risalire sull'argine maestro e da qui, attraversando la piattaforma rialzata (piazzale ex Rondelli), sarebbe arrivato al ponte in sede provvisoria attraverso un piccolo manufatto metallico.Ma una stringata nota dell'Area Lavori Pubblici della Provincia, sottoscritta da tre "esperti" il 28 ottobre scorso, ha messo una pietra tombale sulle aspettative dei 50mila residenti d'Oltrepò. Il bypass proposto dalla Toto costruzioni è stato valutato negativamente «dal punto di vista idraulico e della sicurezza della viabilità».«La Provincia - spiega Paolo Lavagnini, esponente del Comitato - per fare la valutazione idraulica non ha nemmeno chiesto all'Aipo, l'Agenzia interregionale per il Po. L'unico ente che ha veramente voce in capitolo per dire se un'opera in golena si può fare o no». Senza il necessario parere dell'Aipo, la Provincia ha chiesto una consulenza a un esperto di idraulica, Francesco Ballio, professore al Politecnico di Milano. «Noi non abbiamo mai contestato la competenza dei consulenti della Provincia - prosegue Lavagnini -. Ma vivendo a San Benedetto Po conosciamo da vicino la situazione del fiume. La Provincia non ha chiesto a sindaci e cittadini che cosa succede durante le piene. Noi in questi giorni abbiamo scattato decine di foto che mostrano che il tracciato è rimasto asciutto, salvo lo sbancamento provvisorio per il varo del ponte, tant'è che la Toto ci ha parcheggiato i suoi mezzi. Infatti si è inondato solo nel Duemila. E in ogni caso, visto che è stato chiuso precauzionalmente il ponte principale, si poteva chiudere anche il bypass durante la piena. Forse la decisione era già stata presa, ma non abbassiamo la guardia».
Dalla Voce di Mantova del 30 novembre 2019
Ancora lento, ma il Po è in calo A S.Benedetto il ponte resta chiuso
Gli evacuati passano da 147 a 126: rientreranno a giorni Aipo e protezione civile in allerta anche per tutto il weekend
MANTOVA Costante, anche se lento. È innegabile che il livello del Po, da tre giorni a questa parte, stia diminuendo. Ma si tratta di una riduzione dei livelli di certo non rapida, che sta tenendo in allerta Aipo, forze dell’or dine e Prefettura per un lasso di tempo forse maggiore rispetto a quanto si è verificato nel corso di altre piene. Se in altre occasioni, infatti, la piena era passata in modo piuttosto veloce, ora invece la decrescita è più lenta. Tanto che, come conferma Aipo stessa, i propri operatori rimarranno in attività anche per tutto il weekend fino a lunedì. Il vantaggio di tale lenta riduzione dei livelli del fiume sta nel fatto che, per lo meno, ci sono anche meno rischi di erosione e di danneggiamento degli argini. In ogni caso la situazione, nonostante il calo, viene tenuta sotto controllo. Già nella notte appena trascorsa l’allerta legata ai livelli del Po sia passata da elevata a moderata sia a Borgoforte che a Sermide. Al momento di andare in stampa, poco prima delle 23, il livello di criticità era ancora rosso. La lentezza con cui la piena sta transitando è dovuta all’Adriatico, che ha iniziato a ricevere le acque del fiume in modo consistente solamente nel corso delle ultime ore, provocando la difficoltà di riduzione dei livelli del Po. Il numero dei fontanazzi cala, ma comunque il fenomeno rimane presente in varie località: a Torricella (Motteggiana), Riva (Suzzara),Boccabassa (Viadana), Pomponesco, Campitello e Sant’Alberto (Marcaria), Sacchetta (Sustinente), Serravalle, Scorzarolo (Borgo Virgilio), Portiolo (San Benedetto), Revere e Pieve di Coriano. La protezione civile, insieme al personale Aipo, sta tenendo attentamente monitorati proprio i fontanazzi, anche se il fenomeno dovrebbe velocemente diminuire con la riduzione dell’importante volume d’ac qua in transito lungo il Po. Per quanto riguarda i ponti, la situazione non cambia: rimane chiuso, oltre al ponte di barche di Torre d’Oglio e al ponte di Calvatone, solamente il ponte di San Benedetto. Quest’ultimo infatti, oltre ai problemi legati al terremoto, presenta il cantiere di realizzazione del nuovo manufatto. Una situazione che, dunque, necessita di particolare attenzione. In lieve calo anche il numero degli evacuati, da 147 a 126 così distribuiti: 10 a Formigosa, 13 a San Benedetto, 23 a Viadana, 8 a Borgo Virgilio, 12 a Quistello, 7 a Governolo, 6 a Gazzuolo, 7 a Ostiglia, 4 a Suzzara, uno a Motteggiana, 13 a Quingentole, 22 persone a Sermide e Felonica. Rimangono off limits anche tre allevamenti (bovini e suini) che, tra Motteggiana e Suzzara, erano stati evacuati ancora mercoledì.
Dalla Gazzetta di Mantova del 30 novembre 2019
La fase d'emergenza continua. L'attraversamento del Grande fiume a San Benedetto chiuso almeno fino a lunedì
Il Po si ritira, restano i problemi
Ponti fragili, argini ancora da rialzare
Francesco Romanimantova. La quinta piena del Po in ordine di importanza dell'ultimo secolo sfila lentamente della nostra provincia e si porta verso il Delta. Le quote lentamente scendono (2 cm l'ora) e l'acqua si ritira dalle golene. Un rientro nell'alveo che per essere completato richiederà ancora una settimana, stando alle stime che considerano anche le nuove piogge. Ma di certo la fase emergenziale acuta è alle spalle. Il colmo di piena che ha messo a dura prova arginature e persone ha raggiunto quota 8 metri e 60 a Borgoforte facendo scattare evacuazioni (quasi 150, ieri scese a 126 oltre a 11 attività e 3 allevamenti) e rendendo necessaria la chiusura di tre importanti ponti (Viadana, Dosolo e San Benedetto) che hanno letteralmente tagliato in due la provincia. Un problema aperto, che nel prossimo futuro andrà affrontato, così come le quote arginali che per alcuni tratti sono ancora ribassate.Il bilancio della piena è sicuramente positivo per l'impegno di istituzioni e volontari. La nuova organizzazione nata nel 2018 ha fatto la sua prova generale con questa emergenza. «Circa 160 ogni giorno - spiegano dalla Provincia che attraverso il proprio settore guidato da Sandro bellini ha coordinato gli interventi - i volontari che ogni giorno da martedì si sono alternati sulle sponde del fiume». Un impegno notevole, che ha visto nella fase culminante l'apertura della sala operativa in Prefettura. Sala che da stasera passerà in modalità operativa più leggera, rimanendo comunque operativa 24 ore al giorno sino a che non sarà tolta la dichiarazione di stato d'allerta.La piena 2019 ha messo sotto i riflettori la fragilità di una rete stradale nata in una delle provincie più ricche d'acqua d'Italia. Al "catasto ponti della Provincia di Mantova sono censite 536 strutture. Ponti e viadotti sono costantemente monitorati dal Settore strade. Ma la fragilità di alcune strutture e la vetustà di altre fa del Mantovano un gigante dai piedi d'argilla. Capace di essere messo in difficoltà da una piena che ha fatto chiudere cautelativamente i ponti sul Po di Viadana e Dosolo (su richiesta della Provincia di Reggio Emilia), ma anche quello di San Benedetto Po (danneggiato dal terremoto del 2012). Se i primi due sono già stati riaperti, per l'ultimo occorrerà attendere lunedì con un sopralluogo per verificare la riapertura. Restano chiusi al momento anche il ponte di Calvatone (struttura in ferro costruita 110 anni fa) e quello in barche di Torre d'Oglio (che è mobile e si alza e abbassa con il livello del fiume). Uno studio del 2016 di Eupolis indicava la vita operativa dei ponti mantovani sul Po in 15 anni.Infine sono diversi i tratti arginali non ancora adeguati alle massime piene. Per sette, la Regione ha stanziato 15 milioni di euro. Serviranno per rialzare un totale di circa 8 chilometri. Ma nonostante i 50 milioni di investimento negli ultimi anni, sono 77 invece i chilometri (su 235) al di sotto degli standard massimi di sicurezza. Per sistemarli servirebbero almeno altri 25 milioni e una decina d'anni di lavori.
27 novembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Prime ore di isolamento e S. Benedetto già soffre: «Fate presto a riaprire»
28 novembre 2019 Pagina Facebook Provincia di Mantova
26 novembre 2019
Dalla Gazzetta di Mantova del 26 novembre 2019
Dopo Torre d'Oglio e Calvatone, stop a San Benedetto Po. La prefettura: oggi off limits Dosolo e Viadana
Passa la piena, chiudono i ponti
La provincia è tagliata in due
BASSO MANTOVANO. È stato di massima allerta per la eccezionale piena del Po in transito nel Mantovano. Da ieri alle 13 è stata disposta precauzionalmente la chiusura del ponte di San Benedetto Po. Per questo resterà aperto lo svincolo di Mantova Sud dell'A22 che doveva essere sbarrato per lavori. Già operativa invece la chiusura del ponte in barche di Torre d'Oglio e di quello in ferro di Calvatone, sempre sull'Oglio. Interdette al transito anche tutte le strade golenali con i residenti raggiunti da ordine di evacuazione. La prefettura di Reggio Emilia ieri ha dato indicazioni di chiudere per oggi anche il ponte di Guastalla-Dosolo e di verificare, sempre nella giornata di oggi, lo stop a quello di Boretto-Viadana. La chiusura dovrebbe avvenire in due fasi: la prima riguarderà i tir, la seconda anche le auto. Chiusa, infine, la strada arginale Brescello-Luzzara.La lunga giornata che ha dato il via alle misure di emergenza è iniziata ieri mattina quando si è riunito in prefettura il centro di coordinamento soccorsi provinciale. Il Ccs ha esaminato la situazione e in serata ha fatto nuovamente il punto, sempre con il coordinamento del prefetto Carolina Bellantoni per aggiornare i livelli e le contromisure da intraprendere. Diverse le misure adottate. Tra le più importanti l'apertura dello stato di emergenza in concomitanza con il superamento del terzo livello di piena ("livello rosso") nella nostra provincia che si è verificato a partire dalle prime ore della notte scorsa. Oggi e domani sarà per questo aperta la sala operativa in prefettura per coordinare operatori ed enti che stanno lavorando all'emergenza piena. D'intesa con la prefettura di Reggio Emilia, oggi sarà disposta la chiusura del ponte di Dosolo, i cui lavori di sistemazione da cinque milioni di euro non sono ancora partiti, e forse lo stesso avverrà per quello di Viadana. «La condizione è che all'idrometro di Boretto si superino i sette metri e mezzo» spiega il presidente della Provincia di Mantova, Beniamino Morselli.Da ieri sera sono operative tutte le squadre di protezione civile dei Comuni sull'asta del Po e degli affluenti. Si farà servizio di vigilanza operativa 24 ore al giorno. Aperti anche i Centri operativi comunali (Coc) dei principali Comuni, da Viadana a Suzzara, a San Benedetto Po. Tutti pronti a scattare per il passaggio del colmo di piena che transiterà nella nostra provincia fra oggi e domani. La previsione è che si arrivi a una quota attorno agli otto metri e mezzo a Borgoforte, un livello raggiunto solo una decina di volte nel corso degli ultimi cento anni e con una frequenza sempre più ravvicinata negli ultimi decenni (2000, 2002, 2009, 2014, 2019). La piena del Po ha conseguenze immediate anche sui lavori di realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto. Da ieri mattina è stato disposto che l'impresa appaltatrice, il raggruppamento temporaneo Toto costruzioni generali - Vezzola spa, sospenda tutte le lavorazioni che prevedono attività nelle golene, provvedendo all'immediato allontanamento del personale e delle attrezzature che possono essere rapidamente mobilitate. Sgomberate le golene aperte con ordinanze dei sindaci. In particolare tutte le attività, come i tipici ristoranti, che si trovano nell'alveo del fiume hanno ricevuto l'ordine di evacuazione. Per i residenti, alcune amministrazioni hanno già emesso ordinanze, come Viadana e Dosolo. Altri, come Bagnolo San Vito e San Benedetto Po (area del cosiddetto Fortino), attendono l'evoluzione dei livelli del fiume. Oggi sarà la sala operativa a coordinare tutte le misure di prevenzione.La forte pressione derivante dall'aumento dei volumi d'acqua nel Po è forse all'origine di un trafilamento d'acqua avvenuto nel garage interrato di un condominio in via Villa Santa Maria a Viadana. Per svuotare l'invaso sotterraneo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Nella zona di Pomponesco si è intervenuti su alcuni pozzi di irrigazione dai quali usciva acqua in pressione.
Francesco Romani
Livelli analoghi a quelli del 2014, golene tutte allagate
Fra oggi e domani il colmo transiterà sul tratto mantovano
Fra i primi dieci eventi negli ultimi cento anni
mantova. Una piena eccezionale, fra le prime dieci negli ultimi cento anni. Quella che fra oggi e domani passerà nel tratto mantovano del Po si preannuncia come un'ondata di notevole portata e con caratteristiche in parte anomale. Il Grande fiume è salito a ritmi notevoli, inconsueti per una stagione come questa, quando generalmente sulle Alpi nevica e quindi le ondate di maltempo sono attenuate nella loro portata sui fiumi. Le alte temperature hanno invece trasformato tutte le precipitazioni in pioggia che si è riversata con tempi accelerati nel fiume a causa dei terreni ormai pieni d'acqua e incapaci di assorbirne altra. Terre trasformate in superfici impermeabili, in pratica, dove l'acqua in eccesso non è penetrata nel terreno, ma arrivata subito a fossi e canali. Una dinamica che gli esperti dell'Aipo, l'Agenzia interregionale per il Po, conoscono bene. Non a caso la preallerta era stata data per tempo. Guardando i pluviometri impazziti nei giorni scorsi in Piemonte, e conoscendo la situazione del bacino padano, avevano previsto una forte ondata di piena, che puntualmente si è formata iniziando a scendere dal Piemonte. «Stiamo parlando di una portata di 8.600 metri cubi d'acqua che ogni secondo transitano nel tratto mantovano del Po» spiega Marcello Moretti, responsabile dell'Aipo di Mantova.È lui che coordina la macchina tecnico operativa che garantisce la sicurezza idraulica delle nostre zone. Un compito non facile, poiché proprio il Mantovano è la chiusura della Val Padana, una sorta di imbuto dove si esercita la pressione idraulica dell'intero bacino del Po, oltre 70mila chilometri quadrati. Da San Benedetto Po al mare, il fiume è in pratica un fiume pensile che riceve solo le acque del Panaro. «Stimiamo sarà una piena analoga a quella del 2014 - prosegue Moretti -. Allora a Borgoforte i nostri idrometri hanno registrato una quota massima di otto metri e 82 centimetri. Nei prossimi giorni crediamo si starà leggermente al di sotto perché le portate di 5 anni fa erano superiori ai 9mila metri cubi al secondo, un po' di più di ora». Ma il fiume non è un orologio. Ogni piena fa storia a sé e se anche oggi i programmi che simulano l'andamento dell'onda sono sempre più sofisticati e precisi, l'esperienza insegna che le variabili possono incidere e di molto. Il fattore più importante sono le laminazioni, ovvero il fiume che si espande pian piano alzandosi di livello poiché entra in golene prima asciutte. Il fiume tende ad allargarsi e la sua crescita in altezza frena. Ma l'altra incognita sono le precipitazioni. «Dovrebbe piovere nuovamente mercoledì (domani per chi legge ndr) - conclude Moretti - vedremo che ripercussioni avrà sul fiume e sull'andamento della piena in atto»
Maltempo, la piena del Po attesa per mercoledì nel mantovano. Chiusi i ponti di San Benedetto e Calvatone
MANTOVA, 25 nov. - La piena del fiume Po in queste ore sta transitando in territorio emiliano e dovrebbe arrivare nel territorio mantovano mercoledì 27 novembre. Si tratta di un'ondata consistente, come avvertono dalla Prefettura.
Allo scopo, il Prefetto - che stamattina ha presieduto il Centro Coordinamento Soccorsi, che tornerà a rinursi in serata - ha disposto l'intensificazione del servizio di vigilanza idraulica lungo i tratti arginali, anche con il concorso dei volontari delle Associazioni Provinciali di Protezione Civile.
Inoltre, d'intesa con i partecipanti al tavolo, la Provincia di Mantova ha disposto la chiusura precauzionale, dal pomeriggio odierno, del ponte di San Benedetto Po e del ponte di Calvatone sul fiume Oglio.
All'incontro erano presenti, oltre al Prefetto, il Presidente della Provincia di Mantova, i vertici delle Forze di Polizia, il Comandante del 4° Reggimento Artiglieria Controaerei "Peschiera", rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell'Amministrazione Provinciale, di AREU-118 e dell'A.I.P.O, per un approfondimento delle criticità in atto.
Al momento il Po ha raggiunto alle ore 14.45 i 7 metri e 88 a Piacenza, mentre a Borgoforte il livello era a 6 metri e 36 alle 15, ma in salita con le golene già allagate anche a Viadana.
Arriva la piena del Po, dalle 13 chiude il ponte di San Benedetto
SAN BENEDETTO PO Chiuso al traffico dalle ore 13 di oggi lunedì 25 novembre 2019 il ponte di San Benedetto per l’ondata di piena del Po che è in corso. Lo stop riguarderà tutti i tipi di veicoli.
La circolazione sul manufatto lungo la SP ex SS 413 “Romana” tra i Comuni di Bagnolo S. Vito e di S. Benedetto Po sarà vietata sino a quando non vi saranno le condizioni necessarie per garantire la sicurezza del transito veicolare.
NUOVO PONTE DI SAN BENEDETTO, SOSPESE TUTTE LE LAVORAZIONI PER LA PIENA
Allontanati mezzi e persone
La piena del Po ha conseguenze immediate anche sui lavori di realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto. Da questa mattina infatti, è stato disposto che l’Impresa Appaltatrice, la R.T.I. Toto S.p.A. COSTRUZIONI GENERALI – VEZZOLA S.p.A. sospenda tutte le lavorazioni che prevedono attività nelle golene, provvedendo all’immediato allontanamento del personale e delle attrezzature che possono essere rapidamente mobilitate. Le attività riprenderanno non appena saranno cessate le ragioni stesse della sospensione. Con questa decisione Provincia di Mantova conferma ancora una volta la massima attenzione riservata alla sicurezza, sotto tutti i punti di vista.
Arriva la piena del Po: ponte di San Benedetto chiuso dalle 13
Ordinanza della Provincia: stop temporaneo per motivi di sicurezza stradale
MANTOVA. Chiusura temporanea per il ponte di San Benedetto a partire dalle 13 di oggi in attesa della piena. L'ordinanza è stata emessa dalla Provincia: "E' attualmente in corso un evento di piena del fiume Po ad elevata criticità che dovrebbe abbondantemente superare nel territorio mantovano la soglia 3 di allerta". Di qui la decisione per motivi di sicurezza stradale: chiusura al traffico dalle ore 13 di oggi lunedì 25 novembre 2019 il ponte di San Benedetto per l'ondata di piena del Po che è in corso. La circolazione sul ponte lungo la SP ex SS 413 "Romana" tra i Comuni di Bagnolo San Vito e di San Benedetto Po sarà vietata sino a quando non vi saranno le condizioni necessarie per garantire la sicurezza del transito veicolare.
23 novembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Viaggio infinito per Mantova: dalla Bassa addio agli istituti della città
SAN BENEDETTO PO – Chiude il ponte di San Benedetto: dalle 13 di oggi stop alla circolazione per tutti i veicoli a causa dell’ondata di piena del Po che si sta registrando proprio in queste ore. “La circolazione sul manufatto lungo la SP ex SS 413 “Romana” tra i Comuni di Bagnolo S. Vito e di S. Benedetto Po sarà vietata sino a quando non vi saranno le condizioni necessarie per garantire la sicurezza del transito veicolare”, si legge nell’ordinanza di chiusura emessa questa mattina dalla Provincia.
«Un provvedimento momentaneo, che avrà una durata di 24, massimo 48 ore, in attesa del colmo della piena previsto per domani – commenta il dirigente dell’Area Lavori Pubblici della Provincia, Giovanni Urbani; – in seguito alle indispensabili verifiche sui sensori, non appena tornerà tutto nella norma, riapriremo il ponte».
Al momento il livello del Po è di 5 metri sopra lo zero idrometrico, «ma domani raggiungerà i 6 metri» prosegue Urbani che, rivolgendosi ai fautori del by-pass del ponte, aggiunge sibillino: «Questa piena smentisce la teoria fantasiosa di qualcuno secondo la quale le golene non si allagano mai».
25 novembre 2019 Pagina Facebook Provincia di Mantova
Dalla Gazzetta di Mantova del 22 novembre 2019
Morselli: «Non rischiamo sulla pelle degli utenti»
Progetto del tratto golenale il 16 dicembre. Grana per l'A22
Ponte, per i rimborsi caccia a 200mila euro
Sul bypass nuovo no
SAN BENEDETTO PO. La Provincia ribadisce il suo "no" al bypass, la strada golenale che permetterebbe di tenere aperto l'attraversamento del Po durante i lavori di demolizione e ricostruzione di parte dell'esistente. Ma al contempo punta ad una decisa rimodulazione dei fondi per aiutare le attività economiche e le famiglie che nei tre mesi di chiusura totale avranno danni e disagi. Dai 50mila euro iniziali si potrebbe passare a 200mila. Le novità sono state illustrate ieri a sindaci e consiglieri regionali dallo stesso presidente provinciale che ha anche annunciato il deposito del progetto esecutivo per il tratto golenale entro il 16 dicembre.«Ho voluto informare sullo stato dei lavori - spiega Beniamino Morselli - Partendo dalle ipotesi di compensazione, cioè gli aiuti che saranno dati per danni e disagi causati dalla chiusura totale del traffico, che sarà di tre mesi. La Camera di commercio ha dato la disponibilità di 50mila euro per l'anno in corso e d è disposta, dopo verifica, a dare analoga cifra per il prossimo anno. Altri 100mila euro li abbiamo chiesti alla Regione. Visto che la stessa cifra è stata data per la chiusura del ponte di Casalmaggiore». Se tutto andrà per il verso giusto, insomma, i fondi quadruplicheranno da 50 a 200mila euro. Ma c'è il problema dell'A22. «Il rimborso del pedaggio Pegognaga Mantova sud e viceversa ha un costo di diverse centinaia di migliaia di euro. Ma il problema è che l'autostrada non distingue fra furgoni e camion, tutti in classe B. Invece noi vogliamo rimborsare a auto e furgoni, che oggi passano sul ponte, ma non i Tir, che già oggi non percorrono il ponte». Poiché le risorse sono limitate, si delimiterà il perimetro delle assegnazioni. La Camera di commercio stabilirà i criteri per i bandi per le attività economiche mentre ieri è nato un gruppo di lavoro fra sindaci e Provincia per valutare rimborsi anche alle famiglie.Sul bypass la Provincia è stata di nuovo irremovibile. «Qui siamo di fronte da un lato a disagi, dei quali siamo pienamente consapevoli, dall'altro rischi idraulici, statici, di incidenti - prosegue il presidente -. Non possiamo far finta di niente e rischiare sulla pelle degli utenti». Il problema è che ben pochi credono che il cantiere si chiuderà in soli tre mesi e il rischio che la chiusura totale si prolunghi è consistente. «Ribadisco che faremo di tutto per minimizzare i disagi. Si chiuderà al traffico solo a nuovo ponte già in alveo e a travi d'acciaio per la sostituzione di quelle in golena già in cantiere». Nel caso la Toto, che oggi sta eseguendo l'appalto principale del ponte in alveo, accetti anche di rifare il ponte golenale, si avrà un semplice incarico. Se non accetterà, il rischio sarà di penali, superando il termine del 23 dicembre.
Francesco Romani
TeleMantova 22 novembre 2019
20 Novembre 2019 da Gazzetta di Mantova
Da amministratori e commercianti della zona rabbia e incredulità dopo il "no" della Provincia al bypass per il ponte
«Siamo amareggiati, mancano certezze»
san benedetto po. Amarezza. È il sentimento comune espresso dall'amministrazione, dal Comitato Civico "Vogliamo il ponte" e dai rappresentanti di categoria all'indomani della decisione della Provincia di bocciare il bypass e di riconfermare la chiusura del ponte sul Po per tre mesi al fine di consentire i lavori sulla parte golenale. È il sindaco Roberto Lasagna che dà voce alle ansie e alle domande di tanti cittadini, chiedendosi chi e quando riaprirà il ponte qualora si presentassero intoppi tecnici o burocratici a fermare o rallentare i lavori. «Siamo ancora nel campo delle ipotesi - esordisce Lasagna - ma i dati oggettivi non ci fanno ben sperare. Per questo credo che si sarebbe potuto fare qualche studio in più sul bypass per dare una viabilità alternativa ai cittadini. Invece la sensazione è che il bypass sia stato bocciato fin da subito. Vedremo il come, il quando e la durata della chiusura, perché ad oggi tutto è stato disatteso. Rischia di essere vanificato tutto quello che, con grande fatica, abbiamo messo in campo per dare impulso al paese. Le attività lungo l'ex statale Romana vedranno dall'oggi al domani una forte riduzione del fatturato. Non è certo con piccoli incentivi che si può alleviare la penalizzazione completa di un territorio». Calca la mano il sindacao di Quistello, Luca Malavasi: «La ditta esecutrice dei lavori sino ad oggi non ha rispettato una tempistica tra tutte quelle promesse; in una situazione normale sarebbe già stata mandata a casa, nel nostro caso invece, le affidiamo ulteriori lavori senza gara per non far scattare le penali!». Aggiungendo: «I 50mila euro per le attività commerciali sono la più grossa presa in giro! Pensate al benzinaio, al bar, alle attività lungo la statale... quella somma realmente basta appena per loro! Tutti gli altri... a bocca asciutta! Alla fine si darà un contentino a tanti che non accontenta nessuno!»Da parte sua Lorenzo Capelli presidente di Confartigianato Mantova afferma: «Non entro in questioni tecniche, ma non possiamo permettere che la chiusura superi giugno. Da troppo tempo le imprese sono in sofferenza. L'unica nota positiva è che la Provincia si è espressa, speriamo mantenga quanto promesso». «Accettiamo la decisione a malincuore - gli fa eco Dino Barbi di Confcommercio - Quando ci sarà la chiusura vogliamo garanzie concrete per la riapertura entro i tre mesi». Anche Paolo Lavagnini del Comitato "Vogliamo il ponte" si dichiara totalmente amareggiato da questa decisione della Provincia. «Non ci sarà da parte nostra - spiega - alcuna mossa ostativa alla decisione. Però dispiace constatare come, di fronte a 3000 firme dei cittadini, la Provincia non ci abbia mai convocato. Pure noi abbiamo saputo le decisioni dalla stampa». Per informare la cittadinanza il Comitato intende organizzare un'assemblea pubblica per l'inizio di dicembre.
Oriana Caleffi
Provincia di Mantova Determina 1054/2019 del 19/12/2019
Morselli: «Bypass troppo pericoloso». Fondi in arrivo per il miglioramento sismico
Trattative con l'A22 per rimborsare il pedaggio ai pendolari. Fine lavori in giugno
La Provincia conferma il suo no
Il ponte chiuderà per tre mesi
san benedetto po. Un dato è certo: il ponte sul Po chiuderà al traffico per circa tre mesi. Ma per essere precisi sulle tempistiche bisognerà aspettare metà dicembre. La Provincia è irremovibile e non dà spazio a soluzioni alternative ma assicura di impegnarsi per limitare i disagi. Bocciata quindi l'ipotesi del bypass proposta dalla Toto: «Non ci sono le condizioni minime di sicurezza». Ieri, a Palazzo di Bagno, il presidente Beniamino Morselli, affiancato da Antonio Covino, direttore dei lavori al ponte e Giuliano Rossi, responsabile unico di provvedimento, ha fatto il punto della situazione. «Ci prendiamo la responsabilità della scelta - sottolinea Morselli - Due le ragioni che ci hanno portato a escludere il bypass in area golenale (che avrebbe consentito di mantenere il transito dei veicoli ndr): la sicurezza idraulica e la viabilità. La golena difatti è soggetta a esondazioni del Po. Ma i timori non riguardano solo il tratto che, secondo il disegno della Toto, sarebbe dovuto essere costruito nel piazzale dell'ex cantiere Rondelli, ma anche la sommità arginale che le macchine dovrebbero poi percorrere per tornare sulla provinciale. Via Argine Po è di proprietà comunale con una larghezza di 4/5 metri. Non è adeguata per sostenere un traffico giornaliero medio di 9.500 veicoli». È un No che non lascia spazio a repliche quello preso interpellando tre esperti contattati già per i lavori in alveo: Francesco Ballio, professore di idraulica al politecnico di Milano, Francesco Colleselli, professore di geotecnica a Brescia e Raffaele Poluzzi, professore di tecnica delle costruzioni a Bologna. Bocciata anche l'idea di un eventuale senso unico alternato con l'introduzione di un semaforo per alleggerire il traffico sull'argine: «Così rischiamo solo incidenti». Solo in modo informale invece è stata contattata Aipo, l'agenzia per il Po.La fine dei lavori al ponte era prevista per il 23 dicembre. Ora la Toto ha una proroga di altri sei mesi per terminare il manufatto. A giugno dunque il cantiere dovrebbe essere concluso, pena per la Toto la perdita del 10% dell'appalto. Nel frattempo Morselli è in trattative con l'A22 per rimborsare il biglietto ai pendolari nella tratta Pegognaga-Mantova sud. Una proposta che andrebbe ad alleggerire le tasche della Provincia di più di un milione di euro. Il pedaggio è di 70 centesimi. E un milione potrebbe arrivare dalla Regione che, come ricorda Morselli, ha già speso per il manufatto sul Po circa 30 milioni. Un budget che va sommato ai 3,8 milioni della Provincia per il ponte in alveo e ai 2 milioni e 375 per il viadotto in golena. Il milione della Regione permetterebbe di raggiungere il miglioramento sismico del 60%: «una percentuale che viene imposta alle strutture pubbliche come le scuole» spiega Morselli. E Palazzo di Bagno è pronto poi a investire 50mila euro per supportare le imprese della bassa mantovana.
Ponte di San Benedetto, il punto sui lavori e perchè la commissione di esperti dice no al bypass in golena
"La proposta progettuale non rappresenta una soluzione tecnicamente sostenibile in ordine ai prioritari aspetti della sicurezza dato il contesto ad alto rischio in cui verrebbe a inserirsi".
Così le conclusioni del parere tecnico della commissione di esperti che si è espressa sull'ipotesi di realizzazione di una strada provvisoria in golena per evitare la chiusura totale al traffico del ponte di San Benedetto durante i lavori di rinforzo strutturale e miglioramento antisismico del viadotto in golena.
I contenuti del documento, firmato dagli ingegneri Francesco Ballio del Politecnico di Milano, Raffale Poluzzi dell'Università di Bologna e Francesco Colleselli dell'Università di Brescia, oltre che dal direttore dei lavori, l'ing. Antonio Covino e dal Responsabile del procedimento Ing. Giuliano Rossi, dell'Area Lavori Pubblici della Provincia, sono stati oggi illustrati e spiegati dal presidente dell'ente di Palazzo di Bagno Beniamino Morselli.
"Premesso che è mio obiettivo come dello staff tecnico della Provincia arrecare i minori disagi possibili alla popolazione - sottolinea Morselli -, come responsabili della strada è nostro dovere tutelare e garantire in primo luogo la sicurezza di chi vi transita sopra. Le considerazioni svolte e le conclusioni collegiali a cui è giunta la commissione composta da alcuni tra i massimi esperti di ponti e sicurezza idraulica, portano a valutare negativamente sia dal punto di vista del rischio idraulico sia sotto il profilo della sicurezza per la viabilità, la fattibilità della costruzione di una simile strada temporanea di raccordo in golena".
Nella relazione si legge anche che "sulla scorta dell'elaborato messo a disposizione (da Toto spa Costruzioni Generali, ndr), è stato svolto un approfondito esame degli scenari di possibili rischi con la valutazione delle diverse problematiche che l'opera (ancorché provvisoria) potrebbe determinare sul flusso idrico della corrente già solo nel caso di 'piene di morbida' e le conseguenze di una ondata di piena sulla strada e sulla rampa di raccordo in struttura metallica, tenuto conto che mediamente la zona golenale in questione, tra l'altro insistente in un punto di maggior restringimento della sezione idraulica del fiume Po, viene sommersa una o più volte nel corso dell'anno solare".
La conferenza stampa di questa mattina è stata anche l'occasione per fare il punto sui lavori per il ponte in alveo.
Per questi prosegue il montaggio degli impalcati metallici, con un avanzamento a circa il 70% per quello sul lato verso Bagnolo San Vito, mentre per il lato San Benedetto Po sono stati approvvigionati numerosi conci metallici e si sta avviando solo ora la fase di montaggio. Sono stati inoltre varati (e gettate le loro parti in calcestruzzo) il trasverso tra la pila 2 di valle definitiva e la pila provvisoria, nonché il trasverso tra la spalla definitiva di valle e spalla provvisoria di valle (sponda di Bagnolo San Vito).
Negli stabilimenti dei sub-fornitori sono in corso di realizzazione anche gli "elementi tubo" che costituiranno i due archi gemelli del ponte.
Tutti i pali di fondazione sono già stati realizzati, ma a causa dell'innalzamento autunnale del fiume Po, per la pila in alveo è temporaneamente slittata la fase di montaggio del fondello in acciaio vincolato ai pali già realizzati.
Intanto sono state eseguite dalla direzione lavori numerose prove materiali sulle opere in calcestruzzo cementizio armato realizzate (sia prove sui calcestruzzi - 130 prelievi - sia prove sulle barre di acciaio). Tutte le prove hanno avuto esito più che soddisfacente.
Sono stati inoltre inviati al laboratorio di prove materiali, specializzato per le componenti metalliche, tutti i talloni metallici prelevati dalle lamiere in lavorazione e con le quali sono stati assemblati tutti i conci presenti in cantiere ad oggi.
A breve saranno resi noti anche i dettagli della convenzione che si sta definendo con Autobrennero per esentare dal pedaggio, durante la chiusura del ponte, tra i caselli di Mantova sud e Pegognaga (e viceversa) chi si servirà dell'A22 come via alternativa.
18 novembre 2019
18 novembre 2019 Mantovauno.it
Ponte di S.Benedetto, 60% in più la resistenza sismica in golena. By pass pericoloso. La Provincia pagherà A22 durante la chiusura
SAN BENEDETTO PO – Il 23 dicembre scade il termine per i lavori del nuovo ponte di San Benedetto Po ma è da tempo che si sa che il raggruppamento di imprese Toto-Vezzola non rispetterà questa data. Unica possibilità per le ditte di non “andare in penale” accettare dalla Provincia l’affidamento dei lavori di potenziamento del ponte in golena e portare avanti quindi due cantieri in contemporanea che dovranno essere conclusi non oltre il maggio/giugno 2020.
E’ quanto spiegato stamani dal presidente della Provincia Beniamino Morselli, affiancato dal dirigente dell’area lavori pubblici e trasporti Giovanni Urbani, dal Responsabile unico del procedimento del ponte Giuliano Rossi e dal direttore lavori Antonio Covino. E’ stata questa l’occasione anche per illustrare nel dettaglio le argomentazione che hanno portato al no di Palazzo di Bagno alla proposta di bypass avanzata dalla Toto, ovvero la strada provvisoria in golena da affiancare al tratto golenale del ponte. Vi sono criticità geognostiche, strutturali, viabilistiche perchè si creerebbe un pericoloso imbuto con quasi diecimila mezzi al giorno dirottati su una piccola strada, e idrauliche
A confermare la pericolosità del by pass sono stati gli approfondimenti dei tecnici della Provincia e di tre tecnici esterni che hanno seguito tutti i lavori del ponte: gli ingegneri Ballio, ordinario di idraulica al Politecnico di Milano, Colleselli, docente di geotecnica all’Università di Brescia e Poluzzi, professore di tecnica delle costruzioni all’università di Bologna Per il potenziamento del tratto golenale del ponte la Provincia ha stanziato due milioni e 375 mila euro. Con un altro milione di euro, per cui la speranza è di un coinvolgimento economico della Regione, si arriverebbe a un aumento della potenza sismica del manufatto in golena del 60% oggi richiesta solo per i nuovi edifici pubblici
Tre mesi circa il tempo di chiusura del ponte per il potenziamento della parte in golena. Un periodo che sarà ovviamente durissimo per chi oggi lo deve attraversare quotidianamente. La Provincia si è già attivata con Autobrennero per non far pagare il pedaggio tra Mantova sud e Pegognaga e viceversa e in questo caso lo stesso ente dovrebbe accollarsi una cifra molto alta quantificabile ad oggi tra i 500 e i 750 mila euro a seconda del numero di coloro che decideranno di percorrere il tratto in autostrada. La Camera di Commercio interverrà poi con 50 mila euro per andare incontro alle imprese. A giugno comunque dovrebbe essere tutto finito
Questione ponte, petizione dei commercianti di Quistello
SI ALLARGA IL FRONTE CONTRARIO AL NO BY-PASS
Richiamo alla Provincia per evitare la chiusura ma anche alla Regione per un sostegno concreto al settore nell’Oltrepò
QUISTELLO Un richiamo alla Provincia di Mantova per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie atte ad evitare la chiusura del ponte ma anche una accorata richiesta di aiuto alla Regione affinchè consideri un sostegno al settore penalizzato dalla situazione più favorevole di cui godrebbero gli esercenti nei vicini comuni dell’Emilia: questo il contenuto della petizione firmata da una settantina di commercianti quistellesi (praticamente tutti gli esercenti del centro storico del paese rivierasco) indirizzata a Palazzo Lombardia, Palazzo di Bagno e ai sindaci. Nella petizione i commercianti evidenziano la situazione di crisi in cui versa il settore del commercio nell’Oltrepò a seguito del sisma del 2012 e i consistenti aiuti che arrivano dalla Regione Emilia-Romagna in paesi come Concordia, Reggiolo e Mirandola: «Alla Regione - si legge nella lettera - chiediamo di non fermarsi ai confini legislativi comprendendo che Quistello e Concordia sulla Secchia, Moglia e Novi, Gonzaga e Reggiolo, San Giovanni del Dosso e Mirandola, stanno come il centro storico di Milano ai Navigli, e che un intervento fortemente positivo in un’area inevitabilmente attrae persone, cittadini, imprese, impoverendo e svuotando l’altra; e di mettere in campo per le attività d’impresa iniziative analoghe a quanto avvenuto nella vicina Emilia, ribadendo che la gestione di una calamità non può avere confini legislativi. Alla Provincia chiediamo di scongiurare la chiusura del Ponte ma anche di completare opere come la Po.Pe. e migliorare il trasporto pubblico locale».
Nicola Antonietti
A SAN BENEDETTO PO
Incontro tra sindaco esercenti lunedì 18
I commercianti di Quistello si sono mossi - e non è escluso che anche in altri comuni dell’Oltrepò avvenga lo stesso - ma anche a San Benedetto le questioni del ponte e del sostegno al commercio restano caldissime: nella serata di lunedì 18 alle 21, in sala consigliare a San Benedetto, il sindaco Roberto Lasagna e l’amministrazione incontreranno gli esercenti. Non si tratta di una convocazione straordinaria, dato che la riunione era stata fissata diversi giorni fa ma l’evolversi degli eventi - sia per quanto riguarda il ponte sia per quanto riguarda l’azione dei commercianti saranno sicuramente al centro della riunione in programma.
(nico)
Provincia di Mantova Determina 874/2019 del 15/11/2019
Le minoranze firmano un documento congiunto: nel mirino il no al bypass
«Vogliamo vedere le delibere d'incarico e le relazioni tecniche dei consulenti»
Il ponte diventa caso politico Interrogazione in Provincia
Non solo i sindaci della zona, il comitato civico "Vogliamo il ponte", singoli cittadini, partiti, associazioni di categoria. Ora anche le minoranze consiliari in Provincia pongono sotto accusa il parere con il quale Palazzo di Bagno ha bocciato l'ipotesi di bypass, una strada di raccordo che avrebbe consentito di non chiudere al traffico il ponte sul Po durante i lavori di demolizione e ricostruzione. Un'interrogazione congiunta è stata presentata dai gruppi "Cambiare Insieme" e "La Provincia dei Comuni". Unite, dunque, le opposizioni nel chiedere chiarezza, ma anche nel porre seri dubbi sulle procedure seguite sino ad oggi dalla Provincia.Il ponte danneggiato dal sisma del 2012 e chiuso al traffico pesante è stato oggetto di un appalto di riqualificazione indetto dall'amministrazione provinciale grazie a 30 milioni messi a disposizione dalla Regione. L'appalto da 33,4 milioni ha riguardato solo il tratto in alveo (sul letto del fiume) ed è stato affidato alla Toto costruzioni (capofila). Mentre i lavori di costruzione del nuovo tratto in alveo sono in esecuzione (termine previsto estate 2020), si è parallelamente proceduto ad avviare l'iter di un secondo lavoro, per riqualificare anche il tratto di 270 metri in golena dal lato di San Benedetto Po. «Lo studio su questo tratto era già in atto nel 2017 - spiega Stefano Meneghelli, sindaco di Guidizzolo, primo firmatario della interrogazione - perché ad oggi, dopo due anni, non c'è ancora il progetto esecutivo? Se c'è un'alternativa fra un adeguamento sismico al 100% ed uno al 60% ci pare logico tenere aperte le due soluzioni e provare a privilegiare la prima».Ma i dubbi più forti sono relativi al parere consegnato solo pochi giorni fa ai sindaci con il quale l'area Lavori pubblici della Provincia, integrata da tre ingegneri esperti, boccia il bypass, la soluzione individuata dalla Toto costruzioni che avrebbe evitato la temuta chiusura totale al traffico per mesi (dai 3 ai 5 mesi per la sistemazione sismica; da un anno a due per l'adeguamento al 100% antisismico). «Tutti gli enti interessati hanno espresso il loro apprezzamento per il bypass - prosegue Meneghelli - i sindaci lo sostengono. Nonostante questo l'Aipo, l'agenzia che si occupa della sicurezza idraulica, non è stata contattata dalla Provincia per avere il proprio importante parere. Non solo. Noi chiediamo di sapere sulla base di quale incarico e delibera siano stati coinvolti tre tecnici esterni e che ci sia consegnato il verbale dell'incontro in Provincia con la relazione tecnica. Sinora nessuno le ha viste. Ma non si può tenere nascosta ai cittadini, che avranno i disagi per la chiusura del ponte, una cosa di tale importanza».
Francesco Romani
10 novembre 2019 La Voce di Mantova
No by-pass: si allarga il fronte dei sindaci
SAN BENEDETTO PO - Come prevedibile si allarga a vista d’occhio il fronte dei sindaci che dice “no” alla bocciatura del by-pass per scongiurare la chiusura per tre mesi del ponte di San Benedetto e che appoggia la richiesta di chiarimenti inviata dal primo cittadino Roberto Lasagna all’amministrazione di Palazzo di Bagno. Subito erano arrivate le sottoscrizioni dei sindaci di Bagnolo, Quistello e Pegognaga e ieri si sono aggiunte quelle dei primi cittadini di Ostiglia, Magnacavallo, Poggio Rusco, San Giovanni, San Giacomo, Moglia, Sermide e Felonica e Borgo Mantovano; una richiesta compatta di maggiori chiarimenti sia sul progetto su cui si sono pronunciati gli esperti nominati dalla Provincia ma anche sulle motivazioni che hanno spinto gli stessi esperti a dare il parere e, infine, sulla mancanza di un parere richiesto ad Aipo. Richiesta compatta che arriva da amministrazioni di colore diverso, a dimostrazione di come la vicenda vada oltre gli schieramenti politici e sia sentita con preoccupazione dal territorio. Nel frattempo, nella giornata di ieri, il comitato “Vogliamo il Ponte”ha risposto a una lettera arrivata dall’area lavori pubblici e trasporti di Palazzo di Bagno: in essa gli esponenti del comitato oltre a ribadire come prevedibile - il no alla chiusura per tre mesi, chiedono alla Provincia di partecipare a un’assemblea pubblica in cui verrà illustrata la situazione aggiungendo anche alcune considerazioni. Accanto alle perplessità sul rispetto dei tempi e sul fatto che «si poteva studiare una soluzione alternativa per non isolare il territorio», gli esponenti di “Vogliamo il Ponte”si chiedono se «in una valutazione dei costi dell'opera si è tenuto conto che l'attuale situazione comporta al territorio una perdita annua di 30 milioni di euro e che la chiusura totale si stima porti una perdita ulteriore 1,3 milioni di euro mensili circa (stime fatte da Confindustria e associazioni di categoria), e se in chiave di sicurezza si è tenuto conto di come ambulanze, vigili del fuoco e forze dell'ordine in caso di necessità da Mantova possano arrivare tempestivamente nel Basso Mantovano: dovranno fare l'autostrada o una strada d'argine esempio Borgoforte?». La situazione è dunque estremamente tesa anche perchè, data la perentorietà del parere espresso dagli esperti - non esistono le condizioni di sicurezza per realizzare il by-pass - difficilmente ci saranno ripensamenti.
Nicola Antonietti
GAZZETTA DI MANTOVA 10 Novembre 2019
Richiesta alla Provincia di rendere noti gli atti
E' pioggia di adesioni
San Benedetto Po.
All'appello di solidarietà lanciato dal sindaco Roberto Lasagna, dopo il no della Provincia al bypass, stanno rispondendo con il loro assenso i primi cittadini del Basso Mantovano. Nei giorni scorsi Lasagna aveva chiesto ai colleghi di sottoscrivere la lettera da lui inviata ai presidenti Morselli e Fontana, a Cappellari, al prefetto Carolina Bellantoni, con la quale richiedeva copia dello studio di fattibilità del bypass, delle valutazioni espresse dai tre saggi incaricati degli approfondimenti tecnici, come pure le motivazioni per non aver domandato il parere dell'Aipo. A tutt'oggi, oltre a Penna, Zilocchi e Malavasi, i primi firmatari del documento, hanno dato la loro adesione Borsari di Borgo Mantovano, Primavori di Ostiglia, Maretti di Moglia, Marchetti di Magnacavallo, Zacchi di Poggio Rusco, Brandani di San Giacomo delle Segnate, Bortesi di Sermide Felonica e Zibordi di San Giovanni del Dosso. «In attesa di una risposta della Provincia - commenta Lasagna - apprezzo moltissimo questa attestazione di solidarietà dei miei colleghi e la loro costante attenzione verso il territorio. Lunedì ho intenzione di fare il punto della situazione, incontrando anche il Comitato "Vogliamo il ponte" e i rappresentanti delle associazioni di categoria».Intorno alla necessità di studiare alternative alla chiusura del ponte, si sta creando una forte coesione di valutazioni e di intenti tra amministratori, cittadinanza e mondo del lavoro. Anche Carlo Lasagna di Confagricoltura si esprime contro la chiusura e a favore del bypass, ricordando che le aziende agricole sono penalizzate già dal 2012 con le limitazioni al traffico pesante, che hanno coinvolto i trattori ma anche tutti gli automezzi per il trasporto dei prodotti dell'agricoltura. Pure Regione Lombardia si sta interessando del problema e c'è la possibilità di ottenere ulteriori risorse per un intervento completamente antisismico sulla parte del ponte in golena. «Con l'impegno di tutti vogliamo trovare - conclude il sindaco - la soluzione che penalizzi il meno possibile un territorio già tanto provato».Intanto il dirigente della Provincia Giovanni Urbani ha risposto al Comitato Vogliamo il ponte che lamentava la bocciatura del bypass. Una bocciatura avvenuta attraverso un parere di "esperti" del quale i sindaci e i cittadini hanno al momento preso atto, ma del quale non è stata fornita alcuna "prova" (verbale datato della riunione, atto protocollato). Urbani ha contestato aspetti formali, ma ha evitato di rispondere nella sostanza: «Lo abbiamo invitato a San Benedetto - spiega uno dei referenti - a chiarire perché non è stato chiesto il necessario parere Aipo e i dubbi rimasti irrisolti».
Oriana Caleffi
TeleMantova 10 novembre 2019
DALLA VOCE DI MANTOVA 8 Novembre 2019
No al by-pass: il sindaco scrive alla Provincia Proteste anche da parte di Confcommercio
SAN BENEDETTO PO - Come spiegato ieri dalla “Voce” la lettera del sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna è stata inviata alla Provincia di Mantova: in essa il primo cittadino polironiano chiede, nel giro di una settimana, che possa essere presa visione del progetto del by-pass per evitare la chiusura del ponte - durante i lavori di realizzazione del tratto in alveo e del consolidamento del tratto in golena - analizzato dal pool di esperti incaricato da Palazzo di Bagno; una delucidazione sulle valutazioni fatte dagli stessi esperti e la motivazione della mancanza di un parere di Aipo. La lettera è stata controfirmata dai sindaci Roberto Penna (Bagnolo), Luca Malavasi (Quistello) e Matteo Zilocchi (Pegogna ga) e non è escluso che altre firme vengano allegate nelle prossime ore. Nel frattempo anche Confcommercio Mantova non ha mancato di esternare la propria delusione per la decisione di procedere con un progetto che prevede 3 mesi di chiusura: «Ora va garantito, con strumenti giuridici ed economici di autotutela, il rispetto del cronoprogramma, dal momento che nei mesi scorsi abbiamo assistito a numerosi ritardi e sforamenti della tabella di marcia. Se sulla carta è scritto tre mesi di chiusura, tre mesi siano afferma Dino Barbi, alla guida della sezione di San Benedetto di Confcommercio Ci stiamo attivando con le altre associazioni di categoria e gli attori coinvolti, con cui siamo sempre rimasti in contatto in questi mesi, per stabilire come procedere. I cittadini e le imprese dell’intera area dell’Oltrepò mantovano sono esasperati da questa incresciosa situazione: l’infrastruttura serve un’area economica che conta quasi 5mila imprese attive nell’agricoltura, industria, artigianato e terziario, e ha un bacino d’utenza di 53mila persone, pari al 13% della popolazione virgiliana. Una fetta significativa di mondo imprenditoriale e popolazione mantovana, da oltre dieci anni pesantemente penalizzata».
Nicola Antonietti
GAZZETTA DI MANTOVA 8 Novembre 2019
Petizione tra i primi cittadini: «Vogliamo vedere le carte»
Il comitato: «Fateci parlare coi saggi». Sos dal commercio
Un fronte comune in difesa della Bassa
«Non si mortifica così un territorio»
SAN BENEDETTO PO. Dopo lo choc per l'annuncio della chiusura del ponte, ci sono le prime reazioni con la richiesta di valutare più a fondo le motivazioni addotte dalla Provincia. Sono richieste che vengono dall'amministrazione e dal Comitato "Vogliamo il ponte", ma anche da tanti cittadini che attraverso i social network fanno sentire tutta la loro frustrazione.
L'ALLEANZA DEI SINDACI
Il sindaco di San Benedetto Po, Roberto Lasagna, si è subito preoccupato di intercettare la solidarietà dei colleghi, chiedendo la loro firma in calce ad una lettera che con la data di ieri ha inviato al presidente Morselli, a Fontana e a Cappellari e, per la prima volta, anche al prefetto Carolina Bellantoni. Con questo documento chiede di avere copia dello studio di fattibilità del bypass, delle valutazioni e approfondimenti tecnici condotti dagli esperti sui cui la Provincia fa leva per motivare la chiusura, come pure le motivazioni per non aver richiesto il parere dell'Aipo. «Non voglio essere compartecipe della mortificazione di un territorio - spiega il primo cittadino -. Come faccio ad andare a dire ai miei concittadini che dopo tre mesi di chiusura avremo un ponte nuovo, quando l'evidenza ci dice che non è vero? Perché allora non prendere in considerazione una diversa possibilità, approfondirla, mostrare almeno la volontà di averci provato?».Questo rifiuto, secondo il sindaco, si ripercuote negativamente sul morale dei cittadini, che percepiscono nella decisione della Provincia un colpo mortale sulle prospettive del paese. Lasagna lamenta pure la scarsa condivisione dell'iter progettuale, avendo la Provincia disatteso anche l'impegno di convocare tutti i sindaci del territorio, che non è ristretto a San Benedetto o a Bagnolo, ma comprende 30-40mila abitanti che hanno l'assoluta necessità di infrastrutture funzionanti.«L'unica forza che abbiamo - prosegue Lasagna - è di poter coinvolgere il maggior numero di rappresentati delle istituzioni civili, per questo mi preme molto raccogliere altre firme di sindaci, che potrò inviare in Provincia anche nei prossimi giorni».
«SERVE TRASPARENZA»
Pure il Comitato, che si è riunito ieri sera, rigetta con forza una decisione calata dall'alto con motivazioni inconsistenti. «Vorrei guardare in faccia e carte alla mano - afferma Paolo Lavagnini - quei tre tecnici che hanno firmato la perizia che nega la fattibilità del bypss. Asserire, come risulta dal loro documento, che l'ex cava Rondelli viene allagata una o due volte l'anno, è falso per la diretta esperienza di tutti noi che viviamo a contatto con il Po. L'ultima volta è stato nel 2000 e sono passati quasi vent'anni. Anche la Toto, che ha il cantiere aperto in quest'area, ha compiuto degli studi, giungendo alla conclusione che il pericolo può presentarsi ogni cinquanta o sessanta anni».Per Lavagnini la motivazione idraulica che è stata addotta per negare l'ipotesi del bypass non regge, per questo devono dire chiaramente qual è il pericolo rilevato, tenendo ben presente, questi signori e anche la Provincia, che sono stati pagati e utilizzano soldi pubblici, cioè dei cittadini.
COMMERCIO IN CRISI
Da parte sua Dino Barbi, presidente della sezione locale di Confcommercio, riportando gli umori della categoria, afferma che cittadini e imprese dell'intero Oltrepò sono esasperati da questa situazione. «L'infrastruttura - dice - serve un'area economica che conta quasi cinquemila imprese con un bacino d'utenza di 53mila persone, pari al 13% della popolazione della provincia di Mantova. Una fetta significativa di mondo imprenditoriale e popolazione da oltre 10 anni pesantemente penalizzata».Per Confcommercio ora va garantito, con strumenti giuridici ed economici di autotutela, il rispetto del cronoprogramma relativo alla realizzazione dell'opera. In particolare sui tempi previsti per la chiusura al traffico del manufatto.«Se sulla carta è scritto tre mesi di chiusura, tre mesi siano. A questo proposito - conclude Barbi - ci stiamo attivando con le altre associazioni di categoria e gli attori coinvolti per stabilire come procedere».
Oriana Caleffi
La cna «Camionisti penalizzati nonostante i rimborsi»
SAN BENEDETTO PO. Anche la Cna, Confederazione Nazionale dell'artigianato, interviene sulla vicenda del ponte: « Prendiamo atto, con sofferenza, della decisione della Provincia. Tuttavia non nascondiamo le legittime preoccupazioni sul rispetto del cronoprogramma considerando i casi precedenti - dice il direttore, Elisa Rodighiero - le troppe vicissitudini che hanno accompagnato la struttura nel corso degli anni sono palesi se consideriamo i disagi che hanno dovuto sopportare i cittadini, i pendolari, gli studenti e il mondo dell'imprenditoria della zona. Riteniamo importante il rimborso del tragitto autostradale per gli artigiani. Ma rimane il fatto che gli autotrasportatori rimangono penalizzati e che il loro costo di esercizio non viene risarcito. Ora si rispetti il cronoprogramma».
DALLA VOCE DI MANTOVA 7 Novembre 2019
DOPO LA BOCCIATURA DEL BY-PA S S
“Una decisione che mortifica tutto il territorio”
Questione ponte di San Benedetto: il sindaco chiede con urgenza il progetto alla Provincia
di Nicola Antonietti
SAN BENEDETTO PO - Il “day after”è stato,e non poteva essere diversamente, foriero di polemiche: la decisione della Provincia di Mantova - che ha portato,a supporto del proprio parere,una perizia fatta da un gruppo di esperti - non ha incontrato, eufemismo, il favore del territorio e dal sindaco Roberto Lasagna passando per le associazioni, le critiche alla decisione di non realizzare il by-pass golenale e di procedere con un progetto che prevede la chiusura al traffico per tre mesi (presumibilmente da fine marzo a fine giugno 2020) è stata accolta da un coro di critiche. A cominciare dal sindaco di San Benedetto che ha confermato la sua intenzione di scrivere a Palazzo di Bagno per chiedere con urgenza - al massimo entro sette giorni - la copia del progetto esecutivo di risistemazione del tratto del ponte che supera la golena: «Chiederò anche ulteriori delucidazioni sul parere del pool di esperti e perchè non sia stato chiesto un parere ad Aipo - spiega Lasagna - Mi chiedo inoltre che condivisione vi sia quando non vengono chiamati a confrontarsi con la Provincia tutti i sindaci del territorio interessato e i due sindaci convocati (Lasagna e il sindaco di Bagnolo ndr) vengono messi di fronte a una decisione già presa. Inoltre, visti tutti i ritardi al cronoprogramma che ci sono stati, l’ipo tesi dei tre mesi non ci risulta credibile». Molta delusione anche dai rappresentanti del Comitato “Vogliamo il Ponte”che puntano l’indice contro la perizia: «Vorremmo capire perchè si parla di pericolo di allagamento addirittura due volte all’anno in un’area che non è stata allagata, in caso di piena, neanche una volta negli ultimi quindici anni. Tagliare il territorio in due è deleterio per tutti». Anche “Potere al Popolo” è critico è invita «tutti, Sindaci, Comitato, associazioni di categoria, a fare fronte comune perché in questi giorni si decidono i prossimi decenni del ponte e non siamo disposti a cedere di fronte ad una palese ingiustizia».
Confartigianato: spiace che non siano mai state coinvolte le categorie
SAN BENEDETTO PO - La chiusura al traffico per tre mesi del ponte di San Benedetto preoccupa non poco anche le associazioni di categoria: abbiamo sentito ieri anche il presidente di Confartigianato Mantova Lorenzo Capelli che, peraltro, vive la situazione nella triplice veste di imprenditore, presidente di un’associazione di categoria e cittadino dato che risiede a San Benedetto. «Non entro nelle questioni tecniche - ci dice ma mi sorprende negativamente tutto l’iter che ha segnato il cantiere del nuovo ponte, dove, a mio avviso, non c’è mai stata chiarezza. Va inoltre segnalato anche un altro aspetto fondamentale conclude Capelli - ovvero che la realizzazione di un’opera di questa portata, fondamentale per tutta la provincia e non solo per San Benedetto, non può prescindere da un confronto costante con le associazioni di categoria che non possono essere costrette ad apprendere tutto solo dai media».
(nico)
Il direttore Mille ribadisce comunque piena collaborazione con la Provincia
Aipo: noi dobbiamo valutare se c’è rischio idraulico o no
PARMA Non vuole far polemica ma una precisazione, in merito alla perizia compiuta da un pool di esperti sul possibile by-pass per il ponte di San Benedetto, arriva dal direttore di Aipo Luigi Mille, all’indomani della decisione della Provincia di Mantova di procedere con il progetto per la risistemazione del tratto golenale del ponte con una chiusura al traffico quantificata in tre mesi: «Senza nulla togliere alla professionalità degli esperti interpellati - ci ha detto il direttore dell’Agenzia Interregionale vorrei ricordare che l’autorità che può pronunciarsi su un eventuale rischio idraulico è proprio Aipo. Sia chiaro, una precisazione doverosa senza polemiche con la Provincia con cui esiste una collaborazione mai messa in discussione». Nicola Antonietti
Dalla Gazzetta di Mantova del 7 novembre 2019
Confartigianato: «È mancata la trasparenza». Confcommercio: «Si chieda una fidejussione»
Il comitato attacca: «Basta mancate promesse e prese in giro: la nostra battaglia continuerà»
Le imprese: rabbia e amarezza «Temiamo chiusure più lunghe»
SAN BENEDETTO PO. Rabbia e amarezza. Imprenditori, cittadini, comitato, movimenti politici. Tutti delusi e increduli di fronte alla decisione della Provincia, stazione appaltante dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po di non consentire la costruzione della rampa che, bypassando il cantiere, avrebbe azzerato i tempi di chiusura totale al traffico. Lo stop, è stato anticipato, sarà di tre mesi, nella primavera 2020. Ma in tutti è forte la preoccupazione che i tempi non siano rispettati. La rampa proposta dalla ditta che sta eseguendo i lavori, la Toto costruzioni, aveva ricevuto l'assenso dei sindaci, della Regione, disposta ad aprire i cordoni della borsa, dell'Aipo, l'Agenzia che si occupa della sicurezza idraulica, di cittadini e del comitato "Vogliamo il ponte". Una convergenza pressoché totale fra amministrazioni e cittadini, cosa rara oggi, e che è stata smontata da due righe dell'area Lavori Pubblici della Provincia: «Le conclusioni collegiali a cui si è giunti portano a valutare negativamente, sia dal punto di vista del rischio idraulico, sia sotto il profilo della sicurezza per la viabilità, la fattibilità della costruzione di una strada temporanea in golena». Pericoloso farla, dunque, secondo i due responsabili della Provincia (Giuliano Rossi ed Antonio Covino)che si sono avvalsi della consulenza di tre ingegneri docenti universitari.«Sinceramente non capiamo la posizione della Provincia - attacca Paolo Lavagnini, del comitato Vogliamo il ponte che ha raccolto oltre 3mila firme a sostegno della propria petizione -. Si erano create le condizioni per un concertazione importante. Partendo da queste basi si doveva procedere con attenzione, valutando i problemi di sicurezza in modo trasparente. Noi che viviamo qui sappiamo che la spianata del cantiere Toto, il "piazzale Rondelli", dove si sarebbe costruita la strada da collegare con una struttura metallica al nuovo ponte, fu allagata solo parzialmente nella piena del 2000. Allora perché parlare di rischi idraulici? Assomiglia molto a un pretesto per giustificare un no che era già stato deciso da tempo».Il comitato a breve si ritroverà per fare il punto e organizzare il da farsi. «Certamente chiediamo di rendere note le carte che giustificano questo no - conclude Lavagnini - e ci batteremo ancora perché nessuno crede che i tre mesi annunciati di chiusura totale al traffico resteranno tali. Di prese in giro i cittadini ne hanno già subite abbastanza. Ci batteremo perché ci sia un ripensamento».Non nasconde la sua delusione anche Lorenzo Capelli, presidente di Confartigianato Imprese: «Senza entrare nel merito tecnico, la decisione è perlomeno sorprendente. È paradossale iniziare con un progetto di sistemazione in alveo del ponte annunciando la chiusura al traffico di soli 20 giorni e poi proseguire in un secondo tempo con quello di sistemazione del tratto in golena che di giorni di chiusura ne richiederà almeno 90. E questo senza comunicarlo subito. Se i cittadini avessero saputo sin dal primo momento che si sarebbe dovuto fare un doppio cantiere e che ci sarebbe stata una chiusura di mesi, forse avrebbero accettato meno malvolentieri: ma così si sono sentiti presi in giro. Siamo anche amareggiati e fortemente preoccupati perché, visti i ritardi, temiamo che i tre mesi preannunciati di chiusura non saranno rispettati».Per il presidente locale di Confcommercio, Dino Barbi, «serve chiudere al traffico solo quando in cantiere saranno presenti le travi da sostituire e garanzie solide, come una fidejussione o una penale, da riscuotere dal Comune nel caso di sforamento dei tempi. Questo per spingere la Toto a rispettare il cronoprogramma e minimizzare i rischi».
Francesco Romani
«Il parere degli esperti va reso noto alla gente»
SAN BENEDETTO PO. «Su che cosa si appoggia questa relazione? Quali sono le motivazioni tecniche? Esiste un verbale della riunione con i saggi o dobbiamo fidarci ancora solo delle parole dopo tante promesse a vuoto e smentite dai fatti?» attacca Oscar Porcelli del partito Potere al popolo. «La mancanza di trasparenza, come quella della Provincia, legittima a pensare di tutto. Anche che fosse già tutto deciso e che la concertazione con i sindaci sia stata solo finta. Perché i sindaci non hanno potuto parlare direttamente con il pool degli esperti? Perché non si è affidata, invece, ad Aipo la supervisione di un progetto Toto-Provincia, visto che è l'Agenzia per il Po che valuta i pericoli idraulici?». Domande che Porcelli chiede non restino senza risposta, nel segno della trasparenza e della condivisione che sembrava aver caratterizzato la volontà della Provincia. «Invece io penso che dirigenti e funzionari provinciali, con l'avallo del presidente, si siano creati una sorta di alibi per evitare di dover magari procedere con un ponte totalmente antisismico, come chiedeva la gente, trovandosi poi nella condizione di dover fare un nuovo appalto. Così invece si è semplificato tutto, ma alla fine le conseguenze le pagano i cittadini. Una cosa che riteniamo inaccettabile».E ancora: «Chiediamo a tutte le forze che si sono spese ed interessate per il ponte, sindaci, comitato, associazioni di categoria, di fare fronte comune perché in questi giorni si decide il futuro del ponte. Non possiamo cedere ora a una palese ingiustizia: mille altre soluzioni ingegneristiche per il by-pass possono essere elaborate ed approvate. Non possiamo cedere ora».
Tempi lunghi per i trasferimenti: «Dobbiamo riorganizzare le giornate»
«L'esperienza di questi mesi ci dice che la riapertura non sarà certa»
I cittadini sono esasperati
«Per noi sarà un'altra odissea»
i commenti
Sconcerto, rabbia, senso di frustrazione: questi i sentimenti dominanti in tanti sambenedettini alla notizia che la Provincia chiuderà il ponte per tre mesi. Sentimenti espressi a viva voce nelle piazze e bar del paese, ma affidati anche ai messaggi che corrono sui social. Per tanti è sembrata quasi una beffa che, mentre si sperava che con il bypass ci fossero i margini per scongiurare la chiusura, sia giunta come una doccia fredda la decisione della Provincia. Questa prospettiva comporta riflessi pesanti su tutti quei cittadini che ogni giorno si servono del ponte per raggiungere il posto di lavoro nelle due direzioni. «È un bello smacco! - esclama Natalino Cavalli, molto attivo nel volontariato locale. - Se la ditta che sta facendo i lavori, la Toto, dice che il bypass si può fare perché la Provincia si tira indietro?». Cavalli è convinto che sui tempi di chiusura non si può star tranquilli, perché si sono già visti troppi ritardi. «Sono arrabbiatissima - esclama Doriana Zucchi -. Sono un'insegnante pendolare e ogni giorno passo sul ponte per raggiungere Mantova. Ora con la chiusura, se avrò riunioni al pomeriggio, dovrò rimanere in città tutta la giornata per non fare quattro giri di andata e ritorno». «La Provincia - continua - mette in conto di pagare il ticket autostradale, ma non c'è solo l'aspetto economico, anche se è importante per tante famiglie. C'è da considerare pure la necessità di una nuova organizzazione degli orari quotidiani, la fatica che si accumula già prima di arrivare in aula a far lezione». «La data certa - le fa eco Angela Tirelli, che negli anni ha vissuto tutte le vicissitudini del ponte - è solo quella della chiusura; su quella della riapertura l'esperienza ci mette davanti un grande punto interrogativo». Per questo si chiede se non sarebbe il caso di far intervenire il Genio civile o l'Esercito per avere almeno un ponte in barche. Preoccupata è anche Daniela Bregoli, che il tragitto lo fa ogni giorno da San Giorgio a San Benedetto. «Per me sarà una vera odissea - spiega - perché per affidare i bambini ai nonni dovrò entrare a Mantova nord, uscire a Mantova sud e poi rientrare per uscire definitivamente a Pegognaga». Più sfumata la posizione di Achille Carra, uno degli accompagnatori dei gruppi turistici. «Ero a favore del bypass - dice - ma, se non si può fare, l'unica alternativa è il miglioramento sismico con la chiusura dei tre mesi».
Ponte di San Benedetto: bypass bocciato Si va verso tre mesi di chiusura
Non ci sono i requisiti di sicurezza secondo il pool di esperti nominato dalla Provincia. Chiusura dei lavori a giugno 2020
SAN BENEDETTO PO - La proposta di by-pass avanzata da Toto Costruzioni (e lanciata in più occasioni dal Comitato “Vogliamo il Ponte”) è stata bocciata e quindi si va verso una chiusura al traffico di una durata di tre mesi circa, probabilmente da marzo 2020: questo è quanto comunicato ieri dalla Provincia di Mantova ai sindaci di San BenedettoPo edi BagnoloSan Vito. Il “no”della commissione tecnica che la Provincia aveva nominato per valutare l’ipotesi spiana la strada al progetto inizialmente messo sul tavolo ovvero del miglioramento sismico del tratto golenale del ponte che potrebbe - hanno spiegato i tecnici della Provincia - arrivare a una certificazione del 60%. Il tutto con lavori che la Provincia ha chiesto siano conclusi entro giugno 2020. Una scelta dunque che sarà destinata a fare discutere ma su cui l’amministrazione di Palazzo di Bagno non sembra intenzionata ad avere ripensamenti: nell’incontro di ieri il presidente della Provincia Beniamino Morselli ( affiancato dal dirigente dell’Area Lavori Pubblici e Trasporti Giovanni Urbani e dai responsabili dello staff tecnico Antonio Covino e Giuliano Rossi) ha illustrato ai sindaci Roberto Lasagna(San Benedetto) e Roberto Penna (Bagnolo) l’esito dell’analisi fatta da un commissione di esperti sull’ipotesi di by-pass e di una rampa in golena: «Ci siamo rivolti ad un pool tecnico–scientifico composto da alcuni dei maggiori esperti in Italia in materia di ponti e sicurezza idraulica - ha spiegato Morselli tre docenti universitari che sulla fattibilità del bypass in golena si sono però espressi in modo negativo rilevando parecchi elementi di criticità visto l’andamento del Po e delle relative ondate di piena. All’una nimità la commissione tecnico-scientifica ha verificato infatti che col bypass non esistono le condizioni minime di sicurezza. A questo punto visto che comunque è nostro dovere garantire la sicurezza, davanti alla scelta traaspettare ancoraa decidere o optare per la soluzione che prevede la riqualificazione statico–strutturale e un miglioramento sismico sino al 60% certificabile della parte di ponte in golena, abbiamo optato per questa”. Il che si traduce in un avvio immediato della progettazione esecutiva su cui ci sarebbero le coperture finanziarie. Morselli ha inoltre aggiunto che essendo la riqualificazione del tratto golenale un progetto complementare sarà- salvoaccettazione - la Toto a eseguirla e che, per ovviare ai disagi che deriveranno, la chiusura scatterà quando vi saranno le quattro travitampone aterra pronte per essere montate. Saranno inoltre attivati anche la convenzione con Autobrennero per l’esenzione dal pagamento del pedaggio durante lo stop al trafficosulponte diSanBenedetto e altri incentivi per popolazione locale.
San Benedetto, la Provincia accelera sul nuovo ponte
05.11.2019 17:37
Obiettivo chiudere i lavori entro la fine di giugno del prossimo anno
Tre mesi di chiusura, comprensivi anche dei 18 - 20 giorni necessari per il montaggio del nuovo ponte in alveo. Un miglioramento sismico del tratto in golena che potrebbe arrivare alla certificazione al 60%. L'impegno a concludere i lavori entro la fine del mese di giugno del prossimo anno. E' l'obiettivo della Provincia di Mantova che oggi è stato ribadito dal presidente dell'ente Beniamino Morselli ai sindaci di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito Roberto Lasagna e Roberto Penna. Il numero uno di Palazzo di Bagno, affiancato dal dirigente dell'Area Lavori Pubblici Giovanni Urbani e dai responsabili dello staff tecnico Antonio Covino e Giuliano Rossi, ha comunicato anche che la via teorica della rampa provvisoria in golena, invocata da più parti per evitare lo stop al traffico sul ponte durante i diversi interventi, non è praticabile in quanto ritenuta non sufficientemente sicura. "Prima di arrivare a questa decisione, visto che comunque la nostra volontà è quella di arrecare i minori disagi possibili alla collettività e agli utenti del ponte - ha spiegato il presidente Morselli -, ci siamo rivolti ad un pool tecnico-scientifico composto da alcuni dei maggiori esperti in Italia in materia di ponti e sicurezza idraulica: tre docenti universitari che sulla fattibilità del bypass in golena si sono però espressi in modo negativo rilevando parecchi elementi di criticità visto l'andamento del Po e delle relative ondate di piena. All'unanimità la commissione tecnico-scientifica ha verificato infatti che col bypass non esistono le condizioni minime di sicurezza. A questo punto visto che comunque è nostro dovere garantire la sicurezza, davanti alla scelta tra aspettare ancora a decidere o optare per la soluzione che prevede la riqualificazione statico-strutturale e un miglioramento sismico sino al 60% certificabile della parte di ponte in golena, abbiamo optato per questa". Il che si traduce in un avvio immediato della progettazione esecutiva forti del fatto che le risorse economiche per l'intervento ci sono praticamente tutte (restano da reperire una parte di stanziamenti per aumentare il possibile livello di certificabilità antisismica).
Ponte, pool di esperti analizza la proposta Toto: entro una settimana si decide
Morselli (Provincia): «Se passerà il vaglio, sarà solo questione di budget»
Si studia la "chiusura minima":
una super rampa evita-cantiere
Francesco Romanisan benedetto po. L'ora della decisione è scoccata. Entro una settimana, la Provincia deciderà come proseguire i lavori di riqualificazione del ponte sul Po fra Bagnolo e San Benedetto. Mentre prosegue la costruzione dei due tronconi per valicare il tratto in alveo, sopra il fiume, il segmento in golena, fra il fiume e l'argine dalla parte benedettina, resta ancora in surplace. Due le ipotesi principali: una sistemazione statica connessa ad un miglioramento sismico, oppure la stessa sistemazione statica delle strutture abbinata però al completo adeguamento sismico, in modo da uniformare questa parte con quella in costruzione in alveo. Differenti, nelle due ipotesi, le stime di costo, ma anche di periodo di chiusura totale al traffico. Ma la novità è la proposta della Toto costruzioni, la capofila del raggruppamento di imprese che si è aggiudicata l'appalto da 33,4 milioni di euro per la riqualificazione del tratto in alveo danneggiato dal sisma del 2012. L'idea sarebbe quella di costruire una "super rampa" che colleghi il ponte provvisorio varato in alveo in sede provvisoria in modo da garantire un bypass dell'intero fronte del cantiere. Consentendo quindi l'abbattimento in alveo e la sistemazione in golena senza chiudere al traffico. Che passerebbe appena a valle del ponte esistente su quello provvisorio collegato alla viabilità ordinaria.A spiegarlo la stessa Provincia che dopo aver annunciato la volontà di giungere ad un chiarimento sulle modalità del cantiere entro fine mese ora aggiorna la tempistica. «Ormai siamo al dunque - annuncia il presidente provinciale Beniamino Morselli -. L'opera è complessa e sono intervenuti dei rallentamenti che ci hanno fatto slittare il termine di decisione. A questo punto la scelta su come proseguire il lavoro sarà fatta entro la prossima settimana».Le due ipotesi sul tappeto sono già state illustrate ai due sindaci, Roberto Lasagna per San Benedetto Po e Roberto Penna per Bagnolo San Vito. «Il progetto cardine, quello che è in stadio più avanzato, prevede la sistemazione statica del tratto in golena, che quindi sarà percorribile da tutti i carichi, anche eccezionali - spiega Morselli - Questo lavoro sarà abbinato ad un miglioramento sismico. Questo "piano A" costerebbe secondo i nostri calcoli 2 milioni e 350 mila euro, che abbiamo già disponibili e comporterebbe la chiusura totale al traffico per circa 3 mesi. Il "piano B" consegue sempre il miglioramento statico, ma raggiunge lo stadio di adeguamento sismico. E sarebbe il primo ponte sul Po a raggiungerlo. Obiettivo ambizioso che però comporta costi stimati sui 9-10 milioni e tempi di chiusura totale di almeno sette mesi. Toto sarebbe disponibile a scalare opere per circa 2 milioni mentre la Regione al momento potrebbe intervenire con circa 2,5 milioni a far valere sul capitolo dei danni del terremoto 2012. Resterebbe quindi la necessità di reperire circa 2 milioni e mezzo e siamo in contatto con la struttura Commissariale per verificare ulteriori possibili stanziamenti». La proposta della Toto, un "super bypass" azzererebbe la variabile della chiusura al traffico. «Un pool di esperti da noi nominati la sta verificando. se supererà il vaglio, allora fra piano A e B sarà solo questione di budget perché la chiusura al traffico sarebbe di fatto quasi azzerata». E la risposta arriverà la prossima settimana.
Ponte ristrutturato senza chiusure: il Comitato sollecita le istituzioni
Gli esponenti di “Vogliamo il Ponte”chiedono un progetto che preveda la realizzazione di un by-pass per scongiurare l’interruzione del traffico
SAN BENEDETTO PO - La ristrutturazione del tratto golenale del ponte sul Po di San Benedetto può essere attuata senza chiusure: ne sono convinti gli esponenti del Comitato “Vogliamo il Ponte” che ieri hanno inoltrato una lettera alla Provincia di Mantova (e per conoscenza al governatore lombardo Attilio Fontana, al consigliere regionale Alessandra Cappellari e ai sindaci di San Benedetto e Bagnolo Roberto Lasagna e Roberto Penna). La mancata chiusura si potrebbe ottenere avviando uno studio di fattibilità per un by-pass sulla parte golenale destra. In tal modo, lasciano intendere gli esponenti del Comitato, si potrebbe concludere ogni tipo di intervento senza interruzioni di traffico, senza isolare il territorio e ponendosi anche al riparo da eventuali ritardi che, dal punto di vista tecnico, potrebbero presentarsi in corso d’opera. Nella lettera il Comitato sottolinea che «la presentazione dei progetti di ristrutturazione/rifacimento della parte golenale, stando a quanto annunciato in assemblea pubblica lo scorso 1° agosto, doveva avvenire a metà settembre. Ci auguriamo - prosegue la lettera - che tale ritardo sia legato allo studio di una soluzione che permetta la e realizzazione di un by-pass sulla parte golenale destra». Questa soluzione, per gli esponenti del Comitato, rappresenta la strada ottimale «per non pesare ulteriormente su un territorio già provato da diversi disagi negli ultimi trent’anni e che verrebbe messo definitivamente in ginocchio da una chiusura totale del traffico».
Nicola Antonietti
Dalla Gazzetta di Mantova del 27 ottobre 2019
I cittadini hanno scritto al presidente della Provincia: «Sembra che i soldi ci siano Fate tutto il possibile per non far morire il paese»
Il comitato del ponte: «Un bypass in golena per evitare la chiusura»
SAN BENEDETTO PO. Che la costruzione di un bypass in golena sia la soluzione per evitare la chiusura del ponte? Ne è certo il comitato "Vogliamo il ponte" che si è costituito a San Benedetto Po nel luglio scorso dopo che la Provincia aveva annunciato un'interruzione al traffico per almeno 5 mesi. Ora il comitato ha indirizzato al presidente Beniamino Morselli una lettera con la richiesta di informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori della parte in alveo e, in particolare, con il sollecito per la presentazione del progetto di ristrutturazione o rifacimento del viadotto in golena del ponte sul fiume Po. La stessa è stata inviata al governatore Attilio Fontana, alla consigliera Alessandra Cappellari, all'Aipo e ai sindaci di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito. «Il nuovo progetto comprensivo del sistema antisismico - esordisce Sandro Cavazzoli, portavoce del Comitato - avrebbe dovuto essere presentato a metà settembre, come dichiarato da Morselli nell'assemblea pubblica di agosto, ma a tutt'oggi non ci sono notizie. Quanto all'informazione ufficiale da parte della Provincia, siamo ancora all'ipotesi di una chiusura del ponte per cinque mesi per i lavori necessari sulla parte in golena». «Come comitato - prosegue Cavazzoli - siamo del tutto contrari alla chiusura che isolerebbe il paese ma anche tutto il Basso Mantovano, già enormemente provato da trent'anni di viabilità limitata. Come è stato segnalato nei mesi scorsi dalle associazioni di categoria e dai cittadini, la preclusione totale al traffico metterebbe definitivamente in ginocchio il territorio. Per questo chiediamo che la Provincia prenda in considerazione l'opportunità di realizzare un bypass nell'ex cava Rondelli con la costruzione di una rampa che permetta al traffico leggero di utilizzare il ponte nuovo, in attesa che siano completati i lavori sul viadotto ammalorato». Il comitato sottolinea che la Toto non ha escluso questa idea, ritenendola fattibile. Non comprende, invece, l'ostilità della Provincia nel verificare questa ipotesi, che non richiederebbe la chiusura di nemmeno un giorno. «Se c'è per San Benedetto una possibilità di sopravvivere - conclude Cavazzoli - vogliamo che venga attentamente valutata, tanto più che sembra che i soldi ci siano. Sul viadotto possono poi utilizzare il tempo che serve». Si tratterebbe di deviare il cantiere nella vasta area dell'ex cava Rondelli, dove il terreno è consolidato e il pericolo di allagamento per una piena del Po è abbastanza remoto.
Oriana Caleffi
Dalla Gazzetta di Mantova del 12 ottobre 2019
Vertice sul ponte
Fondi grazie al sisma?
San Benedetto Po. Probabile contributo extra per i lavori del ponte. A dirlo il consigliere regionale Alessandra Cappellari che ieri ha tiunito il grupp odi lavoro post sisma. «È stata evidenziata la disponibilità della struttura commissariale ad un possibile contributo economico ulteriore per l'opera, laddove fosse provato e quantificato il danno da sisma subito dal ponte». Per conoscere l'entità dei danni, i sindaci hanno chiesto un vertice con Provincia e Toto costruzioni, che sta riqualificando il ponte «per fare il punto insieme sui lavori, sui tempi e sulle necessità finanziarie residue». Sulla ricostruzione privata - verrà valutata la possibilità di concedere una proroga rispetto alla data del 31 dicembre 2019 individuato come termine ultimo per la chiusura delle pratiche».
Dalla Voce di Mantova del 12 ottobre 2019
Fondi residui del post sisma per sostenere il nuovo ponte
SAN BENEDETTO PO - Un ulteriore contributo a sostegno del nuovo ponte di San Benedetto Po, in questo caso proveniente dalla Struttura Commissariale Regionale per il post sisma 2012, qualora fosse comprovato il danno subito dal ponte e dal viadotto golenale a seguito del terremoto: questa, in sostanza, una delle ipotesi emerse ieri nel corso dell’incontro a Mantova tra i sindaci del cosiddetto “gruppo-ristretto” e la rappresentanza della Struttura Commissariale, guidata dal consigliere delegato Alessandra Cappellari. Sono passati pochissimi giorni dalla riunione di Palazzo di Bagno tra Provincia e Comuni e il ponte di San Benedetto ritorna ancora d’attualità, in questo caso in un incontro in cui si parla di ricostruzione post sisma ma anche di rilancio di un territorio che non può essere rallentato da una possibile lunga chiusura del ponte: «Nel corso dell’incontro - ci ha spiegato Alessandra Cappellari - è stata evidenziata la disponibilità della struttura commissariale a giungere ad un possibile contributo economico ulteriore per l'opera, laddove fosse provato e quantificato il danno da sisma subito dal ponte. Lo scopo - ha aggiunto il consigliere regionale è trovare una soluzione condivisa e, e per questo non escludo di chiedere una riunione con la Provincia e con la Toto, per soluzioni che non comportino interruzioni della viabilità». Ieri inoltre è stato evidenziato che che alcuni Comuni non hanno ancora proceduto ad analizzare parte delle richieste relative al contributo previsto per la ricostruzione privata: «Per questo - ha commentato - verrà valutata la possibilità di concedere una proroga rispetto alla data del 31 dicembre 2019 individuato come termine ultimo per la chiusura delle pratiche. Si è anche ragionato sulla possibilità di utilizzare risorse regionali, provenienti dall'assessorato allo Sviluppo Economico, per individuare, insieme all'assessore Alessandro Mattinzoli, una misura ad hoc mirata all'attività di nuovi insediamenti produttivi nelle aree colpite dal sisma.
Dalla Gazzetta di Mantova del 8 ottobre 2019
I lavori al ponte accelerano
I sostegni sono già in posizione
SAN BENEDETTO PO. Superati i problemi finanziari e di approvvigionamento dei materiali che avevano rallentato il cantiere, la società PontePo (Toto costruzioni e Vezzola spa) sta accelerando i tempi per il varo del nuovo ponte sul Po. Sulle due sponde del fiume si stanno assemblando le due enormi piattaforme in acciaio corten brunito che, con i grandi archi asimmetrici, sosterranno l'impalcato stradale. Inoltre, sui pilastri già costruiti in alveo sono stati già montati due "pulvini", i sostegni sui quali appoggerà l'intera opera in sede provvisoria. Il primo pulvino, sulla riva di San Benedetto Po, è composto di tre elementi in acciaio corten del peso complessivo di 150 tonnellate. È stato posizionato sulla pila in golena, sulla sponda destra del fiume Po. Si tratta del primo appoggio che sosterrà l'impalcato del ponte durante la fase di varo, nei 18 giorni che vedranno la demolizione della vecchia struttura e la deviazione del traffico sul nuovo, in posizione provvisoria. Alcuni giorni fa è seguito il secondo appoggio, dal lato di Bagnolo San Vito. Per poter procedere al varo serve solo l'appoggio centrale.Proseguono, intanto, i lavori di assemblaggio e di saldatura della prima campata del nuovo ponte. Ad oggi la lunghezza dell'impalcato in costruzione nel cantiere di Bagnolo San Vito ha superato i 50 metri. Questo mentre sulla riva opposta è stato aperto il cantiere di San Benedetto Po, dove sono stati già depositati tutti i conci in acciaio corten che costituiranno l'altro impalcato. È imminente l'inizio dei lavori di assemblaggio e di saldatura di questa seconda campata, la più lunga, con i suoi 180 metri di lunghezza.L'attuale cronoprogramma, dopo la concessione della prima deroga, prevede la consegna delle opere entro il 23 dicembre. Ma concretamente si andrà alla prossima estate. Da decidere, almeno ufficialmente, le modalità di cantiere della parte in golena.
Ponte San Benedetto Po priorità da risolvere: le promesse politiche
La consigliera Cappellari ha incontrato i sindaci per discutere del post sisma.
Da Voce di Mantova 8 ottobre 2019
San Benedetto, no a lunghe chiusure, sì a eventuali progetti a “ponte aperto”
La richiesta arriva dai sindaci e dal Comitato, si attende la fine di ottobre per sapere quale intervento sarà fatto sul viadotto in golena
IERI LA RIUNIONE A PALAZZO DI BAGNO
SAN BENEDETTO PO - Sì a qualunque progetto preveda chiusure il più ridotte possibili del manufatto se non addirittura, qualora fosse possibile, nessuna chiusura: questo quanto ribadito ieri nella riunione di Palazzo di Bagno sul ponte di San Benedetto dai sindaci del territorio e dagli esponenti del comitato “Vogliamo il Ponte”, all’amministrazione provinciale. Va precisato - e su questo punto è stato categorico il presidente della Provincia Beniamino Morselli - che a fine ottobre si capirà qualcosa di più sugli sviluppi del cantiere per il nuovo ponte, e soprattutto verrà presa la scelta progettuale sul cosiddetto viadotto golenale: una scelta, hanno ribadito il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna e gli altri primi cittadini, insieme agli esponenti del Comitato, che comunque deve prevedere il minor tempo possibile di chiusura del ponte se non addirittura la “non chiusura”. Va da sè, a questo punto, che la soluzione più probabile sia quella di un miglioramento sismico del viadotto golenale, soluzione per la quale - ha spiegato il presidente della Provincia Beniamino Morselli - esiste già uno stanziamento certo di 2,5 milioni e una progettazione in corso; la soluzione del viadotto totalmente antisismico, oltre a rappresentare un esborso quadruplicato (occorrerebbero 10 milioni) non ha al momento una progettazione in corso. Senza contare, ma questo si è intuito da qualche rumors che è filtrato alla fine della riunione, che se la raccolta fondi e la progettazione in tempi celeri rappresentano due punti estremamente difficili ma non impossibili da realizzare, qualora si decidesse di optare per la totale antisismicità del viadotto ci si troverebbe in una sorta di “cul de sac”, in cui sarebbe praticamente impossibile realizzare questo intervento - si tratterebbe, peraltro, del primo intervento di questo genere in Italia - senza lunghi periodi di chiusura. Ovvero quello che sicuramente i sindaci del territorio non vogliono per non decapitare la viabilità nel territorio e di fronte al quale anche la Provincia, con un progetto di adeguamento quasi pronto, avrebbe non poche perplessità. Non si è comunque solo discusso del viadotto golenale nel corso della riunione di ieri in cui, a dimostrazione dell’importanza di questo cantiere, hanno partecipato i deputati Andrea Dara (Lega), Anna Lisa Baroni (Forza Italia) e Matteo Colaninno (Italia Viva) oltre ai consiglieri regionali Antonella Forattini (Pd) e Andrea Fiasconaro( Movimento Cinque Stelle): i sindaci - in testa Lasagna e il collega di Bagnolo San Vito Roberto Penna hanno espresso l’auspicio che il cantiere del nuovo ponte in alveo prosegua senza interruzioni e si concluda quanto prima.
Nicola Antonietti
7 ottobre 2019 da Oltrepo Mantovano News
Ponte di San Benedetto: si va verso il miglioramento sismico del viadotto golenale
San Benedetto Po A fine ottobre si capirà qualcosa di più sugli sviluppi del cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto, e soprattutto verrà presa la scelta progettuale sul cosiddetto viadotto golenale: questo l’esito della riunione dii oggi a Palazzo di Bagno tra l’amministrazione provinciale, i sindaci del territorio, i deputati e i consiglieri regionali mantovani e il Comitato Vogliamo il Ponte. Una scelta, hanno ribadito il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna e gli altri primi cittadini, insieme agli esponenti del Comitato, che comunque deve prevedere il minor tempo possibile di chiusura del ponte se non addirittura la “non chiusura”. Va da sè, a questo punto, che la soluzione più probabile sia quella di un miglioramento sismico del viadotto golenale, soluzione per la quale – ha spiegato il presidente della Provincia Beniamino Morselli – esiste già uno stanziamento certo di 2,5 milioni e una progettazione in corso; la soluzione del viadotto totalmente antisismico, oltre a rappresentare un esborso quadruplicato (occorrerebbero 10 milioni) non ha al momento una progettazione in corso. I sindaci hanno inoltre espresso l’auspicio che il cantiere del nuovo ponte in alveo prosegua senza interruzioni e si concluda quanto prima.
TeleMantova puntata del 26 settembre 2019 di Mantova Veramente: Un Ponte Nuovo un confronto sul ponte di San Benedetto Po fra: Beniamino Morselli il Presidente della Provincia, Matteo Luppi in rappresentanza del Sindaco Comune di San Benedetto Po, Vicky Paolo Lavagnini in rappresentanza del Comitato Vogliamo il Ponte Oscar Porcelli in rappresentanza di Potere al Popolo Le repliche andranno in onda venerdì 27/09/2019 ore 23:30 domenica 29/09/2019 ore 23:40 link https://www.telemantova.it/videos/4984_mantova_veramente/181924/
25 settembre 2019 Pagina Facebook PontePo
24 settembre 2019 dalla Gazzetta di Mantova
Ponte di San Benedetto Po: vertice Provincia-sindaci per i nuovi interventi
Valutazioni diverse per indennizzi di esproprio, per la Provincia debito fuori bilancio
Tra i punti all'ordine del giorno delConsiglio Provinciale di domani il riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio derivante da ordinanza della Corte d'Appello di Brescia. Il contenzioso nasce nell'ambito deilavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto. La Provincia ha calcolatol'indennità di espropriazione di alcune aree necessarie per la realizzazione dell'opera e disposto l'occupazione anticipata in via d'urgenza ovvero temporanea degli immobili necessari. I proprietari deiterreni espropriandi e/o occupati temporaneamente, i fratelli Rondelli, hanno però intrapreso azione legale contro la Provincia ritenendo non congrua la cifra proposta dall'ente per gli indennizzi.
Il ricorso, in particolare, contestava la stima formulata dalla Commissione provinciale espropri nel 2017 e chiedeva alla Corte d'Appello di rideterminare sia l'indennità definitiva di esproprio, sia l'indennità annua di occupazione preordinata all'esproprio, sia l'indennità annua di occupazione dei terreni per il cantiere. La Corte d'Appello di Brescia ha rideterminato gli indennizzi ordinando alla Provincia il deposito di 223.669, 14 euro, cifra per cui l'amministrazione di via Principe Amedeo deve provvedere ad adottare gli atti necessari al riconoscimento del debito fuori bilancio.
La Corte d'Appello, esperita una CTU, ha determinato:
1) l'indennità di esproprio del terreno in complessivi € 23.812,50 e relativa indennità di occupazione temporanea in €/anno 1.984,37
2) l'indennità per demolizione alberi e platea silos in € 36.217,51
3) l'indennità annua di occupazione temporanea non finalizzata all'esproprio per complessivi mq. 13.342, nonché alla perdita temporanea dell'utilizzo degli uffici e della pesa, in 67.233,43 euro all'anno.
Rispetto alle stime effettuate dalla Commissione provinciale espropri, c'è un considerevole scostamento quanto a quest'ultima voce, che la Commissione provinciale espropri aveva quantificato in 13.705 euro annui.
La divergenza deriva principalmente dal fatto che il CTU, a differenza della CPE, ha ritenuto di attribuire un valore economico al materiale (sabbia e mistone di ghiaia) sottostante il piazzale in rilevato che insiste su una parte dei terreni occupati.
"Le valutazioni dal Consulente incaricato dalla Corte d'Appello - spiega il presidente della Provincia Beniamino Morselli - conducono ad attribuire ai terreni occupati a scopo di cantiere un valore che si discosta grandemente dal reale valore di mercato dei beni in questione. L'area è in zona completamente inedificabile ed è soggetta a importanti vincoli paesaggistici e idraulici in quanto ricadente in fascia PAI (Piano di assetto idrogeologico) ed è soggetta a periodiche inondazioni. La stessa, pertanto, è completamente inadatta per attività produttive. La movimentazione di inerti sull'area è stata autorizzata in sanatoria in quanto antecedente ai vincoli soprariferiti, ma solo sino ad esaurimento. L'area, quindi, non dà prospettive reddituali né di sviluppo".
Il CTU, senza tenere conto questi aspetti, per quantificare il valore di mercato del bene ha utilizzato il cd. criterio "di ricostruzione", ed ha quindi quantificato l'ipotetico costo della ricostruzione del piazzale in rilevato.
"Il criterio è evidentemente inadeguato in quanto conduce ad attribuire all'area un prezzo di 940.000 Euro, ovverossia 71 Euro/mq, dieci volte maggiore di quello stimato dalla CPE, pari a 10,76/ euro mq - precisa Morselli -. Il valore è spropositato tenuto conto che, la CPE aveva riferito nella propria relazione di stima che appena due anni prima un'area collocata in un comune limitrofo, avente stessa destinazione e localizzazione in area golenale, è stata venduta a 6,40 al mq".
Il valore stimato dal CTU in 71 euro al mq è quasi il doppio di quello per le aree residenziali urbanizzate della stessa zona (pari a 42 Euro/mq) approvato dal Comune di San Benedetto ed è quasi quadruplo rispetto al valore previsto per gli ambiti di trasformazione prevalentemente produttivi (non urbanizzati).
23 settembre 2019 dalla Gazzetta di Mantova
Esproprio 7 volte più caro: debito extra per la Provincia di Mantova
Sulla sponda di Bagnolo la prima campata si avvicina al
completamento, mentre a San Benedetto Po si apre il cantiere per la campata più
lunga del nuovo ponte.
Ad oggi la lunghezza dell’impalcato in costruzione nel cantiere di Bagnolo San Vito ha superato i 50 metri. Questo mentre sulla riva opposta è stato aperto il cantiere di San Benedetto Po, dove sono arrivati i conci in acciaio corten e stanno iniziando i lavori di assemblaggio che costituiranno l’altra campata, la più lunga, con i suoi 180 metri di lunghezza.
Tutte le reazioni:
12Lavagnini Vicky Paolo e altri 11
17 settembre 2019 dalla Voce di Mantova
Provincia di Mantova Determina 682/2019 del 16/09/2019
Ponte di San Benedetto, per il tratto in golena miglioramento sismico e adeguamento statico
23.07.2019 16:00
Il presidente Morselli torna su quanto dichiarato alla locale festa del Pd
"Per il tratto del ponte di San Benedetto in golena come Provincia abbiamo in programma di eseguire interventi di miglioramento sismico per aumentare la sicurezza strutturale del manufatto preesistente e lavori di adeguamento statico sui singoli elementi strutturali finalizzati, per quanto possibile, al conseguimento degli standard di sicurezza fissati dalla normativa vigente". Questo quanto affermato dal presidente dell'ente di Palazzo di Bagno Beniamino Morselli alcune sere fa intervenendo alla Festa del Pd di San Benedetto Po e ribadito dallo stesso alla luce di alcune interpretazioni non corrette delle sue dichiarazioni.
"Adeguare totalmente il ponte alle più recenti normative antisismiche comporterebbe un'ulteriore ricerca di risorse oltre ai 2 milioni e 400 mila euro già stanziati e sarebbe il primo caso di ponte lungo il Po a totale antisismicità. Quello che posso dire, però, è che essendo ancora in attesa del progetto esecutivo dell'opera, qualche ulteriore intervento in questo senso, trovando le risorse necessarie, lo possiamo ipotizzare".
Provincia di Mantova Determina 587/2019 del 26/07/2019
Ponte San Benedetto, lavori più lunghi ma riqualificazione anche della parte in golena
11.06.2019 16:47
La Provincia studia misure per andare incontro ai disagi degli utenti quando la struttura sarà chiusa al traffico
Cinque mesi in più di lavori ma a fronte della riqualificazione completa del ponte tra San Benedetto Po e Bagnolo San Vito, compreso anche il tratto in golena e la messa in campo di una serie di azioni per mitigare il maggior disagio dovuto a un protrarsi delle attività di cantiere.
Sono queste le proposte illustrate oggi a Palazzo di Bagno dal presidente della Provincia Beniamino Morselli ai Sindaci di San Benedetto e Bagnolo Roberto Lasagna e Roberto Penna, quest'ultimo accompagnato dall'onorevole Annalisa Baroni. La novità principale è quella che riguarda le misure per andare incontro alla cittadinanza che da tempo sopporta le conseguenze di un manufatto vietato ai mezzi pesanti e che nei prossimi mesi, inevitabilmente, per un certo periodo sarà off-limits per tutti per consentire il completamento del nuovo ponte in alveo e interventi di consolidamento per le parti in golena: si è parlato di rimborso del pedaggio autostradale per le auto che attualmente percorrono il ponte e che durante la chiusura si serviranno dell'A22 limitatamente al tratto tra i caselli di Mantova sud e Pegognaga (e viceversa), di misure per incrementare le corse del trasporto pubblico locale e ridurre i costi degli abbonamenti alle corse Apam ma anche di incentivi alle imprese con sede a Bagnolo e San Benedetto.
Il Presidente Morselli con il Dirigente dell'area Lavori Pubblici e Trasporti dell'ente di Palazzo di Bagno Giovanni Urbani e il suo staff di collaboratori ha quindi fatto il punto sulla situazione dei lavori alla luce dei ritardi rispetto al cronoprogramma iniziale presentato da Toto S.p.A.: sforamenti temporali puntualmente contestati dai tecnici della Provincia con 9 ordini di servizio.
Anche i due Sindaci, pur sottolineando i ripetuti rallentamenti dell'impresa, per motivi diversi, hanno ribadito di preferire ritardi ma con lavori eseguiti a regola d'arte, piuttosto che procedere con la risoluzione del contratto con Toto spa, procedura che comporterebbe slittamenti e ritardi maggiori, nell'ordine di alcuni anni. "Attualmente - ha spiegato il presidente Morselli - i lavori per la realizzazione del ponte non sono fermi ma stanno continuando nelle officine delle società incaricate della fornitura delle componenti metalliche del ponte, dove sta avvenendo anche l'assemblaggio delle varie parti metalliche fino al limite tale da non perdere le caratteristiche di transitabilità sulle strade delle parti assemblate".
Illustrati dai tecnici anche i lavori complementari alla realizzazione del nuovo ponte, riguardanti la parte in golena dello stesso: interventi necessari per rendere transitabile da tutti i tipi di veicoli, mezzi pesanti e carichi eccezionali compresi, l'intero ponte.
Infatti, grazie 2,4 milioni di euro resisi disponibili di recente, si potrà realizzare il progetto complementare per l'adeguamento sismico e il consolidamento strutturale della porzione in golena del fiume, in modo da evitare di dover mantenere le limitazioni al traffico pesante per effetto del cattivo stato di conservazione delle strutture in cemento armato nel tratto golenale.
"Per effettuare i lavori nella parte in golena - ha aggiunto il numero uno di Palazzo di Bagno - si prevedono 5 mesi di lavoro: tenuto conto che il ponte principale avrebbe dovuto essere terminato il 31 luglio prossimo, con le lavorazioni aggiuntive alle parti in golena si sarebbe arrivati al 31 dicembre 2019. Se Toto spa confermerà la disponibilità e l'impegno a portare avanti in contemporanea le due opere, alla fine non si avrà alcun slittamento complessivo dei tempi con un ponte interamente riqualificato".
"Questa soluzione di affiancare i lavori del nuovo ponte con la riqualificazione di quello esistente nelle porzioni in golena - come spiegato dai tecnici - comporterà una chiusura della struttura per qualche mese e non più solo per poche settimane, visto che si dovranno sostituire del tutto le attuali 'travi tampone'". Da qui la proposta delle misure per andare incontro ai disagi di pendolari, studenti e attività produttive.
Provincia di Mantova Determina 442/2019 del 10/06/2019
Test e prove sulla struttura del ponte di San Benedetto, i controlli continueranno anche nei prossimi giorni
01.04.2019 19:08
Sono andati avanti per tutto il giorno i test e le prove strumentali previste per oggi sul ponte di San Benedetto. Alle nove come preannunciato è scattato lo stop alla circolazione. E da quel momento sono partite le misurazioni per avere un quadro preciso e aggiornato sulla struttura.
Il ponte è rimasto chiuso per consentire verifiche topografiche di controllo anche in relazione al regime idrico di magra del periodo.
Le misurazioni continueranno nei prossimi giorni anche in golena ma senza la necessità di interrompere il transito.
L'attività di controllo, che terminerà a fine settimana, permetterà di avere un quadro conoscitivo utile anche per il proseguimento dei lavori del cantiere per il nuovo ponte.
Provincia di Mantova sta intervenendo con queste misurazioni di routine per garantire il transito in sicurezza.
La chiusura è stata segnalata oltre che con l'apposita segnaletica verticale anche con l'utilizzo di personale dell'ente presente in prossimità degli sbarramenti di accesso al ponte sul fiume Po a San Benedetto e a Bagnolo San Vito e in prossimità dell'intersezione tra la SP ex SS n. 496 "Virgiliana" e la SP ex SS n. 413 "Romana".
Non si sono registrati problemi particolari nelle deviazioni di percorso.
Test e prove sulla struttura del ponte di San Benedetto, lunedì stop alla circolazione
28.03.2019 17:53
Chiusura temporanea al traffico del ponte di San Benedetto per consentire l'effettuazione di prove strumentali periodiche sulla struttura del ponte stesso. Lo stop alla circolazione scatterà dalle ore dalle ore 9 di lunedì 1 aprile e si protrarrà sino alle ore 19.30 della stessa giornata.
La chiusura sarà segnalata oltre che con l'apposita segnaletica verticale anche con l'utilizzo di personale dell'ente che stanzierà in prossimità degli sbarramenti di accesso al ponte sul fiume Po a San Benedetto e a Bagnolo San Vitro e in prossimità dell'intersezione tra la SP ex SS n. 496 "Virgiliana" e la SP ex SS n. 413 "Romana".
È stata una operazione delicata vista la mole e il peso della macchina, ma si sono concluse positivamente le operazioni di imbarco della grande trivella sul pontone galleggiante. Ora la grande perforatrice verrà ancorata nel centro del fiume Po dove lavorerà per circa un paio di mesi. Il tempo necessario per realizzare diciannove pali di profondità, che scenderanno fino a 70 metri sotto il letto del fiume, realizzando perforazioni dal diametro di un metro e mezzo. Nel cantiere di PontePo sono state, intanto, ultimate le verifiche sull’impianto di pompaggio che dalla riva di Bagnolo trasporterà, a pressione, nel centro fiume il calcestruzzo.
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2020
21 agosto 2018 pagina Facebook PontePo
Bagnolo San Vito 21 agosto - Iniziati i test sulle strutture tecnologiche. In attesa che nelle prossime ore il pontone galleggiante con sopra la grande escavatrice arrivi nel punto esatto nel centro del fiume Po dove realizzerà 19 pali di profondità, in queste ore si stanno anche testando le strutture di supporto, che permetteranno di realizzare i pali in calcestruzzo armati che verranno realizzati nei fondali del fiume fino a 70 metri di profondità. E proprio per portare il calcestruzzo nel mezzo del fiume, nei mesi scorsi, è stata costruita una stazione di pompaggio sulla sponda sinistra del fiume, nell’area di Bagnolo San Vito. La stazione accoglierà le betoniere e alimenterà una condotta a pressione, alloggiata sul marciapiede del vecchio ponte (nelle foto). Così il calcestruzzo arriverà rapidamente dalla terraferma al centro del letto del fiume. Queste strutture di supporto sono state ultimate nei mesi scorsi. Un lavoro particolare è stato quello che ha impegnato i tecnici della Toto per la progettazione e costruzione del pontone galleggiante.
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17Daniela Agosti e altri 16
20 agosto 2018 pagina Facebook PontePo
San Benedetto Po 20 agosto - Sono ripresi oggi pomeriggio le attività nel cantiere per la costruzione di PontePo. Come da programma si sta lavorando affinché nelle prossime 48 ore la grande trivella possa avviare gli scavi nell’alveo del fiume. Domani la grande scavatrice verrà issata su un pontone galleggiante di 900 metri quadri, per poi essere posizionata nel punto esatto dell’alveo del Po dove realizzerà il primo palo. Questo cantiere galleggiante di pali ne dovrà realizzare diciannove. Si tratta di strutture di profondità che costituiranno la base su cui verranno realizzati i nuovi piloni che sorreggeranno il nuovo Ponte e le strutture provvisorie. I pali che verranno realizzati nei fondali del fiume si spingeranno fino a 70 metri. Saranno in calcestruzzo armato.
PontePo, avviati i lavori per montare la grande trivella
Morselli: "Un passo importante. Recuperiamo il tempo"
Mantova 9 agosto - Sono in corso da ieri le operazioni di montaggio della grande trivella che servirà per realizzare i pali di fondazione nell’alveo del fiume Po. Nel cantiere della Toto Spa si sta lavorando in queste ore proprio per completare questa fase preliminare. La grande trivella dovrà essere pronta per entrare in funzione il 20 agosto. A quella data è previsto che la escavatrice verrà portata in mezzo al fiume. Uno speciale pontone galleggiante è stato già allestito nelle scorse settimane. Una struttura da 900 metri quadrati sulla quale, oltre alla grande trivella, lavoreranno operai e tecnici. Questo cantiere galleggiante dovrà realizzare i diciannove pali di profondità che costituiranno la base su cui verranno realizzati i nuovi piloni, sia per la struttura definitiva (14 pali) che per quella provvisoria (5 pali).
I pali che verranno installati nei fondali del fiume si spingeranno fino a 70 metri. Saranno in calcestruzzo armato. E proprio per portare il calcestruzzo nel mezzo del fiume, nei mesi scorsi, è stata costruita una stazione di pompaggio sulla sponda sinistra del fiume, nell’area di Bagnolo San Vito. La stazione accoglierà le betoniere e alimenterà una condotta a pressione, alloggiata sul marciapiede del vecchio ponte. Così il calcestruzzo arriverà rapidamente dalla terraferma al centro del letto del fiume.
Queste strutture di supporto sono state ultimate nei mesi scorsi. Un lavoro particolare è stato quello che ha impegnato i tecnici della Toto per la progettazione e costruzione del pontone galleggiante. La grande piattaforma da 900 metri quadrati dotata di bracci idraulici alle estremità che, una volta in posizione in mezzo al fiume, affonderanno fino a raggiungere i fondali, così da ancorare il pontone in maniera sicura e stabile. La trivellatrice infatti ha un compito delicato. Deve realizzare fori del diametro di un metro e mezzo e spingersi fino a settanta metri sotto il livello del fiume. Il tutto deve essere realizzato con estrema precisione perché, anche con la corrente del fiume, il pontone dovrà garantire la stabilità necessaria a far funzionare alla perfezione la grande trivella.
“Riteniamo si tratti di un importante passo in avanti – sottolinea il presidente della Provincia di Mantova Beniamino Morselli -. Se fino a qualche giorno fa c'erano timori, ora lavoriamo tutti per ripartire con l'obiettivo di finire i lavori entro i tempi previsti nonostante i ritardi di questo ultimo periodo”.
Cantiere PontePo, il 20 agosto il cantiere riprende le attività
Chieti, 8 agosto - Riprendono a regime i lavori per la costruzione del ponte sul Po tra i comuni di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito. Dopo la brevissima pausa estiva, il prossimo 20 agosto, le attività riprenderanno a pieno regime nel cantiere della Toto con la realizzazione delle opere in alveo. L’obiettivo è realizzare 19 pali di fondazione nel grande fiume, pali che si spingeranno fino a settanta metri di profondità e che costituiranno la fondazione su quale realizzare la grande pila centrale del progetto PontePo.
Sulla sponda di San Benedetto Po è oggi arrivata una grande trivella che verrà spostata sui pontoni già allestiti nelle settimane scorse e che consentiranno all’enorme escavatrice di lavorare galleggiando sul fiume.
I pali che verranno così realizzati nell’alveo avranno un diametro di un metro e mezzo e saranno profondi mediamente più di 70 metri, in modo da raggiungere gli strati più solidi del terreno sotto il letto del fiume e garantire l’ancoraggio al suolo del nuovo ponte.
In particolare, 14 pali costituiranno la fondazione delle pile definitive del nuovo ponte mentre altri cinque serviranno a supportare le pile provvisorie, quelle che sosterranno la nuova struttura durante le fasi di demolizione del vecchio Ponte e che saranno eliminate a costruzione ultimata del nuovo.
I lavori che verranno realizzati a partire dal 20 agosto sono importanti, soprattutto per il rispetto del programma di costruzione del ponte. Per evitare ritardi e rispettare i tempi del progetto è necessario, infatti, realizzare i pali di fondazione in questo periodo quando il fiume, dopo mesi di piena che hanno impedito l’esecuzione dei lavori, ha raggiunto i suoi livelli più bassi.
Intanto, per venire incontro alle esigenze del Comune e dei cittadini residenti di Bagnolo San Vito, da ieri è stata riaperta temporaneamente al traffico via Molinaria.
La strada verrà di nuovo inibita al traffico una volta che i lavori per la costruzione del ponte riprenderanno anche in quel tratto della sponda.
Con la normale ripresa delle attività, Toto Costruzioni Generali testimonia l’impegno concreto della società nella costruzione di PontePo, nei tempi e nelle modalità previste dalla commessa.
9 agosto 2018 pagina Facebook Pontepo
Cantiere PontePo, il 20 agosto il cantiere riprende le attività
Chieti, 8 agosto - Riprendono a regime i lavori per la costruzione del ponte sul Po tra i comuni di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito. Dopo la brevissima pausa estiva, il prossimo 20 agosto, le attività riprenderanno a pieno regime nel cantiere della Toto con la realizzazione delle opere in alveo. L’obiettivo è realizzare 19 pali di fondazione nel grande fiume, pali che si spingeranno fino a settanta metri di profondità e che costituiranno la fondazione su quale realizzare la grande pila centrale del progetto PontePo.
Sulla sponda di San Benedetto Po è oggi arrivata una grande trivella che verrà spostata sui pontoni già allestiti nelle settimane scorse e che consentiranno all’enorme escavatrice di lavorare galleggiando sul fiume.
I pali che verranno così realizzati nell’alveo avranno un diametro di un metro e mezzo e saranno profondi mediamente più di 70 metri, in modo da raggiungere gli strati più solidi del terreno sotto il letto del fiume e garantire l’ancoraggio al suolo del nuovo ponte.
In particolare, 14 pali costituiranno la fondazione delle pile definitive del nuovo ponte mentre altri cinque serviranno a supportare le pile provvisorie, quelle che sosterranno la nuova struttura durante le fasi di demolizione del vecchio Ponte e che saranno eliminate a costruzione ultimata del nuovo.
I lavori che verranno realizzati a partire dal 20 agosto sono importanti, soprattutto per il rispetto del programma di costruzione del ponte. Per evitare ritardi e rispettare i tempi del progetto è necessario, infatti, realizzare i pali di fondazione in questo periodo quando il fiume, dopo mesi di piena che hanno impedito l’esecuzione dei lavori, ha raggiunto i suoi livelli più bassi.
Intanto, per venire incontro alle esigenze del Comune e dei cittadini residenti di Bagnolo San Vito, da ieri è stata riaperta temporaneamente al traffico via Molinaria.
La strada verrà di nuovo inibita al traffico una volta che i lavori per la costruzione del ponte riprenderanno anche in quel tratto della sponda.
Con la normale ripresa delle attività, Toto Costruzioni Generali testimonia l’impegno concreto della società nella costruzione di PontePo, nei tempi e nelle modalità previste dalla commessa.
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3939
8 agosto 2018 dalla Gazzetta di Mantova
La Toto: «I lavori al ponte stanno per riprendere. È stata una pausa estiva»
In queste settimane sono stati ultimati gli scavi, le trivellazioni ed il getto dei pali di fondazione del nuovo ponte sulle sponde del fiume. Opere realizzate a profondità elevate e propedeutiche alla successiva costruzione delle elevazioni delle spalle del ponte, sponda Bagnolo, e delle pile sponda San Benedetto.
7 giugno 2018 Pagina Facebook PontePo
Sulle due sponde, inoltre, sono stati quasi ultimati i lavori preparatori decisivi per il successo di tutta l’operazione: si tratta dell’allestimento di due aree operative sulle quali saranno assemblate le grandi campate che formeranno gli “archi” del nuovo ponte. La campata con luce di 180 metri sarà assemblata sul piazzale di cantiere lato San Benedetto, mentre quella da 149 metri sul piazzale lato Bagnolo.
6 giugno 2018 Pagina Facebook PontePo
https://fb.watch/tLlnPtatCi/
Un maglio d’acciaio dal peso di 9 tonnellate che si abbatte sulla testa dei nuovi pali di fondazione, che arrivano alla profondità di 38 metri. Strumenti che misurano le onde che il violento urto propaga lungo il palo. Nel cantiere PontePo, dove la Toto sta realizzando il nuovo ponte sul Po, sono giornate di prove e verifiche severe. L’obiettivo è testare la resistenza dei pali che formeranno le fondamenta sulle quali poggerà il nuovo Ponte sul Po, che nascendo tra i comuni di Bagnolo e San Benedetto Po.
Il 21 maggio 2018 presso il cantiere PontePo è stata effettuata con successo la prova di collaudo che tecnicamente serve “per testare la portanza e la qualità di esecuzione dei pali di fondazione del nuovo ponte sul Po”.
Nei cantieri Toto di PontePo sono mesi di preparazione e di lavori importanti e delicati. Anche se ancora poco visibili. Ultimati i lavori di bonifica da ordigni bellici, da fine ottobre dello scorso anno tecnici ed operai lavorano a ritmi serrati sotto il vecchio ponte sul Po che collega i due comuni della Provincia di Mantova. Due comunità municipali che guardano a quest’opera come una grande opportunità per mantenersi al passo con i tempi e rilanciare lo sviluppo di tutta l’area.
Studenti in visita nel cantiere PontePo della Toto Costruzioni Generali, sulle rive del grande fiume. Accompagnati dall’arch. Giulio Biroli, responsabile unico del procedimento della Provincia di Mantova e da due insegnanti (ing. Daniele Brutti e ing. Martino De Togni), venerdì 1 giugno circa quaranta ragazzi che frequentano il quinto anno dell’istituto “Carlo D’Arco” per Geometri di Mantova hanno trascorso una mattinata visitando il cantiere del nuovo ponte sul Po che sta nascendo ai piedi del vecchio. Hanno potuto così vedere e conoscere dal vivo le attività che si stanno realizzando in questi mesi per la preparazione del varo del nuovo collegamento sul grande fiume. Ha fatto gli onori di casa l’ing. Nicola Ieva, direttore tecnico della Toto
4 giugno 2018 Pagina Facebook PontePo
Provincia di Mantova Determina 375/2018 del 24/05/2018
Pali, PontePo collaudo superato. Maglio da 9 tonnellate per il test
Un maglio d’acciaio dal peso di 9 tonnellate che si abbatte sulla testa dei pali di fondazione. Strumenti che misurano le onde che il violento urto propaga lungo il palo. Nel cantiere PontePo, dove la Toto sta realizzando il nuovo ponte sul Po, sono giornate di prove e verifiche severe. L’obiettivo era infatti testare la resistenza dei pali che formeranno le fondamenta sulle quali poggerà il nuovo Ponte sul Po, che nascendo tra i comuni di Bagnolo e San Benedetto Po. Il 21 maggio 2018 presso il cantiere PontePo è stata effettuata con successo la prova di collaudo che tecnicamente serve “per testare la portanza e la qualità di esecuzione dei pali di fondazione del nuovo ponte sul Po”. Si tratta di una prova di collaudo dinamico di tipo “CASE” eseguita secondo la norma ASTM D4945 e rientra fra quelle previste nel D.M. del 14 gennaio 2008. La prova ha lo scopo di determinare la portata assiale dei pali di fondazione mediante la conoscenza di forza e velocità indotte da una sollecitazione di tipo impulsivo. La prova consiste nel sollecitare il palo con una forza assiale, generata da una massa in caduta libera, rilevando l’andamento della deformazione e dell’accelerazione indotta alla testa del palo. Sul palo oggetto di prova, facente parte della fondazione della spalla 1 (lato Bagnolo San Vito), è stato installato un maglio d’acciaio di 9 tonnellate di peso. Il maglio è stato sollevato e lasciato cadere sulla testa del palo, opportunamente predisposta mediante la realizzazione di un dado di appoggio, da un’altezza di 30 cm e di 60 cm. Il rilievo della deformazione e della velocità di propagazione dell’onda di compressione è avvenuto grazie a 2 coppie di sensori (estensimetri ed accelerometri), ubicati lungo il fusto del palo, ad una distanza dalla testa del palo di circa 1,5 volte il diametro del palo. L’elaborazione dei risultati ha confermato l’esito ampiamente positivo della prova di collaudo, a riprova della correttezza dei parametri assunti in fase di progettazione e della qualità esecutiva dell’opera.
link https://www.stradeeautostrade.it/notizie/2017/ponte-di-san-benedetto-po-maroni-opera-importante/
Ponte di San Benedetto Po, Maroni “opera importante”
“Un’opera importante e utile al territorio, per la quale Regione Lombardia ha messo 30 milioni (su un costo totale di 33,8 milioni, ndr), soldi ben spesi.
Vigileremo affinchè i lavori vengano effettuati nei tempi previsti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, partecipando alla cerimonia di posa della prima pietra del nuovo ponte in San Benedetto Po.
Data avviso: 24 maggio 2017 Sito Regione Lombradia
Lavori di ristrutturazione del Ponte di San Benedetto Po
Sono in corso i lavori di ristrutturazione del ponte sul Po, tra i Comuni di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito, lungo la strada provinciale ex S.S. 413 “Romana”, con costruzione di un nuovo viadotto in alveo che sostituirà l'attuale.
Il progetto esecutivo del nuovo manufatto è stato approvato il 27 aprile 2017, dopo i lavori propedeutici e la stipula del contratto con l’impresa incaricata sia della progettazione esecutiva sia dei lavori che sono stati avviati a maggio 2017.
Previsto per gennaio 2019 il completamento del nuovo viadotto in alveo, lungo 600 metri, con demolizione dell’attuale.
Regione Lombardia era intervenuta stanziando 30 milioni di euro subito dopo il sisma che nel 2012 ha colpito il territorio mantovano e aggravato la situazione di precaria stabilità del ponte. Per ragioni di sicurezza la Provincia di Mantova ha dovuto interdire il passaggio ai mezzi pesanti (>7,5 tonnellate) sul ponte attuale.
Ulteriori finanziamenti regionali sono già stati destinati agli interventi di risanamento conservativo del tratto di ponte in area golenale nel comune di San Benedetto Po (attualmente allo studio), per altri 270 metri, il cui inizio è fissato per maggio 2018.
Le risorse regionali sono destinate alla Provincia di Mantova che è soggetto attuatore.
Si è insediata
ufficialmente la Commissione Giudicatrice che valuterà le offerte presentate
per l'aggiudicazione dei lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto
Po.
Il presidente è il dottor GIOVANNI
URBANI - dirigente Settore Lavori Pubblici della Provincia.
I commissari sono:
- LUIGI MILLE - ingegnere idraulico
esperto, direttore AIPO, designato su indicazione di Regione Lombardia
- ALESSANDRO MANNI - ingegnere esperto di
ponti, con un'elevata professionalità specifica nel Settore della Pubblica
Amministrazione (dirigente presso la Provincia di Modena)
- MIRCO SPARESOTTO - ingegnere
geotecnico, di accertata esperienza nella progettazione e realizzazione di
ponti e nella gestione di cantieri
-RAFFAELE POLUZZI - ingegnere strutturista di
accertata esperienza e docente universitario a Bologna
Provincia di Mantova Determina 4/2016 del 14/01/2016
Viene pubblicato il
bando di gara CUPG41B13000840002 - CIG 62295080A1
Finanziamento: costo
intervento € 33.800.000,00, finanziato per € 30.000.000,00 da Regione Lombardia
e per € 3.800.000,00 con cessione immobile di proprietà della Provincia
(Caserma dei Carabinieri in Mantova Via Chiassi)
Lavori:
Il progetto preliminare
prevede un intervento di sostituzione della struttura esistente in calcestruzzo
armato posta tra la spalla esistente SP1 in sinistra idraulica e la pila P5,
fino alla trave tampone della campata 6, per uno sviluppo complessivo di 345
metri circa, mediante una struttura in acciaio cor-ten, costituita da due archi
rispettivamente di 180 e 149 metri, oltre a una “piastra tampone” di
connessione con la struttura esistente, di circa 15 metri. In sponda sinistra
il ponte si collegherà alla spalla esistente, mentre in sponda destra verrà
realizzata una nuova pila allo scopo di connettere il nuovo impalcato con
quello esistente (che verrà mantenuto per l’intero tratto golenale).
6 marzo 2015
3 marzo 2015
28 febbraio 2015
Provincia di Mantova Determina 127/2015 del 13/02/2015
Il
presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel corso dell'incontro, a
Gonzaga (Mantova), con i sindaci dei Comuni mantovani colpiti dal terremoto del
2012 spiega che sul ponte di San Benedetto Po la Regione Lombardia ha messo i
soldi e la Provincia di Mantova ha chiesto di essere titolare nella definizione
e realizzazione del progetto.
Viene approvato il
progetto preliminare relativo alla “ex ss. 413 “romana” ristrutturazione del
ponte sul fiume Po nei comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po” durante
la Conferenza dei servizi in Provincia. SI prevede l’’avvio dei
lavori dell’opera stradale per giugno 2015, una durata di 21 mesi, durante i
quali la viabilità sarà interrotta per 105 giorni. Il costo dell’opera in esame
è stato stimato dalla Provincia di Mantova in 34mln€.
10 settembre
2014
La Provincia di Mantova
indice la prima seduta della conferenza di servizi per l’approvazione del
progetto preliminare relativo alla “ex ss. 413 “romana” ristrutturazione del
ponte sul fiume Po nei comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po”. L’Ing.
Antonio Covino, progettista dell’intervento in discussione presenta nel
dettaglio il progetto di ristrutturazione, mettendo in evidenza che detto
progetto prevede il mantenimento della parte del ponte in golena e la
sostituzione di quella in alveo, la quale versa in condizioni molto gravi dal
punto di vista statico. Descrive dettagliatamente le caratteristiche tecniche,
lo svolgimento dei lavori, punto importate del progetto: la chiusura del
traffico per un periodo molto limitato 105 giorni.
Provincia di Mantova Determina 383/2014 del 15/05/2014
Ecco il progetto vincente del ponte sul Po, chiusura solo per 19 giorni
Il cantiere a San Benedetto Po inizierà entro l’anno, conclusione dopo 21 mesi. Soddisfatto il presidente Pastacci: «Impegni rispettat
SAN BENEDETTO PO. Tre mesi al massimo, forse anche meno: sarà questa la lunghezza del periodo di passione per gli automobilisti che utilizzano per i loro spostamenti il ponte di San Benedetto. Un ponte ora a mezzo servizio, percorribile solo dai veicoli leggeri dopo il terremoto del 2012. Il nuovo ponte finanziato dalla Regione, infatti, è stato progettato dai tecnici della Provincia in modo da ridurre al massimo il periodo di chiusura assoluta al traffico. Un’eventualità che si presenterà verso la fine dei lavori, prevista, in assenza di intoppi, per la primavera del 2017.
Doppio arco. La soluzione scelta, il ponte ad arco, assicurano il presidente della Provincia, Alessandro Pastacci, il responsabile dei lavori, ingegnere Giulio Biroli, e l’autore del progetto preliminare, ingegnere Antonio Covino, è la più pratica tecnicamente e logisticamente, oltre che la più economicamente sostenibile. I soldi a disposizione sono 30 milioni di euro, ma solo circa 24 saranno spendibili per i lavori, il resto verrà bruciato dall’Iva al 22%; un’assurdità, secondo Pastacci, che impedirà, almeno in una prima fase, di intervenire in modo definitivo sul viadotto che corre in golena. All’atto pratico, cambierà poco: il tratto ammalorato del manufatto, in realtà, è il ponte vero e proprio sul Po, in tutto 5 pile distanziate l’una dall’altra 67 metri, con le tre immerse in acqua nate male e sopravvissute peggio. Ed è quello, che verrà sostituito con un ponte ad arco appoggiato su un’unica pila in alveo e due campate lunghe 180 e 150 metri.
I lavori. Come sarà possibile portare avanti i lavori senza chiudere il ponte al traffico? La pila in alveo sarà distante da quelle esistenti, per evitare di creare ulteriori problemi statici, oltre che e più allargata rispetto all’attuale ponte. La struttura del nuovo ponte, poi, sarà realizzata in acciaio, materiale molto più leggero dell’attuale calcestruzzo: inizialmente verrà sorretta da castelletti metallici che si appoggeranno sui basamenti realizzati nel 1964 dall’Anas in vista di un raddoppio della struttura mai realizzato. Basamenti che, secondo i tecnici, non sono estranei ai problemi statici patiti dal ponte negli anni.
Una volta realizzata l’intera struttura metallica, questa verrà traslata al posto dell’attuale ponte: sarà allora che l’attuale manufatto sarà eliminato, con l’abbattimento delle 5 pile, realizzando la nuova strada.
Strada più larga. Nuova in tutti i sensi, visto che, se la sede stradale sarà larga come l’attuale, dovrà essere prevista da ambo i lati una banchina asfaltata percorribile larga un metro e mezzo e poi, al di là delle barriere, due piste ciclopedonali, che non potranno in un primo momento proseguire in golena proprio per la mancanza di fondi e potranno venire compiuto in un secondo momento senza problemi di traffico. «A meno che - segnala Pastacci - in corso d’opera non arrivino i fondi necessari, circa 3 milioni, o si ottengano risparmi in sede d’appalto».
Gara europea. Già, l’appalto. Si dovrà bandire una gara europea, e questo allungherà i tempi tecnici. Ma a palazzo di Bagno hanno accelerato, così il progetto preliminare di massima è già stato visionato in via informale da alcune delle autorità chiamate ad autorizzare il progetto: Sovrintendenza ai beni ambientali, Autorità di Bacino, Aipo, Arpa e Regione Lombardia. Non sono previste procedure d’urgenza, nonostante sia un intervento post sismico; il progetto preliminare andrà sottoposto al vaglio della conferenza di servizi che, auspicabilmente, verrà convocata entro il prossimo aprile. Se dovesse arrivare subito il via libera, tra maggio e giugno verrà bandita la gara per l’appalto, un appalto integrato: significa che il vincitore dovrà sia curare la progettazione definitiva sulla base di quella provvisoria realizzata dalla Provincia (con la consulenza di due esperti di alto livello, l’ingegnere Pierangelo Pistoletti per l’acciaio e l’ingegnere Luciano Corradini per le fondazioni), sia costruire l’opera. E’ un sistema già utilizzato per la bonifica di Valdaro e che consente di evitare contestazioni al progetto da parte del costruttore, visto che le figure coincidono.
I tempi. Nell’aggiudicazione dell’appalto, elementi in grado di aumentare il punteggio dei partecipati saranno la riduzione sia i tempi di realizzazione e di quelli di chiusura al traffico del ponte. L’iter della gara, comunque, non comporterà meno di sei mesi, il che significa che il cantiere vero e proprio non sarà aperto prima della primavera 2015. Quanto durerà? «Tra i 18 e i 24 mesi» assicurano Pastacci, Biroli e Covino. Significa che solo nel 2017 i mezzi pesanti potranno tornare ad attraversare il Po a San Benedetto.
Ponte di S. Benedetto, urgente intervenire sulle fondazioni ma realizzarne uno nuovo è la cosa migliore
SAN BENEDETTO PO - Quali sono le condizioni effettive del ponte di San Benedetto Po? “Il problema sta soprattutto nelle fondazioni e fondamentale e saggio per non peggiorarne la situazione è stato limitare il traffico vietando il transito ai mezzi pesanti.
Ora è necessario intervenire celermente sulle fondazioni”. A dirlo è stato il professor Enzo Siviero, docente universitario a Padova, progettista ed esperto di strutture e ponti. Il professionista, al quale la Provincia aveva affidato nei mesi scorsi la realizzazione di un accurato studio sul manufatto alla luce delle ripetute scosse sismiche della primavera 2012, ha presentato oggi la sua prima relazione a Palazzo di Bagno.
Spettatori molto attenti e interessati il presidente della Provincia Alessandro Pastacci, il sindaco di San Benedetto Marco Giavazzi, il collega di Bagnolo Roberto Penna, il presidente della Commissione Provinciale Viabilità Luigi Cavaglieri e i tecnici del settore viabilità dell’amministrazione provinciale. Nello studio, oltre all’ipotesi di un ponte completamente riqualificato, viene contemplata anche la soluzione più radicale, ossia quella di realizzare un nuovo manufatto.
“Per quello attuale non ci sono pericoli di crolli ma bisogna intervenire in fretta sulle fondazioni” ha spiegato con molta chiarezza il prof. Siviero, basando le sue considerazioni su analisi accurate della portata del ponte misurata sia in condizioni di traffico vietato ai mezzi pesanti che non. Secondo il prof. Siviero e la sua équipe prioritario su tutto è il lavoro di sistemazione del fondale, mentre il problema all’impalcato, seppure importante, sarebbe secondario. “Nella prima fase dei lavori dovrebbero essere realizzate fondazioni nuove con l’innesto di nuovi pali a monte e a valle della struttura”.
Essendo ancora in corso ulteriori analisi sulla struttura del manufatto gli amministratori non si sono sbilanciati in giudizi a favore del mantenimento del ponte attuale o piuttosto della costruzione di una nuova struttura. “L’obiettivo – secondo il presidente Pastacci – è avere un ponte con le caratteristiche di uno nuovo in termini di sicurezza e durata. Sull’attuale ponte di San Benedetto non sono mai stati fatti interventi risolutivi -. Forse adesso è arrivato il momento di pensare a un’operazione che possa garantire sicurezza alla struttura per un lungo periodo e non al solito intervento tampone. Il nostro obiettivo è una soluzione definitiva per il ponte”.
Un traguardo condiviso anche dai due sindaci, Penna e Giavazzi che ogni giorno toccano con mano i disagi degli utenti specie degli autotrasportatori per i quali il manufatto è off limits da mesi. “Oggi abbiamo avuto la conferma che la decisione di limitare il traffico era una scelta obbligata e che gli esperti condividono. Ora ci muoveremo nelle sedi opportune per ottenere i finanziamenti urgenti e necessari per intervenire in modo adeguato” concludono gli amministratori. A breve prioritariamente partirà il confronto con Regione e poi con Aipo, Autorità di Bacino e Sovrintendenza.
Ponte di san Benedetto, intervenire presto sulle fondazioni
Gli esperti: “Bene aver limitato il traffico dopo il terremoto”
Quali sono le condizioni effettive del ponte di San Benedetto Po? "Il problema sta soprattutto nelle fondazioni e fondamentale e saggio per non peggiorarne la situazione è stato limitare il traffico vietando il transito ai mezzi pesanti. Ora è necessario intervenire celermente sulle fondazioni". A dirlo è stato il professor Enzo Siviero, docente universitario a Padova, progettista ed esperto di strutture e ponti. Il professionista, al quale la Provincia aveva affidato nei mesi scorsi la realizzazione di un accurato studio sul manufatto alla luce delle ripetute scosse sismiche della primavera 2012, ha presentato oggi la sua prima relazione a Palazzo di Bagno. Spettatori molto attenti e interessati il presidente della Provincia Alessandro Pastacci, il sindaco di San Benedetto Marco Giavazzi, il collega di Bagnolo Roberto Penna, il presidente della Commissione Provinciale Viabilità Luigi Cavaglieri e i tecnici del settore viabilità dell'amministrazione provinciale.
Nello studio, oltre all'ipotesi di un ponte completamente riqualificato, viene contemplata anche la soluzione più radicale, ossia quella di realizzare un nuovo manufatto.
"Per quello attuale non ci sono pericoli di crolli ma bisogna intervenire in fretta sulle fondazioni" ha spiegato con molta chiarezza il prof. Siviero, basando le sue considerazioni su analisi accurate della portata del ponte misurata sia in condizioni di traffico vietato ai mezzi pesanti che non.
Secondo il prof. Siviero e la sua équipe prioritario su tutto è il lavoro di sistemazione del fondale, mentre il problema all'impalcato, seppure importante, sarebbe secondario. "Nella prima fase dei lavori dovrebbero essere realizzate fondazioni nuove con l'innesto di nuovi pali a monte e a valle della struttura".
Essendo ancora in corso ulteriori analisi sulla struttura del manufatto gli amministratori non si sono sbilanciati in giudizi a favore del mantenimento del ponte attuale o piuttosto della costruzione di una nuova struttura. "L'obiettivo - secondo il presidente Pastacci - è avere un ponte con le caratteristiche di uno nuovo in termini di sicurezza e durata. Sull'attuale ponte di San Benedetto non sono mai stati fatti interventi risolutivi -. Forse adesso è arrivato il momento di pensare a un'operazione che possa garantire sicurezza alla struttura per un lungo periodo e non al solito intervento tampone. Il nostro obiettivo è una soluzione definitiva per il ponte". Un traguardo condiviso anche dai due sindaci, Penna e Giavazzi che ogni giorno toccano con mano i disagi degli utenti specie degli autotrasportatori per i quali il manufatto è off limits da mesi. "Oggi abbiamo avuto la conferma che la decisione di limitare il traffico era una scelta obbligata e che gli esperti condividono. Ora ci muoveremo nelle sedi opportune per ottenere i finanziamenti urgenti e necessari per intervenire in modo adeguato" concludono gli amministratori. A breve prioritariamente partirà il confronto con Regione e poi con Aipo, Autorità di Bacino e Sovrintendenza.
Sul ponte di San Benedetto Po bisogna intervenire al più presto sulle fondazioni. Se n'è parlato in Provincia.
Il problema più grosso del ponte di San Benedetto Po sono le fondazioni. Nonostante la limitazione del traffico dopo il terremoto, utilissima per non peggiorare la situazione, è necessario un intervento urgente.
A dirlo è stato il professor Enzo Siviero, docente universitario a Padova, progettista ed esperto di strutture e ponti al quale la Provincia aveva affidato nei mesi scorsi la realizzazione di un accurato studio sul manufatto che ha presentato oggi la sua prima relazione a Palazzo di Bagno. Nello studio, oltre all’ipotesi di un ponte completamente riqualificato, viene contemplata anche la soluzione più radicale, ossia quella di realizzare un nuovo manufatto. Sul ponte attuale, prioritario è il lavoro di sistemazione del fondale, mentre il problema all’impalcato, seppure importante, sarebbe secondario. Essendo ancora in corso ulteriori analisi sulla struttura gli amministratori non si sono sbilanciati in giudizi a favore del mantenimento del ponte attuale o della costruzione di una nuova struttura “L’obiettivo – secondo il presidente Pastacci – è avere un ponte con le caratteristiche di uno nuovo in termini di sicurezza e durata. Sull’attuale ponte di San Benedetto non sono mai stati fatti interventi risolutivi. Il nostro obiettivo è una soluzione definitiva per il ponte”. Un traguardo condiviso anche dai due sindaci, Penna e Giavazzi.
Il vice commissario al terremoto Carlo Maccari interviene a margine dell'incontro con i sindaci di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito e il presidente della Provincia in merito alle sorti del ponte sul Po, duramente provato dal sisma di maggio
20 novembre 2011 dalla Gazzetta di Mantova Lettere al direttore
19 novembre 2011 dalla Gazzetta di Mantova
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20 dicembre 2005 dalla Voce di Mantova
3 dicembre 2005 dalla Gazzzetta di Mantova
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24 settembre 2001 dalla Gazzetta di Mantova
25 luglio 2001
22 novembre 2000 dalla Voce di Mantova
20 novembre 2000 dalla Voce di Mantova
26 agosto 2000 dalla Voce di Mantova
27 giugno 2000 dalla Gazzetta di Mantova
11 aprile 2000 dalla Voce di Mantova
7 marzo 2000 dalla Gazzetta di Mantova
25 gennaio 2000 dalla Gazzetta di Mantova
22 dicembre 1993 dalla Gazzetta di Mantova
6 e 7 ottobre 1993 dal libro di Oscar Piva Gente di Polirone il racconto della Manifestazione per far riaprire il Ponte in occasione della prima chiusura definitiva