Fonte Gazzetta di Mantova del 3 luglio 2020
UNA PROVINCIA CHE INCIAMPA SU TUTTI I PONTI
Paolo Boldrini
Non invidio i candidati del centrosinistra a San Benedetto e Bagnolo San Vito. La gestione del cantiere del nuovo ponte sul Po da parte della Provincia è finita nell’occhio del ciclone, vedi la strigliata alla giunta Morselli (pure Pd) per mano dell’ex parlamentare Carra che ha chiesto un cambio di passo. La battaglia legale con la Toto costruzioni è in un vicolo cieco, o meglio su un binario morto. L’euforia che aveva salutato la presentazione del progetto all’abbazia del Polirone, tra filmati e squilli di tromba, ha lasciato il passo alla rabbia e alla delusione per i ritardi inaccettabili. Gli abitanti dei due comuni sono inferociti e alle prossime elezioni si faranno sentire. Ma non è l’unico guaio. Da qualche giorno si è aperto il fronte di Roncoferraro, con i disagi causati dall’interruzione (da cinque mesi) della strada di Nosedole. Anche in questo caso le frecce non sono scagliate dai guerrieri di Salvini o della Meloni, bensì dall’ex sindaco Pd Candido Roveda, ora consigliere di minoranza. La segnaletica a ridosso del ponte danneggiato lascia a desiderare, per usare un eufemismo, come dimostra il servizio che pubblichiamo a pagina 21. Non è finita qui. È di ieri il comunicato della Provincia sulla ciclabile Mantova-Peschiera, ancora chiusa tra la Canottieri e Gambarara per “criticità strutturali al ponte sul canale Parcarello”. Di cosa si tratta? Si è spezzata un’asse di legno, subito rimossa ma non ancora sostituita. È passato quasi un mese, siamo in luglio e i cicloturisti sulla Mantova-Peschiera sono costretti a fare lo slalom tra via Verona e via Brescia a Cittadella. Forse più di certi dirigenti in Provincia servirebbero uno stradino, un falegname, oltre a un manager specializzato nella gestione dei ponti, grandi e piccini. Diventati ormai una dannazione per i contribuenti al volante e a pedali.