sabato 6 giugno 2020

6 giugno 2020 da Mantovauno.it

Ponte S.Benedetto Po: il Comitato scrive alla ministra De Micheli


PONTE S.BENEDETTO – Non si ferma l’azione del Comitato “Vogliamo il Ponte”. Lo scorso sabato davanti ai giornalisti è stato fatto il punto dopo il lungo stop, dovuto alle normative della Regione e del Governo per contrastare la diffusione del Covid 19. E bene, il Comitato, ha deciso di scrivere alla ministra dei trasporti Paola De Micheli.

ed
Gentile Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli

San Benedetto Po, 6 giugno 2020

Oggetto: Il ponte sul Po tra i comuni di Bagnolo San Vito (Mn) e di San Benedetto Po (Mn) sulla S.P. ex S.S. n° 413 “Romana”
Richiesta d’intervento

Gentile Ministra,
vorremmo portare alla sua attenzione la situazione in cui versa il Ponte sul fiume Po tra i comuni di Bagnolo San Vito (Mn) e di San Benedetto Po (Mn) sulla S.P. ex S.S. n° 413 “Romana”, è una vicenda che dura da oltre 30 anni, ora il manufatto presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e, per quanto sia monitorato, siamo preoccupati. Questo Ponte è fondamentale per il Mantovano per la sua collocazione strategica rappresenta un punto di passaggio praticamente obbligato per l’intera zona sud est della Provincia via di collegamento con le province confinanti di Modena e Ferrara, se si arrivasse alla chiusura del tratto il Basso Mantovano verrebbe isolato.
La Provincia di Mantova per il rifacimento della parte in alveo del Ponte nel 2015 indice un bando CUPG41B13000840002 - CIG 62295080A1, costo intervento € 33.800.000,00, finanziato per € 30.000.000,00 da Regione Lombardia e per € 3.800.000,00 con cessione dell’immobile di proprietà della Provincia (Caserma dei Carabinieri in Mantova Via Chiassi. Il bando viene aggiudicato a maggio 2016 alla cordata R.T.I. TOTO S.p.A. Costruzioni Generali – VEZZOLA S.p.A.. Ad aprile 2017 avviene la consegna del cantiere, data di fine lavori dicembre 2018 con soli 18
giorni di chiusura al traffico. A oggi questo nuovo Ponte è lontano dall’essere ultimato, il contratto tra Provincia di Mantova e Toto, dopo innumerevoli proroghe è scaduto il 31/12/2019 ed è notizia recente che Toto Costruzioni ha citato in giudizio la Provincia di Mantova per la mancata trasmissione del piano di sicurezza Covid e per il valore non congruo dell’immobile che da bando dovrà essere ceduto a saldo opera.
Purtroppo a tutto questo si aggiunge un’altra vicenda, attualmente il Ponte ha una viabilità ridotta, i mezzi pesanti non possono passare, restrizione resa necessaria dopo il terremoto per non indebolire ulteriormente la struttura, il bando non comprende il rifacimento della parte del Ponte in golena indispensabile perché il tratto sia agibile da tutti i mezzi, la Provincia di Mantova doveva siglare con Toto una variante d’appalto perché venissero effettuati anche questi lavori, ma anche questo si è bloccato.
L’economia locale già messa a dura prova dal terremoto, dalla crisi economica e ora dall’emergenza sanitaria deve scontrarsi quotidianamente con le attuali limitazioni al traffico, questo ha comportato la “fuga” o la chiusura di molte aziende. L’incertezza sul futuro del Ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che spostano il loro interesse altrove.
Il territorio si sta svuotando di attività e di persone, negli ultimi anni si è potuto osservare un lento e costante aumento dell’emigrazione verso altri Comuni.
Nuove infrastrutture rischiano di diventare “cattedrali nel deserto” non potendo essere sfruttate a causa dalle viabilità ridotta del ponte.
Non ultimi i cittadini sono anch’essi provati economicamente e moralmente da questa continua situazione d’incertezza sul futuro.
Il nuovo Ponte è fondamentale per il rilancio socio-economico del Mantovano è stato perso già troppo tempo, per questo chiediamo il suo intervento per sbloccare questa situazione, crediamo che l’intervento di un commissario straordinario nell’appalto potrebbe snellire questa burocrazia che si trascina da decenni e che causa solo danni al territorio e ai cittadini
Confidando in un suo interessamento, porgiamo distinti saluti


COMITATO VOGLIAMO IL PONTE


Alleghiamo:
- Dossier con la storia del ponte
- Linea del tempo sintetica che riassume la storia del ponte



Fonte Gazzetta di Mantova del 6 giugno 2020

«Condivisibili i timori del comitato. Cittadini e territorio vanno tutelati»
Martedì vertice con l'assessore Terzi per concordare un incontro allargato
Ponte, il caso arriva in Regione
La Cappellari scrive a Fontana

San Benedetto Po - Le forti preoccupazioni del comitato "Vogliamo il ponte", delle amministrazioni locali, del mondo delle imprese sul prosieguo dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po non sono rimaste lettera morta. A fronte della richiesta di intervento, la Regione si è mossa. Il consigliere mantovano di maggioranza, Alessandra Cappellari, ha preso carta e penna ed ha scritto al governatore Attilio Fontana ed all'assessore alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi. «Ho informato della situazione che si sta vivendo - spiega la stessa consigliera leghista - aggiungendo di condividere personalmente le preoccupazioni in merito ai rapporti tesi fra la stazione appaltante Provincia e l'esecutore del cantiere, la Toto costruzioni, che rischiano di avere ricadute fortemente negative per il territorio, i cittadini, le imprese. E aggiungendo che la Regione ha in più interesse a tutelare questo cantiere, avendolo finanziato con 30 milioni». La Cappellari incontrerà martedì l'assessore Terzi. Dal vertice dovrebbe uscire la proposta concreta di un tavolo con istituzioni e parti economiche del territorio per fare il punto sulla situazione, che vede da un lato il cantiere di ristrutturazione appaltato 5 anni fa, e già fortemente in ritardo, desolatamente fermo a fronte della ripresa di tutte le altre opere pubbliche gestite dalla Provincia, e dall'altro il contenzioso fra Toto e amministrazione provinciale giunto al punto di svolta. Il colosso delle costruzioni, a fronte di continui richiami e sanzioni, ha tirato fuori dal cassetto atti considerati come inadempienze contrattuali da parte di Palazzo di Bagno. In particolare il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi a Mantova (3,8 milioni), immobile che la Provincia intende consegnare alla Toto a fine lavori come forma di saldo e la ripartenza post Covid. In entrambe i casi per la Toto vi sarebbe stata violazione del contratto. L'azienda ha chiesto in sostanza di trovare un'intesa e ripartire con i lavori prima che sia invece un giudice a dover dirimere il contenzioso.
Francesco Romani©


TeleMantova puntata del 05/06/2020


venerdì 5 giugno 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 5 giugno 2020

San Benedetto - Lettere al direttore
I dannati del ponte
Gentile direttore,da cittadino italiano e mantovano noto spesso nelle nostre istituzioni un totale disinteresse per la vita della gente di questo paese. Riferendomi al ponte di San Benedetto e a tutte quelle infrastrutture pericolanti presenti sul nostro territorio, mi chiedo se i nostri dirigenti pubblici non aspettino il morto (o i morti) per intervenire sul serio e metterci una pezza che tanto piace ai nostri politici. Meglio prevenire che curare si dice da altre parti! Mi rendo conto che sia un'affermazione forte, ma il ping pong che si gioca su questo ponte da decine di anni ormai è un insulto ai cittadini e lavoratori di tutta la zona quotidianamente vessati dalla spudoratezza di questi amministratori incompetenti. Quando attraverso il nostro ponte mi chiedo con grande dolore se la lezione di Genova sia stata imparata dai nostri dirigenti, altrimenti proporrei, ministro Azzolina permettendo, di fargli fare gli esami di riparazione. Perché vede, direttore, sulla vita della gente non si scherza e consiglierei ai responsabili pubblici dei lavori di risolvere celermente i vari contenziosi che sono avulsi alla nostra comunità: i nostri compaesani, la nostra gente, non schede elettorali. O peggio, vittime sacrificali. Federico Zangrossi
Gentile lettore,ha tutta la mia comprensione. La storia del ponte sul Po è diventata una via crucis. 
(p.b.)



Fonte Voce di Mantova del 5 giugno 2020

PERMANE LO STALLO PROVINCIA - TOTO
Nuovo ponte di S. Benedetto,il comitato scrive alla Regione
“Le aziende scappano, troppe le limitazioni per la difficile viabilità”
SAN BENEDETTO PO - Come prevedibile, dopo le esternazioni di sabato scorso, il Comitato “Vogliamo il Ponte” di San Benedetto ha scritto alla Regione: in una missiva inviata al Governatore Attilio Fontana (e, tra gli altri, agli assessori Claudia Terzi e Fabio Rolfi) chiedendo con urgenza un incontro al quale auspicano la partecipazione di tutti i sindaci della zona e dei presidenti o rappresentanti delle associazioni di categoria presenti sul territorio: «Vorremmo - si legge nella lettera - che emergessero i problemi riscontrati dai settori produttivi, e riteniamo assolutamente prioritario decidere una linea comune per risolvere il problema e far ripartire immediatamente i lavori; crediamo fortemente che non si possa aspettare oltre visto il danno economico subito dal territorio e data la situazione strutturale del vecchio manufatto». Tra i problemi evidenziati dal comitato anche le ripercussioni sull’economia locale: «Questa - spiegano - già messa a dura prova dal terremoto, dalla crisi economica e ora dall’emergenza sanitaria Covid19 deve scontrarsi quotidianamente con le attuali limitazioni al traffico, questo ha comportato la “fuga” di molte aziende o peggio la chiusura di alcune di esse. L’incertezza sul futuro del Ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che il loro interesse altrove. Il territorio si sta svuotando di attività e di persone, perché negli ultimi si è potuto osservare anche un lento e costante aumento dell’emigrazione verso altri Comuni. Nel frattempo la situazione di stallo tra la Toto e la Provincia, e il conseguente malumore di quest’ultima, prosegue; sperando che la prossima settimana qualcosa si sblocchi. In un senso o nell’altro.
Nicola Antonietti


giovedì 4 giugno 2020

4 giugno 2020 fonte Mantovauno.it

Ritardo lavori sul ponte di San Benedetto. Il Comitato chiede incontro urgente alla Regione

SAN BENEDETTO PO – I lavori del ponte sul Po devono ripartire immediatamente: è questa richiesta che ha spinto il Comitato “Vogliamo il Ponte” a chiedere un nuovo incontro alla Regione Lombardia.
In una lettera indirizzata al Presidente Attilio Fontana, ma anche all’assessore Claudia Terzi
e alla consigliere regionale Cappellari Alessandra e all’assessore Fabio Rolfi, il Comitato chiede un incontroper discutere dei problemi riscontrati dai settori produttivi, in quanto – si legge nella lettera – “riteniamo assolutamente prioritario decidere una linea comune per risolvere il problema e far ripartire immediatamente i lavori, crediamo fortemente che non si possa aspettare oltre visto il danno economico subito dal territorio e data la situazione strutturale del vecchio manufatto”.
La richiesta è partita dagli ultimi avvenimenti riguardo ai rapporti tra Provincia di Mantova e Toto Costruzioni. All’incontro si chiede la partecipazione di tutti i sindaci della zona e dei presidenti o rappresentanti delle associazioni di categoria presenti sul territorio (Artigiani, Commercianti ,Agricoltura, Industria, ecc..).
“Il Ponte – prosegue la lettera – presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e per quanto sia monitorato, siamo preoccupati perché temiamo che la mancanza di manutenzione sospesa per la realizzazione della nuova struttura o un qualsiasi nuovo evento lo possa danneggiare irrimediabilmente comportando l’inevitabile chiusura ed isolamento totale del territorio del basso mantovano”.
Già lo scorso novembre si era resa necessaria la chiusura temporanea del tratto, i mezzi si sono riversati sulle altre arterie stradali causando numerosi incidenti, code e disagi in tutta la Provincia di Mantova. La chiusura inoltre comporta l’inevitabile isolamento anche per i mezzi di soccorso provenienti da Mantova.
Per l’economia locale è già in forte difficoltà e alla crisi economica, terremoto, e ora il covid 19 si aggiungono le attuali limitazioni al traffico,che portano alla fuga di molte aziende, alle chiusure senza prospettive di investimenti futuri.
“Nuove infrastrutture – prosegue la lettera – rischiano di diventare “cattedrali nel deserto” non potendo essere sfruttate a causa dalle viabilità ridotta del ponte, un esempio su tutte il Porto Fluviale di San Benedetto Po che giace ormai abbandonato da decenni.
Il nuovo Ponte è fondamentale per il rilancio socio-economico del Mantovano per la sua collocazione strategica rappresenta un punto di passaggio praticamente obbligato per l’intera zona sud est della Provincia perchè collegamento con le province confinanti di Modena e Ferrara, è stato perso già troppo tempo, riteniamo sia arrivato il momento di lavorare uniti per il bene del territorio, dei suoi cittadini e delle attività economiche”.



            Spett.le
             Regione Lombardia
             Alla c.a. Presidente Attilio Fontana
e p.c.   
Alla c.a. Assessore Claudia Terzi
             Assessore alle Infrastrutture Trasporti e Mobilità Sostenibile
                                              
             Alla c.a. Consigliere Regionale Cappellari Alessandra
             delegato per il sisma del maggio 2012

Alla c.a. Assessore Fabio Rolfi
             Assessore all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi
Verdi

San Benedetto Po, 3 giugno 2020

Oggetto: Il ponte sul Po tra i comuni di Bagnolo San Vito e di San Benedetto Po sulla S.P. ex S.S. n° 413 “Romana”

Pregiatissimi,
alla luce degli ultimi avvenimenti appresi dalla stampa per quanto riguarda i rapporti tra Provincia di Mantova  e Toto Costruzioni in relazione alla costruzione del nuovo ponte sul Po tra i comuni di San Benedetto e Bagnolo San Vito sollecitiamo con urgenza un incontro al quale chiediamo la partecipazione di tutti i sindaci della zona e dei presidenti o rappresentanti delle associazioni di categoria presenti sul nostro territorio (Artigiani, Commercianti ,Agricoltura, Industria, ecc..)
Vorremmo che emergessero i problemi riscontrati dai settori produttivi, riteniamo assolutamente prioritario decidere una linea comune per risolvere il problema e far ripartire immediatamente i lavori, crediamo fortemente che non si possa aspettare oltre visto il danno economico subito dal territorio e data la situazione strutturale del vecchio manufatto.

Questa vicenda dura da oltre 30 anni, il Ponte presenta evidenti problemi strutturali riconoscibili anche da non addetti ai lavori e per quanto sia monitorato, siamo preoccupati perché temiamo che la mancanza di manutenzione sospesa per la realizzazione della nuova struttura o un qualsiasi nuovo evento lo possa danneggiare irrimediabilmente comportando l’inevitabile chiusura ed isolamento totale del territorio del basso mantovano.

Tutti ricordiamo quanto accaduto lo scorso novembre con la chiusura temporanea del tratto, i mezzi si sono riversati sulle altre arterie stradali causando numerosi incidenti, code e disagi in tutta la Provincia di Mantova. La chiusura inoltre comporta l’inevitabile isolamento anche per i mezzi di soccorso provenienti da Mantova.

L’economia locale già messa a dura prova dal terremoto, dalla crisi economica e ora dall’emergenza sanitaria Covid19 deve scontrarsi quotidianamente con le attuali limitazioni al traffico, questo ha comportato la “fuga” di molte aziende o peggio la chiusura di alcune di esse. L’incertezza sul futuro del Ponte comporta la mancanza di investimenti da parte di nuove imprese che il loro interesse altrove.
Il territorio si sta svuotando di attività e di persone, perché negli ultimi si è potuto osservare anche un lento e costante aumento dell’emigrazione verso altri Comuni.

Nuove infrastrutture rischiano di diventare “cattedrali nel deserto” non potendo essere sfruttate a causa dalle viabilità ridotta del ponte, un esempio su tutte il Porto Fluviale di San Benedetto Po che giace ormai abbandonato da decenni.

Non ultimi abbiamo i cittadini anch’essi provati economicamente e moralmente da questa continua situazione d’incertezza.

Il nuovo Ponte è fondamentale per il rilancio socio-economico del Mantovano per la sua collocazione strategica rappresenta un punto di passaggio praticamente obbligato per l’intera zona sud est della Provincia perchè collegamento con le province confinanti di Modena e Ferrara, è stato perso già troppo tempo, riteniamo sia arrivato il momento di lavorare uniti per il bene del territorio, dei suoi cittadini e delle attività economiche.

Certi di un vostro riscontro, porgiamo distinti saluti.                                                                                                  
                                                                                                                                                                                      COMITATO VOGLIAMO IL PONTE

Fonte Voce di Mantova del 4 giugno 2020

SAN BENEDETTO PO GIRONI DI PASSIONE PER IL PONTE
Toto e Provincia distanti, a breve accordo o rottura totale
Potrebbe voler dire che l’azienda è intenzionata a proseguire nell’azione legale ma anche che Palazzo di Bagno potrebbe pensare alla recessione del contratto di appalto
SAN BENEDETTO PO - Sono (ancora) giorni di passione per il ponte di San Benedetto: la questione è ben lontana, per ora, dal ricomporsi e tra i soggetti coinvolti vi è il massimo riserbo sulle mosse future. Se, da un lato, il territorio è in fibrillazione - e la protesta del Comitato “Vogliamo il Ponte”, ma i prima di quel momento così dura e polemica, è un termometro preciso del malessere che si respira a San Benedetto e dintorni - dall’altro lato, ma andiamo per supposizioni, anche la Provincia non risulterebbe affatto soddisfatta (eufemismo) dell’atteggiamento della Toto che, come ormai noto, ha deciso di presentare un’azione legale contro Palazzo di Bagno. Dall’amministrazione provinciale bocche cucitissime, segno che l’ipotesi di un incontro, a breve - tra sette giorni, o comunque nel corso della prossima settimana - potrebbe avere un fondamento; ma il riserbo potrebbe anche stare a significare che margini per procrastinare non ve ne sarebbero e quindi o si trova un accordo o con Toto si va verso la rottura. Che potrebbe significare certamente una Toto ben intenzionata a proseguire nell’azione legale ma anche una Provincia che potrebbe pensare, per la prima volta, anche a un recesso del contratto di appalto. Sono ovviamente ipotesi perchè solo un incontro ufficiale tra Toto e Provincia e una comunicazione successiva potrebbe diradare la nebbia che si è venuta a creare sulla tormentata storia di questo appalto: sono del resto mesi che la Provincia è in pressing sulla Toto per i più svariati motivi ma, come un “cliffhanger” di una serie televisiva, ogni volta che una difficoltà veniva messa alle spalle - una su tutti la mancanza di liquidità della ditta che comportò anche un intervento diretto del Ministero - subito se ne presentava un’altra apparentemente ancora più insormontabile; i malumori di Palazzo di Bagno ne sarebbero dunque la logica conseguenza. (nico)

mercoledì 3 giugno 2020

martedì 2 giugno 2020

TG3 RAI Lombardia Servizio di Stefano Lorelli


Fonte Voce di Mantova del 2 giugno 2020
Ponte: incertezza nel territorio e silenzio dai soggetti coinvolti
Settimana decisiva per capire se il braccio di ferro tra Toto e Provincia andrà ancora avanti, ma resta alta la preoccupazione
LA TELENOVELA DI SAN BENEDETTO

SAN BENEDETTO PO - Mentre il territorio si interroga sull’ennesima puntata di una telenovela dal copione peggiore possibile, la settimana entrante potrebbe essere decisiva per il futuro del cantiere per il nuovo ponte di San Benedetto. Tuttavia se c’è un elemento che caratterizza tale situazione quello è sicuramente il silenzio; silenzio di cui si sono lamentati molto i rappresentanti territoriali più vicini ai cittadini come i sindaci e che è stato stigmatizzato a più riprese dal Comitato “Vogliamo il Ponte” che sabato scorso ha lanciato un duro “j’accuse” nei confronti di Toto, Provincia e anche Regione Lombardia. Tutto resta dunque appeso alla possibilità che tra Palazzo di Bagno e Toto possa aprirsi uno spiraglio di trattativa dopo la decisione di quest’ultima di portare in tribunale l’ente provinciale; ma anche se l’ottimismo è stato palesato da ambienti vicini alla Provincia, nei territori c’è invece fortissima preoccupazione che questa situazione di stallo rimanga tale anche per molte altre settimane. Come del resto aveva ricordato domenica il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna, «come si può avere ottimismo alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi?». Il malcontento sta montando sempre di più non solo a San Benedetto ma anche nei paesi limitrofi tanto che pure a Bagnolo San Vito si sta valutando se creare un comitato sulla falsariga di quello attivo nella cittadina polironiana. Si attende, ma se questa settimana dovesse passare senza risposte il rischio dello stallo è concreto.

domenica 31 maggio 2020

TeleMantova 30 maggio 2020

Fonte Mantovauno.it del 30 maggio 2020

Spiraglio per il ponte di S.Benedetto: a giorni un incontro tra Provincia e Toto per un possibile accordo
SAN BENEDETTO PO – Oggi la denuncia del Comitato “Vogliamo il ponte” di San Benedetto Po per il silenzio che attornia l’ennesimo stop dei lavori per la realizzazione del nuovo manufatto. I rappresentanti del Comitato lamentano di aver saputo solo dai giornali che la Toto ha messo in cassa integrazione i propri operai e nel frattempo ha citato in tribunale la Provincia su presunte mancanze, e chiedono a Palazzo di Bagno come alla Regione di avere dei ragguagli su quanto sta accadendo.
Annunciano anche la costituzione di un tavolo tecnico con i Comuni di San Benedetto Po e di Bagnolo. 
Ma intanto proprio tra il personale della stessa Toto ha iniziato a rimbalzare la notizia, data praticamente per certa, su un incontro in programma tra l’azienda e l’Amministrazione provinciale fissato già per i prossimi giorni. E, insieme a questa, arrivano le voci anche di un possibile accordo tra Toto e Palazzo di Bagno che potrebbe essere chiuso a breve. 
Dunque Toto, dopo gli atti legali, mette in agenda un confronto con la Provincia che potrebbe avere risvolti importanti per sbloccare i lavori.
Certo i tempi di ripresa del cantiere sarebbero in ogni caso lunghi: Toto ha messo in cassa integrazione gli operai fino al 31 luglio, poi ad agosto l’azienda farà quasi certamente ferie, quindi la ripartenza dei lavori potrebbe avvenire indicativamente non prima di settembre. 

Fonte Voce di Mantova del 31 maggio 2020
“Vogliamo il ponte”: dito puntato contro Toto, Provincia e Regione
Segnalata ieri anche un’inclinazione a sinistra del ponte
SAN BENEDETTO PO - A quanto pare la pazienza è completamente finita: e del resto era prevedibile che dopo le ultime notizie sul ponte di San Benedetto Po, con la Toto intenzionata a portare in tribunale la Provincia di Mantova, si scatenasse la reazione del territorio. Ieri i rappresentanti del comitato “Vogliamo il Ponte” si sono ritrovati nei pressi del manufatto per lanciare un duro “j’accuse” a tutti i soggetti coinvolti, dalla stessa ditta alla Provincia di Mantova, per concludere con la Regione Lombardia. Il tutto caratterizzato dalla considerazione di fondo che «il territorio - ci hanno detto - non è mai stato ascoltato» e dal timore di ritrovarsi addirittura, un ponte nuovo ma con ancora le limitazioni per la mancata sistemazione del tratto golenale. Con la preoccupazione, evidenziata ieri, anche su una inclinazione a sinistra del ponte attuale. I rappresentanti del comitato - Paolo Lavagnini, Manuela Braghiroli, Sandro Cavazzoli e Renzo Traldi - hanno scelto ieri, come luogo della loro conferenza stampa, il punto in cui sarebbe dovuto passare il famoso by-pass proposto dal comitato stesso come soluzione per completare i lavori senza eccessivi tempi di chiusura: «Proposta bocciata, e per carità ogni ente fa le sue scelte e si assume le sue responsabilità - ci hanno detto - ma anche in quell’occasione l’atteggiamento da parte della Provincia è stato sempre quello di non ascoltare per davvero il territorio, nemmeno le rimostranze e le preoccupazioni dei sindaci». Il comitato ritiene dunque il Comune di San Benedetto totalmente incolpevole di una situazione di cui è sostanzialmente vittima, e oltre a puntare l’indice contro l’atteggiamento della Toto e della Provincia, dirige i suoi strali anche contro la Regione, «totalmente disinteressata nonostante abbia investito ben 30 milioni sull’opera, e questo anche prima che scoppiasse l’emergenza Covid». I timori per il tessuto commerciale sono tanti, anche perché non si vede la fine di questo ulteriore stallo ai lavori che, invece, avrebbero dovuto riprendere con la Fase 2: «Temiamo fortemente che si possa arrivare a concludere il ponte in alveo ma senza intervenire sul tratto golenale - ci hanno detto - e questo significherebbe un ponte in parte nuovo ma con le stesse limitazioni e disagi di prima. Siamo stanchi, il territorio è stanco: chi di dovere intervenga e saremo ben felici di dire di esserci sbagliati a essere pessimisti».

Fonte Gazzetta di Mantova del 31 maggio 2020
San Benedetto. Il comitato: «Basta ritardi e scarsa trasparenza: prefetto e Regione vigilino, i cittadini sono esasperati»
«Ponte, va commissariata la Provincia»
Il comitato esterna le sue preoccupazioni: dalle ripercussioni sull’economia locale alla tenuta stessa dell’attuale manufatto
San Benedetto Po - Il Comitato perde la pazienza. Di fronte alle ultime vicende che riguardano il tribolato cantiere di riqualificazione del ponte sul Po e le nuove incertezze sulla prosecuzione dei lavori, i rappresentanti dei cittadini esasperati dai ritardi chiedono a prefetto e Regione di intervenire. «La Provincia si è dimostrata incapace di gestire il cantiere - attaccano - chiediamo un Commissario straordinario che sappia portare a termine l'opera come si conviene. Il forte appello è stato illustrato ieri nel corso di una conferenza stampa che il Comitato ha voluto tenere all'aperto, proprio accanto al manufatto che dal 2015 doveva essere riqualificato dopo i danni subiti dal tempo, da lavori non a regola d'arte e, in ultimo dagli eventi sismici del 2012. La chiusura al traffico pesante da quell'anno ha prodotto perdite stimate fra l'1,3 ed il 2% del valore aggiunto prodotto nell'area interessata (53mila abitanti con oltre mille aziende). Il calcolo è fra 20 e 30 milioni di danno l'anno, cioè attorno ai 200 milioni di perdita complessiva. Il ponte doveva essere rimesso a nuovo entro la fine del 2018. Termine poi posticipato più volte. Al momento i lavori sono sospesi e non si sa con certezza quando ripartiranno poiché vi è un contenzioso fra la stazione appaltante, la Provincia di Mantova, citata in giudizio per presunte inadempienze contrattuali dalla ditta esecutrice dei lavori, la Toto costruzioni generali.«Siamo veramente stanchi - attacca Paolo Lavagnini - non più tardi di qualche settimane fa, all'ultimo dei nostri solleciti, la Provincia ci aveva risposto che i lavori sarebbero ripartiti ai primi di giugno. Invece scopriamo che c'è un contenzioso. Che tutto rischia di rimanere bloccato. È l'ennesima prova di scarsa trasparenza della Provincia, di mancanza di collegamento con i territori. Dov'è la guida politica della Provincia? Esiste ancora? Abbiamo portato le foto delle proteste del 1993. Dopo quasi trent'anni siamo ancora qui e sono ancora i cittadini che devono sollecitare le istituzioni che si mostrano sorde. La volontà del Comitato è quella di smuovere ancora l'opinione pubblica perché di fronte all'ennesima difficoltà non abbassi la guardia, ma reagisca facendo squadra.«I fatti dicono che la Provincia non si è mostrata capace di gestire in modo adeguato questo cantiere - prosegue Sandro Cavazzoli - Ì ritardi sono sotto gli occhi di tutti, i disagi e i danni pure. Per questo chiediamo che la Regione, che ha pagato la gran parte del cantiere e il prefetto, che ha un ruolo importantissimo per noi cittadini, vigilino su quello che sta succedendo. E se necessario si proceda a nominare un Commissario straordinario che sappia portare a termine i lavori».Una richiesta forte, che si abbina alla valutazione di una azione legale collettiva. «Le istituzioni le abbiamo incontrate - aggiunge Manuela Braghiroli -. Nel luglio scorso il governatore lombardo Attilio Fontana ci aveva promesso un tavolo di confronto con istituzioni, forze economiche e sociali. Stiamo ancora aspettando. Intanto il nostro Comune ha perso mille abitanti, le iniziative imprenditoriali si spegnono o vanno altrove. Il Comune partecipa a bandi per attrarre le imprese, ma senza la certezza di una viabilità adeguata , quale imprenditore vorrà investire»?Nel frattempo le spese per consulenze, tecnici, avvocati aumentano mentre l'opera resta al palo. «Il ponte è strategico per una vasta area - conclude Lavagnini -. Lo scriveva la Provincia proprio nel bando d'appalto del 2015. Allora perché tutti i cantieri provinciali sono ripartiti salvo questo? Perché proprio qui, se è vero quanto lamenta l'azienda Toto, non inviare la documentazione corretta per ripartire dopo la fase di sospensione Covid»? Per il Comitato sono domande che lasciano l'amaro in bocca e la sgradevole sensazione che su questo ponte si siano giocate partite che hanno poco a che fare con l'interesse dei cittadini. 
Francesco Romani©




Fonte Gazzetta di Mantova del 29 maggio 2020

Nell'accordo nazionale indicati 5 impiegati e 6 operai nel Mantovano
La misura per far fronte agli stop sui cantieri a causa dell'emergenza Covid
Nove settimane di cassa per i dipendenti della Toto

Bagnolo-san benedetto Po - Nove settimane di cassa integrazione a causa dell'emergenza Covid. È il contenuto dell'accordo che è stato siglato dalla Toto spa Costruzioni generali e le organizzazioni sindacali nazionali del settore costruzioni. L'intesa segue le indicazioni contenute nel decreto legge del 18 marzo scorso relativo alle aziende che sono state obbligate a sospendere le attività di cantiere per comunicazione delle diverse stazioni appaltanti. Evenienza che si è manifestata anche a Mantova dove la Provincia ha dato indicazione di stoppare le attività alle ditte occupate nell'esecuzione di appalti di opere pubbliche.L'accordo ha riguardato complessivamente 623 lavoratori, dei quali 104 a livello impiegatizio. Sei i cantieri interessati: il raddoppio della linea ferroviaria Palermo Messina (89 lavoratori interessati); l'adeguamento delle Autostrade dei Parchi (382 addetti); lavori all'autostrada Messina-Palermo (38); alla statale Amatrice-L'Aquila (21); i lavori "Ex statale 413 Romana - Ristrutturazione del Ponte sul fiume Po nei Comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po" (5 impiegati e 6 operai) e infine la variante Aurelia alla Spezia (lavoro fermo, 2 dipendenti) olre a 71 dipendenti nella sede principale di Chieti ed in quella operativa.La cassa ha avuto una durata di nove settimane a partire dal 10 marzo scorso e l'intesa sindacale è giunta a fine mese, «ritenendo che alla fine dell'emergenza l'Azienda sarà in grado di riprendere l'attività con tutti i lavoratori sospesi». Ripresa che al momento non è avvenuta.«La Toto sta ancora facendo cassa, ma richiamando gradualmente i lavoratori - spiega Silvio Amicucci, segretario regionale della Fillea Cgil dell'Abruzzo, regione dove ha sede l'azienda - . Non riteniamo vi siamo particolari motivi di preoccupazione. La Holding Toto è sana, il segmento costruzioni risente ovviamente della crisi generale dell'edilizia. Poi non so se a Mantova vi siano particolari problemi con l'appalto che inducano ad un ulteriore stop».Al momento le bocce sono ferme. Toto ha citato in giudizio la Provincia di Mantova giustificando i propri ritardi con mancato rispetto del contratto da parte della stazione appaltante. La palla è al centro e non è escluso che questo forzi la ricerca di una soluzione per uscire dallo stallo evitando il braccio di ferro che caratterizzava da mesi alcuni passaggi del confronto fra l'azienda e l'ente.Intanto una novità viene da Bagnolo San Vito. L'altra sera in consiglio comunale si è ribadita la volontà di creare una commissione che cerchi di capire in modo indipendente la situazione e faccia pressing sui protagonisti della vicenda perché il cantiere del ponte, che oggi ha accumulato un forte ritardo, sia portato a termine nel migliore dei modi. La commissione che vedrà la luce è stata proposta dal consigliere d'opposizione Cristian Landini. «Ci sono tante domande dei cittadini alle quali cercare di dare una risposta - spiega Landini -. Proveremo a farlo chiedendo ufficialmente gli atti, e da quelli capire cosa non sta funzionando». Se a San Benedetto, insomma, è nato un Comitato spontaneo di cittadini, ora anche le istituzioni bagnolesi si muovono per fare chiarezza.
Francesco Romani©

30 maggio 2020 Fonte Mantovauno.it

Ponte S.Benedetto, il Comitato a Provincia e Regione: “Ci spieghino perchè il cantiere è fermo”

SAN BENEDETTO PO – Si è radunato questa mattina il Comitato “Vogliamo il ponte”, gruppo spontaneo di cittadini che sta seguendo da vicino la vicenda legata al Ponte di San Benedetto. Il cantiere, dato in gestione all’azienda abruzzese Toto, al momento è fermo da fine febbraio a causa dello stop forzato per la pandemia da Coronavirus. L’azienda ha messo in cassa integrazione i propri operai e nel frattempo ha citato in tribunale la Provincia su presunte mancanze: il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi, e la mancata trasmissione del Piano di sicurezza e coordinamento post Covid. Una situazione totale di stallo che potrebbe protrarsi ancora a lungo.
“Tutto questo l’abbiamo appreso dai giornali – commenta il portavoce del Comitato Paolo Lavagnini –. Abbiamo mandato una mail a metà aprile alla Provincia, chiedendo lumi sulle prospettive future, dopo le recenti prove di carico. Ci hanno risposto picche, ovvero che i primi di giugno il cantiere avrebbe ripreso la propria attività, Ma con il contenzioso in ballo, chissà quando ripartiranno i lavori. A meno che la Toto ritiri la denuncia”.
Dall’azione singola si passerà ad un’azione comune per sollecitare la Provincia e Regione a dare spiegazioni su questo stop e sul futuro dei lavori. “Dalla prossima settimana ci rincontreremo insieme ai Comuni di San Benedetto e Bagnolo, costituendo un tavolo tecnico, coinvolgendo anche le attività produttive. Speriamo di smuovere qualcosa”. A tal proposito si è mosso anche il Comune di Bagnolo: “E’ stato costituito un Comitato per capire com’è la situazione. Noi siamo aperti a tutti”.
Nel frattempo sorgono punti interrogativi sulla tenuta del ponte: “Sotto il ponte, verso l’attracco fluviale – spiega – c’è una visibile inclinazione del ponte verso sinistra. Una brutta pendenza (vedi foto sopra), secondo noi pericolosa. Dicono che le prove di carico sono andate bene. Non voglio pensare che non sia sicuro, ma visti i recenti fatti di cronaca, la cosa non è delle migliori”.
A farne le spese il tessuto economico del territorio: “La zona industriale è morta, investimenti sul Monastero, sulla chiesa, sul campo sportivo per 2 mln di euro. Ma perchè investire se il ponte rimane chiuso? E poi c’è una cattedrale nel deserto, che è il porto fluviale. Se ci fosse il ponte finito, potrebbe avere una sua funzionalità per le aziende. In questa situazione siamo completamente fermi”.