Il fiume è sempre stato un’importante via di comunicazione e trasporto merci, prima della costruzione degli attuali ponti moderni, il traffico era supportato da ponti di barche.
Il ponte in barche di San Benedetto Po fu inaugurato nel 1893 e rimase in funzione fino al 1960, era formato da più di 50 pontoni di cemento armato. I pontoni erano fissati con travi accoppiate e collegate con enormi catene a blocchi di cemento, pesanti diverse tonnellate, affondati nel letto del fiume.
"..Una lunga fila di chiatte unite tra loro congiunge le sponde al culmine delle rive, alzandosi ed abbassandosi con il variare del livello del fiume.
Il compito di adattare il ponte alle mutevoli condizioni del fiume è affidato ai pontieri che devono occuparsi della manutenzione. Durante i mesi estivi bagnano costantemente le barche in secca per far rinvenire il legno inaridito dal sole e calcano la stoppa delle fessure. Provvedono anche alla sostituzione del tavolato e alla costruzione delle chiatte.
Nella stagione piovosa tolgono i palòt l’acqua che ristagna sul fondo delle barche.
Più volte al giorno sono impegnati ad aprire il ponte per il passaggio di natanti. Si dispongono a monte afferrando grosse funi legate ai mancui della chiatta e la staccano dalle altre lasciandola scendere lentamente. Da lontano avanza il natante che si annuncia con lunghi fischi, si avvicina lentamente e imbocca l’apertura fra le grida di saluto che si confondono con il rumore dei motori. Per rallentare la velocità del natante buttano la calma, una grossa catena gettata sul fondo.
Con le piene il ponte viene interrotto per evitare che si rompano gli ormeggi o che sia sommerso dalle acque.
Il portiere trascorre buona parte della giornata sul ponte, in una baracca fissata ad una chiatta tiene gli utensili per cucinare, una piccola stufa e un letto. Le sue notti sono spesso interrotte dai carrettieri che chiedono il suo aiuto, deve controllare il livello del fiume e le numerose lampade a petrolio disseminate ai lati del ponte.."
( Adolfo Ghinzelli “Vecchi Padania. Lavoratori e paesi del Po”1978 Nasce a Viadana (MN). Insegnante di scuola media superiore e storico locale, la sua bibliografia conta una quarantina di titoli)
Ma perché qua? Perché in questo punto il Po ha la larghezza minore – 550 m – e l’alveo più profondo – fondali fino a 14 m – dell’intero percorso fluviale, per questa ragione la zona è stata scelta per gli attraversamenti
E' un privilegio poter condividere questo video girato dal Sig. Alberto Cesare Guidotti in CIne8, immagini storiche indicativamente dei primi anni 60 del ponte di barche, possiamo notare tanti particolari e vedere alcuni lavori di manutenzione.
Negli ultimi minuti girati indicativamente nel 1966 e si vede l'attuale ponte da poco concluso.
Tra le persone che compaiono nel video il Dott. Umberto Guidotti farmacista a San Benedetto Po fino al 1934.
Ringraziamo la Dott.ssa Chiara Guidotti e la sua famiglia per averci permesso di postarlo e mostrarlo a tutti voi.
Anche durante il secondo conflitto mondiale, prima l’esercito tedesco e successivamente quello americano costruirono in questa zona le teste di ponte tra le due rive, in modo da rafforzare e rifornire con maggiore rapidità i contingenti a nord del grande fiume.
Gli alleati costruirono due ponti galleggianti: il Ponton Bridge a San Benedetto Po e il Treadway Bridge M1 a Brede di San Benedetto Po. Nel pomeriggio del 22 aprile le avanguardie della 10a Divisione “Mountain” USA del gen. Hays giungono a San Benedetto Po (MN), isolando di fatto alcune divisioni tedesche nel territorio compreso tra i fiumi Secchia e Panaro
Il ponte attuale fu realizzato tra gli anni 1964 e 1966 dall’impresa ‘’Ing. Renzo Recchi’’ di Torino su progetto dell’Ing. Passero, la proprietà rimane a ANAS fino all’ottobre del 2010 e successivamente passa alla Provincia di Mantova. L’attuale opera è costituita da un viadotto della lunghezza complessiva di 615 m composta da otto campate in calcestruzzo armato che consentono di collegare le due arginature maestre in sponda sinistra e destra del fiume Po.
Purtroppo già nel 1987 sono iniziati i primi problemi strutturali, mentre a ottobre 1993 la prima chiusura totale al traffico perché una grossa piena ne danneggia fortemente la stabilità, a dicembre dello stesso anno il ponte viene riaperto ma con barriere che bloccano il passaggio dei mezzi pensanti.
Le prime ristrutturazioni vengono eseguite nel 1993 -1994 e 2000 ma hanno il solo effetto di appesantire la struttura e causare l’abbassamento di alcune campate, inoltre gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 indeboliscono irrimediabilmente un ponte già ammalorato, inevitabile il nuovo blocco del traffico pesante regolato tramite strettoie agli accessi, queste limitazioni sono tutt’ora presenti. La struttura è inserita nel catasto ponti della Provincia di Mantova e tenuta costantemente monitorata tramite sensori.
Il ponte di San Benedetto Po sulla strada provinciale “Romana” costituisce uno dei manufatti più importanti dell’intero patrimonio della Provincia di Mantova, soprattutto in considerazione della sua collocazione strategica, rappresentando un punto di passaggio praticamente obbligato per l’intera zona sud est della Provincia. Infatti l’arteria stradale alla quale il ponte appartiene collega sinistra Secchia (nonché le limitrofe aree delle province confinanti di Modena e Ferrara), con il casello autostradale di Mantova Sud dell’A22 e quindi è interessata da un ingentissimo flusso veicolare, con un’alta percentuale di traffico pesante.