domenica 31 maggio 2020

Fonte Voce di Mantova del 31 maggio 2020
“Vogliamo il ponte”: dito puntato contro Toto, Provincia e Regione
Segnalata ieri anche un’inclinazione a sinistra del ponte
SAN BENEDETTO PO - A quanto pare la pazienza è completamente finita: e del resto era prevedibile che dopo le ultime notizie sul ponte di San Benedetto Po, con la Toto intenzionata a portare in tribunale la Provincia di Mantova, si scatenasse la reazione del territorio. Ieri i rappresentanti del comitato “Vogliamo il Ponte” si sono ritrovati nei pressi del manufatto per lanciare un duro “j’accuse” a tutti i soggetti coinvolti, dalla stessa ditta alla Provincia di Mantova, per concludere con la Regione Lombardia. Il tutto caratterizzato dalla considerazione di fondo che «il territorio - ci hanno detto - non è mai stato ascoltato» e dal timore di ritrovarsi addirittura, un ponte nuovo ma con ancora le limitazioni per la mancata sistemazione del tratto golenale. Con la preoccupazione, evidenziata ieri, anche su una inclinazione a sinistra del ponte attuale. I rappresentanti del comitato - Paolo Lavagnini, Manuela Braghiroli, Sandro Cavazzoli e Renzo Traldi - hanno scelto ieri, come luogo della loro conferenza stampa, il punto in cui sarebbe dovuto passare il famoso by-pass proposto dal comitato stesso come soluzione per completare i lavori senza eccessivi tempi di chiusura: «Proposta bocciata, e per carità ogni ente fa le sue scelte e si assume le sue responsabilità - ci hanno detto - ma anche in quell’occasione l’atteggiamento da parte della Provincia è stato sempre quello di non ascoltare per davvero il territorio, nemmeno le rimostranze e le preoccupazioni dei sindaci». Il comitato ritiene dunque il Comune di San Benedetto totalmente incolpevole di una situazione di cui è sostanzialmente vittima, e oltre a puntare l’indice contro l’atteggiamento della Toto e della Provincia, dirige i suoi strali anche contro la Regione, «totalmente disinteressata nonostante abbia investito ben 30 milioni sull’opera, e questo anche prima che scoppiasse l’emergenza Covid». I timori per il tessuto commerciale sono tanti, anche perché non si vede la fine di questo ulteriore stallo ai lavori che, invece, avrebbero dovuto riprendere con la Fase 2: «Temiamo fortemente che si possa arrivare a concludere il ponte in alveo ma senza intervenire sul tratto golenale - ci hanno detto - e questo significherebbe un ponte in parte nuovo ma con le stesse limitazioni e disagi di prima. Siamo stanchi, il territorio è stanco: chi di dovere intervenga e saremo ben felici di dire di esserci sbagliati a essere pessimisti».