domenica 30 maggio 2021

 Fonte Gazzetta di Mantova del 27 maggio 2021


Contesa con il viminale
Affitti non pagati per la caserma: la Provincia vince il primo round
Via Chiassi, il ministero degli Interni condannato a risarcire
Già presentato l’appello con la richiesta di coinvolgere il Tar

Continua il braccio di ferro tra il ministero dell’Interno e la Provincia sulla caserma dei carabinieri di via Chiassi. Il Viminale, a sette mesi dal deposito, ha impugnato la sentenza di primo grado con cui il tribunale di Brescia lo ha condannato per il mancato pagamento dell’affitto dell’immobile che ospita la caserma, fissando anche il nuovo canone annuo a 211.225 euro, più del doppio di quanto abbia versato finora. Ma il ministero non ci sta a pagare anche gli affitti arretrati per 631.464 euro oltre a 47.124 euro di risarcimento danni a Palazzo di Bagno fino al 31 marzo di quest’anno (oltre ad altri 12mila euro più Iva). Ce n’è quindi abbastanza per presentare ricorso alla corte d’appello di Brescia, notificato alla Provincia una decina di giorni fa, accompagnato dalla richiesta che la controversia sia assegnata dal giudice ordinario a quello amministrativo del Tar di Brescia. La vicenda risale a un paio di anni fa e si interseca con quella del ponte di San Benedetto Po. La gara per l’aggiudicazione dei lavori per la nuova infrastruttura sul fiume Po prevedeva la cessione all’impresa vincitrice, come parte del compenso, della caserma (valutata 3,8 milioni di euro) con annesso il contratto d’affitto con il Viminale. Solo che dopo la gara si è scoperto che il ministero dal primo aprile 2015, il giorno dopo la scadenza del contratto risalente al 2009 e mai rinnovato, pagava ancora il vecchio affitto, 98.127 euro all’anno, invece dei 211.225 che sarebbero andati alla Provincia come stabilito dall’Agenzia del demanio. Nella lettera inviata alle imprese per invitarle a partecipare all’appalto per il ponte c’era scritto, infatti, che la Provincia stava negoziando con il ministero dell’Interno il contratto scaduto il 31 marzo 2015 sulla base di un nuovo canone portato a 320mila euro all’anno. Successivamente, in base a norme contenute nelle varie leggi di bilancio, aveva ridotto la pigione prima a 248.500 euro e poi, definitivamente, a 211.225 euro. A quel punto la Provincia aveva deciso di citare in giudizio il ministero dell’Interno affidandosi al tribunale civile di Brescia per avere gli arretrati e per costringerlo a sottoscrivere il nuovo contratto d’affitto con un canone di 211.225 euro all’anno. Il 15 ottobre 2020 i giudici bresciani hanno depositato la sentenza che dà ragione alla Provincia riconoscendole quasi 700mila euro tra arretrati, risarcimenti e spese legali e fissando un canone d’affitto annuo per la caserma di via Chiassi di 211.225 euro anziché 98.127 euro fino a quando il Viminale non libererà l’immobile. Ora l’appello. La Provincia si è già costituita in giudizio e attende fiduciosa anche il secondo round, ritenendo infondati i motivi del ricorso del ministero.
Sandro Mortari