giovedì 8 ottobre 2020

Fonte Gazzetta di Mantova del 8 ottobre 2020

La piena rallenta ma i due ponti rimangono chiusi
«Resta il pericolo»
Oggi altro summit per riaprire Torre d'Oglio e San Benedetto
E il cantiere della Toto avanza spedito: montati gli impalcati

Mantova - La piena del Po, sostenuta dagli affluenti, rallenta. L'attesa riapertura dei ponti di San Benedetto Po e di Torre d'Oglio, però, ieri è stata alla fine rinviata, dopo un sopralluogo dei tecnici e un summit. Questa mattina si farà un nuovo punto della situazione. Troppo alti ancora i rischi relativi alla grande massa di rami e tronchi che, trasportati dalla corrente, si sono accatastati ai piedi dei piloni del ponte sul Po, mentre per quanto riguarda il manufatto in chiatte alla foce dell'Oglio il livello non era ancora sufficientemente basso per poter procedere a una riapertura in sicurezza con le barche che sostengono le ponticelle ancora rialzate rispetto al piano stradale.Tutto rinviato a oggi, dunque, con una chiusura che si sta prolungando da lunedì pomeriggio. La decisione era stata presa in considerazione del fenomeno della "fluitazione", cioè del trasporto di rami e tronchi, tipico della prima piena autunnale quando le piogge torrenziali puliscono i boschi sui versanti montani trascinando a valle grandi cataste di legname.Un fenomeno che si ripete tutti gli anni, ma che questa volta ha risentito del brusco passaggio da un periodo prolungato di siccità, che perdurava dall'estate, a una piena di media portata (5.500 metri cubi al secondo, 5.97 metri di quota raggiunta a Borgoforte). L'ondata di piena improvvisa, non preceduta da piccoli fenomeni, ha avuto l'effetto di uno spazzaneve che contemporaneamente ha agito come una ruspa trascinando a valle detriti, schiume (dovute al turbinìo dell'acqua), rami e tronchi morti.Un fenomeno particolarmente visibile a foce Oglio, dove si sono formate vicino a riva grandi chiatte di legname, e che sul Po, cozzando contro i piloni in alveo dei ponti, ha provocato la formazione di dighe vegetali in grado di rallentare il flusso dell'acqua e creare, quindi, una pericolosa spinta da monte sui piloni. Un effetto che si è manifestato su quasi tutti i ponti, in particolare a Sermide, ma che ha preoccupato i tecnici della Provincia in particolare per San Benedetto Po, manufatto ammalorato dal sisma del 2012 e sul quale sono in corso i lavori di riqualificazione da 33,4 milioni condotti dalla Toto costruzioni.E mentre la piena, il cui colmo è transitato nella notte fra martedì e ieri a Borgoforte facendo toccare i 5,97 metri sullo zero idrometrico, a soli tre centimetri dalla seconda soglia d'allerta, nel cantiere allestito dalla Toto costruzioni sulla sponda di San Benedetto Po i lavori sono proseguiti senza sosta. Il cantiere appaltato dalla Provincia è in ritardo di circa due anni sulla tabella di marcia. Ora l'azienda sembra voler recuperare il tempo perduto. Dopo avere completato l'impalcato metallico sulla sponda di Bagnolo e avere approntato in alveo il pilone provvisorio sula quale appoggeranno le due metà del nuovo ponte, i lavori di assemblaggio dell'impalcato sul lato di San Benedetto sono quasi stati ultimati. La fase successiva prevede il montaggio dei grandi archi, partendo dal lato di Bagnolo, quindi le due metà verranno spinte sino a toccarsi in mezzo al fiume sull'appoggio. Se non verrà modificato il piano di lavoro, in quella sede provvisoria accoglieranno, dopo un collaudo, il traffico, per consentire l'abbattimento del vecchio ponte. L'ultima fase vedrà il nuovo ponte spinto su piastre di teflon collocato nella posizione definitiva. Il tutto dovrebbe accadere attorno alla prossima estate. Piene permettendo.
Francesco Romani ©