domenica 8 dicembre 2019

Grazie alla Protezione Civile per tutto il lavoro fatto e che costantemente fanno per la nostra sicurezza, non finiremo mai di esservi riconoscenti.

Dalla Gazzetta di Mantova del 2 dicembre 2019

Dall'Oglio Po a Sermide, 160 persone al giorno hanno sorvegliato il Mantovano
Fontanazzi, evacuazioni e salvataggi: promossa l'organizzazione sul territorio
La piena è quasi un ricordo
Per la protezione civile giorni di sacrifici e gloria

La piena del Po e dei suoi affluenti sta lentamente lasciando il Mantovano. A mano a mano si torna alla normalità, dopo una settimana all'insegna dell'emergenza. Per gli abitanti del Basso Mantovano e dell'Oglio Po, prima di tutto, che hanno dovuto convivere con una viabilità rivoluzionata a causa dei vari ponti chiusi (San Benedetto e Torre d'Oglio gli ultimi a restare off limits), e anche dei disagi causati da allagamenti, o persino dall'ordine di evacuare (per chi vive in golena). Ma la settimana appena trascorsa è stata impegnativa soprattutto per gli uomini della protezione civile. Volontari chiamati a governare l'emergenza, a monitorare, informare, intervenire laddove ce ne fosse bisogno, per bloccare l'emorragia di un fontanazzo o liberare uno scantinato dall'acqua. Circa 160 al giorno, coordinati dalla Provincia e dalla sala operativa della prefettura dove si alternavano, "h 24", cinque persone tra cui Sandro Bellini, referente provinciale della Protezione civile. Protagoniste, dunque, le associazioni di protezione civile: la Oglio Po nel Viadanese, il gruppo comunale di Pomponesco, la Torre d'Oglio di Marcaria, la Sirio di Borgo Virgilio, la Padus per Serravalle, Sustinente e Ostiglia, il gruppo Città di Suzzara, la Vedetta di Motteggiana, il gruppo Polirone tra San Benedetto e Moglia, l'associazione Terre dei Gonzaga nel Destra Secchia.«Una piena lenta, che ha provato il territorio - dice Bellini - uno degli impegni maggiori è stato per i fontanazzi, poi per le evacuazioni». Giorni clou, da martedì a venerdì. «Ma tutto è andato bene - commenta Bellini - questa è stata la prima piena in cui è stata provata sul campo una nuova organizzazione dei volontari in base al territorio, frutto di un'intesa tra Provincia e Aipo. Ogni zona aveva un gruppo di volontari con un referente che segnalava a un funzionario idraulico dell'Aipo i problemi che si presentavano». Non è stato necessario chiedere l'intervento delle sei colonne mobili (gruppi di 19 persone, sempre reperibili in caso di emergenza). Bene anche la comunicazione in tempo reale con la popolazione: alcuni gruppi di volontari hanno usato la propria pagina Facebook (con boom di visualizzazioni), in altre zone sono entrati in funzione i sistemi d'allerta via cellulare».