Dalla Gazzetta di Mantova del 3 dicembre 2019
Bilancio a una settimana dallo stop alle auto
Economia colpita, odissee per i pendolari
San Benedetto conta i danni dell'isolamento
«In questi giorni addio al 70% di turisti»
il casoPer tutta la giornata, ieri, è rimasta viva e piena di ansia l'attesa della decisione della Provincia sulla riapertura del ponte, condizionata a un sopralluogo in loco. La settimana di chiusura a causa della piena del Po, se può essere considerata quasi una prova della futura interruzione per il completamento dei lavori, è servita, senza ombra di dubbio, a far emergere tutte le criticità connesse alla viabilità, al danno economico e alla sensazione psicologica di isolamento che alimenta diffidenza e paura. Lo dimostra il crollo del 70% delle presenze turistiche nello scorso weekend, che ha drasticamente interrotto un afflusso, registrato sempre in crescita dal 14 settembre, inizio della mostra su Giulio Romano. «Un dato davvero sconfortante - commenta l'assessore alla cultura Vanessa Morandi - che non lascia molti dubbi sulle cause di questa inversione di tendenza. L'unica speranza è la riapertura a breve per la ripresa del trend abituale». Il sindaco Roberto Lasagna sottolinea l'apprensione costante dei suoi concittadini, che si è manifestata con moltissime telefonate, specialmente nella giornata di ieri. «La situazione della viabilità è veramente critica - dice Lasagna- se, per la chiusura del ponte, alcuni hanno scelto l'argine del Po verso Portiolo e Motteggiana, hanno dovuto affrontare una strada in parte dissestata e in molte parti prospiciente il fiume senza la protezione del guard-rail, quindi molto pericolosa nel caso della piena dei giorni scorsi. Se altri, invece, hanno optato per l'autostrada, hanno dovuto mettere in conto code chilometriche sulla Romana per entrare al casello di Bagnolo e altre code per gli incidenti o per i lavori di asfaltatura in corso, che hanno allungato il viaggio all'inverosimile».Lo ha provato sulla sua pelle pure Doriana Zucchi, insegnante dell'Istituto Bonomi-Mazzolari. «Al mattino - dice - faccio l'argine per timore di arrivare a scuola in ritardo; al ritorno prendo l'autostrada con tutte le incognite del caso, senza contare l'aumento del costo del rifornimento, che in una settimana mi è costato 74 euro». Su quest'ultimo aspetto mette in luce i disagi sociali ed economici Alberto Bernardelli, che con il cugino gestisce l'unico distributore sulla Romana ancora con personale di servizio. «Viene l'amaro in bocca - spiega - a pensare che dopo un quarto di secolo non abbiamo ancora il ponte. Per questo non si può che far appello al senso di responsabilità della Provincia e della Toto, perché non lascino morire il paese. Chi ha un lavoro al di là del Po, magari cerca casa altrove, tuttavia con la chiusura soffrono tutte le attività, che vengono a mancare del riciclo dell'utenza. Anch'io ho visto diminuire la vendita di metano e gpl, mentre ha tenuto per ora quella della benzina perché i sambenedettini, costretti a percorrere più chilometri, hanno dovuto fare rifornimento più spesso. Ma questo va a incidere sui bilanci delle famiglie». Una situazione veramente difficile da gestire, soprattutto nella prospettiva di una chiusura per i lavori sul tratto in golena che dovesse durare per mesi. «Già in questi giorni - conclude il sindaco - l'attesa non era tanto rivolta alla decrescita del fiume quanto alla riapertura del ponte. Per questo lo sforzo maggiore è stato quello di dare una corretta informazione ai cittadini, rassicurandoli che l'interruzione della viabilità era solo perla piena».
Oriana Caleffi